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quanta pieta e vero et di religione si si soluta di approvarei concello di Sua Beatitudine di levare a sospensione diarento, e0ntinuar' i Concilio in quel luogo; de che Sua Santii loda
tanto, commenda e ingragia a Maesta Sua, quanto merita labuona intengione, che Sua Maesta dimostra verso it servigio di Dio, e benefigi de Cristianesimo, accellando per prudente et onorevole it ricordo i Sua Maesta circa it consentimento deli' Imperatore e de Re Christianissimo, e di sare eleggione di persone per Legati semplari per Vita e per dottrina, at he Sua Santita aveva gia pensato molio prima. Quanto ait Imperatore, dichiara assa apertamente di n0 volere it Concilio, o almen dinon poterio Volere per molio tempo, pr0ponendo pol tante diss- cultu che basterebbero a sar perderci'animo e la speranga d'0gni
bene a qualunque non VeSSe n 80do e ben Stabile e sermo proposito de servigio ditio, della Chies e sede attolica, come a
Nostro ignore; e quant a Re Christianissimo, se bene eli' universale mostra di desiderare it Concilio, anna per e blasimai lu0go di rento, c0me non capace di stanga e di vivere commodamente e ne quale i Protestanti non verrebbero iamat, non hieordandos Sua Maestu Christianissima, che a Re Francesco suo avo di fel memoria su approvat i detto Iu0go, e similitienteda una gran parte di detti Protestanti, se bene dipo it Remenrico suo adre o cuso, non per altro spetio, che per la guerra, ehe aveva aliora con 'Imperatore Cario Quinto di glor memoria, e con Papa Giulio LI. mora edendo Nostro ignore questa repulsa, e considerando che per venire presto ali alto de Concilio, e levare gni dilatione e disputa, come richi ede ii presente bisogno della Cristianita imitta e lacerata a gni banda, e bi-80gnosa di medio presentaneo, nessu altro uogo ui commodo di questo di Trento, e nessuna alti a via d migliore che illevare questa sospensione. Sua antita non pu star, ille suristesso proposito, et soriar Sua Maesta a starvi sim timente, mo- strando a Dio et a mundo, che per quello che pelta a l0ro, sono pronti e parati ad sporre 'autorita, 'opera, te satighe, elaeolia e la vita propria, se bi80gnera per u opera coSi sania,
tanto tu che si ede, che ii cereare di trasserire it Concilio in altro luogo, si per metiere dilagione ali apertura de medesimo Concilio, e per sar che si revochino in dubbio i Decreti gia stabiliti antissimamente in deito Concilio di Trento, come aperta-
mente lo dicono, i che arebbe contro it en publico e servigio della religione, metiendo in diibbi quello che distabilito circa Iased e la religione tessa. 'alire petigioni o che sara'Imperatore ella sua risposta, potra it deito MonSignore communicarie e0 Sua Maestu, et in uo proposito intendere ii parere delia Maesta Sua e de suo Τeologi, come 'Arctveseovo di Siviglia, etit Reumo adre Consessore, dichiarando loro qua si in id lamente di Sua antita, che si di 0 mu0ver e08 aleuna senZal'autorita de Concilio Generale, etiam che dicessero esse cose
positive e dipendenti meramente ali arbitrio di Sua Santita, ese parra a Sua aesta essere a pr0posito di lare qualebe usscio eolr Imperatore e coli Christianissimo per sarti condescendere, levar a sospensione de Concilio di rento, Sua Santita si ri- mette alla prudenZa e pieta di Sua Maestu, alia quale bastera dimetierio in consideragione, lasciando pol che Sua Maest deliberie0me gli parera. Communicare a presente con gliraviggeri attolici ii nego-gio che si ha 0 essi, e d che oglion sare istanga a Cantonodi Clarona, aceto viva ella Religione attolica secondo a capitolagione, che si stata loro. At cherae qualch renitente non vorra
consentire, i attolle sono ris0luti di castigario. perche glialtri Cantoni Eretici potrebbero voversi in tuto di que tali, Sua Santita in ta eas aluter li attolici con ulterae sue large, per adesso c0 scudi 20000, liquali si sono tu depositati in Milano in ano et g Tommas di Marini.
Far Sapere a Sua Maesta, che uno de primi pensieri, che
Nostro ignore a vulo dat principi de suo Pontificato, statod'estirpar inevra asilo e cellaeoi di tuitici tristi 'Europa, et essendo quella Citta delia iurisdigione e stato de Signor Ducad Savola, e per essendos ricercato, che tui si sacci capo deli'
impresa, o in nome di Sua Santita o in nome suo proprio, comemegii ii parera, a cosa si h condolia tanto avanti, che certamente 'impres si sara, se da Sua Maesta Cattolica gli sara dato qualebe tuto, come gi sappiamo, heci Re Christianissimo gliene ara, come Sua Santita glie ne da anche Ella Cho se liGrigioni si mu0vessero da casa loro per alutare Ginevra, si potrebbepensare di levargit ali improviso Ia allellina membro deli statodi Milan occupat0, e post in misera captivit da detii ris0ni
Quae sequuntur hac in Instructione per Carolum Cardinalem Bor- romaeum subscripta, ea ad beneficia, provisiones ecclesiasticas, collectoriam
Hispaniae spectant necnon la ratia dei grano di Sicilia o do vino dat Regnodi Napoli aliaque discutiunt.
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Εssendo iunt in questa Citta Lunedi sera 26, de corrente, avendo satia domandare dienZa questa attina, oggi alle lore l'ho vula c0 esse accompagnato dat g D. J0an Manriches et alcuni altri ignori di questa Corte Sua Maesta ha benigna- mente ascollato quello, che o gli ho etto per parte di Sua Santita circa it Concilio, che sucia prima cosa che io traita88i, a- legando it placere, ehe Nostro Signore aveva res dati intendere, che a Maesta Sua vesse avulo in questo negogi i medesimo concello di Sua Beatitudine circa il levare la sospensione de Con cilio di rento, e continuario in uel uogo; et intes ancora dam te dissicolla, che si propon evano per parte deli Imperatore deli Christianissimo, e come snalmente Sua Beatitudine se bene
con0SeeVa, che queSt era Suo proprio e particola carico per adignita, cheraddio gli aveva data, sapeva ancora che Sua Divina Maestu aveva costituita a Maesta Sua e gli altri rencipi per fautori e disensori e proletiori della Sant Sede e Religione cat-tolica, onde non poteva se non aspellare ressere configliata edalutata, e principalmente a Sua Maestu, aquale mi rispose, chebaseiavara ted di Sua Santita per i conto, che teneVa, e peri gelo, che ostrava di questo negogio consorme a uello, che Sua Maesta ha sempre conoselut in Nostro Signore, e che perolo trovera sempre pronio ad obbediria, e a favorire questa impresa, consorme Sua Santita comandera, e cos aveva iungamente deito ely udienge passate ing Nungio, che si trovava pre8ente, per adesso vendo intes che in Francia si credeva che si do-vesse celebrare it Concilio Nagionale, essendone ancora ricercato
da gr ungio, haveva deliberat di mandare it g D. Antonio di Τοledo, oggetto di molle uone qualitu a Re Christianissimo
suo Hiermano, per fortare Sua Maesta in gni modo a desistere da questa impresa, che quanto a resto, pensarebbe uello, chesi potesse dire circa la sertitura deli Imperatore, e spetiarebbeancorata' intendere quella risposta che o gli aveva detio che in Roma si reparava. opo questo, o gli diedi conto de desiderio, eho Sua Santita aveva di alutare 'impres di Clarona, et Meva per servigio ditio et stirpagione deli' resie a brama, ma che Vendo pol inteso, che a Maesta Sua non approvava questa impres in questi tempi, Sua Santita non passeria piu olire.
Lodo molto Sua Maesta, che ostro Signore restasse in id, edisse, che aveva dato largo conto at ungi delle cause, chemuovevano a Maestura a sar a deliberagione . . Consorme Sua Santita mi comando, accomandat grestimo Reum Morone alia M. S. ella Arma preserittanii, ci0 che Sua Beatitudine tornava a accomandargileto, come signore ditante uone e rare qualita, e tanto servitore di Sua Maesta, comesa tutio ii mondo, e Iairegava ad usa verso Sua ignoria Reuma qualch segnalata dimostratione La Maesta Sua intes questoraggionamento tanto volentieri, che pareva cherio non gli potessipariare di 08a pili grata, e sempre ridendo disse, che en Sa-peva a qualita de Cardina Morone, e quanto ave88 Sempreservito ait Imperatore suo Padre, e a se, e che pero gli 0Strar-ebbera' animo grato he tenea. .
14. Instructio Regis Philippi II . . Septembr. 1560 Cod. Corsin. 687 sol. 89 sq.)Instruitione di quello heso Don Antonio di oledo, Priordi Leon', mi Cugino, de mi Consigito di Stat et mi CavallareZZ maggiore, havret da sare et da traitare in Francia, dovea presente No vi mandiamo per traitare la convoeagione di unconcilio generalel. Per quello che a boeea vi s h deito havrete intes0, in qualstato si trovaci negotio heriodea a Concilio Generale, et te diffi-e0lta che per parte de Re di Francia ei sono state prop0Ste, che 80 quelle che edrete per u seritio, che et ted i Ves-e0vo di im0ges suo Ambaseiadore residente qui c08 in quell0, che appartiene alia continuatione de Concilio lorento, comes0pra a mutatione dei luogo, et etiamdi 80pracia celebrati0ne de Concilio Nationale, hemi e suo adrone a chlamato in Francia per i X di Settembre prossimo suturo, perche Sicome' Contrarium probat secretissima ista epistola Minuta de carta de SuMagesta atramb ador Vargas de Oledo a 27 de Noviembre 1b60), quam Doeliinge l. c. pag. 346 sq. publicavit.' Raecolla di Scritture diverse . XVI. CD. Codices Corfiniani 291 Commentarii delle cos Oecors in Francia in materia di Religione dati anno 155 sino ali anno 1b62), 467 sol. 13 sq. Instruitione det Vescovo di iterbo circa te cos de Regno di Francia data a M. Cipriano Saracinello pedito a Papa Pio IV allim,' Ottobre Ital et 399 Lettere sortite a Roma da Cardinale di Ferrara, quando su Legato in Francia di Papa io Quarto, concernent i negotii della Legatione sol. 16 sq. At Card Borrome di San Germano alli 3 di Margo 1562)neeno Cod. Vatican 6792 sol. 488 sq.
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toniam per certo, che ii deito Concilio Generale arebbe gran. dissimo remedio per ii mali et anni che sono ella Christianita, cos temiam per molto annosa et pernitiosa oscit celebrarsit deito Concilio Nationale in Francia. . Et perche colui che a tenui principalmente, come ci viendetto, a mano ne negotio di Conditio, d i Cardina di Lorona, dandoli a nostra lettera di credenga, che portate per lui, i di- rete a nostra parte ,ssgio otio vi mandiam a sare coline sopradi io, et ob egli 0me Christiano et Principe della Chiesa, et
obe tanta parte a eo Re et ne Governo di que Regno, lene molio aggiore alticolar obligo a sare questo servigio a Dio et a suo Re in disturbare ii anno, he da uello potrebbe risultare a uel Regno, et per conseguenga a uita a Christianita . .
ultimamente, Sua Maesta attolica si trovava suora di oledo lontano molle erae, di maniera, he non si h potui negoZiare per otio torni, che Segu i suo torno, is lede subito dienga a Mgr ungi e a me, ella quale su sposta a consolagione, che S. Santita prova ora, opo tanto rammatico et edere te cose
della Religi0ne doti a cosi mal termine, per a dictiaragione saltaci da Sua Maesta della uona volonta, ille teneva per aprosecugione de Concilio, e delia conformita deli animo suo conquello di Sua Santita, avendo Sua Beatitudine considerato, quantosi 088a 0 la gragia ditio sperare in questo antico medio solito sarsi alta Chies in simili accidenti.
Si disse ancora, che Sua Beatitudine ne aveva res ancoragragi at g Iddio, e regatolo a prospera tuitavi pili te ag-gioni della Maesta Sua, et a no aveva comandato che per Sua parte ne a fingragiassimo con molt emeacia. D0po questo si dichiar in qua termine stan te cos di Francia, e i 0ncluse, che S. Beatitudine avendo e pensato a tutio, Veva iudicato, che non si ovesse metter pili tempo in meZZo per venire alia celebragione de Concilio, e che opo chehavra edulo non iova gli usscii salti coli'Imperatore e concilRe Christianissimo, perche si contentino, che si levi a Sospensione de Concilio diarento, si solvera a levaria in gni modo,
questa riS0luZione, e a volere assistere e tutaria, oiche Sua Beatitudine non edeva che potesse per ora sar cosa in Servigiodi Di di maggi 0 m0mento di questa per beneficio ancora de
suo Popoli, che per la Vicinan Za non Si poteva negare, che non lassero in pro8simo e mani&8to pericolo. La Maest S. avendoei asconati benignamente, disse, chedalle rispost date attre Volte in queSta materia, p0teVam RVerben compreso 'animo suo, e quanto osse inclinato a questa sant'
opera tanto necessaria a servigio dimio, o a bene olla Christianita, ed ora ' inclinava tanto id, quantocli pareu i bisognopi urgente, o a volonta dira Santita pili determinata, e ne
rendeva a Sua Beatitudine molle gragi per i gelo e pieta cheteneva e delia partecipagione, che Veva ordinato, che se liene esse, e che stimava, che tutio osse en considerato, che non
bi80gnasse pensarvi di vantaggio tuita via che essendo c0sa di
sim dispaceiare ii Corriere, che su detio a Sua Maesta che siti atteneva qui Solamente per quest essetto.
Si d intes di pol, che a Maest Sua a salti congregarealeuni eologi per consulta sopra di io, e beneli stano statista di loro diseordi, mentre leuni volevano heri Re supplica88e Sua Santita a levare a suspensione de Concilio di rento, altricli saeesse uova indigione. Τre torni scit g Duca 'Alva cereo 'intendere da grNungio e a me, et che Sua Santita lasse per sare pili Volentieri, O levare a sospensione, o sare uova indigione, e di id, se S. Beatitudine si contentarebbe di Bisangone, uogo per quanto Sua ecellen ga discorreva molt opportuno a tuti te agioni emolio commodo 'alloggiamenti e di viveri. Sopra di che ebenes lungamente dichiarata a uona volonta di S. Beatitudine, cheprenderebi, Sempre uella provisione, ehe giudicasse convenientepi per a necessita de tempo presente, stimando infinitamenteit iudicio e consigito della Maesta Sua, non ei parve per dip0ter rispondere risolutamente ne sopraci' uno ne soprad' altro cap0. Questa attina pol iragriuea 'Αlva ci a data a ris-p08ia, che V. gria Ilima avra in scriptis, e di pili ci ha 80g-giunt che Sua Maesta desidera pili Bisangon, 0me pili ramato da Francesi e pili commoda a Germani, e per alto a t0gliere0gni cusa di non avere a venire; a quando a Sua Santita piaecia pili Vercelli altro luogo, Sua Maesta concorrera Semprec0 essa in tutio io, Maera placera di lare intorno a questo
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negogio, dichiarando a uona volonta, et e pieta della Maesta Sua concludendo che a Sua Maesta placerebbe, chein Gherio tornasse in questa risolugione, it che eguendo confido, che supplira a quanto si manea da canto io, e non mi Iascera da piuiungo astidio a V Sgria Ilima e Reuma, alia quale bacio te mani
Serissi a V. griaratima ochi glom sono per u Cormero spedito a post da questa Serenissima Regina et ora coli occasione di quest altro che mando Ioledo, aggiungero solo, come S. Maesta si costante ella risolugione di voler, che tuti ii relati di questo Regno vadino a Concilio, ne per molio che siseusino hi per a overta, hi perci'occupaetioni, ne vo inteuderparole angi uole che auch i ancora gli stimoli a parti presto,giudicando a Maest S. che in negogio cos importante a servigio 'Iddio e della Religione, non si possa trova cosa tant urgente, che debba impedire 'umeto, che sono obligati di sare
Sua Maesta mi domando instantemente, feci Legati de Concilio eran ancor nominati, e perche si disserivata sarto. o rispos che credevo, che per esserarento molio vicino a Roma, Sua Santita volesse odere de beneficio de tempori che poteva persa pol la deliberagione tanto tu maturamente, a che a termine pressso vi aranno senga dubio, nil penso, che quando si avra a uova, heci Legati iano nominati, Sua Maestu spedira subit per te poste 'Ambasciatore a Concilio, e prima credoche verra a basciare i ted a Nostro ignore La Maest S.
mostra in questo neg0gio tanto et e servore che benis conosce,
che t g Iddio, in cuius manu praecipue sunt corda Regum, gi' insamma i desiderio di edere incaminata e principiata questa sani opera, e u simi servore non solo si ede ella Maest S. ma in tuti questo p0p0l0. Si 40 traitato circa. Vescovi deli' Indie, se si oveva manda loro a Bolla de Concilio ma pare S. Maesta, che da un canto arebbe u metiere scrupulo ellecoscienge loro per 'obligo, cheraveriano di venire attes la dissi-eοlta de viaggio, a finalmente si si risoluto di mandargileta, conche per i ii seriva, che non si vovino sino a nuovo mulso, volendo intanto Sua Maesta scrivere a S. Beatitudine; non mi 185 pars di errare in sar questo, massim che tutiora passato colla volonta et g Cardinale, it quale mi si mostra gni giorno pili favorevole, e havendo nora communicato tutio conssi A. sempreeira stata fra o c0nsormitata' opinione. 17. Leiter de Cardinale di Mantova Legato a Concilio, Trento seritia a Papa Piora ii XV di Gennaro 1563. Cod. Sessorian. CCLXX sol. 7 sq.)Padre Santo. Non astato alia cortesia di Ostra Santita di a Cardinale it gr ederico mio ip0te con ante honorate parole di tui et di me et di Casa ia, che ha voluto accompagnare a gratia et i favore con una Lettera di sua mano plenad'infinito amore verso Ia persona mia. Io quanto mi godo di tanti beneficii, tanto mi dogli di non have ne salti ne pur parota dip0ter satissare in parte a uel che devo a Vostra Beatitudine, tuti volt u poco di questo mi debit ho mandato a pagare per g di Nola cono. Santita. Quanto alla venula di V. Beatitudine a Bologna, se benem sara 'infinito contento, nondimen non vorret, che ella lasse,
8 n0 quando quest Concilio havesse 'haver qualebe sne, eh'ella deSidera, perche quando si havesse a contendere o da dis-80lversi per causa 'altri et non nostra, mi placeria pili che Vostra Beatitudine lasse restata in Roma per molle cause cheiotrei dire, quando a prudenga dirae non edesse gni cosa molto tu oltrache non aceto i0. Ma questa rara' altro mi par di grandissima imp0rtanga, he a venula predella dis Santitsi saria sperare dat Mondo cosa degna delia sua grandeZZa, et che pol non iusceSSel'eritto, saria di poea satissatione a te et alii veri suo servitori, 0nde laudo che V. Beatitudine antenga questa opinione elli animi elle persone, a che non si deliberi di metieria in essecutione nche non si si visio I sne di questa prossima Sessione et elle dimande che anno satieuli Ambasciatori deli Impera-t0re et di Francia. o non oglio dimandare a V. B. perdono diquesta mi troppo licentios affettione in diri illi parere, perchee88endo obligato a pendere per ei a vita propria, ebbo ancolari sapere que che mi a percia mente in servigio suo. Con
' Hercules Gonzaga qui ridenti obiit 2. Mart. 1563. D. Brischar Beurtheilunide Controversen Sarpis . Pallavicinis adbing 1844. I, 252 sq. ' Notigi apparienenti alla Storia de Seeoli XVI, XVII. ' De epistola Pontificis ad Mantuanum data T. Januar. 1563 D. Pallavicini Istoria de Concilio di rent ed. Zaccaria L. IX c. 12 IV, 88 .
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che est baciando con gni humilia I santissimi piodi di V. Beatitudine. Di rent ii XV di Gennaro 1563. Di V. Santita hum. et devotissima creatur il Cardinale di Mantova. 18. Instruitιon date a Monsignor Carlo Viseonti mandato da Papa Pio Quarto alie attolle per te eos de Concilio di Trento. Code Biblioth. Corfinian. 46 sol. 1l sq.)Mgr Visconti. Sa Santita di Nostro ignore a salta elot-tione ella persona vostra 'andare a Serenissimo e Catt0lieo, Per Onoscervi non solo prudente et diligente in ullo te attioni mondane, a molio elante de servitio dimio e beneficio publico ben struti di ulterae materie, che oggidi si tratiano ma8Si-mamente in Concilio, dove et dimorato iungamente, olire chel'essere o vassallo e servitore di S. Maesta ha ancor osso Sua Santita a mandarvi tu volentieri, oiche a Maesta S. non avra causa di dubitare, che tutiara'ambasciat vostra non abbia per finsu dopo i servitio di i ea honore e gloria dira Maesta et a benescio de suo Regni si placera adunque allegramente pigliarquest incommodo, et salutata che haveret S. Maesta in nomedis Beatitudine eo tuti te amorevoli dimostragioni, che da unPadre verso u figliolo si possino desiderare, gli sporrete qual- mente in a principio di questo Pontiscato essendo stato eor-Kat a S. Santita a parte quasi di tuiti i Prencipi attolici chesosse m0lto a proposito et necessario aprire it Concilio in Trento, parendo 0r che questo osse i somnio medio a domo infirmo della Chies per stirpare con Muto di deito Concilio gli errori Vecelli e diverti quelli che vovamente si veggono tutio illa pullulare et introdursi in varie parti de mondo nolle eos della Religi0ne S. Santita non uardando a nessu suo partic0lare interesse ne di spes ne di isagio ne 'altra cosa humana, a solo havendo innanti agi oechici'onore et servitio di io, i benestio pubblico e la quiete universale de Cristiani volentieri si disp08e ad sare di questa salutifera medicina de Concilio prendolo elirandolo inangi con gni suo potere sino a que termine che oggi
Et essendo anche S. Santita cereata a medesimi Prencipidi dare a Concilio ampla e libera autorii circa te cos della Ri-sorma, a Santita Sua iecome a principio 'indusse saetimente a convocare et aprire cito Concilio cos ne anche questo a voluto negare in modo che dalla parte diciei non stra lasciata indietro
Carolus de Ficecomitibus, Mediolanensis, Episcopus Venti miliensis, post sard Tit. SS. Martyr. Viti et Modesti in Macello CD Pallavicini XXII, 11.
eos iacuna di quelle che parevano accomodate alia miseria diqnesti tempi che a Sua Santita n0 si stata eguit si ome aldesiderio e volonta di detti Principi. Et gi oggi per gragia di
Dio hiaramente si ede che non cosa leuna quanto si voglia imp0rtante alia grandeZZa et honor di questa Corte et infino alla Risorma de Cardinali delia quale per ordine di Sua Santita me- desima non si ratia in deito Concilio. Olire di questo h pars anco bene a Sua Santita, che comes h lasotato liberamente in arbitrio det Concilio ii procedere nolles0pradette eos secondo chera Padri giudieavano esse meglio cosi restasse in pura liberia et determinatione deli istesso Concilio illa pili O men progresso et aliungario ο abbracciario secondo de Spirit Santo gli osse deitato, non volendo Sua Santita pre-serivere Icuna sorte di precipitatione, ne anche ritardare in modo aleuno i debito ne di deito Concilio che tanto h necessario ridereat et desiderato da tuiti auoni. Ne che Sua Santita pensad'avere almente iustificate e sue attioni et stabilite velle dei Concilio, che tuiti i rencipi haveranno iustissima ragione dilaudare questa anta determinagione di Sua Santita et Mutaria alare che vada innangi con ulterae large oro, come crede e speraelio Sua attolica aesta deliba sar tanto pili degli altri Prencipi, quanto che essa a mostrato sempre una singolarissima sincerita et inclinatione a ben ubblico et alia conservatione della Religione attolica et a suo Regni maneo insetti degli altri, ondela regarete, che come S. Santita in dat principio si h promessa et promette tuitavia ' averia per suo adiutrice et compagno in favorire e somentare questo sani negogio de Concilio cosi piae ei a Sua Maesta di corrispondere ali opinione et aspeltagione di Sua Santita consorme a gran bisogno che si a deli autorita, delia virtu, boni et pieta sua. Di id saret intendere a Sua Maesia, che revedendo N. S. la ne de Conditio Sua Santita non pu sare che continuamenten0 pensi a que che a conclusione d una tanta et si importante0pera et stabilimento elle eos conclusera necessario, ne a questo 8 Vede che si possa providere con altro che con queli alui et bu0na proteitione che si a da sperare da tuitici rencipi attolici, traci quali confidando principalmente di Sua Maestu attolica per a uona mente che a de Re non men d essetto pio e gelante de bene universale che di nome attolico, a voluto per meZZ Vostro mostrarie alcuni suo pensieri, i quali riguardano semplicemente i servitio di Dio e della Religione attolica, assi- curandosi 'avere a trovare in Sua Maesta quella uona dispo-
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Sigione e pronteZZa, che conviene alia professione che ella ha satio
sempro di Voler proteggere favorire et illustrare Ia Chies di Dioco tuti te large et autorita sua, sin ad offerire di mettere in ei a pericolo non solo gli stati e regni suoi ma a Vita ancora Se 088 bi80gno, come per diverso lettere et ambaseiate di Sua Maesta si e con08eiuto. Quello adunque che par pili importante, et di che prima 'ba da agionare di trova modo heri rencipi attolici iano unitamente deliberati di mettere in sedulione i Decreti de Concili in uelle Provincie, che go si trovano ne dominio 0ro, et elle quali si li conservata n hora per gragia dimi robedienga della Sede Apostolica, ancorche iano macchiate 'alcune ere8le, et questa li quella cosa in he havem principalmente dapen8are et assalicare prima che di sperare di poter ridurre lialtri alla via delia verita. ero diret che volgendo a Santita sua gli occhi alle eos di Francia, ede molio bene quanto bi-80gna meri in consideratione, trovandos travagitate ne modo ebo sono, et essendo di eos grande importanga e c0BSeguenZa, ebe te attre Provincie vicine portano gran pericolora cadere ei medesimi inconvenienti. Et avendo percio Sua Santita grandissimo desiderio di edere uel Regno iunito interamente ella
sede attolica et osservanga di questa Sant Sede siccome eradi prima, iudica che si necessario piglia qualch bu0no Spediente d0p ta ne de Coneilio, a qua fine par che si si ri-me88 que traitato di concordia, che in que Regnora stato attoe0 Ug0notti, et se questa cosa si disserisce, ara gran pericolodi qualelie altra maggior novita ella Religione et di gran pre-giudigi a tuti te Provincie. Sua antita sono state detio e promesse gran os dellabu0na mente de Re Cristianissimo et dolia Rein sua madre Versola Religione attolle di modo che essendos da qualelie temp0 in qua agionato de desiderio, che a sudelia Regina havevara' abboccarsi in qualeti luogo eo Sua Maesta, et havendo Sua Maesta Cristianissima fatio anco intenderem medesimo a Sua Santita, cio de desiderio grandissimo he haverebbe di potersiabboccare con Sua Santila, ostrando 'aver animo di volers accomodare a parere e ludigio di Sua Santita in os importantissime per lameligione e benescio pubblico per 'osservanga chep0rta essa et it glio a questa Sant Sede, Sua Santita non hap0tuto se non trova buono et Ioda questo disegno et i desideri degli abboceamenti prelati, angi d pol entrata in opinione, chesosse molio tu commodo, pili sacile e tu utile per servieti di
Dio et de ben ubblico sare di questi due abboceamentiis solo,
ne quale convenissero tuiti re questi Preneipi et con quella carita et uni0ne che conviene ira Padre e gliuoli ratiassero e con- eludessero qualch per commvn parere di tuiti orso iudicato espediente per gli 0pra detii officii, onde non volendo Sua Saniit guardare ne ali et ne alia p0ca sanita sua, et molio meno alla spesa, dice che o sacelate gni instanga conraua aesta Cattolica et vi orgiate persuaderia, che per gloria et honor di Dio et per beneficio de Mondo voglia ancora ei incommodarsi et pigilare questa latica di venire a detio aboceamento per salute e conservatione di que si n0bile e grande Regno, ii quale
senZa questo aboccamento non Sol non per migliorare ne satio
della Religione, a si pud dubitare, ehe si per andare gni di di
male in eggio e 80pra questo vo saret tanto maggior instanga, quanto che se S. Maesta attolica non ei Viene, Sua Santita non intende in modo leuno abboeears con Sua Maestu Christianissima, perche senga a presenga di S. Cattolica aesta non se sperarebbe stulto alcuno. Appresso aret intendere ara Maesta, come per instangasattale alla Regina Christianissima Sua antita non a voluto maneare di mandare a sar il medesimo invito ancora ait Imperatore et a Re de Romani, havendo ordinato non medesimo tempo a pedigione de Vesc0vo 'Ischia con spressa commissione di fortare e loro aestu et persuaderi per quanto arap0ssibile a trovars ambedue o almen una di loro a detio abboccamento non solo per illedesimo effetio della salute det Regno di Francia, a per i bis0gni che ancor essi anno ne loro dominat, e per a c0nservatione di que pochi che tuitavi restanoeattollet ella Germania, et Sua Santita uol sperare cherae loro
Maesia non ricuseranno di concorrere esse ancora non operac08 santa e della risolugione che se ne cavera si dara pol parte S. Maesta attolica, aquale se pur temesse che quest abboceamento osse per innova qualch cosa ella Religione, polrete assicuraria che Nost Signore non δ per consentire in questa partea 08 alcuna che non si in vera gloria ditio et beneficio diluttici Cristiani e in tota sodistagione ancora della Maest Sua
Cattolica, alia quale Sua Santita communichera sempre con gni e0nfidenga et sincerita non solo uel che ara per sare, a n-e0ra tuti i pensieri suci, et que che agi altri gli sara cereato, e di cibisuo star sicurissimo.
Di Roma l'ultimo '0ttobre 563. Carolus Cardinalis Borromaeus.
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Mgr Viseonti, si come Vol sapete, lassiantita di Nostro Signore innaneti a venula a Roma dei Cardina di Loren haveva deliberato gia di mandarvi in pagna et gia vi aveva data InstruZetione eo tuti te commissioni et ordini necessarii per tal essetto. Ma a venula di deito Cardinate su pol causa, che disserisse Sua Santita di licen etiam per edere se per causa di deita sua venula Sua antita avesse a darvi alcune ommissioni di tu, parendo quasi impossibile, he a Venuta diis cos gran personag-gio come e deti Cardinale non esse materia a Sua Beatitudined'aggiunge qualch cosa alle commissioni gia deite. iero havendo Sua antita iudicato a proposit che voi possiate dare a Sua aesta sincera e sedete relatione di tutio quello heci detio Signore a pariato e negogiato con Sua Santita vi dico principalmente che in tutio it tempo che gli si stato qui non ha mo- strato ma ne in alto ne in parole 'aver altra intengione, chede servieti di Dio et ella Religione attolica in generale, et particolarmente de buono e selice progresso de Concilio, sopradi he a fati alcune petitioni te pili agionevoli, leui honeste, te id ante, che si p0tessero in questi tempi desiderare, equali perci gli 0n state ace0rdate tuti da S. Santita Nessuna Osa
particolare o per i Re suo adrone o per se tesso a dimandato, ne men per i Regno, Francia, sen0 che si molle volte tenui proposito di quest abboceamento et a molto riscaldato, dicendo che per leva te difficulta, che per impedi ta opera si po880no pretendere crede che i principalisunt si ii non darsospetio alle Provinci Pr0testanti, Re et Principi separati allaChiesa, acci concla aura che loro ave88ero delia nostra guerra, non gli irritassim di maniora, et gli unissimo insieme, che occasse potis no haver paura di l0ro, aquale cosa die esse quellache polrebbe ritenere ii rencipi nostri dat venire a questo aboccamento onde gli lauderia chera'Imperatore eo consenso di Sua Maesta attolica et de Re Christianissimo traitasse di assicurarei rencipi e Provinci sopradoti che eli abboceamento non silara provisione alcuna contro di toro, a solo si traitara di pudigar gli stati loro ali insettione e spiriti maligni et inquieti, li- quali solio pretesto di Religione turbano a pace et quiete deglialtri, angi piutiost si potra pensare alia ruina e destruitione det
Turco nostro commun nemico. de quale a Germania tanto laparte heretica, quanto a cattollea a sors pili da temere chequat siv0glia altra Provincia,' Europa, potendos ben credere chementre durer u inimico si potente, come si questo, malamentes p0tra da ordine alia quieto degli stati e potentati Cristiani.
I detio Cardinale a detio ancora, che non si douria impedirci'abboceamento per a disse0lta della precedenga, perche essendoci Sua antita di meggo, si potra lactimente trova modo di accomoda la eosa, et che quando bi80gnasse che per a eL sdii ii Re Christianissimo in v luogo vicino et Ia adre solaeomparisse ali abboceamento si contentarebbe di sario con ilqua modo arebbu levate tuti te contege, oiche se puristi due
Re avessero a trovarsi insieme, arebbe solamente per vista per complimento, ne quali 'uno cederebbe ali altro in Casa sua. Quanto a luogo se Di permette, che 'abboccamento segua
eesse, apendo che JaVeranno Sempre consideratione ali honestae dignita di Sua Beatitudine, alia quale pero nessun disagio pareragrave per un opera, c0me si que8ta; a quando voi seste cereatodi dichiarare u luogo, a Sua Santita pare eli Nigga e Villastanea lassero molio a prop08it per tuti te parti, et quando Sua Maesta Cattolica avesse per altri suo bi80gni a passa in Italia, a Cittad Vercelli sarebbe orsi id commoda per a essetto, e tanto pius havesse ancora a Venire Imperatore ori Re de Romani. Ι predetto Cardinale a pariat a Iungo a Sua Santita circala prattica de matrimonio della Reina di Scotia sua nipote conr Areidue Cario, dicendo sempi e che questo saria molto utile per benestio pubblico, non potend0si, altra maniera metiere Ia Religione attolle in que Regn0, 0iche i suo sudditi non ogitonoelie a Regina vada uori, et quando essa citandasse, verebbe deltuti a perder a speranga di 0ter entrare c0 tuit che ei statanto amata che Succedendo u parentad cosi norato ' haveri speranga non solo di poter metiere Ia Religione, a di dare ancora gran avore a quelli,' Inghilterra liqualita altra manierasarebbero destituiti ' gni speranga di pote mal edere restituita la Religione ne Regno loro. Queste cos tuti n0 avete ad spori a Sua Maesta se non d0p haver traitato it principat negogio, et ali hora ancora non come eos di S. Santita, a come agionamenti e discors tenutida Card di oreno con S. Beatitudine.
Di Roma 'ultimo di Ottobre b63 Carolus Cardinalis Borromaeus.
Ag Visconti. In questa terga Instruitione patiar breve- mente sopra alcuni capi, de quali parte havrete a da conto vol8enga esserne cereat et parte avrete a spondere se e ne Sara pariato Se edesti Sua Maesta o suo Ministri star suspesidi uello che si dice ella prima Instruitione eli Sua antita previde a sine de Concilio, polrete dire che olire ii sentirsi gni
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di queret dei adri che non oglion ne possono pili se arsi per i disagio, spes et gelosia he hanno delle Chies et cose Ioro, et olire at edersi ne gni di parti qualebuno et seneta
licen ga, a messo et melle gran sospetio a guerra cominciata
ad accendersi in Germania, essendo stata occupata Herbipoli citium0lto vicina ali Italia con acetarne it Vescovo legittimo padrone, et non eno a peste che si ossa dilatata in Ispruch, et in molle attre parti de Contado di irolo, os che anno grandissimo pavent a Padri, et Dio oglia che non iano vn di causa di largi suggi tuiti ali improviso. Non dico della spes ed ilqualsivoglia altro ravagii et disagio che Sua Santita ne sostiene,perche ne88una passione propria ara a che Ella desideri ocia prest o a tarda pedigione, se en occarebbe a Sua Maesta come gliolo amorevole et diletio ad aver alvolt compassionea Sua antita di ulterae cos sopradette. per questo V0 potret considerare quanto abbia rasitot' animo di Sua Beatitudine 'ambasciata satingli uovamente dat Commendatore maggiore di Castigii per parte di Sua Maesta,eio che essendos aperto it Concilio per concludere i Domi et lare una uona risorma, aceto col meggo di queste due cos si possino ridurrerat Heretici et disviati, alia Maesta Sua non pareche in hora si si satia leuna di queste re cose, angi Sua Maesta ricerca et insta che si vada lentamen te et con tuti quelli spagi et circuit che si possono desideraro maggiori a che Sua Santita a rispost in modo, che siccomo line potra chia irsiche si p0rta gni possibile spello agi interessi e desideri suoi,
eos potra ancora vvedersi che Sua Santita per tutio ii mondo instem non si meiteria a sare eos che si inde a de lu0goche Ella tene, come arebbe veramente indegnissimo gn officioche Ella lacesse contro a liberta de Concilio, a quale essendosi lasciat sempre una plena liberta in ulterae cose, non conveniente che in questa deli' speditione si cerchi di legarii te mani.
Ne pero ' a da credere heci detii ades abbiano a finire ilConcilio se non con aver concluso sopra tuti i dogmi e saltele debite Riforme, come a Maesta Sua retende et si molio benhonesto edesti aversi suspellione che Sua antita osse per soncedere Francia H'alienationes dei leni acclesiastici, p0tret dire che si spera che a deita alienagione ara post in silengio per a prattica che i Clero a da dare in ambio ante decim che odissaccino a bisomo de Re Christianissimo, o chein gni eas Sua Maesta attolica tenga per certo che Sua Santita non ara cosa leuna contro ii servitio ditio et de ben pubblico.
se vi osse pariato della concessione elli assallaggi,
havrete a dire che ancor per questo spetio delia Francia a Maesta Sua non deve in modo aleiano pensare, perche 'esempiodi concedere questi a te sarebbe che non si potesse negariomedesimamente in Francia. 'anco vi osse uitato molio delL quinquennio de sussidio elle galere, polrete dire arditamente, ehein Santita non a mai promesso cosa alcuna e che si sonoavangat troppo ne dire coloro che anno satio relagione a Sua aesta di ta promessa. Imperoceli Sua antita non a maidetto altro se non che osse stata ben avulsata da Sua Maesta finire u Concilio stultuoso et se ii primo quinquennio si osse
visio en inviat ali esseti per i quale era stato concesso, Sua
Santita averebbe pol satio a uogo et a tempo uel che osse
stato conVeniente per consolare Sua Maesta, a quanto ali Mutone Concilio, o siet miglior testimoniora' ogni altro, come lab-biamo avulo et quanto a resto Sua Santita vide a provisione della uova armata andare cos lenta, che tra per questo e traperche iam ancora si pia dire in principio de primo quinquennio e tra per non essere spediente esasperare ii Clero iudi uel si trova, a Sua antita non par he hora si tempod' intrare in questo, se en Ella a uo animo verso S. Maesta.
Gia molle volte Sua Santita ha satio Tar conscienga alVeseovo di uenea Consessore deli Indulgenge delia Cruciata, ebe si anno pigliare ab invitis tua antiisi desidera isti volsaeetate di nuovo questo iis scio non solo eo predetto gi VeseoVo, in e0n ogni altro eli bis0gnera, et sebbene sors conra Maesta propria, et oiche la iniciata deve orma esse sortitia. Il medesimo si dice elle Indulgenχ della abbrica dira Pietro, equalip ilebe ostro ignore per speti di S. Maestu non a volutoriVocare in pagna, se en 'ha voeat in Italia et in tuti glialii luoghi devotio almen essere sate eon quella equitu e cir-Lilm8Ρettione, che conviene tanto pii per non dar che dire et gridare in Concilio, dove i adri ne haverebbero satio pili volteri8entimento, se non ossero stati divertii da hi porta asseκκione alle eos Sua Maestu. Ringragiaret aestu de avoni officii, hecta atto sare in Francia per te eos ii ostre in AVignone, tua direte che altro ei uolo per levaret luel uoco da di 880,p0iebeo Cristianissimo sta molio post in non volet , he pa88ino gente forestiere in que Regno. Pero daret e relatione in Sua Maesta de mal termine ne quale velle eos si trovano, et glid0manderet ii parer suo dando pol avulso at g Fabrigio et an0 della risposta ua.
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In questo proposito vi doleret, eo Sua Maesta dei sinistri portamenti de Principera' Oranges, ii quale havendo lo stato suo ne meget de nostro 'Avignone, non a Vulo ergogna non sol di permetiere per editio che vi si predicti publicamente ali' Ugonotta, a per sue patenti vi a deputato permovernatore Mons di . Urbano, i pili pestilente heretico et aperio nemico nostro che si in uel paese. Sua Santita a satio ammonire ldetto rincipe con minacciario ancora che se non vi rimedierula privera ello Stato come heretico et fautor 'heretiei, et lodara a primo occupante Farete che i Re o sappia, aceto sevorra ella ancora sarci qualcheis figio, posscsari quanto piu presto. Vol sapete a citagione che Sua Santita a decretata controla Regina di Nauarra, et come si passato it tempora se mes se si procedera contro usque ad privationem secondo i termini digiustigia Dareten conto a Sua Maesta con dire chera Santituper amor i Dio, di se tessa e di tuita a Religione attolica non a malui potui indugiare a sarto, et che privata ch ellasia, o stato sara de primo occupante. Non abbiam voluto partar inhora ne lascia partare in Concilio della Regina 'Ιnghilterra eo tutio che o meriti non men di questa altra, et ei per rispello dira Maesta Cattollea, ma ancora questa bisognera pur u di piglia qualch verso, et Ia aesta Sua dourebbe almen sar gn opera chera Veseovi et escunt attolici non ossero da ei molestati, a lasciat vivere liberi ne Regno con a loro sania Religione, o almen lasciatiusci liberamente da uel Regno. Se vi ara pariato deli Inquisigione a mettersi in Milano, risponderet chera Santita non ve ne a detio nulla, et pigilarete termine di scriVergliene. Se g di Limoges Ambaseiatore de Christianissimo in Spagna vi ricercara di sar istis Osfitio cheis altro, o con ilRe o 0n hi si v0glia pera essetio di questo abboceamento, Sua
Santita uole che o sauciat o da voi ste88 o anche Recompa- gnato col predetto Limoges, se eos da lui sara desiderato. Queste e ulterae attre commissioni he vi si anno, e lealtre tuite, che vi si potessero dare ne tempo che saret a quella Corte, non intende per Sua Santita che siano tanto stretti, beda o non possino essere mutate o in tutio o in parte secondol'occasione elle cose, che potessero nascere innangi a tempodeli essecutione, 0me alla prudeneta e buo iudigio vostro pareraebe convenga, delia quale Sua Santita confida intieramente.
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l. Die 2 Maii 520 lecta sui in Consistorio ulla contra Iari inlini Luther et suerunt lecti nonnulli articuli, quos dictus Martinus disputaverat coram certis iudicibus electis, de quorum eleelione constabat per instrumentum publicum rogatum per duos no-iari08 suitque propositum, si aniculi erant inserendi in bulla partim tanquam haeretici, partim tanquam scandalos et partim pias aures audientium offendentes ' et si erant damnandi in genere vel in specie, e quo ipse Martinus alios ex eis disputaverat et tenero praesumpserat, Vel Si erat monendus quod illos revocaret . . et 1 ut determinatum, quod voearentur omnes theologi coram Sancti8- sim D. N. et dicerent quid sentirent super dictis articulis, et suit conclusum quod Reverendissimus . Anc0nitanus vocari saceret curant e Generales omnium ordinum et alios theologos in Ur o existentes, et quod tim examinarent inter se, qui istorum articulorum essent damnandi tanquam haeretici seu scandal0si et pias
aures Offendentes, et mandaret eis ut venirent ad primunt Consistorium, ut votum super quolibet articulo dicerent, et ita secit Cardinalis Ane0nitanus Codeae Vallicellanus J. 6 sol. 8. R)2. Die 23 Maii 1520 Reumus D. Cardinalis . Sixti valetudinarius venit ad Consistorium ob gravitatem materiae, quae tractanda erat ob res Lutheranas, in quo introducti fuerunt Generales ordinis Minorum, tum Arctiiopise0pus Patracensis electus Generalis . Augustini, Generalis Carmelitarum, Magister Sacri' Odor mynaldi Annales ecci T. 20 Ed. 2. COIOn Agr. 91 pag. 303 sq. ' De variis errorum gradibus et de differentia inter erroneas propositiones statuenda cis Melch. Cani opera ed. Serry. Patav. 1762 pag. 333 sq. ut De censures theologiques, par te card se in in Analeci. Jur Pontis. II. Livr pag. 480.' Ad inarginem: S. Card Spadae Sign. n. 133 pag. 77. In Codicetallic cit Acta Consistorialia inde ab anno 1496 sub Alexandro Papa VI exordium sumunt. D. Codicus Biblioth misianae C. II. 17 sq. J III. 1.L. I. 1 Sq. Cuius de Legatione Germanica in annum 1518 reserenda st Diaria
Sedis ac et Leonis X inmodico Casanate i XX. III. 6. - successor Aegidii iterbiensis. D. huius Epistol. C . AveLS. 4. 39 d. 7. Februar. 1519.