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esilio da quegii alti s gla, e cla clue' regni, Oueben tre volte tu riclitaniata da let, la cluale non ri ai si se riuerire adorna di splendida, e nobilcorona, Cui it pacifico ramo d'vliuo in testuto
Mon tosse. Potchὸ se ii Re Luigi XIII le pose su la fronte ii reai diadema di Francia, vi si videro intrccciate te fronde di quello per la pace, che ii suo sburano mar itaggio portis a quo' gran
Regi , se Mella sita rcggenZa la vittoria te cinsete tempte di montante corona, innestato si miris Ille palme , ed agit allori l'vliuo per la stabilita pace d'Alemagna: ue e se in fine morendo ferono alla tua grand'anima luminosa ghirtanda le, siue Virtudi, vel dcggiante egit vi si poteuas Ggere perta pace ultima mente tra Je due Corone conclusa, delia quale ella ne gittὀ te prime s menZe, per la quat cosa aucua la pace giusto motivo di dolersi con te i guenti parole .
CECIDIT PRAESIDIUM, ET DECUS MEUM, INSURREXERUNT ILLICO FUROR, DISCORDIAE. ET BELLUM, UT ME AB OMNIBUS CHRISTIANI ORBIS FINIBUS EX FERMINARENT. NAM ERIT REFUGIUM 3 NISI,TE ANNA AV-GVSTISSIMA cONSEQUAR SUPER Sc
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DER A VBI TV PACE FRUERIS IMPER
TURBABILI. Qianti ictbri spendosio i Monarchi , quanti
sudori vcriano, e quanto spargono in vano Samgue de' suciditi per la conquilla d'una sola Cit-lade Z O nti otia, ed inaudita gloria della Regiana di Francia , d an Pliare i constar d'vn v stissia o Regno, non per nacetao di sanguinos guerra, ma d 'una lie a, e tranquilla pace, qu te su quella d'Alemagna, non nieno per let gloriosa che vantaggiosi per li suoi Stati. A mo-strar questo fatio si rappresentaria it Congresse renuto in Munster da' Ministri de' Principi . Erarico noscitno tra gli altri l'Orator Franaese, ilquale in alio ii orare persuadendo questo piab olico bene paretra, che teness in mano ii s glio delle capitola asoni . sotio vi si log geua. 1N MONASTERIENSI CONVEN4 V iNON MODO ANNUENTE VERUM ETIAM IΝ- STANTE REGINA PAX GERMANIAE SAN. CITA, AMPLIATI REGNI FINES, CLIENTIVM lVRA DEFEN, A , VT CONCINNE DI-Ci POTUERIT: IUS ii TIA, ET PAX OSCVLVIAE SUNT. Formano gli Alcioni it loro nido nella riuadet mare , ma non vi dinmorano sc non quando egit e placido, e tranquillo; questo loro ta rurale institato elprimeua benissimo l'eccellente
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esset to delia Pace, net di cui liero, e tranquillo seno tulte te ani pio belle godono di ritrouaredicura magione: Fi vedeuano sotio quest'embi ma i seguenti versi.nhi tranari illo pendentibus aequore nidis Incubat halcione. Florent sic Palladis artes Rexina ad nutum pacis redeuntibus annis. Celebraua clascuno con sotiranissima lode la Regina per l'innato amore Verio la pace: maassii pio miracolosis apparite in let questo suuscerato desiderio, quando si rimii ὀ dalla sinistra deli'altare t 'immagine delia Vittoria, laquale la cupidigia immensa, e l'ardente se e didominare suole di mano in mano col vincere tal mente crestere, che innatabile diuiene, edinestinguibile. E pure surono te vittorie ad essacosi propiate , ed amiche, che sempre, che te suo
armi combalterono vinsero, e molle Volae Getiandio vitas ero seneta combattere, e bene specse te feste, e gli applausi d'una arreia Citri sis praggiunti furono, e raddoppiati per te felicinouelle d'una guadagnata campagna altroue, menere pure da attre regioni a vn tratio s'vdia
rono in sieme auulsi di non ordinari progressi. Laonde in vn rempo medesimo l'Italia, la Sp gna, l'Alemagna, e la Flandra non solo ne ascollarono risu are ii grido, ma videro fi
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rire net loro seno . e si ne 'luoghi pili atrieni itrionsenti Gigli di Francia plantati per mano de suoi prodi, e valorosi Campioni, per la qualcosa molio pili seneta fallo inoli rata si farebbecol suo potere, se quando eli 'cra pili di forae, edi valore rinuigorita, e plo tremendo, e formidabile era it ibo nome, con rara moderaZiΟ- ne non auesse ella medesima at torrente in petuose de' suoi incontrastabili eserciti, e all'irreparabit corso delle siue armi inuincibili opposto per argine quella brama virtuosi di pace, laquale te peribadὸ non essὸr bello it vincere quando non ita per mira la gloria , nὰ Vera gloria. douersi repuuar quella, che non ha per finc il giusto, e la pace , sorto vi si leg geuano te pa
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imprese se non solo memorabile, perclaὸ fu la
me , cosi dopo che col vincere cio consὸghilto aucua non obbe giam mai altro intendimentoche molirarsi clemente, benefica, e liberale coe
vinii, i quali godendo quella tranquillita, clie
ria si benigna , e si placida se dis in o it Nilo, ii quale mentre gon fio l'anguitie sdegnando de prescritti limiti alla a , e si,mmerge te vicine δmp Siae , con si propiria, e serena inO
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claetione abbondanti te rende, e feraci . Questo concerto ventua elyeta da' versi, che segu
Irrigat aru/ tumens, , tempestote sirena Faecundat Nilusa S ignis victrictibus A nnae Ceuere proficuum cum sit victoma vinci . Nel mezzo della rrauersa solio la cupola Grano, come s'ὰ dento, qua tro delle piu note
imprese, che state follero appropriate alla Regina , alcune delle quali ricauate erano dalle sue proprie med agite. La prima era quella dei Pellicano , che due piccoli figlioli net suo nido ricopriua con l'ali, evoleua inferire, che se la Regina tutae te sue. Preci, e turri i voti riuolse a Dio per ottenerela bramata sigilolanaa, cosi Ogni studio post in f Odiria, e mantener te quel la grandeZZa,nella quale tu prodotta; Il motio era
ET NATOS ET NOSTRA TUEMVR. Ma percii P a cons guire questo ibo intento passar te conueniae per molle intrigate dissicul-ra, te quali ella sisper0 tulte con l'aluto della prudenna, fu la seconda imprela via Laberinto,itto dei quale si leg geua CAECA REGIT FILO VESTIGIA. Sogitono te piante maggiori alle minori, epia giouani apportare daniae lissima vggia i
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1i velicua nella terga lmprcia , che siguraua vi allor O grande , che ne ad Ombraua via pili pic- colo , e voleua denotare , che all'ombra de' trion si della Regina , che per la planta mag-giore S'intendeua, an lauano crescendo i trion sidci Re suo figit Io, figurato dati'alloro minore, ii mo to dico Ua-
ET MAGNUM REGINAE NOMEN OBVMBRAT
La quarta improsa dimos hau a l'utile, e'l be nc scio scambieuiae , che passatia tra'l piccio lo Re, e la Reggente Tutrice, polchὸ se ii regno, te sol me , e la poteneta det fgliolo la soste ne- uano in Quella grandeZZa , c te produceuanoquella gloma , ella conii a scorta di sue virtudilo indiri χχaua per la via d'una perpetua felici-ri . Era i impresse una naue, che regge la bus sola, i a da quelia rael sicuro viaggio ii mantisne,
Si leggeuano di piu, altri innumerabili motiti cauati dat te sacre pagine sotro ciascheduna di quelle morti , che de cri te si seno, i quali
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uare altrui cosi morale insegnamento, raeo dam io, o'l debito comune di lator ire , o la b uita delia vita presente, o della rutili., l'eterialiade, esimili altri precelli alti a deitare compugnimen eo , e diuοZione negli animi do' riguardanti. In tanto mentre classe licduno statia attento alia considera Zione delle narrate Cose, netl'ab bon laneta, e diuersi a delle quali inuno vi au
uadi quat si fosse condigione, clie Oggetto ade-guato di stupore a' sum pensieri non ritrotracst, peruennero in Chies, i Magistrati con abito lugubre, quale a si fatia occasione si ri hie Je-ua , ne molio stetie a comparire it Serenissimo Graia Ducae eoi Serenistimo Principe suo figlio Io ,'e co' Serenissimi Prine ipi suoi fratelli. S' dirono sisbito ali'ari mo delle Aliezae loro ris, nam i er tutio 'l templo voci, e concenti sono xi con armonia mesta in sieme , e soaue, laquese auendo sὸmpre grandissima foraa di mum uere internamente gli asseti, faceua la concepi in pieta penetrare uel pili intimo, e piis vivo dei cuore. Celebrὀ la messa Monsignore Stro ri Vesc o di Resele , e v 'interuennero i V
koui di Colle, di Pistola, di San Miniato, τ
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7smesli rese surono resequie splendentiistrae peril'eccet se sue laudi rappresentate dat ' Abbate. Luigi Stroaai Gentiluomo per gli affaeri di Sua Maelii Cristianistinia alia Corte di Tosicana, ilquale te gemme preetiose delle di let chiare, escintillanci virtudi legando neli'oro di sita per
Dopi questo ripresero i iacerdoti te intrat sciate ciri monte, ed i Prelati salirono in sui catafalco per adempire gli estremi ussici di pieta, a ioccisi la sua anima, la quale sedet tutio libera non era da quel penose carcere, almen sperar si poteua , che per ii deuoti prieghi dilutio ii Cristianeimo sesse ali itimo termine
s ber si dulce assen o de' martiri, uessi una volta volare a cibarsi di quella via race manna, di cui instet labiimente si pasconoi beati spiriti- Compluta resia in tal mantera la Blanniti
de illas quie, te quali attendo cagionata ammia raetione in chi te vide , e desiderio di auernenotigia in chi n'vili fauellare, ne is ordinata lapreiente descrietione dat Screnissimo Graia Duc , ii quale si pud credere , che rima nesse apteno contenco in vedere con tanta splendi-