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caetiones des' principii stabiliu al Cippo A M
Credet da prinia, che iI Cippo os invellano aPPa tenevasi L Trebulani. Niente di questo. La contrinversia de' confini si agito tra gli Avellani e Nolani, ne i Trebulani Ventrano per nulla. Coia dat GDOdel Cippo stesso , tratis alia nostra premiam dat Sig. Aloe. Ecco clie importa per Ia intelligenaa de' Prischi monumenti una copia sedete de' modesimil&condo Ia copia det Remondita, sorse satia ad o Clito, e seguita posteriormetito dagii altri, doureb- Iesi leggere nella u.' linea Triabalac , che generabmonte, e dat Langi in particolare, si e resa Triba-- Dcacea, o Splegata Trebulani. Diceva a me stesso: porclih dirsi Tribalacaces, e
non gia Trebulant, i Municipi di Trebula, si omedimnsi Nolani, et Abellani quei di Nola, in Avella PTrebula imioltro h troppo distanto dat luoghi di cuiuatiast. E mi: perche nulla continuisione dei m numento non comparis no Per nulla pili i Treb
Iani Ad onta di tutis questo, io non ardiva dichia-
rarini contra la spiegagione comune di questa mon Parola, siccome to ardisco adesso, Cho son sic raro versi leggere Trii lacapiam , parota che ritorIIa
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nel n arnio , e con cui Trebula , e i Trebulanitian tanto che sare , quanto la Luna ces granchi, me suoi diret. Ripigliando dom tutis cia it filo dei procedente intermito articolo, e questa reqvagione Piu Plausibile, a cui secondo i principii da ine stabiliti, ridiarsi pud quest' inuigatissimo, e tringitissimo armicopolinomio. ora se ne da Ia versione quasi letterale in Volgare, e Per cib che ne riguarda la ragione di inni nienoma parota, si rimetis it curioso a qiaeIlo che se V h detin neir opera , che conteritaSi
di comparire in pubblico eol utolo di semplico D,
Omesso it praemio di questa prima parte dei Cippo
ii dippiu conuene tre cose. 1. Ia descritione det Iapianta dei confini dolle parti litiganti, retraita dat Tabulario; o Archivio Romano che vogliasi dire, u.' Ia es sigione de' salti, che ne pro no la vi
laetione per parte des Nolani in progiudietio det toriritorio di Avella. Quindi l' ordinagione det reint gramento di questi confini in favore degit Avellani,
colla comminaetione delia multa Mamiliana controi Contravventori. S.' la conclusione det Decreto dei Romano Senato, decreto ottenuis in termine diappello dagit Avellani ingi tamente continnati da Silaecio Suvessulano, Giudice, Arbitro, o Ricupe
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n Il torali inc modio du'colismi e sitori dei Ficheto,n il ovo stannosi i termini finali intorno di osso, en iungo Ia Via. Ma ossi i Aomni contando suin decreto dei Sonatore Suvossulano Silac io, si sinn pero Iecito di occuparo ii Colle. I Nolani da priman I 'occupa no, dacclie VoZio Prendendo Io mi furen PS Nolani, unitamento at Milo occum egiandio lan via di Avella. Ahro sconvolgimonis anche Peg-n Viore. Perche Vegio nel prendere te misare pern gli Avellani, trasporto i termini dictro ii Ficheto. B Si riportino innangi s questi termino. Sieno trh.n die ardiscadi rimi verti no PΛvellano ne ii Nolano. B In altro casO, vcrsino nolr Erario seum indugion ire sestergit a testa a disposiZione dei Curatore, B da riseuoto si sciam indugio dei pari dat te privaten persone. Si restitui Scano i termini cosi, Como sin is praticato per Acerra. E sieno questi i giustin confini di meZgo contro la rovina satui da Silaccion dolia Via di Αvolla insi me o di Nola. BConsegnomi un tal do reto dat Sunato a' Deputati Avellani, cho aveano ad reso appellato , e questo decreto su accompagnato dat sinuente Rescritto dei Senato es Magistrati di Avella. B Sono a not puliblictimento ricorsi con grandin schismarai i vostri Citta lini, per e cisi sconvoltin i consilii Avellani por maneggi des Citta lini din Nola, da quellia parte dove i Galatini, tre Poρο
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Quello clie segue, e una intimagione dei Magistrati Avellani floro Municipi. n E pcrinesso in fine colla buona ventura di rimn nirci per la colebragione de' Sagri terminati. Αο-
γγ cennar di Silaccio, saria Vergogna. Faceiansi minn destamento i sagri, e si ristabiliscano i termini, B giacche i consilii municipali sanκionati si sono conD decreto deI Senato. Su duraque allegramente, Tm 3 Stino ordinati i sagri , e unitamente ad ossi, an spese dei Municipio, sacciansi te sagro Lustra-B gioni, in a' legittimi sagri accoppiinsi dolio obla-Μ gioni di scolle fruita Municipali da POtagione. . . . γ, E emi si abbiano i Nolani i loro anticlii confinin Nolani B. Ne piu di questo si e potuis, o Saputo Ticavar di
Principii da' quati biso a partim per Ia intes
Longa des' monumenti di ungue Per te. Per Ia Uiegagione des monumenti oschi, si dissoche supposta Ia intelligeneta delle antiche lingue , latina , e grem, e de' dialetti dorico soprattulis, Meolico di quest ultima: che supposta la pratica de' vetusti titoli di Ogni genere: eho supposta la familiarith de' nostri verna oli o piis negletti partari: bi-wgna prima di Ogni altra cosa assicurarsi doli' argo.
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nactito, di cui traitasi, e clie di qiiesto beri foventosi vietae in cognitione da una somnola, o anClle P rota di conosciuis valore. Cio preni so, si agglunse, elio per Ia spimaetione di clascuna paresa, Senga Pe der mai di vista l'amomento una volta fissato, biso-gnava rogolare rassiniui des suoni di questi incognitivo IUli colle lingue antiche di gili accennate, edanolle Olle vernacole dei nostro Paese, clie quanto pili rorae e lontane dat te mite citia, tanto Pili O' Portune rimcono per quos aggetis. Di tutis questo Se nc Pretende Ora , e con ingloile, qualine Saggio,
od c colo per quanto it comportatio i termini ristretudi lin articolo. Comi clamo dat primo. Spinti da curiosith di leggere un celebre monumento osco Pompejano di seite versi, dati' ultima parota di csso ci venite satis di Moprire, che trabinvasi di uni inera pubblica. La Parola era μα- follea , alia Napoletana propatte, ed in latino proba oit. Ι 'Autore di quest opem era certo Mid
nio, Che con testat aenis ne aveva ordinata Ia es m
altri erasi presa per Vitulam, e da altri per altra rosa. Essa e I' aedem de' Latini, dalla quale poco disserisco nel suono, porche gli oeschi usando alladorica il Τ per D , dii evano mitioiam, tu vere di suom, o Aiuturam. Quosta Ede si coiiohbe insegitito elie se ii celoi,1 e tompio di Cenem , o si ait' I. ido di Pompei. Si conotitie di piu dom tali se verte, che colui, a chi in o di eguire ii Iegato
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testamentario di Miranio, si su un tal Vinicio Qum store Pompeiano, e Tribuno militare. Veggasene , Se se ne ita vagheam, ii nostro Comentario latino XI. E tanto mirebbe basiare per un giusto saggio delmerito in particolare de' due stabiliti principii a pro- poesito di tali saccende, per altro Poco aggrade Oli. Ma miche h sotto a' torchi Ia Dioinaetione sul e lebre Cippo osco , che conserva si in Nola , e di cuinei precedente articolo si e data la traduZion VOLgare , battendo gli stessi chiodi, agglugneremo alcuneatue poche cose, quanto basta atroggetis Proposis, e non gi, a soddisfaro intieralitente in questo Particolare Ia dotia curiosita. Trattasi in questo Cippo di una controversia di Confini. Tutti Uerano convenuti. Ma fra chi fra gli Avellani, e Nolani. Ma cio posto, Ia parola hermo is doveasi intendere per Hermae, che sono i
mini, e non gili per Hermias; la parota pheiana Per suo, e non per altro; phethua per Flatis in senso di adgeri mali, e non gi, per Vicis Trib
lacaνum Per turtiatio, e non per Trebialam. Maelii Puo ora numerarie tutis 3 Controversia di comsini sea Avellani, e Nolani. E su di che in pamticolare cadera questa controversia 2 Da parte di chiera it torto, e da chi ii diritio 3 come, e da chi si decise questa controversia2 quale si su ii proced, mento die a P Niente di tutis cio, pereste giudicaam dosi det valore di suoni incogniti ad Mecchie , comesuol dirsi, vi si voltero trovare Fani, Numi, dirittidi ambitus et reuitus , e mille at tre COSE, Ctie non
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vi sono affatio, ne vi rete vano emore in alcun modo. BisOgnava intemaret meglio nolPargomento, di cuiti attavasi, o di cui si conventua, e non si h satis. Ma come ser a tali necessarie premesse intendere
certe parole dei Cippo, che san trasecolare 3 Tiri mone a Sorte alcune Poche, porchh da osse si gi diehi dolio restanti. Che diamine sarii un tribam calluset Trattasi di confini usurpati. Dunqtie lal Parola E ian Preterito corrispondente at turbaris dei Latini, e tutis e duo quosio Pirole hamo assinita di Suono col θορυβεω de' Greci. Clio sara kehetatui Tratiasi di popoli consinanti. Dunque elo Stesso hecontigui de LMini da contingo, cho dagli Os dii dovh dii si hulatu mancando ossi delia lettora O. Chesara Katui 3 Tratiasi dei Nolani condannati dat S nato romano. Dunque Kalui vale it cadisi des L, tini dat verbo caeso, e tanto h diro Nolani calui,
quanto Nolani causa ceciderunt, O Sia sono stati Condannati. Ita parota catu O e cat a si hannotuit: ivia Presso it volgo calab ese, avellinese, nolano, napoletano, ed altri, o hasso, malio, di nes- sun conto, e l' origine di questa V e o comunea' groci nolla parota κατω infra, pessum. Ch Orr,
dire Emptii 2 Si tralia dei ricorso che sanno in tormine di appello at Senato romano i mputati di
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mutio clamav es, mragnis clamoribus, clid it m misevertito in μα alia dorica, offer Prio benissimo μεγας mc ratis. E cini por sinii la, l consimilio do' dialetti cognati atrosco si e cercato seinpre di rica vare lyoti- mologna dat te cose, e non gia te cose dalla otiti l gia, e questo Sia detto Per te linoue perduio, di cui e Parola, e non gia delle conoscitate. E credia- Ino, che turio pio da'gilisti osti maiori dolio cose aver si Possa per una PruOVa plati sibile alia leno, Sonon costi ignente, in favore de' principii per Dot adol-tati ed inculcati, Per tentare poti qualCho SPernum di huoi a ritum ita queste vie CDSI IMMO sitiora C insciuio, PerChe Scorse di passetiggio e al hujo. Gn taΙmeudo di analisi, in qualian pie Inouit mento intra-preso a spiegare ci e sempro riusciis di ricavarito uia tutio legato intimanactite collo suo Parti, e di Se umane conosci ute e rogolari secondo it corso spontaneo dolle uniane cose, che col piu Col nienown Corae, e Correranno Sempre Io si se in tutia la tensioue des suoi varii rami.
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o0nuno lia corrato d' itidovinare qualche rosa. Orasi I roterido blae, Che nori se ne partasse pili, PerclihsuPIUnsi, e Pretendesi , clic nulla affatis Se ne Pi mPrre. Se se ne domanda it porclth, rispo mi consi anchema, che in queste ricercite bisogna procederea priori, e non a Posteriori, come si e satis suom.
Cho h quanto dire: biso erebbe rimoniare a quella lingua, o a quelle lingue Primitive, che suppomgonsi uuidri deli' osca, e da quelle discendere allaintolligonga di questa. Di sebbrietattola dolle dimosi razioni a priori in
I in materie , Che non ne Sono capaci, e da qualesie tempo malattia d'influenZa ; e bisogna compatim tali inO che n e asscito, sino a che qualine aura
Propigia non isgombri l'aria da simili vapori. Madi grania : quali sarcbbero queste Lingue primitive, dat lo quali si vorrebbo sar discendere l'Osca in linea
si ne hanno non si sono provati a dirci dello coso Osche alcun che a priori 3 Se pol non esistono , ne si Puo Piti prendeme traccia , si domanda : istioni di queste lingue portale si sono alieno nolla Sosian a conservati Deli' Osco , o nO3 Se no : si paria dataque, o ragiona di Stibistio non ευ Onentes , Porche suppongonsi neli' osco questi Stioni, che Piunon vi sarobboro. Se pol si vitote conservato Deli' coalmeno it nucleo e la scisiaram di questi Siloni, allovasuPPrito Io smarrimento di queste lingue madri ,
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non vi rimane altra strada , ille di salire datroseo a queste lingue niadri, se se ne cranservasse qualchemonumento, ct non gia at contrario. Cosi suppostolo smarrimento della sorgente di ian sume , se ne prenderebbe la traccia da' rivoli, clie ne scorrerebbero tuti avia. Ita tutio questo procedimento Sarebbe a P in Viori, come ognUIio beII Vede, e non gia a
Priori , che in tal caso si risolverebbe in un belwgno, o Sia in una evidente coIitraddiZione. Rico diam i, che noi dat noto passiamo ali' ignoto , enon ali' op MO. E pure it satio sta, che in tutia questa saccenda mi in Certo senso non abbiamo Proceduis no a priori , ne a P teriari , cloe ne in linea ascendente, nh in linea discendente , ma colla lem , se ci si permetis spiegarei cosi. G me va, dicevamo fra uoi si si, chetante voci e tante, mi Piu col meno , trame alcune
modificisioni proprie di ci cun dialetis, H inco trano te stesse tiel graco , netr etrusco , netl' eugmbino, ned' osco, net Iucano, net latino , e che solo Dunque tuiti questi diversi partari non sono altrimenti diverse lingue, ma divorsi dialotti di una
lingua comune. me Io sono ii romano, it tos no ,
it napoletino, it calabrese, l'apruget e , l'aVellinese , ii Ieccese, e tanti altri. E cresce la serra di questa servagione dat Vedere , che tuiti questi suoni assinie comuni a questi varii dialetii trovansi da essi adoperati a dinotare te stesse idia. E per rit caro qualche cosa piu vicina ait' osco in at romano in Particolare , e un satis incontrastabile, che 1' osco