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Quosia lettera e lo due sequenti si riseris rono alle dimos irationi doli uniri di gravi tu, conto nute noli 'Λppendicu al quarto Dialogo dullo Νuove Sciunχe, ulla quale o da ricorrere per migliore inlulliguli a diquanto in qu0ste tro lettero discorre Galileo. - Λlla prosunto risponduit Clavio con sua dei lii deli 0, autograsa in edita) nulla Palatina.
Parini or mai tempo li rompere ii si longio sin quiu salo con V. S. M. R. da che mi partii di Roma, si per
l) Cristos oro Clavio, Gesulta, sit uno du'mate malici piu eminenti odunivorsali iisti suo tempo. Condiasse la risorma dot Calendario, astii data gli da Gregorio XIII, o pubblico diverse opero di male malica, Stanapale net 161 2 in Magon Za in cin quo volumi in-sol. - Νacque a Bamberga nul 153s, o mori in Ruma ii di 6 Febbrato 161 2, in uia di anni 75. 2) Letiere ineuite di alcuni illustri A cademici uella Crusca, FirenZO. 'talli. l837. - o i nolla flampu. come npli' originale, che si cons I Va nsella Biblio loca det Coll0gio Romano. questa lettera porta la data dei 1587 ; maVuolsi intendere sucondo lo stitu si0runtino, che incontinctava I anno at 25 di Mar o. Nol l'abbiamo rostituita solio 1' anno comun , come USUI Omo Ogiliquat volia ci soccor ratio sicuri riscontri, come nol caso Presente, net quale Siamo certificati non solo dat Ia data dolia pronia responsiva dul Clavio , ched dei di 16 Gennato IJSA, ma o laudio dalia su s0guunt e letiora di Galileo allo stesso, che porta Ia data 25 Felibrato dello siesso anno 1588. Aggiungerem qui una volt a per semifre, cho Galileo usa generat monte di scri vere Solio I 'an no comune, e che solo talx olla, direbbesi por inauxei tenga e per la con-Suetudine det suo pausu natale, se ne di pari . - Λbbiamo emendate Secondol' originato aleiane scori pZioni in Porse nolla cilata edi Zion . Questa Luttera si uti Ρr0Zioso documento hiografico , in quanto cliu per 'ssa fiamo instruiti O corti sicali cho Galileo su in Roma prima deli 'S G una io 158, , munire sinora nessutio indi io e sis iussu doli avere egit visit ala lucitia eteritu prima dei 1611. Stimo lati dalla prosente testimonian Za, ci Siamo dati alle piu indaginoso rie 'rcho in torno la rogione o I 'opora precisa di que-S 0 Viaggio, che per ora, da quanto abbiamo raceolio, crodianio conne iter, icollo sposaligio di sua sorolla Virginia con Benedello, si glio di Luca Landucci,cho su ambascia toro a Roma in tompo di Leonu X. Lo quoi cosa sui lupperem00 rollisicheronio nulla Vita ohe stium o sol ivondo diri nostro Λulor
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2 LETTERE Iil GALli Erari usi escarli nulla mom0ria it desiderio che ho di servirsu , como ancora per dariu 0ccasione di satissa re at desidorioinio. ohe si ii 'intendere nutiva di tui, e seni ire ii parer suocirca alciane natu dissiculia, dello quali una si quesia, chuc in la presente gli mando, in torno alla dimos traZione del-l infra seritio lemma, in quale d0sidero sap0r da lui se inieramente gli quieta l' intolletio, altes , che alcuni ai qualiqui in Firon 10 l' ho mostrata, dic ino non ci avor i 'interasa fissayione: non tollerando vol0nlieri quel doppio modo di
per indu χione, it quai modo di dimostrare a me non Sali- Ssa molio. IO sono por anteporro ii parere di V. S. II. R. ud Ogni altro, o se la vi Si quieta, mi vi quietero io an-cota 'ianio che no, tornero a cercare alii a dimostra ione: puro desidero che quanto prima mi favorisca scri vermi
lo credo che nulla dimostra ione di quel te irema dolcenti O della graveZZa dei frustro det conoidale rei langolo, che lasciat a V. S. II. R. vi Sin una scorre ione , polchsi si ancora Deli' originale d' inde la copiat; o dove credo chedica uam autem rationem habet composita ex fripla Met tripla SA ad compositam eae ues et dupla S X oc., Si deve loggere : Quam autem rationem habet composita ex Mel dupla S X ad compositam ex tripla utriusque simul ΛΝ.SX oc. 1 . Duesta se ori orione si di poca imporian Za, ma S ci sossero errori di momento, desidero che la mi favorisca
Credo che questo che li porgeris la prosunto. Saris l' Illustriss . Sig. Cosimo Concini, nato amore votissimo palli One, nulla cui graχia desidero esser conservato con it favore di
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V. S. M. R., che so cliu in clo vari a assa issimo : o at mu- desimo. volendo dognarsi di ris ponderint, poti a conse gnarule Sue, ed osso per sua cori eSi a Si prenderis diligente curache io te ab hia. Sto as pultando intendere che ii suo irat lato sopi a l' emenduZione deli' anno, si a iis cito in luce. E conquesto sine pregando la ad amarini, comandarini, o ricordarsi di me nelle suo ora toni, tu bacio tu mani. l. MEDES i M0 i
Voggasi l ' argo munio posto alla lotiora precedente. - Λ luesia vis pondo it Clavio con sua dol 5 Mai Zo, aut grasa sine dita) nulla Palatina.
Bicevelli pili giurni sono una di V. S. R. a me graii SSima, alia quale non prima clie Ora ho dato risposta, si peresserini conveniato sare at cuni vi aggi, si ancora per noni 'in fastidire, sapendo quanto si a di continuo occupata. Laringrario in sinita mente deli' amico asset to che mi ha dimo strato in corte Semente avvertirini di quello che s lima averbi sogno di dim0stra ione Dei inio lemma, piu gi Orni sono mandatoli ; e percti si so che con gli amici delia veritis, quale si V. S. R., si pilo e devest partare libera mente , diro conhre villi quanto in mi a dii usa mi fouviene. Λ quello dunque che V. S. R. dice, che non gli costa che quando Bella libra Λ D net D pende la massima, o Deli' A la minima 2 , ii punio deli' equilibrio deva essere X , Si come quando Delia libra AB in Λ pende la massima , o in B la minima, e chesi dis X essere ii punio doli' sequi librio, an Zi gli pare checio abbin his0gno d' essere dimos irato : ri Spondo , che Se noldi amo che dei composio di lutio tu grande ZZe i 'equilibri i
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si a X, quando tu parti componenti sono FGHKΝ dol modo, imo composto, sarci ancora it punio deli 'equilibrio ii mo desimo X . con tutio che tu lo consideri essur composio dolio parti NORST, atteso che dei mulluSimo composio uno si ii punio de illoqui librio, o te sue parti componenti per ilui verso modo di considerarie non variano Silo O grandeZ
che mi su per ancora credere buOna la mi a dimos tragione : it che quando non salissaccia at multo giudiλio di V. S. R. , preponendolo ni nato poco , mi assali chero in qual-oho ultra investigaZione. In lanio V. S. R. per carita mi saccia favore scri Verne ii Suo parere , it is tale in qu0Slo muλλο staro con dosiderio allendendo . come saccio it suo trat talo det Calendario, che Volendomi favori r mandari adne uno, putris sario consegnaro a Mess. Ruggiero Ruggieri, maesti O
cura di mandarinolo. E inii con ogni reverunλa baciando lite inani. in prugo ad Amarmi e comandar mi, e conservariti in 'lla qua Zia det Sig. Cosimo Concini, at olio lare sommaniunt vari ii ii mostrare a V. ,. R. cio HS80r grai O.
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Per la prima parte di questa tellura veggasi l 'argomunto posto a quella dot di 8 Gonnato at pa tro Cluvio. Nulla suconda partu Gali leo pro ea it Dol Monte ad intercedet gli dat Graii Duca it publilico insegnamento dolio male malicho in Firouχe , disperandosi di conso uiro quollo di Pisa. - Gli ris pondo it Del Monte con sua dul22 dotio , auiograsa sine lita) nulla Palatina .llo tardato Sin ora a scri Vere a V. S. I. non per mi a negligenZa, ni a Solo per non in fastidiria con mi u li Oppo frequenti. Ilo avulo conlento che la dimos fraZione dei lemma
mi ha replicato che pelιι principium, mi face vano 3 Ssai dubitare di essere abba glial O; e t 'aver ancora con grata salica cercata ne altra dimostra Zione, o non l'aver ti Ovata, mi Sbi goliva. Quanto at principio, ii quale, come V. S. I. heni S-simo dice, dimosi rar si poli ebbe, giudico che, quando ancoracosi paresse a Lei, si a meglio it lasciario in dimoStrato, perci Och si questo ancora parini es Sere usato da uomini grandi:
dico it lasciare, o massime ne 'trat tali difficili, in dimostrateat cuno cose di non molia dissicotia : pure quando V. S. Igiudiciti alli a mente, io lo dimosti ero, Onde la prego a dii nuit Suo parere, o non men o di quello, quanto di questo, choora gli mando, che si l ' applica Zione di osso lemma , per
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dupla ad axem adiectu habet ad comp0sitam ex adiecta et
li negoZio che alii a volt a scris Si a V. S. I. per conto li Pisa non sortiris, peroclisi iniendo che uri certo monaco che Prima vi loggeva, e l' intermesse, essendo satio generale delia Sua religione, renun ia Ora it genera talo per tornar Vi a leggere, o che di gili da S. A. ha ri avus a la tellura. Ma perchsi qui in Firen 10 per i tempi a die tro ci si stata una lerio ne pub-hlica di maternalica isti tui la dat G. D. COSimo, essendo Ora Vacante, e per quanto intendo mollo da' nobili desiderata , lio Supplicato per questa, sperando Ol teneria col favore di Mon Sig. illustris s. suo si alello 3 , at quale di questo negogiolio dato it memoriale . E perelisi sino ad Ora non hii Vedulo
tempo Opportuno di iratiar ne con S. A. essen loci stati sores fieri, credero clio V. S. I. polrebbe aver tempo di scri- verti uia' altra volta in inio favore, dei che la Supplico perl' Os servanga che lio allo molle sue virili, e per la serina speranga che ho Delia cortesia sua. E qui con Ogni re Veren Za baci an doli te mani, la prego a comandar mi od amarini.
3 Francuseo Maria: era stato creato cardinale in quel med si mo anno sq). 00pero valida mente ad , t tenere I' anno appresso a Galiluo la culledra di Pisa, o conservo sum pro uti vivo aflollo pur tui. Da gli ustico dui Dol Monsorico nobbo puro in gran parte ii Galiles la sua nomina di Iutture di malom: siche ulla universita di Padi vii uel l 592.
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Si si usa appresso it sudduito, Pro xeditore della Universita di Pi a.dolla sua prolungata assen a d illa cattudi a per ragio no dulla in serinita di sua madre.
La cagione che mi ha si alien illo qua si Staia molio ili-xersa dii quella che mi sece pari ir di Pisa, atteso cho sen- domi io partito per servigio della Signora Lucre i a Capponi, come dissi a V. S. IL, avendo sinito quanto per Suo Servigio sar dovea, mi si convenulo pol assister qua appreSSO mi amadre, Sopi aggiunta da gravissima infirmita, o quaSi che moriale: e la creden a , che ave VO, che in breve susso per vellet Sit 'osito di iat mala ilia, mi ha iration uio di gloria o tu giornosonga significare a V. S. in lal mio impedimento. Ma in lendendo dat Sig. Giulio Angeli, che la cura, it male doVereeSsere per an dare in lungo, ed essendo noi or mai allo scorcio dello Studio 2 , mi trafferro con buona gragia di V. S. 1Lappresso detia inserina, persuadendo mi che la presenZa mi asia per esset gli di grandissimo allevia mento. E accio V. S. Bu il Sig. Bitona ventura non restino mal salis salti, avendo lodi giis avula lulta la mi a ProvVisione, ho Ordinato a M. LiO- nardo Pegolotti, che Sara i 'apportatore di questa, cho satis saccia a fulto l' applanta iure, che per la iuga 3 e per te legioni lasciale mi sossero Occursu. V. S. B. dunque ii Ordini quanto sar deve, che ad Ogni suo cunno saris Satis satia. In lanio V. S. R. mi conservi la Sua graria e mi comandi,
l) In edita. - Pal. , MSS. Gal. , P. I, T. 5. Copia recente, iratia , come i io detto, dati' originale esistento null'Archivio Capponi da S. Fridiano. 2) Vale: deli' anno scola Stico. 3) Fu Galileo nominato letiore di malematiche in Pisa nol 1589, Ondes ait 'epoca di questo lettera cor reva ancora it primo anno det suo insegna
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.li stili di Gallisto in Pisa. quando visu mandato scolaro nel 158s, orano stati di medicina; nolia quat disciplina su versatissimo. Hanno assPrilo taliani, o questa lutiora sumbra consui mario, ch'0gli vis acessu puro userci io di quest 'arte nol tempo si essu che Vi i ii necatiuara di malematica, per ax vani aggiarsi det meschino stipendio di sessania scudi annui, che gli sui Ono assognati pur questa luiturδ, nil luogo e i mpo medesimo, in cui it Mercuriale go leva per lasu a cati di a di medicina iiii assognamento di duo mila scudi.
HO avulo in quo sto punio una Vostra, con la quale dii emi di mandarint i Galeni o ii vestito O la si ora, tu qualicoso non lio Bncora recuperato, me te aro ancora sta sera sic).l Galeni non banno ad essere altro che felle tomi, si chesia ranno hene. Io sto benissimo e aiisendo a studiare e ad imparare dat Sig. MaχZoni 3 , ii quale vi saluta. E non avendo altro cho dire, so sino.
s) Vincen o Galilei, gstri lituomo forentino, palli e doli' immortalo Galil00, su versalissimo nulle malumatiche o noli a musica i orica, in torno laquale serisse molio Iodatissimo Opere, cho parto hatino Vedulo in luce, parte si conservano in editu tra i proZiosi Man0scritii dolia Palatina . Visse pili anni in Piso, doue, it 18 Fobbrojo 1564 , gli naeque Galileo: mori in Firunge ill Luzlio 159 1, in uia di anni 71. 2) Insedita. - Palatina, Ma nosci illi di Λutori anteriori a Galileo. Codice l, e. 34, autograsa. - Quos in letiora di Galiloo a suo padro si ii ova allu Ogo Sopra indicato, in sorita nol manusci illo di esso Vincungo Galilei Delia pratica uel mouerno contra munio, o sul rovescio dolia quale esso Vincularo hacontinuata la scri itura dolia sua Opora. 3ὶ lacopo Ma Z0ni da Cesena, uomo di vasta erudi Zione in Ogni poneredi scion 10, sit chia malo professore di silososia in Pisa nel 1588, o tonitu quellacati dra tino at 1597 : onde male a proposito lo pone ii Nelli ita di Guli- leo, pag. 30ὶ ira i pr0sessori che vi legς vano quando Galil00 anduite scolaro a quella universitu. Galil o molio lo rivo viva sed amava, come ne sapi ova la tutiora da lui diruti agit it 30 Maegio 1597, relativa ut si stoma Copernicano. Nacque nuI 154 η, o mori in patria ne I 1598. I 'abatu S lassi, Per Ordine dot Pontosice Pio VI cusenatu, ne ha sci illa Ia vita in uia volume, di veil nome di Galileo non si trovo, neppuro incidental monte. riolato.
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Λ 'visa it podro ili uit ilonii , clii' sta apparocchiando alla sorolla Virginia.
pili che ordinaria; e in questo i alto, pili cho negli altri sor-se, bis Ogna pregare Iddio che gli piaccia di disporto ii mo-glio che si a possibile. Quella cosa cho sui bo alia Virginia 2
si uia cortinaggio di sela, la quale compra i in Lucca, o alimonio sie) me l'ha sallo tessere con poca SpeSa, i alchsi, ancor che ii di appo si a largo uia braccio e quarto, mi costa circa tre cartini it braccio. It di appo h salto a lis te e vipia cera assai: ora so sare te frangio di feta per soria trio, e sa-cit mente saro sare in leti iura ancora: ma aro caro che nonne partiate in casa, accio gli giunglai in aspellato: e alle vacan Ze dei carnovale lo portero, e come vi ho detio, Se vi placera, gli portero da sare quastro o cinque Vesie di damn-
i) Frammento inedito, autograto, a c. 21 dei Codice, che contione lalellera precedente. 2) Sorolla di Galileo . maritata a Bonodulto Landucci . como abhiam dotio a pag. 1, n. 2. - a clamo easO di questo si ammonio sicco me quolio chuc' induce sorte mente a credere che la Virginia sos se aliora giu sposa, axv gna ho i doni, dei quali qui si discor re, male si convenissero a gi Ovan Zitella. La determina Eione deit 'opoca di questo matrimonio viene a proposito dei nostro intento di precisaro ii tempO la ragione dei primo vi au-gio di Galileo a Roma, ignorato da tulit i suo i biografi, come abbi amoavvertito nella nota sopracitata. t tremo si attanto, per dar quale he luino achi potesse per avventura giovarci in questa vicerca , che in uria notadel 14. Aprile 1690, mandata da Roma at Viviani, ii Oviamo che di quoslo matrimonio naequo uri Vincenλο, o do questi ian ne nudotio, chu presu mogli in Roma, e a V0Va, D lla detia epoca, 56 anni, eu e dice la nota j ii Dei oriti alto uel Guilleo uella preseneta e forma ueli 'ouesiatu ra. mi EO G, i ii i i - l l
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Dallo parolo di V. S. Ecc. 0 dalla sabbrica a SSai conius a posta da Erone at Ν. T ungo in cogniZione quella os sere la Lucerna, delia quale Ella desidera la cost rugi One: poro l'ho piu volle leti a. e sinat monte non so dati se Sue 93-role trai ne tal senso, clio non mi resti qua lolio confusione. Manon volondo interamento obbligarci a lut te te suo parOle, mi pare che voglia inseri re una sabbrica simile ait 'infra scritia. Construatur Lucerna basim habens concanum AC DB 2 interfectum diaphra9 male EF. Sit vero cuiathus oleum continens KL: et ex diaphra' male EF procedat tubulus III. simul cum eo perforatus, dis laus a calathi operculo quantum
susticit ad aeris exitum. Sit autem alius tubulus X O per operculum, distans a fundo calathi quantum ud olei fluxum
sublicit, et ex operculo paululum eaecedens: eincessui vero aptetur alius tubulus P, habens superius osculum obstructum: cui
ut lutinetur alius tubulus exilis V, et simul cum eo perforatus, per quem ellychnium influa l. Sub diuphraumule fero EF conqlutinetur clavicula R, deferens in locum IEFB, qutio in ipsum E DF transeat. Sit autem in operculo II pureum fora men II. per quod locum IEFf implebimus aqua. Sublato itaque et ychnio OP . calathum o eo implebimus per tubulum X O. uere
her lubum XII excedente. et adhuc per clarem uperlum R. quae est in fundo EF, et per foramen II. Repleto autem cu-latho oleo, suseerponemus tubulum P cum ellychnio Q. et clausa tu Dicula R. infundemus acquum in tocum IEFI. Quando uulem opus fuerit oleum superinfundere ellychnio, aperta cla-