Storia della badia di Monte-Cassino : divisa in libri nove, ed illustrata di note e documenti

발행: 1842년

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nccoso. Soguivano votali altri recante ei ase uno una immagine di Santo ; o ira questi ora uno che si traeVa appreSSO Uncapro traformalo in demonio lutio incalonato , orribilo di Sembianga. Conae COS loro apparuero in Roma , sit grandumaravi glia nul popolo, che loro si mise appreSSO ; imperoo chh quo' Poscolosi avovano cosi bene istrulli que' capri, Chu

ponto ficu cho dava solenne benedigi no at seduli, dat palargo Quirinale; od ii papa nul vudorti, non si leniae dat ridere odat dire: Ch δ mai quoslo' Ancho capri o demoni vennero qu4 por indulPonae8 E di rimando i Poseolusi con fulta voce gridaronor Viva papa Clomonio I Viva nonio-Cassino I Inquel giorno lutta questa con fraternis a su ospitata noli'ospodalodi S. Spirito ; obbo lautissimo hanehollo ; od oltro a molli prolati hon dodici cardinali loro ministrarono in pialli di

Voltu anctu papa Clementu visitare Monte- asSino, macon p0ehissimi compagni, o mosse di Roma per Frascali, potad Anagni. Ma sparsa in Roma in voco dot pontificale viaνgio, sta uia moto od una subita partonga di cardinali o di tuiti quo' mollissimi prolati cho sono nol palargo dei papa, degliambaseiadori do' principi, o dei baroni, per raggiungere ilpon esico, e mullei glisi appresso per corteggiario, in guisa

E pleno di s logno per quella improniitudine dei venuli,

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s uot confidonii, Aldobrandini, Deto, Visconti, Taburna, at quali surono sal te tu pili onoro voli adeo iunge det monito. Fu visio comu gli abati dei XVI secolo curassero, cho ilmonis toro divenisse splendido per ampl0χχa di odisti, o belli monumenti di arte; o quelli cho sequi dono nol XVII o XVIIIS colo tenendo te l0m poste, non rimissem dallis studio diaceres me ii decoro, Specialinente pros Ondendo una ricca v na di oro por rendere la Basilica uia vero gi0iello per pregio di materia , sed e celleraga di lavorio. Anche uia certo amore di gloria consorlava gli abati a sare qualcho cosa, cho facesso vivere it loro nome oltro it triennale reggimento. In questa h anche principale eagione, Se non Vado errato,

per cui i pontusici pili che altri principi abbiano lasciatu dopodi se molte opere pubbliche, Volendo a queSle raecomandare loro nonae, che non pote va perpetuarSi Sul trono per Succession o di figli. Ma se gli abali det cinqueeento secero molio, secero anche hstne, perchli quella elli era forentissima perogni manistra di arti, ma quolli dot XVII o XVIII sucolo sedero male, porchh guas larono ii satio ch'ora buOno, culpa dulla

depravagione dui gusto, od ora a desiderare clie menO RVOS- Sero Operato. I 'orario hadiale non ora late che hastasso aiulta una riodisie tono della Chiesa nel cinque cento, per cui si dovetto Successivamento abbulliria, e quasi per gradi, eporcili non si obbo uti odisitio dei cinquevento tutio comptulo nolle suo parti, da sarsi rispultare dat guas latori dei sui uenio. M a standosi sum pro in Suli' adornare , SOpraggiun8e ques generale corrompimenio det gusto, per cui Sembrando grellata semplicita, o bollo it lambiccato sed ii composto, OSarononi vecolito Sostituiro ii nuo 'o : e su peccato, che non pub baSlanga lamentarsi. Quando appet 0no Sulla terra in gegni Singulari, h da allie tarsenu e ringra/iurnu tu Pr0xvi leuga che li

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che per poggiare alto come quelli , muttono a miserando S0 squadro o lettere sed arti e quanto v'ha di bullo. Venno Peli arca, o su Seguito fosso da uti gr0gge di poli archissi ellesponsoro ogni luco di poesia in Italia; veniae Micholangelo, eluiti volt ero ossore Buon arroli, o condussero a miserabili destini lo arti ; h venulo Maia10ni, o chi ei libera pili dat roman io dagi' iuni alia mangoniana Τ Ε sossuro almo no rimas i a Se-guiro lo scrit ore de' Promsessi Sposi, o non andali Oltro alpo nsar lo berluceo a corti demoniaei romangiori l Ma dicendo dolio arti, o specialmento deli'archilo tura, et Michol angelo volendo e riserinare ii dissegno fornato ad ossero id ale o muschino

et come ora quello d0gli Etruse hi, si gitto ali 'altro ostremo sono parole di quel sapientissimo Win Lobnan). E cib

e sat si capiro, si procura di rendere tu cose pili sensibili oe palpabili cho uno pub, e per Ottonore la meta dolia eos a et so ne Sogli Ono domandaro tro quarti . sicco puretili osso e Buonari oli, lolio ad osenapio dat posteri, sutasse gli artisti lalla hulla naturaleχga. Michol angulo ii di cui genio socondo e non pol ova contonorsi nei limili dulla odonomia dogli nni - chi, o dolia imitagione dei loro capi d'opera, comineio ae multor suori dolio novita, o a dare in oceossi in maloriae di ornati. I l eco perchh pol gli artisti pensarono cho nol-l 'imilaro Buo narroli s' avessero la lieonga di potere andare alia impaggata , e di potero imbas ardiro o non imitare lanatura nolle loro opero. Michel angelo gil lava la semonga diuia p08Simo gusto, come nolla tribuna di S. Pietro, e lostoso no vide ii seu ito in quolia Callodra rella, Dio Sa come, da quo'qualtro doliori inuos liti da una procella, Senga ragione.

II palagro delia Cancellaria in Roma, quello di Gravina in Napoli, messi a fronte dei pala go Doria in Roma mos franona glio cho io nol facessi collo parolo , da quanta dignitati ab hoc asso i arehiloltura dat tempo di Bramante sino aqvello det Bernini. Nd solo dalla imita i0nc del Buonarro li

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h a derivare qu0sta dupravagione : a me Sumbra, e questa hprivata son longa, Cho ad amare it baro eo fossuro consortatii nostri dati 'indolo di coloro cho li domi navano. It populo Spagri uolo avova in que' lenapi uti ingentio orgoglio, per cui

agognava at fasto, ad Ogni cosa magnifica, ad uia'aristocra-Zia, ehu Voleva significare e nolle vesti e ne' modi o nol dire ;c questo dosiderio disordini, tanto, che numici dul naturale, perchi, poco per ossi, Si delfero at composto, Clio in superbas antasia ispirava. Ε percib titoli, Onori, inaniere, maSsime nolle corti, dove vano portare ii marchio dei sup0rlativo, per-chli quolli cui si davano paressuro uomini di altro monito, e non dolia somon a plebea. In lal guisa gl'ilaliani si risocerodi natura por lo abitudini dolia corte Spagriuola, e Cadderonet gosso. Non piaeque pili una linea retia nelle planio endii ornam diali degli odisici, Si Volle Spurgare con angoli; non si conobbero pili fermini Deli' ornare, sumbrarono poetii gli

dest' antidhithi filiora si ricoprirono di stuceo tu colorino digranilo per abbullirie, si traforma rono lo cathedrali in brulla

cosa da belle cli'orano. Si plange ancora su que' matti can-giamonii che socoro nolla Chiosa di S. Chiara di Napoli, manon da luili ; perchi, i gongi ne ammirans gli studelit o glias roschi det De Mura, ma i Sapuli ne plangono. Di questa sorto di scompi hanno patito in Napoli pili clio altrovo i monumenti illario; o Dio saecla cho it vandalismo non duri. A tali condigioni orano venulo te arti uel XVII seeolo quando i Cassinosi non contenti doli' areo aculo, dot sostillo di lcgno, pOSero mano alia loro ChieSa per renderia pili bella per sorbilissimi marini o pili ire. Ma innangi dica dolio mutagioni, ii inestiori cho io dicacit, che ai venisso, mulando, eioh lo seoprimento dei corpidi S. Bene lolio e S. Se0lastica ; cd h bene disc0rrere colle

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e lanto, che si seopri uia principio illuna grotta: e Volene do Vedere, che cosa ora, si rilroub osse re dou'erano lie supulchri dol santissimo padro Benodetio e Scolastica.e Essendovi salto ian buco grande quanto Vi si posse va

e vano nulla saecias a dei sepulchro ; et quella fabula cone i 'iseritionc det Carrata, clie vi su posta at tempo dei card. et Giovanni d'Λragona. Et quos a levata, a perse it sepulchro re os proso tu festo dot S. ' Bone dolio, et S. Scolastica, et luet se hasciare con gran lachrimo da luili li monaei, cho vide duro cho dallo suo ossa scaturiva manna. Εl questo su il

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1ὶ Corpora Sanctiastam Patris Benedicti monachorum Patria esim ac S. Scholastiem Viryinis sororis ejus , quos post annos bis centum , Petronace abbate , sanctus Zacharias I pva perspiciens, prout re erit, intemerata reliquit. Et post alios tercentum annos, abbate Desiderio, vostolico sedis legatis invectoribus, Aleaeander II pure, qui et basilicam hane consecravit, intacta et in liminuta inventa esse testultis est; sub hoc altare uno eodemque sepulchro, tibi primum posita suere, sePulta quiescunt. Ad ψSortim pedes corFora Sanctorum disci ulorum ejus Constantini et Sin licii, alque Sancti Caroli Manni

reuis et monachi cum aliis multis Sanctorum monachorum corWoribus condita sunt.

Sin licius abbas, qui altare et uolum eaeornari curavis, poSIe

ritati monumentum poSuit.

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Ciaee questo odi sitio da ponente a levanto iungo 24 2 palminapolitani, largo, non comprese te cappelle, 73 palmi. Cinque

archi in elascuno do' tali ruggono la volsa, soslon uti da pila- Siri, a claseuno de' quali sulla stossa baso sorgono at lati duo colonne di granilo, Sti di cui vanno a cadere gli archi, mentro la saecla dei pilastro torminata da uia capitello corintio si leva pili alto, ma non tanto da roggere it cornicione. Non soquanto possa placere at Sapuli d' archiloltura questo in nos lodi colon no doricho a pilastro corintio. Gli archi sono li opposchiacciali, ed h argumento , che questi prima sOSSero acuti, ο xogliamo dire golici, o per averti voluto ri turre a centro pleno, Caddoro noli an idelia menda.

Ιl pavimunto dolia crociora si leva di palmi cinque daquello dolle navi, o di uno da quello dot coro. Qualtro grandi

pilastri corinti roggono la Cupola cho Sovrassa i 'altare massimo. Dieci cappol tu sono in tulla la Chiosa, cli 'entrano nullo mura dolio navi minori, songa Oeeu parte. It coro flene lut lata tosta della crocu . E pavimento e mura e pilastri sono rieoporti di lucentissimi marini ; tu volio di studehi dorati odnisi eschi, con lanio gillo di ornamenti, cho multu sagio a in chi velle. At certo quelle deuoragioni di stucchi non sono dipuriSSimo gu Slo, ma non sono dello sisenato Soleonto; tali siriluvano tanto da guastare lo lineo doli 'odisi i0. Duolo dat verocho que' valenti commuttitori di marini, i quali lavo rarono inque Sta Chiesa, non Si aveSSero, specialine ulu no' pavimentio nolle pareti dolio navi, alculi biton modolio di dis0gno e cho sossero andali quasi a caso formando certi cartocci, non mirando ad altro elie a produi re un qualebe placere alla vista per la simo tria o per la varistia dei colori. Furono

di cui abbollirono te sacco degli altari, tu quali sono Veramente maraVigliose , o per peregrini marini di che si compongono, come det giallo, Verde, noro antico, e lapiSlagulo, e per molin morbidoZga con cui h condolia quella specie diarsia Pon duri marmi.

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Chiosa, avondo voluto i Cassi ne si allogario tutio ad autori dolia se uola napulo lana in ura tempO, in cui que Sta loccavata quarta epoca, e che paragonala a quella det Solaro, dei

Ma thois i ea lini dolio navicollo, at Solim enu quas tro grandidi pinti ad Oglio nul copo, a Curio Mollisa di Lorona la volsa dei coro . Lo di dei cappello surono di lotu o di assi eschi adornato dat modo simi, o dat Cunda, o dati' ymiconi. Sit lutta las aedia dol muro est 'i, in sondo ulla Chiosa it Giordano os pressula consecra tono dolia Basilica salta per Alossandro II nol XISecolo, vastissimo dis in o. Curio h cho i pili bolli affroselii di

Vengario Sul capo, O eho si allonianino in cieto. Un anno solo basib at procelloso Giordani ad imprendero e condurrea sino i molli assi eschi cho sono nolla nave di m eZZO, COSaquasi incredibilo, ovo non si sapesse, eho eos ut si a lo im- maginare aluuii salto, od Osprimerio col pennello quasi non

multova tempo in moZgo. uel di pinio ad Oglio nol muro alto 18 palmi, largo 32 rappresentante la cons0gragiono dolia Chiosa h monumento di gloria non 80lo per lui, ma per tulta Ja se uola Νap0lilana; od Oseret dire, che in osso velle Si quasi in iscordio lulla quolla servida immaginagione, o quel suoco animatore, per cui Sempro gl' in gegni Nap0litani si sonu

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