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modo otio egi ne resti pol quieto Mara vera via arebbe hεesso proprio ne osse ii corretiore, e fallacia latica, a solioponesssi assolutamente a giuditi di Roma, e si laseia che V. gria glilo sacci penetrare per qualebe uon m eZZ parendole et halcas sara e tanto pili necessario ch ella si guardi dati entrath in alcun obligo eeo, quanto che si presuppone, che i libro staintolerabile quasi tuito e si conse entemente per aver ulla
impres disseilissima alle mani hi vorra dari altra serma, e dicuore me te accommando. Di Roma lita di Febraro 1610 .ma
22. A Nuntio in Flandra Gran segno di unione e0 Dido quando i attollet 0no unanimi et concordi tra loro et questo desiderarebbe Nostro ignore che Sempre osse, tenendo it 0ntrario quando it seminatore delia gigant Ii liene in contentioni
et discordie, onde ha per peric0l08 le lattioni diverse che regnandtra i attolici 'Ιnghilterra, et essendos vedulo it Memoriale dato a V. . da una elle parti, et mandato qua da ei si h compres0, che a loro petitione abbia bisogno di consultatione id matura Per mi riserbo a risp0nderi pili precisamente con attre, et mele accommando. Di Roma ira di Febraro 16l0. Cod. sng. S. 6. 12.)23. Eidem. Ne particolare delle disserenge tradi Benedettini et Giosulti, elle quali et loro adherenti v. gria serisse c0 lesu de 3 di Gennaro, te se dice che 0no sopite con e reg0leche Sua antita preserisso ali' una et ali altra parte, equalit' assicurat, che avrei appresentato it tutio a Nostro Signoro con il partito discors di Opra i quale come non armi cho detragga punio alla dignita della Sede Apostolica, non si sacendo atto contrario alla di gia satis e publicata proibitione di detio arresto, encho si publichi unisuovo Edilto, eosi spero, he non si per dispiacere a Sua Santita, et in questo caso non sata a questi ignori di disgusto che si proibisca di nuovo quest Istoria et Prosident di ho e di plura libro nonimo de Consigliere Gilot intito lato ratete des rotet et Libertet det glis Gallicane a Paris, hes Pierre Chevallier 1609, de quale sebbene per mancamento deli occasione non o a mandato 'essemplare nondimen si ede dat memoriale, hediedi sopra detio libro a Cancelliere, di cui mandat a mes passati copia I. gria lima, quanto gli si degno di essere proibito, o qualch altro dei compres in deito ditio di Novembre, e quando Nostro Signore non si
complacesse delia proposta, per Ogni modo necessario di pensare ad altro modo per Ontentare it e, accio non arrivi quello, di cho pur troppo ipermettoria a Pariumento 'esecugione, come spressamente si sono dichia' rati e protestati meo in nome de Re i sudetti Signori di illero e Can celliere con dirmi, che a commissione data Opra i non innovarsi in ioco8 alcuna e per spetiar quello che solvera Nostro Signore. Cod Cor
hanno operato si bu0n esseti0, che, et da gli avulsi avnti di Inctiiterra, et da ueli si ede qui tra essi traitano con
gestuire eum gli iste88 Religi08 consessano, et anno professione di donoscere questa gratia alia benignita cimolia piet di Sua Beatitudine. Quanto alle attre suscitate di novo rara Pret Appellantificii resto dei Clero, Nostro Signore havendo satio edere te preten-
liba loro hine inde alli Signori Cardinali lanchetii et Mellino,
ha soluto di non ampliare ne limitare a iurisdittione deli' Areiprete, a che 80l0 88erciti quella cherali su concessa allasania memoria di Papa Clemente VIII, si come ne primo anno de suo Pontiscat Sua Santita dichiar per u suo Breve parti-eolare volendo che i Breve de suo redecessore non p0ssa nedebba essere interpretato, se non prout est ad litteram, et cogistra satis intendere dat g Cardinal Blanchetto ait Agente didetio reiprete. t a V. S. mi raecommando. Di Roma li 20 di Febraro 16l0 l. c. 24. I Patriare di Venetia V. gri ne procurare chesieno messe a suo soro te persone Ecclesiastiche salte carcerareda que Signori, o che ne casi ch han lu0go i privilegi, staehiamato vir samine i suo Vieario, defende a iurisditione Eeelesiastica in commune, e la sua propria in particolare, ella qua si ubisi che consista l'Εecellen ga de grado e dignita sua
patriareale. Onde non par molio necessario anda ricordando, ehe pugni per a dises e manulentione di essa. uitaria laudando Nostro Signore tutio quello h ella a a questo fine, peril quale vada unito c0l Nuntio, a consoria ancora a non StanearSe, mariare incessantemente uel che sopra di ci appartiene a suo ossitio, dei che i tacere non si prevede per con8ens in pregiu-ditio della sudelia iurisditione, ch' quanto in questa materiam Oee0rre dire alle sue de . e di uore me te accommando.
25. si Patriare di Venetia Parrebbe molio honesto, ch i0iudici eost di potesta secolare, che sono si resti a sar careerare reti o altri Religiosi, non ossero eos tardi a sarti con-εignare a soro celesiastico, non occando a loro ii iudicare quanto si stendono i rivilegii, e elli casi che entrano haVerebb0no sempro a chlamare ali esamine i Vicari Patriarcale.
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deli articolo, se ille godam non l' immunita Ecclesiastica, pelta ali iudice Ecclesiastico Onde Nostro Signore desidera che V. S. non cessi alle suo istanete, che deito rigione si rimetta a suo soro e di uore mi accommando. Di Roma li 6 di Margo 610. Cod. Auget. . . .
salutare allo Religioni, cherae Visite dei Generali, i quali edono
per questa via con gli Occhi proprii e plaghe erae curano. Diquesto inaedio a Religione di S. 0menico in Francia ha tanto bisogno, quanto h trascors lo Spatio 'anni quaranta che uelle Provinci non sono a state Visitate. Onde ii Generale modernomosso da gran et viene com h agione per visitarie, et intro-
durvi, perche tutio doliassato, i vive Religioso e la regolare osservanga. Egli aversi a ratiare concia Maesta de Re chedia mano ali essecutione dei uoni ordini, e saecla restituire alla Religione que beni, che odono i secolari, per averti usurpatenelle occasioni elle guerre, et instem proveda, eli' Frati disobedienti e discoli non iano sentiti dat Tribunali secolari, et chenelle erre ranche, dou d a liberta della oscienga non si dator ricetio per evitare gni scandalo 'Apostasia. Nelle quali iratiationi devera . . argii tuiti quelli tuti et indriget chepe te si potranno, che ara m0lto consorme alla mente di Nostro Sign0re, che ne serive u Breve a Re et a que eli io desidero
agit Slesiti contra a Religione e contra r honesto cominciano assa per tempo a produrre amari stulti contra a sua propria Casa, oiche 'Arciduca Cario si trova gia perci' insolenete degli Eretici in queli assanno et angustie, che V. S. serive e que ch'δpi senZa orge et aluto da pote resistere a tanta violenZa, la- quale non si da credere, che si per cessare per ossitio, che saccia
il aggiordomo pedito a Sua Maesta Commissario da uelle
parti, angi si da temere che per questo non procedano a peggio, potendo parer loro, ched'Imperatore non oglia ch habbino essetio Privilegi, che licta concesso, mentre ne dissuadera' esecutione, onde polrebbe avvenire che a medicina accelerassera' interito ilebe Dio cessi. V. gria in tutio uello che pu giovare agi interessi di queli Alleget o stella Religione attolle in Stesia non manchi, perche lario certa, che non uo lare a N. ignore c08api grata di questa, ne pili degna de carico ch ella ostiene,
6.di uore me te accommando Di Roma li 7 'Aprile 1610. Cod Ang. . . . sol. 20. 28 Al Nuntio in Spagna. 88endo venui a notitia di Nostro Signore, ehe in Francia leno State stampat te seritture, che iapassarono raci Cardinali Colonna et Baronio nolle materi di Stellia 3 a Santita Sua se attristata molto et a dato ordine
DAscanii Card Columnae de Monarchia Sicilia in Baronium Censura
et Baronii Responsio Cod. Vallicellan Q 42 cst Qq s. 9 sq. Urbin. 860s. 18 sq. Casanaten. X. VI 23 S. Petrici Vinc. A. E. I. 74 s. 18 sq. . Si allegava da rota Sicilia una olla di Urbano II a Principe Ruggero;
dat lamnale intendovano dars loro per diriti ci cho di satio 'arrogavano, una potest pressoch pontificia sulle terre di quel Reame. Tanta difformitis collo spirit e colla divina istiiugione della Chies cattolica, gli abusi Molesioni della disciplina ecclesiastica erano intollerabili e Cesare si accingea svellere it malo alia sua radice, mostrando con invincibili prove alteratala suddet in Bolla, o trattene te parole a subdola e salsa significagione. Quanto rumore si sarebbe levato per questa sertitura egi non ignoraVn, ne questoi ritenne a pubbliearia. Angi, lire 'amore delia verita e della Chiesache vera spinse, 'ebbe anchem suo secreto fine l'umilia, laquale presentiva chera sentimenti quivi spressi non gli gratificherebbero gran ait alcunipotenti de secolo, e chius cosi troverebbe, quando che lasse, Ia Via alPapato. Ma giova da lui iusso dire ci che a confidengara' amico ne crisseat alpa: Quanto alia mi sortitura sulla Monarchia della Sicilia, sappiatech gia da Sommo Pontefieo Pios per meggo de Card Alessandrino, mandato per i legato in Ispagna, di pol da Gregorio XIII, per eget delNungi Faechinetti che su poseia Innoceneto ΙX si venne a traitare di quetrassare, e niente 'ottenne poteli itine si limito a da parole e a prolungarei negogio. questo traitative distes in carta stando presso di me Per- tanto olire te cose a me seritte, molle attre hae uron scritte prima, e mandate in Ispagna, a senet alcu stulto. ra pol giacch mira stat mestieriserivere su questa materia, o credulo regio deli opera pendere tuti lostudio e uita lyarto ne traitarne, e valermi 'un genere di dire assa ener-gico, is quai d proprio 'un cardinale dira. R. cui malis' addice dipariare timidamente e come suo dirsi, fra denti Se non che attenendomia vostro iudigi e alia vostra volonta, o angiat iacuna cosa, Per conservare it douut onore e rispello alla Rea Maesta. Sappiate attres che ilPOntesce tesso a letto eo molia attengione questa crittura Cha giudicato doVersi pubblicare, dopo tolle pochissime mende e consorme a suo dotatoi parere di atquanti ardinali. Io pol della igitor Oglia a io m induco, ma88imamente perch confido tomerammi a grandissima utilita, cio de conservare 'umilia. Ῥοicli si ara occasione gli Spagnnoli, he ne Conclave a tale omai fiam giunti mi si ostreranno contrari. De che i s assai conto. Ma questo sicco voi ho mandato pol questa crittura perchsimi sacciate conoscere in quat senso sembrerebbe doversi accogliere ne Regnodi Napoli; non gia perelisi Oglia astenermi a pubblicaria, io sacendosi per Volonia o comando de Pontefice.' aeos egit.' Sarra ita de ven. C rd.Sesare Baronio. Roma 1862. p. 157 sq. se Semitis Di Monarchia
Sicula. Freib. 1869. p. 33 sq.
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che si procur di opprimere in quanto sara possibile tuiti lie8Semplari, che ne verranno in Italia, delia qua diligenga et dis-gusto dira Beatitudine deveras. Sgria da c0st parte a qualelie
Praeter Codices supra citatos necnon Cod. Vallicellan Q 38 sol. 2 sq. Pro quaestione nostra maxime eiusdem Bibliotheeae Orat. MScr. N 2 signatum Raccolla di varii Traitati utilissimi e rari sopra a Monarchia di Sicilia
respici meretur, in quo sequentia insunt:
a Tractatus de iurisdictione Oeclesia super regnum Apuliae et Siciliae, ex rocollectis Nicolai Card de Aragonia. b Historia Sicula ab Arcadio usque ad Carolum Andegavensem. e Letiora dii Filippo Germinario Baroni scritta a Card Baronio,
in cui parta di molio scritture mandate e che manda a medesimo occanti
alta Monarehia di Sicilia Palermo 20 Gennaro 606 .d D. Joannis Baptistae Larosa Decani et Thesaurarii Ecclesiae Panormitana Tractatus de Monarchia Siciliae in quo praeclariora ad eam rem monumenta collecta habentur cum ipsius notis in fine. e Tractatus Anonymi de Monarchia Siciliae, ex quo plura,excerpsit Card Baronius nae Om. XI. Annal. inseruit. t ratiato havulo a Cardinal Alessandrino consilippo II ella Corte di Spagna eli anno 157 1 in torno alta Monarchia di Sicilia, et altro Scritture apparienenti alia detis materia, date a Card Baronio a Card. Antonio Facchinetti Pronipote 'InnocenZ IX. g Sortitura di omenico inaldi a Papa Clemente VII contro a Monarchia di Sicilia, conis Biglietto a Card Baronio, qua prega a presentaria ara Santita.
h Copia di Lettera de Card Baronio a Filippo II Re di Spagna indises de suo ratiato contro a Monarchia di Sicilia. i Risposta a Card Ascanio Cotonna solio quest titolo: Responsum ad scripturam incerti Auctoris inser. Iudicium eorum quae Caesar Card Baron. de Siciliae Monarchia scripsit. . De historicorum scriptis qui iudicium facit, rationem habeat necesse est inter aetera, primum personae scribentis, deinde rerum de quibus agitur, tum modi quem sibi praescripsit auctor scribendi . . Annalium igitur Ecclesiasticorum auctor non est privatus homo, sed publicus, insignis literis et probitate S. R. Ε. Cardinalis, Summi Pontificis Consiliarius idemque quod hic adiiciendum censeo Bibliothecarius. Scripsit is suam
historiam non privatae sed publicae rei causa, non suo ductu, sed Summorum Pontificum iussu. uio tanto viro omnes apostolicarum scripturarum intimi reconditique thesauri, nedum Bibliotheca Vaticana cui praeest, patuere, ut nudam dumtaxat veritatem expromeret. h, i m n Documenta ad Bar Tractatum spectantia.
vi re Sertituro di Risposta oppo a publicatione dei ratiatore Lettera deli Ambasciator di Spagna in Roma a Vicer di SiciliasOpra a publicatione de Traitato de Card Baronio. β Εstratio de Traitato, satio da n Ministro Regio. Horatiato della Monarchia di Sicilia in risposta a Card Baronio composio da Due di Feria Vicer di que Regno. p Sertitura di Mario di Gregorio a favore della Monarchia. q Discors istorial della Monarchia dira di Fr. Angelo di Sciacca
Ministro id principale, et a chi paror a te quando sentisse qualche querela, ne qua cas cerchi di dissuadere con gni desierit et industria gni pensiero, che ei potesse essere diuispondere et publicare uoVe Seritture, a non ne sentendo partare
non a ne ancte V. S. a uouerne parola, et di uore me eraee0mmando. Di Roma a 27 di Aprile sil0. Cod. Aug. S. 6. 10.)29. A Nunzio in Francia. Dispiace a Nostro ignore cher opera de Cardinal Baronio elle materie di Sicilia, e risposta que che si serisse in quello occasioni it g Cardinal Cotonnasia stata tam pata c0sti, Se bene d mane male cherali pagnoli
non ne saccino rumore O querela. Sua antita procurera cher Lettera di Filippo I al Cardina di Granuela Vicersi di Napoli sopraei che have va traitato con esso secora Card Alessandrino Nipoto di Pio Vtoecante a giurisdittione ecclesiastica in Napoli 28 Decbr. bit .shFerdinando de Avalos d'Aragona, Relagione historica dolia Mon. d. Sic. t De praeeminentiis ecclesiasticis Regni Siciliae Auctore Mario do Gregorio Advocato iscali et Praesidente Regii Cons in eodem Regno. Cst Theod Amidenti Summ Pontis etc. Elog. Cod Corsin. 238 s. 13 sq.ὶ Maidini a Card. orghese Parigi 18 Margo 1610. Fu eli' anno passat impressa qui a parte 'opera de Sgr Cardinal Baroni di pia memoria contro a giurisdittione de Re attolle in Sicilia con 'Apologia delmedesimo a uello, che serisse in lavore de R il g Cardinal Cotonna,
che pure o aggiunt neli impressione, ne malis'hanno sati motivos querela alcuna gi Ambasciatori di quella Corona, che sono stati qui, ne credo, hela saranno Anco eli' avvenire, o che per di qui non si agionera materiadi disgusti, come non l'hanno data libri molio pili perniciosi a quella Corona stati senZ aleu riguardo stampati ut in che per star oculatissimo, accio succedendo Osa in contrario a impedischino te male conseguenete, che Ρο- triano a piceolo Oggere avVenire. De libro, he ha inteso Nostro Signore esse stat stampat in Inghil- torra per prova dei diretio dominio, che quel Re pretende sopra quest Regno, eo tutiara' esquisita diligeneta satane conci Librari et alue persone curiose de libri, non o potui haverne necntro leuno quest si e certo, cheno si almen capitato qua e concernendo materia tale nessuno 'avventurerlidi satio venire o tenerio in quest Universita, quando pur osse vera lavoce delia sua impressione. Cod Corsin. I s. 56 sq. Eodem die ad eundem haec scripta est ab Ubaldinio pistola It greardinal de Sourdis mi avulsa ultimamente di Bordeaux, che a Fontari Terradi Poitu si stamparan libro perniciosissimo, intitolato in nostra lingua: Carita delia Bestia Romana*, ne quale a malignita deli Autore propone, che ilPapa stara' Antichisto, o mi dicerat tu, he i Governatore di deita Terra da redito ali opera, e la a stampare. I ho regato con gn efficacia questa Maesta et tragriancelliere di provisione opportuna, perche opera Bi scandalosa non venga alia luce, et accio ne si trovato e castigato 'autiore, spero, heci sar essaudito quanto a primo capo delia mi petitione, peril sentimento cho hanno Io loro aesta di si temeraria o sacciata impresa, era sperare anco deli altro apo se la libertis delia Frandia in simi materia
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si supprimano quanti exemplari ne capiteranno in Italia, et havero
caro, che V. S. ne mandi uno e me te accommando. Di Roma
riosa memoria, adre di ostra Maesta, a gravemente commosso
non Osse arrivata a Segno, he ne anco lascia castigare quelli che publieano Invettive contro it o medesimo, et a me; a questi giorni 'o stata impressa una a favore et rencipe di Condh, per quanto mi ha riserto Sua Maesta, et a V Sgria Ilima saccio humilissima riverenga Ilaitolo si flacciatodi questo libro merita, che Sua Santita ne sacci querela coimgr di Breves.
Relation della morte deli Inv. Arrigo Quarto Re di Francia e di NaVarra, e delia Coronatione della Regina Maria sua moglie concla succe88ione de Delfino no Regno. iampat in Bologna 1610. Fundata est ista relatio super notitiis Parisiensibus ad Rempublicam Venetam transmissis et recepta ab Angelo occha in Codicem Ang. N. 4. 12 Misceli ad Francogalliam speet.), in quo etiam reperitur solium Scr. Aviso 'una predica salta in Francia da n rete opora occisione de Re nrico Quarto huiusce calumniis reserti tenoris Furiatia una predica in Parin alti giorni passati davnirete, quale due anni sono si ritrovava in Roma, it quale volendo essagerare a morte de Re disse, che Francesco Ravagliaera' haveva amaZZat per molle cause, cio per essere stato omentato da gente grande per esserglistat persuaso che se gli clava con ii pugnate con alciani caratteri, si comesece sarebbo stato invisibile it che non gli era riuscito, e 'altra he sula prima chera' indusse a casearli in animo di lare ii tale eccesso, era i-eome deito eo haveva consessato d'havo letto in un libro, che era lectio senZa pena maggare ilairanno, e che haveva dati istesso libro cavato, chei Re era iranno. Questo rete, asciate 'altro cause, disse, che VoleVatinitar solo della prima, dicendo che a Dottrina di questo libro era salsa, come tale stimata, ochi glomi prima era stato abruectato, e chera' autoredi quella era pagnoi di natione emica alia Francese, e queli che erapeggio 'uno di quelli Religiosi che anno prosessione di portare ii nomedi i in fronte e dentro sono lupi mopo have deito questo comincio un'InVettiva contro a tuti i iesulti, polche tale erad' autore di quel libro, dicendoche 'incolpava tuiti, attesoche niente si stampa fra toro, che non o applai Superiore e cominet a raccontare quanti disgusti da questi per il passato haVeva avula a Francia, e ne disse molli, e che con agione attre Volteorano stati banditi alia Francia come emici di quella. in fine OpohaVere mostrato per diversi capi, che questi si ovevano vn altra volta
Bbandire, comincio a dire che erano come quella gitella, laquale essendoaVeZZa a mangiare veleni, mangiava a fine vivande velenate, enga che glinoce88ero, e tuiti quelli che seco mangiavano, mori vano cos si intervenuto
a te Francia mi disse uel Prete per volero mangiare a Dottrina et con- segii di questi iesulti, ira tollo hora i tuo Re, o se durara pigliare et mangiare a sua Dottrina, morirat, et andera 'ordine in dispersione uita; seppe tanto en dire uel rete, eho commosse tutiora populo contro Giesulti, e se non rimediava la Regina a petitione di due Giesuit familiari, te eos andavano molio male e gia si sa che Sua Maesta ha ordinato hedeito rete si pres e se disdica.
r animo di Nostro Signore et io, et Sua Beatitudine se ne con-duole vivamente cons Maesta pera assetiuos et paterno amore cherae porta, et per quello che portava a chi manca. o pol non so sprimere a bastanga alia aesta ostra 'acerbita de mio dispiacere, essendo tale che a pena pub imaginarsi, a debbobe dirie, che la devotissima mi servit si continuera constante- mente verso a Sua persona. inuovici Signore Dio con gli anni
in ostra Maesta 'esempio de paterno valore et ella ortuna suo che ne fine, et a conservi iungamente per gloria et selieita de suo Regno e della religio Cattolica I resto intendera dat Nuntii Agribaldino et Arcives ovo di Nagaret, a quali mi riporto,
31. Illa Regina, Francia. 'infelice caso de Re a qualet era servitore cos divolo, a commosso si gravemente 'animomio, che non si trovo sors mai pili turbato; 'aggiugne a questoi considerare in che amaritudine et assanno ne rimane ostra Maesta et in che rava io et pensiero per a tenera et in hesi trovaci nuovo Re suo gliolo. Onde molle et gravissime sono te cause, perraequali mi condoglio en humilmente et affettuosa- mente concia Maestus di tanta perdita Ma 0me questa parte senga rimedio cosi conviene acquietarse, come ia 'intendela V. Maesta con sortissimo animo e grandissima viri et alore attendere a governo de Regno, et cura de Delfino divenuto successore in et cos tenera. Onde Nostro ignore d tanto iudisp0sto ad amario e protegerio come suo dilettissimo gliolo, di non cedere alia Maestas medesima in desiderare et procu rare ii suo bene e di tuti ii Regno, i che deve essere a V. Maesta di consolatione. In tanto io rego Dio Signo nostro a da parte
ne suo regno a re morio, et a nuovo assistere concla sua gratia
laquale rego anco plenissima a Vostra Maesta et te bacio humilissimamente e mani rimetiendum a que piu cherae irranno per mi parte in questa occasione Ag Ubaldini et I' Arcivescovo
di Nagaret. ii Roma lita di Maggio 16l0 Cod Ang. . . .)32. si Nuntio in pagna. a novita grande della morte
de Re di Francia per i modo con chera eguita, havera portato in gni luogo gran meravigii et commiseratione. Qui cerio 'hintes ii aso con molio dispiadere, a perche i iuditi di Dio 80n occulti, obbiam aequetare in uello che si stato sua vo-l0nta et procurare chera pace et quiete publica ch'era per turbarsi per una causa non si turbi per un altra Al e si porge 0pportunita grande di mostrare la sua pieta et Zelo et alteZZa
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de suo animo col disporsi a desiderare et procurar a quiete dique Regno, et ne88una cosa polrebbe esse piu degna di Sua Maesta ne pili gloriosa a suo nome di questa et sors ne ancopili accommodata a publico bene et a suo particolare et delia Flandra spetialmente, perche quando eguissero perturbationi nella Frandia si unirebbono licteretici a sarci peggio, che potessero in gni parte, et crescendo in numero et large arebbe pessima cosa per ulti, dove se a Maesta Sua ostrara di vole essere congiunt in gni uona intelligenZa et amore, et diro anco in proteitione de Re Successore che lorova in ista si tenera, si manterra a quiete publica e si reneranno i consigi et P opere dei male assetti verso' una et l'altra Corona et verso a nostra santa sede Onde V. gria devera instem con Areivescovo di Chiesi se sar giunt sarne quelli ossitit, che iudichera a propositoseeondo intentione di Nostro ignore, che altro non desidera, ohe i ripos publico, et in particolare cherae heresi non saccino
progresso nelli stati di S. Maesia Cattolica. Et a V. S. di ouore merace immando. Di Roma a 24 di Maggi l610. Cod Ang. S. 6. 10.)33. si Nuntio in Praga a morte de Re di Francia, delia
Ma percho i iuditi di Dio sono grandi et oeculii, dobbiamo
aequetarcene. Quel tu che pare a Nostro Signore in un asotale si che si procuri antener uel Regno in quiete per mantenimento spetialmente della Religione, laquale con te ueri e et divisioni sem pre perde massime overa' eresi hanaia pres piede. Per Sua Beatitudine pedisce Corrier in pagna per resortareque Re a rigetare i suo consigi et opera a questo ne, ancope benestio do suo stati e regni e della Flandra particolarinente, per laquale non lacia commotione deli armi per non dare oceasione agit retici 'insorgere tuiti uniti a sar il peggio che sipuo in gni parte, et per questa causa arebbe sors bene di non dismetiero it ratiato 'aecordo per te cos di leves, at quale da credere chora due Principi retici sieno per essere pili dispost maneando loro per a morte de Re gli aluti di Francia ei quali avevano si gran sede, et en ga tuis . . di uore mi
delie, et u Frances V recito l' oratione lanerale, commendando et laudando egregiamente te virili et altioni di valore perato da Sua Maesta che si in telo. Due volt sole a memoria 'hu0mini sono state satie simili orationi nella Capella Pontificia presenti
Pontesei, et non mancava chi dicesse essere stati dui abusi. Contuitocio Nostro Signore per mostrare maggiormente la paterna volonta portata alie desonto, et quella che porta alie successores' contentato, che 'oratione si saecla ella sua appella Sua Beatitudine presente et i sacro Colleggio... Alla Regina olire allaeonservatione et buona educatione deline et degli altri suo figliolitre eos principalmente pare a Nostro ignore che si debbanorieordare. 'unc chera nominatione elle Chies vada in Og-getti qualiscati. 'alire due sono che Sua Maesta et Ministris disponghino a Volere attendere alle coge proprie, et non impli earsi in quelle delli altri, et che uardino bene a chi commettono
35. At Nunzio in Francia. Quando ossero Vere te parole benigne, che secondora' avulso havulo ali Arcipreto 'Inghilterraque Re a sate ella Dieta generale de Primati de Regno verso Cattollet, ad gni modo si debbono have per sospetie, massime
havendo oceat di una nova sorma di iurament da prestar-segli. Onde Nostro Signore uole ches. gria saecla intendereali Areiprete sodetto ch' Cattolle di que Regno non ammetiano Arma alcuna di iuramento da prestare a que Re che prima non la mandino qua, ove ara considerata, et se ne rispondera quello, che parra conveniente, come devera significario pium pleno
i Sgr Cardina Mellino. In tanto si lauda a risposta cho iaV. S. have va data ad esso reiprete, e di uore me te offero. Di Roma li 2 di Giugno 6l0 Cod Ang. S. 6. 7. 36. Eidem Olire ali avulso dato da .ragria de libro delPadremiovanni Mariana Giesuita satio abbruciare eosit, ' hadat anco conto a Sua Beatitudine ii Signo di Breves, et i modo
non pu non esse dispiaciuto grandemente alia Santita Sua . . .
Di Roma ira di Lugii 1610 l. c.)37. Eidem Deli' arresto satio dat Partamento contrari libro de Mariana delia Compagnia de Gies con que piis, che su poteseguit contra detio libro tu significa a V. S. che 'era sentito dispiacere, et havendone Nostro Signore pariato agitardamentee0 Breves,' et mostratoli quanto dispiaceia che si saccino quesii
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pregiuditi alia liberta et iurisditione celesiastica, egi ha pro-
messo di Seriverne costa con molia efficacia, it che V. S. devera procurare 'intendere se eos habbia satio, come si si intes ilnegotio, et che stulto se ne possa sperare con che fine di uore
preparata una persecutione a maggio che Si Stat ancora contra
Cattolici Sua Beatitudine per i gelo che liene ella Religione, et di quelli che per questa causa sono in que Regno spost a tanti pericoli, sente di questa cosa passione inestimabile e pensando eli te accommandationi et offitii della Regina possano qualebe c08 in questo satio presso a que Re, uot a Santita Sua che V. S. ' operi esseaeemente accioche essa Regina Siluovae ceu qui es sent chatisis maismu'il auroit sit plus a propos quo te ditiivre ut et brui par ordre de 'eveque de Paris o de cardinaux qui BOnt en France, que non parci' autorii et ordonnance de la dite Our. u. Maidini a Card. orghese Parigi ii 29 Ottobro 1610. I Cat-tolici 'Inghilterra anno pur bisomo 'aluto, et Oggi tu che ma per inuovi Editti promulgati contro di loro et esseguit con aggione Veramente barbara, perche vengono stretti l mariti a pagar la pena per telogii Cat-toliche, ο a metieri in arcere.
Per gi' uicit, chera Dei, gia tede a Regina ordino ali Ambit scia- toro suo 'Inghil terra di adoprarsi in favor loro appresso quel Re eministri, et gli risposu, clio O sarebbe, o hera saceva, a i stulti si sono vistituit contrarii. st edulo uel P Ambaseiator partiale assa de Re 'In-ghilterra e cho in materia ella persecatione, che patiscon que Cattolici, egi vada quanto tu pu giustificando irae, et estenuando it rigore, conche si procede contro di loro. Ne partaro nella mi audien Za concla Regina, danilogi parte o querelandomi di questi nuo vi mali; a premero 'uvantag-gi di porgervi a mano delia sua intercussione, Obligandola maggi Ormentea uello in uova Oppressione, che patiscon te Donne Cattoliche. Cod. Cors. 543 Ol. 246. b. baldini a Card. orghese Parigi ii 29 Novembre 16l0. Mando a V. gria Issmara' ultima lettera, eho mi serisse 'Arci prete 'Inghilterra, et nota elle Ormule, con che pensano molli di quelli attolici di pote conbuona OSeienZa prestar il iuramento, che se gli propone, affinche Ellavedaci pericolo, in cho sonora Cattolici, massim Laici di uel Regno, et punii, in che desidera 'Arci preto di sapere a mente di Nostro Signore per i si cura mente governarsi in quella Carica Io in rispostara' ho odato de gelo con che si affatica in dissuadere queli animo dat igitur il cito primo iuramento Otto qualsisi di uelle formule, se prima non 'approvino a Sua Santlia, 'ho incorato quanto tu esseneemento O potui a PerseVerare ne suo uo proposito gli ho promesso di rescri vergit subitoque ebo in torno alle sue domande mi ara commetiere Ostro ignore, el'ho assicurato de sentimento, che a Sua Beatitudine di si gran perseeu'tione, di quanto ita prema di procurargi qualch sollevamento, elli continui meti cli ioci per questo con a Regina, o doli' ottima dispositione,
ad interporvi te Sue intercessioni, che ' havera merito grande appresso a Di0, et ne ara iacere tanto grato a N0stro Signore quanto si 088 maggi0re, 0 qua sine a V. . di uore mi rac-e6mmando Di Roma li 4 'Agost 1610 l. e.)39. si Nuntio in Flandra Compatisce Nostro Signore conlutterae viseere deli animo suo tanto a sacerdoti quanto a tuitigii altri attolle in Inghilterra, ehe patis ono si uova et sera persecutione, maSSime per conto et iurament di sedella, et
elis trovo in Sua Maesta e di quel che o saro, perche Ellara' inearichi molioespressamente a . . deStinato Ambasciatore residente a uella Corte, aceto in ulterae occasioni saccia gni uon ussci con que Re percia causa loro; hi in fine gli ho etto quantoci gli' di gia accommandato, e quanto Ogli raecommand di uovo meacemente a detio Ambaseiatore in novi di Sua Santit Cod Corsin. 13 sol. 28 sq. CD. I Martiri de Padi e Georgio Ger' asio Monaco Bonedellino Ingles ne mesera' Aprile 160 per alcune letteret Inghilterra delii 23 deli'
istesso. Cod Corsin. 40 sol. 83 sq. Sendos Sabbato passato a Sessione a Londra ivi ne su sententiato a morte ii . Georgio eruasio et la Osa passo in quest modo. Prima essendo interrogato hi era, rispos lui essere Sacerdote e Monaco deli Ordine dira Benedetto. Domandato pol dat Giudice, se egit Glevapigliare ii iuramento 'allegiance come a chlamano, sicome haveva gia satiora' Arciprete, it Giardiniero, it Rod e diversi altri Sacerdoti risposech con uona Oscien ga gli nonra poteva pigitare. Replicando it Giudice che questo non era altro ch'un iuramento di sedella, i quale quando esso non voleva pigliare chera sarebbe impiccare rispos che gni giuramentodi mera sedella gli pigilarebbe volentieri, a che questo iuramento eradi natura molt differente, ne pote va essere da lui res e chera' impiccario per era in suo potere. Althoraci Giudice interrogo di uovo et o trinse agitardamentea rispondere, socii Papa haveva authorita di deporre a suo Regno Giacobo Re 'Inghilterra a che rispos chera decisione di questo particolare non to cava a tui, onde instando egi et Olendo discere, se ii apa poteva de- porre altri e et rencipi christiani per cause giuste, disse che quest quesito era sanguinolente e che pero non lora rZasse a rispondere, a premen-
dogli egi tanto maggiormente a dare risposta direttamente, Op havere satio u poco di pausa, oggionse Potche volet che ad gni modo che ovi diecta verita, Dico chera Papa uo deporre Re et Imperatori, quandolo meritano Final mente tornando it Giudice a detio iuramento ne poten- doli in alcun modo persuadergli ho o iurasse, pronuntio contro di tui la8entenga di morte, quale svole essere data contro convinti dicies Maesta. 0nde itornato alle Carceri vi steti tu ita a Domenica eguente, accompagnato a Dottore ortone Predicante Eretico et altri Ministri, che cercavanodi pervertiri et sarto pigliare ii iuramento, a non Olendo rimuOVerlodalia sua oscienga, Lunedi attina su levato di prigione et legat sopra
una eminea crate, et irato a codardi cavalli a iborni luogo di giustitia in circa 3 miglia lontano dat loco delle Carceri, non lassando ma li Ministridi persuaderio essendoli sempre attorno di vivere pigliando it iuramento.
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non potendo altro oda et benedice uelli che si ostrano di pia virtu. In Francia si si seritio caldissimamente alla Regina, hev0glia interporsi 0 que Re a savore de Catt0lici, per liqualis potesse ne i Sereni88im Arcidue operare qualch c0sa, V. gria isti checlo saecla, et che essi attolici sappino che S. Beati tudine a l0ro quanto uo con che sine a V. S. di uore mi offero.
40. A Nunzio in Francia. Quanto tu a mutatione det Prosidente di hoc repentina, tanto tu si 808petia et pessimiriescon quelli che per e0nSegui qualch grad hanno stimulodi esse buoni si che prudentissimamente facia Regina a non gliliave sede, et a tenerio pero lontano alla pretendenga de primo Presidentato, se en egi eo varii me ZZi et arti procurer eon seguirio 80pra di che . . devera invigilare e porre in studioche si in amo gni sua pera, p0iche di troppo grande impor- tanga si uel lu0go e Dio a pr08peri Sempro Di Roma li 26
Arrivato cho suis iborni luogo di supplicio, gli domando it ceris dio ilsoprastante della Giustitia se haveva ancor Voglia di conservare a vita eritornare a Londra emostparsi Obbediente et sedet suddito pigliando liniuramento Rispos che a quest haveVa gia ri8908t et che volentieri non voleva perdere quest tanto di viaggio che haveva satio. Lovato unque dat crate su messo in lan arro alto, Apogliato in ca- miscia con il lacci a collo, dicendoli althoracit Sceris che era ribelle o traditore Rispos che non haveva a fati ne consentit a tradimento alciano, ma cho ora Sacerdote o Religioso deli Ordine dira Benedetto, da qualol'Inghilterra riconoscev havere riceuuta a sede christiana e che mortua volentiori tu presto che pigliare tale iurament contro alia Sua coselonga. Atiliora n Ministro retico domando, se Olevariare oratione con a Congregationes rispos essere prohibit a no altri Cattolici di communicare in Oratione con gi Eretici, dolia quale risposta degnato it Sceris commandososse levatori carro, e lasciatolo appiceat per manco spatio diro Pater Noster sece agitare a corda, Onde egit caseat in terra e neci suo sensi volse subito levarsi se non osse stat calpestrat e tenui basso con i piodi dasbirri cho vi stultor insin cho i bolat strascino a loco ove ora i soco, ove prendole it ventre uti prima ne suoco te pudende, pol 'interiorae sinat mente ii uore, et satio quatir parti de corpo e levatoli a testa li porto a distribuire secondo gli era ordinato a diverse parti della citi per
La morte sua su planta universalmente. Et e stat abbrugiatorii Borgo dira Edmundo Terra principale de Contado di Suffolchia ella quale questo Martire si stato educato et per quanto si si detio a pili persone ii abbrugiat noli istesso torno et istessa attina che egli su satio morire. Vid. otiam Challoner DenkWiirdighelten de Missionspriester undisn-derer atholiken, di in England thre Religion ege denoo orlittenhaben Paderbor 1852.
41. I Nuntio in Flandra C mostra a lettera scritta
quelle parti, te angusti de quali ci si appresentano ancora peril nuovo ditio de Re che uole, che i giuramento di sedellagi pigi sec0ndo it puro en80 delle parole onde anno a terrale modificationi o interpretationi, che anno leunt a detio giuramento per renderi me graVe ad e88 Cattolici, a quali si prega
materia . . Di Roma lii di Novembre 16l0 Cod. Ing. S. 6. 12.)42. si unzio in Francia Sono moltera' arti delli retici
eontra la vera Religi0ne, et alle volt c0 lor si acc0mpagnanoquelle dei mali attolici Le persecutioni, che patiscono in Francia Padri Giesulti, non sono se non perche insegnano e defendono
parere a Padri Gesuit si gravi te persecugioni, cho hanno in Constantino poli, oiche in quest Regno e massime qui, ove pure a divina gratia si conosce e si prosessa Ia verita della sede e Religione attolica Apostolica Romana, per 'augumento delia quale o si propria o necessaria Ι'Opera loro, ne patiscon non solo ali Eretici e Cattolici troppo politici, a da eologi, Preti Curati e Religiosi ante e tali, he ne ne si basievolo la pieta della Regina o di questo Consigito privato, che i proteggono e favoriscon convivo essetto, di superarie. Ηavra .ragria Ilima edulo che ne soglio deli avulsi ello paceio
passato, che si era in gran speranga, che a quest Ottobre, ne qua tempos apriranno qui secondo it solito tuti te scuole potessero detii Padri apri rei loro Collegio, perche olire 'esse state pedite a questa Cancellaria elettere della gragia sopra i satiali alme, ne avev anco per decreto Ot-
tenui it consens di questa Universit de eologi de Decretisti e do e dici, onde ne restava, cherat erificare te deite lettere a Partamento, di cui si sperava gni bene per i agitardi ussicii di propria ocea sattine alia
Regina col primo Presidente, che aveva promesso a Sua Maesta di sare quanto havesse potui per servigio loro e con tragris Servino Avvocato Regio, per la proteitione, che it Presidente di Thou ed i tuti ii suo seguae pro- lassavan di averne reso, a datos tempo a tempo, non 8 per colpa dichi, congregatis di nuovo i eologi per la maggior parte de voti, si statoriVocato it primo loro decreto, principalmente per 'opposigione di quasi
tuiti iurati di Parigi de Capi di questi Collegii e de Prosessori regii,
quasi cho ali aprirsi elle seuole de Gesulti dipenda a loro ruina. Di pili sono in questo tesso tempo scit due perniciosissimi piceoli libri,M'uno intitolato Anticotone, 'altro in forma di rimostranga alta alta Regina in nome di quest Universita, ne quali sogato prima ii veleno deli invidia deli odio contro it adre Cotone e tuita a Compagnia, in fine si conclude, ehe non solo non iano mesulti 'ammettersi et Universit et a poteraprire it loro Collegio ma che saria spediente, di caeciarii dat Regno libricli senga dubbio anno gli autori ritardato di sar stampare sino a punio in che si oveva in artamento ratiar della risolutione elle deite lettere
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la vera et soda dottrina e per hanno si acerbi contrasti, in heano si ad0per i livore 'at eunt. Vedra hora V. S. alla copiadi uti ominario di lettera scit sotto nome deli Universita di Parigi, delia quale it Foscarino a mandati diversi transunt aper impediri maggiormente, e che non Si OVeVa traitare delia de ita riso lution sino a primo di questo meae. I Rettore deli Universita vi si op pose e la sece disserire in alii , et aliora pure aneli impedicia proposigione de negogio in alii , he sua ultima audienga ella quale comparve eglimedesimo, e dolutosi di non aver potui trOVare avvocat che riserisse leraggioni deli Universita, che 'Ugonotti non OnVeniva che si servisse, edi attolle classiuno iii utasse di serviri per dubbi di non essere communicato in Romae Opponendos a Gesulti conclus che a Corte gli deputasse unisvvocat ex Osficio, e disserisse a pedigione de negotio in a S. Martino, che i Partamento ripiglici negotii e sebbene surono per parte de adri allegato molio coso perche Si procedesse alia determina gione el'Avvocato Regio concludesse anch egli a Suo lavore, prevalse nondimenota maggior arte de voti, Onde fur an te parti rimesse alle prime audienge su ex officio commandat ad unἈVvocato tutio politico che aliora disen-desse 'Universita risolutione di che riun san gli avversarii parendogii costd'aver guadagnato a cau8a, credendos che quando anche si veri schino elettere ara Martino non Ossan aprire e Scuole prima che da Ottobro ad
un anno, et in quest tempo Sperano 'inventare nuOV calunnie per Oppor-
soli o sarii in sino cadere in disgragia della Regina o de Consigilo. Se it
President di hou si andato sinceramente in loro luto, non se ne uoda certegga, e perche egi non si trοVoci giorno che tu bisognava in Par- lamento, si pia piutiost Sospetiare it male che credere ii bene, sebbonoch tra tuiti essuno arringo pi aeremente Ontro .di loro, heri Consigi iero Gilot bene te sacerdote, e cheinode dignita e rendite Ecclesiastiche per mollemigilara di cudi et a voto di tui si apportarono tuti quelli che gli sono simili in costumi et in sede, delle quali Ose quanto pili si scuοpreci bisognoche anno questi adri deli assistenga e lavore di V. Sgria Ilima pii assi-
curarsi che i me gli ostro e gli son in esseti prontissimo di tuiti quegliusficii, ohe stimo di loro proposito, a quali trovan Ottima Occasione e corrispondenZa ella Regina, aquale come conosce quanto essi stan utili alservigio de Re et ali avangamento della Religione attolica, cosi mi haultimamente assermato, che non 'abbandoneta mai de suo tuto lavore patrocinio, o mi promise di dare Stretiissimi ordini, perche si procedulo
rigorosamente contro u ligatore di libri retico, ii quale su satio prigione per esserit caduti per trada leunt lagi de sudetto libro intitolato Antiootone, acci si penetri in quanto sara possibile, hi si stat l'autore di questo di altri libri pestilenti stampati a due o tro est in qua e sebbene liDeputati degl Ugonotti sanno grandissima instanga per liberario con tutiocio intendo a buonissimo luogo che domani deve esse messo alla tortum, che si procedera severamente e per quello che ocea DPadri che sono in Constantinopoli, mi promise a Regina di sare non una, a molle volt replicare ii queli' Ambasciatore cherali assisti efficacemente, perche non aiano seaceiati di novo di ovo gli a condotii a pieta dolino desonto. Cod. Corfinian. 13 sol. 19 sq.ὶ
venelia quello be contra detii adri si a per Ogni via machinando, aralla debbe moriri et protegerit, et procurare anc0raeli si no riprosi gliraretici, come quelli che cercano distruggere in un con a Religione an coci G0verno temporale it qua puniosiudi 'imprime bene eli animo della Regina, accioche vi pri
do tuti te visceri, ne opo averti accommandati eo te orationi a Dio chera assista concia sua gratia, et ii mantenga constanti et sortiisella sua sede, non pu altro cheiregare i Principi Christiani, heianno qualelie autorita appresso uel Re che V0glino efficacemente accommandare laeti Cattolici, di oh gia si si seritio in Francia et Spagna eon ogni caldegga, et la Regina di Francia ne a gia ossici suo offitii. Hora uolo Nostro ignore cheV. gria procuri vivamente, che anco c0testi Principi saccino uitaqueir opera, che possono a favore di essi attolici. Et perche sappiam che ella si plena di carita et non a bisogno in questo negotio di stimoli, Ogliam pili 0sto che riscaldamela spetiared' intender quello, he havera operato, et c0 che stulto. Dio
Galdini ni Card Borglioso. Parigi ii 11 Ottobro 1610 La risp0Stadeiragr Cardinat Bellarmino a libro de Barcleo com era neceSSari Perben' imprimere egi animi di hi a cognitione elle lettere, quello che deli auitorita de Papa, e quello che ne anno tenui H Auitori di tuitule nationi, e molli Concilii universali contro 'empta e pericolosa dottrina deli auitore cos stimo essere spediente, hucio ne abbi qui molli Semplari per distribuiri a chici conoscero esse di prositio, sapendo io, che illibro di Barcle ha avulo anco qui qualelie credito anc appreSSO Per80Πestimato pie e dotte, si per la qualita deli auitore, che si mort in opinione di buon attolico, e di molio credito, si anco per have prosessat di ispondere eo qualch apparente colore alte aggioni et auitorita portate dat detio 8gr Cardinale ella sua Controversia De Summo Pontifice E perche ladises di questa verita sar dalli troppo politici di qui stimata regiuditiale ali alittorita regia, per non' volsuto incontrar occasione di disgusto, coldare ad aleunt di questi stampatorici' essemplare che mi ha mandat V. griallima per imprimerio, e parmi che si possa occorrere a bisogno con ordinare a Ministri di Nostro ignore in Avignonem in Flandra, che I saccino
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che . . pro uri 'impedire per Ogni via, et ne dia conto alia Regina, a Cancellier et a chi altri bisogna rendendoli capacicho ne libro di osso Cardinale Bellarminio non contione dottrina nu0Vn, a quella, he hanno Sempro insegnata et tenuia tuti liDottori attollet, et si Sua Signoria Illustrissima largata a seri- verto per dilander anta Chies et se tesso alle calunni deldetto Barcleo, i libro de quale essendo stato stampat in Inghil- terra a retici arebbe di grave seandalo, che in Francia si prendesse la sua disesa, et si desse occasione a multiplica ri8poste, sar nascere uova contes tra i eritior Italiani et Francosi c0 somnia allegregZa elli retici, contra i quali si hora sonustati niti. ero . S. ponga gni studio et opera, che si ripariali inconveniente, o Dio a prosperi sempre. Di Roma ira di
concedulo di frequenta te lites di retici, et instem pigliare
it iuramento di sedella nulla flarma preseritia. Ma aecio hel'inganno non serpa et saceia progresso nolle menti di ossi attoliciet specialmente di sempitet havera . . da procurare per qualchebu0n eZZo, he si sappia tutio esse salsissimo, et resti delusol'artificio dei sodoti Ministri. Qui si attende a regare Dio chedoni tuto et constanga a suo sedeli, et sacci cessare te tanti et sere persecutioni, che aiiscon per a vera religione. A glialtri avulsi non o he dire se non che piaestion te diligenete di V. . ello quali perseveri. Et di uore me te raeeommando. Di Roma ira di Decembro 610 Cod Ang. S. 6. 2.)46. uolo Walla Regina di Francia E tale a commotione,ch habbiam sentita noli animo ostro perci' accidente deli Ar- resto de Partamento contra i libro de Cardina Bellai minio, heno ci lascia trova quiete, aquai ci sara pili tosto impossibilech dii scito di ricuperare, se V Maesta non rimedia persettamentea gravissimo male che da 88 deriva. In quella parte di rimedio, che la Maesta ostra ha applicato in h0ra, iconosciamo a pietae it olo diraei et de suo Consigii di stato, a si convenientestampare in uno do etti luoghi, o me ne mandino qua conto copi per Servirmeno Opportiinutirente, se Osi Sara di gusto a Nostro Signore et a V. gria
Ilima, et in tanto sero odere a Sgr Cardinandi Porona deita risposta subito, che egi si in termino di pote esse visitato da che 'ha per molli glorni impedit certa febre lente, che ancora d molio molesta. Cod Corsin. 5l3
ei necessario che si saccia molto tu, come V. Maesia intendera in voce dat Nostro Nuntio, a quale te placera di prestare ni ierasede et di credere, che tutio uello che desideriam da ei inquesto ait o non solo per honor di Dio et dignita di questa
Sant Sede ma anco per i bene delia Francia, cho amiam confing0la asscito Dio Nostro ignore assista alia aesta ostra eo la sua sania gratia, et e conceda gni prosperita pili vera.
regno et regali potestate adversus Buchananum, Brutum, BOUcherum et reu- tuo monarchomachos piis Paris. 1600 editum commemoratur) Quod per tinet ad librii a Bollarmino impugnatum, eius exemplar quo equidem utor, hunc prae se seri titulum: De Potestatu Papaea An et quatenus in Reges et Principes seculares ius et imperium habeat Guil Barclara . . Iber 908t humus. Reddite Caesari qua sim Caesaris, et quae Dei Deo. ΑΠΠ MUGA. In praelatione ad leotinum anonymus quis de auctore: In hoc inquit libiDVOX hominis Catholici non praeoccupata, non corrupta et in ea SenSus atli0n-e0rum omnium qui nec ineptiuiit, nec sua iudicia ad privata utilitate cogimi. Quid autem hunc Authorem lupulerit, illustris memoriae Virum, ut de hac Pontificis potestate scriberet, ut ab eius intimis accepi sic reseram damde eius religione tot testes sunt quot illum alit in Lolliaringia aut Λndibus noVerunt Acerrimus Catholicae ac Romanae fidei assertor, ne quIdem ΙΠΙma impietatis aut haereseos suspicione inundatus Ipsa quoque Jesultarum Sententia vir eximiae supra doctos religionis et tapra Lateo piet tis dium librum ante annos plus minus viginti exorsus est, urentibus bellis et pene in Supremo Gallia salo. Menricus III parricidio Monachi ceciderat, et Dinaringia, ubi tunc degebat, ad miseri foederis societatem accesserat Ja la; usin sententia constans, cum res parum vel bis iuvaretur, eripti incubuit Hegestum a Pontificis tum a populi potestate asserens it quidem De regu libr0 quibus popularem ambitum exagitabat nulla dissimulatione conscripsit. 'euh0 opus secreto aggressus est, cum tunc aliquid Pontifici negare haeresiseenseretur Sedatis tandem rebus ipse per ocium reten8ere prim' curas,
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della Potest de Papa, et si opera dignissima, a quale essendo pervenula in Francia non piaeque ne alli heretici ne a politiei
et pus iam maturum Clementi VIII ont. Max vovere. Verum domesticis negotiis Vocatiis a communi cura, retraxit a typographia iam fugientem laetum. Nec infelix mora suit, quamquam longa et annorum pene decem. Multa in eo addita, emendata plura, sed et detractis levioribus ingens volumen commode ad pauca revocatum. Accendebant hominem et pietate et iam senecta liberiorem illa turba quas multi minabantur cum Ponti sex in Anglum Venetosque districtus, illum quidem iam a sacris nostris alienum acerbare, hos autem alienare videbatur. Sed tam pium conatum intercepit selix et in Christo obitus Amici autem hunc posthumum Metum a paterno sepulchro exemerunt. Accipe igitur, Lector, hoc scriptum, quod ut imperfectum ne caret, ita et morte. μBarctatus qui in Epistola ad Clementem VIII dedicatoria se pus non Principum, sed religionis et veritatis studio aggressum esse et quidquid huius negotii sit, examini summi Pastoris relinquere profitetur ansam ipsi de Papae potestate scribendi datam in principio libri sic edisserit: Multi de hac quaestione, nostro praesertim saeculo, multa Vari et Varia Ob enu8as Scripserunt: sed nemo doctius et luculentius, quam illustrissimus Cardinalis
et eruditissimus heologus, ob Bellarminus, in libris quos de Summo sive Romano Pontisco inscripsit: qui si ut spiritualem et cclesiasticam
Pontificis Romani potestatem egregie comprobavit, ita temporalem illam pote-8tatem, quam ex quorundam Theologorum sententia dicit eum habere indirecte, solidioribus authoritatum et rationum momentis stabilire potuisset non es3et quod in illo tractatu aut iuro carperet aliquis aut desideraret. Si itaque complures tum Theologi tum Iurisconsulti, alii post alios, in eandem hanc quaeStionem excutiendam incubuerunt, nec priorum de ea iudicium Sequentium scriptorum sententiis praeiudicavit cur non et ego aliquem indagandae Veritatis locum quandoquidem in eo studio aetatem consumpsi me mihi quodammodo iuro vendicum 3μDuplicem Catholicorum hominum Pontifici nimis addictorum do ista quaestione distinguit Barelatus opinionem. Unam Canonistarum, qui Papae Iura Omnia caelestis et terrestris tui perii a Deo concessa et quicquid in terrarum orbe potestatis sit, sive temporalis et civilis sive spiritualis et ecclesiasticae, Id omne in Petrum et eius successores a Christo collatum esse affirment. Alteram quorundam Theologorum, qui, quum undamentum Canonistarum neque Scripturae auctoritate neque Apostolorum traditione neque Veteri Ecele8iae praxi neque antiquorum Patrum doctrina et testimoniis liquid comprobetur, illorum Opinionem convellentes Pontificem statuant ut Pontificem non habere directo ullam temporalem potestatem, sed solum spiritualem: attamen ratione spiritualis habere saltem indirecte potestatem quandam eamque ummam disponendi de temporalibus rebus omnium Christianorum. Neutra quidem opinio, quantum ad temporalem potestatem, satis firma videtur Bar- elato Canonistarum autem quum Theologorum, si inter ne conserantur, Sententiam acilius posse defendi arbitratur, cum saltem non repugnet ordini naturae, quo quis imperium sibi in alios concessum iure suo exerceat, ac proinde nihil contindat δύρατον Alvero Theologorum opinione, qualis sitn uis 88ertoribus proposita, naturalem rerum ordinem everti, qui velit nequi potestate et imperio in alios utatur, quod neque sibi nominatim con-
perelio edevano abbatiui I loro chimere secer per opera cheeessum neque sit ad explicandas res Suae dei mandatas prorsus necessarium Barelatus igitur duas potestates, quibus mundus in Officio continetur, deelesiasticam scilicet et politicam, ita iure divino vult distinctas ut separatas esse, ut quamvis ambae a De Sint utraque suis terminis conclusa, in alterius fines invadere suo iure nequeat neutrique in alteram imperium sit, prout sanctissimus Pontifex Nicolaus I in pistola ad Michaelem Imperatorem doceat, quod licet olim Pagani Imperatores iidem et maximi Pontificos dicerentur μ tamen cum ad Verum Ventum est eundem Regem atque Ponti- seem, ultra sibi nec Imperator iura Pontiscatus arripuit, nec Pontifex nomen Imperatorium usurpavit: quoniam idem mediator Dei et hominum, homo Christus Jesus, sic actibus propriis et dignitatibus distinctis, officia potestatis utriusque discrevit, propria volens medicinali humilitate sursum efferri, non humana Superbia rursus in infernum demergi, ut et Christiani Imperatores pro aeterna vita Pontificibus indigerent, et Pontifices pro cursu tem poralium tantummodo rerum imperialibus legibus uterentur'. Iinc auctorno8ter, quamquam Summum Pontificem Urbis Romae Antistitem utpote vi darium Christi et legitimum D. Petri successorem atque adeo universalem et supremum Ecclesiae Pastorem spirituali potestate profitetur super Omnes Reges et Monarchas christianos praeditum esse, inque eos imperium habere et exercere O8se, quod in omnes animas Petro Apostolo datum suisse Scriptura testetur, ligandi scilicet et sol vendi non tamen adducitur, ut aeque credat eum Reges et Principes saeculares in sua potestate temporali continere, aut illis in Deum vel homines delinquentibus, vel suo alioqui munere abutentibus, imperium abrogare sceptraque auferre et aliis conserre ullo modo posse aut denique ius aliquod temporale in homines laicos, cuiuscunque sint ordinis vel conditionis obtinere, nisi id civilibus et legitimis modis acquisierit. Eiusmodi sententiam argumentis ex ratione et auctoritate petiti probare studet Barelatus, qui, antequam resutationem inchoat disputationum Bellarminianarum c. XII pag. 10l: Nemo omnium μ, ait, Pontisiciae parti8, rationes aut diligentius collegit aut argutius proposuit, ut brevius et Subtilius conclusit, quam insignis Theologus Bellarminus, quem honoris Rusnn0mino, qui licet quantum honeste potuit, et plus etiam quam debuit Papae authoritati in temporalibus tribuit satisfacere tamen non potuit ambitioni imperiosissimi hominis Sixtis, qui se supremam in omnes Reges et Principes universae terrae cunctosque populos, gentes et natione non humana sed divina institutione sibi traditum potestatem obtinere affirmabat. Itaque parum abfuit quin omnia Doctoris illius opera, quae haeresim sum in hodie dueee88u oppugnant, Pontificia censura magno cum Ecclesiae detrimento ab0leret ut illius Ordinis Patres, cuius tunc erat Bellarminus, eri mihi narrarunt. Quae res me reficit, si sorte, quod nolim, Pontifex aliquis pari ambitione praeditus, librorum meorum lectionem ob similem causam Catholici interdicet. Quicquid volet sane faciat, at numquam essetet, ut ego Catholicam, Apostolicam et Romanam fidem, in qua a puer ad gravem hane εeneetutem Versatus sum unquam deseram, aut in alia fidei professione Oriar, quam quae a Pio IV praescripta St'. Haecce sussciant ad demonstrandum quibusnam fuerit addictus Bar-
elatus principiis. CD. Mosselin Ouuoi dii Pape. a. II. iouvat 1845. pag. 411 sq.