Controuersiarum forensium vtriusque iuris, et fori, authore Iulio Capone Neapolitano ... Cum decisionibus causarum in pluribus tribunalibus, tum ecclesiasticis, tum laicalibus factis. Cum duplici indice locupletissimo ..

발행: 1673년

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di questo gran Porporato apparisca almondo, mi place di aggiunge tefra Pal-tie opere pie da e sis fati e con Cliristiana generosita d animo quelle , clie sino algior nod'hoggi ri splendono nella Chie satella Vergine Santissima det Carmin .,

de a quale come era particolar me me

diuoto sino dat Ia lanciuilea Ea , ha fatio, che piu euidenti ne apparisca ii Oli contra segni,etesii in Onij, che inquella Chie sapublica mente si vegstono delia sua per

set a ci e in Osi a.

Vii altro palliinto di lama a argentoperi Altate ric colo. Venti pia ite te di tela d oro, e lam ad argento con patia mani grandi, e gallonid Oro, soderate con ta steti cremesino.Qnat tro tolle d 'argent con

Un palo di Candelieri, seu

Tore ieri d argento lisci di alteraa di palmi sei in circa di pessi di libre ovanta due, γ on e

gento di gran inanitat tura colla Croce, e monte si initiuented arreato lasciati in testa in emodalia benedeti' anima dei Si.

or Cardinale, quali non sino stati petiti, ir; a per quello dilaono quei Ρadii det Carmi

Vna I. ampada d argento dilargheriadi palmi qua tiro, conquat tro teste di Cherubini agetto,quattro carene di magi iatraget late di peso di libre centosessanta noue, dico I. 169. Un altra lampada mezaanad argento Iauorata da potierit dentro nella sopra de ita lampada grande, delia quale non si sail pessi, per no esser stata pelata. Una lampada d 'oro massiccio di pessi di lιbre vem' vara.

Vna coppad argento perdito la sopradetia lampada d Oroelie ne mea o di questa, per non esset stata pelata, si si ii peso. Nd qui terminano IesplendideZZe , emagnificenae delia semina, pieti di questo gran Ρrincipe di Santa Chiela; po ichr essendo itata da una Saetta cad dia dat Clelona ala inented an neggiata la fossit a delia , det ta Chiesia, e riuorrendo quel padri data, Sua Eminena a come loro stigolare bene istiore per qualch elimosina pecuniaria per in i ι; arci in ento, egit con gemerosit id animo rispo se , che i hau rebbe rit alta

a sue spe se, & immedia tamen te ordino. ehe si desse olincipio, come sit fatio e disefondendo si itella spe a per lasciare alla Beatissima Vergine vn nuouo pegno delmo affetto, e singobarissima diuotione riusti in modo vaga per liliuori, intagii, ab- belli menti, & ornamenti di pit tura, ct in

doratura,che viene mei ita mente contatan et numero delle pili belle, e vaghe opere simili di queste Chiesedi Napoli, valu tandosi qualchecentina ro me uia ei diecimila docati, colo appare per il Bineo de Poueri di questa Cuta. Dico docuit me no di

Dei si a uertire,elie det to Eminentissi. mo se molle attre limosine pecuniarie alia sopra nominata Chiela det Carmiae da settimana in settimana,& ogni volt ache per sua diu otione ve si portava, deli equali non si d te nuto conto dalli Padri, eo me che si poneis an o di propria manoda lui ne i Ceppo , o Cassa delle lituo sine, ecce ito di una poliaadi Bando diducento docati, che di ede, perche se ne facesse ilfronte spitio della sudetta Chiela, quali limosine erano delle pene, e contrauentio

ni elat te. Tut te i attre come det te di sci-pra,che sono te lampade, la fossilia,li canti ei ieri, e tested argento, te Planete, ehesurono date, e fit ted alui della propri M.

E perche non restasse materia a se pet ii, che sono fomenti alia loquacita di color a , ci e vaniano col Galileo sto prire te Inacchienella faecia deis ile. Fit posto inquestione da medemi Minii tri Camerali se solle ilata fossiciente la sola testimoni anga di Sua Emine nai a validare te spe se falle perlo denaro e satio dalle CO- trauentioni delle feste, e re ne de' delitii, alia quale obiettioni furispo sto con Pin

mul. m conseri min. I s. seq. consIys .m sit. de eon Ieat q. et .m . 32. & altri Dottori, che in riguardo ali applicatione di det te pene vn Ρ relato non puo, ne de ue compar ire neque criminaliter perre

dere conto detrapplieationi falle de denari elatii delle pene, &c. e questa C la piu comune, e sequitata opinione consor

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Controu Forens Cimtrou. LXXII. 631

de reformatione, eap. Iq. nella quale

traitandosi des rapplicatione di deue pene , si rimetae an arbitrio det Pordinario, dando adesso libera lacolla di poter applicare ouunque pili gli placera,purche fiano ad opere pie. E secto si concede ia-

disserente metite a Vescuui, tanto magingior mente si deue concludere a fauore

dei Cardinale, di cui si traita, e la di euie semplare vita si mal sem pre vn' euidenata, & irrefragabile attestato delia sua e si

ad dictum tit .de instituti quil s alien .ticeat,

nendo servitato da vitaia. iustitui. Canon.

d. lib. 2. deos . num. 37. versor absolutam.

Distinguo no in quesio modo, cloe, quando it vesto uo e infamato di non applica re in usus pios ledet te pene, in tal caso di- cono , che deue essere costretio a rendereragione, ne si deue altrimetite stare alia sua assertione, bdello ma ne leaso nostro non solo non costa di questa diffamatione, matutio l opposito. La Camera Apostolica non hebbe da altra causa it motiuoedi fate te me diligenae, che da una letteraseritin senonome, pra la qua leti Ministri Camerali sondati si portarono conmugiore elat te ZZanella revisione deco-ti,come si e v edulci di sopra, dat Cimento de quali tanto pili gloriosa, quato calun-niosa si re se rintegrita det Signor Cardianale , at quale non basto d implegare in . usus pios ii denaro solamente elaticidallemne fiscali,e contra uentioni delle feste , che. volle olere passare col proprio dimolle mi lata di doeati . come chiaram e- te da eonti si e vedulo di sopra.

Che pero, his stantibus,alli a .di Mag-gio pro lsimo passato sui eua toto sequenm delii cento mila docati, & ad vii tem-Pospenta anco la voce inserta Glle false oppositioni, e calunniosi supposti eontroi integrita dei Cardinale, delia quale ol treche ne pub far sede con cento , e piu lm- me la fama,che come cola publica per la' Citta nostra di Napoli, si e risa puto da prii persone degne di sede, che I Eininen- laea sita mentre staua poco meno di est la- 'xe lo spirito, e passarisne ali altra vita, interrogata dat Padre Francesto Mariata 'Filara marino Capit ino suo fratello, che' ii sit assistente tino ali ultimo delia vita , 'e Ii amministro tuiti li Santissimi Meraa': menti instituiti dati a Santa Madre Chie-sa, checosi egit volse, che iacesse, e fece , con e semplar carita religiosa, & amore s

a Grno; & hauedo mira alta salute dest anima di suo fratello sehauesse hau uto qual-che serupolo, o rimorso di eo scienaa ristet- tendo ai suo gouerno di non havere applicato in usus pios te pene fiscali, e cotrauen. tioni delle felle per erascuragine, o per humana fragilita, confidentemente ii dice ua questo, perche ancora si era in tempo di ag giustare te partite deli anima tua per mor re si glorioso, come era villato;si dico,cheli rispondesse in questa forma. Fratello inio. Sanno molio bene ii miei Conlatari, che sono stati te intelligenae

della mia vita, come sem pre mi sono incaminato con moto retto at gouerno delua inia

tela: lodi at signor Iddio, non ho macchiato punio ii decoro delia mi a Porpora , cosi limpida Ia rendo alia mi a Chiela, comeappunto la ri uel dalle sue mani. li primo libro della mia costienEa liene it primo conto della mi a vita, elo porto a Dio; it secondo lascio at inondo di propria mano, che da ra della mia costienza ragione; e non solo ho applicato ad pios usus te pene, e te con

trauentioni delle: seste et mi di pili molle, emolle mi gliata di docati det inio. It quai detis det Cardinale si e poscia trouato veri fi-eato dalli Ministri Camerali per ii calcoloda loro fatio dei 1ntroito, & Efito, doue sivede, che questo iaprauanga di Quindeci mi-la doeaιι dipia: Ilche ponderat oe ualli medemi Ministri, e sincerati desistitorio det tutio,

e non vollem pastare seu auanti, e ne nac-que ii disse questro delli cento mila docati,

S'aggiunge pili alle notitie predet te , che essere it Cardinale uno de Dottori det Collegio di questa Citta, de olfendoli toecato per ragione di anzianita una delle partigrosse delli munusculi soliti distribuita fit liDottori dei Collereio dalli Dottorandi,an- corche non v'interuenisse di persona; qualparte isti portava da trecento docati annui,

qΛesti si comptaeque di applicarii per sussidiis 'earitatiuo alle pouere Monache Ca

pisei ne di Santa Maria in Gierusalem di

Ne me no si deue passare con silentio ii Leeorsio di mille ducati, che diede per sua parte alla Republica di venetia gli. anni passati, inuitato a questa fanta opera dat Sa-ero Collegio de Signori Cardinali con una

lettera di signoti Caidinali Casii d ordinidet sudet to Collegio; alii quali Eminentissimi diede incontinente risposta sol tolis. di Marao neli' anno I 618.eli mando giunt ar

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mente polia a di docati ni ille correnti pagabili per ii Banco dei Monte delia Pieta

do si in detra sua lettera di non poteria redi vant aggio, a causa delli ni olli inlai tu-ni; pariti di suesta Citta negli accidentidelle Riuolutioni, edella pelle c'haueua. no reso calamitosi ii teinpi, diminute te rendite , eri dotii ad est reaia necessita liMonas ei ii delle sue Monache, alle quali, come Iinadre, e Pastore, i ei a dimestiet odlamministrare grano, edanari per ii vitto;&ancore si miserabili tuitili stati delia Citta. Per altro si puo credere, che haue rebbe con dimo stratione pili grandios ,& equale alla sua generositi a godulo deli occasione,che segli Oiseriua Jalla sortuna, e dat Sacro Collegio di segii alare sonima mente in questa opera di tanto merito, e cosi utile alla Republica Christiana. Introito 64679.

creto autem ico qui copia: O, est ratio dat

Tribunale della Nuntiatura Apostolica per ii Disse questro , e consegna ali herede delli cento mila docati sopradetii.

Copia. In causa in Tribunali Nuntiat ra Apo-Πolica vertente inter magnificum , O Re-

vendum Dominum Procuratorem FUcalem Reuer. cam. σ' Haeredem quondanta Eminentissimi Domini Cardinalis Philoma.

super, νι exactis, O c.

Die decima septima mensis Nati I 667.

diroque in omnibus Nummo, or Reuerendo

uisatis Neapolis in faciem quovdam Eminennomi Domini card natis Phιlomarini

dicto. Et ita, c. omni, oc. O expedιantur mandata.

Bernardinus Roccius Nuntius Ap.

II ieronymus Samperius Auditor. 2 Iariuus Piccinus Act. Mag. Noutonus Scriba.

Praesens copia extracta est a suo originali sistente in Processu spolii Eminentissimi Cardinalis Philo marini Archiepiscopi Neapolitani maiori collatione seminper salua; bt in sidem,&c.

adesi sigillum impresumi c. Ecco Amico salta chia ea ia verita delfatio, resa oscur ad alia malignita altrui, adis fauore delia cola teneta, e re putatione dci Cardinale Filainai ino da me vendica

ta colle notitie,che te sidanno, procurata da me di in et tere allieu.e, & vnire ciamaogni diligena a da piu parti col meras , &opera di altri ami ei, & in sieme tolla da tacon esse quella naarauiglia,che hai scriticiliaue i ii io ura preso in udire te fata lonie, xhe si anda uano ma attendo soprata materia, che si conteragono questi pochi fo-gli di iura fatica, la truale piu per di, fare

alia tua curiosita, e sacrificare at vero,che per passione alcuna, is interesse particolare ch'io habbia rael satio,b vero di penden-Σa negi interessati, mi sono volentieri aia sunt a: Nel reuo vitii sano, e ricordati, che

Nunquam ad liqaidum sarea perducitur, omininta cnιm ipsa tradente, malo a sunt xero.

apoli 92o. Ottobre I 66 T. so Colligas ex omnibus sit pra expressis, quam bene, quam saniste se gessit dictus Dominus Eminentissimus Cardinalis Phila marinus in suo Pastoralis curae regimine, cuius gesta fuerunt exemplar,& imago

nondum Optimi Antillitis , sed optimi

Principis, & ex hoc gratiae sunt tribuendae Deo I in in ortali, atque vigilantiae, de Protectioni Diui Ianuarii, huius inclitae Ciuitatis Propugnatori, & Defensori, qui mentes Summorum Pontili cuin illumina vi Optimi Pastores ad tutamen, id curam huius Archiepiscopalis Neapolitanae Sed is semper asceii dant, quod experientia 'comprobatur de hodie ruo nostro Eminentissimo Cardinale Caracciolo Neapolitano Arcbiepiscopo , Uiro Natalibus

Nobilissimo, nis moribus ornato,& san ctitatis vitae clato. Hic enim Opera in

Cisistianς Religionis augmentum, dc Di- , uini Cultus propagationem multa intro vi duxit.

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duxit,viis elicet nouam Congregationem, in qua se recipere debeant , per aliquod spatium temporis, sumptibus Eminentissimi Cardinatis,apud aliquos Reuerendos Patres Angelice viventes, omnes, qui ad Sacerdotis gradum ascendere intendunt,&ibi in spiritualia exercitia exercentur, vi recte ad excelsum Sacerdotalis dignitatis gradum suscipiendum instruantur, quod etiam gerunt illi, qui ad Confessariorum numerum assumuntur. Aliam Congregationem sacerdotum vitet exemplaris instituit, quorum munus est statutum, Concubiliariorum emendationibus prouidere,via diabolicis laqueis eripiantur, & suis ex pesis multa in Dei honorem operatur. Non om icto sollemnes ornatos sericos, ct pretiosos magni sumptus, quos ad praesens parat pro ornatu nostra: Neapolitans Ecclesiae litae sponsae, & si ipsi, vespero , Opifex Deus longquam vitam impartitur, ex sua Pastorali Ibi licitudine, &Christiana pietate mea Neapolitana Liuitat alia excelsa videre sperat. Nota poenarum Fiscalium, qua obseruantur ira curia Archiepiscopali Neapolitana.

si TN primis vi sono te pene di liquida.

Item te pene d obligan Ze penes acta. Curiae, simit mente di io. per cent O. Le pene deli incuse d'obligationi, tanto per rhabilitationi per il Palavio, o in casa, quanto per Phabilitationi de se prs sentando ad omnem ordinem, Si manda. tum Curiae, o vero nouis superuenienti hus indit ijs, 5 per altra qualituoglia causa eper la quale si da pleggiaria , in virili di decreto,b senten Ea in causa criminale,

o vero si di plerataria di seruare ii finideli e silio dato per qu Iche deliit O. . Tut te te sopradet te pleratarie date. per te cause det te di sopra, in caso che per occasione di contra uentione des contenuto, de expressonelli decreti, o sentenae daosseruar se dalli Rei conden nati. o liberati S'iucusano per ordine dςlla Corte, te penedi det te pleggiarie laeuiate spe vano ad'

Eminentissimo Arciuescciuo. Item te pene de contraqentioni di pre-eetti de nolicoversa udo conat cuna do, ua, con la quale e stato cauurato attractvolta simit mente spetiano at detis Emi- . nentissimo Arciuescouo, si perche det toprecetto, che si da a det to Rea inqaisito, viene ad essere, come s susti una pleg - giaria de non accedendo ad domum di

ira volt a carcerato, & in caso di contra uentione incusandosi spetia la pena comte nuta n et decreto at medesimo Eminentissimo Arciuesco uo, comesi spetiere es lasse pleggiaria , mentre che ii delici precetio par che subintri certo modo iα luoco di pleggiaria con robligatiUne,chen ii Reo di seruare deito precetto, come co sarebbe si s obligasse νn Reo di seruare ii fini deli e silio solio pena pecuniaria , alia quale pena sarebbe tenuio ii det-to Reo in caso di contra uentione, e s 49 micarebbe at medesimo Eminentissimo

Arciuescouo, & anco per esiere de ita co- trauentione di precetto, quando occorrecommettersi da alcuno Reo transgressio, ne in spretum praecepti, & mandati Principis , con la quale transgrellione , e con traueatione est offensa persona Princi

pia.

Item te pene di contra uentioni di pre-eetti Diti di non dare , hac costare a Monaster ij di Monache, o d altri luochi particolari per qualche causa criminale ibito pena pecuniaria, quale precetio, o mandato de non accedendo a detri luo-ehi, habetur loco exilii, at quale contra- uenendo, res a suttoposto, & obligato a pagare la pena conpenula in quello, d applicar si at medesimo Eminentissimo Ar-

ciuescouo, come quella conte nuta neli esilio io ea so di contrauentione. Item te pene dei te contra uentioniespresse uello libretto deli est quie,c metalli Cellarari, e Constati di Erat an Zeia,

quando contra uengono, o commettonoalc uno mancamento, circa roseruanaa

det e tenuio in det to libretto di docati sei per clascheduno ogni volta,che si con-

Item te pene de contrauentioni de Iconten uto in det to libretto, quando da Parrochi se commetae questae maneamento circa Pespresso in det tu libtrito, solio it titolo per te sedi, si n'ellorquesse pili di quello,e gli spe ita per Ie sedi, co. me anco in non mantenere ii libri dei Battesimo, morti, matrimonii idcaltri. . Item la pena dido cati cento itabili tral

Parroco per Ogni volta, che si ruroua essere stato colpeuole, quando. succede a aleun matrimonio cIandestino, conformes e Osseruato molle volte, 6c in particola re in una causa contro D. Cario Crestuo.

Item ae pene quando da Parrochi non , si liene Ia lampada accesa auaruies.sam tissimo,di do eati sei. Item te pene a Saeristant di docati seiquῆndo permet tono e elebrusi nelle loro

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Chlese di sacerdoti se a Pastor bonus,

Item te pene a Parrochi, e Sacristant, quando nel giorno det Sabbato Santo si

eanta la gloria,e sonano te campane, prima che sta cantata, e sonata nella Chie a Calliredale. Tulle te sopradet te pene de contra uentioni per te inpradette cause sono state applicate ali' Eminentissimo Arciue- stolio, che pro tempore Mno stati, e cosis E cineruato,e siniterua, in cassi, che mccedano det te contrauentioni

Ui is no anco te pene delle compositio. ni,le quali nascono daalcuno delitto immediate, come a dire Uno Reo viene inquisito per qualehedei tuo di qualsiuoglia Rrre, per lo quale

deue essere condennato, o via ne conden

nato ad alcuna pena stabilita,o arbitraria per detis delitio in virtv di decreto , Δ sentenaa,tanto ad instanea di parte,quanto ad instanza dei fisco, per lo quale de- , Ilit instante la re urissione della parae,is per qualche altro dzgnorispetio,viene com posto, o transatio in aleuna semina di deis nati per detis delitio, o condatana, la dei. a compositione, o transtitione va applicata a poveri, o luochi pii, o altro vis proprio ad arbitrio deli Eminentissimci

Item te pene de contrauentioni delle quali per Ogni tre cartini ne spetiano due earlini netii, d applicaris per seruitio, is vis della Chiesa,6 Sacristia,poueri,iuoehipit , o altro vis proprio ad arbitrio delmedesimo Em hientissimo Arciuesctivo, e si sempree stato osseruato,de at Esen

sx Firmata pro conclusione generali omnes pinnas pecuniarias ex flatuto certo,aedeterminato impositas, posse fibi applieare Episcopos p illas vero, quae per sententiam , vel arbitrio suo imponunt, nequaquam alsis, quam pisis ineis, vel usibus applicare posse ex Canonistis in rap.

dilectas , de incis Ordinarii, & communiis ter Doctores, de quibus Ioannes Honorius in eo exdio taris Canomei, lib. s. tit. 17. anaan. Lo. Doctores, quos citat, de sequiti

uissima additio Hispaniae. Ille ius in praxi para.q. refotat. I 24, qui dicunt posse Epr- seopos sibi applicare poenas per statutum

impositas , non tamen per sententias, quicquid scrupuliari Fagnanus in dict.cap. dilactus,de meis ordinaris,quia omnes sequuntur hane sententiam, scilicet poenas

Pecuniarias iure Iudicibus delatas posse Praelatos sibi applicare. Salutas ad Di in praxi canonies, eap. II . Bonadilla, &alij apud Barbosam allegata I . num. 18.

Genedus in collectanea IT . Genuensis ista

practicabitibus, quast. 2 . Zerola in verbo Episcopus, par. I. 6c addentes nouissimi ad

Qua posita conelusione primo infertur, quod paena priuio imposita contra illos, qui accedunt ad Monalteria Monialium, &c.est certa in Synodo, ex praecepto illis imposita, unde bene poterit Eminentissimo Archiepiscopi applicari. Secundo,

quia poena contra Fratantarios est statuta in eorum libretto, per consequens est certa, & cum debuissent aliter tales paena puniri, puniuntur pana ab eis recera sol certa,& sic sunt in lucto,di latam illam certam paenam incurrunt, ergo applicari debet Archiepiscopo, hoc ident in Parrochis conerauenientibus dicendum est.Τer-U6,paena imposita contra Parrochos cui Pantes in matrimonio clandestino, quod

puniantur paena ducatorum centum, pluries praeficata, quia est certa per Syn dum imposta et poterit Archiepiscopus sibi applicare. Et ratio est, quia tota rati

θίἴΣy. cap. Iq. dicat non posse Episcopos fibi applicare paenas delictorum, est, quia pinent punire delinquentes excessiva paena pecuniaria, sibique applicare,oc quando petena est certa in iure,cessat praesumintio fraudis in augendis paenis,lte. se paenet Parroelii imposita in non tenenda lampade aecenta est certa in Synodo, er-

mei applicanda , ste paena ducatorum sex pro Sabbato sancto. Circa vero alias paenas est temerarium negare applicati*ne, Archiepiscopo. Cirea ςero paenam primo loco propo stam liquidationis instrumenti, eis quae sim, an laicus possit via ritus liquidaro

instrumentum contra elericum inCuris

Ecelesiastica, dkunt eommuniter, quod sic. Albericus olisa super νι tu 37. curiae Archiepiscopiulis, nkm.y. Gatteritis inprariti quidationis,in verbo aduertar, iUuper creditor, ad personamsuam, ni m. 4. 6c legatuznouissime Noeus Antonias celimon do siquidatione instrament. recoius. 3. 4 num.

3 sque ad min. s. ubi late de elerico Insui dante,& liouiqato agit. 3 Quia vero Rota Romana negat posse siquidari instris merita in Corijs Ecclesia- Ilicis Episcoporum, Nuntiaturς,6tc,6c a

contra clericum Irquisatum ad solutione

Paenae, ut in illa famosa Rotae deeisione, cui tituIus est, saren fis pecuniaria, prop'terea, quod eleriens in Ciuitate Barulistit ad liquitationis condemna

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tu, & appellauit in Rota, ubi prima vise res cleri ν, rigore eonstitutionis Syno suis decisum posse practicari ritum liqui- datis factae ab ipsis in is nodo,& a eleri eis

ditionis in Curia Ecclesiastiea contra obseruandae, in qua Synodali constitutici eleeteos , ut est decisio I 18. apud uxas ne est paena liquidationis apposita, ael Earensis peeaniora, sed deinde Rota re risis in Synodo recepta, & procedit opti- meliui considerata recessit a prima deci- me liquitatio, sed quia Curia Nuntiatum sone, ει ait non posse practicari ritum li- non facit, nee potest facere Synodum.., quidationis contra ciericum in Curiis Eo propterea non posse liquidare firmissime etesias ieis, ut est decisio I 33. apud eun- credo, quia oporteret a elerico liquidatodem Aut rem, & iterum confirmauit appellari ad Curiam Romanam , & Ro- seeundam decisionem,ut indecumue I87. ta Romana negat liquidationis rinam . apud Maeas, ergo non potest paena exigi unde dicebat mihi Nuntius tune temporis in talibus Curiis. Illustrissimus Sperellus meus amicissimus, Invenerunt tame Episeopi in suis Dig. liquidationis paena in hoc Tribunali Nu-eesibus, & Curiis modum liquidandi, &. tiaturae exigitur, tanquam appensa in he agendi ad paenam, bc est ut citent debito- dera, sed videant alii.

Quae autem in hisce septuaginta duabus Controuersijs landa utinus, macum alijs quomodocumque, εc qualitercumque dictis, subicienda esse censeo, tam iudicio Sanctae Matris Ecclesiae, quam Prineipis nostri saecularis, eiusque Collateralis Consilij, sub quorum iudicio omnia subicio, ad laudem Dei Omnipotentis,Sanctistimae Triadis lGloriosae Dei- 'parae Conceptionis,de S.Iosephi meae domus Protectoris,

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OMNIUM RERUM:& Verborum memorabilium.

Primus numerus paginam, secundus ven marginem denotat.

Absolutio. Aristatio, siue dispensatio fori intravi,

Acabo Aeab R ,vicis verb. Naboth. Acta. Acta admisonis alicuius Doctoris ad collegium Neapolitanum si fuerint amissa, cuius dolis praesumantur amissa s77.η. 3. Quis nam teneatur ad eorum eustodiam,vid. in ver. Magister Actorum. Acti . Actio personalis, vel realis, quo tempore pra scribatur. qq9.nu. I L. Actio quanto minoris, qua nam sit.363.n 26. An Iudicis arbitrium in ea προμιur,m T. Non datur ei, qui sciens rem vitiosam emit. 36 nu. 29. Si plures sint venditores , singuli insolidum

Quod si ad unum maior pars spectauit , ipse

conuenitum ibid Exclusus ab actione redhibitoria obtempotis ianum, potest ad hane actionem confuge

re. n. I l.

Qidio tempore hae actio terminetur. n. 32. Si plures res simul vendantur, inter quas quadam appareant vitiosa , quid agendκm. num.33 seuotuplex sit hae actio.nu Iq. In quo fraιρratoria d ciuili. u. 3 y. secandum aliquos est aestimanda pro quarta parte pretii. 36 s. n. 36. M in electione ε toris , quam velit inten- rare. Nec cogi potes a venditore ad alteru

Potest actor utramque cumulare in eodem libello. nu.38. Si sit intentata actio quanti minoris, an ρομsit Iudex adbue eondemnare vendιιorem actione redhibitoria. u. 3Α. Actiones istae an dentur pro rebus flabilibus vitiosis. n. I. Quid si emptor emat rem pro tot iugeribus,

Non dantur actiones istae, si vivium post veη cisionem supreueniat 366. u. I. Neemeus tenetur istis actionibus.u.que. Actio redhibitoria, oe actio quanto minoris ex adilitio sunt orta. 36I . u. . In ciuitate Neapolitana in animalibus moπ-bosis datar ins spatium 4 .dierum. u. 6. Proeedit etiam redhibitoria in rebus foliproduceiaibas fructus pestiferos. n. . Aa procedat in rebus permutatis. n. g. Quid in locati ne n.9. An recaperet actor solutum pro vectigati animalis morbosi n. IO. Est duplex directa, o tilis. Et pro quibus

detur utilis. na. II. an procedat etiam in libris. u. q. GP n. I 6. An te as sex mensium carrat a die scientia. n. I s. An loeam habeat, quando vitium est modicum. d. . I . An dentur hae actiones eontra heredes vemditorum, permutantium. 362. n. v. 17. an durent spatιο sex mensium ututam .n. I 8. Proposita actione redhibitorra, qua effectam habuit, an maneat hypotheca medio tempo re contracta. n. I P. Iumseq. 363.n 2 . Quae requirantur, ut pol ni proponi. n. Σy. Actio st pulanti acquiritur , non alta ι, cnix contemplationempuleἰAr. 8a. n. I 6. Actor,& Actus. Actor non dicitur, qui coam comparet, intuitu molestationum sibi illataram. 2 s. n. I P. Agno cιtur,qiu prior tu i dierum atrum provocavit.Α22.nv.33.

Actor dicitur, qui petit cappellauiam sibi

a iudicari. n. 34. Eius coditio est multo deterior, ae di ilior, quὰm rer. n. s. Grauatur onere probandi, eoque non proba te, reus aholvit1ιr.d.η. 3 S. Actorum magister. νιd. in verbo magisserActorum. actus,qaamvis validas, dieitur natius, si e ctum habere non post. Σ.u.2s, in med. Actus interni ex signis, alι is motibus exter nis innotescunt. H q. r. IT. Iucticillosi, O violenti, an eonstituat aliqvr

ticolligitur, ut validus remaneat. yOῖ. N. I.

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INDEX.

Dummodo id non fuis contra mentem testa

Actus Opeν quo fuit praestitus eo ofus nultiter, H validetur, necesse est de nouo consensum praestari. I 6 . n. I L. Actus νιινὰ, vel praιο intentionem agentis,

Adminii irator. AdminiIlavior in dubio eensetur actum facere, νι, administrator. Admissio.

dmissionem ad Collegium factam esse D

' cienter Hobaor iaνamento Doctoris, dicentis se fuisse admissum. 378. . I L. Esse actam, vel non factam alicuius Dom-rii laediei, a b c ecancellario Iurinarum, non medicoram, es iudicandum. En sit quid distinctum a Doctoratu, veι set

denuas, or maior ιpso Doctoratu. u. II. V. d. in verb. Collegium Neapolitanum. Adulterium. Adulterium ad probandum, ad effectum sep rationis thori, exactιssima requi Mur prothationes. 173. n. 6. Advocatus. aduocatus nemo debet esse in causa proprio.

Diuiditur in legitimam, illuuimam. 286.

Non oritur illegitima quoad ius defremdabaνeditatis, tutelae,sed tamen quoad matrimonii prohibitionem. 28T .n. I I. Iure canonico vinitas illegitima seper fuit impedimentam dirimens. . I L. IdemqMeiare Tricentini. u. II. Illicita ex Tridentιno extenditur usque adia secundum gradum inclusiu8. n. I . Deita vel o usque ad quartum gradum. 288.

Eius praesumptio orituis ex actibus indiean.

tibus copulam. nu. I 8.

An susciat sola confessio ad probanom hoc impedιmentam,quando nulla adest pra- sumptio collusionis. datum. I 8 η D. vid. in vero. copula. Affinuas, O eonsanguinitar sunt difficilis probationis. Σ89. n. 2O. An probari possint per

. niras in primo gradu linea recta matrimonium non dirimit ture naturali, o ideo diaspensabilis. 3O .nu. 2. 'feruntar exempla Sacra Scriptura. u.3. Et authoritates conciliorum. n. q. Non raro Pontifices di euant in affinitate orta eae copulas micarια n. . Ageus. Agenti de damno euitando magis est favendum, quam agenti de lucro capta udo. IT. n. 6. Alba ranum Albaranum absenti,in non consentienti pratu dicare non potest, nec auferre ius illi qham tum. 3. n. 31, in med. y u. 36. cum seq.An, quando valeat albaranum, in quo filius retrocedit patri donationem se bι factam eontemplatione matrιmonis. u. 3 7.

Alienare, & Alienatio. Alienare si probibeat testator unam rem. vid.

Alienatio bonorum Ecclesie si fiat ex necestate praecisa , puιὰ ex lege statuto, pracepto testatoris, aut lege com ractus, assevsum non requirat Apostolι m. I 3. n. q. cam seq. An debeat fieri ob necesi Mem, vel utilita tem Ecelesta. d. v I q. Non sustineιur ex eo tantiam, quod si x tilis, nisi fuit eo modo , quo iura diapo unus. OOO.

Si fiat pro amplianda alia Ecelesia , an opus sit assensu Apostolico. Σ. u. Σ. νζυ. circa, cin13. n. q. An boe casu dicatur necessaria. I . n. 9.Sub pratextu defectus asensus stin t Pon timis nequit annullari , si j patio certι tem poris assensus praesumatur. 22 . v. II. Alienatio bonorum ιn fore)em in tota serὰ Italia probibita est per statuta. Et an haec ita tuta dicantur fauoxasilia. 3 y.n. l. et 38.n. II. Etiam umae ex multarum Summi Pontificumbussis. 36. n. a. EP qci. n. l. Ex bulla clementis VIII. Neque census alie

nari possunt in forensem , sed benὸ officia scuria Α'mana portiones, oe loca montium.

Ex bulla Pauli H quid requiritur in aliena

Quid si forenses domicilium babeant in M.

739쪽

INDE T

ratione reram alienatarum. n. 1 I.

Ex bina Pauli Rest ρνobiblia alienatio ista Daenses, eιiam si fiat, reseruare beneplacuo

Apostolico. s. nu. 32. Sed de quibus bonis intelligσών. d. u.32. An sit exorbitans a iure commantin. II. Alienatio bono=am minoνis si sit necessarιa,IM dicis decretum non e οβ ι. I .n.6O. Sine Iouemnitaιιbas est nulla, etiam si una deficiat. 39. n. I . Facta eum iuramento sine solemηitati bas valet. ΤΟ. n. II. In M. Alienatio bonorum subiectorum fideisommisso nullius est roboris. 39. a s. .id sim necessaria. 2i3. uam. I 6. O 2Ia.

Alienatio inter visos non eomprehenditur in Uaetkdsne hvitas ciuitatis. Et si restator. sed solum in ultima voluntate, nisi fiat in fraudem. ψεε. nu. 8.is . vid. in verb. Onsuetudo.

At enatio νei emphitcotica, an fieri possit in

Alienatio vigore tex. in l. si quis sepuIcrum,sside relig. de sumpt.iun. est fatiorabilis, tiret exorbitans a regulis is is. n. 8. O' P. Non daιur actio ad tuam, sed Iudicis Q.

Extendiιar ad multos casus. .u. 8. Etiam pro reedificatione Ecclesiae. n. ro. Non ramen concedenda pro ampliatione rein rem particularium Ecclesia. Ιχ.n. I. HLiuHr.textus, ct in veν.κι cinus.

Alimenta. Alimenta Diuina in uullo generali sermone, vel di omιone veniani. r27. n. I .in med. Eorum cavsa fauorabilιs G,6c pia. ibid. Potest dicturi diebus Ioiatis. I 28. . I. Non adminis ree uentiouem, nec appellationem.ibid.iu med. Nec venit in moratoria,alicui ea neessa. ibid. uod praeedit etiam in pensionibus, in causa alimenισνum eonstitutis illis .ibid.in M. Denegat κν bonorum ceso 'o alimemis.Uidem in M. Prassandasvnι illis, quibus fit exemtio, de-

,an, in quando vendenda sint proprietares pro alimentis practandis. I 3O.n. 22. Beneficium retinendi alimema , an procedum conscientiau.as. Vrastari debeant sta toto, eui sunt fe-

Annatista pratendere nequeunt quindennia ex bonis dismembratis ab Ereissa, qua η erant instatu collativo.323.n. s. in s δ η Neque ex bonis, Ecclesia aequisitis ex pio ram eleemosy is. 333.u. uuare hac quindennia debeantur an distis. Er camera Apostolua.n. . eum duob eq. An debeantar ex pensionibus, impositis Ho-θιtatibus,oe Noaiatium monaΩοι is. 32

Annui redditus.. nai νedditus,ta d. in vers.census. Annus, & Annuus. Annus novitiatur, siue probationis in quacu qκe Reulisne continuus esse debet, non is temetiatus I 62. . 3.12uare datus sit n. .e annuum ahquod, qui tenetar Diaere ex certa proprietate JoιGD tiberare, tuam cedendo credison. Ictu. s. Antentum. Autefatum debetur iuria valorem vera dotis,oon veνδρro dote tradita ad pompam. 38 ain. 43. Anulus. Anulus Jonsalitias an fiat γxoris,anemo iure communι. 379.n 36.

Appellatio. Appellatio ex quotvliei tempore dici ροσι

Α quaeductus. Quaductas vid.in ver Seruitus aquaeductus. Arbitratores, & Arbitri. Arbitratores in diebus feriatis ad bonore Dei possunt transactiones Deere, concordiara lauda 387.n I p. νer . C rcaa Arbitri ex comprom se necessario dicunον--ris, IudicibMs delegatis aquFaraumr Ivi potius Iaires, quam arbitri sum. 387. Possquam accepta erant, edi cognoscere ca perunt meriis causa, an posui se exin re, est' potesviem iudiea ι recusare. ibidem. in

norem

740쪽

An debeoι determis re omnes liter , inter partes vertentes. 388. 23.ey I. Si plures eligantur in arbitros, an censeatur data potestas cuilibet insolidum. 389.nα8. Si maior pars definiueris cuilibet insolidum. 388.n.28. Si maior pris definiuerit eontrouresiam,vno absente, , O quando valera laadam. d.nu. 18. possint eιigere tertiam non expectata di scordia. 39o n.3O.σ 39 n.6. An sit nullum laadum factum tertio Hecto,

edi non vocato. u.3I.

Electus in easu diseordia, propriia non diciatuν arbiterded consalior. 3 .n.6. Arbitri latentia, o malitiosa absentia non debet nocere partibuti. est' an in hoc ius ciui-ιe, ' canonicam disserant.39 . u. II. ers. - hanc.

Αrehiepiscopus. Debiepiseopi' eateri Sancta Eeelesia Prae, Iasi,qui Iam de collegio Neapolitano munu- scala an babeant,si ιn collegio non latersint.

id in pomis synodalibus. η. . vi a verb. scopus. Argumentum. Argumentum de foco ad emebiteusim est vat

arma impositasunt ad cognoscedas familias,feαι nomina ad cognoscendos hominex.497.

GF, defert arma alicuius familia, suam ba- ora insentionem fundatam, nec plua probare

manuscula praedicta in subsedium applieauia

Maniatium capaecinaram Sancta mota in Hierusalem, ascendentia ad summam ducaeorum mille,stattingentorum. 63 I. versi S antonge. Deboetanto viro nouissim/ mentionem faeit Episcopus Ludouieus Nonius in floribus histor. r. vm. Eeel. card. in vita Petri Tomaeelli,quifuit Bonifactita Nonas. 6i n.I. In vltimo vita spiritu interrogatus a Patre Franeiso Maria Capuccino eicis fratre geomano, anscrupusu haberet eirea poenas exactas tempore μι Prasulatus, respondiis, Nul-ιum babere.617.u. 3.er Dr. HrsFrausio

Astendentes. Ascendentes,o descendentes granati ν fideicommissum de restituenda bareditare, si mconditionale, detrabere possunt daas quar. tas , Febellianicam,sciliceι, o legitimam. Et suid sim purum. 91Mn. 22.eumseq. viri

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