Summorum sanctissimorumque pontificum, illustrium virorum, piorumque patrum, de beati Laurentii Iustiniani Venetiarum patriarchae vita, sanctitate, ac miraculis testimoniorum centuria. Collectore D. Daniel Rosa

발행: 1614년

분량: 185페이지

출처: archive.org

분류: 그리스도교

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s- . ' T . s acto, tr essendo lamadre con lifratelli hauere quem ordinato, reum mentes N,ροβ tr. ροὶ acta religione dei fanonici Regulari , ii qualis,no πρellati di Sancto etis. Di obe diceua exu. nesio principis de La conuersionesua bauerse constis uito nesilanimo cesseeuis sono i te tuaeri libem desti fortuna a nobili li magistrati, si honori , lamoglie, lis Oti,ta cum o uni conditione di diletto; ma nella religione Ala in pila e Pessie, et caldo,e reddo a seruith, ct in meqo es t e conditio rior Osee meta b d talanodo diceua,Cbefarat' considera adstuque Lo initis questache tu facci,ὸ quella,che tη pensi di fare, crediti tu pers ctamente poti ai fare quenetia coscio a hora vultandose allacroce de amore diceua Tu sei signore la speranRa mi quis bai pocto et certi sesimo refugio tuo,d te cridorono li Tadri nostri,O facti fuis salui, O .Lale modo confirmato netranimo lassata la carissma matre , ct si iniun- , imis telli,despresatele riccheme, liho ri, ledreeebrita dessitis mi ira eta, ct almente calcato et mono, tutio quinochelmon potest afromet tereando alia perfreta militia. Nelprincipio adtinque Anobile caualliere di Christo Ese constitu combattere contra ti illecebr 12 Eorpbnee significando labreuissima via a queste se nessura delicata cosa li pressitasse. Glamat ei cibo a saturita, ma solamenterita necessia prendeu nulla GD a la tolerantia desii Mola quale giamaifu uedum dic trauenisti , che o per deiuno, oper opera m uale'ni peregrDhanio, ὸ perinvaletudine habbia poluto essere conducto chel chlade se et bere,oselfulse inuitato dati rati,diceutali, Conquale diinque pacto nolleraremo si purgatoris caldi, sequenalisciolasere tollerarenon potem=3 Non solamente in tanto serubis institute vigiliedalli padri, marenetosia chel fa de eo Iume de tuiti lia Yonachi dicto es Inarutino rito, narρ ὰ dormire per insimo at leuare des Sole , Laumen-ris tu tuitati vita sua glanari desta testsi dipartiua, perissimo dranto the li feati rit ornati fossero a Frima . Nel magsores, ed-do det rigido verno accinarse at 'Oco fumat Vedulo. in acriptu mirabile resa D, che per rispello delia debilita dei corporeo doctae uno desti Padri lo inuiuat suom, egii recusando palpo lania nodi quella, ctegliscutendo, per elgrande freddo merambino dixeli. Urande o gliuolae si caldo per elquale tu diale parte di dentro ardi,serirnon senti questifreddi, con ii quali fel imbirato . etiam giamri an sibile in Phorto per camone di pultare qualibe)pacio a quiale cosa ulli monachi Dole Uereiuno rimedio; es do e ii errano O conso tan lo it medico ἀ mangiare la carne , risense uolere essere imitatore delis uendis Hessi aratori nostri Saucti ,riodia cost ori per niuerat Buho a desia

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, , Testimonia de B. Laurentii Iustiniani

della carne,ct dedi martii per la effusione delfungue, ct imitare la uia raditu trili Sancti, liquali perti meriti funi pareno hauer consequitata gloria. Essendo per la et a facto pia debilest maginanano ii θρtelli, O fer decreto in capitulo ι be tali pia moderatamente ei cibo, o es son

no, et vestire nosse, la quale GD tali tolerando molestamente si dice M,Commandati tutio quella ui pure, e is uolentieri ni obedirrima πο- di neno uorrebbe Me uoi sapesse quella, is quale ha deliberato di patire per Coristo,nsn si mancare la uia di patire. Con quanta humilia,con quato amore di pouerticon quavita constantia disolitudine, Odesi'animauerso diponeri, c&li,cti ermi, finalmente uerso tuiti lababbia uixuto, terito et commenda inseme con 3Iapheo discipulo, A quale dapessi successe immediate in dignitὰ. An uacon ii Dccbi a cereare Epane con maxima humilid, a lacte prodiedesseno alli contingenti bisunt nescibo, o est re necessarie cose desti Frati. Et era la constantia sua, chro raro Dole accadere condita eon una mirabile humamia. G egli Ap

Ner quinquagesimo primo anno daraasua, lanche con molia re sentia f. assumpto alia dignita Episcopale con vestuu pompa, cinero compagnia n tanto che net entrare des Episcopinio uou uolpe, che ii 'seno si fratellicarnali,ecolache essendo aduenuto es nouo P; elato in prima Vni uicinauraconoscessi quale fuge quesis,ube era per uenire. rtuita quella nocte nons dando riposio alauno, cou precei con Debryme orante a Dio, coe dapoi,cte in honore era fato rumuto, non loabbandonasse,angi si manifestase et hara di qualuuque,addisci e li boni sumi, cesse disciplinepotesse ammaestrare. e gliasiata duena lasamegliasua essere grande, d gubernare quella non si cognosceua ej seresufficiente, dechiarando lipoueri , Oti debili tuiti dellafamiliata, fua, d quelli non poteuasatisfare. Un uoleua tali is orte sua ado nata essere,o despresati tuiti si ornamenti,solamente se delectaua nes

---- dibile

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πιο e

mite cose, he tali facesse,ὸ dicesse rapiuali animi de tuiti in amore. de uel principio des Episcopato suo, batiendo tali ordinato certe conRitutione doli'adornare desse femine non grate i lenieri mariti, decepto a ti lamenti de quelli et Suce nostro, suspicauano co tali decreti inrisese la liberta Veneta, commanda a lui uengia, pleno d'animo, di m naccie, O r rendendolo con asperi e parale, comesi di natura sua sEl mitissimo Tadre con quella suasumma, effr vera mente celeste marisue rudine di paralesieno di prudεtia, di humanita in tanto rupe Pira O l'impeto det Principe,che egli uoltato alti asanti Ex A noi ci pa D uno Angelo, o non buomo, Uat tene Padre, o usa is otio tuo, dapoi con mirabile deuotione semprelo venero bauendolo in reuerentiat e se'l fosse uno Apostolo. Venne a lui uno Theologo,el quale uita hauma de la doctrina sua, O maximamente, ree tali imparato bauesese a doctore, is uolis vire, O fare pericato , mouelli una quillione detre diuine relatione, espondeti Laurentio , quello laudando la rispo-IIa, ancora repeti come se bauem da fare con uno circulatore sopbista. Azbora li respose Laurentio, Frategit ἡ scripto, te contentione, O te pugne delia lene, della uita sono dissutile certo, Pane, te ho dictoquella io sentitia se io te ho sotisfactosiaceme. quella compuncto, ebiem la benedictisve,riferendo graties parti. Scripse cili quattora ce libri, quaranta sermoni, baue una frequente usurpasione, una douota traditione,elstiti iocoudo bese etsi pressura bauesse opera d is lG- tere di Ventili,baria potato fra si eleganti scriptori essere connumerato. Di che quanto pia de uiri de auctorat di gloria accrescisua,tanto pia humile se fa M. Onde procurando uno Prelato seducto desti inuidia deontradire alligesti suoi pronse egit nes conuento de pressoti om ni de dignita, o doctrina re conclusone a di patare in Theologia, nesia quale disputatione erano molli buomtui, tigiuΩo Signore uode dissendere essu, tuiti si disputanti respondenti per te eonclusone ico elueuno Signore,lo quale dixe, Jίa d la uindicta, is a loro la retribuiros sche dapes aequanti mes ego guidatore con lisatellisuoi, parte vi loram exilio cani in pregione,alquanti altri de morte funo puniti.ἷσον tando ibuomo sancto in tu finiuita dei corpo de chriso la consecrata hostia, o essendo dinan irile porte delia chiesia uno Momo dedito ape e opere non uolendosse ingenocchiaresere con orasione,ο ne sun altro mouimento adorare elsacratis o corpo de Christo,ndfare reuereu ria a r buomo a Tiogratissmo isse, Horruar te quesio H ὸ adorato

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Temmonia de Binurensi Iustiniser sancto,ὸ γ n,quanto bene pax j sete, ii quali adorem tale Mino.

re a tui, O est certos absienne es desta fraternare easa, comedarus terna, quella moltu soliscitaua apregharti, cbe peris rabone deua pietas rema, o per segiamai da quesio B era naso alium cosa cara, O .dolae pre ualo uuli,cheilui non mora senetala benedictione sua chev xengase non comestatello Meno es modo di Episcopo, et Panori, O egii loconsolaua dicendo essere de ba o animo, che l' promeraeua

nati che pia nondisseristi e certo se lesse rinouare uiuo a lui como Iet non fulseat na f putione di periculo repeteua non anciara essere aduenuto et tempo bebem uerrebbe quandos se uenulo ei tempo.Eceo cheupare fusemesorato, laquale eos alla fiata sera facto . ecquando apparueriora divella nori certa l'ingrato, umme emi poma uanti chesi spingesse Dori la sancta anima , et stati abbracciamenti di quello leto,et rarivandose amodo segio se plia. Quem medes O dani et nono amo fere est in Leonax ,la quale in questi Mede=ma infermit Viscors,to quale quas per uno mese nou poteua circ. dicasa uedere Laurentros tello suo: Mandauasse alui uno,narran dole es fratello suo essere in extremis , O est ri paruleua anchora non δι'hora, ct a tale modo per molligismi la cosa furta enata , mandanda spesse fiate, et tali disserendo , ει in quella med sima hora, cbe promet tuto hauena ,- eme , erae,i me. Tomo , α - μm

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milesiti a hanendo ei fratella riseuiuio quella per Drma, ebed reΠιlui siere reuisura circa Phora de vespero di quel medesimo nomo fialebraeria Despisse Miremente Gipirato. Et quale uiando e cose,pud

dubitare da Tm esere riu late te bore della morie de ambiduo si fratenti molle attre innumerabile per spirito propiatico pirato da o .predixe Inspirato dat Signore predixe la uita della sanctissima A ba Fa Olli medici abban donata, tuiti desperata aquale m spati de ui glarm D liberata. In quesio me desimo mon term una; redamirabilec remplation sanctita, quasi uenula assultima extremi triplaetendo te alare . conmania ei venerabile Padre besseno de Mono animo,cbel lassarube lagalia nes mare, si come tali predixe acade. Unafemina vexata dat demonio, per si meritiβιο i essendo' accompagnata da 1 ita gentera liberata.Una monaca de mirabilesanctita , laquale Pbuomo di Sio soleua uisitare alla fiata i aceati,che nella festivi det corpori Christo per cetione de fare la sol uiti biamo Laurenisticia tale solennitia et Sacerdote di quello monasterio, per la quat cosi, lamonacte et corpo di Christo assumere non potena per risentio det maneare des Sacerdote , Obebbelo mesto molesto, O quella si radicta moni eba mando a Laurentio pregandias , cte nella celebratione della messa , probasse λο per toro, lipromisse di faris ν nessegnenregiorno, celebrando talita messa at populo, dapoi cbel bebbeleuato et Sacrammto, auo Doridisee,deportotro et spirito a quellaser uade csessio ranchiinsa in ta cessas aute ati'oratione a quale est bona era detenuia da miriliis dem di commmcurse, eportatiae ei venerabile Sacramenso lacommunis o mcorpo,ofustri des corpUalla Iddis, dassio lacerto de tutuli ρspuli nono parti, O amitare sterte comes eua immobileseris atche ritomato ase mede oda quesio ostio de piet , ni et xes in Glamessa. -Lla monaca bauendo dentinctam alia Triara quello aduenum si ex oela Triopa hau dolo victo al Sacerdote, et ne dota es P triarcha,commania egit, e remissem re gratis a Dioin dis naumbrifica questo che merare,cte uiues ,samat uolmam talassens . Eugemo Pontoico Maximo A uolse spesse aiebaueris presso disci es docili uenuto con b cardinali . Eo via , . quelis tuo si tras feri Laurenti rea uanti glomidιmmiscua La Reatitudinesua consummo honore era Osto conserecto bel rimanesse, sequi lassorte, qualec a tali recus maginandaria corte Romana pronao H6chegis narii, dipartisse da questi lasciando uno mirasiue odiore desanctita. Copare amore Dauia Nicolas Pontifice a sexto in determino a Venetia essetre et titulo Patriarctae per mia, che da quelisu ο namam

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ν Testimonia de B. Laur. Iustiniam

, Ia Patriartia de Venetivimueua egii l humilia simile Hrerrente οquale negenate Oiccolla, O pasasse a sputo, Oveli'inuerno, ouero uel et Primavera accresce sim limente certo thumilia nelle pro perita deue effere piccola, oe ne duersitim nanima. Per nulla forma li place nelli monasterii li ampli ediiij, uedendo legrande celle iscossando ileapo diceua e ti,non a tale modo fecero ii Nisi niliri, non a tale modo. e cosa si a thumilia nullo et po ben sapere saluo quella, che Pha ricestula da Dio . In nessuna ultra cosa tanto pose essere ingaunati si buomi quanto in cogisscere la uera b illa,queria essere la uerascientia, sine do cose Dio essere tuite eosein se nulla. Spesse ate ad niuagia e

essere da depors la iamra de Dio , essendo quella nera quade consiste la

nita deli amma. Diceua etiam tali non poterse saluare et ricco saluo peria elemosyna. Diceua etiam tali alii Senatori se Hi voleti,ciario rubia miseritordia di voi, nulla cosagiudicarepsere ὸ essere da uoi,ὸ pertior.Onde hormai pleno era est delli glorni,ct mori amplamente Ogmet se spargeua et nome suo, la fama de uirite. Nullo a Peria cista uentu loquare una desse prime esse che spectaua non appares, e nou u desse que Ilo Tadre. Di ebe questa ebarita conla quale amauale pecoreste fue non con parate se poterebia explicare, M con tantino concipere. Era egri des tanta quattro anni, debile des corpo, O molio attemuran,

o de sentimenti integro, senata alean uitiode infirmita, saluo,ne is grauesicente eta perii degmni,vigilicis freddi da essa adolescentia uin

ita,riuerentia de popoli, admiratione di tuiti, si partare, ii mouimento , Pandare lo face parere di essere uis auro Athanam,suero Samo in reua egu nolete Drse es luoco,is quale ἐά me con esso, lasser elo, ain non sapete me uni creatura ingemisse,' O parturasse insim anchoriae, turte que Ile eose ho superato per amore di quesio,io qualeohaamaro: Onde quanto alu degiunt,alle uigiliciacta castigatione des corpo accα- dena de inuecebiose et corpo,pareua lauenisse et spirito. Diceua caeli Fi uoti non fiam venuti in questo mondo a nutrire Acorpo , che et Gua certo che'I regno de Dio' non . cibo,ne bere,σ egii referina molo, is quale di nonauta anni usua di mangia re si dactoli, ouero Ilarion ira quale de cento anni Naua lafarinata, ouero ues altro desii antiquieri, e ne sura cosa li mancaua alla accumulata gloria. Perseaerbo, .soriuere insino a quellogisrno, ebe'lpersoludes libro di chadide&α Aperfeltione.Et eglι avdando hor o,borgin dapoi et cibo laeua,O qmetri

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ta me basta,o signhre,tuli ranima mia o cxrto non son multore delpa dre, fradelli miesima tu δ buom Grauposto bai et termine asta vita .rnia,accioche non compiacqui alia uolonia mia, ma alle piὐ utile cose delpopulo.Di cte uolse et Signore udirete prece delfersio fuρ,lo assislto una acerba febre,fugii apparecchiato illectιcello,commosso lui, con quaruche riprensione dixe a loro; mesorse appareces ate la pluma'Hor non sapere,cbe coloro,cbe νseno delicatamete, ct glaceno in pluma no in D case de i v ὶ et Signore mio certo non acque in la pluma , ma si nes rissimo legno, Hor non νe ricordate quesio chel beato e canino in mile ωhsa ri pondes,non conuenirseazb mo cinniano morire a Moocte in cenere,ct in cilicio. Et non se spartanando alie csse nece sane, O a medisi,dieeuagli,obime quante cose si apparectaiano allasanita vi questo corpo vile,quale cose se perdeno, conciosa chesia toto .li poheri dichrdio non babbino pane a maritare, ne letto oue glacere, ne etiam habbinofuoco dascaldaue. t et quarto giorvo opparue intaborare,etna intendendo Phuomo de Dio maximamente essere hormai aduentito el glareo det transio suo dixe pergioco , Figliuoli facta ἡla cos, hormai tarde sesanno te prouisone,ricino ἡit Doso,dandaris incontra, auatili occhι at cieto dixe o vengo d te obuono Giesuiuperanza mi ct e pectatione desi' amia. neuas curatasti circunctanti . lai , che v derio alia fiata pie Mi ardente animo deportare etspirito mo ab Cielo, alia fata asbalsando se in no at proondo de homilia paresta tutio tremare per et diuino gluditio.Et uno dicendoli, o Tadrecon quanto lieto animo tu deibi migrare es Signore quale apparecchiata δ la palma di ci li,ct Pedendo atquantilagrimare diceua, Partireui di qua con te uostro lacrimcche egii d tempodi letitia, non di lagrime, Vieni Signore Giessi riseui et spirito dei seruo tuo,ta a tale modo rappresentando cos neἰ-ta fidatia ta Lachario,uel timore Armis,etiam tenendo ei meeto det no,s restro, he con la otia se terno temendo se considi,ct sindo per uenire in campo con la morte , chitae che bfusse portate te arme del acramento desti talem, tenendo et tabernacula nesse laxate mane adisse, qωβο ρ elgiorno, que so ἡ quesio moco ocarissimi Parii, ei quale debbofrequentem ente portat me . memoria , is quale et caro mio insitagiamat seneta gaudio, retitia empre con ognifede, speranga am do se tenendolo con te braccia iurecto, con canimo tenerosimo non potendo is debile membra at lictoaccρLtare renere 3 alquanto subleva fessur ciutato,pcr poco tempose assentὸ, Tntio era bagnato di lacomeel nepoce Bernarumlquale aduertendo dixe , Tu plangi δ Bernardo se

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is sepolture dei frati, non contento di una ala bauerto commandato, νn astra fata essere chiainati si consanguinei,ct si amici commoda, bcendoli;Sapete uoi quella io M ordinato delia sepoltura misina te quelis is commando,non uultate preparare la pompa, io certonon μοforn quello,ehe Hi credet&Imitato Antonio, Ilarione it qxali nn luscbi obscuri uolpero esseresepelliti,accioche non fuseno homoratidallem doe. 3ndimeno contra quella haueua egii commandato,su ruennio Iti semonici, sepulto in la propria Chusia,come qui di sotiose dita. Receuuto poco inna Riglareola jura communione inece uno sermone de Putilita della morte,O della celeLIe nita,co n νno mirabile sentimento , O grauita de parole in tanto the tuniebe eraummo presenti,tenati er Bamoda una mirabile iocondit Onde alia fata fando alla supina tene-

ciosea cte nullam altra uia a quale meni at eislo , qui certo uenura imi, via, verita, vita,aceioche iscuriati dat paradiso li miseri,utili sbanditi dimostrasse la uia des ritarnare alia Patria se certo not in quialtitia uita solamente speramosamo si pia miserabitidi turti si altri animali, ma non uoglia Sio ὰnoisia tale stulta cogitatione. e sa certo δ qu sa uita saluo una lagunas come quella dice , ct d modo desta memoriadi Mn hospite delpassato,unogismo e christo per ηοι ὸ morto,primitis di

dormienti,Nergogni oce d temere la morte, quando ei signore nonroper amore nostro uolse morire;questogiornsseuere L ho Muuio dinaneti alli Occhi tu losai Signore, boctementrecte is considerola uita mia ἡ da essere appellata pia confusione , cte uita , ma tu Signore Geta κitamia , Osalute dele anima mia receuimi nes spirito delia humilia,eheio reno non grato a te is prece mienellegiustification mis dinangi allan eia tua,ma neue misericordis tue molle;D lo quale sono quellasmarrita pecorella die Fastore grido,horagnoscisto Ia noee tua, oenon desii emtranei,Treghote Signore, e la reducti alla stantia , O non permetti Miseraeciata, deuorata Diti denti delupi, di leoni ; puoiforse dior clare la uoce deua te chlamante,=confugiente,Hor non set tu quello, Io

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vita,&Miraeulis. si

non M ardire di assectare lesedis desii felici spiriti, ii quasi guardano labella deuasancti a Trinita, ma nota eno la parte desia creasWamaadimandati minima partisella , a me molio sata, o obtae quanto molio pinsar e tu no negberalelluoebo solo sottoli caleagni desinimo electo turizisi infra tanto Uratelli obseruate ii remmodamexti de

Disseruire. Et bauendo egit dicto queseparat alkato un poco et Marist v,la qualeaequaveolo trema nudo, claudendo si occhi, come quesia rarae antiquo Patriarcha dicendo alliananti col segno di Croce, ben dixeli, Tenedicarae et Signore Veia. ὁfratelli, Ie viscere mici talibenedica assi figliuoli misi i quati nom sonoqui presenti, siquasi in parturitonet Signore,ctatuitilitare aeriordini nectasacra teligione es mgnore militanti, Psi presti et coroebe lamiate, apra et cor ostro in Iasene sua, non ue abban doni nesmaluagio tempo; Tenedica el Sign ve messer Uesu corisso at Duce nostro, Orili altra Nobili,uelacbe loros aricordino la data a loro sorte dei commesso Principato d honore de αλ commune de turtili ordinis Benedicasinalmente alpopulo mio. et cm amore se degride conseruare,γde accrescere, O egli hauendo dicto queso, angelido tutu li astantistano si ripari, pol claede perdo. rixa acti Coonici, da turtho admininrὰ la causa di tui te te cost,et a tuiti commendaua litora ossiti,cta molti prediae te cose, che lidou uano aduenire prenante la gratia de Dio. e Morte aure sese mire beno dire, verificare desia uitasua, a pernon demorarae pia Isidia dire et transito suo; Oesendo egit deuenuto aia' tum glareo de uita sua O era per douere rendereel spirito Hrielo,oe et corpo acta te r . p ο 4 Dco incomiscio a claudere ii occhi cou una pia hilares: Ga, d explicare tuite ti memira, come per uer pastare talla furicuri riposo.Quade biti non esserui state te compaginie deui Angeli, o de turri si Sancti, te Sancte,cte se uiaere pote no con tiorem corporatile celesι cos νω neclarissimae a uetato hauessimo. mella pi Maro

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st. Testinacinia de B. Laudi miniani

re raecommando D spirito inio.. Li molli , o quasi infiniti miraculi, liquali et Signore 'Dio per intercesmne,inmeriti det Sancto suo Laurentio ba dux Grati , ct facti, si polrebbono explicare , oena; rare , mapercagione decla breuita quelli interlasseremo, ii cem rosono degni di s de, o da molli Deduli a bonore desaltissimo Dio. Sterae ei glorioso corpo det B. Laurentio Patriarcha dapoi ebe'l muro at signore seneta essere sepulto per forni circa trentadui, O piis feneta alcano segnate di putrefutione aliuna,dimos irando et Ainre Sio perii meriti diesso B.Laurentis quas insiniti miraculi, mentre re es Lutte sopra terra era come tractabile in rutte se partextille membresue al- laeui devotione concorre no li Patriiij Veneti, O tuiti uniuersa mente desie vicine anchora aliavanto tantane citrade, casteti. Si cismi mille quattrecentosettaniacisque et Summo Fontifice Sixto Quarto mandati ii Legatisol acta patria Veneta a examinare, inquirere, Oa essere comprobata larita Gesso B. Laurentio, ct bauute te fedelissime testimonianete, probessi ristomorono dicti Legati alia Sedia Apostoli e sperasse in breue essere canonietare a bonore deli'altissimo Dio, alquale hase pre laude, gloria in secula seculorum. 4 Amen.

ANNOTATIONI SOPRA DELLA VITA DEL

Nicolao Manerbio Monaco camaldolense si quale cosi particolammeum,

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