Symbolæ litterariæ opuscula varia philologica scientifica antiquaria signa. lapides. numismata. gemmas et monumenta Medii Aevi nunc primum edita complectentes volumen primum decimum Volumen primum in quo admiranda antiquitatum Herculanensium continua

발행: 1751년

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questo degnissimo monumento, non molli glornisono dalia terra , in cui glaeeva sepolio , ri tornato alia luce , e di dar ragguaglio di attre antiche memorie in sieme tro vate, equesto per render pagala lodevole curiosita di molli , che di cici ci hannoxieereati, e per in tanto assicurar il Pubbli eo , chelo studio intrapreis deli' Antichita delia Patria

non si trascura , ma solamente si differisce per darne , quanto si potra , una intera, e finita raceol-ta . νε gi1 crediamo , chealc uno sia per ri prenderet di troppo affetto , e troppa stima delle no stre ricerche, dis lodando la premura, e la Uoglia Prematura di darne avulso at Pubblico , perchemostrerebbe poco intendere di quat vant aggio , edi letto sia io scoprire it sto , i vestigi, e te memo xie di una Citta antica r nὶ si maravi glier, delia nostra allegrezza , e sollecitudine chi abbia letto appresso Cicerone quat senti egii contento nel Panimo , allorche ritrovo ii sepolcro di Archimede , e il liconobbe dat Cilindro con Ia Ssera , che v de in mezzo a un solio veprajo, e come si vanti egit uomo di Arpino di aver mostrato at Siracusani latomba d 'un si dotio loro Cittadino ita nobilissima Graeciae civitas, quondam vero etiam doctissima, sui civis unius aeutissimi monumentum ignorasset , nisi ab homine Arpinate didicisset. Se un si grande oratore, e Filo si com-Piaeea di aver a' nobili Siraeuiani additato it se-Potero dei piu ingegnota de' suoi Citta dini, perche non dobbiamo not a gloria recarci di mostrare

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agit amatori deli' Antichita te ro vine , e la tombadi un' intera Citta stata uri tempo anch'ella o namento di cotesta parte d' Italia tMa noi ingrati , e poco riconoscenti saremmo quando la gloria di questa scoperta , e d' ait regia fati e , olire quelle, che speriamo di fare , anoi attribuissimo , dovendosi quella tuita di buondritto ali' Eccellentissimo Magistrato della Riforma degli Studj, come prima cagione, ed origine d 'ogni nostro progresso nella ricerca degli antichi monumenti det Paese . Egli su , che due anni sono dopo aver amoreuolmente approvata la alicada no i intrapreia , ci animis ali' illustraetione delle restanti Antichita dello Stato , eci comineio pertat effetio a porgere ii suo ajuto , eci promiseogni pici essicace soccorso . L'inclinazione da emomostrata a favorirci, e a proteggeret , non e altro , che una parte di queli' attenEione , e solle-citudine , che egit si da per promuovere lo studio di ogni qua lunque Scieneta , per rendere seinpreptu chiara la Reate Universita , grande ornamen to di questi Stati. E noi altro non possiam fare , che protestare ad EG la nostra rieonoscenEa, e corri spondere come sappiamo a' giustissimi di tui deside 6, laseiando che altri te gloriose idee , e isaggi provvedimenti ne commendino . Venendo in tanto alta ritrovata Iserietione , da noi prima si dira, come questa nuova scopertantia si si a ; indi te parole tuite della I rigione si spiegheranno g ed in tereto luogo una piu lunga

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SIUM . per dichiarare, e fissa re per certo ii sito ,ed osservar la grandeΣza , e nobili1 di questa antica Romana Colonia. Dopo che su da Not data alia luce la prima parte de' Marmi della Reate Universita col titolodi Marmora Taurinensia , pensammo di non metiater l' ultima mano alla seconda Parte , sine h8 visitati bene tuiti gli angoli dei Plemon te ammassar potessimo insieme te Antichita in qua in II sparsee darne un terEo Tomo col titolo sorse di m mora Subalpina . Not pertanto e questo scorta Amtunno, e l' altro antecedente , sebben ci parevat' impresa faticosia, ed alpra , Ed ii tempo contrario a i bei diari , nondimeno con varie gite una parte abbiam vi si1-tata degli Stati dei Pie monte , e vari pregiosi a-vanzi d ' Antichita inelso notati, e scoperti e mala sciando per ora star te attre cose , final mente daqualche nostro Λmico avulsati nelle Ferie autunnali det II 3. ei portammo a Monteudi Po, Terra siluata alia destra riva diesse Flume circa sed iei miglia iungi da Torino , e varie Istrigionitrovammo eo'nomi di inestrati, e civili, e sacri, che ei diedero a conoscere essere in quel sito stata anticamente qualche non piccola Citta . Ma in- torno at nome restam mo ancora sospesi, ed incerti . Ri tornati Dello seorso Autunno, un' altra Lapida rotta a peazi trovammo , Ia quale a suo luogo piu a basso riseri remo intera a in esse si Ieg-geva pero ancora assai chia ramente , che ad una

certa Coce a era stata decretata a spese det Pub-blico

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dustria , Citta nominata da Plinio, ma di eui dubitavamo , se i in oderni Geografi a gessero ben. conosci uto ii sito , chia mandola Casiate , e noi si cid' aliora con ragioneUoli congetture giudicam moivi piuttos o efferne stato ii sito 3 principalmente che nelle Bolle dei Parroco di essio Luogo offer vammo emere intitolata la Chiesia Parrocchiale Sancti Ioannis Baptistae de Lustria , nome, che benci avvedemmo emere corrotio per la barbarie , et ungo andar de'tempidair antiea in vece di cui pure in aleune edietioni di Plinio leggesi Alustria . Contuitoeid non osavam. an eora deporre ogni dubbio, sinchὶ qualche altro

monumento scoperto ci desse certeZEa maggiore. In tanto come da'Paesani, e contadini intendem mo emersi attre volte net piano glacente tra leColline vicino at Po seoperti non oscuri vestigjd' antlehe sabbrie he , e travate alcune Medaglie,su da noi dato ordine a due Λbitanti di Monte udi scavare durante l' inverno in ale uni luoghi danoi accennati, e darei conto di ogni cosa , che ri-trovata si fota . Ci su dato avulso alla met1 delpassato Febbrajo , che erasi scoperta una gran Ca mera , e ci furono trasmeta a leune Medaglie, edaicunt peΣΣi rotti di rame lavorato s contenti noldi tal nuova facem mo premura , che si continua ad evacuare la terra det sotterraneo scoperto, ea i due di Marzo ei su inviata copia deli' Iscrizio

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cata , che era stata mandata a Sua Eeeellen ga ilSignor Marcheis D' Ormea Gran Cancelliere , Ministro . e Primo Segretario di Stato , ec. a Cui avemmo per bene di presentare una sueeinta intepetraEione ; e sinalmente a i se ite ei su portata Ogni cosa ritrovata con to stesso bronzo , in cui ab-biamo letta la licrizione , come segue .

Nella Cornice

Comineiando dunque dat te prime parole GENIO . ET . HONORI. diciamo , che tro-vansi frequenti Iscrizioni , altre agi' Id dii Genj , alere ancora at Dio Onore , quasi a DivinitI tu telari

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telari di quelle persone , in onore delle quali Eintagitata l' istri Eione . Quanto at Dio Genio gi, da Not fu det to , che gli Antichi assiegna rono . a i luoghi ,e alle persone una tal Divinita , che a questi , e a quelle presed esse , e quasi la loro sorte regolasse , la quale DivinitI da' Greei ,

da' Latini Genius su nominata e Ma principalmente in torno a' Genj delle persone insegnarono gli Antichi , che ad Ogni uomo , che nasceva tostoerano mandati da Giove due Genj, uno buono , e l' altro eat livo , ii quali pol amendue si s reta- vano di rego lare te di tui aetioni , ma come Ognu no di essere retio dat Genio bucino solea vant ar-

si , di tui per lo piu dagli Autori si paria , ondedisse Menandro, Appena P uomo ὸ nato , ebe al go verno Di Ini tofo s' appresa it Genio buono E Metio Valente Astronomo Antiocheno citato da Seldeno ' , e ancor inedito dice , che dalla sorte della Fortuna , dei Genio , deli' Λmore , e delia Necessit1 tulte te nostre passioni, te se licita, e speri coli di pendono, e dei Genio diffusa mente discorre, ma come atquanto e oscuro ii testo , lasciamo di qui ad durio , ed elaminario, ed i curiosirinviamo a Seldeno . Deli' onore pure eonsiderato come Divinit propria di una persona privata da noi gia su ra-gionato , e su osservato , che in I se rizioni, ed in Medaglie molle l' onore , e la Virtu , come Di

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vinita inseparabili si trovano ace Oppia te . Ma tra- laseiando ora di ripetere te costa da noi de ite , edaggiugnerne attre , che dir si pol rebbono ragionaodo come antiqua d, ei place discorrer piut to-sto eo me Filosofi , ed elaminare , ehe real mentes volesse intendere con quelle parole Cento , Honori, te quali ci pare non essere altro , eheuna mani era di dire dalla sordida adula Eionea' Personaggi grandi solio gP Imperadori introdotia , per la quale tutio quelio , che delle azionio virtu , o indole, o costumi de' Cesari, edegli Vomini illultri dicea si, tutio doveva sapere di DivinitI et e tanto meno ὰ da credere, che credessero i Romani a tali Divinita, quanto piu era in- valorito appo loro ii costume di partecipare agit

Domini gli attributi , e gli onori alia Divinita solad ovuli. Molle locvetioni pertanto de' Gentili sipolrebbero spogliare di queli' aria , che hanno di Sacro , e Divino, e ridurre ad espressioni ordinarie , e andanti di onore , di rispetto , e di rin- graZiamento , e smili. Cosi in questo luogo secondo it nostro pensiero , che ei Verra altra Occa

sone di meglio spiegare , pel Genio si vogitono intendere te naturali buone qualita dei personaggio, o sano quelli , che si chlamano beni di natura , ovogliamo dire, la buona generosa indole , e peri' onore lii meriti proprj con te virtuose aetioni acqui stati, o se to vogliam dire in una parota , la o

norate a.

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sciocea adulaetione, o a biggarra novita di lotuzio ne attribuire si debba . In attre Iscrizioni o si leg-ge Honori, e pol ii nome dei personaggio nello stesso tereto caso, come

Ovvero Honori Imperatoris Caesaris , is c. o comenella nostra Lapida pubblicata ' in Honorem T. Claudii Imperatoris, e eosidi ingui tot titolidet Personaggio net secondo caso e e quI dopo averdetto Honori L. Pompei Herenniani , si legge Curatori, Patrono , te quali due parole vannodi nuovo riserite alle parole Genio, ἐν Hoxori . In altra Istrietione s offerva anche simile sbaglio , ma solamenre nella parola Curatori, do ve la S pubessere sata dimenticata , eccola 3 .

HONORI

POP . SQVILLANIE PVB. IIII. VIR. I. DIIII. VIR. ΑPVBCVRATORI. VICETINOR APPARITORES. ET LIMOCINCTI TRIBUNALI S. EIUS

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