La Napoleonide

발행: 1813년

분량: 594페이지

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분류: 미분류

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O DE LXXXVIII.

Ιl sanguinoso ludo Ebbo tra Psori serciti Principio orrido e crudo :Seppe gihin lauro cogitere

Ed Augerat POSSente, Ney, Bernadotte impavidi Dogni altro duce ardente: Τradorti veggo splendere NAPOLEON , come Dalli astri it Sol.

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Di Jenaia questorii orbido Giorno di stragiis morti Sempre Augusto invincibilo Gli ordini avversi ha scorti Darii segno ecla fulminea

Giostrara' accende d 'un Vulcano aliar. In breve istante pia gnanoMille salangi e mille Fis a mirari ho obili Ρὰ duol le mi pupilles

Sembra procelle indomite, Che natante citi sperdano in mar. Scheret Ia sorte Varia Per suo placere in Prima

Elavvien ch ora te galliche, Or 'alire solliere opprimas Avuinta pol dat Genio D'Augusto tirussi lascia in abbandon.

No che non Vo descrivere Le tu sconfitie est' onte

Tradito rege, ut delfico Velai copracla fronte Τutto h perduio; o carichi Soti di seriteri duci, o estinii Son.

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Μ il merta si que miseri Che provocarnal guerras E ad'Anglia gragi rendano, Se premonoda terra. CerCa uno scampo O intrepido Re n&dubbiar che i tuo fuggi si vii. Solcano amare lacrime Lo belle gote I1tanto. . .

Ah hetich onomii laceri, E inutile it tuo pianto Fuggi tu Pur sollecita, Ssortunata Amazetone gentii 339 lNon guati almenda regia Coppia fiaccata e doma, Ch at lieto suo de laimpani S orna Cesar la Chioma D'umserto, cheliti fulgido Unqua non cinserit bellico valor Ne guati let, chera incidere

In amplo scudo Stassi

Cota note indelebili Perihi th volgeri passi

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LXXXIX.

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ODE LXXXIX.

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Lieto or si trae colad'Eroe primiero, ove it sepolcro estollesi Di ederico, dei granae guerriero, Che par che non si Sdegne, S' ei tolle ilirando ede temule insegne. Eccelso spirio, ah tu uoi dirmi, intendo lCheu' armi tu belligere Pisi di serba non merta ei che perdendo Fuggerit rostro e te branche De te conquislatrici aquile Franchea Chorior dessi a ragio dat conscio campo Di Rosbach la marmorea 34o)COlonna, o chei adombra it prisco lampo Di Ionada tenZone Ed il valor dei GRAN NAPOLEONE.ndi mi uoi che godi in cor, che luce

Dedo splendor pisi vivido Sparga sui tuo Berlino it Franco Duces 341);

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Si l veggo, or a con fremito Sovra Stet tin che si distriagge in planio. Cedi, gli sciami, e CedaΤeco Custrin, degna d' Augusto Preda. Suentoli ovunque ii gallico essilio, E l sos ad mi gloria, Ch osse i vo di me pago e tranquillo.

Tranquillo A sol mi spiace Gli scherni udi de la rivale audaces 342 lVolea seguirs ma intorno intorno voce Surso di laude eliubilo, Ch tosto se chelara ombra sero ea Eran gli ero minori Che ad Augusto rendean guerreschiinori.

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