Raccolta di varie croniche, diari, ed altri opuscoli cosi italiani, come latini appartenenti alla storia del Regno di Napoli di Pietro Giannone. Tomo 1. 5.

발행: 1782년

분량: 399페이지

출처: archive.org

분류: 전쟁

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α68 N AR IN ELLO sotto altri titoli, ehe ce lo prosperi lo Μagno Iddio luna gamente. con esstario alta Monarchia deli Universo havenia dolo sin hora constituito soprano Re, e Signore dei mag-gior Imperio , che fia stato mi talia creazione det Μω-

sino a giores nostri. Fiae des compendio det Dominio Esi Numit .

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Citth di Μolsetta panno det Signore isa'. quando furono melli a faecomanno , e rovina da Parieggiani di Francia, Mncth portino seco materia breve , e succinia, nondi-meno Ι' origine di quelli, i gesti, e traitati de' Cistadini ἰi quali alleitati talia vendetia vi tennem mano, e di per sone istigate da totoro coli' apparato, col quale vennero a saccheggiaria, faranno n latio degno Hi effer rapportato a Posteri principalmente deli' istesta Citta ; perchε se coloro si poneranno avanti gli occhj quanto importi, che ua Cittadino comines beuehὰ da schergo ad oflander I' altro, bilanciato it principio ces fine. della cola, attenderanno allaquiete, e non mischieranno te cose pubbliche con te private principale destruetione de' Regni, non che d' una piocioli1lima Citth. Ma perche questa narragione appo diquelli potrebia a me recare non poca invidiae per non avervisto i nomi loro glammai , nE di quello piu presto, chedi queli' altro su te carte; credo nondimeno, che ben ruminate te core da dissi, conosceranno non esser oblivio colui, che strive notar altro di quello, che sia necessiri, per chiareeteta dei negoetio . E chi ben s'avvede a coluis' attiene largamente, it quale havra fatio se scorta, e guida dei vero .m e se ta per conseguirie dicessi havervi po- ει ogni mio studio, predendo mille volte con molia dili- geneta dalle bocche di molli Cittadini , i quali o vid dero, Q. parteciparono det fallo i o pure tengono fresca memoria de ptu importanti avvenimenti notati da quelli co- . me eose degne di ricordo accadute in vita loro, non vo-glio mi si porga da questo sede, se la corrispondeneta dei

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'3 o MARI NE Isatis nol somministra; e mi credo che in lal garbasi ve-dra la verita d' alcunt, che prima ne strissem, nὸ quin-di mi si dara it nome d' arrogante, perche non vi e chinon riceva per piu vera la retarion di coloro ch' anno υ, sto, e patito la maggior parte dellet cost. mi si dicaeli' ardilco di scrivere quelio , che tant' altri de' nostri odismisero, o non curarono, e che con Maggior lacondia come piu dotti, e con . verita piu certa, come pia vicini at succesIo l' haveriano possuto metiere in luce; peresse liri sponde et, che non υ voluto esser ripresse di tra scuragis pine, come meritano coloro, quando non pure avegeti a Budj gravi, ma dediti alle polite, e come dicono humane lettere sono stadio a se stessi, non che assa Patria loro ingrati, michδ non la celebrarono come poterom in millem uodi, essendo certo, che una impennata β' iri chiostro davita a quante cose hanno te visunde loro dati a Natura. non che dagli uomini, i quali falli una volta preda della morte, resteriano dei tutio estinii, se la penna degli Scrit tori non .li ravvivasse . Μa non fia vero . in' io 1' abbi presio per dar tara ad alcuno, peri. hδ serebia un laticiar dardi contro ait ' Ombre , o pure ceream nome s pensierudet tutio suor di me in dalla detraetione altrui: per x lasciato quello, che potesse per avVentura riuscire ad alc uno tanto men grato, quanto in questa arte pia necessario,vengo alia descrietione de' successi . Dico ad unque che eLsendo stata la Citta di Μollatia, polche non si v ede altra memoria, governata sempre come mi giova credere , da

Nobili, e Popolari insino dat suoi primi Fondatori, i quali furono seeondo ii deno d'scunt gentit' uomini Romani, eis spinti dat venti , e dati' onde marine a questi nostriliai dilificarono la Citta per non seguire di nuovo alia Vol-t' di Traeia it Magno Costantino; e che ad esempio della lcro antica Roma per Jostent Mento della quiete mi- schidido it governo a quel 'modo it ferono popolare , anetia tale che Ι' autorita de' Nobili non sermoniasse ali' oppressiondet popolo, volsero, se mi vien concesso di cosi assermare,

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ii suo Configlio da dodici Nobili, e venti quattro popolari; benchε iusse dom nel x3 . a tempo di Giovanna Prima pareggiato ii numero. JHa variando te cose ces successo det tempo si v rid ancora lo stato di. 'uella Citia, impe-roechε 1iminuite te faciat1. de' Nobili, e talle massarietie.

e continuate. industrie, accresciuie quelle de' Popolari, po, chὸ non seneta dissiciata comporta altro modo di vivere ilPaese, comincib ii Popolo a poco a poco a resistere algO- verno de' Nobili, te indi volarno. anco occupare ii luogo ;perchὸ nel 1 - . ottenuto dat Re Federico di nuovo ilnumero di dodici Nobili, e ventiquattro Popogari nel reg-gimento , e si mise tanto in la che te deliberationi o succedev I amodo de' popolari, o fatie a gusto de' Nobili non havevano te debite essecuetioni , non senaa gran danno dei publico e disordine delia Citta, perchξ si satio procedere causo mille disiengioni, Si indi si ordirono molle tr

me , sicchὸ si proruppe in mille insolenete; e se voletsi mocrenve alle scritture dei pubblico, molli des Nobili sorse per imitar Napoli nelle sue aetioni, o pure per atterrire it Popolo , a tenerio ira due , e di l 1 spingerio alte v glie loro, tirandosi te schiere de' Cittadini armati dietroandavano di notae per Ia Citi, replicando con clamori vuva il P Sc il buono stato, voci come credo di parti,

e concitagioni , perchὸ non furono accella te da quit delgoverno, anZi surono publico testimoniale dei contrario v ter loro, Si ardi rei'd' assirmare che si causavano dalle guer

io studio delle laetioni diedero a quei tempi nomi non mea celebri, che pernigiosi at Regno, e sorse i nostri lo piglia-rono da' Napolitani, i quali nelle perturbationi dei templ

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3 α M A n I NELLIaali' Messe Seritture metter Hori, quei medeati , che -- cevano Melle commogioni furono con molii altri di la apore banditi dalla Uilth, e Provincia, essendo anco dopodeli Bando successa per mano de' Cittadini la diroceaetione det Castello, d'onde fi cagionb, che durarono queste mosse sino a tempo d' Alsonso Primo , da cui s' ottenne Indulto con pagamento di buone somme di danari. Trasportato a questo modo ii governo pia, e piu anni, e prima,

e pol di questi tempi infino at giorni de' nostri Avoli , labcbilia per ridurio ad alcuna quiete , e metter modo , e freno ali' audacia a tale a' avvedesse clascuno quanto

importa it saper conoscere la condietione det suo nato, pigi id pensero , che segnalasse ii numero det Regimento . Fu la cosa da principio giudicata di . molio dissicolla , principalmente perchE si doveva traitare appresso di Re , e Reg a di molia grandegeta , come era it Re Cattolico , e la Regina Giovanna sua figliuola, dc eranpoco i nostri Nobili conosciuti in quella Corte , essendo ancora tutio diverso dati' hodierno it muodo di traitare dique i tempi per ii continuo guerreggiare , che c era latios no ait' hora net Regno: ma destinatovi final mente Herrbeolo Passam come ad Intendente dei, maneggio , e versato atquanto in quella Corte, e datone cura a Tomλ Coleti deni ro la Citta is la tausa controvertita dat Popolo con. molia diligeneta in mille parti hora con l' antico possesso, ε innumerabile, hora che la disparia des numero faceva qua he resisteneta alia poteneta des Nobili , taphora che s originarebbero mill e disturbi, e che quella parua havreb-be arrecato a Nobili accrescimento di reputagione , e depressione es Popolo . I Ministri Reci con prolungare lun- eo tempo, l'espedietione diedero aneta at Popolo di fare a Nobili es probminione di poco senno, e manco valore sotio Varie sorte d' improperj; ma otaenuto at fine quanto si de-sderava olire ogni es peltaetione popolare, ita ali' Erricolocome di soruma autorita, e riputagione, cossi ali' incontro

-- . . . se

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SAcco DI MOLPETTA 373 se ii eonchb grandemente ii Popolo , imper che li parve esser de iduto dalia sua grandegeta, haver perso quel figurato suo dominio di tuita la Citti ed ognt suo poterepressocyὰ estinio tanto' pili, quanto un lungo S reto menorihebbe ii numero di prima , e li su stabilito it contrario da S. Clemente Regio Ministro neI x6. di Μargo Isi 9.

Laonde rivolto a cose nuove quelio , che non ii succelse per una strada, tentb per un'altra, chimerietetando di ρο- ter far molio, come di magetior numero, se non nel R

gimento, almeno negraltri assari delia Clita per il serui-io della basb Plebe, percise era colei insino alla iaccia delvolgo honorata col nome det Popolo, come un nome mol-to celebre, e da popolari inalgato sino alle stelle, macon molia loro indignit, concessio : aneti eram venuti a tale maniera, che riputavam indegno di vita chi non era popolare , it che gionio con P impetragione delia parita dei Regimento fu causa, come vogitono, che fasse ammaget to Erricolo con nuovo esempio d' ingratitudine , poiche uno degli uccisori avanti era fiato a sua intercelsione ia lasciato da Magistrati in vita. Diede questa morte, corache immerita gran cordosio a Iutta la Citta , e la planta da Nobili con molle lagrime , e per ii meriti deli' uomo , epet desiderio, che lascib di se a tuiti, quindi non era miraduno di Coaseg io seneta varj accidenti di dissenetioni.

Piacque una volta domandare es Re la confirmaetione dei Privilegj, e come cosa di molia stima , ricercando persone gravi d' ambedue te parti , essendoche deri' ussietj cosi gli onori , come dei pesi seno di tune due comuni , faprima per li Nobili delegato Evangelista Lepore , ii quale per aver persona di conto appresso di se attendeva, chelo scrutinio popolare riuscisse a suo modo. Μa Quintili no da Luca Principale dei Popolo tirando l' elegione allelae voglie non volse semire, e venne a tanto', che s'aU- vento addosso a colui con la mano armata per colpirio , gli astanti ammirati dei successo lo notisono , e sermo, che

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elovanet to aguetrando i penseri a cose maggiori non per- mette, che restasse ii fauo in vendicato; ma essendo dat lanatura impresso at Popolo , che a guis a delle viti manda a suo tempo i getti suora, dopo aver fatio iungo traiieni mento, bis gnb che mestrasse, come in campo maturo quelche di dentro celava. Cominciato at cuni di quella fagionea tener ridotio borbottando varie inglurie , ordinando varie besse contro i Nobili, conduce vano spesso molli dilrinfima .plebe dispartiti per te strade, e piaetete. per la Ci ta a dirgli degli obbrobrj soppresso it nome non curando che si cagion assero scandali, e che un di farebbero itati cos retti a meiterne conto , erano da si fatii progressile diseordie salte gia ereditarie sollevati gli animi contanta alterinione , ch' ogni minimo accidenti gli era occasione di mille contenetioni. Αυνenne neli' anno IS 22. , chel' Imperator Cario Quinto diede Μolsetta in Feudo a Ferrando di Capua Duca di Termoli , e si doveva traitare fra tuiti 1e dovevano ricevere ii dominio Baronale , alche si di ede appena principio , che si venne alle commOetioni ; Ι Nobili non accellavapo quel dominio appoggiati alia Bolla di Papa Urbano VI , nella quale s' ordina, che .la Cili1 sia sempre net dominio Regio ' cosa della Reina

Giovanna prima, che regnaVa a. tempo S Urbano , comedet Re futuri ; e sommessa , o pure ed altri donata non debba a coloro dare obbedieneta; e si saria decretato dati universat ridotto delia Citth net Vescovato, s' uno de' po-popolari col mettere ii nome di Duca sulle grida , e lamano sulla spada non l'havesse interdetis, imperocchh al- cuni di quella faria seguirono raddoplicando quel nome, in tanto , che atterriti gli altri non resto chi contradicesse. Questi efferii iurono come caparra dei Popolo d' aspi

gare e che di di la Citta rieadeva ad irreparabile rovi

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la Citta , e se gli decretarono tutu gli honori , e debitidi rivexeneta, che da Vassalis si deuono, e fra Ι'stri, che fuste ricexuto solis it Baldacchino portato da ire Nobili, e tre popolari come haegi ancor cosserva nes primi imgressi de' u vi Signori . Λli' hora it Popolo accreato dasa'sa ambietione cerco subito la destra, e precedenZa, eolae non meno indegna a semita , che inglusta a domandarsi . Fu alla preseneta dei Duca con Varie rampnae messariue ita petigione sulle conteis , ma quel Signore per togitem .il contrasto escluse gli 1 letti, e chiamd i Gentit' huomini di sua Casa a queIl'ussirio. Ι Nobili vita Petito per e ser stato Brrogati Gentiluomini ut' occupatione di tutato it tuom, con pungenti stimiai di parole rinsacciavanoal Popola, che non solo non li conveniva la destra, ma iameno parte alcum di quei honori, come dimostrava la semringa per bocea dei Duca ricaduta in favor loro . Sopraqueste alteraetioni vi fi faceva cumulo reni glarno d' attre infinite per te guerre , che ali' hora erano in Italia fra ι' Imperatore, e Francia collegata con Veneaiani per ii Regno di Napoli , i uni rimproverando ait altri: Dai de ii , e dat falli ch'ora Dusti erano aderenti di Sparna, hora quei di Franciae licchE s' arrivb ad attribuire in tutio l'aderente Franceii a Nobili , e 'vindi se dovevano i

Cittadini essere alia custodia delia Citta non si coitimeti va a Nobile , ic ina edittamento commessa flagando gdodj conceputi mostravano dissideneta , e v' era surro aishuomo det Popolo con indignita grande, intant he di notate , o di glomo che si girasse da Popolari at dis otio leCase des Nobili, con clamori gli gittavano a faccia it no- me Statisino , e di Francese , voci a coloro di gran com logito, e di chiata induetione , che iussero stati det tutio intenti per ssogar l' irema i soprastanti mali, che sequi-rono l' anno is et 8. peρ la venula di Leutrech ali' assedio

di Napoli, tennem l' universale delia Citta 1bspeso, et M

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quello che piu importa di xisse di Cittadini cercando quietare solio quat svoglia di que' Dominj ijego a II. di Mar-go te bandiere di Francia , e quelle delu Imperatore a T. di Settembre dei l' anno istesso, ma dileguato i pubbliei mali con la morte di Leutrech, e col dis iacimento deli' Ese cito France se sotto Napoli, ne restando per questo libera- . to intieramente ii Rea me dalle calamita della guerra; imperocchε alcuni capi di quell'Esercito raccolis di nuovo genti hau evano presse varie Clita, e tumhi in varie Provincie det Regno, sicche si sentivano molle sollevaetioni, em imenti; onde si cagiono , che si rinovassero nella n stra Citi, piu agramente i precedenti assanni, sotio pretesto, che i Nobili sequi vano Ie parti Francia. Si comin-cib da Antonelio Bove Popolare eminente fra ques Litradini a Rugaicare in qualche modo coloro, che quie lavan imperocche Frario della Duches a di Termoti ossicio nella Cilia di molio conto di vita ciuile , intendente dellebuone lettere gionte ancora in parentado con Nobili ast to, ὀc avertente , e secondo la condietione di quei tempi, e deeli artati delia Cilia dei rini della sortuna , non po- leva semi re t intendere ancora , susse universale , Se antica terge, ehe i Nobili sono maniori de' popolari, perche pareva a quella sua grandeZZa uno os acolo quel no- me di Nobile ; onde cercava a tuiti i Diti annichilario, sicae ardi per lettere , M opra ordita da lui per l'ultimo crollo delia vita dar nota a molli de' Nobili appressola Duchesia in Taranio tui messa in salvo per te guerre,ch'erano per rivoliare la Clita a' Franceli. Colei sapendo quanto internamente erano odiati i Nobili, e principalmente dat suo Erario , secondo che da molli ragionamenti hau uti net suo co*etto haveva molio chia ramente udito, . di modo che l' hebbe a dire a Salvatore Candida suo la- gliare , e nobile non men generolo, che modesto , risem

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SA Co m MOLPETTA . 377tendosi deri i andamenti det Bove, che l'havrebia portata un di ita testa di queli' uomo, tanto formoni vano i fur ri, e I'ire; E Uedendo , che ii rapportamento era di mol-ta gelos a per meiter qualche freno afle vcglie de' nostri ne chia nab molli a se , ma coloro non satolli piglia ronoda questi iratii occasione di far universale uceisione de' N bili , conste de' ribelli , Se indegni di vita , e toglierne intuito ii nome dati a Clita ; argomentandone due per loro ottimi essetii prima che si sariano tolli via quello,s ecco da gli occhj, e pol che non digli,sarebbe stato dato gastigo: anetichὸ doveva dippiu essere accellato it fatio dati' Imperiali , d' onde per venire alle mani non cessavano irritarii addosio ii volgo con mille besse. e derisioni; onde averti ti, che i Nobili si riducevano intorno illa Doana , gludueando, che tyi da due parti astaliti a un tempo non do-Verne campare veruno: Pero stabilimno e tempo e luogo,

d ' Onde potessero ram nati u scire ali' assatio, e fattoli Capodella mischia Giovanni di Mincio , e Fratelli , ancoracha Nobili per sare cosa grata at Bove tor ricco cognato in dusiero parte degli risia litori in casa loro , e parte in in Rodi Ludovico dii Luca sopolare molio civile , riceo , edi seguito , ed animo sed ietioso , e gia parente det Bove,

come poste ambedue a tenere in meeteto la DOana , Se a tale fine I'asialto improviso e repentido , tennero nascollo con molia diligenta it latio insino di voler 1rmare di pie-πα, armi che factimente solio te velli a occulta Neli' hora adusque e orno destintio volendo imitare M Uespro Siciliano i i Fratelli Mincj accompagnati da un Pa dre , e figlio dei Colaniit, in da uno de 'Capriati , e da molli altri rusticiodotati di granc reta. di eorpo , e di

do atringi u verso it ridotis per la itrada della Mente, ementre pensano mo strain parieggiani deli' Imperio con levoci Non met tendo cura a quel che dicessero chlamIro no ii nome di. Francia a gran trida , e per dat attren

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