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ilol monis foro, Ci0rgio da Vercelli proposito dei monis foro di Valleluco, ed ii do floro in medicina Gi vanni Sobaldo da Pontecorvo; pol conle di Fondi, Nicolli di Giovanni signoro di Falvatera o Cuprano ; per parte della ri bellata Pontecurvo, Giovanni di Jacopo Sebastiani da Ponteuorvo ; o su salta la
favor ggiato da polentissimi baroni o dati'an lipapa Clemente, o it suo signoro dobolo per sanciulla ota, tenace nul propositodi tenor per Ladisino e non precipitat Si nello Sci Sma, avve-gnae fili Urbano lo avosse scomunicato, non falli alia sede cho bbu giurata a Cario e suoi figli, non sit scismalico; an χi susingolaro riuaudio alla cadente fortuna di Duraggo, o merito boue ilalla Chiosa. Ladisino, o moglio la madro di tui Mars herila, clie Sapua a quanta fiducia avexa posto in Piofro re Cario, e quanto polso avrebbe dato alia sua parte ii Cassinese,
Itono di Bruns victi principe di Taranio, suco seri vore dipl0mapor mano di Gentilo de Merolinis da Sol mona vico - prolo- Olario , col quale cuia formava l 'abalu null'umeto di graudandestiore dei regno di Sicilia, riportando nulla scritia ildiploma di Curio suo padre. e Ladisino per gragia di Dio ou. 6 At revorondo padro in Cristo sietro de Tartaris da Roma,c Abato dei venerabito monastero Cassinoso deli 'ordino die S. Benedollo, Caneolliore dei regno di Sicilia, collatorale, e consi iure o ludet nostro dilutio, favore, o buona volonta .e Egli h bono clio it rogato so io si avval0ri di chiarissimie perS0naggi, cd onorisi di coloro, i quali s0no illustri pere diris tura di consisti, maturita di virili, per molia Sapionga,
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e sacciano a sopportare Spesso diuturno cure di spirito e
e avv0gnachb la temperanga delle virili tuo, la sincera sedec non mai salilla, o l' invincibile costanga ii chlamassero a pilie alia cima di uiuet) a buon diritto i 'obho creato cancelliorue dolia Sicilia con suo lettere, dolio quali h quest O il lenore. οSiuguo ii diploma di Carlo ; o pol conchiuile Ladisino, comeessendosi chiarito dolia sedelth, det solano v dulla gius figia,
Con cui l'abato avova suo a quot giorno amministrato lacarica di cancelliero, lo consermi in quella, di aul0rita e con-Senso dolla serenissima Margherila sua reverenda genitrice, balia o nutriel. Ε chiaro argomonio doli' inquiolo vivore elao saecva in Nap0li Ladisias per lo ins0rgoro dulla sagiono contraria inqueSle parole, eho sono alla sine doli'angi lotio diploma. et Iue testimonio dolia quat cosa not abbiamo comandato scri versi e te presenti tollere, o segnarsi det suggello dei vicariato et dei regno di Sicilia, dol quale vii tempo usaxa in nostrae madre, quando lenova te voci nel regno dei nostro genibe lore, in mancanga dei nostro grande Suggello non ancorae formalo. 3
maniora di osallori dolio rendito dei sisco, loro notisicando, come ad abalo Piofro avesso a pagarsi i 'Oncia di oro algi orno, o dieci ait 'anno at suo nolajO o Segretario ; e cio non solo per l'umulo che occupava di cancelliere, uia ben' anchuper particolari Servigi, e spendere di dana o che avexa salto u i in Orig. in Aresa,
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saeo 'a l'abalo a pro dolia sua causa. E finalmenio nul quindicos imo gloria o di Giugno dolio stesso anno, essendo ancora iii Napoli, non Solo a gratificare a Piotro, ma ancho a tui a lasadia, spodi amplissimo privilegio ali'abato, in cui fece solentio conserina di tu se tu donagioni e concessioni di si anchigio
saltu a' Cassi nos i d agit impera lori u dagii altri principi. Cosi
Ladislao in pochissimo di tempo con tre seri tu testimoniai a iCassi nesi non so se doli'amore clie loro portava, o dei bi80gno tu cui versava di avero amici potenti ij. In tanto Napoli bolliva per aecanite sagioni Angioine , DuraZZeSu e pontificio; o sorse in quoslu avrobbu durato il
gherita coi governatori dolia citili, per cui su flarga oscire di Napoli o riparare in Gaula nul giorno offavo di Luglio. Quivi standosi, o vellendo come era andala fallita una sua ambas ria a papa Urbano , per chisedet gli misericordia uSOce Orso, e come ii mutabile animo de' baroni impromul- leva poco di bene, Si Volso Ognor pili a Pietro do Tartaris agratificario, o consortavio alla dis sa dei suoi assari. Nol primogiurno di Agusto gli spodi diploma, col quale tornava Sol toti dominio Cassinoso in lorra di Rocca illi vandro, donata unlompo da Arrigo it Santo alia Badia, pol perdui a per volontadi Ruggiuro, od aliora possedula da d Ommaso Braneaee io, o
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ienosse ragione in uia quaderno, clie pol ora a consegnarsi alre; il governo di questo esurcito badiale tu lo a tui considare; molio impromoti ursi della sua pruden in ed affeZione; se cara gli era la sua gragia non movesse in altra parte quei Sol dati, lenessuli per te torre parali ad Ogni disusa ; e datio Osposio in questa seritia non Si diiungasse , per qualunque contrario Ordine potesse venii gli da' suoi uffigiali. Le regie lettere agglutifero stimoli ali' animo di Heli odeliberato a tutio stare per Durargo , e v'era da sar molio; conciossiaculili Oilone di BrunsWieli, O tenuia Napoli, angielisi POSare la guerra, rin colli grandemente per tutio ii reame, e quale it guasto o tu miserie arrecatu da questa in lut tu loterre Cassi nesi, d facile conoscere dat frequente lamentare che taeeva abale Pius ro in lut tu lo sua scri ituro, la suria dei combal tonsi nullo suo terre con sali parole si . e In queste e dis nostis Simo guerro, oli miseria i troppo diuturno uel e reamo di Sicilial sehu prosi dolori tu romo Sicili in diue viuelibis nosan iissimis querris I 1 rovo nul registro di abale Piuiro mollo serit tum, colle quali Ora manda perdono, ora gastigo ai ribellati vassulli q). Lo terro di S. Angolo in Theodice, Pignalaro, S. Vitiore maechinarono una des egione,ina obito a lenito dat v liante abalo, chieSero perdono eros lenem, si apposiosi ii priore od i monaei. Pensi chi mi Ieggu quale hi rovina di fullo it patrimonio di S. Benodello.
La terra di S. Piotro a monastem, venerando avnngo detraulica
Cassino, in quosla lotta di baroni ando quasi diserta, in guisa cho, allo is lango doli'abatu, Ladisino nol 1388 spudi privilegiongli abitanti di S. Pietro, 3ὶ col quale seancavali per venti
anni, di segni mani era d'impias la e pagamento at si Seo, perri tenerii nulla luri a nativa, 139 i) da cui esulavano caeciali
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Accordalo it Gaulano coli'abaso, ventio in campo it Mar-nino Stato amico de' CasSinesi, Ora nemico per non So qualimi sorabili casioni. I 'abale, sussu clae non ora in large, Dinioso ad altro pubblico nugogio , lascib cho l ammiraglioentrasse neI patrimonio e vi mullosso radici, o per Cauciario
suori non su a limvagliar poco. Gi rgio Toraldo gli dava dispalle in quollo disonoslu occupagioni doli' alicui, ii quale contina mano di gente orasi inlr messo in S. Angelo in Theodice, e vi si lenova a mo' di signoro , meni rechb it Margano Him-POSSeSSaxa delle grassu preposituro Cassinosi di Lauro, o di S. CreSlese vicino alla sua Sessa. Ιl de Tartaris riclitanid ; il
largano non Sentiva. Innangi venire alle amni, qu0gli funibogni via di accomodo : trasse in Roma o si volse a cercano
per tornare in pace coli' abate I' ammiraglio ; ma colui nulla olteiano di bono : pol a Giovanni Tomacolli suo fra ollo cons db questo negogio, ii quale essendosi abboceato col Margano in Gaula ed in Sessa, conobhe perdere opera e tempo Conquesto barone, it quale, non volendo sentire di nec0modo, sempre con quel Giorgio di I 0raldo si riscaldava nol sum quanto di malo potesse atrabato. Si miso a commvovere loalire ferre a ri bellione e veniae a capo de' suoi disegni inquella di S. Vitiore; conciossiacchli travolla la monte do' nobili, ii trasse in sua Sentenga, in lanio cho, caecinio it gOvernal Orobadiale , abbassato te insegno Cassin si, crearono Antonio Caposorno loro rei ore, che subito reso la terra al l 'ammir, glio. I 'abalo Deo un grata chiodoro di i uto prosso Ladislao, cui dolova tres suoi amici ossore discordia porchi, aneliuit Margano ora Duragraso) ma non ora in sorga di sonorion dovero, o tomeva che per rigore di gius tigia non si gu- lasso uulla sagione contraria : lut avolla mando pacturi, osorib l ammiraglio a rade08 farsi col Cassinese, o su vano
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marosetallo di Sicilia con una sua iustera i) a cusidii 0 Roccad anula, per tonoro in sede deli 'abalo i S. Germanesi, o persintro Jo discordio di quosli duo baroni : se mi ponso che ilmaresetallo con uia pb di s Orga venisse a capo di quel negorio, non ii ovando altro della guerra fra l'ammiraglio e l'abato q). Si uri vano io sagioni nol ruamo, uia te coso di Lad istas Ominciarono a plegarsi in meglio per la morte di Urbano
i gli assari dol reamo non altro VodeVa Che ii necessario innalgamento di Ladisino e Io abbassaro di Ludovico d'Angiocinatura doli 'antipapa Clemente, per la quiete sua e la pacedulla universa Chiosa. Por la quat eos a sin dati'anno 139o, ad una sola pro iura di Marghorita non solo seiolso it giovet, ne i O re delia scomunica, ma gli mandb Angelo A edinju0li cardinale per coronario , o frequenti SoccOrsi di pecunia, porchii oscisso ali' aperto dalla chiusa Gaela, O mostrasso ilviso ni Francesse, che in quoli' anno a va Olfenuto in si ossa Napoli. It vento elio tanto bene spirava a Ladislao per i papali favori pareva cho recasSero un bello avvenire at Cassinosislati sempro assogionali a tui se ait 'abalo, ii quale non solo non avexa dato segno di sede tradita, ina molto grandomonio
o colui cho non dubiti, in pili liota fortuna daro dis nos ciripudio a Cos anga di Chiaromonto, che nulla malvaggia ladi SpoSb anehu ricca, in prosieguo condiisse quasi ad ultimarovina la Badia dol fidissimo suo cancelli oro Pio ro do arfaris. Ma Piotro non vide quos e tristigio: nul quarto gloria o disii tigno doli' anno i 395 osci di vita. Noli'omortualo MS. diquesto archivio, trovo ii de Tartaris intilat arsi ris i maloru
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disciplina do'suoi monaci, o dot rello suo vivere. I O trovonnelio commendatissimo nolla cronica dot Petrucet, o Dogli annali MS. dol Modici ; sc egii porto la pena della scomunica, por l 'amoro dei principe cui SerViVa, e per non RVer ConSentito allo in grandimento di Francosco Prignano, angielth malediro ad aleun vigio suo, malediremo alio Scorrello andaro di quoilompi.
Era in Sol mona re Ladislao quando risoppe dolia mortudi abate Piotro, o pensandosi in quei gloriai guerroschi pali re assai la Badia priva di uia capo, i in bandi lettera nol reamua tussi i su i ussiciali, conli, baroni o condoti iuri di soldali,
pena ii regio suo silegno , di non recare molestia di fortuni Cassinosi sed alio 10rro di toro, ma queste qua rasilire odissendoro. Opportuno provi edimento ; per0echh i monaci considerando alla disse ita di quoi lenapi, Sopi assedovano alla ologione dol nu vo abale, lemendo dispiacere a Ladis lao, O a Boni sagio, o si roggoVano a Commune ; debole roggimento in m oggo a fullo quot turbamenso di civili od occlesiastici nogo-χὶ 1396 . Stet toro songa uia capo sino at 1396, Vuoto ii s0ggio badiato por un anno se diciolio giorni, net quale Boni sagio IXdi casa Tomaeolli, udilo it parere dei cardinali, creb abalo Cassinoso Errieo Tomacelli suo CuginO; O S'avvisb tul ora minaceialo da antipapi non potere meglio proxVedero at suo inegogi net reame, cho mellendo at governo di polonio Badia unsuo eugino. Bene ni monaei; che O bene O male volgessero lucoso, l'avere ahalo usi parente di papa non era piceolo Sosio gno in quei gloriat, in cui chi polova lenersi nul possesso dolproprio era Singolare uomo. In salti it papa riguardo sum pro in Badia como cosa sua: serisso solenno bolla 2 nel 1399, nulla quale, signifieando sua veneragione verso in Badia, comeo ulla doli ordine fullo Benedellin0, e conserinando fullo quello
i) Orig. in Arest. et, Orig. in Archi
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Hio in donagioni o privilegi avossuro salto i su0i antecessori, o tulit gli impora lori e ro, Si pone in sui lamen laro te usurpa-gioni salso sulla Cassinoso signoria da 'rapaci conlinanti baroni, o fallina sala per la propolonga dolae di Sicilia; o minaceiandodi Scomunica, Ia ros lilia χione comanda a gli usurpatori, OVeii possosso det rapito sta mono di conto anni. Sorivova ij ait 'arcii oscovo Napolitano, at vescoxi di Gaula, di Forentino, ali'ai divos ovo di Pisa, ni vescovi di Sardogna, Clio Oxo nullodiocosi di loro fossoro torro at Cassinosi usurpato , di loro ausorith costi ingessero alla restifugione : o noli anλidolio anno consorinava Ia holla di Alossandro IV, conformanto ii diplomadi Errico VI; elio consoriva at Cassinosi la giurisdigione lanio civile, clio criminalo. Fino ali' anno I 4O2 serisse in vario
i aetano, ii papa chiari lusi dei male anim0 di tui, gli baudi
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indiri ita ait 'abalo, 1399 ii qualo volova cho it Cassinoso susso proprio it campi no dolia Chiosa, per frontemtare a quolpolente scismalico, seco pili ardonii gli spiriti di ambo te parti .
to docimo dogii occlesiastici boni cho Orano nul reame per condurro la guerra contro Ludovico d' singili, o per dat glimeZZO a venire sul Napolitano trono: ma p0ictili per ordine suo ogii trovavasi in guserra col conto Onorato, e volendocho da lato guerra vonisso in doprossion o di quot baron scismatico, tui coneodoro lutio Jo decimo cho polevano raC-
coi si dagit ocelesiastici patrimoni Osistenti noli a Cassinoso signoria Songa dipondere di sorio dat ro; porchh lui proxistodel principale alimento della guerra, moglio pol eSSe romperela superbia dol Gaolano. i) Cosi giustificale per pontificali decreti lo guorr sebo improso doli' abalo, non ii a diro se, ocomu ballagitasse eoi conlo; chh Io umano balla io, cresconoo durano pili elio altro so in una dolio parti h ponstero di religiosa di sesa. Ponto orvo corriva a novila, crasi gitiata alia parto dei Gaolano ; ma afferrita da quot grido di crocialito dat continuo sui minar di consuro cho sacoxa sonis a Zio, loriab in quest'anno 1399 in graria dol papa, cho la Seiolso di Scomunica. 'in Certo cho mollo se sortemonte i Pontecori silentastro per gli anti papi In quos lo haronali sagioni ora si dis into uia Filiolo Tomaeselli si atollo deli' abato, specialmoni nul ri cuperare la
i) Orig. in Archi. V; Orig. in Archi.
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Cassinoso siseo surono rimianora tono at badiato Datello. Trovo cho Errico nol saro questi presenti avesse chiamalo prima a partamento i monaci, o lassovi stato consonso nel gralis caro at Filiolo; i) ma non trovo deliberagion o QOmune in concedoro a Gi vanni Tomaeolli la cilla di Pontocorvo, aliora suggesta alia Badia. Bonisagio ne lacu uti dono al
tollo dat sanctii sinu a cho non si ebbe tulla in manu Iasignoria di Napoli. Torno at sat o di Ponto corvo venulo in mano di Giova ni Tomacolli per volonta di Bonifagio. Quoslo donare Mirui non
uia perdere l'opera ; Se pure non gli sarebbe Venulo di peggio. Diodoro lompo al lompo. Esci di questo monito papa Bonisagio, successogli Innocongo VII. Caldissimo pratiche aspicearono imonaui nulla pontificia corio, che dovellero pasSare in odoratodali 'ahalo, o elio rioseirono a bono. 14 6ὶ Papa Innocen onoli' anno speondo di suo poniis eato surisso di Vilorho undiploma, nul quale dichia rava nulla, irrita e cassa in dona-gione salta pur papa Bonifacio a Giovanni Toma olli ; spodi sua Iuliora a'cii adini di Ponte rvo, cliu s0t 0 pena di analema at