Anecdota litteraria ex mss. codicibus eruta. Vol. 1. 4. 1

발행: 1773년

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per la Signoria in campo , intercepta, si mo a pleno i*formati, e per tanto te piac-cia alia S. V. volgere Ia ment in questa

vostra delibernione es nostro Signore radio .E ricordatevi de' vostri Padri, a' quali nella passata des Re Ladistorao , quando pastonelle parti di Toscana cosi potentement con circa a di quindici multata di cavalli ptasto lavista di contrapporsi , e di farti resistenga e pero H intesonoco' Padri nostri di cheseguito onore, e gloria alla U. M. C lmunita , perche per decia resistenga li conavenne partire con gran danno , e vergrana

della S. Maesta, ,e la tranquillita dei vostror est , exal unione dei vostro, e dei nostro popolor, che non Elo eglino ne godernodi pol tutio tempo, che F visono, ma a ccra voi, e mi loro figliuoli abbiamo par-:

quella tanta tranquillita, che per la toro, virili eglino es lasciorno per eredita. E pero i

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dabit vestigie de predetti vostri magnanimi, & generosi Padri ; acciocche degenerando da loro non v' intervenisse per Divina providenra , che voi restaste indegni di cosi bella , e di cosi pregiose eredita , quale Ecodesto Regno , che per la loro virili vitastiorno . Datum Florentiae die xx. IuliT

NCCCCLIII.

Communis Florentiae .

Praesentata die xxviii. Iulii.

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Di Meeolo Perotti Arcivescomo Sipontino at Magis ato, e Coninlio di Sassiferrato ,

sua Paινia. NAGNIFICIS DD. CONFALONERIO , PRIORIBUS , ET CONSILIO SAXOFERRATIPATRIBUS COLENDISSIΜIS .

Magnifici Domini, Patres Colendisi. HO vedulo quanto te VV. SS. mi scrivono dei voler per pace delia Patria privare Casa mia de' Consigit, ed offici &c.,

C vera mente credo, che alle VV. SS. palaassai strano non solamente serivere , ma Pen lare si faria cola . Perocche , quando vo ranno ripetere Ie cose passate a memoria, si ricorderanno avere inteso dire , come gia

vicino a cent' anni quelli di Casa mia, ca ciati via li Tiranni di Sataserrato, denero Ia Terra nostra ad Egidio Cardinale di Sp

sna Legato della Sedia Apostolica, it quale

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sece ii nostro Cassaro : e ancora avemo in

Casa la Lettera patente , nella quale la suasti. me. se per questo rispello mio bi avo Andrea suo generat Commissario, e donogliit campo dei Gualdo , ii quale not at presente possedemo ; e di pili successe , cherientrando domi scunt anni come la se tuna porse li Tiranni nella nostra Patria ,

la bo. me. di mio avo UZio come devotodella S. Sede fu crudelmente decapitato. Item , che at tempo delia sel. mem. di Papa Callisto , mio patie Francesto inseme conmio fiatello Severo per aver voluto darela Terra alia sel. me. di Papa Niccola seron cacciati da Sassoserrato , e stetiero parecchi anni alia Roc contrada in esilio; e dapoirientrarOno , e detistro la Τerra al Rmo Vi-c Cancelliere Pente , ii quale aliora era Legato della Marca , etenne la Tetra alcu-

ni di , ma per non poter conseguire it Casesaro desistene dair impressa ; onde successe , che it Tiranno, mite di nolle te mura, imtromise gran numero di gente d' arme nella

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nostra Terra, e prese , e saccheggio solo laCasa nostra , e nostro padre insieme conmio fratello mando prigione , come se iussero stati traditori. Item , che at tempo della fel. me. di Papa Pio di nuovo ii detio miopadre con stri nostri citiadini detiero la Pa. tria a Santa Chiesa in modo, che si con- segul iI Cassam , e li Tiranni in tutio fur no e ulsi, e levati via , e d' aliora in pol infin che la bo. me. di mio padre visse, non attese ad altro, che a fortificare la nostra Patria , e magnificaria , ed indurre gli uomini alia sede , e divorione di Santa chie-sa . Di me non dico altro , che credo aversetis io solo alia Patria nostra in sortificaria,'ed ornaria di palaZEi , edifiZi , piarete , chiese , monasteri, civilia , e costumi, chequanti seno stati innanti a noi da sessant' ania, ni in qua metiendoci eriandio li Signori oed ardisco assermare , che non e alcuno , che con verita pota dire , essere procedulo mai da Casa mia altro, che viriti, e bCnta, con beneficare ogni uomo , e non ser mai tingiuin

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ingiuria ad escum persona , sicche veramente Casa mia non aspeltava tale guide done talla sua Comunita , e se te os , de'miei antenati auctero escun sentimento,

o possima, saltarian Rori deste se iturea dolers, che la Casa loro riportasse talimcriti da quella Repubblica, per la qualearessero tante volte messa la robbae sparso A. proprio sangue . Ma pure, Magnifici Signori, quando alle V V. M. pala utile , edesipediente per pace , riposo , e quiete delia nostra Patria privare quelli di Casa mi d' offici , e benefici di quella non solo per alcun tempo , ma in perpetuo , io sono

molio contento, e non solo contento, mai

prego, e istantissimamente supplico le VV.SS. a volerio Ere i e quando questo non basti, ma pala alle VU. SS. mandare me con tultili miei in esilio suori d' Italia , e in capo at Mondo , e privarci di cio , che avemo o lasciato da' nostri antecessori, o con no stro sudore acquistato , comandino pure te V V. SS. , e saranno obbedite , e con la

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roba , ω esilio volentieri metieremo eZiandio la vita , purche senZa danno delle anime nostre si possa sere. Sicche , M gnifici Signori , seguitino pure , come IeVV. SS. hanno incominciato, ed attendinocon ogni diligenaa a dar pace , ripose , e tranquillita alia nostra dolcissima Patria , adi me, e de' miei non piglino affanno alis

evno , perche non ci potria intravenire eosa alcuna tanto amara , che a noi non

mo la nostra Patria solio la divoZione , ea obhedienga di S. Chieli ripostre , e siegua di noi cib, che si vuole , che tre cose ci Κ-ranno star lieti, e consolati . La prima , che intendiamo , e conoseiamo te VU. SS. amarci sopra li meriti nostri, e cio , chelanno, fare non per nostri demeriti, maa buon fine , e per bene, e pace delia nostrae Repubblica. La seconda , che e cosa soliis ra , e consueta , che ii Benelatiori delle Patrie loro riportino tali meriti; In questo modo

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modo Marco Coriolano per infiniti benefigi verso la Repubblica Romana se mandato. in esilio. In questo modo Marco Furio Cain millo, vinii , e soggiogati i Veienti, e Falisci , non solo fu espulso , e privato delia Patria, ma condannato in somma grandedi denari. In questo modo Scipione, vinia, e ridorta Cartagine sello l' Impero dei Po- polo Romano , per merito delle sue fatighesu rilegato a Linterno , ove fini i di di suavita . In tal modo Publ. Rutilio per i mollis i meriti verso la Repubblica su fatio esule , ed essendo dipoi rivocato non volle

tornare , dicendo non voler vivere in una

Citta, ove potea piu il mal fare, che laragione ; e cosi Cicerone , ed infiniti altrihanno patito questo medesimo . La terZa , che vediamo bene , che non e la nostra R Pubblica, ne la Comunita, ne te VU.SS., che ci sono moleste , ma alcuni pochi, P veri, sed igiosi , amanti delle cose nuove , inimici delia viriti, che hanno in odio lotato delia Patria , ii quali ci vorriano veder

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morti, non per scuna ingluria da noi risceuuta , ma perche conoscono , che vivendo noi , non potriano torre la nostra Patriadali' ob dienga , e divogione di S. Chleis , e che quella da deita ob dienZa rimossa , pili non vivremmo. Ma pure della mia venula volentieri te ubbidiret , ma prima attendo a metiermi in ordine , per conserirmia piedi di Sua Santita, e son certo , chela mia venula serebbe preti in mala parte dagii emoli. Pertanto placcia alle VV.SS. avermi per istulato , e di me in Ogni altra, cosa dispongano a loro modo. Valeant Magnificae Dominationes VV. , Ex Insula Curiiugia die xi. Nov. ΜCDLXXIv.

Filius

Nicolaus Perottus . ,

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LETTERA III.

Di Pistro Vettori

AL MOLTO ΜAGNIFICO sIGNORE M. FRANCESCOBOLOGNETTI SUO ONORATISSIMO IN BOLOGNA .

Molto Magnifico mio Signore. IL Conte Polidoro mio grande amicomi disse pili settimane sono quel , che

Ia S. U. desiderava da me : & io subito , che lo intesi, se bene conoscera la cosa malagevole molio, mi disposi a cercare condiligenaa, & fare ogn' Opera d' andare ritrinVando quel, che ella arebbe voluto sapere: ne mi sono stato in questo tempO, rendasenela S. V. certa, OZioso ; indugiava a rispondere a quella , mota da speranga di investi. gare , se non tutio , parte almeno di quel, che ella bramava d' intendere : ne . arci voluto, che te in te lettere te venissero nelle mani vote. Ho pol avula dat medesimo

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