Laurentii Patarol Opera omnia quorum pleraque nunc primum in lucem prodeunt. Tomus primus secundus

발행: 1743년

분량: 502페이지

출처: archive.org

분류: 시와 노래

491쪽

484 LETTERE ITALIA NE

Dnt ; ita ut ad germen etiam excitandum momere se υaleant . Fu eib notato

dat lo stesso Arissile Problem .ses. ao. qu. 26. ed in consermaetiooe ben pubservire eid che riserisce it Gesnero, e elle die tro a tui su olservato dat Tou-sori, Instit. Rei Hreb. cI. s.fect 4. Gen. 3. ove strisse: Lilii albi caulis eam βο-ribus amputatus , o suspensus , aut lore Gonero , semen profert ; quod felicitra etiam Parisiis sepe expertus sum . Per quat casione abhia voluto pol la natu Ta , che questi Bruchi si caricassero de' propri est rement; , contro it costumedegit altri, io non saprei determinario ; e pure si de e credere sem pre vero l'avis vertimento di Plinio, Hist. Nat. l. I r. e. a. che in contemplatione natura nihil

possit videri supervacuum. Non so se fosse, perchE , essendo di troppo freddo temperamento, a tan uopo di staris ne ben coperti, e disses dalia intemperie delle piogge, e de' venti; opere hὸ abbia ella voluto nasconde tali a chi potesse laro insultare, ingannandone a questa guisa gli occhi di chi ben' anche atten-gamente ii guarda; o per qualche altra cagione, alia quale sapra giugnere assai meglio di me l'intellet to perspieaee di U. S. Illustrissima. XIX. Mangiano per lo spaetio di glomi quindici; e quanto pili vanno mantiando, tanto pili ancora si rieoprono di quella foetza materia: ma quando sono vieini alia fine det tempo suddet to , vede si e hiara mente, che va cessando ancora la loro fame . E qui egit E pur da osservarsi, che quanto meno prendo mo em di cibo, tanto meno a proporetione depongono di escrementi, e percon se guena a pur me no se ne van caricandor anEi incomine iano a distinguersi perquelli che sono, ed a manifestare ii color proprio, che gi, dissi essere di rosso lavato. Cost, finito che abbiano di prend er cibo, finiscono pure di scaricar≠ e comparistono, non gidi pili quegi' insormi ammassamenti, quasi di fan-go verdebruno, ma persetti Bruchetti, che leggi adri, e iselli sim uovono, vagando con certa seriania qua e ldi in traccia dei sito, dentro cui possiano lavorare la si bella trasmutazione , ed ii maravi glioso passaggio dati' esser di vermea quel di Volatile. Sono i nostri Bruchi di quegli, che s'ineri salidano dent roil ZZolo, essendo vene tanti altri, come ben sa U. S. Illustri se . che fanno altrimenti; mentre a leuni si chiudono dentro un'altra forta d' invoglio, comelia gli altri, certi curiosi Bachi di una Farsalle ita rossa macchiata di nero, chesi fermano con una maniera, e con una spoglia particolare sulle .glie dei Giunco Aequat ico; altri si stanno esposti, ed ali aperto, senZa verun coprimento, e solamente attaccati a qualche cosa di sodo, che li sollenti, come una granparte delle Farfalle; altri, Da l' una e l'altra forta ora det te, si euoprono diuna certa cartilagine, come i Moscioni. Ho pro vato non poca dissiciati, pes assicurarmi della maniera, con cui sermano i Bruchi di queste nostre Cantariridi it lor passamici; ma con replicare pili volte, ed in varie gui se te osserva-etioni, mi E rius cito alfia diconosceria. Uenne mi sem pre fatio di vederii spandere dalia boeea una certa schium abianchiccia, dentro cui si scorgeva qualchehrieve, e de bole filamento, non mai della sermeeteta di quello de' vari generide'Bachi, che gettan seta; e questa schium a medesima ritro vat sempre in copia notabile anche nelle loro viscere, qualunque volta ebbi talento di aprirnealeuno. Io vetia da principio, che delia stella formavano, ale uni una certa tela, con cui impe et tamen te si ricoprivano; altri atquanto tenace mente attac. cavania alle p1reti de'vetri, ne quali io teneati, e sotio vi si appiat lavano; al

492쪽

ehe parea lavorata con miglior se nno, tuita via fovente rompeas, o per lomo vimento interno dei Bruco, O per la propria Dale ZZa, per cui eagione, venen do sorse troppo contraita, e diseccata dat raria e sterna, cede va; ed i bachi in-

tanto sta vansi come rappres, ed intiri etaiti r ne mi E riuscito mai di vedernec ambiarsi di spoglia in questa gulis, se non un', o due, ma in manieramolio imperistia. Osservando perb sulte piante de 'Gigli, che i Baehi flessi, dopo e Dsetsi bene sis mali, calano per lo stelo verso della radice, n8 pili si veggono , pensat, non poter' essi in luogo alc uno peri et tamen te incri sal id arsi, se non dilatio alla terra. NE ho fallito in cib credere ; imperet Oeehε post a final mentene' vetri gi, mento vati una quantiti sum ciente di terra minuta, e ben vagitata, ritrovai dopo due gior ni molli boaetoletti perset tamente lavorati, dentro iquali que' vermi si erano gili rinchius. XX. Sono questi boaetoli Taυ. i . Fig. Io. di figura ovata, schiacciata a linquanto in quella a ) parte, colla quale si attaccano od alle pareti, od at fon-do . It loro color' esterno ε bi anco perlato, come chia ramente ii dimostra laparte ora deita, che non essendo in trisa di terra, porta la superficie sua naturale; dove it rimanente, im endosi, a cagione deli'essere molio umido, della stessa, ne riporta una certa incro statura, ehe lo fa vedere di color molio Ois

lauro. L' interno si onnina mente lo steta; bensi piu lucido , e li scio, comes h pure la parte interiore di tuiti i Boaroli de' Vermi da feta. Non sonoque si noliti di molia consileneta, it che nasce dalla corte χχa, e fragilita, chegia dissi, sὶ della schiuma, di cui si sermano, come ancora di qu)languidi filamenti, che sono per entro la slesia, e che te comunicano quella poca serm eZeta, cli' ella riceve; resillono perb alia compressione delle dita, purch8 si a discreta, e staccati ancora da dove stan filsi , o levati di terra, si conservano sen

eta verun detrimento.

XXI In questi Metetoli se ne sanno i nostri Bruehi per lo sparto di ventigiorni; ed in tanto si lavorano nuove membra, e nuove spoglie, con una organi χχ aetione Si varia , quanto mai, come dissi, si h differente da un Volati- un Uer me. Non ho osservata mai questa, o somigilanti metamorfosi, chexon mi sien esse parule opere vera mente mirabili, bench Esieno delle me no apparenti, e deste men' olservate in tutio thrdine delia Natura. E tanto pili parmi quesia muta Zione maravi gliosa, quanto non eguaimente in tuiti gl'Insetti, ehe si eambiano, la veggo avvenire, anai nem menci seguire nello stelio Inset-to tui te te volt e colle mede si me differenete; eon una diversit perb, che E sem

pre costante, e che non e gi, figlia dei caueo, ma di una elattissima providen-eta. Imperci chὸ in primo lureo la pili parte delle Mosche, demo scioni, edaleune Farfalle terminano questa bellopera in pochigiorni; alcuneati re diqueste in piu lpaetio, come pur fanno te nostre Cantaridi, e la sua Mosca Rosi se-ga: it Farfallone not turno colle ali Oechi ute vi spende ben dieci me si . Poscia in quegi' In Ietti medes mi , che due voltu l' anno tras mutans, ta prima volt a quella tras mutatione si fa in brieve tempo , ma la seconda in astat pili, noni scappando questi dat loro boaholo, se non dopo passato l'In verno. Chi pubdunque mai dubitare, ehe non entri qui pur la gran mano di quella Provide et a sublime, che dispone e muove a milura della bisogna te cagioni, e glie Dfettiὶ mentre veggiamo nel caso nothro condot te due stestissime operarioni inmado, ed in tempo diverso, come se a que' piceoli Anima letti lasse instilla

493쪽

486 LETTERE ITALIA NE

ea una certa prudenra discerni trice de' tempi, onde una volt a prendan si pili di fretia per is bucare, un'altra o tanto pili lentamente si muovano, quanto basti per differire tutio l'In verno a cambiarsi, o tanto pili tardo in comin cino a farto. Fu eo nosci uta, non so quanto perseita mente perb, anche d agit antichiquesta metamorso si , e presso allo stesso Aristotile De Uss. Amm. I. s. c. ip. leggiamo i vocaboli, cne trastatati in latino suonano quegii di Aurelia, e di mpha, co' quali intendi amo lo stato de'Bruchi, mem re coerciti, o contracti, per usar te parole dei sopra et io, quiescunt, nec ullo pacto moυeri se patiantur, usque dum specier destinata perficiatur. Casi Punιo, se. Nat. t. o. c. 26. dove parta della genera Eione delle Cicale , ebbe a dire : Fit primo Vermi intum , deinde ex eo qua vocatur letties metra, cujus cortice rupta circa Dotitia eis volant. E dove generes mente degrans et ri ta vel la Lib. eod. c. 32 me eruca , quam cis alidem. appellant, rupto inde eortice volat Papilio. Sulle quali parole v uolsi notare cib, che alcuni forse non avveri trono, chegi'Insetti, i qua

ii trasmutans, non passano immedi tamente dah'essere di Vermi a quei di Volatili, ma prima prendono quello di Aurelie, succedendo in essi cosi due volte eambiamento di spoglie Imperci oech E di ordinario pochi giorni dap. pol che lasciarcino it cibo, ed ineo minet arcino a rugrinet arsi , depongono laspoglia di Bruchi, e prendo no quella di Aurelia, indi do po determinato spa-etio di tempo forano quella di Aurelia, e lasciat asela dietro diventan volati ii .. Queste Aurelie sono una condietione di animale , per quanto alla figuras aspelta, fra it Bruco, ed it volatile, participando della forma det Iuno, edeli 'altro. Ingannano percili e hi non te olferva con hucin 'esa me; mentre sues parere, che te Aurelie medes me come si stanno vogliano diventare Volatili, Veggendosi in esse ri levate quasi affatio e le Alia e te Antenne , ed appresso quas tutio quanto possono avere liud detii. Mailsatio sta, che tui te te det te parti, te quali su quella corteceia apparistono, altro non sono, se non una co- me stampa, solio di eui si lavorano te membra torta corri spondenti neli 'Insetto, che deve u scire , ed un certo ab Iro , e modelio , se cui la Natura vae organi ZZando con miglior mano renun di que' membri. Parmi, che la mei morsosi degl'Insetti accennata non s'intendesie molio bene da Teorasto, Hist.

Planx. l. a. e. v. ) ii quale disse, ehe i Culici dei Fleo si generano da' Grantali putrefatii di quel fruito, it che, secondolui, da cib si argo menta, quod posse

guam evolaverunt, grana fetibus nulla penitur infunte Evolant magna ex pσrte pedem, aut pennam relιnquentes in pomo. Ici credo, ehe quanto dat medesimo Venne sit malo penna, o pi ede, altro veramente non fosse, senonia spoglia delBruchetto , o pur della Ninia, da cui que gli Animaletti scioglieansi; ma eglici b ben non inteis, e non seppe distinguere, come doveasi, l' una cosa dat r

XXII. La karserra de Botroli delle nostre Cantaridi, de' quali non ho p

tuto raccorne in quest anno, che meo numero, non mi hanno permesso din-

Ieramente appagarmi ne ire lamina delia Ninia loro, od Aurelia. Ne ho ape ii alcunt, ii quinto, ed ii festo glomo dacche erano stati formati; ed ho ri-trovato in ognuno di essi gli anima letti in sembi ante ancora di Uermi, sol raccorciati atquanto, e pili gracili. Aliti ne lagitat poscia it decimotereto, ein quel torno; ed avean que gli aliora deposta la forma di Bruchi, e presa quella , in cui li rappresentano la Fig. s. e 6. della Tav. a. la prima delle qualimo stra

494쪽

mostra la parte dei ventre , t 'altra l' opposta Hella schiena. Ueggons dunque prima interamente sermate te a Antenne. Spuniano queste dat Capo δὲ

ancora informe, e che si sta molio chino , e guardante ii ventre ἔ e rivolgendosi subito atrindietro, a guisa delle corna deli ' Ariete, discendono sopragii omeri, e vanno a finire su i tombi l. Ueggonsi pure te gambe net solito numero di sei e . potate sui ventre stelio ἔ ma si queste , come te

Antenne suddet te sono atquanto piu ri tonde, e piu tumide delle ordinarie , t ut te blanchiccie, e molio tenere, e morbide. Da gliomeri esco nodue ti.

a. Fig. 6. Ali, te quali non ben si distingue se sieno te cartilaginee, o pure

te membrano se, menire non sono esse ancora spiegate , ma in volte , e pendenti su i fianchi, det medesimo colore hianco , di cui sono te attre membra ora det te. It colore pol di tutio quel corpicello si ἡ rosis, at quanto pili vivo di quello dei Bruco, men peti, carico di quello delia Cantari de . Tut-

te queste membra sono cosὶ ri levate e distin te, che a prima giunta mi die-di a credere, non essere gla quella l'Aurelia delia nostra Cantari de , ma lastessa Cantari de ormai quali formata . E per dir vero , ne resterebbe facit mente ingannato chi unque non a veste sat te osserva Eioni , che sopra delle Farfalle, e di qualche altro Animatu Zeto, nelle cui Nin se si veggono, comedissi, rite vate bensi atquanto te membra, ma non mai tanto, quanto te nomstre lo sono . Nel poco numero perb di attre raette di Cantaridi, e di qualch e Scarafaggio, che ho poluto finora osservare, ho v edule te Aurelie tem pre somi glianti alle noli re, e ve dulci ancora dat te medes me, che pur parea no quasi complute Cantaridi, uscirne posci a te stesse a tutia perseetione e dicolor ., e di membra. E Da queste una non meno delle nostre curiosa mi av-venne d' incon: rare gia pochi giorni , speciat mente su i teneri rami delia Ga-lega, o, come volgarmente la chlamano, Ruta Capraria, henche alcuna volta io l'abbia mi anche vedula sopra it duro troneo dei Pioppo. Aneti egii δda notarsi , che rende la stelia un certo odore assai grave, semigii antissimo appunto a quello, che rendo no te tenere boccie dei Pi opposudderto. Non mie riuscito di ritrovare alcun de'luoi Bruchi, essendo gia tuiti a queliora passaii in eris alidi; mi si affaecia rono solamente te Aurelie, te quali, mediantela prima spoglia det Uerme, che non aveano an cor ben deposta, stavano sed

mente attaccare a' rami, come gia dissi, ou vero atronchi accennati. Per non

formars queste net Boetetolo, ma alta scoperta. , te Osservaetioni, che in torno ad esse si fanno, riescono piu dilet te voti, e piu sicure, vedendos da quelle , che a poco a poco vannosi lavorando, e che acquisiano quas intera la formadi per fetii animali, scappar pol iuori te vere Cantaridi, e lasciarsi addi etro una spoglia, che si e una viva e perseita immagine di loro medesime. Sono esse non molio piu lunghe delle nostre. ma notabit mente piu grosse, ed hanno uacerto color rosso Olcuro . Non sara forse spiacevole la loro illoria , ove riescadi potero iservare i senomeni ancora dei loro Bruco. In tanto ho credulo di non

perdere ii pregio deli opera ne ii accennare la distin rione, che passa fra te Nin- se, od Aurelie uelle Farfalle, e quelle delle Cantaridi ; mentre si avvicinano queste alia perset in figura detrani male assii piu di quello, che d alle attre si fac-cia. E cid non accenno io gia a U. S. Illustri A. per far pompa ridicola di ose servaZioni; ma solamente per sar paleis, che nes contemplare la bella fabbrica delle cola create, quanto piu vi s fissa l'occhio, e la mente, tanto pia nuOVe

495쪽

to septa attre schiat te TInsetti, fra quali mi somministrano at presente una euriosa materia i fieri, ma in sieme ancor vaghi Bruchi, che divorano per tratio vastissimo te Foglie di tuiti quasi gli Alberi di queste campagne. Io soggetto in tanto qua lunque mia osservaZione, qualunque conglitet tura, qua lunque opinione alia censura det iso sapere, e deli alta sua intelligeneta inquesta, edin ogni altra serta di studi . Se avrb mai saputo pensare in cid , o dire al- cuna cosa di buono , sara stata questa uti ri flesso di quel lume benefico egrande, che mi ha ella comunicato, mediante gli e sempli vivissimi di tamelue belle opere. Se no, si a Metto delia sua gentileeteta, e dei singolare amor suo l'avvi sarmene, perch io possa rimet termi in quel diritto sentiero, da cui avem per avventura traviato : mentre io non sono gi, di coloro, che preten. dono di non douer' ester corretii; e so benissimo, chemmine imperito nunquam quidquam injustus, Viri, nisi quod ipse facit, nihil retium putat. Terent. Adelph. A. r. S. r. Ma egit E hen tempo, che io lasci di recarie pili iungo tedio; onde protesta adole la mia inalterabile rivereneta, mi dichiaro per lemyre, Dalla Uilla di Sandono li 29. Giusno IIII. s

496쪽

iere aetisne delis Figure delis T Oledella Cantaride dei Gllis.

Figura prima. . Cantaride ne ita sua grande et Ea naturale, attaccata ad una soglia dei Gigli,nella parte di solio. b. Vova dalla stella varia mente deposte. Figura seconda. Antenna, ingrandita dat Micro opto. A. I tre primi nodi, con cui essa Antenna si conglugne at Cranio A. Gli altri set te nodi delia stelia, coperti di sciole, o peli. C. Punia, risultante es quanto dati' ultimo nodo, in cui finiscerΑntenna.

Ala membranosa ingrandita. Figura quartae.

Αla cartilaginosa ingrandita , perche piu apparistano i bucolini k de' quali εt ulla punieggiata. Figura quinta. Due Cantaridi, cloὸ it Maschio, e la Femmina, ne li' atto, con cui tendo noalla generaZione.

Figura festa. Parte di solio dei Bruco delia nostra Cantaride, ingrandita. a. Caruncole, in sembi an Ia di mam melle, due per Og nunci de' segmenti, dat quarto fino ali' ultimo Sono della se stan Ea medes ma de' segmenti, e pareche servano ad uis di piedi. Figura Iettima OParte di sopra dei Bruco stelio, egua mente ingrandita. a. Appendice, attaccata all'ultimo segmento, in cui finisce ii Bruco. b. Insolcature, o canaletti, che periungo quasi suddividonoognunode'laginenti maggiori in due altri minori. c. Forame degl i Escrementi, sit uato ne trultimo Anello, da sui esce lamuellagine, che cuo pre ii Bruco. d. e. Stristia, che pare di color nerq, dat secondo fino at decimo Anello, da cui traluce rinterno movimento deli Animale. f. Capo dei Bruco. g. Omeri dei det to .

Figura ottava. Bruco suddetto, nella sua grande reta, e figura naturale.

Figura nona.

Detto, coperto della mucilagine, chelae dat Forame degli escrementi. Figura decima. Boetetoli delia Cantaride, di figura ovata. a. Parte di un Boetetolo atquanto schiaceiata, eon eui questo sta fisso, dove dalla tanta ride stessa ε formato.

497쪽

Figura prima. Membro det Masellio. a. Punta, in cui finisce lo stesso me natio.

b. Plegatura det mede simo. e. d. Vesci chetta, attaccata allo stesso. f. e. Uaso iungo, ehe va a me iter capo nella detia Vestica. g. i. Uaso minore, che si diparte dat luogo suddetio, eva a scari carsi in altro sito della mede sima. h. Altro Ualo minutissimo, osservato solo alc una volta, chesi dirama dat sud- det to minore, e tende alia stessa Vestica.k. Glandulet te, o altra cosa che sensi, dat te quali spremςsi certo liquore albu-minoso, che giudicasi materia seminale. Figura Ieconda. Gamba delia Cantaride, ingrandita. u. Capo nodoso, con cui essa at ventre si attacea. b. Articola Zione, con cui la parte superiore pili grossa si conglugne at Fusolo

e. Detto Fusolo. t id. Tre nodi, de'quali e composto ii Pie de e. Sito fra it se condo ed ii tereto de'detti nodi, donde n'esce Diio, o Unghiache se si .

g. Due Uncini sottilissimi, co'quali si attaeca la Cantaride.

Figura ter τω

Parte laterale dei Bruco. a. Punti neri, cloE Bucolini, che formano i capi delle Trachee, uno per ei schedun segmento, dat tereto fino ali ultimo. b. Punti stessi, o Bucolini, in numero di due , net primo , e secondo de' segmenti medesimi. Figura quarta. Membro dei Masthio, nella sua grande et 2 a at naturale. Figura quinta. Parte di solio delia Ninia, o Crisalide, eo me su da me osservata nel decimogiorno dalia formaetione dei MEZolo. a. Antenne delia stes a rivolte ass'indietro verso degli omeri. h. Capo della medesima, chinato Verto dei ventre. c. Gambe rit ira te, e potate sui ventre si esto.

d. Sito de'Lombi, dove finiscono di cori earsi te Antenne. - Fisura Iesia. Parte di sopra della predet ta Ninia. a. Sue Ali, ancora raccolle, e polate su' fianehi. Figura sitima. Uova delia Canta ride, ingrandite.

498쪽

ad quos LAURENTiI PATAROL 'solae scriptae sunt,

qui ad eum responsa dederunt .

ANtonius Astoreus Ducalis S. ΜARCI Basilicae Canonteus.

Antonius Locatello. Antonius VallisneriuS.. Apostolus Tenus . . VBernardus de Μontiaucon Congreg. S. Mauri. . 4

Christianus Gottileb Schwaretius Prosess. Publ. Aliors , .

Ioannes Dominicus Theupolus Patritius Venetus. Io. Iacobus Scheuchzeriis Μed. & Mathem. Profess. Joannes Poleni Marchio. Μichael Capia larius Abbas. Nicolaus Bonus I. U. D. Otho Menkenius. Petrus Caterinus Zenus C. R. S. Petrus Franciscus Torniellus C. R. S. Pilumnus Abbas Pilumnus Beslunensis Canonicus. P. Tournemine Sota JEs V.

ri leto C

SEARCH

MENU NAVIGATION