Le opere di Galileo Galilei

발행: 1842년

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rici tu Ii. acquu in locum L CDF inllites, et uer per lu-bum MN impulsus oleum ullidet per tubulum OX ad ethycliuium: et cum nou opus fuerit amplius fluere, claudemus claviculum. Questo si quanto per ora mi par di poter raccorro uallo parole di Erone, come ho dullo di sopra, assai confuse: o l' ho voluto mandare a V. S. Ecc., acci occho a 'vertito dat

suo gludi io P0SSa con altra Occasione cavariae sors e mi gli Orcos trullo, ancorch si la sabbrica esplicata e Segui Sce quanto promultu la propost a. Con che baci and Ole reverentementele inani. te resto devotissimo servitore. Ν. S. la prOSPeri.

Questa o la prima dolio letiore in torno it si stoma Coperuicatio danoi riportalo Del 2. ' Volume dullo opero Λstronomicho . ni qualori mandiartio in questo tu Ogo it Leitoro.

Lo ringi a1ia dei libro Prodromus dissertali inum cOSmGyraphica- risu vice utone in dono , o si condole che gli amici dolia veritasten coSi ΡOchi, da scora giario dat professare pubblicamento la dot trina Copornicana dot moto dolia Terra. - Λ questa lettera ris ponde Keploro con sua dei 13 otiobro, autograsa inedii a) nella Palatina.

Librum tuum, doctissime vir, a Paulo Λmbergero ad me mi S Sum accepi, non quidem diebus, sed paucis abhinc horis; cumque idem Paulus de suo reditu in Germaniam

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mecum , orba iaceret, ingrati profecto animi susurum esso existimavi. nisi hisce literis libi de munere accepto gratias agerem. Λgo igitur, ut rursus quam maximas ago, quod mo tali argumento in tuam amiciliam convocare sis

dignatus. Ex libro nihil adhuc vidi nisi praefationem, ex

qua tamen quantulumcunque tuam percepi iniuntionem: et profecto Summopore gratulor, tantum me in indaganda veritate socium habere, adeoque ipsius vuritatis amicum. Mi Sorabile enim est adeo raros esse veritatis studi OSOS, et qui non perversum philosophandi rationem prosequantur. Λl quia non duplorandi su oculi nostri miserias hic locus usi, Sud tecum congratulandi de pulchurrimis in veritatis confirma tionem inventis; ideo hoc tantum addam ei pollicebor, me aequo animo librum tuum perlecturum e SSe , cum certus Sim me pulcherrima in ipso osse reperturum. Id autemisi, libontius faciam , quod in Copernici sententiam mullis abhinc annis venerim , al ex tuli positione multorum etiam naturalium essectuum caussae Sint a me adinventae: quae dubio procul per comunem hypothesim inexplicabiles sunt. Multas conscripsi et ratione S et argumentorum in contrarium eversiones, quas lamen in lucem hucus tu proferre non sum ausus, fortuna ipsius Copernici praecopioris nostri perterritus: qui licet sibi apud aliquos immortalem famam paraverit, apud infinitos tamen tantus

enim est stultorum numerus ridendus et explodenduS prodii l. Auderum profecto meas cogitationes promere, Si plu-r S, qualis tu es, HX starent: ac cum non sint, hujusmodi negotio supersedebo l . Temporis angustia et studio librum tuum

lugendi vexor: quare huic finem imponens, fui me amantis-Simum atque in omnibus pro tuo servilio paratissimum ex theo. Vale, ut ad me jucundissimas lua S millere ne graveris.

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Discurre di uia proposio ae casamonio per Livia sua Sorolla, o dolosi locamento di suo fratello Michola gnolo presso uia signore hol lacco. Galiles ora aliora it capo dulla famiglia, sessendo morio suo adro VincenZo lino dat 2 iuglio 159s.

Da una vostra lettera o da una di mess. Piero Sali intendo dei partito che ci vi en proposto per la Livia nostra: in proposito di che non oggo di potervi dar certa reSOlu-Zione , perchh ancora che ii partito mi ven ga lo dato da doti O mess. Piero, e che tale io lo stimi , Diente di me noora come ora non to posso accet lare: e la causa si', che quel signor Pol lacco, a presso di chi si stato Michel agnoto , haut lima mente Scrilio cli' et deva quanto prima andar lis dalui , Ossi en doli partito Onoratissimo , ciosi in Sua lavola,

vestito at pari che i primi gentilia omini di sua corte , due

servitori che lo servino, e una carro Za da quatit O ca Valli,e di pili 200 ducati ungari di provvisione l' anno, che Sono circa 300 Scudi, Olire a' donativi, cho Saranno assai; talchsilui si risoluto di andar via quanto prima, Dis aSpelta altro

i) Era dogli Λmma nati di Puscia, nobili pistolusi. 2) MSS. Galileiani, P. I, Τ. l. - Lellera autogras a. - Questa lettera supubblicata dat Venturi s P. I. pag. 21) ii quale si credeva in possesso ddit 'Origiti die, Conae dati 'avvorte riga apposta uella stam pa, e dat fac imite che ne hadato nolla I av. VII dello stesso volume. Ora, l'autografo vero sed incontra, labile esistendo tra i MSS. Palatini, o indubitato che it Venturi su trat lotu Errore da Una copia artificiosa mente condo ita di questa lettera. Il testodel Venturi disserisco dat testo vero in piu luoghi, come a cagion d'esempio uel in Parola ventiluontini, cho presso lui trova si scam hiala in stalantu0mini, ' mari a dei posci itio cho qui si 10ggo. Finalmen tu i I fac-simile diversifica Der piis rispelli se in i speciat modo nolla divisione delia materia per righe , come pusi ri levat si dat confronto dul hae imite dei Venturi con quolio da noli ratio dat vero originale, che poniam o a riscontro in fronte dei presentu volume. II carat toro di Galileo tistit' os0mplare dui Vonturi si assai bene imi talo, e iudica uu espertissimo salsificatoro: uel cho pro uitano vi cordo i ri corcatori di aut grati.

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olu l 'occasione di huona compagnia, e credo che tra quindici gloriat paritia. Onde a me bis igna di accomodario dida nari per ii vi aggio: od in olli se bisogna che porti seco ad istanZa dei suo signore at cunu robe, che, ira it viatico elu dei te robst, non posso sar di manco di non l'accomodare almuno vi 200 scudi : sapete pol se ne ho spe Si da uia anno in qua, iat che non posso sar quel cho vori ei. Dali' alli Ocanto mi vi une scritio da Suor Confossa, cli 'io deva in Ogni modo levor la Livia di la. perelisi vi sta malissimo volenituri : ed io, glaoch si tui ha a spoliato sin qui, vor rei pure chesi vo desse di accomodaria bene : percho se bene credo alleparole di mess. Piuro, o cho questo Pompeo Baldi si a bucina

una casa l . Pero quanto at mi O sic , vori ei che si scori esse incora ilia Poco a Vanli, perchsi Michel agnoto, arrivato chesia in Pollonia, non manchera di mandarci una bilona par-lita di danari, con i quali, o con quello che poti si sare io. si poli a pigliare spediente delia sanci ulla, glacchsi ancoralei 3 uolo u scire a provare te miserie di questo monito. Pero, ori ei che cui cassi di levaria di lci, o multoria in qualch'altro mona Sterio. Sin che Venga la sua ventura, pei SuadendOgliche l 'aspellare non si senZa suo grande utile, e che ci Sonoo sono state dolio regine e gran signore, che non Si Son maritate se non d'eta, che Sariano potu te esser Sua madre.

Vedolo dun quo di vodorla quanto prima, o date i 'inclusa a Suor C0nlussa, la quale mi di manda ii salario per ii Convento : pero vi sare te dire quanto si , che quanto prima lomandero. E sopi a quanto vi Scrivo pol rete partare conmess. Pier0 Sali, perclisi per non replicare tu me desimo cOSeli scri vo brevemente, e lO rimetto a quanto tra iter 'te Vol.

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Λltro non mi occorro dirui . se non che a tuiti ci raoc Ἀ- mandi amo. Ν. S. vi contenti P. S. La lotiora di Suor Contessa l' ho mandala pol nsuo si alello.

Lo i ingraZia e lo loda di uia suo componimento pumico.

La bellissima Sestina, o la gratissima lettera di V. S. mi sono state di doppio contento, queSla recandomi testim Onian Za dolia memoria che liene di me, e quella deli' opinione che ha V. S. cli' io possa gustare ancora delle poeitche belloZ e. E in vero, se pari ai gusto se dilutio lusso ini ne it gitidi Zio, gili per mi a senten a avoria la sua Sestina supra ogni alii O poema di tal genere vittoria; e consesson V. S. IVer Vediato quello, che, O per la dissico illi dei componimento, O pur per nata in Sa labile ignoran Za, non Spe- lava di ve ter mai, ciosi Sestina, it cui allo. vago e chiaro concotto non sussu dalla stret terga de gli obblighi superato. Ne la ringi agio ad unque infinita mente, e la prego a sarmis pesso di simili favori, che saris per sine di questa, con ba

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ui si otio il' intoro si familiari.

Ancor eli' io non abbia mai avula risposta ad alciana dolio mist quaitro lettere scrit levi da dieci musi in qua in diversi sempi, pur torno a replicarvi l 'iste SSO c in la pre- Senie , e Vogito pili presto credere che si an , an date mali ut Q. e Ogni alii a cosa men O verisimile. che dubitare choxot sussi pur mancare di tanto ali ' Obbligo vostro , non solamento det ris pondero con tollere alle inie , ma con esset lial debito cho avianio con diverse persone , e in particolare col Sig. Tad deo Gallet ii nostro cognato, at quale, come piuvolte vi ho scriti O , mari fai la Livia nostra sorella con doledi ducali 1800, dei quali 800 si pagorno subito, o mi sui orχa pigliarne 600 in presto. considando che at vostro ar- rivo in Lituania voi sussi per mandarini, se non fulla quo- Sla Somma, almeno la maggior parte, e per contribuire poldol ros tanto di anno in anno Sino ait 'inter a paga monto, consorino ait 'obbligo che ho salio supra late sporan a. Chuquando io aves si credulo che ii successo a vessu ad essero altrimenti, o non avo rei maritata la sanci ulla, o l 'avore iaccomodata con dote talo, ch 'io solo sussi stato bastante a

satis saria, glauchsi la mi a sui tu porta che tu ili i carichi si abbino a posa re sopi a di me. Io vi pregavo in olire che do- vessi mandare una carta di Obbligagione per daria at Sig. Tad deo , nulla quale vi obbligassi in solidum alla delia dolo insistine meco. Q che tale Scrit tura susse autenti cata per pub-

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bi ico notoj0 : pero torno a ri pregni vi he non vi gliatu mancare ili usu guire lusio questo quanto Prilia n, Q Sopi a tutio non mancale di darci avulso deli' esser vostro, perchsi nosti amo tulit con gran pensiero, non avendo mai in te Sa cosa alc una di voi da che Vi partis te di Cra covia, eccetio checirca uti moso sa dat Sig. Cario Segni. ii quale per sua cor- iesia mi scrix eva aVer ricevus e lultero da voi di Lublino o che flavi in procinio di ri tornare in Villan, ma che per me non a vovi mandato iasi tollere iasi altro. Circa it res lo

pol, sliamo, per gragia di Dio, lutii bene, e si a spe ita digiorno in gior no ii parto della Livia , la quale insistino col

suo marito vi si raeconianda in sinis amento, come so io connos ira madre. Di graZia non mancate avulsarci doli' esser

vostro quanto prima. Ε baciato te mani at Sig. . .. l pur

st) Manca it nomo , certamento per non esset si Sapulo leggere dat Co pista. 2ὶ Dalla procedente lettera di Galileo a sua madre alibi umo Vedii te li)largite sp ran e da tui cone opitu circa la sutura prosperita dol si aluit , , n0llo quali tuli avia Perseverava, como apparo dalsa presente. Ma indi a non molioebbe a di Singannarsi, percho, sosse colpa o mala fortuna, Michel agnoto non prospero, e net 1666 ri torno in Padova in mal arneso, di dove pOi audet toa stabilii si in Monaco, dove visso doli' arte sua di maestro di musica se dis abbricalore illi strumenti. No pago mai uri soldo at si a tello, come aurem aluogo di verili care Dei sequilo di questo commercio epistolare. Olli e Ia doto, Galiluo sece a sua sorolla te spe se dei corrodo, det qualeci place riportare l' indieagione sommaria, clio trovismo in uia libro di i :- cordi di esso Galile , . conservato si a i suo i autograsi Delia Palatino, Par. I,

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Dat Sig. Michelo Sala imi mi sono state in ind3le, consor me ait 'ordine di V. S. M. f., dioci copio dei discorso det Sig. Mei sostra l' antica e la moderna musica 3 , ii quale

mi si stato summa mente grato, si per la cosa in Sh stesSa dogna vera mente doli' erudi ione singolare doli' Autore, si ancora per venit mi mandata da V. S., Segno che lien memoria grata di uia suo devolis Simo se vi toro . cosa da me supra modo ambita, o delia quale mi pregio assai, e costsi assicuri V. S. che Sono desideroso di Servi ria, comeobbligato a sarto. uo tello it discorso, at quale noti sapi ei dar lode in aggi Ore, che ii dire, che Sono persuaso e credo he dica ii vero . ohe deve essero l' ultimo scopo di Ogni

speculatore: lo partecipero con quelli di quesio Studio, che

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