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RX TYPIS J. BARNARDONI - MEDIOLANI , 1870.
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Non credo inutile rivolgere mehe parole a chi leggera inquesta modestissima edigione i Commenlari della Guerra Gallica di Giulio Cesare. Invitato a rivedere ii testo ed a Sorve gliarne la Stampa, lio salio dei mio meglio per raggiungerelo scopo di dare una legione corrella e chiara, in modo che Se ne 90SSa uSare eon SicureZZa e che, priva com' δ di commenti e appunio per questo, ova lulli i sussidi per essere sa-cilmente ed esalta mente inleSa. Eppero ho voluto una certarie hegga di punieggialura, un' oriograssa normale, it carallere corsivo pei discorsi indirelli, ecc., e tra te varianti dei buonitesti che ho tenulo sotrocchio, ho Sempre adoltato te pili sa-cili, rispellando tultavia Paulorila dei manofertili. Nella pa-giente ed umile salica mi ha guidato la eonvingione che biSo-gna in Ogni mantera agevolare la via at coraggioso che fludia con vero amore la lingua lalina, e tanto piu a chi leg questo libro. Non e da me, ne proprio alla circoSlanga ii partare detropera e molio meno deli' auiore, intorno at quale serissem mollied egregi, perche ii Suo nome ViVe ancora e Vivra Sempre, pili che altri, nella memoria degli uomini; tanta e Porma che Giulio Cesare laseio nella floria. A me basia ricordare la con-
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cisa sentenga data dat critici d'ogni tempo: che in tui surono pari it genio deli' operare e l'arte det narrare. At quai giudi-Zis, Se Si pensa un poco, non v'e piu nulla d'aggiungere, ede consermalo dat salto che questo libro su uno dei preditellidat valenti uomini di guerra e dagii stilisti. Ε per vedere laimportanga che puo avere adesso Da noi, i giovani sacciano meco queSla rissessione. Lo studio delι' uomo diventa ancorpiu secondo di insegnamento qualora si a rivollo ad un' epoca in cui l' uomo suolse in modo mirabile la sua alli- vita; ed insalli i popoli piu civili collivano eon enlusiaSmor archeologia classica non Solo per ragioni scientisiche, maanche per ragioni m0rali, e principalmenie perche essi irO- vano est ammirano in quei lempi la grande2ga detrindividuo e dei governi. Ora nessu no nega, che Io studio cost dirello POSsa condurre at nobile flargo di irarre da gli osempi antisthile virlu che possono vivere anche Oggigiorno. Per la noStranagione pol, ii cullo e l' amore deli' antichila italiana dourebbeessere uno strello obbligo, l'adempimento dei quale ei porterk al possesso di una eredita traScurata, e, riannodando questa prima nostra vila nagionale colla sola tradigione elle ab-biamo di un' Italia veramente grande, ci rendera molla parte
di sangue e di energia. Quando dunque verranno Onorale eculle nella nostra societa te tellere romane, e Si prestera allaeOSe che tramandano vn' ammiragione pensoSa, aliora i Commenlari saranno uno dei libri piu telli, come speechio di fortiagioni; ed aliora saremo capaci di comprendere in quelle pagine tranquille, quanto valore, quanta coScienga dei dovere, quanta larga morale possedeVano quei cilladini, e compremdere in modo da sentiret la vol0nth di lare lo flesso. Saragia somma sortuna. l' eSerellare quelle virtu in casa nostra, Ognuno lo Vede, ed Ognuno rammenta che i padri te egeret-tarono in massima parte net complere la enorme inglustigia di recare a luite te genti la servitu e ii dolore, o come dice-
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vano essi, la pace. - Colla meditagione si puo scorgere net semplice raeconiare di Cesare tuita la inlensita di quelle doli ma i giovinelli che ordinariamente leggono questo libro nonci arrivano, e lo amano piullosio come eserctgio facile di una disciplina ancora n*OSa.L' amore delia quale, to ripelo, deve essere un saliore dei nostro risorgimento, ed a svegliario devono adoperarii tullii maestri ai quali sta a cu0re ropera generosa di ridonare loSpirito alia nostra vetusta telleratura, ricercando e dimostrando i molivi pei quali, ora piu che mai, essa ha diritto ad unposio d' onore e d' importanga neIl' latrugione. LaVoro nobilissimo e degno di Ogni rissessione e Studio. Per sinire, io raeeomando inlanto at giovani di non dimen
litare mai che la floria di Roma δ il principio delis flarium Italia, tanto splendente di gloria e di polenga, ehe ci Siamo abituati a considerario come flaceato dat resto; - e cho lalingua di Roma e la lingua degli antithi italiani, la cogni-zi0n0 della quale et apro tesori di sapienga, di scienga e d'arte.
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I. 1. Gallia est omnis divisa in partes tres, quarum unam incolunt Belgae, stravi Aquilani, tertiam, qui ipsorum lingua Cellae, nostra Galli appellantur. 2. Ili omnes lingua institutis. μ'
legibus inter se disserunt. Gallos ab Aquilanis Garumna numen, a Belgis Matrona et Sequana dividit. 3. Horum omnimn fortissimi sunt Belgae, propterea quod a cultu atque humanitate provinciae longissime absunt, minimeque ad eoS mer- calores Saepe commeant, atque ea, quae ad esseminandos ani- cmus pertinent, imp0rlant, pr0Ximique Sunt GermaniS, qui trans Rhenum incolunt, quibuscum continenter bellum gerunt. . Qua de causa Helvetii quoque reliquos Gallos virtute prae-eedunt quod fere cotidianis proeliis cum Germani S contendunt, eum aut suis finibus eos prohibent, aut ipsi in eorum finibus bellum gerunt. 5. Eorum una pars, quam Gallos Oblinere dictum est, initium capit a numine Rhodano, continetur Garumna numine, Oceano, sinibus Belgarum, attingil etiam ab Sequanis et Helvetiis flumen Rhenum, vergit ad SeptentrioneS. 6. Belgae ab ex fremis Galliae finibus oriuntur, perlinent ad inferiorem partem numinis Rheni, Spectant in septentrionem et orientem solem. I. Aquilania a Garumna numine ad Pyre-