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Non vana in segne ad lin illessa soggia I 'insegna vitreriosa alta dij plegasi
Mostrino segni di vitiori amica Tal gi uoco erit Calcio Re degli altri gi uochi,
Che tuti avan in ultro is in leggiadria Scuola di guerra e delia vita lume Deli orio vit,acnti distruggitore Nobi fatica dii nnati Eroi, Di forterga Pera' nore inclita gara, Chera valor ostra gioveni coraggio Potchyin ta giuoco en si copreci serte , Vano in uel dir, cui non conluonar pra. , Elari fati sol discernonsi i valenti Non si pulisce qui cudo , lino , Od asta Ch agi ines ercitati e greve pes . Armiae di natura , in Regia scuola F piedi e mani a guerreggias addestrano . Qui perseita si serua n ordinanZa Qualia Duci solenni gnor si cerca Che se a guerra a Ciel da noi 'inalga Perche grandi a rincipi, exiit adici Cue ito e di te inritrati , in tutio simile E percio degn,d immorta memoria Che inventaronali antichi Florentini
Per una come pro vara battaglia Sapea , he iero Lacedemon stando
Dei petio sol facendo occa in molli Con poca gente gia resister seppe
Sapea de Perso , e de Roman te imprese Merce de lor innasi , e de lorat uochi Seri Macedoni a molli se paura Venne , perche simili gi uochi amarono Garreggiand con queitici Florentini M a Tra.
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Tra molle ritrova questa lor est , Che da savio ALE, SANDRO su abbracciata Delia bella Tolcana eccelso Duca Pol da Granduchi cc benigno ci gli ,
Comelioconda , disti veniae accolla
Nella terra , e ne ma famoso Ero .
COSMO satio da Di Duce novello Granduca illustre Vi se ii grande lddio Souracceleste sol, qua terrcn sole E come quei r Empire empie di luce, Cosi vo la Tolcana illuminate Degno stimaste , e amabit questo giuoco Chera vante deli Imper folle calciante Colo ostro buon ratello almo FRANCESCO, Principe Ottimo instem , e Clementissimo COSMo in da sanci ut vi piacque s pre, Che o facesserien adorno a mondo Licto accellat i dono , o forte COSMO Fontana di virili , di Regi onore La fatica acceltate , chesii Coresio Di Vostra Alterga servitor Preca Che se minuta il padre suo la eo, La materiaci est amor grande la rendono
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Le saltarioni, ou vero moti figurati presso mero, at cuni sono di saltatori di sisti mortalici altri di gi uocodi pallaci l cui ritro vamento Agallide Maelira di Gra-matica di Corsu da a Nausicaa , volendo far queito onore ad una sua paesana Maiicearco ne se inventorii s iit ad in Sicion Ippasori Lacede mota non solo della palla , ma ancora de Ginnasj, v vero Scu olei corporali serci ZZ3. Quella solaci ci οε Nausiica , tra tu itele se inmine ii a puera Ero introduce mero, iu- cando alia palla. inomati furora omella serica , o S i illica per usa aut i termini ta teneo in neli' arte dugivocare alia palla Demotele it fratello di Teogni de Sciotto , Solist , v vero Maestro di et torica , e di Filosofia , ein ta Cherese neci Ccc. Mari uel ui uoco di palla chlamato ora Arpastori iasi chia mava Fen in dari a me amato sopra tuiti Polchev anno in s S molle istiche , e sudori ne combat ter lapalla e serre di collo gagliai de s questo gi uoco en inda Antilane componitor ut Commedie in si falla uisackscrive. Pres
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Pres a palla, Dielia ridendo ali uno is scans I ultrM; Abbatiό quello solis Ollo pol Cο alte strida Appellavasi en inda alla manter de glucario edet mandare a palla. 'inventore di colatii uoco , sicco me dice iubba 'Affricanori suis Maestro di similicserci11 chlamato Fenesti Antilane in quel verso par cheri accenni. Da Fenestis a Feniud a fare annii. Studia vano ella leggiadria i gi uocatori di pallata, Laon de ii Poeta Demosseno in una sua Commedia es
gerandola agiona. Face alia palla un certo gic averte, che appen do ea me dictasseti anni.
Dii Iuliola betia era a lui patria, Che Patria sembra ' esse rigi es ij.
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Compose u libro dellari seristica ovvero detrarte delgivocare alia palla Timocrate Lacedemonio.
m urtioue de Calcis codi deis antico pre G cci , conr de modem Florentius,
dis , si de quali s sonueneranno appresso alla
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co alla palla si quelio , he 'addomanda Ephetanda. Poiche questo dices presso gli Antichi, quando mo-1trando di mandare a uno la pallaci la mandano a n altro. Questo medesimo gi uoco per altro nome si diceva Phennis. Potche e dicono, Phennis una tuo coci che sis colla pallaci quando ad uno mo strandola , a tiranopolin un' altroci come ingannando. Eustatio neli Vlissea lib. vij. Φενίνδα δε iam . NILil gium coisninda e aliora , secondo che si dice quando strando innan Ei, e quasi porgendo ad uno la palla ella pol si manda ad n altro la qua voce et imologi Z-χando , o v vero originando gli Antichi, dicon esse enita per avventura da verbo φενακίζε ν gabbare, in gan- nare nella quale origine pare a me, he non proce
dano con troppa squisiteZZa. L Elimologico alla voce sin dice, che Phennis Lungi uoco , che si a colla palla S ei chiam anche Plaeninda , come in copato a Phenacindacii da φενακίζειν. cio gabbar ne mandare a pallaci e non mandaria laove si mosita di inandaria , m altrove. O date uestio,
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inventore delitu odo . Giulio Polluce dice da Te iri
che primo trovollo. Ma queste origini non se troppo fors sicure , ne accurate, come o et D Eullario ; e parrebbe , he a vera origine non accennata ancora , che si sappia , da alcuno Priste da φαίνειν .cio infra re. Perch. si nostra di mandarua palla verso una parte , po si manda a uu altra . Giulio Polluce Leitore Pubblico a tempo deli Imperad. Comodo cui egi dedica clascuno de dieci libri det suo Onomastico , v vero Vocabolari . a lib. IX. cap. II. desecive tracili altri gi uochi di palla uello hi amato Episcyros altrimenti Ephebice , e Epicoenosci con queste
La traditrione di questo passo se Ege et Discors del
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EF piscuros, a quale si ita cava da io vani , e truppe , per questo ancora chia malo Epiceno , e se bico; si nominava pisc ros, perci occh quegli , he o giu cavano, stando sopi a certa riga se a nata colles io, o coaaltra cola simile v vero sopra una striscia di pietra, o marmo, a quale no appellianao S ros , sicco me si dichiarato altro vera a gittar della palla , S urtaVano, e si caccia vano ries altro. Girolam Mercuriale deli Arte innastica lib. II. cap . Nam quum saepitis a nobis G c. Concios si ache piuvoltc damo sita itato a V vertito, avere costumato quasi tuiti, che ne innas si es ercita vano alla palla , prima osticare alia palla e pol subito entra ne bagno Mar Liale ne suo versi di molli a che tra gli altri gui chi di pallaci da color usati, he ne Cinnas s es ei cita vano ;preparator a agni, se an noverat ancora a Paganica. IV ultima , e quarta forta di palla de La in facemi Dos Arpasto, che per la omigii anga de nonne pare o i es appunt dest ἀρπας ον de Greci: lo che gh era una palla , che in giocando I uno ali altro togli eva Ma diche grander Zari e di qua materia ella si osse, Cnol abbiamo da alc uno Autore, se non chera teneo nquelle parole dimostra essere stato tondo 'Arpasto Ma illi uoco delia Sura che cogi chlamano a palla i rcci appellato Arpasto, si lilia ava si mari hcri inca ii qual
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rende verisimile , chelai ctioioci siccomeri attre palle, composto sei se te quali tuti notitie ; perch aliora eran comuni, e a tuti note , gli Autori tralascia rono. Macla sua grandear pare che Galeno certamen te pie-gasse , ii quale mentremel Traitato della piccola palla, descrive agglustatissimamente rarpasto quello essere stato una palla piccola, e non meZZana , tra grande, e piccola , come alcuni anno voluto , si raccogite manifestamente Laonde anchesii luoco , che oggi da Calcio si noma, a vvengache in alcune partiri assomigii ali Arpasto , in questo dati Ar pasto degli Antichi apparisce disterent: che quello era una piccola pallaci e lapallaci colla quale gi uocanori nostri, e grande Polcheancheali Antichi s vra Liolo di pol vere, o di rena sparso glucava no sicco me testimonia MarZiale et lib. vij. O prenda a freta i potversi Arpasti a lib. XIV. Non prenvi a cor sit pol erosi Arpasti;
Maoeli prende veloce insulta pol vere Drauco , he Ante fa faticare iuvano, Elii colloso a seneta prositio. Le quali cola posson far sede tui te quante, questo giuoco essere stato molio arduo, e faticoso da gagitarde persone solamcnte. Caleno et libro deIl esercietio per metro dclla picincola palla. Si simit mente riona pubissercitari inquesto givoco agitando tui te te membra ain tempO, secto parragii apportar giovamento, o pur prima que ita , pol