장음표시 사용
211쪽
lo cistello, e non per maris, Ais veni uani o ignor Uliava. ii Eramta se suo nato di malari A veneat a P impri onava. Recer mori di nolle crudelinem
Veneriani aveaia irra conirn tamente,
Ebbe es hiera, Caste di valore.
Mal eontento o Popo di Verona. Mi Quat trocento inque correa allore, Ch Uene Zian acci lo Pado 'ano Coli'alturio de Mantoan di valore. Grande allegre ZZ avecto VeneZiano.
Cabrin Fondulo et to regyia.. Dava gli ustici, eis ave va On Oreo Le quar die a Castellan re tui mettia Nella Citta regre com ma2gi Ore. Aveva o Castello in sua hasta Callo di Cremona flava Sirnore. La Macastorna a Cabrino dona Va, Ch e uno Callello di molio valoreo Cabrino con uel da odi cercavae Di Cario parent ad seco fare.
quel a Lod a figlia di manda va. Per moglie a Cario a voles s dare. uello da odi a tui si rispondia;
Era content lo parent ad fareo La promission tra loro si facia Cario ordino a Lodi en an dare, Perche lae donna lui ede volia Cabrino tutio fac eva ordinare E disse a Carior uσndo tornerete,
Per uella orte Ps pnferete. Cario di questo si se contentoe . Con sua rigata a Lodi se 'andava -Μolt de Ca valcab seco men e Posci quand' in die tro lui ri tornava, la Maca stoma lui si iungi a. Cabrino loro li si se aspellava. Orrevol mente sici rice via. Di compagnia tuti lor en Onn . Quando su tempo lor a dormir illo
La noti tuiti l fece amnis . Lare. Pol a Cremon. subit cavat conno. In Cremona si fece lo suo entrare.
Cavalcabo tuti tui si prendia,
tuiti quanti l fece amma TLare.
La ignori di Cremona tolia, Et in si quella ui si se ferinoe,
Che ollacolo alc uno non a Via.
Mortalitate in queis Anno si foe. Di pelle ae Manto a Iai ne moria, Chi 'inser mava, ochi ne campoe. Sant 'Andrea lavora si facia. Facciata della Chies comiticiatae Sucia taetra queli'Anno nota compia,
L Duca di Misan ignor novello,
Per suo noma era iovanni Maria Di auia ' Conto Signo suo fratello. et Duca face a mala ignoria.. Era crude nelle vendet te fare , Ne consigii di aggi usa volia. Face gli omini a ti cani stracciare ,
Ne per uello 'avea contenta mente,
Se non ve de ali ara cani angiare. Molt altro cosocio tristo dolente Era matto furioso, straboccato; Non curava di hi faces lamente. Lo rate tui era pili moderato. Reggea avia molt discreta mente, da suo Popolo era ben' amato. uello Duca tenui era da niente. Lui non sape va di bene ne fare. pulta neptia si tenea lae mente. Di signoria poco lui curare. Lasci ava regger uoi come UoIta Poco iovava a chi sit lamentare, Tut te te cose tristi a tui iacia Uirtute alc una lui non si usa va- li Viriosi a ut molio iacia. Milanesi racior forte 'odi ava. Mille qua tirocent se era arri Uatois
Guel f con Ghi bellini syuccidia.
Milano allor si era affamato,Perche poche vetto vagii s avia.
Gran gento di hibellini acciato. Fuot di Milano loro si spargia. Per ombardia cercava suo a II oggiato.
Brescia, Mant a Vene Zia 'avia.
Ibi si ridusse, hi sapea arte lare. Per te sue arte lascua si vivia.
212쪽
Francesto a Gongaga allor moria.
De Me di arro se seneta fallare. Pe suo obit gran spes si facia.
Lo suo corpo si is molio norato. Cavai coperi, an diere assat, avia Rimas di lui u suo figlio natori De Malatosticia ad re valente. Giova Francesse per nome chia malo Di odici anni ali era e ben accente. Reg ea li Malalesti e ' Veneriano Molt bene, ancor discreta mente. Amaua forte ' Popo Manto vano, Perche uon iovanet to gli paria. Di far rari face va a larga man O. In queli Anno Pandolfo si se avia La Citta di Bergom . Ne fu ignore Giova Soardo per dana vendia Otto ergo di arma era ignore A iacen Za , o Cremona uer facia, Casal a gior lui si te neva allore
Ne deito Millesim si conducia L Mala testi a Duca di Milano. Reggea n i Ducari e parenta facta Que Duca , ch ora ignor di Milano Μoglie tot se a figlia Mala testa
Ne deito Millesimo gran molesta Fece uerra a Milan Facino Caneri L Marches de Mon ferra a ta sesta. Lo etto illesimo manc it pane A Milano , odi, Como , e Pavia
Cremona, e Crema non passo in vano Le det te Citi ad gran guerra aviari Erano ut te in gran confusione
Mala test con Milan si tenta Ne det to Millesim si fu tengone Otto com inci guerra o Marchese Di argit anno cerca Ua agione Grandi si fecero tracior te osse se. Modenarii Marches gente tenta Ch a Parma correva gni di pale se Percio simile otio a tui si facia. Parma a Modena grande anneggiare. Facean si osse se quante lor possia Mille Quat trocent otio si cercare Otto a Marches pace dimandava. Fur contenti racior a pace fare.
D essere in sieme loro agi naza D andar a Rubbier a far partamento, Con salvi condotti ias cun an daUa. Presso a Rubbiera fero in scontra mento. Lo Marches si fece Otto ammaZZare Salvo condotio non gli aliis tento
Parma e Reggio lo Marches acquisiare Otto uelle Citiadi si tenta. Grande allegre ZZacio Marches fare Lo etto illesimo ancor corria. Que da Mantova Bogetolo acquis re: De Terre Cremones pria si tenta.
Come la Certo a fu cominciata a Mantova Molle novit che occomero.
Ch in mello Anno tuti s in controeIn uello Anno seneta mancamente
L Ordi de a Certos com inciat , t Ordi di an Polo simit mente. Manto dico se farci onorato Francesco Gongagaci ch era ignore Era i morto , a P avea lasciato Gia Frances co ch era ignore allore Come uono figli uolo e bbidiente Fe far que luoghi a lolio nore NEI et to Millesimo con pran gente Re Lanc ita di Puglia ignore Signo reggiava Roma simit mente. Di Perugi anche tenev l onore I 'Abruago i Patrimonio, eclo Durato Que de la area ave di tui timore In Tostana con forte forZo armato Venne per otio metiere i Sanese, Wi Florentin se en non li era grato. Gran gente ave van a te o di feseri Per Capitan a Pesar a testa, Saggio Mardit , iacent e corte se
Ne deito illesimo fu gran festa. In Pisa si s fallaci unione
Per torcio scisma, 'Cristiani tempe ita. Fu fati una grande assun a Zione Di Cardinati eis altri Cheri celi; D'ogni parte 'andaro a que sermone. Longo tempo due api erano fati A Roma Gregorio Papa stasia, Vigno l'altr conmorte alloggiati. detra Avigno per torre via resia, Rin unci , percheci altro si facesse Ma Gregorio a uello non consentia Ne per lui olle ch a Pisa ' an desse Persona alcuna , che s appresentasse Perche uno Papa uovo si facesse. NOR
213쪽
Non ite iter, perche tui si contrariasse D'un .ipa uovo stare eleetione F fir m. to e privileget si tr.ille Pietro di Candia con bene dirione
Dentro di Trento eran rumor facia Rod olfo Bellinetani entro vi armato.
Graii eauito di Castellani a via.
Quando in Trento si se furono ent rati. To descia i , he tro varon', uocidia Percia Terra pridando orano armati
Lo Duca ' Olteri ch enne a sentire. Gran gente de ii suo fur comandati Che die tro at Duc si do vel Ier g re Lo Caste di Trento per lui tenta. Fu a Caitello, et entro senZa fallire. Dat Castello in Citta si se veni a. Rodolfo Bellinet an te mori re E Trento a saccomano si mettia. La gente proca octava di fur gire, molli furo , he uori campare Pur furono assa quelli , he perire. Ne det to illosim enga fallare Geno pel Re di Francia si tenta
Bucci caldo per suo nom a Nardare. Lo Conte , ch era ignor di Pavia Col Duca tuo fratello uerregdiaua , Perche tra loro era rari gelosia Loionis disfarcio frate pensava Con uello di Cremona ' acco oe. Quollo a Lod e a Crema invitava. Far perde to Stato a Duca trat toe Con Bucci cald , chomenova tenta
Daretii Milan Bucci cald 'invitoe . Per salvars lor questo si facia ;Temean di tui che guerra lor facesse Fer che iacen Za a Buccicald das a. Di Francia venne grandi genti e spella . Che B cieald si fece venire. Con uelle genti a Milano si tresse. Cabrin Fondulo a lo vero dire Quello a Lod e a Crema si andare Da Bucei caldo, a Milano si ire Insieme tuiti allor si partare Far a Duca perde la tenoria Con loro In segne in Milano entrare.
Non pero con tanta lor compagnia Che di Milan alto veni potess ;Ma deli in an Milanes s accorata Molli di que France a morte messe Cab no Fondulci che questo edia, Per una duci Porte tost s esce h
E per o similisti altri si facia
ido a iacenta si Ornava. Con ergogna sua gente iducia Genova a Bucci caldo rihel lava. l. o Marches di Mon ferra i an dare Capitan eno vel P accellava Bucci caldo in Francia si cavalcare,
in Farigi a lora tui si dici aDe'Getiove si cli' lui rihellare Anche de Marches aper li facta Di e nova Capitano chlamato Lo Re di questo eran dispello avia. per sua sede si s ebbe iurato Che gran vendetia conveni υ fare
De Genore si , heci avean efflato Lo Marches in enova si fermare , quella commaggior, qui si reggia Non te mendo hi ' volesse impacciare.
De Hii Quat trocent Dieci resta adire Cib che in ueti' rinno si fue appuntato Dei mei di Genna seneta falli re Di Gonga a Gio an Frances co nato , Di Malath sti per adre 'uscire Donna nobile e d alto parentato Men moglie Madonna Paula sageta, Patre Signo Mala testa chia ira ato Un Anetolo pare va ella faZZa , ella persona rande , e ne diste se Bianca, e bionda belle mani e te braZZa. Onelia , raZo. ben cortes . Da ei ci ai cu bucine is post aviari L sue viri a gnuno eran pales . Quando te se Vanda va percia via Parea a a gente una ea edire Per ederia cla sciano si corria. Per ei gran Corte farta a vero dire. Signori e Comun an Ze , e grande gente, In torno a cento mi glia libenire. Ma nota tu , e poni en a mente Che per magnificen Za e per tu onore Con seco Vennero re suo parente Fratelli eran', e tuiti gran ianore
De la grania alat est chlamata. Suoi Baroni ignor di gran valore. Seco enaron si hella rigata De notabili di gran gentileZZa ,
Ch orni gran Donna ne saria norata Or
214쪽
or i ii ii nomi per certeZZa Di quelli tre Signor, en'h nominato; Onore delia Corte et allegreZZa , Signor Cariora gran saper famato Ardito in arme , e sapeat en operare;
In ogniciosa virtuoso proUato AL second ignor Pandolfo notare Saggio et ardito per cias cun renuto In alto 'arme mi glior non trovare Lo tergo fu Malalesta saputo. Di tuiti re ui racio minore AIn armeggiare agitardo et arguto. O pensa , quanto fu grande in ore, Che per loro si riceve grande metite Tutia a Corte Donhe, e te ignore.
Ibi Mantovani non mancaron te me. Li riceve iter con allegra fronte, d onorari non si furora lente . lo suo ignor tuiti eran pronte D onorario quanto tu lor potia. Cias cun puntava di far'oltra ionte
Torseri e Giostre prandi si facia Cittadini per a Terra agordava. Dioisi vestiti per strade ia. Le omne de a Terra a Corte ire.
Balta , cantare , e tanto o sonare , Clio ' ac tutio risu onar par ire. Non si potria appie tutio contare
La gran est , he per ut si facia. Otto torni a Corte si durare Dona grande et ignor si faeia. i Sonatori et a molta altra gente. Cias cun allegro e contento stasia. Alia Corte su dato compi mente. O qn' uom a casa loro si tornava. Rimas a Mantova a Donna valente. Ciova Frances co Olto 'onorava Perche edeva ei che assa valia , Grandemente dirae si contentava.
Eran iovani svansi piacire D'ambedue Ognuno en ne dicia. Della de ita fati fine qui a D attre cote i verr a recitare Seguendo die tro nostra fantasia. Una cosa si debbi tu notare
L in verno de Mil Quattrocento Nove, de Qua tirocent Dieci si passare , Infino allo Mara , he non si,uove
Lo Cicio a ove fare evicare, ancora Vennem e poche piove.
Ne reddo fuci siccome uole usare ;La terra in queli 1nverno non eloe . Per tat agio rio accollo si fare Nella State assa volt tempestoe, di piove grandemente veni a.
Dallo Febbraro a Novembre duroe.
E schi torni ne me se stas a Checi Sole fermo si se apparesse ,
innuvo grande o piovere facta Con Venne , he gran pene si duresse
Perche te hiade non si poter attere E a semina pel similis facesse I venti e te tempeste tanto battere Che in uello Anno poco Vino sue Per sei res non si dur lo pascere . Ne dato Millesimo ancor si fueAlessandro Papa mori di Mareto
in Bologna, non pote vive piueis attro me si apa, caper i ago
Un' alaro su fatio que me ViaZo. Paddas Iare ossa era nominato, Signore di Bologna e Cardinale, Giovan Uigesimo Terro hi amato F tennio per uom , ch assa vale ;Fu fiero superbo seu animet et Chi P offende uaci gli rende va male E put anche tene varat virioso,
Perche crudele u e non pietoso. Ne det to Millesim ancor venia , In Veneria aera ollo e in contris Cola, che mirabit a gnun paria Alle venti ore u vento si levo e Lo i di an Loreor a vero dire , Acqua e tempesta grande si menoe . Per una meZet ora ti o sapire, Che molle navi allor peri coloe , gran quantita di gente mori re
Chi in nave a due mi glia si trovoe, Quasi tuiti si ven nero a perire. Case e muri per terra si it tori. Delli Campanili, e capitelli Molli furon, he per que vovino ;Cammini elle a se ait o belli Pili che due ita a terra si ilice. Credero Uenegia que di perire Di morte gli uomini si dubito , Uedendo un tale diluvio venire,
Ch mai simi non avevan Odiato Era cosa grande mente a te mire. Ancora i a noto e si a saputo In qua Terre ueli An mortalit2 te Di ut te ' nome non ara taciuto. Ueneetia , errara per veritate , Floren Za , e Bologna ' ebhe altat Parma , e Modena non fur perdonare Brescia, e Manto a che non falla mai, Di peste e febre te genti mori Dou ella fuci si trae vano guai. Perche Manto a veste malatii a
Di uello morbo , poco ii duroe . Forte sessant acinore messi moria.
215쪽
Q usto Millesimo compito io oeno vita passate recitare Fina ch io viva si semitem , D anno in anno sernyre a qui notiare te ch io capi se nra fallimente
Non m increscera latica durare. Benche compita lia prolla mente
inesta Cronica , di id uria a rima D Ali prando si fu a uona mente. Intellet to non o di magqior stima Morto che si , si uole preetare Chi verra die tro , sesua queila rima. per suo nore ostia sepultare
La materia . e Ose , che verrann ,
Di tempo in tempo Oglia recitare Anche gli altri , he o die tro saranno Abbia memoria di ove lasciare Alli futuri , he pol nasceran 'O Percli a classe uno a non ' at collare Delle os passate a men Zione nobil animo gran confortare Prenderne stulto e consolaZione.
Belle Cos a enute ne Mille Quattroeento dici.
uello, che necio deit Anno si oe . Comiticio da Ueneris gran pati re. In ombardia per lor ac duro e. Ferrara e Mantova pace si avia
Tutio ueli Anno a guerra scampoe. Pandol Malatosta restia tonia Lemastellan et di Milan guerreggia va Marignano , e elle attre si se a via. Duta di Milan in ros I Zxa flava Con o Conte di la ua Signore Suo frateit era , e en non si traitava. Facinoma dei Duca ergitore Wi Beccheria amici si mostrare
Cercare accordo si fer mediatore. Cosi mo straua. In effetio altro fare
Di Febbraro loro in avia ' en trava r iacco an a Terra lor mandare Tuttiri Cittadini lor rub avari Donne e don Telira parte ergognate; La parte di Beccaria si campava In quelli tempi ch io I contate , Cabrin Fondulo Cremona tenta.
In pace tava tuti sue contrate.
Simile 't ignor di Crema facia. Quello di odi iacen Za acquislavari Come ignor quella si se teni a. Di Maret Gioan Papa in Bologna stava.
Partissi eo sua Corte a Roma andare.
Un Cardinat in Bologna lasciava.
In que me se Bolog. n. ri bellare Di uel a roba a lac coma mettia.
Lo Cardinal Bologiae si pigilare .
D Aprile ac in Cane si rogita Di avia lignori , come ignore Lo Castello e e Porte si fornia. lo Conte in avia fando tutiore , Facino a lui pro vigione si ava
A lo Duc lo simile in contraVa Fac in Cane Milano si regetia Castello e Porte tui si domi nava.
Provisione a Duca ancor asia Cli ave va da vivere onore vol mente ;Tuti l entra te a Facino venia. quest lui faceva vera mente , Per quelli due fratelli go vernare, Che loro ave Van poco reggimente Con Pandolfo Facino uerreggiare , Perche ergo mo an dolfo tenta
Ne que ne rescia gli vole lasciare. Di Maggio Genove caccia vias o Marches di Mon ferra et tore, Mun iit ad in or Duce si facia. Di iugn Papa Giova fu vincitore. A Re ancilao confitia asia. Tre mila cava in Fuglia perd allore. Tra loro gran guerra si se facia
Lancita con sapa Gregor te ni res Per questio tra lor' era gran resia.
In queli Anno mal accollo si re ,
Di biade e vino poca quantitate , Carestia grande per tutio venire .
quella carestia ebbe durate Fino ali altro accollo si durare L povera gent ebbe mal errate. In ogni parte uello si avvenire Di a da mar, di qua si agionare. gra sinistro in gni parte Vire Di u lio Fac in Cane uerreggiare ; Bergo mo grande uerra facta Molli Caste di ergo mo acquis t2re. Poscia in torno a Bergo mo si mettia Percia fame ergo mo ab han donat . Le Forte χχ di ergo si tenta. Fu imas en e a Capella chlamatori Bor hi due acino allor lenia Bergomo in tutio si fu consumato. Anche Facino guerra si facia Brescia con sua mola grande gente.
Pando is per suo pote si dilandia Molli Castet, ch era de teni mente Di Pandolfo Fac in s acquis ava
Tutio ueli Anno guerra fermamente. Ancora ac in forte uerreggi ava Cabrino, che Cremona tenta
Grande gente e bestiam si sigilava.
216쪽
Tutio que Conta Jo in guerra stasia, Dalla gente di facino rubato, Che molio pesso in sumuello corria. Di Sottom, VeneZiani acqm stato Ebbet bosso aggiore, e quei pae se
Con sit i casti de Trentino stato. At inica ' stericho grandi offes ,
orche erano de suo teni mente Di em . ars artava in pale se. Un' ltra cosa A questo poni mente, Chi ii quello Anno si te in contra va,
Dei ε se ' Ottobre si comin clava L Galli neci oua loro non fare ,
Et infino a Febbraro si durava. Ch le ccidia , in corpo non trovare Che ova dentro et leno P aves se , se 'lave an , pochi si tro Vare Non si se ritrovava , he nocesse Lo decimo deli 'ova , che soli a Non si sape va perche id av en esse Nello deit Anno ancora noto a Ches' Re d Ungheria con li Veneri ani Zara grande uerra a facta. Da questo acque pensi eri non sani Lo Re volendos' Imperador fare , Requerire non volt a Ueneetiani Che ' passo a Trevigi do Uesse dare ;An Zi gran gente ' Unglieri mettia In ordine grande per caValcare. VeneΣiani, che questo lor sentia , Dubitando, in suo anno non mandesse,
Una ra fossa lor a si facia, Ch a Tri Uigi e a Sacile si se an desse ;Per dici otio miglia a lungo duravA. La fossa larga molio en si esse
Quella fossa tuti se impalan cava Loe terraglio molio altissimo avia Fino appresso a uno monte a duraUa. Sul monte presso acia fossa facia Un bastio forte , per gente tenire. tuita a sossa gran gente mettia . Grand aente ' Un heri si venire, Di Dicembre et Friuli arri Uava. Ud in di presente lor si vire . Ancor 'altri Castelli si te ava Per me la fossa Ueneriani avia Un ponte fori, con ponti che legava.
Quegli Unglieri spesso lor si Venia
Sacile a la os scara mucciare Gran quantita di recce si rasia Veneriani con allestre lor rare eo bombarde, assa di lar feria. L' una parte coli altra a gran da fare. Ancora VeneZian et ponte scia Vr Sacit con Unglier scara mucciaua.
Di grandi mischie tracior si facta .
Pure in un torno gli Ungheri s and ava Molio grossi a lo Bastione irare Percio monte per forZa si a flava Lementi che a fossa lor uardare Udendo , ch Unglieri passato avia Tut te in fuga loro si se scam pare Chio Trivigi , hi a Padova te gia Armi e camaggi tutio si lasciare Unglieri dicior pure alia prendia. Parte delia fossa fecer spianare
Per vere lo suo an dare e venire tuo iacere o suo a Ualcare. venti due Dicembre non falli re, Gli Unglieri a fossa ' acquislava. Veneriani grande dolore vire DoVe vole an Unglier caUalcava Gran annaggio et aes facia Pado an e Trivigiani dolor ava.
Dodiei ii Ungheri esse dicta ,
Et otio mila pedon valente, Che grande in tenetione loro Via. Diceva d acqui stare raneamente Pado , Trevigi, e anche Verona. Com era de orae ordinamente Perche ui oleva aver a via uona , Per an dare a Milano a suo Olire Per torcii deli 'Impero a Corona Poscia da Milano io suo partire A Roma con sua gente a Ualcare , Per la Corona dat Papa li vire Partito a Roma ne suo redire Con a sua gente in Ombardia trare. Venti mila Unglieri con tui a Vire. Tullo questo di tui sit agionare Lo suo fare o ci ' a spetierem , Ebed remo, come te cos an dare.
At ii Quat trocent odiet si semoVolto presso oicia e da contare Tut te te cos che noi ederem , Che an vere da ove recitare
DEl P Anno Duodecimo e da dire,
Riccordandosi ancora de passato Che neve in terra in uello non adire. percio simile si rieordato Dei present Anno neve non ne Vare Genna , Febbraro , ne MarZo pallato Anco si e da overe ricordare In quest Anno quanti sciitrovava Dellam a de' Gongag , a non fallars Dico de maschi , he lata on Orava.
Quarant ad ne per vero ' apparia
Sei naturali in quelli non fallava
217쪽
principio iii duit An et i si aDi uello ch D, ancora che verrae , li inera acidera , recitat lia At Veneriano ii se com inciare.
Lo Friuli tuto quanto intera melltc ,
I Re d ria si se asia rei tro e Cividate limit mente. Parea che ' Ciel con Unglieri teneste
Tant acquis lava il tutio di res sate
Di Febbra gli Una hori campo mei luci, ut Trevisano tu Terre ac quilior, Benche di loro par alia more fle. Lo etto me se Vene1ian rari Cario Mala teli Capita fare , tui 'itfrio benigno aec et to . Ne det to gli Unglieri non pote stare In campo per a gran fame, et, aviari L maggior parte a casa lor tornare. Pure alle Castellan ne rimania Quella parte che pote va altare,
grande uardiacior si facia Molio pesso loro si cavat caro Sul Trevisan, di gran prigio prendia
Facevan mal quanto pote Uan fare.
Di Margo grande uerra si facia Facino Cane a Brescia, et a Brestiano, Bergo mo, a Cremona. Non dormiva. Tullo face pel Duca di Milano De Duca era e de frate reggitore
Grande carestia si era allore Per tu ita Italia di pane e di vino ;Po vera gente Veva gran dolore.
Alli due di atro un a latino Si fu ordinat s molli Veronesi.
Volea metiere Uerona a buttino.Qui appresso ti ac conter in pale si Lo traitato con ut loci ordi dato, Ch quelli traditori aliora resa. Una a fata , a Quinto chlamato, Asta buo Citi ad in si ri putava :Per male foesi suo Uer consumato. D'altri limili insit Ume si partava, Concludendo delli ricci i rubare, molli ladeoncelli di manda rat Che con seco si ovester legare Al glomo , ch' ordinat s faria Che osse prest a uel che volea fare Uno rete a Parma esse dicia, Con uno Medico Cra i maggiori. Questo Medi Pesone nome avia. Lo rete tra gli altri goligatori Di tuiti olosi ora incoronato,
Lo Medico si era male viatori Una sententa contro ' aspellavari Per quella tibiaeva consumato.
Per a casi ho si se abbrato nava
Di farsi ricco ut ii se pensava.
Loro con que da Quinto si partare In ca et Prete ii ordui si alia Di tuiti que , se si ove an rubare Qua rant Citi ad in de ricchi scri via , Ch foster tuti messi a saccomann , questo Plan ait altro promettia Perche potesse ben compi lo anno, Da monte molli illani ordinava Che osse presti venir a guadagno . Tulli gli ordin' a gni cosa si ava, A me ZZani, a maggiori, et a minori, Ch in ordit oster, quando bis gnavλ. In uel torno si eran egetitori PE Uenegia due Cittadini state, Cho di Verona flava per ignori. I 'un Capitano lyaltro odestate. Gabriel Emo Podes a chlamat , Niccolo Venter Capitano regiate. Quando fucio torno, ch era ordinato Que traditori si furono armati, sopra lyarme mantelli portato.
In circa venti non tuti aliunati poco a poco a Fonte 'arrivava,
At Ponte de te avi adunati Dalla parte de monte lor si avaIn i solo, e per tutio uel quarti ero Dali Adice in qua mesaltrici impacclavas N niente sapeva di que pensiero, Ch quelli traditori fatio avia A vviare a male era mol leggiero Lo Pont predeti una Fortegra avia Ne meggo de ii Ponti levatori Quella Forte gra i traditor prendia. Gridavano Scala Scala tutiori L Popo di Verona in gran te manZa, Udendo lorarida de traditori Chi era ne traitat, seneta fallanga Tutti a lo Ponte loro si rasiaci Anco 'altri per quadagna speran Za. Lo Capitano e ' Podesta venia Ist laeteta, te mendo de gridore,
Tulli Quo Cittadini di alore Ammati a la larga si se trare, Confortando molio ii Reggitores Che franc amente si ebbano stare , di niente non abbiano teman Za; tulti i Sol dati a la iaZZ trare. Furia puto 'l fati seneta fallanga,
Chera traditori s avea pensato. At Ponte an doron senZa dimoranZa.
218쪽
Le genti P arme non lacer tardato. Citi ad in con bombarde , ch avia, At Ponte andaron con anim parat . Eo uello Ponte forte combattia. Lo ret a sua Campana se suonare, Perche li suo i a Ponte tra debla Lo Pret' persone molt s' affann re E que da Quinto concia sua rigat , A combat ter molio forti si stare. Citta iiiii con tu ita sua armata Franc ament lo Ponte combattia. Da bombarde molia gente ammaZZat E. Alloea i traditori , he edi a Per nessu modo potersi tenire, Focer pensiero di caparsen via
inelli a Quinto loro si fuggire
Con molli altri ari de a Terra I Cittad in i traditor eguire. Lo rete e te perso ae si pigilare Con molli altri, checis si equia. Volter aper, come a cosa stare Tutio orat lato loro si dicia E chi era in colpa di quello traitat , E come it alto utro an da debia. Quando I Podestate su informato , Chi era in colpa di que traditori , E della verita bene accertato Quanti tui si pote grandi e minori, Ch fossero in colpa , i se pigliare Seneta colpa an eo preser de maggiori. Tro vati in colpa furo impiccati E pur a sat colpat si campo . Neli Adige anche molli fur gittati. Circa inquanta morti si ne foe. Assa fuggi , he non potero Uire grandi seneta colpa allor lasci oe. Mi qua tiro di a gio seneta fallire Cario ala testa aron regiato Con a sua gente a Pado si venire. Con a sua gente non indugiato Nel riui cavale con gran baldan ZZ,
Come Rettor e Uenezia mandato. In poco tempo se grande acquis tanZa.
In quo Friu molt Castelli prendia Di giorno in giore cresceva in bald anga, De Signor Cario quὶ lasciato a
Verro ad altre gran uove recitare,
Seguendo tetro lamia fantasia A dodie di aggio non fallare , Facino Cane si s ehbe a morte.
Al suo orpo fatio grande norare.
quin dici Maggio loce la sorte, Fu mort it Duca a chi si id avx, A Milanesi grande disconforte Gia Uisconte de Picini si chiam ava, Insieme concivi Estor naturale, In Signoria dimitan s en traua.
Lo ignore an dolis, cli assa ' vale Uenti due Castelli de Bre sciano
Ch avea perdui per Fac in reale , Tutti 1 rico urbis salva mano. Eoiferm lo stato, ch egit avia Morto che fucio Duca di Milano A i in quo Giugno a vero si nascia Uno gliuol a Signo Mantovan odici ore in omenica apparia. Grande allegregra si e per certano Di uel figlio clas cun s allegrare Nella Terra non tot ma da lontan Tre torni grande festa si e fare Piacer, solargo ciai cun si tolia Padre e Madre forte si allegrare ;Perche fu ' primo , ch a loro nascia
Lo adre iovanet to era allore, Sedici anni Gioa Francesco a Via.
i diecimi uano ' Conte di favia Tolse in donna moglie di ac in Cane,
Che ea trace per suo nome Via. In avia 1 solla con sua mane. Da ei si ebbe stat oro et argente , te Citta state di ac in Cane. Falto questo, non si tard di niente. Gran gente Beatrice e venire, Ch era state di acino valente. Lo Conte e te conis grande ardire Milano subito cavat caUM, E quello ebbe senet alc uno falli re A sedi ei Giugn in ignoria entra Ua Gio an Picinin e Esto si fuggia A Monga andaron, he non dimor ava traditor , he ' Daca mort avia, Ben a dodici in Milan si pigitare. La morte a tuiti dare si facia Grande quantitate si se campare Di que', che o tratio si sapia , Tutti a Moneta loro 1 se an dare , L Conte feroe la sua ignoria Due di Milan et to e protet tore. Per a Terra grand' allegra facia.
De mel di Giugno si ii dico ancore, Tracio Papa Giovano regu si fare Lane ita di Puglia ignore.
Ancora de Re d lingheria a partare. Grande uerra et riui si facta,E Uene1iani a Unglier granae anne2giare. D una parte e deli altra a sat moria L misthi grandi rarior non manca Va. Pur ii Unglieri male parte 'avia. D Agost hi Unglieri si se assaltava Lo cam de Veneriani eramente. Cario Malalesta ne non pensava; Grande annaggio ebbe a sua gente. Cario Capit an alior si rifare Riducendosi aliora francamente. Eis
219쪽
iis babdito sua gente allunare
ita forte tra Ie parti ac Deli una e ' altra re mila mori re Cario e veneat an campo ottenta. L avaneto ' netheri, he rirnanire, sue Forteat lor si ritomare. Cario Mala tella nore vire Notabit mente lui si se portare In quella mi lchia ferit gravem te, io suo campo si se ne tornare Parti . A Ueneri andi, di prolente.
Pandol suo frate Capit an valente. Lo etto Pando illa niente tardare. Com Capitano con sua gente an da Ua Nel riui', e te gran mi ichie si fare L Duca di Milano domi nava E a Monga grande uerra si lacia, con gran gente uella si ast edim A.
Di et tembre rescia gran uerra Via. Per te sue parti tra lor amma TZa Ua
Pandol Signo di rescia in Friu stasia. Le Castellanae dei resti an bellava. ue' dat pia Gibellini se e toglia Citta di rescia a Pando is serma flava. Anche di Decembre a Rimini venia
Papa Gregorio, a be ricevnto Per Cari, Mais test, che en 'l edia . Ottobr, Novembr, Decembr, per tecta oldum
Non piobbe, ne nev b, Gennar ancore, Parve a a gente gran alto edulo. C qu tib contare u grande errore
Decio Scisma, cli in Cristianitate era. Due Papa si se tene vano allore. Gregorio pia fatio Papa in primi era, Con ut tene, Lanc ita Re e Signore , Cario Mala testa a uella schi era.
Con ut tenea 'lavango de Cristiani,
Fer cola modo gran resia tra lore
Grandissimi erano li loro affanni Cia scd di lor agio si se asia Credendo alli consigi non e sani Gregorio a Rimino si se stasia,
Gio vanni a Roma se ne stari Cias cun dicior audien 2 das a Un altro Benedet to si chiam ava, Si dico Papa, signo lo suo stare, Per tal modo re Papa si nominava. Loracisma tu irent asei An durare, durera , se Dio non pro Vede Gran vergogna della Cristiana edes Di provveda, he tutis en a fare.
M si Quattro cento redici e da dire
.li Unglieri comincio e dat suo ire.
i lette di Cenna gli Unglier corria Pol Pado an , Vicent in Verone se Cente, roba, e bestiam assa prendia. Venegia con sua gente acie diisse ;Alla d Ungia eri re si , e chi mori re Molli gran Caporali loro prese. Di Febbra Duca is conte combat tire Monga con bombard pie tre gittava Dure attagite a uello gni di re Estor is coni, che Mon2 dominaVM, D una bombarda con pietra ferito
ibent otio di Margo per dirito Manto abbruci lo Palaet Zo ecchio de a Ragione. Percle scri time cli abbrugionno su Mantoani finito. Di Margo tangeli coci Compagnone, Da Paludi di Reggiano tui ora Di molia gent Capitam, Confalone , Accordossi 'effer in sieme in schi eraCo Castelli ri belli de Bre sciano, fare uerra a rescia grande e fiera. Pandolfo Capita de Veneziano In que tempo a Trevigi con sua gente Contro a gent de Re d Ungheria altano. Di Magato uel Re 'Ungheria valente Co Uerregia ni regu si facia,
Per inq'anna su atta fermamente. Fatia, Pandol a Brescia si venia. Con a gente cli ave va de VeneZiani. i Caste di rescia uerra facia. Poco tempo duram que villani. Lemastellange a Pandolla tornare. Grande si egreZeta ne tacea i resciani. Lo Duca di ilano a non fallare Lo suo vero nome, che tui avia, Filippo Maria si nominare. Lo detro Duca guerra si facia Moneta, per volere uella vire.
Gli redi 'Estor si a dilandia.
Non si pote tanta di sese ire, Chesla gente de Duca dentro entrare , quella ebber sena' alcuno fallire. Ali en trata di aggio la rubare me fa a saccomano di presente Donne Donetelle assa lor vergognare.
220쪽
Floren Z venne subitamente. L Re in Roma con sua gente entrare.
Tulle te genti, ch in Roma stasia, saccomano tuti is rubare. Ancora di Giugno, noto ii a Loine is Ungheria ad Udine venire, per i tempori quello si stasia. Poseia si parte, et a Trento si ire, Per volere conci Duci partare. Quot' ' steri di presente venire. Partissi poscia, in Alamagna an dare. Con uello di Baviera si partoe, con molli altri ancor a non fallare. Fattici partamenti, partia poe. And a una Terra Cuora si chlamare; molto tempo i si di moros. Lasciam questo Re che a uora stare. D'alire cos si ii mi verr a dire. Aline ancilao uo ri tornare. Lo dytto Re suori di Roma sciret
Nel Patrimonio e et Ducato andava.
Tut te uelle Terre a lui sciendire. Pandolso Malalesta cavalcava Di Lugii in Cremones con sua gente. Chi per forma, hi per amor pigilava,
Le forte Cremones veramente, Casti glion salvo e Sonci non avia, Tut te attre ui ebbe a salvamente Anco Pando lso con gente venia Cremona ' figost a non fallare, Et alia de ita gran anno facia. Non cessi Pando is uella guerra fare. Per tu tempo quella si se durava Cremone si gran annagoio portare. In tanto Pandois a reicia tormavari
Reciter altro cho tetro in contrava. Pla prima innana che pili Voglia ire, Delle Citta Lombarde vo' narrare Li ignori, che tui te uelle Vire.
In questo Millesimo vub contare Diorenta Citta, sono in Ombardia, Chi te tengon e lor signoreggiare.
De Venegiano vo com inciar pria. Padoa, VicenZa, Verona tenire,
Di uelle re avean a Signoria. Trento lo Duce 'Ostorico vire. Brescia e Bergomo si signoreggiare Pandolfo Malalesta a vero dire Mantova bella e degna da laudare Damonetaga Gia Francesse tenta, Signore saggio e pro la dominare. Ferrar, Moden, Regg, Parma in compagnia Lo Marches a Ferrara domi nava,
Bologna grassa stato spes mutaVa;
Τuella a presente iam hi es tenta;
aldassar Cossa Papa domi nava. Placenet e Lod, Gian a Vignate avia,Le det te in gran saper signoreggiazδ, Perche Milan gran male gli volia. Cremonam abrin Fondui dominavae Fu a Sonci . Con saper a reggia
Per scaltrimeRto gran quella acquis ava. Coimo Lottier Rusco 'acquistava, di quello 'ave la ignoria; Comas clii buo volerali mostrava. Milano et Alessandria, o avia, Bobio, eo Novara e eon Ortona, Lo Duca Visconte uelle teni a. La Comun apra dimenova buona, favon e unicior signoreggiare. Buo reggimento di quelle a Ior suona. Alba . Vercet, Torin non fallare, Lo Marches di mons erra lenia Di tuti quattro sit en si portare. Asti, che que gran riccheZZe 'avia,L Re di Francia si signoreggiare. Delle Terre ombard compito a.
Ri torno ad altre cos recitare;
Di Lancita e de Papa diroe. de Re d Ungheria come fare. Da Signo di Manto com in cleroe.
Come Capita de Papa si glaCon gran gente. A Bologna sen' andor. dicinove 'Ottobre si partia Con grande onore in Bologna 'ontraPa. Da i Bologne grand'onor ricevia. Malalesta a Rim in guerreggi ava posta di ancilao con sua gente Tutio io Bolognes cavalcava. Lo bon ignor di Mantova valente Alla dilas con sua gent stasia. Contr' a nomici e notabit mente. Di Novembr Papa Gio an partia Da Florenga et a Bologna 'andare.
Ben vicev ut con sua Compagni a. Di Novembre ancora a non fallare,
Lo Re 'Ungheria dam uora partire. Como venne L pili giorni stare. Pol di Dicembre con sua gente ire Lodi, eci sermo si di morava,
Aspetiando ' Papa, cli ave a venire. In quello me se o Papa arrivava Lodi, seco ' Sieno Mantovano Con a sua gente si accompagnava. Deliberaro per consigito altano
Lo Papa e lora di volere andare Mantova per suo stallo ovrano. Allo Signo di Manto ordinare, Che si partisse e a Mantova ornasse, a suo loggiamenti ordin oves dare. Eatta