L'Apocalisse volgarizzamento inedito del buon secolo della lingua esistente nell' archivio capitolare della cattedrale di pistoia ora la prima volta pubblicato col testo a fronte e note

발행: 1842년

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. 4.o 27 ' Non intrabit in eam adluod coinquinattim, Deiens abomi--' a minia nem faciens , et mendacium, nisi quii scriρti sunt in libro ouae Agni.

t Et ostendit uuia jLuium aquae vitae , FDu-didum tamquam crystalium , Procedentem de sede Dei, et Agni. a In medio Plateae eius , et ex utraque Pario flanuris lignum uitae , afferens fructius δεο- decim, Per menses singulas reddens fructum suum , et folia ligni ad sanitaωm gentium . 3 Et omne maledictum non erit amplius: ' sed sedes Dei , et Agni , in ilia erunt, et serui eius servient illi. 4 Et videbunt faciem eius, et nomen eius infron

tibus eo um.

illuminal βdelissima et oe- 6ra sunt

Et nox iatra non erit: et non egerunt Iumine lucernae , neque lumine solis , quoniam Dominus Deus ' illuminabit illos , et regnabunt in saecula saecularum.

Et dixit mihi: haec perba Iidelissima sunt, et vera. Et Dominus Deus virituum μορhetarum misit Angeium suum ovindere Seruis suis quae νOrtet seri cito. Et ecce renis Delaciωr. Beatus qui custodit erba ρrγhetliae libri huius . 8 Et ego Ioannes qui audiui, et uidi haec . Et Postquam a udissem et vidissem, cecidi ut a-

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u Ε in let non entrera alcuna cosa contaminata, ne clie saccia abominagione ne bugia , se non coloro che sono scritii net libro delia vita del-l' Agnello.

CAPITOLO XXII.

I ' Ε mostromin il sume deli 'aequa viva, displenia E mo treromimuente come cristallo it quale usciva della Sedia desta vita isplendie me

di Dio e dei P Agnello. cristalloeu.α Ε nel metto della fagna dati' una parte e dati' altra dei sume era it legno delia vita che me- nava dodici liuiti , per Ogni mese uno lautio , e te seglie dei legno erano a sanita delle genti. 3 φ Ε nessuno maledetto non Sara piu : ma la Se- Ε niuna cosa dia di Dio e deli' Agnello saranno in essa, e li P μ' servi suoi serviranno a tui. 4. Ε vederanno la saccia sua , et averanno ii no- me suo nelle fronti loro . 5 Ε non sara piu notte, e non avranno piu bisO-gno di lume di lucerna ne di lume di sole , impero che 'l Signore Iddio gli allum inera , eregneranno nelli seculi delli seeuli. 6 Ε dissemi ; queste parole sono sedetissime e vere : e 'l Signore Iddio delli spiriti de' Proselimando I' Angelo suo a mostrare alli servi suoi quelle cose che sono di bisoguo di farsi tosto. Et ecco che io vengo velocemente . Beato colui che osserva Ie parole delia prosegia di questo libro . 8 Ε io Ioanni viddi e udi' queste cose. E poichel' ebbi vedute e vilite , gittami in terra per a-

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18 Contestor ' enim omni audienti uerba ρ ρὐ-tiae libri huius: si quis amosuerit ad haec , amonet Deus siver ilium ρlagas scriρtas in libro isto. 19 Et si quis diminuerit de uerbis libri ρ ρhetiae huius, auferet Deus ρα tem eius de libro uitiae , et de ciuiliate sancta , et de his quae scriρω sunt in libro isto. o Dicit qui testimonium ρerhibet istorum. Etiam Menio cito : amen. mi Domine Iesu. at Gratia Domiri nostri Iesu Christi omniabus uobis. Amen . Disiligod by Corale

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. . I ti l a , , aeriue in questo libro.

9 E se alcuno diminui ra celle parole uella pro-segia di questo libro , Iddio torra la parte suadet libro delia vita , e delia citia sania , o di queste cose che sono iscrit te in questo libro .uo Diee colui che da testimonio di queste cose ;eZiandio , amen : vengo tosto , amen . Vieni o Signore Gesu . at La gragia dei nostro Signore Gesii Cristo conomnibus vobis . Amen .

Finito δ il libro delet Apocalias. Deo gratias.

Amen. Amen. Amen. Disiligod by Corale

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DI MONS IGNOR MARTINI

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Monsignor Bosmet divide tuita I' Apocalisse in tre principali pa ti : inti tota Ia prima , Ie Am metirem , comprese net capitoli II, e III: nella seconda pone i ratisini dat capitolo IV sino at XX: al-Ia terga assegna Io Promene raechium nei rimanenii due capitoli. Questo primo capitolo adunque e como Ia proposietione e 1' argOmento deI divino poema. E innanai tutis it Veggente deua nuova AD Ieaneta propone P Ameatissis o la rivelarione, comunicatagii da Cristo, e Ia raccomanda, non tanto per Ι' autorita dello precedenti sue testimoniange o martirii, quanto pes vicino avveramento di essa. lv. 1 lSegue ii saluto allo sette Chiem dest' Asia , alle quali primamente siri volge, dalla parte di Dio, deseritis colla piu sublime sua denomina-gione , o dalla parte des seue spiriti assistenti H suo celeste trono, pe' quali , meglio che ii settis me Spirito Santo , come piacque a tal no, s'intendono i principali setis Angioli, deputati aΙ divin ministero, e sinalmente da G. Cristo, egit pure collo pii, eccetie sue prerogati Vecontrassegnato, e surgente della gloria piu augusta o de' piu grandi beneficii, di che uomo possa essere arricchiis . v. . - 6 Compserisco G. Cristo a spavento di coloro che gli han satin merra, e nomam stesso da quanto ha in se pili divino . o. 7 - 8 ὶ Giovanni, alcui spirito apparvo Ia mi steriosa visione , la manifesta , e quasi a gomento delia verita di quella, adduce Ia sua partecipagione at pati menti de'persemitati fratelli pei martirio subito des bollente cito, e Iasua presente condigione d'esule in una deserta i sola Iontana in cui D migiano I' axea rilegato , e la santita dei glorno in cui la murumana

mente si patera in un Angiolo che ne aveva tutu gli emblemi: era iumerro a seite eandellieri s rero , mistico numero sisnificante Ia tot Iita desse chiese particolari che formano Ia sola Chiesa universale, inmergo a cui G. Cristo δ sempre presente, e la guida e Ia govema: aveata eorenis o fascia c oro di tuiti i santi ondo G. Cristo e circondato:

eandidissimi i capelli, come 1' Antico de' gloriai di Daniele ; VII. s.fulminei gli occhi a modo ehe flamma di 'oeo, sermi e splendidi i pie-di, come r ori lco quando arde nella fornare; armato Ia bocca deleostello appumalo tale una parte, e date altra, cho fi la divina Parolapiti penetrante Suna spada a due tagii, giusta l'espressione di S. Paolo Hebr. iv 12 v. 10 16 in Sesue ii regionamento deli' Angiolo nella persona di G. Cristo. Eoi e ii primo e r ullimo, cloe it creatore delmondo a principio, ii rinnovellatore di esso alla sine, Ovvero Dio s Io senet' altri ne prima no dopo di se : vincitore e signor della morte, che sottopone e sottrao qualuitque u uole ali' impero di Iei. I ermina coli' ordinare a Giovanni che seriva Ia visione, e col decistargliene i

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Α porto diar Evangelista Ι' intendimento deIIa Prosmia, viene ra alle aimnonietioni. E prima air Angelo ae Efeso , ciosi es Vese vo che reneva quella Chicta, che dat piu vuolsi essere S. Tim iis ivi stabilito dat medesimo S. Paeso . E percho ii capo sa una siessa eosa colle membra des corre, percio Ie cose detis at Vese vo vo tonsi applicate alta Chicta che ne dipende . Ora prima ditutio ne Ioda 1' anticho virtu e la aeso nes rigettare i mitivi, e nesmandare a vvoto te macellinarioni dFli eretici , e la sorterra MI pati re per Gesu. ua ne riprende it raseddamento des primi ero se vore , e, se non si ravven Io minaccia dei piu terribile dae gasti-ghi, Ia sol tragione cim delia divina maria, e 1' abbandono nei tem- po dclla persecurione e deli' eresia : lo commenda per P abomina-gione in che tieno li fasti dei Meeolaui, o clitudo prometiendo in nome deIlo Spirito Santo che a colom, i quali dati' incessante Fue

ra col demonio , col mondo e colla carne usciranno vittariosi; s ra dato a mangiare deI Iegno delia vita, cloe cons ulranno I'immortalita o Ia beatitudine eterna , ou vero si ciberauno con stultodelle Carni immacolate di Cristo neIIa divina Eucarestia. v. 1 ὶ Si volgo quindi ali' Angelo , eloo at vescovo di Smimo, probabi Lmente S. Policarpo, e, in nome di Gesii Cristo, paria nella pedisona di esso a quella Chiem . So come gemi nella tribolaetione, enella poverta tu ricca di tanta graria , di sede e di virin: ascolis Io maledietioni e Ie inlunnio onde ii lacerano coloro che pretend no d' essere i veri credenti, o pleni di satanico livore non dan tri gua a' buoni seguaci di Gesu. Ma non li temere , e non temere neppure Ia imminente persee ione che per opera Ioro si suscit ra: Della quale tormentata da prima per brieve spaetio , e pol connuovo surore per Iungo tempo, sis sedete in o alia morte, ed avraila corona villa vita, ite sarai opsa talia morte seranda, ci dalia morte dei peccato . sv. 8 - 11ὶ Gesu Cristo dimi impone a Gi vanni di scri vero alP Angiola o at Vescovo dena Chiesa di Perga-- , Citta giusta at cuni mura modo dedita MI' idolatria ; sapere benegli che laceia di uomini la circondassem, e come Antipas testimonio sectis avesse generosamento dato it proprio sangue nella pera cuZione di Domi Eiano: ma combat tesso quegii scellerati Nicolaiti iquali , seguendo ii detestabile esempio di Balaam , si flaretano diritraree i Cristiani dassa vera sede, alletiandoli con una licenZi in dottrina che laseia Ιibero it Dono alle piu sorge libidini: cona battesse cosse armi della peniteneta , o prevenisse Io esterminio desse anime a se fidate, e rendesse noto , como i vinctiori neno spirituale cimento sareb no risiurati mi celestiali consorti che ven-gono specialmente datΙ' Εucaristico Cibo, vera manna nascosis d. la anime, e sarebbono iscritti nolla pistreliu eandida , vale a dire in quel blanco fassolino che, secondo 1' antico costume era Simbo

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di I latira , citia sui confini delia Lidia o delia Misia, Ie medesime Iodi , Ie medesimo riprensioni e piu terribili minaccio: arrestasse assa fine Is iniquo arti e la sedurioni delia falsa proselassa che , quale Iegahele, antica propagatrice dei culto di Balaam, impesta vala sua chiesa colle turpitudini des Nicolatii. Ella non si ravu de cle' suoi desitti , ma tormentoso mala tuo puniranno Iei ed i cie-chi amanti: sara su elata queli' impura i crisia. Si consortino per

altro colam i quali non combbero , cloe non approva no Ie aliciae, Ia preissa sublimita di satanasso, con questo Pomposo nome, e me poscia hanno sempre usato, vela ano gli eretici lo Ioro scellerato novita : perseverino pure nella vera Iede e ne1 bene, concios-siache avranno podestu sopra is genti, ed insieme GI Sovrano glu-dice Ie giudicheranno nel gi no estremo, e queui ira esse che --ranno state ri belli at vangelo, It condanneranno ad essere infra

ti solio ii pondo deli' ira divina , a modo ehe vari deI vasa io : edessi pol godranno Ia lueo delia stella matutina , cloe dopo Ia not- te della presente vita parteciperanno alla glaria di Gesu Cristo tra

Continuano in questo capitola Ie ammoniaioni: e prima comanda G. Cristo cho au'Angelo , ctoo a1 Vescovo di Sardi si a disvelata ly infelice condietione deIr anima sua , es eorto vedere degli uomini vivente delua vita deIla graria , ma pure moria agit ocelli di Dio . Dhia, et gli dice , inpra te e sopra it tuo gregge che per tua negligenga e promimo a morire. Abla a meme i santi insegnamenti cho dat promulsatori des Vangelo gli ApostoIi ricevesti, o piglia

consorio dat pochi tuoi sedeli che non hanno emtaminatO vest menti mori , Ia stola candida desta batissima te innoceneta . Questi verran meco vestiti delle resti Mane, della immortalita . e saranno da me riconosciuti ed onorati, come veri miei servi di mi Ol

e elleneta, it Verace, Ia stessa verita , que i che M la chlane di David , cloe l' assoluta potesta neIIa Chima e per meZEo de' suoi ministri scioglie e Iega i peccati. apro e chiuile a sua posta il ci IO, G. Cristo. sa sapere, che egli supplira alia rura mea virm , egii data distanti P Meio aperto deIIa sua Chirea, introducendovi per

merro di tui molli des gentili e degli ebrei, di queui ancora elie

S' arrogano questo nome , e meglio che appartenere alia sinagoga di Moso son figli delis sinagoga di salamas. Ad imitagione mia, hala uia parienaa , Per questo ii Darctro GlP ora della tentaetione , cloe dalla persecugione imminento che moveranno te potenZe della terra . Εωocia in uengo tosto a domandarii conto dest' opero tue. Timi quesio ehe tu hai, la carita, percho altri non tota H comm

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I o 6 preparata a te, se perseveri. Colai ehe vincera tuite Io tentarioni, e stara saldo neua virtu , is faro eo m- ωι templa, Io metiero in sermo e immutabile possesso deua et ema felicita, e semero sopradi tui su questa colonna iΙ nome det Padre mio , di cui questo vi citoro e figlio per adogione , e ἐι nome delis mona Ierusalem delia quale esso o citi adino, e it -- mio more , pel quale ha cons guito te sue vittorie ed Ogni bene. sv. 7 13J Ultima ammoniaione vives vo di Laudaria Laodicea . It testimonio sectis e verace, n primo martire e sostent toro delia verita, iι principio deua ereatura disio , peι quale tuae is eose furem fatis e nusia resa fu fatis se adi mi, ou vero iι priseipio deuia numa eremvira, delua rigener gione degli uomini per mereto della sua morte . GL VI. 13. Ephes. VI. 10. Cristo Gesu muove Iamento , perche emo e tiendo enon e G freddo G ealdo . infelicissima e peri colosissima condigi no deli' anima , mmmamente odiosa a Dio che e su O ardente edaborre la tiepiderra in partieesar modo ne' suoi ministri e in tu te te persone elle a Iut specia mente son consagrate. Queste mis re anime, accie te dalla vanita e da una salsa sidaneta in se m ilesime , lactimente da quella solanolenZa ira ccano in uu mori, sero letamo; e percio soniunge; udio ει nuolesse eia tu fossi fresdo οvvem caldo . Per questo riprovevole stato deli' anima tua ti e minoiero a vomitare , non disserim ii tuo gastigo, ti rigettero da mee perirat. Perche non cadi nei salti pii, grossolani, ne metti Ia tua virtu alia prova dei severi detismi deI Vangelo e degit esempi de'M ti , ma sl la paragoni alte largito massime de' mon Iani vanti d' esserrimo et arriectiω ee., e non sat elie tu sae ponero , percho non bai loriccheare delia virtu, elaeo , perchst neppur conosci Ia poveria in cuiti. trovi, nudo , perche liai perduin Ia prima stola, e quel che e pestgio neppur Mi d' averta perduis. S. Gregoris Morati XXXIV. 3. Io siemsissio che tu eo eri da me oro infoeato di carita , scevra d' renimeseolamento d' ipocrisia o d' altra terrena passione , e eho tu ti v

sta di vestimensi Manehi d' innoceneta o di purita: et mni gli Oechi turiret eollirio doli' umilia Ia qualo sa palest al1' uomo Ie proprie impediserioni e debolerae . Ece M io sto alf vscio dei tuo cuore, e nectio per risu 3liarti dat sonno deIIa negligeneta e deI peccato. Ouula

che udita, non resistera alia graχia , seneta Ia quale non puo sar nu Ia per 1' eterna salute , emero con Hi ed esso eon meoo , usem mn es so domesticamente e gli saro ospite amico . Gli dard a sedere memnesia sedis mis , at vincitore sam parte della mia celeste gloria . di quella flessa gloria che io mi meritat co' miei combattimenti, e ne aequistat it diritto a chiunque meco trionsa dol monta o di tutis cib

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