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L'umano spirito, socondo Platone, si compono di armonia : nd cid ei dis porgore muravi glia iacuna ; per cili cho ungi la composiatonodi tutio l' universo satio in laeso, mi sum cnumero convenevole vieno nil essem urna ni stlo: concio iachb dividendosi ogli in tromundi, per parere doli nntichi leologi gentili, intelleituale, colesto od clementare, chi d coluicho inpressamcnto non vegm gli clementi primi, i quesi di continuo per la opposition delio lor naturo contrarie guerregiar instemedourebbero, starsi in sommn paeo e concordia per cagione di quella armonia cho dat loro sito
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od ordine cosi divino risultu 3 Mu cho diremo imi dol colosto monil il qualo, in dicti globi Puriendosi, timo it grun Platono nol x libro
dolin Republica, che n eiuscuno ii ossi una doleissimn sironii congiunta sin, doriuntito duli unima uni Prsalo rhinuinta Giisve; tu quale, movendo con debito modo e proporgione quei dieci corpi colosti, no tru e uia suono raro e incomparabile: Onde Virgilio, sumoso plutonico, in cοδ sutia gui in cunto :
Finat monte ii mondo intelleit utile Gu istu-I cndo Ordine colloento, dalle rui purii tutio uti sonuissimo o perscito concento duriva : col iunio tru finio si lota in eterno i 'adorabile Sunto du'sunti, dimostra appleno Puniverso tutio con voco doleissimn o mugiente reprimore ni inmente in infinitia possviam e inpiciam dot sui ior suo, secondo quel di ito ili Davidite: 4 coeli enarrant gloriam Dei. et opera m
v nitum ejus an nunciat s umentum. si sendo nil utique i nnimn nostra, come si h
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i letto, ripiena di musica, gusta muravi glioso dilutto ove lior via deli'or chio tu si appre- Semri quescho sonuo armonia : egli h bon vomcho in cid si ritrova disserenga di gusto tragli uomini, conciossiacth a coloro cho pili sin eostano ut Senso, apporta muggior dolceranquella cho per comune umiam si di mandamusica ; ma a quegli ultri mi che pili conve sano coli' intolletio reca inaggior placero e contento la Ρ sin, in quiuio, ut condendo Sotioil velo gratissimo dolio lavolo, concciti e sentenete maravigliose, dimostra ngli uomini,
quasi in vetro tr parento, la sorma E la mR-niora d' una vita onesta e giovevole. Questa
poesia, Seum dubbio ut uno, d molis pili nobi lodi quat sivοglia ultra musica; lioscia che di- pende dati' uno do' quatim surori socratici derivante dullo Mum o dat biondo Apollo ; il
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ilico uel Ione, it tmeta resere Pronto, volunteo sacro, o che non prima Si pone a curatare, eho di Dio ripieno Osee mori di se modosimo formontando la mente propria. Finnimento
alia dilutinetione e nobilili delia poesia si ng-giungo in utilita e id beneficio ch'ella apportant mondo, ii quille quanto sta, olue cho lodichiamno quoi pomi nu' quali te antiche moeniorio degli uomini illuAtri e to loro lodi ocommendaetioni con quello des celesti mi ni sciante, con leggiadrumento dipinis sono, Qto dimostratio ancora quogli stuliniadi essettidi Orseo, di Musco O d'Ansione, i quilli t sero gli uomini bestiali stulto solvo nolle citili, dando loro legi o costumi con la dulcissimactitona dot diro poetico: in somnia in poesia cio stata da Dio concedula per allegginmento dolio laticho nostro e per rimodio di qumlistantii undo l'umana vita d ripiona. I 'ossicio det i, ela d dilutium c giovare insterno, e colui
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Om1ie tulat punctum qui miscuit utile dulci.
lacesso per cib cho poco sempro h stato ilnumero des buoni poetii io mi do facit mente a
credere che DANTE, Mnga ni un lallo, sin desso, nella invengione gravissimo, nulla disposiZione prudentissimo o nolle formo dot dire recellentissimo : dei che chi ne ricerca prova lin quollo stesso bisogno di giudigio clio avrebbo ei senso colui, secondo Aristotele, che dubitasse doli' sere certo delia Natura. Per ii cho, parendum idi avem oggimui in assai buona parte in subli milli di questo cos, raro e pellegrino ingegno compregii, mi sono risoluto S impie re per qualche tenim tutio te surge dei ratio intellesto, come elle si uno molio deboli, nul suo muravi-glioso poema, sacendovi supra ni quanti copiosi discorsi, ovo te belle e gravi materie m invit ranno: il primo de' quali avendo io ridotis questigiomi addietro ni suo compimento, ricord volo dei molli e gran benefici cho gili messerGiovanni mio pndro od io instomo ricovuti
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n Pim, dii uoi, magnanimo signor FEDERICO, e dulla nobilissima vostra casa, ve l)ho voluto indiriggaro, rendendomi si cum che quant unque
oti gia plectes dono e dati illustri meritidulla sua grande e chium virili lontanissimo, nondimeno V. S., non mono gentile che nobileo valorosa, i 'necettera con te mani d' una cortesissima voluntli, Q come io con quelludet maggior utatio det euom gliolo appre-Revio, de andolo degli occhi e donli oracchidi quella dotia o onorata Accademin, in cuisnIun, non contenta di staret rinchiusa tra isoli termini deli' Italia, stendorli an om ii suo Volo, quando che sin, mni grado della fortuna. verso te lontanissimo naetioni, con sempitertingloria dei nonae veri inno. Di V. S. Illustro,
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Diversi seritiori hanno diversamento PRri ita P olli deli' uomo, percio che alcuni poeti, come raeconia it Ottissimo Landino, la divisero col numero seitcnnario, donando i primi scite anni alia insangia, i secondi ulla puerietia, i tereti alla adolescenis, i quarti ed i quintialia juvenili, i quali tuiti in somma arriunno a frontaeinque: altissima einde ut matrimoniale coniungi mento, como vuolo Aristotclonet sottimo libro della Fuestis eiriae: Opoquosta segue la et a virile durante per due ultri soli nari, net primo anno dopo i quali,cho vieno ad essem ii cinquantesimo, lienelo stesso filosola che ly uomo possa persetti mente remor in citiade e la republica sun