L'Apocalisse volgarizzamento inedito del buon secolo della lingua esistente nell' archivio capitolare della cattedrale di pistoia ora la prima volta pubblicato col testo a fronte e note

발행: 1842년

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compluto in numero degit Melti . Un' altro Angelo esee parimente ι temeto, questi pure armato di salce per isterminare gli empl. In sine it terro Angelo che ha podesta di far piovere in terra it sumco eseo dum aliare e dice ali' Angelo precedente eis vendemmi rure della vi a , saccia strage cico de' peccatori, Ia quale eseguita ,spremera datio suetiolo doli' ira di Dio quessa copia d umano san

Un auro segno grande e mirabile net eielo. Sette Angeli eia hanno is setis ultime plaghe, Ie quali nel capo semente sara nilo descritie. Prima di queste plaghe v e Gio anni a modo ehe mar di retro m scolato con 'oeo. Questo otii mamente rassigura it mare di questa vita nes quale tutis e fragile come vetro. il quale deu' esser pre-da d' universalo incendio aΙΙa sine de' secoli . Sulla riva di esso , come gia gl' israeliti salvati dati' onde delPEritreo, tutii coloro chouscirono illest i alia corruetione o da' pericoli di questo mondo, ad imitarione di mis8 sermo di Bio, intuonano vn cantico au'Agnello, esaltandolo come grande e mirabile, giusto nel conquidere i peccatori , verace e sedete neI rimunerare i giusti, secondo te sue pro-

messe, vivente in eterno , Solo veramento pietoso, degno che tu

te te genti ne celebrino la rettitudine e sanitia de' giudietii. n. 1 JI orna ad aprirsi Ia parto pii, santa e inaccessibile det cieto, e nymscono i sette Angeli, probabilmento gli stessi di cui si parto at eap. I., at quali uno degli animali da se te ampolis ae oro, sim lo del-1' ira di Dio , delia quale eran plane. Aliora iι tempto su ripieno difumo, denotante Ia incomprensibi Iita de' giudiZi di Dio i quali non saranno intest dasi uomini , so non quando, complute Ie Sette Piaghe, saranno tuiti nes di finale giudicati . lv. 5 l

Ali' impero deua grande rore cho viene dat templo i seste Angeli

spargono is set te ampolle deir ira di Dis sulla terra . La prima am- Polla Sparsa , come nella sesta plaga d' Egitto , produce serite crudeli in coloro che avevano ii cara itere delia bestia, e ne avevano adorata la imagine. La seconda ampolia cambia it mare in sangite putrido e nero come quello di un uomo moris. 1 a terea ampullaeangia parimente in sangue Ι' aequa de' sumi e de' sonti. La qua ta ampolia rendo intollorabili gli ardori dei sole . La quinta spa sa svra la sedia delia bestia, sulla citia capitale deli ' Anticristo, nertempto di tenebre it regno . La festa asciuga l' acqua deli' Euse in , perche s' apparecchi Ia via ai regi dy Oriente che debbon nire a congiungeret coll' Anticrisio, per esser mi dispersi datu' iradi Dio tuiti in un eo po insieme mi loro eserciti. v. 1-12ὶ It Disiligod by Corale

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spiriιi di demonia the estono delia b ea det dragone, delia bestia edet falso prosem sono spediti a raunar genti e soldati petr Anticri

I ulti i salsi prolati , re o mitigio congi urate contro it Signore sa-ranno ragunate in tuom chlamiato ebraicamente Armageddis per e

ser punite delia loro emptetu . n. 13-16ὶ Allo spargersi della serutima ampolia nest' aere, grida Ia voce; satio 8, vale a dire o compluto tutis quanto prenuncia va la sine des mondo , o scio resta Pax veni mento det glomo satale. Ε μ ismarata is grande eum in treparti: Gerusalemmo su abbatinis per uti terribile e universale ter- remoto, it quale. per un essetio comune a questi grandi rivol menti, Dee sparire 1' i sole o i monti, e sece cadere una grandine di straordinaria grosseχχa . t v. 17 1

CAPITOLO XVII.

Uno de' sette Λngeli che axovano Ie ampolle invita Giovanni avedere is tamarione , Ia sinate vendetis deuia grande meretrire o an Babilonia, di Roma pagana, se vuolsi, o della universat ma

nia fieri sol a se mori aeque , percho ha stem it suo dominio so-i pra tuite te nagioni delia terra , e con essa sono fornieati si regidelis terra , principi e s diti hanno hexuto ali' infame calice dilei , e se ne sono inebriati, perdendo it senno, it timor di Dio o o-gni pensiero dae beni e mali avvenire . v. 1 Sollinato in ivtrito net diserto, tratis lungi da ogni strepito e distragione, vidi laymmina che secta sopra is bestia rossa, sopra it demonio Ο Ι'Αnti- cristo, entrambi Iordi des sangue de'sedeli , plena di nomi di bestemmia, perche tuiti coloro ch' ella in vesca det suo amore colle paro- Ie o co' salti hestemmiano Ιddio . Ma uestita di porpora, argomento deI trionis che riportava su' solii adoratori, inebriandoli e deme iandoli colla eo a ae oro delia sua lascivia e dolio sacrileghe sue dolirine. Ε nella fronte sua nome seruto : misterio , perche con tut-ti i cara iteri e Ie proprieta deir antica Babilonia sim holenia va mna citia non meno rea di quella che dovea subire i modesimi ga-stighi. En' era insatti ebra deI sanque de' Santi eo. Τanta era statala rabbia con che gli avea perseguitati da bovero it loro sanguesino ali' ubriacherra. u. 3 6J L' Angelo splega a Giovanni it mi-stero della bestia , o delia donna : la bestia la quale tu vedesti, ildemonio fu grando e potente prima di G. Cristo ; alia venula dilui non e . giaccho il principe des mondo in cacciato mori detriin-Disiligod by Corale

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pero usurpato: ma nella fine de' secoli amora salire drau' abis- εο ς tornera ad atrare la sua testa, strariera gli uomini con un si rore non pili visio, ma per breve tempo, percho insieme col primo suo satellite Ι' Anticristo andera nella morte per non risOrgere mal ptu. L' inopinato inesetamento della bestia destera ramini- rarione degli uomini carnali, ma non de' figliuoli di Dio, i quali comprendono per quali altissimi sint ii Signore Io permetia. Li scite ea, significano sette monti, e setae monti significano sette re , avulo riguardo ali' alierra della Ioro dignita. Per questi sette re, giusta it sentimento di molli dotii interpetri, s' intende it complesso di tuiti i tiranni e mali uomini che hanno perseguitato la Chi in ne' giusti apparienenti ad essa in tutis i1 corso do' lompi ches I dividerei in selle et a , neIΙ' ultima desse quali useira suori 1' Anti eristo . e mucvera Ia settima persecurione. Cinque e dero , cinque eta eran passate at tempi di S. Giovanni; uno ae e , una Ora 1' eta in cui it Santo vivea ; r auro non 8 a ora venuto . Ia set-tima eta era quella aspellata , ed Ottava polrebbe dirsi quella deI-la bestia , ma essa non sara numero propriamente, perche , sebben distinia da esst, colle sue istigarioni e suggestioni avra parte alle iniquita di tuiti i persecutori. Li diret eomi significano i dieci re che saranno at tempo dest' Anti cristo. Di questi tre saran vin-ti , e gli altri sella volontariamente a Iut si sonetieranno , ed avendo un medesimo eonfiglio e virtu e podesta colia bestia, per bre-Ve ora avranno Poteneta grandissima. E combalteranno eolr Igne

Io , viene a dire contro i servi di G. Cristo . Ma P agnello Signordae signori, e Re delli re insteme eo' suoi eletti e se si gli sperdera. n. 7-14 ὶ Contro Ia meretrico elie si e sopra te acque , si gura de' popoli, genti e lingue, ii dieci eo mi della bestia , cloe i dieci roministri di essa, si rivolgeranno, e P avranno in odio sino a man-giarne te carni ed arderie net fu o ; Io cho e quanto dire che ireprobi, veggendosi vicini ad effer giudicati e condan nati, d' immenso Odio si ri empiranno contro se medesimi e contro gli Ogget

APITOLO XVIII.

Un' Angelo scendo dat cieto a sar vendetia della gran meretrice. E strida con forte voee, eaduta e , cadula e re., e quella ripetiZiOne o servo ad reprimere Ia letigia grande des cieto nella cadula deIIa infame citia o indica Ia doppia punietione de' reprobi neli' anima e net corpo . Duella grande Babilonia e salta abitarione di de monia ec. , si desolata e deserta , cho gli spiriti iminondi e gliaugelli d' infausto augurio vi hanno scello it Ior domicilio, giusta pena deIIa corruetione cho per l' eccessivo suo Iusso cit amor ile'

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per non partecipare at mali reempli e punietione di 1ei . Li molpeeeasi sono pervenuti infimo aI eislo , e ssorZano Iddio a non ritardare piu te sue vendette. Rendetele eom' eua re 8 a voi: perche i Santi tu questo mondo rendon bene per male, non per questo de 'essere arrestata net suo corso Ia divina giustigia , la quale quando che si a debb' esset certamente sollissatia. Segue una bella enumerarione delle tante rictherre e degli Oggetti di Iusso o di piacere che nella rovina deIIa mistica Babilonia andranno perduit. lv. 1.J Complanto do' mercatanti fuit' infelice citia , sia di petiti ruento deIIo Ioro colpe che per eagione di essa commisero , sia dicompassione per si tragico line. o. 15-19 J Esultaneta degli Λn- geli, de' Santi Apostoli e de' Prolati, perchst Ιddio ha satio giustigia de' trattamenti indegni, della prepotenEa e dalle oppressioni conche i figli di Babilonia, i monilani, hanno Oppresso it popolo deglieletii. v. 20J Un' Angelo, gellando una grande marina Dei mare, annungia che in lal guisa piombera neli' inferno it popolo delia dan- nata clita, ne piu ne rimare, vestigio sulla terra. Impo una patetica deseriaione del desolamento di dissa , conclude che cio te intervenne , perchi i negogianti corruppem col suo pestifero Iusso tu

te Ie narioni, e perci i suoi figli, valo a dire t reprobi di tutii itempi, si macchiamno det sangue di tulti quanti i Prolati o santi uomini sumno uccisi sulla terra. '. . 24j

Gli Angeli o i Santi dei cieto intuonano vn eantico a Dio per Iagi tigia che eoi ha salta della meretrice . Salute e gloria e virtusis at Dio nostro, it quale ha liberato i nostri statelli, che per ancho abitano sulla terra , dalla perseeugione doli' empia Babilonia , di cui iι fumo sali ne' seeoli, de Meoli essendocho eternamente --ranno tormentati o' infelici citiadini di Iei. E i ventiquattro Int

chi, e la voce delis sedia sanno coro at celeste canto, annunZiandoche regno ii Signore udio omnipotente , viene a dire , comincia Omai Iddio ad esercitare ii sempiterno cit assoluto impero che ha sutuite te cOSe , non essendovi piu alculio che gliel contrasti: e chesono venute A noetete delf Ignello colla Chiesa colla quale si dispoin Su questa terra per mergo dei sacramento det batissimo, edopo Ia sne de' secoli adorna delia veste nugiale di tutin Ie virtue Santo opere esercitate qui in terra la s'introdurra Deir eternale Suo talamo. o. 1-8ὶ L' Angelo impone a Giovanni di scrivere , che son beati e veramente beati coloro ehe sono ctiamati alia cena delis norae deIr Agnelio , o questo ad animare e Sostenere Ia Virtude' buoni nae continui combat timenti col mondo . Giovanni si prinStra per adorare quest' Angelo , argomento evidente che egli non credeva di commetiere un' atto d' idolatria, adorando quest' essere

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di prolata partecipava per cosi diro ali' an elica natura e non rale niento inferiore. v. 9 - 10 Apertisi i cieti vedo it prolata

scendere G. Cristo sopra un eaealla bsameo, semito tali' angeliea mi- Iizia per combattere l' Anticrisio, o soccorrere i inoi sedeli, ve dieandoli dello sollerto inglustiate. Avea gli orehi a modo che famma vi suom per P ira ond' era accoso contro i malvagi ; avea neι eum suo motu eoro . percho re des regi: et mea seruto nome theniuno is in se non esso: Verbo di Dio; des quai nome it pleno significato non puo esser compreso se non dat Verbo stesso che o Iasapiet leta di Dio. Ma restim di veste bagnata di sangue, contrasse-gno di sua passione. E della borea sua useia eouella appotato, d notanto P impero e Ia poteneta infinita con cho Cristo punira i pe eatori ae eterna morio, o Hi premera con inssessibile rigore, e glistringerii nello stretinio des suo iurore onnipotento. Ed D seruto I vestimento re. La veste di G. Cristo o P Umani in santissima di tui, nella quale, pel Sangue sparso e per la crudele passione sollerta, merito d' esser dichiarato Bo des regi o Signore des dominanii. v. 1116ὶ L' Angelo stanto nel solo invita tuiti gli augelli di rapina ab

Reeapitolariono dello proserio antecedenti. Distendo I' Angelo dalelelo , pista ii dragine serpente antita r quando G. Cristo sossem Ia sua passione e morte su caeciato it demonio neli' abisso, e vi in Iegato per mille anni, numero sim Iico cho significa tutis it temno cho trase reta dassa redenetione alia sino do' templ. Aliora di Del nuovo sata scicito e grande sara 1' ira o it furore di esso pediche conoscera d' aver pom tempο. v. 1 Sono inalgati in ci

Io dae troni. Quivi gia seggono per mille anni per tutis it corso do' tempi i dieollati per B testimonio di Gesu , quelli cho sossersero ilmartirio dat principio della Chiosa sino agit ultimi di, e vi sed ranno Melli che in questi ultimi di si manterranno sedeli a Cr

sis e non adoreranno Ia bestia . E gli auri desii morti non visseroee. i reprobi partendo da questo mondo non obbero vita , ma Subtrono la prima moris elio o Ia dannariono de'milis anni, cloe diquesto Semlo, per esser pol puniti colla seeonda morte che e Ia dan-narione eterna dopo 1' estremo gludigio . Beato e sunto 8 eolui elidhra paris nesia prima resurrexione, cico nella glorificarione deIP nima the avximo subito elio essa e separata dat corpo: questi s ranno sacerdoti di Dis e di Cristo, loderanno e ringraetieranno IsDisilired by Corale

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dis, o inliseederanno a pro do eli militanti sulla terra sino allasine deI mondo, e non andran wggetti alla seconda morte. o. 4-6ὶ E quando saranno compluti milue anni , verso Ia sne des monito , Iddio permes tera di nuovo at demonio d'imperversare contro Ia Chi sa di G. Cristo . Ma diserae fumo da Dis di eleis e diuorolli Gog ouagog e tutis I' esercito deli' Anti crisis. lv. 7-10ὶ Deserietione MNI' universale giudietio. II Prolata v ede una sedis , unde blanea perta luce che la circonda , e sopra di essa it giudice des vivi e de morti G. Cristo, at eospetio dei quale it eleso e Ia terra spari sc no . Et aperti sono i libri dove sono scritie Io opere di tuiti ni u mini , niuna delle quali e dimenticata da Dio . E is mare disse imorti auri e la morte e is inferno dierono si morti loro. Ε qui significata Ia generale risurregione. I morti det mare, secondo S. Agostino , sono i vivi at tempo det gludirio : i morti della morio sono i giusti: i morti deli' inferno sono gli empi che gia morir no ne1 corso dae templ. E lo inferno e la morte re. ii demonio primcipe della morte e deΙ1' inferno e racchiuso irremissibi Mente ne1 gran Iam det suom dove abbrucier, in eterno .

Compluto it terribile quadro de' tragici avvenimenti che de

no aecompagnaro Ia fine deI mondo, passa 1' Evangelista a cons lare i sedeli, prometiendo loro uia nuovo cieto e una nuova terra edi pingendo te inessabili delia te onde saranno rimunerati nella santa Gerusalemme novella , cloe nella Chiesa de' Santi che trionsano in cieto . Ena 8 apparecchiata ee. adorna , ammantata di gloria edi bellereta, qual debb' essere Ia sposa preparata dat padre pelPunico Figlio . Meo it taber colo di Dis cogit uomini: tutii gli u mini congiunii in una medesima spiritual Meleta sormeranno vn sollempio alla maesta di Dio, it quale sara eterna mente con essi persarii eternamente contenti e beati. Et asci hera Ogni t rima d 9si oechi toro . Da Megii occhi certamente asciuga il Signore la Ia-grinae , i quali piansero ne' tempi addietro, ed avrebbon potuto pia ger tutiora , se ogni pioggia di lagrime non seccasse Ia divina ct

menZa per essi. Tertulliano de resum. LVIlI. Non sara pia mortem non

vi saranno piu tormenti e suppligi nei martiri di Cristo. M pianso Mgrido de' povori oppressi da' potenti e degit assiitti da qualuitque stasi

dolore. Le cose di prima som passate via r la prima vita che deo piuNissio dirsi continua morte e passata con tuiti i suoi mali ed amareZae. Falto ἡ : si compie quelis che Iddio avea decretato ab eterno de' reprobi e degli eletii. Ι' sono alba et o principio di tuite coso alle qua-Ii assegno, ii Ioro fine, principio ed autore della nova citia, la quale a me viene , ed tu me e neu' eterna mia gloria trova it suo sine beato . A eolai ehe ha sera deste cose det ei elo, e costantemente te a-ma e ardentemente te desidera, duro a bere delia fonte deIr aequa viva

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yrariosamenta, precho lutie Ie saucho e Done opero den' uomo non sono paragonabili a si gran bene . Colai che vincera : sebhene la teliscita eterna sta gratuita , non deo pero conseguirsi seneta combatti menti e trava i. Io gli sum Dis , et rem mi sara styli ιο : gli saro

noscere che gran bene sta P ad Gione che G. Cristo gli ha meritata, per Ia quale delia natura divina divenne consorte . M a suom ardenteo risorbato at timidi, o infingardi elie nella tentarione s' abbatinno oche risuggono dat sar vioIenga alta carne e alia concupiscenZa: aι b

fiardi, agi' ipocriti, salsi prolati e a coloro che gravemente ossendono a verita. m. 1-8 J Uno delli setis Angiosi, di quelli cho Dei cap. XVI

versa no te plagite sopra gli enapi, mostra ora a Giovanni in tutia Iasua hellegeta Ia Sposa delPAgnello. ed ei parti tamente la descrive. Α- τω is ehiaritari di Dis , uno splendore maraviglioso e divino quale alia sede di Dio si conviene . Et iι Iume suo era simile alia pistra preetiosa: il luminare onde Ia citia era rischiarata era simile atriaspe, o trasparente come it cristallo. Aurea dodiri porte, e scritii Sopra i n

mi deste dodiri iuhialte ae Israel. Queste dodici tribu significano Ia niversalita de' Santi, o percio questa citia tuito comprende ii popolo Metto di Dio. δο- dodiri fontamenti, dodici basi di straordinariamidereta , e sono t dodici Apostoli dess Ignella, i quali sono insteme oporte di questa ei ita , secondo s. Agostino , e pietre Mndamentali diessa. L' Angelo che pariava con Giovanni avem is misura di eannaae Oro, e misyd la eum Ia cui circonserenga ed iΙ quadrato era Odiei milia stadii. Di mirum, aevom: Ι' Angelo si serviva delia misura usitata tra gli uomini. E P edi iris δει muro suo era delira pistra δει dia 3pro sal dissima , tendente at verde e trasparente . E i fondamenti delmum ei ascuno era formato di pietra preetiosa. Questi rappresenta vano gli Apostoli, clascuno de'quali a buon dritto e parasonato ad una delle Pietre piu rare o pregia te pei celesti doni onde Italo gli arricebi. G scum Gle porte era d' aeni margherita, eico aveva uita margherita od una perla. Tutie queste cose son deite per pariare un linguaggio adattato alia capacita deli' uomo . Non Diiudi templo in let, non essendovene mestieri, glaccho i Santi veggono in cieto Iddio saccia a sa eia . La chiaream di Dis tu illumina: la stesso Dio o solo splendentissimo delia celeste Gerusalemmo , e Ia stessa Umanita ss. di G. Cristo Ia ri empira d' una immensa e soave luce, dietro alia quale se gentie i regi deuia terra climmineranno , conoseiuta pel Vangelo la felicita e la chiareχχa inessabile di questa citia celeste . Ε le porte sue non si serreranno , perche ii glomo delia celeste Gerusalem me non ita sine , ne ella veta mai notae. E le genti arrecheranno gloria in rasa, vi porteranno Ie buone opere , Io virtu e i meriti, di cui saranno vn

maggio air Agnello . Ma non mirera in rasa astrum eosa contaminara,

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Santo, oly viuema di doni o delue consolagioni celesti. μι merxoctua pinam e sulla riva deI fume sorgeva I' albero delia vita , i cui frutti e Ie mole rendono immortale qualunque te gusta . Questo im magini ricordano Io delirie deI paradiso terrestre . Ε nessum mah- detis non sard pH : a disserenaa pero deli' Eden, nes celesto paradiso

non sara tentagione ne peccato ne morte ne mutamento alcuno . Enon sara piu nolle: si complace it Proseta ad inculcare questa bella pre Ptiva delia celeste cilia , che Dio stemo i ii solo, Ia luce e Iaselicita di Iei. E dissemi: queste parole sono sederisime: PAngelo co se a Ia verita o la certereta delue cose contenuis in questa prosezia . A mostrare alli servi suri quelis esse eis sono di biso O di barri tosis , percho alcuna di quelle predirioni doveano esseti rei ben presto nella persecuriono degi' imperatori romani, e Ie attre, sebbene fossora riserbale alia sine dei mondo, pure potea diret che si mrebbon complute presto , essendo sempre breve ii tempo in paragone delia eis nita, e mille anni in confronto di essa non essendo che eomo it gio no di ieri che passo . Meo tae se Mngo vel emente , dice n Signore , Percio voi, o cristiani persemitati state costanti, ehe in verro ben pr sis a ricompensare la vostra sede e a punire i vostri perseculari. v. 1 ὶ L' Angelo comanda a Giovanni di non mogellure te paroh de is proferia, perchὐ il loro principale oggetlο δ d' animare e consola re i sedeli neIla tribolarione, la quale essendo propria di tuiti i tem-pi, essi hanno percio biwgno di conoscere sem e Ia protegione e Iacura paterna cho ne ha Iddio. Colai che nu e nuoreis aneora : Saproben io chiedemtime conto nes tempo stabilito naeconsigii di mia gi stiria. Mai buoni non inmano per riguaeso de' callivi di santi siearsi sempro di piu, perche o imminente Ia mia venuia a rendero a clase no quella che ha meritato . Ma 'ori i eant, gli eretici o i mondaniche arrabbiatamento perseguliano Ia Chiem di G. Crisin: e ei seuno ehe ama e fa bugia: Hi sper uri gi' ip riti l calunniatori. Lo spirito e is sposa disorio ἰ simi. Lo spirito e la sposa hanno una medesima voce , percho 1' uno prega neli' altra e per P altra congemiti inenarrabili. Se alauno apporta a queste eose : o detis controgli eretici de' primi seeoli, alcuni des quali tentamno sacrilegamentodi corromper te sante scritture . Etiandis , amem : τevo tosto , coia dico G. Cristo; e s. Giovanni con una sania impazieneta risponde per se e per nol; vieni o Signoro Getis vieni amor mio e solo regetiode' miei desiderii. La gratia δει Signor nostro G. Cristo eo. Talo suit principio e tat' o Ia sine di questo libro seritto in forma di lettera allo setto Chioso den'Asia o a tutis Io altro C eso des mondo. v. 9-21ὶ

FINE

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