Raccolta di tutti i più rinomati scrittori dell'istoria generale del Regno di Napoli principiando dal tempo che queste provincie hanno preso forma di Regno .. Dissidentis desciscentis receptaeque Neapolis libri sex Raphaele De Turri auctore

발행: 1770년

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gnuolt,. S italiani dedo essercito Imperiale se attaccorno a conbhattere inseme sea loro . e dove non pote arrivare a quietarii Don Ferrante.Gonzaga. ci arrivo iI Duca di Amalle con mouia sua lota .

Poco dipol arrivato Io Marchese de Io.Vacto da Napoli in

scana Halleis a correggere P infantaria Spagnota , salta in lalem in con la sua anneta. Nello mela di Oitobre su Ia inondaetione di Roma ρ calua ta dati' acqua de to Tevete , che .per la Citia se a ava in far Ca , ne mai ci e stata memoria , ne tradietiomedi cosa simile as persero molle rotae di varie persone , e ne morserussalculu

Nello resto di quest' anno non occorse altra cola notabile a se non Ia morte di Gisbita de Io Baleto Marchela de Io Vallo moglie che su de to Marchese Don Pietro Guevara .i unica relis quia della gran Casa de Io Bairo , delli Principi di Aliamura .E nella sine deit' anno it Papa mando Gio: Antonio Muscetiorida Roma a Florenra a rasseitare te cose Milo novo Principato, menire che it Duca Atlassandro se ne stava tuitavia appretio a persona de to Imperatore. εNello principio deli' anno Is 3I. su Hetto ' de Romani, e successere de to Imperatore Ferdinanda Re di Ungaria tralello de is imperatore Latio Quinto , & alli . . . diociennato ita coronato in Aquilatano con Ia corona di Cario Magno ; deuacte alii ai. di Febram se ne ebbe la nova in Napou . L. nellis stella tempo mori allui vecchio Troiano Mormile, clis per te se. gnatate cose , che sece in servietio delli Aragonesi , e parti lar mente nulla intrata di Ferrante Secondo a Napoli , tabe con Iuci somnio onore it Contato di Lauria. . Alla fine di Marro per Napli si contavano meravigse de uno tersemoto, successo nello Iennam precedente in Poriugalio . quat terremoto rovino Terre inuere , e lo steta Palaetetoidi Lis-hinia de to Re di Portogallo, eon morte de infinita gente. Mentis che ι' Imperatore si preparava alia disesa di Uno ria , dove si dictva volere venire Solimano Gran Turco in persona ad assediare un'alua volia la Citta di Vienna: ii Regno da Napoli sece uno donativo a Sua Maelia Cesarea di sei centomi uadocati. Nello mese di Luglio ando it Cardinale Colonna Vic se conforme it latito . a convocare u pulmento , alii M. M

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glio con una grani valcata , & in quella occasione B Sindlco delia Citia it Conte di Sarno della Senio di Porto , e sudata commessione di portare ii donativo allo Principe di Salerno. Con to steta dinam dello donativo di Napoli su pagata lasoldatesea ch era in Tostam. Si assoldomo piu genti in Napoli , ct inpali re parti delli Regni delo Imperatore , e con questo fini it xy3I. nel quata alii a I. di Dicembre ebbe litoto di Principe Andrea d' Otia septa la Cirta di Melfi . L anno Iy32. serra se re famoso. per li grandi apparatidi guerra ς' con ii quali passo it Gran Turdo Solimano ad Unia

garia , e P Imperator Caris Quinto s' appa te hio alla diles . Nesso mese di Iennam delio presente anno it Duca di Gr, vina ando a Roma a ritro re Papa Clemente , elle essendo rei, tegrato alia maggior parte Milo suo Stato, con pagare FO. mil. docati lo ajutasse . come aveva satis prima, a sarii avere Io restantei, clie.s ritrovava dato allo Signore di Monam Genovese ;&'il Papa l'saiuio gagitardamente , dando ne pensero delle colade la Duea zal Cardinale Campeggio , che se riuovava in Al magna Legato Apostolico appretio lo Imperatore. Nella primavera essendo rascitate gra te cose delIariCitia, edominio Florentino Bito P arbitrio deIIo Dura Alesiandro de Medici, per conrandamento deli' Imperatore, parti ilistio esser- cito , che teneva in Tostana , alla volta di Alemagna , governat, do it Marchese de Io Vas o la fantaria, e Don Ferrante Gon saga Ia cavallaria, con Ia quale occasione andarono ancora in Aleia

magna , per servire,in quella guerra , ii Duca di Nardo, & alia

II Papa non manco di vveni e P Imperatore in queIIa- rasone , che ci mando it Cardinale Ippolito de Medici in m sona Legato a Iatere . con grossa somma de denari, e mesta gen te, it quale Cardinale, poco prima che andasse Legato in Ger mania , era stato segretamente a Napoli , sono colore di volere pacissi re si Cardinale Colonna con it Papa, se hene altri dico

no per alira causa. .

galare se per andare a Levante a restiere alia armata Turchesea ;nella quale impresa su suo Loeotenente Generale it Conte de

Nel principio diiLuglio morse ii CardinaIe Pompeo Colomna Vicere di Napoli; dicesi attollicato nelli lichi, delli quali δε-

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lexa man lare , nello suo glardino di Chiaia , per opera di Fia Imperto lino scalco . Si e vero che iI Cardinale Colonna susse attossicato nelli tacti dulio giardino , e gran cosa che non mortisse di quella moriste ii Conis di Policasti O, ehe solera pag glare em elis, e teneri e convcr Zione per lo giardino , & quelia mattina cte se dita se ista auost cato ii Cardinale . ce su con ego ii Conte di P Iicastro, e magno fichi. come ne magno iI Cardinale .

II Cardinale Colocina su sepelito nella Chiesa di Monte Ο- livero: e per Ia sua morie.governo i I Consulio Collaterale, es selido cam di esso, si Duca di Montalto. Subito. intela Ia morte deI Cardinese Colonna, it Papa proinvedde ii Vicecancellarato delia Romana Chiesa , e la mami parte desti suta benefici in pellana dello Cardinale Ippoliis do Medici suo ni pote , che era andato in Germania. Alli s. dello nego inese di Lugiis succelIe a Napoli , che

per Io gran vento che sis, deuero a traverso a Nisita certe sustede Corsali, pertis che ce concorse gran gente di Napoli a vedin re, e per pigliarti . . e non si pigitorno per mancamento de v stelli a proposito, che sta tanto, mancando ii vento, li Lurcha

se ne andarono.

Alii I 8. di Luglio su satio Principe is Ascoli Antonio de Leva , Capi tano Generale de is Imperatore a Lombardia. Subito intesa la morte dei Cardinale Coloiana l' imperadore Carlla V. provede ii Vicereato di Napoli in persona di Don Pi uo di Toledo Marchese di Villastica , ii quale es primo di gono paru per te posse talla Corte de Io Imperatore , che sta

va a Ratis na , e eon ego si accompagno Colaiumno Caracci

Ila, satis Marchese di Vico et ii quale dice , che desie cola cheragionava con eta per strada delle cose di Napoli, se dimoti, va r aspro e rigoroso governo , che.aveva da sare. Nel principio de Amta per molli glorni si vidde a Nap li una Cometa verso Levante assai grande e luminosi, degna daninarsi in questo libretto. . Alli d' Agosto partito Andrea T Otia da Napoli a voδn Nestina con P innata , dove auese ad unire piu vastelli , e

lare una grossa armata per avvi ars a Levante.

Alli ia. di Agota arxivb alta Corie deII' Imperatore a Ra ti bona li Cardinale Ippolito de Medici Legato , ii quale tu ri- muto con grandissimo onore desto Imperatore ,ie dasso Re de Romani suo statello. E nella

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Ε nello stesso tempo si parti cilla Corie de is Imperatores cardinale Campemio , este piu non poteva eiIercitare la sua legarione per te podagre , che in Alemagna lo travaglia vano piuelle in Italia. Il quale desse cose deIIo Dum di Gravina suo non ne riporto, che bone parole. e prometa di volera dare imtompensa con is primo Stato , che lasse vacato in Regno , Inen- reactae 1' Imperatore non voleva levare quella che era stato da in alto Signore di Monam.

In questo tempo Io Marchese de Io Uasso in Cotte de is Imperatore nava in grandissima nima de to Imperatore, e de loRe di. Romani ; e lo Duca di Nardd, volendolo un giorno rare l' Imperatore de lario com re , su si importuno, che mes si

Alli I 8. T Agono usci da Messina lyarmata di Andrea aetaria de q8. galere, e trenta navi grosse, e si pose in viaggio allavoIia di Levanie. Diceli che ebbe avisb , che ii nemici con

a armata male in ordine savano vicino la Celatonia nes golisce Larta : e li sessi Veneziani che avisa ronci Andrea re oria ,

avisarono ancora P Ammiraglio de to Gran Turco delia venula dei δ' orta . e che veni va cosi potente; perlochh si partirono livascelli Turcheschi, e l' andata deI d' inia a quella volta riusti in vano ; e percio determino iI S Otia di assaliare Corone. Fratanto l' Armata dei Turco , per paura dei d' inia , se riuro a Cossantinopolia Arrmo Don Pietro di ΤοIedo , & enim in Napoli Viceis alii ε. di Sellem e con malissimo tempo , S il glomo seguente ando a pigliare iI possessio all' Arcivescovato. Fu Sindico inquella occalione delia Cilla nostra , & ebbe la precedeneta Eserico Normite de Io Seggio di Portanova. Alli a I di Settembre it d' Oria salta una gran balteria diariegliaria alle mura di Corone, diede r alIalto con la gente Italiana comandata da Io nostro Tuitavilla Conte di Sarno , e IaPiglio , con esIere iI primo che enuo dentro la Terra D. Gi vanni Cavan lia, & il Conte di Samo it secondo. Si conta uno miramio , che essendo quello glorno di Santo Matteo Apostolo ,

Iu ritrovato in mezro della balteria una imagine pinta ad uno muro di Santo Matteo , che non tu toccata dati' artigliaria Conin

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I G sequente,desii Ia.ῆmentre Hae it Prencipe Andrea cro. Tia trava lava' in pigliare la Forieria . o Callelio , vennero ius coris di Corone inolit Turchi dalli lochi convecti) , . li qin lircino cointat tuti e morti datis Conte di Samo , segnalandosenienteinmaneo della giorno precedente P me isce ancora Pietrodella Nisa .'che se non era per ego ,' che con prestrara ac dimn recenis arca scieri Napolitani ad una porta. dove diva ia ardia Teodoro Spinoia , ii soccotta entrava con danno grande dei la gente nostra . - io visci, la Forieria di Corone si arreis ad Andrea d O Ma , ii quale re lascioc ono presidio , sotto is governo di D. Gerolamo di Mendoria Spaga Io, S se incamino alla vota di Patrata , quale presertini tamente con Ia Forimaa , e non Poc 'la valla in queae altra occasione is gran vatote delio Conte de

Sarma

a Ali ultimo de Settembre te reti Harono .la Iuminarie perue giorni in Napoli , per la riti rata de in glan Turco da U garid. Alii 3. di.Ottobre su salta proeesrone in rendimento di gra He , Che it Tureo se era riti rato da Ungaria ; it vicerci Tole a Gmpagno la processione, la quale ando dati' Arcives ovato ali. Ospitale deli' Annunetiata , ct in queli atto e e la Prece mamme Sindico delia Citia it Conio de Oppido , delio Senio dici ana. B Gorno sesume q. di Unobre ando la flessa' processione Per la stet Ia occasione dati' Arcivescovato ali' Incurabili, &sando a Canto dello Vicere come Sindico , Francesi Antonio Nocco dela Seggio de la Montagna. LO gi O vedendo I' Imperatore , che non Ci eraru che timere dello Turco , parti da Vienna, dove nava, Perialia , e mando a pregare it Papa per ab ecarnosi insieme un

estra volt a.

Parti lo Imperatore con la infamaria Spagnota , & la CR vallaria lasciando la insantaria Italiana solio id governo di Fab N o Mara inaldo , per si his ni che potessero occorrum alta Ru

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e niente beneficio alla Citia di Napoli', per Ia sua natura ausi ra e terribile . con tutio che in enuare in Napoliuia iusse di estiarato di volere ab ilite la Citta'; & in quella mese di Ot tobre Ci diede principio , dando ordine a fata una bellissima lanatana in nierao la Sellaria , de manci de Gis de Nola iI piu fa moso Scottore deI nostro tempo. Alli 8. de Novembre Io Imperatore artivo in Mantua , eda la si mando aiebiainare da Levante Andrea Soria, per aver- sene a passare con te sue galere a Spagna. si Papa aliora nava intrinscamante di ustato eon I' Imper,

Ore per la dichiaratione di Modena , e Reggio in favore delis Duca di Ferrara, te quali Citia pretendeva it Papa per la Chi se ἔ e su comprome IIa la disserenaa a Io giuditio. de so Imper,

tore i' altra volta , este se veddem a Bologna dui antii arreto Subrio se diede ad avere molli traitati secreti cori lo Re di Francia. S alia di manda de to Imperatore de volerse ab maremn esta, averta voluto non partiris da Roma, e che sepali' lm- Peratore sun stato tanto cl' importaneta questa pariata , lo suila

enuto apri trovare a Roma. Questo surine alato destramente Con

o Imbasciatore Maio, succellore de Gio: Antonio Μuiceucia, decon li altri uomini deli' Imperatore che eram a Roma , dicen dosi , che Io Imperatore conveniva svernare in Italia , ct non mettersi in mare per Spagna in tempo de inremo e che se ne suste venuto a Napoli, da dove comodamente Poteva partire alla Primavera , etche lacendo questa determinaaione I'averia aspei tato,a Roma ,--vero quando altro determinasse, sarria andato aBologi . Quest' ultimo la disse ii Papa piu per ceremonia, che Per voglia de andare, e l'Imperatore se attacco a questa , e si conserto vederonsi a Bologna, e parti da Roma ii Papa a quella volta alli undeci di Novembre. Alli,dio. di Decembre arrivo P Imperatore a Bolagna, do ve lo stava aspeltando it Papa, perchε conveneva , Che la Perso. na Piu degna ce arrivasse prima. come sece Papa Clemente duegiorni prima clie ce venisse r imperatore.

Alii a . di Decembre passo, Andrea ae Oria perimpoliche veniva da Levante . &-andam a Genova al P impressa per Poriare P imperatore a Spagnarche is sollecitara: lascio in Nais poli it Conte di Samo , ii quale su ricoulci con molto onore

da tutu e su visitato da tutia la Signoria e Nobilia di Napoli,

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Nella giunta che s sece desto Papa , R deIl' Imperatore a Bologna si traiiomo varie e particoIarmente una lega detulti li Prencipi Cristiani contra io Turco; e volendo ly Impera tore maritare Catarina de Medici figlia di Giliano Dura di UNhino Nipote de to Papa con to Duca di Milano , se dis perset' animo det Papa amico de Io Re de Francia', dicendo averta promessa alio Duca di Ortiens secondo figlio de Io Re di Franaa. Nello primo de IennaroiIs 33. si sece uno gloco de tori in Napoli atrusaneta de Spagna, e ve intervenne ii Vicere Toles . Alli 6. si sece uno bellissimo gloco a cavallo de Caroselli pure est' usanra de Spagna, nello quale gioco ce giocarono li si gli de Io Vicere con molli altri Cavali eri Napolitani. Alli I9. delici medelimo mese di Jennaro G su rumore& sollevarione de Popolo in Napoli , per causa che si Elettide la Citta con Io braccio' de to Vicere volsero metiere una gabella de un tomese per ruotolo sopra li pesci , carne salata , esaso, a sine de mattonare te strate, e ri sarcire te mura delia Ci ta , mn quello che ogn' anno sene averta avum. Era aliora E letto deIIo Popolo Dominico Terracina , ii quale venendo da stella vicino San Pietro Martire , se ii sece incontro Fucilio de Micone mercante de vino immo temerario e prosunt so , Scin compagnia sua ci era una gran pictaglia delia piu/vile de lonostro Popolo di Napoli. In vedere l' Eletis disse Fucillo, chelaro non eram per comportare mal tal gabella, e Io minaccior-no, se vise ce acconsentiva , de metterti soco alla casa. Uistello diper talicosa su pigilato' carcerato Fucillo per ordine de Federico Urries Reggente della Uicaria , e posto neste carceri ordinarie delia Vicaria, Sparsa Ia fama della carceratione de Fucillo. Ω-bito concorse attorno alia Vitaria una gran moltitudine de Po- polo, che certava Fucilio che li suste dato, it che su satio conbuttario da una linestra con un chlappo alta Mia , con Io quale alla vista de tuiti in quel loco resto appeso: la quat cosa vedendo quella turba di gente vile, a poco a poco se parti da Ia b hortando seneta sars altro. Ne pasib it mese di Iennam , che Io Vicere4Tolado non contento della morte di Fucilis sece appiccare Antonio Volpe ,

S Gio: Baiusta delia Tagliam, uomini della Sellaria per Io sies

so tumulto.

Alli a . di Febraro giorno di Samo Mattia su pubblicata in Bolagna la lega de iuui si Prencipi Cristiani contra io Tur

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Co , e contra Ia perturbatore deIla quiete d'Italia per sei messie tu dechiarato Generale della Lega Antonio de Leva Prencipe P Ascoli , con molto: displacere de Io Marchese de to Vasto, u ale non a vo aliora ad ester Generale , perche it Duca di Milano non re to volse in conto nil si ino , per causa clie it Marchese delloc so soleva de glaclo , e ridersi det suo caminare, me de un cavallo spavano e pici presto si contento, che su Ise Generale delia lega Antonio di Leva suo. piralissimo nemico , che it Marchese de Io Vallo. allo quale dere l'Imperatore it to- sene di oro, cosi come Io deae alicora a Don Ferrante Gonsaga. co dami parti lo Imperatore da Bologna , & allo camino cta sece per Genova volse veder Pavia , e lo Parco , dovem satio prigione iI Re di Franeta, montandoli Ogni cosa it Marcnese tallo Vasso', iI quale se ne andara con to Imperatore a Spagna.

- i Alli 26. di Marro in Napoli II Vicere Toleta sere lagitarela testa a Fra Andrea Pignatello delp abito de Rodi per causa de molli delitii, in mereto de Io largo de Io. Castello.

In arrivare a Barget Iona mando subito ii Marchese de Io Vallo per te poste a dat mova desto suo arrivo alia Imperatrice Iaquale stava in Monaon ; dove pol arrivato 'l' Imperatore dicono se grandi delli molli favori & onori, 'che chbe it Marchese delo Vasto in quella corte , e dat I' Imperatore e Imperatrice , e da rutti li grandi ; e Signori della Spagna , che ogia' uno lo stima

. Si ammutinarum in questa tempo ii quattromita senti Spa- uoli , venuti solio de to Marchese de to Vasto , accompagnancio l'Imperatore, per te paghe ne non liberano date : quali per-esie non volsero sentire ne I' Arci vescovo di ToIedo ne altro , su. histano mandarci ii Alarctiese de to Vacto , it quale in compa- rire avante a. Ioro subtili se quietorno. E conoscendo l' Imperatore , che quella gente flava meglio in Italia , che in Spagni, determino subito mandaria con to Marchese de Io Vino nesto rostro Regno et Napoli.

E mi pare degno di meontarsi si ricordi , che lascio A. Marchese de to Vasto ali' Imperatore , volendos partire , che PImperatore ce lo comando, quali. surono se voleva regiam felice che in prima dovelle tenere contenta e sedisfana Ia soldates

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HTORIA DELLE COSE DI NAPOLI

nesIi suoi Regni, e Bra delli Regni suo,, e che avesse testiga to la naturale alterigia dello Vice Τoledo, per la quiete de in

Nello meis di Mamio di queae anno Is 33. vennem in Na poli con molio Uesiderio della Citta li primi I eatini , Preti e Religioli, delli quali e Fundatore Don Gio: Pietro Carrata, chesu Vesco di Civita dὴ Chleti, e renuneto iI. Ues ovato Person dare questa Religione d' una estrema poverta. II Conte ce Oppido ebbe pensero di accommodare desti Padri Reli Osr nella hi a deIla Misericordia fora la porta di Santo Jennaro: da dOve P O dami se ne entrarono denuo la Citta, e se ne passaro-nO nelle case di Madairima Longa , per megito attendere' ali' agilito delle anime de Napolliani, nelio che ianno stulto grandue tam no de elemosine, coa lo apponio dino Conte di Oppi

Giunse i I Marchese de Io Vasto a Napoli nesso mese dis iugno con to tosione in petis . e nes primo arrivo furno in inpetes a con to Vicere , e da amici che erano diventaroncinemici , perche sitiato arrivato it mrchesio , in loco di fatis gran accogitenre , Come meritava un tal personamio , ii sece i endere , che per lo pallato eo Vicere aveva onorato it Ma Chese come suo padione che per P av venire. essis Marchela d veva ob dirio come suo seddito. Di piu venendo un glomoti Marchese in Castello a partare atri Vicere, ii sece dire datio Posii ero , Che non poteya intrare γ perloeche Io Mamhestyr dendo pigito it Portiero , 8e accosiatori allo muro lo diede on to sapo Hlo muro ; la ques cosa su dissimulata dat lo Viceis C altara , & essendone cacciato ii Porti ero , toroin alis Officio a per intercessione de Io Marchese ii quale per non GVere atrauare piu con to Vicere, dicta , che se ritimiis alli suos tu ghi di Procita, & Isca , dove ogni pomo tutia Napoli conco reva p e da la di ede hiuio ad Annibale de Gennam, latio Con- 'te de Nicotera, che scalialse lo Castello deli' ino , dove sava Carcerato per molae cose , e dy mni cosa ouenne gratia da loImperatore eon Io favore de Io Marehese delici Vasto.

- Alli, di Giugno se isee una bellissima lassa assa piana Carbonam de giochi de Tori Il Uirect saceva speta di que-

ne sine. percho era professione sua, & in Spagna teneva nome gran TOriatore , S in questo giorno delli as. de Giugno lusimo in una gamba dasse corna ui ua Toro, e non lato succe-

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' DI GREGORIO ROSSO. si

de quella disgratia in quel glomo , ma ancora scappo vn Torodalis steccato, & ammario uno figliolo , e se dava a correre deis ritis per Ie strate de Napoli, averta satio molio danno; ma Diovolse , che insto per la porta Carbonara , & uta suori de laCitia. Giocorno con to Vicere in quello glomo molli civesieri Napolitani , che con Ia Ioro solita abillia se adestrarono subito a fare questa cfercietio cosi bene, come qualitvogita Spagnuolo. Allo principio de LugI corse , che li soldati Spagi olivenuti da Spagita con to Marchese de Io Vasto se ammutina-rono vn altra volta in Napoli per mancamento delle paghe; qua li dissatii si imbare ono subito nelle galere dei Prencipe An

Per andare a s correre Corone, malamente assediato da Turchi,

con molli vastelli grossi e galere , velle quali se inabarcarono Don Federico, e Don Gatria de Τoledo figli de Io Vicerh, Sit Mallio di Campo Roderico Maccimo, a chi la sopradetia gemte Spagnota teneva commissione di obedire, & il Conte di Saris

no Lilogoten e Generale di Andrea Soria in terra. Allo Vicere venne occasone di v dicarse dedo Marchesedello Vasio , e su come si pretende, che Promese perdono a qua tro soldati delli sopradeati ammutinati, S alire cose ancora puris che deponessero, che lo. Marchese de to Vasto era stato caula diquesto , e di tutii Ι' altri an mutinamenti succeduli , e pigliata questa inlarmaetione, la mando a Spagna allo qrperatore . Delio che avulsato it Marchese veniae in una furia assai piddelle sue solite ,.e perche ancora su au vi salo, che quelli quatiro agnuoli non eram andati con P armata , e passi avano libera metue avanti Io castello, si parti da Procita bene accompagnato, ob arrivato est' improviso dove quelli stavano, ii sece pigliare, non

ostante it guldatico de to Vicere , dello quale essi procuravanoaoalersi , e quelli mandati ad Ista ; dove giunse ego ancora in

una altra barca, subito li appeso alla corda, elli sece consessare lased ione de Io Vicere, e quello procelIo mando a Spagna allo Patrone . II quese di ullato di queste eose scrisse Iettere di lamentaetione ali' uno S ali' altro , e si pretende , che aveste scritto allo Vicere, che non si aven impacciato pili con ta insantaria Spagnota de Io Marchese de ri Vasto , perche da aliora in- naneti se vidde, che lascio lare allo Marchese , come si ego non scis, stato Uicere.

Alli a 6. di Agaeo Io Vicere sece cantare si Te Deum tau-

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