Storia della badia di Monte-Cassino : divisa in libri nove, ed illustrata di note e documenti

발행: 1842년

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Inlanio abato Piotro vodova ii mal lompo eho si me leva, o la dissicito condigione in clio trovavasi, come suggetto al

crasi data ait 'anlipapa, od avova gili inloso coria minaceia di Urbano, di mandaria a filaro nol convento di S. Chiara. Divogione ut vicario di Cristo, Suggegione alia regina', erano

dissidolia si agglutifero i moti M'vassalli specialmenio dei Sansiermanesi, i quali lirando partito datio fortunovoli aequo incho navigava l'abale, o dulla nequiria dei lampi, comineiarono ad agitarsi, ponsandosi quello ossor tempo da levat rumoro contro l'abale, imprometiendosi protegione delia regina, elio curto non avrobbo utato l'abalu devolo ad Urbano. Coslui insanio, Vodendo nomica Ciovanna, o cosi vicino ni reamo ilsuoeo dolio seisina accoso in Anagni dagi 'indocili cardinalis rancosi, avulsavasi, dalla sodelth doli'abalo dipondor mollo ola solico, o l 'insolido condolla du'suoi no gogi nogli stati dolia voechia regina. Porcili nil'ahalo poricolanto tra Io sollovagionido' vassalli od ii luinullo dogli seismalici, seriueva di Romandi Fobbra o da S. Maria in Trasiovere I).e Urbano Voseovo servo dot sorvi di Dio a iussi i sodolie che Saraiano per luggere te prosunti tollere, Saluio od apo- stolica benedigi no. L'anima nostra h in grando amigione, ee sa sangue por serita di acerbo dolore ; si ante che pigliando e piodo la nequiria dot lonapi nolla Chiosa, o i monasiori, lae cura dei quali su a noi commossa da'cioli, lrovandosi nolle et distrollo di mollo porsecurioni, ad ossi elitudentici fulo, e per quanto poSsiamo in Dio , con somporali o spiritualie argomenti an limo incontro. Laondo, como con doloroe abbiamo risaputo, essendo it monas loro Cassinoso doli'Ore dino di S. Bene lolio at 80ggio apostolico immediatamente i in Orig. in Areli. Gait. 4 6.

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Urbano bandiva con questa holla la crociata conlro gliinvasori dol monas loro o dei suo i boni pur utaro a Pioli ο, o formario in sua devortono ; ma costui ora ognor pili sti effodni ribollati vassalli, i quali non erodo por amor doli'anti papa, ina por odio at roggimonio seu dato si agitassero, o ris lavadali 'appiglini si ad nus tori partiti per infrenare i Suggesti,iemqndo , cho collo spargimonio dei sangue non veni Sso irro lare. Egli Ospos0 al papa quo sto limor , o in sieme ilcrescere dolia insurregione. Urbano gli lolso dati'animo qu0sti scrupoli, significand0gli per lettere quoslo coso. . . si in e Note ad unque piugali da cosi satio Supplicarioni, Vogliamo, Q con apostolica autorita sui in iamo , eho so nol raditurret ali' bodionga i ribselli ma dalla vostra parto man lenulae ogni possibile semperanga) avveri anno uccisioni, mutilae Zioni di membra , od altro elio porti la irrogolarila ebu

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e non sta mai ) nh voi, nli Meun de' vostri ussiciali indorrialoe macchia d' irrogolarilli. 3 Ε non contonio it pontusco diaver messo l'abato at coustrio di qualunque consura, in cui avrobbo poluto cadere nolla Violenta compressionu dei vas- salii , Urbano gli pose in mano ogni arma spirituale, dolia quale potova it Cassinoso usare contro te rihellato lorro 1). Con tulit gli uti clio gli xon vano dat papa abalo Piotro non poletio cansare una torribilo lomposta Clio gli mossero controi riboliati Sangermanosi, i quali volando it molo colla divo-λiOno Vorso la regina Giovanna, Clio credeVano contraria ali'abato como se loto at vero papa, suriosamonio si levaronon minore ; ed ecco come . Quolla compagnia di Brolloni chosi avovano messa altorno i cardinali stancesi in Anagni, minacciaua correro addosso ali 'abato sed invadorgii ii patrimonio : costui n'obbo paura, o serisso alla regina per consigito.

Giovanna rispondeva q), munissu te terre, e bene guardas- solo, stesso in avulso, filiora Piofro seolso dioci do' eis adini di S. Germano, prudenti od accorti uomini, quali depulli allos ortificagioni dolia cilla. Ma como quoi Decemviri si misero in ussicio, irovarono ii popolo mal disposto ad ubbidire, non volendo dar mano ali' opera; in tanto cho quelli non si credundo abbaslanga nulorevoli, chiesero nil'abato uia suo vicario clio flesse alia loro testa, per mugito indurro ii popoloni lavori dullo mura ; o illi questo gi0vd ; clid la plebe comincilis orto a tumultuaro. Sossava in quel suoco, o n' ora l'anima uia Loffredo milito, ossia nobile, it quale iralti gli animi invaria sentenga, pensi, quello essere ii tempo opportuno a gillardat collo it glogo, gridarsi salvatore delia patria, dominare. In sui primo rompere det tumulto, Lost redo e i suoi venitoroli alii in carcere ; ma costui avova gili animaliali gli animicon promesso di liboria o di bolfino, o spediti mossi por lo

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sollonia. Por la quat cosa ove creduasi per la presura de capidovoru abbonaeclaro ii mal lompo, levossi pili sera sortuna.

di armi nulla mano. Si uni rono at cilladini, o ssasciale Ieporte, irassero di prigi no ii Loffredo ; lui duce, invadono lacortu badiale, ne porcuo tono tu portu gridando : nora morali Darturi ; assediano ii vicario doli' abato, e lo chioggono dolio chiavi dolia cilla : colui stultu un puco sul niugo ; pDigit a diu a terra, disse, te prendessero, ma non datio sue mani. E como se per quello chiavi si lonossero padroni dolia cilla , correndola pili alia Sbrigliari, volgono alla easa dolrol oro, in cui non irovatolo, deltero di pigito alle serit furood ait alti della curia, i quali, saltone uia fascio, per te viogittarono se consumarono. Ma Meuni erano ancora sudeli, ochiusi nollo easo si lenovano in su te disese ; tra quosli, ed i Lossi odiani si mescolarono lo mani, e su guerra Cilla lina. In prevalovano i tristi o per numero e per audacia, i quali

ro, o d'ogni QOsa saera soco saccomanno: Dio lo ration no dat sanguo. In tanto abalo Piolro ora giunto in corto di Giovanna, o non obbo a partar mollo per Oftener gente in Soeeorso, otio alla rogina in quollo tristi condigioni in Olae versava non

piacuvano tumulti di popolo. Gi vanni da Caramanteo regio consigi iuro, O l'ahato con buon norho di soldali apparuero incontanonio in saccia alia turbata S. Germano. I ri belli non OSarono; coSSOro; o levato lo sorche, Lost redo, ed aleiani altri

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Divampava la discordia nolla Chiosa pol maledotio seisinadui cardinat di Ginoura, sed a questo suoco rocax ano logian ilre di Francia, o la rogina Giovanna di Napoli, verso la quale

Urbano ora Oltre modo silognato. li popolo Νapolitano in tanto non Voleva saporo di antipapi, e mal rispondova ni tristi desideri delia regina: angi, sessendo veniato in Napoli it Ginourino per Vedere quat viso gli sacossoro gli abitanti, mutb astro incontanente por subita o furiosa sollevagione dei pop0lo contro di tui. So no anilli in Avignono a pian nr0 l'antipapalo Seggis, laseiando suoi ministri nol reaino, la regina sed ii conlodi Fondi Onorato Gaetani. Urbano prosperava, perchh Ottent per samo se per dant o ii molesto castello S. Angelo lenulo dati' umetiato duli' antipapa, ma grandomonte dosiderava l'abbassamonio dolia scismali ea Gio vanna, o dolovagii sorte, choiJ Cassinose, it qualo polova potentemente futare alia Sua parte, li ovassest tempos fato dat mossi vas falli: volle rivos striodi pili ampli polori. Nol di sollicosimo di Aprilo, socondo

anno dol suo pontificato, seri vexagit questa epist0la I .e Al dilollo figli uolo Ρiotro ... saluto od apostoli ea bene-e digione. Avendo noi per giusio, corio se ragionevoli ragioni dichiarata Giovanna alunna d' iniquita, una voltu regina die Sicilia, como ore lica o scismalica, privata di futti i regni, e laudi o boni elio una volsa possedova, o priveremo di satio; et o pureib ii regno di Sicilia, cho ossa lenova in solido doliae Romana Chiosa, it supremo dominio, od ogni governo del

e suo i abitanti, ni danni, ii costitui amo e li depuliamo suo ae nostro piaci mento in virili dolle pressenti tot loro a nostro e vieario pei neg0χὶ temporali in iuste lo torre o tu castollae dei luo monastero Cassinese. Εd in0ltro li concedi amo, sinoc a cho duri quesio nostro beneplacito, plena o lib0ra saeoliae di osurcilaro ancho per tuoi depulati nullo an idesto torre

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e giurisdigiisne temporale col moro o misto imperio, secondosi clao moglio xedrai convenire at nostro Onore o dolia Romanae Chiosa. I Alia scommunica contro Ciovanna Urbano Ag-giunso lo Seioglimento dei giuramento dei Napolitani, concut 80ggiacevano a let, in guisa cho Giovanna su al tulto spodes lata dol reame. Α sedero sui trono di Napoli ii papachia ab Cario dotio dolia Pado ni polo di Ludovico d'Uncteria, ii quale veniae con soldali Unghori, o colla terribile compagnia di S. Giorgio condolia da Alborico conte di Barbiano, od altra gente di chu lo forni Urbano in Roma ; ovo lo creo

vvola di soldali S. Germano, Otione lascib libero ii passo a Cario di Diva Io ; ii quale presu la volia di Sora , pol di

silvito, o lascialo at manco lato Alma, calos si nolla vallo di S. Germano, o nolla terra di S. Elia sermo gli alloggiamenti. 'abulo ando a visitario, prosserendoglisi bilon Servi toro, non ossendo pili lempo da pensare a Giovanna, e sal logii corioso invito, tui con la moglio Maroerila condus se a Monte-Cassi non venerare ii corpo cli S. Benedo lo. E mons re it re so no stava in monastero sacendo cose da Santo verso S. Bonodollo, i su isoldati, ira i quali ora it conte Alborieo Barbiano capita nodi ventura coi Suoi, saecvano coso da demonὶ por fullo il

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in si longio tu male opero de suo i soldali, non ne seste mollo in Corte, ma Vi apparve Cou Serene Sembiange, saeondo gratui

etioni at novello signoro ; a tui caleva pili it bene suturo, cheil male passalo. Carlo gli serint, sopra gli Oechi, e conosciu

servirlo. 138 q) Lo crod Graia Cancelliere dei regno, rimeritan- dolo di venti onco at meso, ed h bello qui rapportare alciano parole dei diploma ij. et Tu sol stato cima di eos langa o die sortegra nel mantonor sodo al SS. Signor nostro it Papa, od alia Sania Romana Chiosa, caldo dissensore det nomo oe doli 'onor nostro, amatore dei hiloni, ri pronditore doliristi, g non ea luto di animo, per fortunevoli lompi, per formidabilie periculi, ina quanto pili stretio ora lo inealgarii dolia unianae tristigia, lanio pili sorto se puderoso a880rgesti alia pugna,c armato dolio seudo dolia verith nulla virlli di Dio. 3I 'abalo messo in usscio, seorso uti anno, irOVOSsi alpunto di chiarir Cario dolia sua sede. Innangi cho papa Urbano coronasse in Roma Cario, socogit inclitusta dot ducalodi Amalii o di Capua, di cui volova investire Un Silo nipotes ranceseo Prignano, Soprannominato sutillo. Cario che quasi non SapeVa come gli Veniva sui capo quella corona di re Napolitano, promise lutio sare a suo placere , perchh CO-nOSCeVR , Un niogo avrebbo rimulato l'animo dul pontosidoLrbano. Ma assigosi in frono, sicuro della dominaZione, punio non penso ai ducati, mono at Prignano ; Vi pensava ii papa :il quale solio colore clio lentamento si amministrasse la guerra

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iaul reamu contro Ludovico d'Angio, mosse di Roma per allavolsa di Napoli. Α Cario non an lava a sangue queSla ViSila;

trallarsi di negar obhedionga at legit limo pontesice e suguiret an sipapa, ina di conservare ni suo signore in tura in dominagione de' suoi stati. Non comba levasi per dogmi od altrodi religione, ina per tutela dei proprio. Tullai Olla Urbano mando suori suntonga di suomunica o di deposigione doli' u

Clemento , involentio contro Urbano che non voltu creario cardinale ; neminen sO Ove abbia trOvato, clae it medesimo,

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dali 'armato popolo di Roma, perche crea8Sero papa B0mano, avos se mosSO brighe por o tenere it triregno, essendo Stalo uomo ira 'agitato di molia ambigione. Forso in quot Gobsellino citato da Rainaldo i) solo narra loro di quel salto. Ma so Pioli ososso Sialo ambigioso o v glioso det papato, sallito det suod sesiderio , avrobb0 80guito i cardinali si ancesi, o sorsu quolcho in Roma non Oileiano, potui a confugitire in Anagni od in Fundi. Aggiugni, sapendo papa Urbano Homo Sospet OSo edacerbo, it de Tartaris essere flato Suo emulo al papalo, non loavrobbo sat O suo Campiono, come su visio, contro i Seismatici, e quasi lutio cons donio in tui, non gli si sarobbu addormito in braccio. Voro h cho l'abalo volino in disgragia di Urbano,

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gheria la stomperata v glia di dominare ancho queSlo regno. Egli anilli in procaceio di altro trono, menire che quello che SedeVa non ora ni tutio sicum, e per aVerne due, perdettuli enlrambi con la vita, che per tradisone gli su lolia nuleastello di Buda. Aliora si cliu ando tutio Seonvolto ii reamodi Napoli ; Ognuno volvva crearsi ian re; orarivi gli amatori dicasa d'Angib, orativi gli assegionati a DuraZZo, non mane vano i fautori di Urbano. Ι 'antipapa mandava di Proveram Un secondo Ludovico d'Angib sospirato , o chlamalo dat Sansuvorini ; Urbano muoveva di Genova Sempro acerbo odimplacabitu inverso la casa di Cario, nemica a quella di fingib, e Veniva per sar suo iI ruamo. Sola Se no stava in Marghoritavedova di Cario o quasi diserta con duo figliuoli Ladisias, C GiOVanna che non oratio ancora osciti di puerigia. L'abaloten ne sermo per DuraggO ; e su singolare osompio di sedo allegittimo signoro. Molto opinioni, caldi gli spiriti, m0lle lo

i 0ndano, Jacopo di Mariano, grando ammiraglio, ait 'abale, e cosi sederati si lacerarono quoi baroni. Parleggini Ono anchele turre dolia Badia, o levato a romoro si ribollarono a Pleiro, e ira queSte Pontecorvo, in quale portava ancora in fronso ilmarchio deli' anatoma; per cui i vassalli non gli portavano pili riverenga. Fu guerroggiato nul patrim0nio di S. Benedellodali'abale contro Onorato sino a che, como Dio Volle, net Margo doli'oliantasello allo sponde dot Garigliano solio 1 mei lo

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