장음표시 사용
411쪽
erno con una veste di muto pardo, mamita di pumesid' oro, e molle gio, alia barretia; li Eleui andorno vestiti con m ni di velluto carmosino infoderati di raso carmosino , scar e barettoni di velluto carmosino , calae di scarlatio, e g P
poni di raso carmos . OIire gli Heri vestiti , vesti anco iaCitia dime Portieri , cloe. dui delici fingio delia Monta gna, uno desso Senio di Capuana . uno delis Seggio di N, do , uno dello Smgio di porto , uno desso Senio di Por
innova, due della Plaetra populare, uno de Ili Deputati della P cunia , & uno desti Deputati de Ita nova gabella , della Panu , n im ι e questi iurono vestiti con Cappe cii Florema glasse , fascie di rase cremosino, caere di stammeua gialle e mile , sicce di raso glasso e rota , coppola rosie con penne gias ., uisatani Grati in mano con ' armi della Citia ; e deIlo Miso m andorno vestiti si trom tu, e .mferi. Glanta in questo modo la Citta innaneti Io Imperatore, Antitasse de Capua Hetto della Μontagna tingrario in nome di tui ii Sua Maesia Celatea delis suo selisissimo advento in Napoli , ae Gio: Francesco Carasa de Carasello Elelio de Nido te presen se te chiavi, quali pigilate restitui lo Imperaisre , emendo , inemvano in bone inani de vasalli sta sedetissimi, x Minnio Macedonio Elatis di Porto te consigno ala Sindico; il male do aver sino Belle partae , con uminssima riverema si miis a -- Hlo, come secero anco si meiti, inc it Sindico si miis alia C valcata inaneti lo Vicere con is steridardo Reais in. mano , e lLElatu avanti si sene ossici , domi delli aliti Titulat, deno Re R- , Precedendo a toro consorme s solito . U Imperatore fi mi sint Idaechino o pallio di moreato , che in vel Io loco sta' a m indine per questo eritis , e fit portato da cinque Nobili, , M'- polo, Sc uno delis Baronaggios e duecello stelio Senio di Capuana li portavano iI semo deuo eaVali questo modo ando Io Imperatore talla Porta Capuanaa 1 Arci vescorato, dove domo, u Vicario, che veniva con et is, i&οςI' i aequa benedelta , e vciendo inon Chiars , a me Eeito e ropolo locco darie iI cosiano; e Bua orarione, mentae taVa ia Te Deum laudamus con musim solamissima , Antonio Normiis Hetto di Portanova fi appresemis it Messa Ie aper ere' si rapitoli delia Clit, in mano, S,Ericine Minuiolo - puam is dere is giuramento, Scendoli , che turii si Mnperatori solem gi amia simili occasioni di allagrram,
412쪽
di DIIervare Ii privilegi e griste concelle da tuos antepallati a
suoi vastalli , accio sano ollervate da suoi successori e suoi ministri , e percio Ia Fidelissima Citia de Napoli supplicava Sua Maelia Cesarea a sarti graria de tale giuramento ; it che senten do Io Imperatore se aleto in piedi , e polia Ia mano sopra lon et Iale , giuro di osservare . e sar osservate rani Cosa inviola bilmente: it che latis in segno di allegreetra sonorno te trombet te , e sparorno perii di art liaria. Fatio it giuramento Io Imperatore se parii dati' Arcivesco-vato cavalcando per la Cilia , con to flesso ordine det to di δε- Pra , sotio lo stello haldacchino, scambiandosi da Seggio in Seg gio ii cinque invalieri che Io portavam, e conforme si suci fa- e nella sella det Sacramento , rimanendoci sempre uno Per i POPOIO , S uno per lo Baronaggio . D strata este sece tu Per S.nto It no , Senio della Montagna , mi calo a Seggio de Nido, e da la Olo per avanti Ia,casa dello Conte da Malalutas, e per la Vicaria, dove si earcerati gridomo graria , g ita, Si gnore , liberta , liberta , ma non furno eliauditi : passo per lo
sello, che era gia Ia calata delo Sole. At compari re Io Imper Ore ali' Incoronata, e largo delo Castello fora dela Citia , ii iir Pito desse ariegliarie delo Castello nuovo, e dello Castello Sane Ermo, e delle galere su grandissimo , e con quello strepito en
tro l' Imperatore nello Callello novo, ricevulo tali' marcone Marinebese delia Valle, e Castellano con la solita cerimonia deste chia. vi, e con nes altra deinostrarione di riverenZa , & allegreraa. Del eoncorso di Popolo a vedere , e delle genti ldonne , edame alle sinestre io non saccio mentione , percne si suppone , che in una glomata sunt te ran' uomo e donna , Che non sulla sata inserma , e piu che occupata non si abbia perduio una vina cosi rara ; e se io volessi raccontare te dame de conto che celarono, e Con che. Planteria, bisognaria allargarme molio in cola fora dello propositolamio; sino alle set ore delia notie si Vedevano strate plene delle genti , che anda no e veni ano , e tanti lami per te strate, e per te fines re ; che pareo gio Q. Giunto P Imperatore a Napoli, si ibito in inincib a dare ain diema ad Ogn' uno, & intendere Ie querete e lamentazioni, Par Licolarmente delle Terre deIo Regno contra li Baroni lam.
Alli a8. di Novembre mmenica volendo P Imperatore Ca
413쪽
Iare assa cappala dello Casliello novo , at ni pretenderam , chesi doveste ponere P assiento delli Signori grandi delia Spagna , edi quelli, che si coprevano ait' uso di quello paele , Come ave-va satis Io Imperatore in attre parii Dra de Spagna ; aliri pre-wndevano che si douesse ponere quello delli iliolati di Napolintrusaneta di Napoli : e per queste disterenae lo Imperatore non sece mettere in assiento ne s' uno i ne i' aluo , & a tuiti che vemnem alta Cappella sece stare in piedi La Citta in tutio quello tempo , che ci stetie l'Imperatore,
comparse bellissima , e plena di stargi, e di personaggi : olire liSpagnoti, e li nominati sorastieri, de mano in 'mano ce vennem
it Duca di Ferram, it Duca di Umino, d Duca di Floreneta, e Don Ferrante Gonsaga Prencipe di Mo leui , e se ritrovava cancora in Napoli in quello teinpo Don Frances .da Este Marchete della Padula. Alli I a. di Decembre sun sero a Napoli due Cardinali L . , gau , Siena, e Celarino , ii quali furono ricev uti con molto on re, come se ii convertiva. Alli I 3. di Decembre si secero Ie essequie alio morio Dum di Milano per comandamento dei Io Imperatore a S. Maria della nova , e surOno onorate queste essequie con la pres ra delo Im.
Oltre delii Cardinali Legati , ci venncro ancora in quella occasone in Napoli li Cardinali Gracciolo, Salviati, e Ridolii, e ce saria venulo it Cardinale Ippolito de Medici , se per strata
Li Legati dello Papa dopo dato ait' Imperatore la bona vomita, trat lavano Ia pace, e la quiete sea esto Imperatore , & i I Re di Francia; pol che P Ambastiatore ordinario delis Re di Franeta, che teneva alta Corte Imperiale appresso la persosa deli'imperatore , dimandava da parte det suo Patrone it Ducato di Milano per lo Duca de Ortiens ς & iI Duca di Florenra era ve- nuto per Io matrimonio promes ii, quale procuravatio disturbar- celo alciani Florentini, e Ii Cardinati Salviati e Ridolii, pregando con umili' supplicisioni I' Imperatore a volere relli tui re a Floreneta Ia liberta , e con largite promesse ancora accompagna vano te loro preghiere : ma non secero niente, perche l'Imperatore aveva proprio maIa volonta con li Florentini, come genti de tutio coro inclinati alla saetione Franaesa. E quella su laconiuntura de Papa Clemente, che alia sua boria de volere ingran Diqiligod by Cooste
414쪽
dite Ia Casa de Medici con damo de Florentini, filiori, cosi facile la volonta delo Imperatore ad assecondare alle sue vrelae. Mentre I' Imperatore stette a Napoli , Deli' estrinseco se at tendeva a seste e giochi , ma nest' intrinseco se traitava da v mcla guerra contro B Re di Franaa , des quale se intendeva. che oItre la pretendeneta delo Ducato de Milano aveva protestato la guerra alio Duca di Sauria cognato deis Imperatore perio Piam te. Alli I 6. di. Decembre giovedi P Imperatore mi sece chia- mare , e volse sapere da me Ie. condietioni de to Popolo di Napoli , & che averta poluto lare γα esso in suo beneficio . Iole dissi, che era sedetis sino & amantissimo desIa sua Corona , eche per mantenerIo sedissatio e contento non m bisognava altio , che manteneris abbondante seneta angarie , & che ogae uno
magni alio pictio suo eon Ia debita giustietia, e che tava per Pultimo assat risentito e disgustato per te nove gabrile poste datio Vicere. Questo mio partare libero consorme la coscienta sersila caiisa , che alli I . deIlo medesimo susii levato dese Elellato,
ria , in tutio e per tutio dipendente dat lo Vicerh. Tullo quello inverno, che r Imperatore stetie a Napoli, non Parse invenao , ma una continua primavera seneta steddo , seiarapriggia , seneta vento , it cieto sereno sempre , che pareva chegioifie con l'animo de Napoletanr. NIi rs. di Decembre mmenim ii Vicere Iedo sece ali Imperatore uno solennissimo hanchetis allo glardino de Poggio reale r dove se pigito P Imperatore. grandi suma recreaz ne , e particolarmente de una Egloga o Faraa pactoriae, che ci su mol. to fidicola.
NelIe seste di NataIe tutu si Titolati, Cavalieri, e gentiIu mini Napolitani andomo colla ordine solito a dar Ie huone festi allo Padrone, di assai prii bona voglia, che non facevano con Io
In quesse mie annotarioni saria gran sedissarione Io striveregiorno per giorno , Cio che sece Io Imperatore ; Il tale gloriando allia lese Chiesa; Il tale giorno sece la tale arione, che cesaria stato molio che notare. Ila come che non seno state falle aliora giornalmente , ma quasi due anni dopol, non si possono notare tante particolarita : bastara metiere te cola Piu se gnatate , che la memoria detruomo conservq. .
415쪽
ABi 3. di Gennam des 1 1 36. Domenica neIIa piam Car- rara si sece in glom de Tori, clove Sua Maesia mostro granis dissima destreria & Iereiadria . Alli E. di Gennaro nella stesta piaria Carbonam si sece una bellissima glostra, e giochi a cavallo di canne alia usama di S gna. Ci intervenne a giocare Io Imperatore vestito in abito alia Moresca in segno della vittoria de Tunis : si secero otio livreetinte bellissime e ricchissime , de in rani linea furno vestiti quattordeci Cavallari a spese deIIo Vicete Toledo, di Don Antonio de Magona primogenito dello Duca di flantatio , deis Prencipe di Salerno , delo Prencipe di Bilignano , delio Ducadi Castrovillare, Milo inrchese de Lamo, delici Duca di Noc ra, e di Gio: Bauilla Cara toto , che lo chismarino Conte de Galerati per iI Contato, che eine it istello Cardinue dalio D ca di Milano in Lombardia. Nesso Castello de Capuam Ia sera ce sumno balli . e mus ultorno per pare bi giorni con la occasione desse norae di Madama mi Rherha de Austria figlia deIo Imperatore , he his piceiotissima di eta, con Io Dum di Floreneta Alessandro de Modici. Conforme avea appontato Sua Maesta Cesarea con Papa Clemente, cosi volse in uire dom Ia inocte deuo detis Papa. In questi glomi con P occasione desse seste lo Imperatore volse ri noscere tune te dame e gentildonne de Napoli , perche tutae ei concorsero , dico di quelle di qualche conto, e Ioparsero sommamente uelle Ic due Principelse de Salamo ; e deSquillare , e la Harcheia dello Vasto, delia quale disse PImp ratore, 'Homo alla Marchese desso vasto , che iatrem cihessa era la mogliere ; alle quali pa Ie di no che rispondesse B inrchese, che dalla reputatione in sora reni cosa era di Sua . Maesta , e d' aliora in pol ebbe gran gelasia della mogliera, fin-cte se ne parti P Imperatore da Napoli, in modo che un gior no e e partae con Ia Marcheia di Bitonis , e cio si pretende
per una temerissima suspeetione, che aova vesino quella Signinra partare con la mogliere , e P aveva vetata ancora partare coni' Imperatore
Alli S. di Gennaro si congrego partamento a S. Lorenzocon Ia preseneta delo Imperatore, ii quale ce ando Con una n bilissima compagnia de Cavalieri , e Signori a Cavallo, Venne dialo Castello per Ia via della Incoronata, e di Μonte Oliveto,
416쪽
SaIerno passando, riguardo bravamente Ia Principessa di salemo,
e quante Signore , e gentildonne flavano nelle finestre delia sua casa , e per la via deritia caminando per innanai la casa dello Prencipe di Bisignano a Seggio de redo , voltb a mano manca, e per la via di Arco, pastando per lo Seggio di Montagna ando a S. Loreneto. Fu Sindico in quella occasione Geronimo Se
verino delio Semio di Porto , ii quale ando allo lato dello vicere Toledo alia Caralcata. Si sece allo Imperatore fora della staneta ordinaria , neIIo r scitorio di S. Loreneto uno palco alto con uno balda hino, sottodello quale si assento con li sette Ossicj attorno, S in due han-chi senZa spassera vicino allo muro, dello lato deritio e sinistro, discosto datio Imperatore, sederno li Titulati con la loro precedenZa, e lo Sindico nello primo loco , e per te scale Ii Consi
glieri di Stato, & Ossiciali. Alli per li bi segni espressi dali' Imperatore con la propria
hocca in Samo Loreneto lo giorno innanri , e per te spese sat te, e da sar si in varie guerre per reputarione delia sua Corona ,
E scurem-esello noctro Regno , it nar aggio determino dare a Sua Maesta Cesarea uno milione e cinquecento milia docati, nomine discrepante , donativo in nelliin tempo mes intela , ne in Napoli, nc in altra parte. Alii Ia. di Gennaro, te comincio a giuntare la deputarionea S. Loreneto per li his ni della Citta , e delio Regno . LiDeputati furno per li tutelaii Ascanio Cotonna Dura di Tagliacono , e Contestabile , it Marchese desso Vasto , it Prencipe SCria , Don Ferrante Gonsaga Prencipe di Molsetta , e Duca di Ariano , it Duca di Gravina , it Marchese delia Tripalda ; Per i Baroni sema litori, Annibale de Capua , Marcello Caracciolo, Scipione de Somina, Fabriato Marramaldo, Cesare Pignatello, erideri Carrasa; Della Citta, per lo Seggio de Capuana ii Comte de Brieneta , e Pietr' Antonio Crispano, per la Montagna Pao- Io Poderico, & Antonio Cicinielio , per Nido Ottaviano Carra se , e Gentile deIIa Tolia , per puerto Giulio di Gennam , &Antonio Macedonio, per Porta nova Carlo Mormile, & Angelo de Cosaneto; e per Io Popolo Io Iletis Andrea Stinca, e Do-menico Terracina, che pure era stato Eletto nelli anni passati. Et una delle principali cola che si propose , fit de dimandare ingraria allo Imperatore de sar ammovere tuiti Ii Ministri cosi mag-giori, come minori, assine de lare ammovere da Napoli it Vi-I a ce
417쪽
cere Iedo, mal vita desta manior parte delia Citta. Α qum so ci concorsero tuiti li Deputati , suorche i I Dum di Gravma, s Marchese dei Ia Tripalda , Cesare Pignatello , Scipione de Soma , e li dui dello Popoli Andrea Siliaca , e Domenim Terracina , e percio flavam in gran disterenZa , & iI partamento non arrivava a concluderse , e is di tam vennero a male parole dAlarchese deIIo risto, & Scipione di Somina is innire iI Sindico , e li Deputati Ogni giorno se uni vano a Santo Loream per te cose publiche , Io Imperatore se tralten va in conviti & in seste per tutio quello Carnevale , convitato dat lo Prencipe de Salerno, dasso Prencipe de Bisignano iii qua Ie per riceverio in casa sua sece una sala: assai grande , e belladi molle stanetla, che rovino ) e dallo Vicere Toledo , ii qualeuit giorno li appare hio una bella mascara , S una bella lata , ve chiamo tutae te bella donne , e Signore di Napoli , in ca sa delis Tes iero AIonso Sances suo confidentissimo , dove C me e solito in simili seste temevasi non lasse inlidiata a Malche Dama ; altri dubitavano delia Principessa di Squillare , ma draarchese de Io Vasta gelosissimo di sua moglie , S. deIIa Duinchesta cl'Amalfi, lascib Mon Antonio di Aragona suo cognato inpiardia delle svradette Signore, e che non se partisse da ques
Iureo a II Vicere Iedo sece intendere a Don Antonio , che se partim da quel tuom , it che non volendo fare ordino, che suta se Portato carcerato, dei Io che resentitose Io Μarchese deho V so vennem a male partae con Io Vicere , e Ia manco parolache li disse iΙ,Μarchese deIIo Vasto fu , che mentre Ci era in Napoli Ia persona della Imperatore, esto era niente; e la musarria andata a Peggio, concorrendoci gente e per I' una, e per restra Parte, se non ce se meraeva in merio Monsignore de Prata
Daraotenente della Conte de Nassau , ii quaIe porto & il Μarchese , & ii Vicere in una camera dove stava Io Imperatore, ilquale Ii quieto, e di quelis successo voleno , che ly Imperatore ne restasse assai di ustato. Altri viae , che non ei sine stato estro misserio. che una gelota di Don Pietro di Iedo Vicere,vedendo , che Don Antonio di Aragona con s occasione di stare presso Ia Brella pariava con Donna Licinora de Tolado sua figlia,che sava la vicino , & che non ad altro sine , ne per altro ri- speito lacesse intendere a Don Antonio di Aragona , che se ne
418쪽
partisse . In somma quando succedono rumori simili, sono ca se de varie dicerie. Quella stella sera , che Io Imperatore a inena mite se ne ando dalla casa dello sortem allo Castiello , it Marchese delici Vasso accompagnandolo se te accosio , e Ii disse per quante ra-gioni compleva a Sua Maelia levare it Toledo datio governo didiapoli , e conoscendo nello pariare , che Io Imperatore aveva POza urelia di levario , piglio resoluetione non andar piu alia De- PutaZione a S. Loreneto, ma andare servendo it Patrone nelle se-ile e giochi , che ogni giorno se sacevano ; iI che lacendo ilMaresivi, non voIendo sece servietio grande allo Vicere. Ii giorno seguente andorno dat lo Imperatore lo Eletto An drea Siliaca , e Deputato dello partamento dei popolo, e t altra DePutato Domenico Terracina, e secero sapere a Sua Maesta Cesarea, clie la Nobilia non voleva per Vicere Don Pietro di T. ted. non per altro , che per opprimere e malimitare it ρο- lo, me aveva satio per Io pallato , e per timore dedo Ui-Cere Toledo at presente non to faceva , governando rettamente seneta altro riguaruo che VIa giussietia. Quesse ParoIe ritrovorno Ia materia disposta delia volonta , che teneva huona Io Imperaiatore verso Io Vicere Toledo, e percid Parse che avessero colpito col non esser amota. Nella sine di Gennaao venne nova alto Imperatore , chenelIo meis di Decembre passato era morio in Spagna lo Prenci.
Pe di Piemonte suo nipote , figlio primogenito delio Duca di
i a. di Febram glorno deIIa Candelora r Imperatore an do a Monte Oliveto, dove eoncorse tuna la Nobilia, e Signoria Napolitana e forastera, che era in Napoli. LO Imperatore ma Ruia Mella mattina in casa de la Prencipe di Salerno , dove latera ci vennem iuue Ie Signore e genuid ne de Napoli , e si fece una bellissima Comedia Alli 3. di Febrato si concluse iI parIamento, e Io Imperatore ando a S. Loreneto con Io steta accompagnamento , Con Checi ando assi 8. di Gennam , e ringrario la Citta , e Regno di Napoli della volonia , che la aveva dimostram con parole di
419쪽
deir eresa Luterana solis pena dessa vira, e di perdere Ia Eu stesta glomo delli di Febram ando P Imperatore a Caccia nelli Strues, dove ci ando seu volae , & anco ando RGrauolo a vedero Ia Stasatara , e quelle anticaglie , degue di essemo viste da ogae uno. Dicono, che di nissima cosa se mar vigilasse piu che defla grotta , che sa per Ia via per andare R
Is resto desso Caraeuale fies in confinue maschere, sesu ,
hanehelti, musiche, commedie, farre, & estre recreazioni, ma
scarandos spesso Sua Maesta per Ia Citih, quando in compagΠἈdello Vicere Toledo, e quando con to Marchese dedo Vasto et ii quale ira tutu li Signori Napolitani era it piu his visio & a
gnato da esso, ancorche non is comitasse alia casa sua, come a
v ano latio li altri ; se diceri per la gessia , che teneo dei mogliere. E fra tanto si convise Ia Iesia in Napoli sta P Impe
ratore, e Veneriani a danno deIo Re cis Francia, essendono v Muti da Veneria a posta Meuni loro Senatori a Napoli, Pex mn Cludere detin lega, in tempo che .lo Re di Francia Meva latio intrare uno grollo essercito nesto Piamonte , per impat aeris debis Staio delio Dum di Sauria ; e per tal causa era venuto dipersona it Duca di Sauria a Napoli a dimandare agivis e soc
d questo su Ia causa, cte disturbo I'animo dela Imperatorea godere piu Iungamente dessa sua bella e deliriosa Citta di Napoli, dove non fini Ia Quatragesima ; ancorcheici feta P recchi glomi, e si delattasse molio sentire Fra Berardino di Si Da Cappuccino, che predicavi a San Gio: Maniore con spirito, e devotione grande, che lacera plangere la pretae. D occasione della presenetia dello Imperatore a Napoli su dimesta spela a Cittadini., particolarmente a Nobili, e Signori, de quali molti flavano con li pigni alli Gi ei; e detes s eram salati ricebi con te loro usure, che iaceono , & il guadagno loro seria stato grandissimo, se pia iungo te o P Imperatore si tralatenera in Napoli. Si parti P Imperatore dassa nostra Citta , con dolore un veriale di tuni, alii aa. di Μareto, con lasciare prima conclusect ineltuato iI matrimonio dello Prencipe di Solmona con Don na Ilabella Colonna Duchessa di Traietis , figlia di Vespasano Coloiva, e vedova di Luta Gonraga . , ut stella sera desii aa. di Mario l'Imperatore ando a dor
420쪽
mire ad Aversa, inmminandose assa vesta di Roma, dove arri. vo alli de Aprile . E pereste la intrata dela Imperatore a Roma mi pare de
gna de notatis, ta serivo in quello libretto , conforme mi e stataraccontata da persona, che P ha vista. Uscirono incontro ali'Imperatore ventidue Cardinali, e mesti
Arcives vi, Vesivi, e Prelati di quella Corte , con Ii qualil' Imperatore se incamino da S. Sebastiano , andandoli de van guardia iI Marchese delo Vasto con quailromita santi Spagnuolue dom questi iI Duca di Alba con Ia sua Corte, e dopol so . omini d'arme , e dopol li Gentilomini , Creati , e familiaridelli Signori Cardinali, o dela Imperatore; dopol andava ii Con- e di Benevento con la sua Corte, dopol l viva Ia famiglia delo Papa, d Senato Romano; S ultimo de tuiti , vicino Ia persona de Io Imperatore, Ii Reverendissimi Cardinali, & in meZao a due di esti andava Sua Maesta Cesarea solio de uno patio de morcato d'oro portato Salcunt genti luomini Romani. Dipotantivano ii Arcivescovi, Vescovi, & altri Prelati , S appretio
n questi da diae altri milia loldati Italiani de retrogitardia, con
io Prencipe di Salerno lor Generale . Pas Iando per Io Castello de Sant'Angelo, Io rimbombo delle artiglierie su grande, per loquale non si potero sentire te parole , che te di me it Papa ; ilquale se sece riuovare innami la porta di San Pietro , dove a questo essetis flava in alto uno baldacchino sopra de uno lavolato, allo quale se sagliva per alcuni scalini , 3c it Papa solis Iohaldacchino sedeva in merio a quatim Cardinali , e molli altri Prelati, dove a vita de tuiti Io Imperatore Ii bacio it piede, edapoi entro nella Chiesa di San Pietro , mentre che it Papa s. ne sagii alle sue stanate, dove su alloggialo P Imperatore, edor mi Ia nolle nessa medesima staneta de lo PMario di S. Pietro , Della quale su riceitato Carlo Ottavo Re di Francia da Papa A- lassandro Sesto. In Roma sere Io Imperatore Ia setiimana senta: Io Gioveditanto lavo li piedi alii dodici poveri : il Sabbato sento sece loStarioni, o Ie sette Chiese: i I di di Pasqua si Papa disse Messa
in Pontificale , con ly assisteneta de Io Impuratore vestito con losto abito de punio Imperiale, come usavano ii antichi Imperatori : teneva il scetuo is Marchese di Brande No , . Io flocco
Non nore de Busan , ii mondo Pieriui se Famese , te levavat meueva Ia Coruna di testa Manio coloma, e la barrettino,