Anecdota litteraria ex mss. codicibus eruta. Vol. 1. 4. 1

발행: 1773년

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un' altra pur di V.S. con la nota de figliuoli di Antenore , fatia con gran diligenZa ,& studio , is che in fino a qui vengo adavere pili acquistato , che alutato altri. Insieme ebbi ancora it poema di V. S. Per quel, che io posso gia vedere, che n' holetia una parte , ingegnose , & dotto , andro seguitando di leggerio con mio granpiacere, & non senaa utile, come io mi

prometto a ragione , e una volta , chonon passera molto , ne serivero pili partico- Iarmente alia S. U. quel, che me ne pare , cloe lo lodero, come e' merita , ne miselmentichero in questo mezZo di fare ognipruova di veder , s' io potessi cavar delle te,nebre quel, che per ancora m' e ascosto , Come in vero m' e riuscito alcuna volta faredi cose molio oscure . Ma bisogna tempo ,

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IO bo riceuuta Ia lettera di V. S. de' duadet presente , la quale es e stata carictisma, come sera sempre ogni coli , cheverra da Lei. Io lessi l' Ottobre passato cir. 3ca a dua de' primi libri det suo Poema , dine restat molio seddissetto, perche vidi, chela S. V. con diligeneta aveva letto il libro , che not abbiamo, SAristotele deli'Arte Poci tica , e osservava quella regole , & precettia maraviglia si net fare la favola , comes sidebia , una, & si nel continuo , si puo dire, imitare , che mi pare quasi ii tutio, o al-C c meno

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meno it nervo, & Bndamento desta Poetia o Aspectava di finirio , e pol vita bene, &considerate te virtv di queli' opera, te qualistimo bene , che vi sieno mite , scriverne accuratamente alia S.V. , rna polchε tornatalla Citta mi sono sopraggiunte tante note , che per ancora non Ι' ho potino Iare . S'aggiugne a queste occupaetioni 1' eta mia glagrave multo bene , e molio assilicata I pure ii desiderio, che io ho, di complacer la S. V.,

cosi antichi, come moderni che ho allemani ora l' Iliade d' omero , supererasorse ogni dissiculta : io certo me ne sBr-Σero . La S. V. mi perdoni in fin qui dello indugio, & accelli te mie vere , & giuste scuse, alia quale io mi raccomando, quanto is pota , & la prego, che m' ami. Di Fio. renga alii a I. di Dicembre dei Is 66. . Di V. M. S. i L

Ser. e - . . Piero Vettori.

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Monsignor mio Rmo. IO ho ricevulo la di U. S. Rma tutia amo. revole , & cortese , come sono state sem- pre l'altre sue opere verse di me, & i miei, alle quali io per mia mala sertuna non hopoluto rispondere , non che co' facii, pure colle parole it che vilio fare , quando non seno oppresso da tanti gravi mali. Per-chὸ la S. U. Rma desidera di sapere quel , che e di mio nimie ; egli ando a Roma , Come ella sa, per alutare la nostra lite, dove li si trova ancora , perche non si e ve- puto a fine d' essa , & quivi non manca

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vare at fin nostro A Oade. come ritragoivmo da persone grandi , & prudenti , inquesto assare e molio Iodato . Pensiamo, che presto abbia a correr la sentenra, de eta M. Francesco ce ne da buona speranZa non e per questo, che noi non stiamo ingran travaglio , & sollicitudine d' animo detr evento . O mette animo , & empie di speranZa , che abbiamo avulo di costa due consigii molio utili a questa nostra liteda duoi gran campioni, cies dat Sig. Cerialo, & dat Sig. Menochio , i quali qui M. Domenico Ioda molto , & pensa , cheabbiano ad esser di grande autorita appre se a quegli Rmi, & Ilimi nostri Giudici. Ionon manchero d' avulsare a V. S. Rma l' etato di questa causa , che piaccia a N. S. Dio, che sia prospero . L' Illino Sig. lacopo Buoncompagni aluta questo nostro negoZiO,& non manca d' ogni buono offigio verso di not. Io scrisii una epistola a S. S. I., delia quale mandero copia, come Potro, alia S. V.,& seddisfaro ancora es debito , & obbligo

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volontario, che tengo seco , ma bisegna, che io esca , se mal n' arb grazia , prima di queste mie miserie, che altrimenti non mi darebia it cuore di s dissere ne a me, ne ad altri. La S. V. Rrha si conservi sana ;& mi comandi. Di Firenae li xvii. di Gem

Monsig. mio Rmo. IO mi vergogno d'esser stato tanto, ch'io non seriva alia S.U. Rma, massimamente essendo a cio sere stato invitato umanissi mamente da quella ; ma re asi cena, cheio, siccome noi qua diciamo , rimetter6 le ite . Mi doveranno ancora un poco scu-1are appresso di iei i travagii, de affinni , in che io mi sono trovato in questo tempo. Mi duole anche, che la prima lettera , cheio sono serrato a seriverte, sa per cosa,

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che mi stimo te ta notosa ; pure non si puo mancare di non Addissere in qualche parte

agit amici , magi mente non avendo animo di gravare quella a fare per mi conto cosa , che sia punio contro ali' ominre suo . Ma per venire at fatio mi e detto ,

che M. Giovanni Griseni di San Miniato ha fauo quistione , & serito uno delia sua

Terra , servitore in oggi della S. V. Rma, per conto di sua disserenin antica . Placera adunque a Pella , come ho detto, per quanto ella puo onestamente concedere ,d' avere un poco di compassione a questo delinquente, che non si puo dire, che ilpeccato suo non sa minore , non avendo ossesa la famiglia di V. S., quando era in sua compagnia, & finalmente alia sua pr senZa : & cosi largit manco male , che ella puo, se bene costui Io merita . Io ho perso . parecchi mesi di tempo in fare ristamparela mia Rettorica, alia quale ho aggiuntola traduχione dei testo, & cosi accresciuie. molto velle mie dichiarazioni. Penso, che. fra

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ει duoi mesi ne verro a capo , & subitone mandem un volume a V. S. Rma , & espiti te dico , che osseruero l' altra promessa finale , che non passera forse molio tempo, che io metiero mano a lampare te mio Epistole. Non avendo altro , che scriverte,

Ero fine , pregandola , che mi Abia periscusato dei fastidio , che te aro forse porto con questa mia indiscreta dimanda . Di Fi-renre ii xx. di Giugno I 379.

LETTERA VII.

Di Giουanni Andrea deis Anguilla

H O letto con grandissimo mio placere

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ringrario di si bel dono , dapoi nil raiiegro seco , che abbia arricchita la nostra eta di si bell' opera , che per quel, che parea me, in quanto a la disposietione de la m. Ula , a gli episedit, & a rimitazion de gliantichi, ha superati tuiti i moderni , chehanno stritto in ottava rima. In quanto am cora a la cultura de la elocuetione , e de lostile non ha da avere invidia ad scumde' moderni , e per non lare scandali raregii agegionati deli' Ariosto , questo solo diro, che mi par di conoscere in tui piufelicita di natura , ma non gia nE piu cui tura , ne piu arte , & in questo V. S. si hada contentare, polche in quanto a Ia felicita de la natura l' Ariosto , secondo si mio giu dicio , e stato non men selice dei Petrama , se bene it Petrarca e stato di gran iunga piuculto, e piu Osservato, sicche seguiti ani mosa mente la impresa , che n' avera onmre . Io te mando , se bene E debile riacvimpense, ii mio secondo libro delia Enei. de , pregandola ad accellario con quel

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buon' animo, che ho accellato io ii suo ἰe Dio te dia quella selicita, che desidera . Di Roma a di xxv. di Maggio MDLXVI. .

Di V. S. I. . Servitore

Giovanni Andrea deli Anguillara.

LETTERA VIII. Delio se aι me desimo

Molto Mag. Sig. mio Osimo. M' Incresce fin' es core di non potere satisfare at desiderio di V.S. di venit questa state a Bologna, essendo necessitato per satisfarion deI mio Patrone di andarseco a Citta di Castello, e quivi di morarquesta state . Vorret ancora implegarmi in .un Poema novo, e mi piacciono te sue nove invenetioni, &anch'ion ho immaginata quescuna , e volenticii starei un par dime si con V. S. per poter eonferire , ma per questa state non e possibile. li Cardinal

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