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Signora D. Virginia Medici e si secero Banchetli , Veglie, Mantenitori di Dame ; opponsi lance a Seracino secesi tin Calcio a livrea Dores, e Verde , Derano spartiti a squadre di vi per lascuna vestiti di colore, salvo che quei da una parte avevano liberretia vel de est altra parte gialia r recitossi una Commedia ne Salone de' Magistrati con sontuosissimi, e bellissimi inter med jgiammai non pili isti di tanta bellerga Lisceliin' altro Calciora livrea alia attaccina sulla Piadaa dici Maria Novella.
Ne Iibro etto , I grandeati mologico , che Luna
raccolla 'Etimo logi , v vero Origini di voci re-che di pili Autorici si legge . αφετίνι α νομ παιδείας φενα- αιυ ς circ. 'Eselinda Lunai uoco , ne quale si abba. sicco me Aristolane finis con bi ZZarria contica data. Ostracon , he uo dire est , o vaso di terra , a voce Ostracinda, significando copertamen re rotaraci sino, Ov-
ero cons no per dieci anni, gas igo usato da gli Atentesiper abbasare 'orgoglio de grandi, e posenti Citta di-nici et to cos da farsenesi bando , e decreto per viadi testi, O cocci , e dandoglicia termina Zione in inda quale hanno prestoi Cieci nichi nona di giucchi quasiche questo foste unai uoco, chera quello, e a Uc Cit-tadino dilarbo facevano oli Atentes, cosi Cratino simit mente Poeta Comico In se a parota fit inda ait Epheseis, io I maestioni di cause , ed Appelli che si face vano ne Tribunali de gli Alcnic si . Palla parota Ephesiis ad unque cloe alta Rimessa , o Mancata , si sece quella d Epholiud soria di suo co. NEL-
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NELLI A CALLIOPED ALES SANDRO AD IMARI
DOCUMENTO XXXI. IL Gi ioco de Caicio, esercitato alla Nobiicio venili
Florent ina, come suo proprio trait enimento ne Car- novale , con una palla a vento su laiiat Ea diri Croce, esiere 1 verace modello de contrasto , he fanno uiti
gii omini per avangar si ne ite felicita temporali. Onde alia fine uello cliti vincitore dei Mondo cheliu lo percuOte , esto scaceia
Ludens in Orbe terrarum Prov. C. I. Pra terit figura huius Mundi I. Cor C. T. I. Amicitia huius Mundi inimicitia est Dei Iac.
Ne suo , ch ha suos di Croceri e di tormento, Volgete tuus o troci veraci inclitus a lento Vn fato , che vi sembra aura 'inore. Qir esto Globo intro informe , e bel di store, E de Mondo it Modet voto a contento, Segulari tuiti usa Pallon , ch E pie di vento, Da ui si tragge sol polve, e sudore. Ecco uno avido a cerca , altriri' attende, Uncio spinae , ut i inalgaci altrid atterra. Postia offitii que pili , che piu lo prende. Oh G1usco orma dei vero ' Ognun fa guerra Con quest Orbe mortat, a chiri' intende
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i et Cant xxiij. Ottava xij. VSci da Padiglioni alio chera Coro
De rochi Trombellanti it segno ledes LGlucatori e di persone loro Fer pompa altrui, tardi movendo illiede. Da parte opposta passeggia que Foro, Mentr in Dator pili destro Allier precede, Rendendo Insegna sua r istesta Palla, Che fida lite , chemel seri non falla. Clemente Alessandrino nella sua Guida lib. III cap. X. nel quale si tralia , oves segliere gli Gercita j de corpodagli uomini , che et/i Dono secoud la agione Degli omini altri facciano ignudi alle bracciaci altri gi uochmo alia palla piccola illiuoco di Feninda, at Solemail lanaente. CIO.
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NEL MAGGIO ROMANESCOO ERO PALIO COMUISTA TO
Poema Epic iocoso ne linguauio Romanesco delmo, di Roma , dedicato a Sereni R 'verendisi. g. Principe Cardinale Fram cesco Maria de Medici, stam in Firen et e ' Anno I 688.
Canto II. Ottava LXIX. Ome de Calcio et Battitore a gioeo,cii iurastia ultat ha I Palloncin et/alente, Pe fur a caccia amaggia de loco, Ne ma pol innanti et Corriἰore ardente, Iclara conclator con a de cane'poco, Gean glia attacca de pallate , e pente,
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IL DOTTOR PAOLO MINUCCINELLE AN NOTA IO NIA MALMAMTILE RACUVISTATO
Poemadi Perisne Zipoli dedicato at Alter et a Serenisi de Sig. Principe Cardinale Francesco Maria de Medici , Ita at tu Pirenet ei Anno 1 688. ad instana ad Niccolo Tagi mi P a JOABbiam la palla di cenci impuntita , che i Latini
pure ave vano, e la chlamavano co Greci I hae, nida, ovvero Harpastum p 'tali se ne serviva no perfric
i Giuoco da nollet loci Calcio, secondo it Sipontino, che dice Harpassum pila genus est 4ro stor, ouam pila paganica oenuior , ouam follis panno fore fuci aliquando expelle, lana , tomentote impletur non repercutitur Ged, cum multi sunt ludentes in duas partes dimisi , ita ut utrique e regione sibi inet icem oppositi sint ad suos qui que transmittere pilam conatur , quam deter ait conamur arrip re . Harpasum dictuin a Graeco harparim, quod est rapereri quia proie-ZIam pilam multi simul conantur arripere , sed ob eam caulsesam invicem pro terruntur. MarZial. lib. VII. Epig. XXXI. Aon harpasta maeus Iulverulenta rapis.
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Ch eram Corte appunto Com i Calciora liVrea. I l . Oves arat certo escuriosa. a Disb. E come a tal cosa Ctunου Vic de Calcio la ostra, Ch e litesio che di passa la Corte ;Ecc ognun in parata, iraria gente basia Vedrete innangi a tuiti Sempressem pre chi sollia, chi balteria casia: Segiron ditano in mano Mollissimi ignori, Ch in nodo 'amici Zia Paton pressi per mano, Ma celan, Cch tristi hii I fini lor con vari colori. In que ita nobi Gioco, Gloco cio Ddi Corte,
Gi gente di tat sorte, Cli' in
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Ch in vita lor non sann altro mestier Che urta chi pili 'avan Zaci impedi quanto sana altrui carriero ZIasib. Fanno i do verici ioco. Carnom. Vaca una cosa in Corte , e appeco appe coCiaschedian si repara combalter la pallas Ma per se vive ognun te sire rapioni, Ch n braccio a quel si bulla, Chi a te deli altro corre: con par ara vigile
Fati est Calcio in farioni, la Corte in quadriglier Molli , he consiti dirio Nel ioco delia Corte Van facendo assa bene Plor servigior Spes ianno a fronte chi Stalestra, cd erra: pur que se passata, Efessi sem pre in terra; Resta talor sospes a
Laxarica , o la palla rΑllora in verso DCtelo Distende ognun con sede La destra , e sua a crede, Ma solli l quella deria,
Cade in ano a tal unci che non aspelta,
Non se laria pigliare, e que cli 4 peggio,
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Le Iearmatiche genti, e te furioser Tornan oporat cimento Per far pro va cias cun di sua fortuna, Ma esse uno statarento A i termini et iusto , e dei dovere , Onde it gusto maggiore Erio stare a edere. Chi per far piu guadagno Non contento far matri u figio suo. Vuot affannar' in quello dei compagno;
Ognun di se suppone Chiicite strida a Ciel , e si dispera De giudicato fallos
Ma in certe congiunture Non mancanaon fiature,
Per te quali ripient allor di spem e I seinplici ripiglian la carriera,
Chi s a vanZa , chi casta, Chi non trova imatori, Chi si lamenta degli Sconclatori. Chi non intende it giocora affatica, Ma chi ben to conosce non si inuove. Ognun facie sue prove Coniolte , icchiate, Sgambelli 'cas cale. Quando a lungo opra stracchi si alti Entra in gio coin novi ZiO, Che non da se non falla, spesso a chi nol crede Leva dii ianua palla, senZa alcun ritegno Vita scansa, trapallacii da ne segno. In
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IQῖ In que traiienimento, Ove la sorte varia, Fatica molli in aria Altri corrono a Vento,
ristesso guadagna e si procaccia Quel, che falli commette, o Lia Caccia. Bello est Gioco delia Corte chilioca per far sera, Ma chi spera Provaignor pena di morte, non passa a giornata, Che non faceta qualcunda sua castata. rLOis
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FLORENTINUM HARPASTUMVulg6 CALCIO
VETERIS GYMNASTICAE COMPENDIUM
Adίocat Florentini ex Collegio Nobilium. Evota Bello scula barbaran
ali mi Edocta ferro quaerere gloriam,
Superque Regnantum ruinas, Ruderaque Imperiorusia avarum Decus cruentae cai pere Laureae Pacatioris discere si iuvat Praecepta Martis , innocenter Om ludium paret, Triumphos; Adeste Pugnas Arnus Olyn picaSDuctumque ab illimi pulvere praelium, Et caedis expertes iocosam in Militiam renovavit iraS; Hic Pelasgae dog.nata GyinnadiS, Disciqtie , Cursusque , t Pugillim simul Noscetis Artes , S Palaestram Romulei veterem Theatri. Audistis P a me ludit amabilis In lago Belli e lati duplici Phalanx Colore difformis iopinquatnIncrepirat generosa pugnam;