In Cippum oscoabellanum divinatio Raymundi Guarini e Societat. Borbonicae 20.vir

발행: 1839년

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ii 3 cho Inal grado la loro olis si nagionale, o i loro idiotismi, tr uno si capiva coli' altro senaa Ia inenoliandissilia. E se la cosa non fosse andata COSI, Com it volgo romano inrobbe Suilo cosi tras Plato per lerappresentange dolio Farse Aiollane P cinae at ris rire di Stralmite , an Iie s Gniparso it nonae . deir ca Nazione , conservossi in Roma it dialetio osco , ita υι carmina quaedam , ac mimi certo quodam certamine , quod instituto maiorum celebratur ,

Iustrationes 3 cho I' Abellanus , ii Nolanus, it Thesaurei, ii palens, it nam , it teremonii, ilmuinico, it tractatui, it te reis, o cosi di tutio loaltro, vos liano dire tutaealtro di quollo, che si dico od intendo coniuncmento at proflarirsi di tali parole Con questo motodo di analisi ci e riuscito sempro di

i) Lib. V.

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sim qilesti posuist, o non ne tisi, clic di 'lii osti P Porro Iac puo chi uvolc, e quanti Iic virole. Manon si creda per questo obbligaret at si longio in tali

clinenti, γ' quali abbianio versavi qitalclic sudore, e Sprocata non P a carta E moneta. Vt vitote inolin m a dire e sentenZiare in crocchio : nulla si me, es nulla aipuo saPerm n questo SPauracchio P odegmo de' caratiori ingenui, e clie non sara niat patima Clii sontosi veramente animato dati' amore delia Moverta e dei la verit , soneta spirito di pedanteria, Si saprobi in t PPO poco, e molis meno samblae asPerarsene in cerie materie che riusce pilli agevoi cosasbessare, cho traitare. Conchiuili amo. Si linge orar etrusco, e Ι' osco molio piu non si arilira dimotterio in diibbio. E per die si lcgge 3 pereste se 1se fissato Palfabeto, e si e fissato , P Che onD- sciuis. Ma come col confristo, o coli' analogia dialfabeti pili alitichi, o alniono pili conosci uti di essi. or bene: peresto quest' analogia si Sara conservatanel solo materialismo dello lettere, o non anche nulvatore delle si se parole , di cui queste lettere sonota espressione 3 Durique non is una impresa interamento disperata, ne una perdita di tempo da com-Piag re, it tentare qualesio passo, per intenderno it Atrum, come dicosi, secondo i stabiliti principii,

e senaa naai uscire dat corso dolio umane cose, Ch h eio cho dicosi Buon senso, o Hic Pure per Una certa fataliui paro clie non si v ralia troy O sentire. Plir troppo decipimur species, non pia recli, Comedicova it gran Maestro, ma novitatis l. . . .

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Dei resto stasi come miliano la Poma ct uuiae, sarii Sempre una Sindisfatione Per chi si e provato a spimare da ultimo questose, it trovare tutis te circostanete in pleno accordo col satis, di cui si Cerca, e che si e avula Ia Sorte δ' indovinare. uncilia controverso si a Nolani in Avellani. mve eici questo Cottit at di solis det Casini ve hiodi Avella, dovo su trovato questo Cippo. Esiste questo Colies, Che certamente non h s inparso dalla saccia dolia Terra, in h stalla parte di solis di detio Castello, edora e denominato Torra. Traversava questo Colia una sti ada, che menava da Nola a Galaaia, e chesormava il limite da questa parte si a l'agro Nolanodi solio, e l'Avellano di sopra. Con Chi confutavanoda questa parte gli Avellani e Nolani 2 con quo' di Galaetis, regi Is Gamzzes, distanti da Avella duo miglia in tre, attrettanto dat ragro Nolano da questa parte , e setis dati' odierna Citta di Nola. Ε tutio

questo si era ricavato dalla semplice interpretatione det monumento da alui copiato, prima che per nolse ne fome consuliato l' originale, e visitato i tu ghi, e varii loro Punti in esso accennati.

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A n T. V. Pesrche mi antichi Romani at occupa υno collo sitidio colla lingua etrusca, in Proseresueta di quamnque altro dialello italico. Si e dotis o rii tuto, clio la lingua etrusca non sit, che tin dialetis di lingua comune es Greci, Oschi, Latini, ed altri popoli dei P amicta nostra Italia. Ese Ia cosa e cosi, h sorra conchindere, che l'etriis era generat mente conosciuio da' Romani at pari dol- 'osco, di cui non si prio ragion volniente Piri dubitare dom it ragionatono sinora su'salti storici im

negabili, o pin diei ro I'analisi dogli elementi di ambi

Plesti dialotti. Ε a che dun Iric, Potrebiae domandartali iam, occuparsi gli antichi Latini tanto seriainente dolio studio delia lingua etrusca , Come Ognun SGLa risposta e breve es sacile, quando non si Preto a sapor di pui. Not altri Italiani non ignoriamo

Ia lingua dei nostro paeso. Ma ove V gliamo SCH-veria o partaria, come si convieno, d hhiamo studiarno te regole , e addomesticarci res nostri Classici, Per aPPrenderno e rastinariae ii vero gusto. Dicasidunque attrettanto de' Romani, che si occuparonoda prima delia lingua etrusca , siccome si rivolserodopo alia greca, Soggiogata la Grecia. Ma da qui in Prima natural verita, che soddissa plenamente alla Proposta questione, e giusto trariae delle conseguen-ZR , Che tornario a gloria deli' 'trusco dialotio, oehe inglusi amente ora Si dispi ZZerchlM , Sol IKrClin

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c e Scritis, Omle con ragione creder se ne debl noi prisclii tu corii Romani cosi altamente inter Sati. Ohi qualite eose avtanno impanam i vccchi Romanida' fasti gloriosi, o dalla storia di in popolo cosi Esteso uel suo impero e Per terra, e Per mare, musaggio nelic sue lingi, e C i Cotto ne'suoi costumi, come erano gli anticlii Etruschi l Clio cosa oranoal paragone di essi i primi Romani, un branco Valea dire di uomini rogZi , o raecogetati ut uno di quae di la da varii pacti, ma regolati per altro da unistinio di buon senso , e di sino accorgimenis, chesin d'aliora poteva sar prevedere a clii ben aVesse r,netluto, a quat grado di potenm e di gloria sar beroun giorno saltu 3 Ιo non credo dir troppo dicendo, clie uri di que'primi Romani, a fronte di un Etrusco,

cra quello, che e un nostro montanaro Paragonato adun colis PariginO. E che non apprcsero di satio gliantichi Romani dagli Etruschi civilinati J E loggi , o regolainenti Politici, ed insegne di Magistrati, o cogitigioni agrarie, e disciplina augurale, ed artispicula, c cid cho dicesi in una parola gius Pontificio:

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Per iacere di tanto altro cose, tutio si alti e dagii Erius riti, o quasi tutio, come non mancauo di sarne centio in varie occasioni gli stessi S Titiori latini. Ec-co dunque quello clio determino la generalita dollanagion minana allo studio in preferet a deli' etrusco dialetio. El io non dubito, che in promi Zione, e Per te StESSE Vedule, non trascurarono ii dialetis degit inelii MDa Volia coSi potenti, e clie tanto si distinsero perta rasIinateam dei loro iusso, per alim giustatuentesin lacato in aborrito des foveri Romani. Ιl iusso h me it tormometro , che segna it pili alto grado della civilla delle nagioni, est gusto Si rastinamento nousi limita ad un oggetho solo pro O di una uagione investita da questa flamma, non so Se Piu perniZio sa, che utile. Lingua, mestieri, Scienae , sacesta, Stumi, agi, placeri, tutio in una parota kiuchinae Cede a quest Sagro suoco, cho non Si estingue ,

se non quando Ia sagieta h giunta at coimo , ecolla noja sveglia ii desiderio deli' estreino opposto. E per restringerint in sine at dialetio osco , se

POrtanm, perche Ennio si Sarebbe tanto gloriato di

inente utruito dei linguaggio: greco , Os , e latino Non dispreagiamo cosi facit mente quello, di cui non possismo giudicare con cognigione di causa Per mancaneta di monumenti perduit irreparabil- mente. Ιl nostro gludigio, o 'l nostro dispregro in tali coso e tanto pili inglusto cit odioso, quanto

Pili h rispellabilo lyautorita di quoi savii antichi,

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ctio Con condole, como noi non Ie conosciamo , n gitidi rono diversam te da not. Non rean Poveri ed ineleganti i dialetti osco ed etrusco, come Him-magina inluno, ii qualo h persuaso, che mori dilui o' suoi tempi, tutio h balbuniente, o Poco Pili, quello che riguarda i nostri maggiori ed antenati. Il linguaggio osco era si curamente pili doloe dellatino, clic in cambio assetinua una diare a grave e n aest a tutio adattata at suo genio gueret ero odi una ambiZione infinita di constitista e dominio. E se Deli' osco, e piu net Petrusco, incontrasi quaLHie voce per noi di malagovole proniinnia, si ni tribuisca alia nostra ignoranta dolia vera Pron InZiadi ontra inhi questi dialetii. Accaderet, attrettanto delia lingua stancem, se ignorandosene la mani eradi presseriria, oudicar se ne douesse materiali utedat come δ seritia. Alini nostri dotii soffrono male, I 'ossoria da nae deito e ripetuis, che Pantico etrusco, at Pari del-l'osco, e dei latino, o di tanti altri italici idiomi, non is che uno de' tanti nostri antichissimi disciti, che lutti provenncro da una surgente Primitiva a tuiti comune. Nae mici Comentarii mi trovo gladi aver dato di un tal divisamento non molai conni, o piucchis plausibili congliietti ire , o non e mia in

lare una scorsa lcggicra per gi' Indici dolio parolo

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etrusche annessi at III. ol. det Sumio di Linma Etrusca det cmnoseiutiminio Sig. Abato Laristi. V dra in questi coli' assinita materiale delle parole ranalogia o Ia identita delle ideo sin 'Ι voeabolario latino, e i monumenti superstiti deir antico etrusco, malgrado l' impegno di questo sensatissimo scribtore di rimoniare in tali ricerche, it pili che gli δpossibile, aI dialetis grem. Gasta Poeo una tal f tim. Ma potrebbe essere molio utile a chi cerea Si- strui rei senna vanit i di volcesa sopra gli altri col solomeschinissimo stratagomma di promuovere dubbii sopra diabbii, e quistioni sopra quistioni, che non si ardii ebbe di moti re in campo, ove si avesso miglior pratica di quello, di cui si iratia. Dei r sto tutio ii sin qui dotis non ha che sare colIamrinarione deI GNO Apellam . i : Si h cercato indovinario per quelle strade che cisono sembrate pili conducenti ai sine. Lo sacciaestri per attre strade, e lo saccia anche m lio, enes lungi da invidiario, ce ne congratuliamo sin daquesto Punto, e lo abbracciamo di cnore. Andre,

bero molio meglio Io nostre saccende Ietterarie, sesea alcuni nostri metionali vi sosse meno spirito anti gionale. Persuadiamori: non Omnia PoMumus omnes. Pario e serivo con coraggio, perinli ad onta

dol sentimento della propria det Iezza, cd in tuitii sensi, mi senis in seno vn cuore ingenuo, ed amico dei vero, anelio a costo di qualunque mia umilia-

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inucius de recoliti putatione lectos. Vox ad iochi vis' a ensenda Pro grainniaticorum amuMi. Puta, teste Arnobio L. IV. Dca pii latiora iis habebatur. Itaque prima significatio, eaqlic Propria του Putandi, mere agraria est. Sed translata deinde ad statas animi cogitationes indicandas. Translationis haec αναλογια. SiCut aria mim , nisi Putontur, fructus insuaves, et contemnendi, ita nihil statui cortum absolutuinque potest, nisi diu ante, serio lite suerit animo Putatum, et repulatum. Ad haec: pag. 58. . 9. non sine ciuisa reCusum, quin in marmore nunc videtur l-AIFητ. Diuitiam by Go le

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