Raccolta di varie croniche, diari, ed altri opuscoli cosi italiani, come latini appartenenti alla storia del Regno di Napoli di Pietro Giannone. Tomo 1. 5.

발행: 1782년

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분류: 전쟁

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a 8 Μ R IN E L L Imici terrore 'e,col terrore mettergit in fuga, e nella fuga a tiri di pietreisucciderit,ma i tacibili arguendo effer movi- menti popolari contro di loro , ercitati da quelle voci alladiissa', come cono animo grandiolo se gli lacero incontro, ancorchd poclii' contro numeroso liuolo cosi con valorosa resistenga ibitentandoli con queli armi ,-che gli somministrava la tortuna, e con te pie ire istesta che l'erano tirate da ne mici, insino a cheis pravenne armato Alessio Magno huomo del. Popolo, ma molto amante de Nobili , e non curando pigliare qualche percossa si feron avanti con tan- to emptio, che li misero tuiti in fuga con molto lor danno, e VergOgna mentre da Franceico Gilao simit mente .popolare erano liate tirateia pro de Nobili de buone Iaia

sate da sepra i titti rim proverando con te voci at popolol' iniquitὶ dei latio: itenero pero i Nobili olire dei m-gno, e di quel Frances , Giovanni de iudieibus il Dottor Diomede Rocco Lepore , Galante Galaleta Manilio Rufoli, , Oraetio figliuolo di Gio Antonio Volpi cella , alari pochi, i nomi de' quali non ii ricoriano d1 vecc ,

sebbene furono tuiti, come es antica. N9bi A corsi per vir tu notabili latio gia chiam dalla loro es aliaet i Ina , nesta quale vissero , e dove farono dat noliri Prinei pi, cornem erite volt inalgati . Ma percha ta la era iri C. Iadiai , e te inpre la peggio nelle discordie Civili cena con loro , che tredono,di vivere , quei di Ludo ico non ulcircino suora, la causa, che si tusse non si la , sebbene phi te nassiegn 'io, auri unliono the conceptrono animo mi et Ore, altri che dubitarono det valore, e coraggio' de' Nobili, 1ono di coloro, che dicono che non it volse permetiere ilLudovico , altri perochst restam aingannati. dat tempo, benchE il detis di cinoro non pare veri limilci quando ilridotio di coloro era listio it campanile, do ve eglino p v3no essere piu deli' auri certi dhil hora, e dei tempo pre- resta rono i Nobili atterriti da tale intuito, e non .u dava I' animostaneocch ributiati ivinem iei di ritii arsi in Digibaco by c oste

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eontervo in Casa propria , altri ne ridusse salvi a casa loro quindi i Nobili per pigliare et diente a tali loro osi ista vano in casa toro, o si riduce. ano a Casa d' Anglo-lo Porticella, o pure det Dottor Diomede Lepore, d' on-de i Popolari attendento suoi primi'peniteri plantarono vn de' giorni te artiglierie per buttare a terra lamCala di Porticella, ma lo disi nes ero per megeto de' neutrali, comeanco ii volemi mei ter suoco: benchὰ la cosa den' artigliarie volevano at cuni iusse fati a per ditender la piareta daqua l che assalto repentino , che suile stato dopo quesio m

pando d' ira & attendendo come .savj e tempo , e lusogonota vano non meni lievi, che i gravi accidenti det te eose. Avvenne per mans di gius tala iuste mandato alla morte uno M' Nobili lallamente incolpato per trame de' Popolari, come rebella, inletale at suo legittimo Re, emia'c me d' ei latio importante, cosi di molin elagione a colora. Ali horae. i Nobili messi lalla considerarione. di tanto succesto consultorono a parte conogni diligeneta con I pes maturi di vita, e di conlegito in simili maneagiamenti alti,ti et perti, si chiasirono che li soprastava da sestenere perogni verib un culmo d' astanni per mano de' Popolari, aeo. si con la quiete , come con perturbaetione Gla Patria ,l'amore delia quale l 'haveva satio iungo tempo dissimulare., e somire , perd potio in bando ogni pensiero che lipotesse rastrenare si butta rono ali' ingiu come da alto precipi sio. e di parere d'Angelo Porticella , che tu anco det to Brattamondo. e di Gio Antonio Uolpieella li laseio det tutio la cura a Giovanni che divisas se a lor modoquello. che pillea farti di pergio, alia contraria fagi Ine . . Muindi melle sol tosopra te cose divine, & humane viola ti non che alterriti i Μagistrati , e.Rettori di Giustigia . . t b b a m e per-

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e perturbato it tutio di edero ait' armi alta seoperta ; buttui guida e capo loro ii Dottor Diomede , & a primo scontroquando la calca dei popolo era per la piaetet a pili folin lidi edero dendro, e messa in fuga la moltitudine .s' ita rigetarono contra it popolo di pili valore , e fatione undecipriggione sino che s' inventasse ii muodo di esterminariis ono mel si nella fossa che si v ede a piedi delia Porta dei la Chies a dei Salvatore , ὀe ancora che fluit uesse ii po- polo come Conscio a se stesso , anai quand'era pili frequente non dubito ii Diomede come coraggioso usarii dis preggio tui viso, e corse col suom nelle mani per abbrue- ciarii, ma duoi de' nobili vecc e di ris petio della Famertia Lupis, runo e l'altro ueli' Agno latio de' petii lo

rono queli' impeto, laopde traiti di la quei miseri come incolpati d' infiniti misistit sumno dati in potere de' Nemici, ehe in Barietta di moravano . It popolo eomechὸ prevaleva net go verno seti'ombra di. quiete disposse ii Comune a pagare in redenetione di coloro summA, che sulla notabile , d' onde nes petii de' nobili si concito seegpo M iram ggiore, ma da questi rumori nata per ii contorno lun-ga diceria, e gran bisbi io pervenne ali' orecchio d' Alarione Ministro di guerra per I' Imperatore nella Provincia, e si levo fama che dovea venire nella Citta a castigo de romorergianti . I nobili dubitando come avvenne d' essersopralatii dat Popolo s' havessero voluto stare, a giudietiouseirono suora, non curando dare ali' Avversario luogo di. xsogar i contro a lor voglia; imperocchi quelli non viae nindo chi l'ostasse, o rinlacciasse cosa iacum havendo it Tri- nate libero, , es pedito a lor modo fra I'alire cose alla preseneta d' Alarione gli oppostro che se dimorato vi suia iero haveriano dato la Citta a Franceli, ma colui comesavio li ris se , che credeva queli' opra douer essere plumesto dat Popolo, polche aveva chiarito I' animo suo quando stelaro alla mana per ammagetare i nobili conis ine Disit ros by GO le

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SAcco vi NoLTETTA invocare ii nome di Francia, perche questi nota non fiehiamano se non da chi uuia seguito da devoti doro, ne is,li sate ero opposti i nobili se iussero stato devoti de' Fran. reii, e quello che e piu i popolari se sessero stati Imperia-Ii at rimpombo di quel notae non sarebbero ingrossati a

tanto numero contro i nobili, ma ii continuo assirmare ditullo it Popolo eoi non v' essere chi ribuitasse . i' accuse , beneM eavillatione recb tanta sospeaione negli animi de' superiori , che su credula, e ne furono i nobili dichiarati Ribelli , e confiscati i loro beni. Gli ustiti' vedendosi pinoma dei Popolo nemici deI Uro legutimo RO e suotidella Patria, e non essere a loro quivi ne tuom, nὶ ter po di dimora , e quello che avanetava il tutio velevano laloro vita Eoosta a mille insulti de malevoli. Laonde eratio neceisitati in Ogni mom appigiliarsi a conseglio non s no, M agi i animi loro ingrato se gia conveniente alia sor

uel si Sergianno inracciuolo Prin ipe di quella Citti era

pitant Imperiali poco conto di liberarii; it Dorior de Lepori, & Angelo Porticella semiti da molti gionii a lori,

in amista, e Parebiado; ordinarono tante, e si falle cOse,. che entrarono at serviggi di colui, divitandone a tutii ipa ti, a qualuoque s' appi lasse douerne avere protegione delis persone, e penseri toro; ma dichiaratosi colui per Francia dom l' cupatione di Fondi satia diari, e dat Gaetano vili uolo dei Duca di Traetto , come mandati da Leu trech . ia esses . stato mi Cereps solio , Capua a tempo, cheli disiece v eseretto Francese setto Napoli, verme segesto da mitti con l'armata Venegiana si trenta Galere solio Ia condotta di Pietro Lando in Barteria data a Fran-

si insim dati' espugnaetione . di Melfi, dove serono pol testa tenendo occupati molli Luntii ψ e Teire inlla PueliadaI Monte S. Angelo suo a Terra d' Otraato , iacendo la

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MARI NE L L I aerra con gli. uomini det Regno , e serae, delle Provinacie Ottreche ricevevano i Rebelli di Celare , e tum ii ed ii di veni ura quali sequivano v g Tra per rubda re: d' ondeHera molto miserabile la condition det Ι'aele perle varie rubbarie, prede , ta te , bc incend j', che legui- vano da clatcuna delle parii ; it che tanto piu's accrebi per i arrivo di queli' armata aspeltando a lietione , e perturba zione margiore, e Minetia piu de 'alm limendo in inellari 1uoi tuomiciti : ma i Popolari credendo- .d aver: into mon cellavano dati' c se des rimasti nella Cilia e principat mente det te Donne. espribandoli quella viduita , confitcaetione de' Beni con ulcirii di bocca molle pariae plene d' indignita .'Ali' incontro coloro che dimoravanO Rppreiso dei Principe havendo l'animi intenti alla vendetinio terono piu volte conlapevole' delle cole accadute ne la

--v i id qualche quantita

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SACCO DI MOLE ET TA'. 383nὶ supplimento di gente , onde come mal sicuro giudicare che sarebbe stato egit neeelsitato ben prelio parti rodat Regno. Ιl Bove benche dat principio l' have Se dato con letistere intenetione di darii fulsidio , non curando che ii ve-delia ribelle, mutata la di manda , mutb aneli' egii pensiero dubbitando come ad aggiato Cittadino de' suoi danni , ne fece piu conto d'alire lettere dei Principe . Quei O tra tuo gonfio si futamente trianimo di colui, che li perlua deva d'esser egit moderator dei tutio, e che volgea ognic a non che quel Principeia suo modo , dandoli vanto per la dichiaragione fana contro i Nobili gionio condita

morte di Candida , e di moli' altri seguita di Febre in

cui crede va haver anni hi lato quel nometa lui tanto .esos I. I Fuoraiciti pialia rono da qua calione , che s'avvaloUL 1ero l'esecvgioni, concitando colui contro it Bove, e comtro tutio il polo, ina sapute quelle prattiche da' Nobilidi dentro recitati come da punetenti sti moli delia ricorda-Zione della morie legulta per mano di glutilata, come SE

deito Aontinuarono quei traitati: colanto vale uti mal elem

pio , Sc opra uminal principio con animi mal composti ,& intelletti depravati, pone vano celat mente te lettere iaun determinato luogo, con te quali in anima vano, e selle citavano i fuarosciti a far ritomo Se alla venietia det Pota sese, 6 indi ripigilate te ris ste ordinavano tutii i me Zeti possibili per arrivare . alia line de'peo ieri loro. Cosi ita Pa ii manegato delle cole, quando al. Prinei maneando in Bariotta frumento, e danari lana' altra speranga diruoecor Io determino venire at sacco delia Citta perb vetto va-gliaIa, e per munita per alcuni et torni l' armata secondriche Pera permesso dalla condietione de' tempi , mei visopra alcune bando di Sol dati, e con elii loro Federico

Carrata, e li moliri suomsciti, dei quali alcuni partecipa.

affonto per Auditore, Sc it Porticella per Margiordamodet Principe, ii sece intendere, che si mettessero in punio

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. MARI NE tvr per venire sopra l' aeque delia Citta a i 3. Lusio glomos eguente alle proviggioni gia falle . Ma it Porticella esteanuato dalla vecchiaja , e dalle molle cure delle discordie etivili incappo a quei glomi in una lieue , e lenta febrecte i diede. calione di non venire con gli altri , e per-ciae t animo era. pleno a colino fu di mel tiere che riveri con mille ricordi &ies eguiste con la lingua quelio ,

memorandolv hqra l'on esse, hora Pindignita della dissimu-aetione, & hora la facilla delia vendetia mille volte lipropole t utile , che dovevano consequire dalla vittoriala. quiete, che indi dovea nascere nella Citia , e l' autotaia , e maggioran Za , che dovevano acqui stare sopra i po-mlari: pigilarono i nostri gran animo , e con gran contento Uemvano contro la Patria lora inanimando i Soldatia menare valorosa mente te mani, e rincor indoli della rie-ca preda, che dovevando faretnella Citth, solo it Principe flava sepolio in una folia nebbia d'Manni, nE aveva Oggetto alcuno, che it rischiarasse, si vetava privo det suo itato, e de' uoi ni, inimico, e Rebelle dei suo legitii mone, e natural Signore , e seriatiore delle Parti di tale, clienon ancora: l' havea quat animo teneste ver tui fatio chlaro, ὁκ in tanta strategra , & annuitia di vita, che se volea atquanto quietare i Sidati, che poco mea tumultua-vam, che li conveniva metiere a .... ό amiche, o de-gli amici sint. Fra queite dispolietioni d' animo partito dae Barietta at deliinato giorno delli i8. di Luttio dei l ' anno I say. sul far det glorno comparve Parmata sopraxi 'acque dellae poyera Citta , la quale stando ancora su i penserides te dileordie eivili, e standoli sui eapo l' armi ne micta Rima Ua queli' armata un giuuera e qstasi seordita dat te ga

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dalla quale mentre utene it trombetia a concederii ch avesse voluto arrendersi prometiendoli quiete, e buon traN tamento , cosi netl'entrare , coine Mel dimorare, che do-vessero far te genti nella Citta, perchE il deliberare sopratal dimanda pendeva tutio da popolari intenti alia comin-ciat a briga delle discordie civili, e secondato in qualchemuodo da Ferrando di Capua naturale gia deli' Illustri, e Giovanetis d' anni I 8. net governo , ch' egli teneva nella Citta nelle cose di guerra d' ordine detrΙmperiali, non vol-' sero altrimenti arrendersi, quanto non parve nὸ .anco ho- .nesto at Capua ad una semplice voee d'un Trombetia Sapri r te rarte a Nemici, e non esperimentar Prima qua to da tulte due. te parti s' havesse neli' armi potulo, ondeli mostro animo grande di voler combattere : ti invero a' avesse rivulo est' ora appresso di se , chi seruito havesset suoi pensieri, e quel suo valore, che lo se pol chiar a tutio it Μondo, sarebbe forsi successo it contrario diquello che avvenne, colanto importa ii governare una Citta divisa, Indi denungiatoli la battiaglia con alcani tiri di Cannone, de' quali sella fronte dei Torrione det Porto n' apparono ancora i vestigj, mostro la Citta di responderi con certe poche botae d' una bombarda di Ferro, o perl' inesperieneta det Bombardiero, o perchξ la Citta era malmunita, e seneta palle, o pure percM per opra di qualch' uno erano sempre d' effetio vote. Ιnemici avertiti dei fat-to li parve buono rhirarsi atquanto in alto per prender colcibo vigore, e di Ia pol entrare neli' adesto con miglior impeto, e forete maniore. I Popolari a vegeti a quelle lo

to con li clamori a gente inerme , te a repolo imbelle delia Citta loro , .giudicarono che l'armata da quelle lororisposte havesse stimati i muri della Citta in un certo modo impenetrabit, , e che dissidando di nuovo assatio non

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che delia Vittoria si partiva allegro , come se ii flaride' nobili di stora hau esse satio riuscita vana, e senZa .eLfetti, corsero a dileggiar quei di dentro in mille modi,d'onde dandosi animo di resstere a nemici sopra it Molo, se tornassero di scendere in terra, overo insultarii diei rocon te barche se vel eggiassero in alto, con pensiero, e fat-to non men ridicolo che temerario dat Muro dei Vesto-vato soprastante delia Porta dei Molo calarono dat te scale, alle quali prima che vi mettessero sopra i piedi i Cittadini uenne gia I' armata est' improviso, e non ς opponendo alcuno furono guad agnate da nemici , ic insieme con testate la secola Porta debMolo di la a poco: da loro aperta d' onde ebbero patente, e sicuro ingresso molle squadre , molt' ait re sagitendo per l' Antenna de' legni si milem sopra it Torrione dei porto, e sepra te case dei Vesto vato , e d' ait re ivi vicine , e sopra n Muro chlamato da Cittassini la Galea delia Caledole, & ambe te bande Ven-.' nero giu nelix Chleis inlieme con altri molli , a qualisbarcati nel Borgo con un poco di resisteneta, ine lino te fionde salirono dalle mura incontinente , sic dat

nosciuie da Capi basianti per ustire alla prela di tutis laCitta li su fatio ordine , che ristretii insteme u scillem animo lamente; ali' hora se l' oppose ii Capua coa una schie-ra di Clita dini armati di spiedi, e di ronconi per impedirii l'uscita, non che Pandare avanti, Mattaccata labait iasia, che duro intorno ad un ora 1 nostri comeche di-sendevano sebbene a tempo non troppo opportuno in i mglivoli, e la Patria loro menavano di buon cuore te mani , quando avved uti che ii Capua era partito dalla guria per una nori molio grave percosia se che Meva su I un de Diui Iec by COOste

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edii rieemia da certe sthierge di pietra , este a tute h re saltavano dendro la Citta per it botrybardare che face vano te Galere, e che li Nemici si spingevano avanti contanta braura, che vedevano gia posti in terra i pili val rofi , si misero tuiti in fuga luctando libero, de aperto agit nemici nella Citta l' ingresso. In quello enlrb anco dati' isteli a Porta dei Molo it Principe accompagnato da suoi, te tui circondati i nostri Hord sciti sent' altra oppositione, e divertimento, si condus e illese a Casa det Dottor Lepore posta dirimperto a quella dei Galieno de Judicibustia socero di Colui, e Piare det Giovanni, che in ancordata a servigrj der Principe. In queli' istesta tempo enlrbpur di la Federim Carraia, e per altri sentieri s' invio

1olo dendro la Citta a capo scoperto con I' Elmo Milemani per ii molio caldo e mentre crede con parole , egesti ritardare i Cittadini, i quali a jutati si dalle Donnet ira vano at Pingili da sopra te Caso delle fatale alla ven. tura per dilendeta & ovviare ai sopra venienti mali, lidiede ali' isti proviso 'sopra it capo sino cosi grave, cheali'. ineontro dei Vim di S. Antonio cadde subito morio a terra; poco pol essendo spostato d' una Calana d'oro, chete neva a collo di qualche preggio da un Villano de' nostriehe scappb dalia battaglia dei Vescovato per di la fuggiva, ait' hora it Principe passo P istesso pericolo det Carrata,

pereste, venendo ancor egii nella piaetra hebbe sulla puniadelli pie di avanti Pareo det forno una spaventosa percollad' un grosso tuis tiratoli da chi che si iusse da .sopra itelli per ammagetario: fu antoma l' istesso glomos poco potam magetato it Baron di Macchia con un altra grossa se Liata. Ma siccome furore e rabbia furono da principio scorta , e. guida de' Cittadini, cosi nella fine l' imprudeneta, emat accorgimento prima li rispin se dalla di sensione delia Citta illesia, e mi li trabocch a dilendere la Citia prela, it che quanto si a stato mal latio i sequenti successi lo di-mostrano; imperocche furono quelle morti, e percosse di

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