Storia della badia di Monte-Cassino : divisa in libri nove, ed illustrata di note e documenti

발행: 1842년

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S'nia in rapi ega. Conuiussi neci h nol XVI se dolo ora in MonfuCassint, soritissima seu la di Greehu e Latino tot oro, di sacrue pro sane sciolare, od uomini per sapiunga o satis ita di vita Commendevoli. Quello mullos imo ragioni angi duite, tu quali misero tanto moto nullo italieliu lantasio, por cui ven ne larigeneragione dolio arti, commossero anchu lo intelligonge da volgurio allo studio dolio se longo se dolio te toro . Non orano solo lo arti ospitatu od onorato nolle corti d'Italia, ma anchele lut ore, eho come quollo fioris dono di genti logga l'umana Vila, allegrano gli spiriti o consor ano a virlli. E comu lo arti

ciuit it citore, od ii ministero cui son deputato, cioli di ammorbidi re gli spiriti se piogarii a virili; o quelle o queSte hanno in loro flessu l' indole di quellu gonoraetioni, che net XV lso uolo in Italia surono ad iiii lem po robustissime in guerra, e cima di cortesia in pace, e porcio ad uia tempo virili od

morando gli italici ing0gni, surono in grande cullo lenule, allin80ro in pari passo altissima pur segione, est' h chiara nullo

ripulati cull0ri dolio te foro; o queste nutricato se caroggale dei flavori pontifidali, apparuero bello e dodoroso ad un lompo aiccturi ei od ni laici. E so su m0nis loro nul XVI secolo in cuile loliore Grecho, latino sed i aliano surono in grande Onore ecollissime, quos lo si su aleorto it Cassi noso. Bene de to doli' va, Onorato Fasci tolli, Angelo de Faggiis desto ii Sangrino, Loonardo dogli Oddi monaei Cassi est onora rono Coi loro versi non sulo la Badia, in a te Italicho lettere, ontrando innangi a molli podii di quoi si opilissimo cin quoeonio. Lamusa elio ispiravali ora quella di Paolo Diadono o di Alsano,ina incivilis a se non pili sorva di barbari. Conciossiaechi, nollapsuurissima ulci di me go, da Marco, dulto it Postia, di se polo di

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erano Vel Si, orano ripulati sapienti. Lo lodi di Dio o do'Sanii ora subbiuiso alla r0Z a musa di quo'buoni Solitari, come lota ancho dapp0i; in guisa cliu quando in eo minui ossi ad usare it eo si dotio volgare, i primi vorsi volgari si ii dirono nullo badio. Innangi si cantasse di armi se di amori, per cui ad intolligen1n dolio donne o do' soldati sui ono usa te tu voci volgari, caulavasi di religione, e Specialinente nu'chiostri, oven ora pili servida la pratica, e donde si disson leva nul popolo. Le pili antiche poestu v0lgari riportate dat Quadrio non vanno olfro ii X li socolo, munire elio trovo in vii MS. dot 109o undialogo tra S. Bene desto u S. Basilio in versi volgari. Mi av-

viso cho altro cosi satio poesio si seriuessero noli ' XI o XII seeolo cho non si tramandarono at posteri, lenendosi a vito lasa, olla dei volgo, o solo degna di stima in latina, como usata dat dotii. Sono ueli'Archivio sumetenti do umenti a dimos raro domu in claseun Secolo fossoro S ali poeti in Monte-Cassino; ologgendo quei miserabili versi dei tempi pili barbari, o quotlidi Bono letio doli' Uva o dol Sangrino , h chiaro, cho ira quotli 0 quos si vi siano stati versi medioeri, non andandosi per salti dat pessimo at huOno. Bonodosio doli' Uva di nobili natali su Capuano: ma furodi anni si roso monaco in Monte-Cassino nol 14 89; e Sebbenerim utasse ut lutio la ragione det suo vivere, tuis avolta rileiano quot suo talento di vers0ggiare, l0gliendo perli a materia delle suo rimo, gravi o saeri subbiuiti. Petrarca, come tulligi 'ing0gni singolari, si tra ova appreSSO nol cinqueeento una solla d 'imitatori, eho uccidendo tu santasio, naiagolavan Ono' loro sonuiti e madrigati, o volovano intonorii e gli uominipe' loro amori, o Veri O immaginari, Verso qualcho Laura. So doli' Uva fosso rimasto nol mondo, non l'avrobbo risinito

dat ean laro gli 0dehi i capelli di qualehu seminina, e conquel Solito pi ignis leo , comu mollissimi rimatori di quol

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mai tolli, sed altrovo por cura di altri. Quo' canti in ottava rima sono do' pili belli cho stansi salti nol cinqueeunto; o molia ludo no venno da quotli at doli' Uva, non essendo ancora conosci uti l canti dolia Gurusalem me, in cui a lania pors Zione portli it Tasso l 'ollava rima. et Non dis piacula V. P. a se C Stessa, Cosi Surixuva l 'abalo D. Angulo Grillo ut doli' Uva, et dupo la pubblicagione dolia Gurusalemine, tali stimi di institor it suo p00ma per quollo di Torquato Tasso, clio con tanto e e Si pubblico applauso h pure adusso useito in luce, porchlig siccomu do'murili, cosi sono i gradi di gloria. E so io didos sie eliu lo vostro cinquo Vergini prudenti nul genero loro non C sono inferiori alia Gerusalemmu , non crederet di meritare blasimo. Egli h bon vero, otio avendo it I asso lon aloe maggioro impresa, o condollata a solieo sino, como la P. V.C in Sua, ne vione a res a re in maggiore consideragione. Mae cho non stolo voi per saro a lato a tanto rivato Τ Graia cosue Spero ; o it Doroleo pub sar sede, clio So ni esto lenta log quel genere, non avres e indarno aSpirato at primo luogo, C e non vi dorres te det Solon do. Stalo sano, sed amatumi s. It Doroloo, ovvero is frugioni per la gioventu, cui accenna

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ε Adtinque ξ morio ii Caro 3 a cui concesse Lo Gel sa'ere, e poter dire in rime Tullo quel cho volea , sen re alte e prime

si morioi Ahil chi mi dona amare e vesse Lurinae 3 E morio il bel olyno sublime Dello nuser no let, che tulli opprime, Placar poleo, che ii colpo rilenesse. M a se come sit bello viri suo dello, Gualmonte su candida la visa, mn d dei Ciolo tin cilla lino eleus. Ed D lo spero assai; che alma arriccsista Dat suo Signor di nobile intellello, Raro avrien che viriti non abbia unita.

mi avulso it buon monaeo in diriggasso at popia nol tempo in cui ora per dare in luco la Gerusalemmo, ii qualo Como ine-dilo, e comu riguardante ii cantur di Gos redo, anche vo'pubblicare.

Tasso, cui diade ii C. et nobile e raro

Lodato ben Cambidue questi a pars. La nostra lingua siti molli anni avella Ll suo Poeta, e sino ad or non Pave, Pal che dat Frimo suo prectio e lontana. Resta che si rostro stia lenia tro e strave, Giunto au'tιtile ali ui quel cle dilatia, Formi P esempio delia visa umana.

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'b solo pomo posela it Cassinose amava l 'insolico Torquato, ma como Bonodossino; perocelit, montro quosli levato a cima di gloria, ora liralo noli' insor unio da uia mistorioso destino, i monaei di S. Bonodotio sui ono do' pochi clio commiserando alta sventura di quot grande, Si adoperarono pol suo miliore. hi non si sensu stringore it citoro di altissima pieta verso di Τorquato o di con Oseenga verso quo'hIoni monaci di S. Bono tollo di Mantova, o quot collissimo abalo D. Angelo Grillo, loggondo quoltu lettere cho indiriχgava n quos i ii po- vero Torquato, ora chi edendo Cho lo sol corrossero di progii iure a Dio, ora di favore presso it principe, cho colla prigione lorimori lava dolia divina Gorusa lumine' Ε alvorto su negli annalidella Congrogagionu Cassinoso vi ha satio dogno di maggior lodo o dolia bonodigione di color cho sanno, questa si h alcertola piolosa cura elio ii monaeo Grillo prose doli'altisssimo poeta, o la caris a con cui il l l . Bonodosio Castollo, inventore dolia misura dolio neque correnti, dis su con pubblica sertitura dat suoi nem iei ii suo in nostro Galilei. Τorquato e Galileo obboron olla svonlura a consorio duo Cassinosi.

ol cinqueeento orano operosi gli spiriti non solo nullo italicho ma anelio nolle latino lettere. Erasi destato uia amore per questu, o dirui quasi uia pontimonio doli' avorto lasciato neglello, como quello che ricordaVano duile anticho glorio, o doli' antico imporio di Roma. Si rite ovano con maravigii alo opero di Tullio, i cauli di Virgilio se quo' doleissimi vorsidi Tibullo o di Propor iis, o si accendova una Onoratissima gara illimitarii, o di tornaro a vita civit u la savulla dol Lugio, Suritia o paria a solo nolle chioso o nolle Scuolo. E se ni proposito hastassuro tu sorgo, i, chia ro nullo oragioni dui Mureto,

o no' versi det Satanagraro. Lo quali sertituro si ut tarono a cost oro lodo molia, o non poen utili h ni volgare nostro ii 'Italia. Imporocchi , mi avulso cho dat lo latino tot oro con amore

colli vale sin venula quella purgat0χga di stilu o quolla dignita di eloquio at fullo Romana che ammiriamo nu' prosatori dol

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Τra Hi serit ori latini di quos o socolo b da sat si onore volori cordanga di Onorato Fasci tolli Cassi neso, gentilissimo poeta, ii qualo non solo su p0rilissimo dolia lingua dul Lagio , ma

al iri cardinali, o spodi almonio dei cardinale di Chieli, p0i papa

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mS V28li, Opera seritia in verso semico, cho it Mari o I UOollichiamano insigne; cinquo elogi in vario metro, promessi alle

doxa 1719 . Non ho rinventilo noli 'Archivio Cassinoso ale una sua scri itura inedita, perocchd avendo egii iungamonte di morato suori dullasadia, od essendo passato di vila in Roma,h a crudore, cho se ale una ne lascio, andasse in perdigione. Ma dat vorsi pubblicati sumuiuia temonte ne dato argomentare con quanto magiStero, e quanto intendimento egit axesso usa odello latino tot oro nul verso. Dolla quat cosa rondono bella

Non sit secondo at Fasei olli nol verso glare inlinamento

di Porugia sossu diventito monaeo, lus avolsa h da tenui si monaeo di Monte-Cassino, essendovisi recalo si vanissimo adim0rarvi per lutta in vita. Io non credo che ale una Sua poesia

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Axondo in sinora discorso di coloro clie per latinu odii aliario te toro surono lodali nol XVI seeolo, non creduno il0ggitori, eho i Cassinosi abbundanii di OZio, solo a loggior disciplino volgossor , t 'animo; imperocelth tra loro uri grandeam Oro vi su allo saero selon e , cui det ei O Opora caldissima,

o non posthi levarono fama di uomini poriti doli' uno o l 'alli odii itio, dolia inlot pro a/ione dolio S. Seriti ure, dolio coso dologicho. Angi la dolirina do' monaci Grogorio da Uitorbo, nonodosio Cano filo, sed Angolo Sangrino, di provatissimi costumi, pili cho in solitudine dot luogo, ritonia ero S. Ignagio per quasi duo mugi presso i Cassii est. In quot tempo oransianelio in Mon o-Cassino molio riscaldalu lo monti nollo studio dolio saero disciplino, in qu ut tum po dissi, in cui lo montialem anno invasalo dat domonio dolia salςa risorma si avxon lavano contro at dogma, od alio giurisdigioni dolia Romana Chiosa. Por in quat cosa i monaci, come quelli clio sciolli dolia suggogiono dolvoseovi, at Seggio di S. Pi uiro pili stro flamonio

orano uniti, Si preparavano a disendorio colla voco se collo sortituro. uindi alio an iube ira ligioni sui dogma studiavano, o ricurcavano, o lucubravano i dirilli oculosiastici; in una parota, Si avxaloravano Colla scienZa a tenere ii campo controni novatori. Quos to molo delle intelligonge non ora solo nolin Badia ina in lut ala Congregarione Cassinoso, prodotio dat lanatura doliompi fortunovoli alta Chiosa. Tullavolta oratio quo' monaci, como soldati clie Si tenuVnno nolle si in eoo a propulsare te aggressioni nomicho, munire i sodi dulla compagnia di ossi, capitanati dat LaineZ, 0Scivano nil 'aperto a cogZare cogit

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Ora venulo a lania celebrilli di nomo , clio rimporadoro Massimiliano io voltu croar caualtero Palatino nol 1512. Macon sigilato dati'amor dolia selonga, o dolia pace dello spirito, maturo di anni, si reso monaeo in Monte-Cassino; o negli OZὶ dei chiostro serisso mollo opere sul Canonico e civilo dirillo,chu gli si ullarono molia lodo dat giureconsulti suoi contemporanei. Nolla pro sagione at suo libro - Do modo reperiandi

e Forum Poli) - dot dii illo do'Longobardi o dei Romani, u

s urono pubblicato in Vonogia por xari lipi nol 154 q. Ma diques le quella cho ha lilolo Uo Foro Fori et Use Foro Poli gliollenno maggiori lodi da illustri giureconsulti, como da Antonio do Rubois, da Sigismondo Brunselli, o Bornardo Bonsilido tori in loggo dolia univorsilli di Ρad ova, o dat Toppi, clienella sua Biblio loca Nopoli lana io chlania doliore insigne. Montro allo tot toro sed alio scien o intendovano i monaci, gli abali Cassinosi non rimos lovano da quella Santi SSima Curudi abbulliro la Basilica, la qualo tradi a nul monistero Valenti

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monaeo di S. Severino , essendo Venuto in questo anno algo verno dolia Badia, i556 soco eos trutro una chiosa inseriore ulla Basilica in onore di S. Benedulio, locandoxi trealiari l 'uno a questo, gli altri sacri ni sanit Mauro o Placido. Mareo da sino dotio da Siona, eho in quel tempo , Olfenuta in citia linanga di Napoli, ora adoperato mollissimo in queStacitia nol colorire tele, o n0gli ali refelli, su chia malo dat 'abaton decorare questa chiosella col suo pennullo. Egli dipinsu asresco lutio te mura, esprimendo aleuni salii delia vita dici isto, in stagguilagionu, la crouisissione, l'Oragione nil'Orto, in Vorgino con Cristo morio su lo ginocchia ; e nolle due eappello do'santi Mauro o Placido, quailro storio dulla Visa

di quosli : sulla saecla dei quattro pilastri cho ruggono laxulta i qua tiro evangulisti, sed ni lati aluunt santi monaei inpiudi ; e nullo lunultu cho sono sopra te duo scale che portans in questa Sotterranea Chiosa, l'onirata di Cristo in Gerusalem me, o in sua risurregione. I ra te molio opere di que Sto aluntv dipin toro , quollo di cui parto sumbra eliu meglio ne chiarisenno dol suo saro grando sciolio e pleia di decoro,

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