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q) Orig. in Archi. δ) Orig. iii Archi.
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do' duo contondenti; ma so da duo tali ora flata per lo innangi lacora la vos o di Cristo, da tro tali su pol iris tamente Sbranala. Mortua Alessandro, Giox anni XXIl succeduvagii. In tanto Lallislao in lulto questo lorbido , ambigioso Clie era , nonias dii, di poscarvi, e come da gran peZZa Vagheggima Roma, se ne impossessb, o di altro cilla pontificio Deo conquisio. L 'aneor vivente Gregorio Si raceolso solio la protegione di Lad istas ; od ii servido papa Giovanni mosse ni danni dionii ambi Ludovico d' fingili , ii quato da creatura clae eraddit antipapa Clemento, divonne tutio cosa dei legit timo papa. In questo rimescolamento di coso, di papi logit fimi, dipapi depoSli e antipapi, flavano assai malo i Cassinosi solio it g verno di Ladisitio. In angi eos lui fossosi rasso dato sultrono di Napoli colla d pression0 do' haroni in Calabria, chelenex ano per Angib , liberalissimo animo ad dimostro at Cassinosi, i quali di molli favori avos dolo pi segnio, Io tr arono facile sed inchinevolo ad Ogni loro bis agna. Quos tu petigi0ni rano quasi Sempro in dirit te ad Olfenore uia qualcho allovin- monto datio lasso collo quali Ladislao sngli0ggiaxa la Badia o iussi i susi vassalli. Tale sporimen ta malo sinutili obboqualelio mustiori di abalo Errido assicurate te Cose sue, ednpurti gli spiriti a pili socoso ambigi0ni, ii conquis o di Romao di altro cilici fac valo biso noso di pecunia, O non Sixis laxa di Spremeriae quanto elio fosso dagii se elusiastici o da' monis fori. Axidi osa lori di avidissimo principe sinungevanolo Chioso o tu Badio. Sol lati mandaxa in questu, i quali
Shaud oggiali. Durissima loggo si ora questa che gravd anchosul collo di aba o I rrieo; ma questi tra per la memoria dolia proslata opera ait 'innalgamonio di Ladi Slao, o tra pser sentirsi
pili in serga degli altri, insopportabile gli parve ; e mal perlui, come in appresso Vodi assi. hi sanio Ludovico it 'Angio orani sane hi di papa Giovanni, o stimulaxato ad ontrar Roma in Sua compagnia, dei che Venulo a capO, S'ebbe corona e bene-
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digiono dat pontesco, o con hiion norbo di QSerello, poderosopor ollimi cond0ltiori, fra i quali un Braccio da Monione, vennesono a lentare la fortuna su lo torro di Napoli, campug-giando Rocca socca. Ladislao avoxa da bilona perga an livedulo potur grandi salti operaro l'angioino unito at papa; o bonSi aVvisava, cho abalo Errico, laglioggiato da lui in lanii osi duri modi, non polova non lenore animo si disposto clieni primo apparire di angi ina oste, gli voliasse te spalle. Per la quat eosa alta tiarchesca comando si ponessero te maniaddosso ad Errido, tui lasso caecialo in sondo dolia rocea di ololo; i) i monaci dalia Badia si baud eggiassero , o di quosli soli do diei, o gl 'insermi si rimanossero custodi dolSantuario ; ad uti Andrea di Capua abale Cistercisenso di S Maria dolia Forraria it reggimento dei monastero si confidas-Fo : e gravissime tellere Scrisse a costui, porchh i vassalli odi monaei non pili proslassero obbodionga ad abalo Errico, 'inc a lui non ricorressoro per cheechesia. Cost lolt si allo spatio
quolli dolia Badia, eho da lui mal governali potovano daressogo a vende ita in tempo di guerra, 3) presidib di suoi
soldali ii monis toro, S. Germano ed altro castella Cassinosi, O pol mosse a corgare con Ludovico. Fiero scontro sit quello;
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e Cassinoso , o dolio altro torro unite allo Stosso uiueto, oe at luogo lenen o nostro di tollo, Giovantia seconda regina
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e alla sua giurisdigione, purche fosso mandino a no i i loroe sindaci tormino alla missione tutio ii prosenle mose dic agosio dei pro sonto anno) consal)0voli di iusto , i qualisi preStino alla maesta nostra Omaggio e giuram n o nullue debito formo, o con no i intervongano ait 'osoquio Cho sono ne farsi; o si anelio porcho h nostro divisa monto col consigito et dei procuratori dei regno, e per quanto h potero in noi, et Dio concodonto, immugii aro lo condigioni d i n0stri seduli. ε Dato nol nostro castello nuovo di Napoli solio ii nostroe anello sogroto, at sesto gior no dui mese di Λgosto doliae sultima indigione. 1 Andron abato di S. Murin delia Porrni in m ςso da Ladi 8lao a govornatore dolia Badia, avova spodito in corte di Giovanna fra Antonio da A veg ano dottoro in leologia ovescovo di Bagia regio, a sar buoui usset prosso la regina, perelisi non to avosso rimosso da quella carica , che sorsu
suo a nuovo ordine to flesso serisse a Franeoseolio Modio da
Napoli capitano di gius tigia nul patrimonio di S. Bono dolio;
i monaci, eho certo tris amente vive vano; privi di uia capo, governali da strant, o portanti ancora fulti quoi mali elio losconos en o Ladisino mundi, loro sui eapo. Tuli avolta nonisconsor tali volt ero tentare it guado ; eho non trovando nimicissimo l'animo di Giovanna ni primo comparirio innangi, si confidarono volgorio lutio a loro favore. Per chiarii si dollaCOSn, SpOSero alia regina it priore eo' monaci iii 5 : comu
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laragunata di un concilio, ii quale finisse te qui stioni d'un giudigio solenne. Conveniaero i vescOVi in COStanga, e eon pili fruito della sinodo Pisana, ottennero, che Gi vanni XXIII o Gregorio VII non pili pensas sero at papato, e pubblicarono papa vero e legistimo Martino V; Sebbene ancora quel cocci ut vecchio di Benedolio de Luna volesse esserio a dispolio dil ulli. Quando i Cassinosi risoppem di questo concilio in cui antipapi e principi giudicaxansi, non si rimasero dat mandarvi Iegali cho dicessero te loro ragioni ; e cosi salta propigia GiOVanna, con altra polonga dar rinealgo at ri levarsi doliasadia. Ι danni apportali da Ladislao orano stati riparali dalla regina, ina quelli sat i dagli abali rima nevano Occulti, O purocoones lati dat potero di toro, e da pontificie consermo. Dissrabato Errico Tomacelli avor patito dei mal do'nipoli : 14 16ὶ Ora i monaei os tenuero una bolla dat padri dei c0ncilio, 3λnella qualu la S. Sinodo dichiarava nullo te conserme di Boiii-
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sagio IX, di Crogorio XII, o Gio, anni XXIII emanato per loindebito donarioni, assilii sed impressi i salti da abato Errico;
vondo limisi agit anni degli assilii, cd alia quanti a di danai
lenersi in dovere, conoscoro signor loro l'abato, agit obhlighi di vassallaggio soddisfaro, o Sapessero elio loro ri bellans i- si, di qualuitque scomunica colpiti dati' abalo, ossero pure scomunicati dati a S. Sodo; ni monaci disporsi da Lad ista sacevano procello di tornaro at monis toro . Porlano queste duo scri te originali du'padri di Cos langa suggello di pionabo, in una sae in dei quale sono tu los e di S. Pietro, o S. Paolo, noli' altra tu duo chia vi col mollo: Si toroδancta SynoduSConδlant, oimis. GiOvanna, come dissi, i Ornato avova at Cassinosi it loro abale, o fulta in giurisdigionu si spiritualo, Clio temporale, mn non Volova restituiro in manu di Pirro it castollo di Rodea Janula cho su innalgato dati' abato Girardo per infrenaro iSangermanesi ; po ichb , come correva costumo fra i solidali Signori, quelle rOccho male letto clie pians avano sui collo dolpopuli, Servivano loro di asilo Ogni quatvolia venisso loro pol capo ii verme di loner contro at principe. Per in quat cosa a malo in euore pativa abale Pirro quolla privari0ne; iii 7 pur lutta via si ventio in sui palloggiare, o si dato it contra toa pubblico Strumento , conventiosi : la regina ri laseia re almonaci quot castello, od averno in compungo da questi hun , Ooo ducati in Oro. q) Τrovo sistrumento, tr volo di mollin0mi Segnato, ma non trovo resti fugione di sorte: angi
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iuvantia confidaxa in i occa. 1 monaei proles lavano , o suprotesta audacissima. Por man di nos o e di giudico a con-li atti . convonuli nollo stosso castello, in uia temptello sacronti a Vergino, serissero: la rostea Janula essero di perii non a
logi; rilasciaria nolle mani det Carasa a nomo dolia regi a , non di loro arbitrio ma da limoro consigitati, o da reali Comminarioni costrolli ; o perche conquassata e lacerata in Badia mal polovano agit ordinamenti dolia regina Os ni o Songa che loro no Venisso ultima se irreparabile rovina ; quellarassegnagione d'un nonnulla offlandore in ragion dei dominio, si che in approsso loro osserno it possesso Q l'uso, benelthda regio depulato guardala. i) ali coso proleslavano nudacemente i congregali Cassinosi, prosonio it Carasa, o a loro non confradiconle. Dallo parolo non discordarono i salti, imporci oech h in questo flesso anno, a Chiari r meglio in regina dei suo dominio su la rocca, abalo Pirro sucula sorto di uno estorioru ricinio di mura, in saecla allo quali soco scolpiro los omnia di sua famiglia Τomacelli, o questo mollo: Purructobbas fori so se A. D. MCCCCXVIII. Io non so e sa sis acusso ii depulato castollano Antonio Carasa ; peraltro scanda-loso monumento si h quollo stemma Tomaeselliano in fronto a Cassinoso castello. Pirro ora uomo di ardenti spirili , cho dat sat si non risiava per qualunque Ossaeolo cho gli venisse innangi. Laonde, come villosi sicuro possedi foro delle torro elio prima oranoslato in man dol fisco, o in glio in balia d0gli flossi abitanti, Che non Volevan O pili saporo di suggogiorio ali' abalo; lovo forte in vo o , o miso una servida opera a fornare in sugge-χione Cassinoso quolli elio non in palivano. In que8la ragiondi governo si manifestar no gli animi do' vas falli, o dovoti o
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xonia sero collo chiavi dolio porto dolio loro torro in inano, pros serendolo a Pirro, testimoni an dolo dulla loro dovogi nor altri, o ira questi i Sangermanesi, ricalcitranti, per tiraru Sulcapo doli'abale cili di che orano minaceiali, spodirono mussi alpapa Marsilio, offendo ancora aperta la si nodo Cos angienso,
i quali accusarono l'abato Pirro di non so quali dolitii. Fuin quos lo stato di coso chiarila in sodo di Palagguolo torrabadiatu ; gli abitanti dolia quale, a chlamata di pubblico handilore, Si congregarono nolla plagga, o di unanime Sonlonga secero per mori di nos o una seritia, colla quale dichiaravano Giovanni vescovo di Caserta, Clio ora at concilio, od altripersonaggi loro procuratori, i quali presen lassuro at papa udai padri una solenne loro protesta contro gli accusatori diabato Pirro; o questo purgassero du'salsi dolitii dot quali tui ace agio navano uomini in tolleranti di suggogione. E originale quos a seri tura noli'archivio firmata da molli col solo segno di croco, 1) porchli quasi tuiti illulturali: non trovo in ossa di quale spocio fossoro i peccati di Pirro, illi si, eho lo accusodo' vassalli lasci assuro noli' animo di papa Martino sospello, O mala opinione in orno at salti dest' abalu ; ma lo coso chonia de remo a narrare pare Cho lo afformino.
Non ancora i Cassinosi oransi rins raticali dot molio chodolio loro a palire Lad istas, o gili nuovo tribolagioni insti vano per quel male deito correre cho molli sempro socero sultrono Napolitano; angi paragonali i passali impi Upresenti pure SpaventeV0li per guerre di successio no, quelli Sembre-ranno mono Sinistri, come recalori O di fortuna, o di suentura, secondo che uno do' ba flagitanti cui si obboro dati i mona ilOCCnVn Sconsilla O vit Oria, o non altro. Ma questi, di cui h
politano, ma it patrimonio di S. Bonodosio ossero la cngionodulla guerra, perocchi, Augioini, Aragonusi, papali, capitauidi volatura o vassalli ribellati lo en rarono, io dixi Sero, lo
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Papa Martino, o Giovanna di Napoli orano stati amici Sino nil' anno I I9, e non paruva clio in concordia di quoslidue potentali avessu ad inlorbidarsi ; in salti quella i ulli Sempre at ponte ficu, clie molio si iravagi lava a cessare dat patrimonio di S. I tetro quoi sorte o guerresco condottier diventura Braecis di Montone, che Or questa or queli'altra clitassor ava a venii gli in Suggegione: ii 2 o) ma 8gragintamen te passavano dolio golosio tra ser Giovanni Caraceiolo tutio cosa di Giovanna per sentio che aveva noli' indiriggo degli assuri, o per altro cagioni cho non voglio diru) o it Contestabile S rga mandato dalla regina per ulare a Martino nullo struitectio gli dat a Braculo. Quantu voltu p0i lo Si orga od ii papa mando in corte di Napoli per soceorsi, lantu ii Caraeuiolo saeuua ii sordo, perchh l' emulo soccombusso, cadesse dat lamegia graria, o solo egit rimanosse a comandare l'animodi Gi vanna. Dolla quat cosa satio accorto it Contestabile, comiticio a susurrar nos 'orocchio di Martino contro Giovanna, a favoro di Ludovido III di fingib. Ιl papa piugavasi : Giovanna cho lemova, mand5gli legato Maligia Carasa, appulito ilcas tollatio di Rocea Janula, por loreorgii la mente da quel Onsigito; ma an data a V voto l'ambasceria, sit trullo Alsons di Aragona re di Sicilia a frontoggiare Ludovico, aduit indolola regina a suo figli uolo, o die hiarandolo suo erode at reamedi Napoli. Cosi pen duo ministri cho si conlendo vano l'animodi una seminina, su accusa la guerra. I napolitani stro ii diassedio dat lo Ssorga, o da Ludovico d'Angili, videro nelio loro neque trionsaro Alsonso; o Gio 'anna respiro: ma era unda Olanto addentro negli animi di molli baroni, o specialinentu du'Calabrest, ii volono Angio ino, clio quollo basib ad alimoniarule solite pagZo sagioni. A quat parte si git assero i Cassi nost
Aragona, pel mal animo clio dappo i gli purib papa Martinia:
dico ignorario, fundo talo una contra ligione negli avveni menticlio mi sal b a contaro, clio non li danno is como con hietturare dulla verita. Curto h cho la regina trallo alle Sue insegiae