장음표시 사용
401쪽
I orna quit 'argo mento dolia procedunt P.
l Io tolla o rite ita quella parte det suo maravi glioso discorso . Hio V. S. Illustrissima mi ha Onorato di mandarint . o sto con desiderio 3 spetiando it rimanente per sentire irin contri particolari, che l' hanno mossa a cosi mirabile asser ione : la quale ben mi giunge nuOVa in particolare, main universale da non breve tempo in qua Sono in Opinione . molle essere te alteraZioni ne i corpi in Ondani non osservate sinora, e che Siano anche di non dissicile usi iunga osser vagione per Venirne in certeZZa. E quanto ali' introdoti an uova mente da V. S., mori come credo doli' os petia i nodi ogia uno, se mi sosse da Dio concedula vita per sei anni ancora, e serenita di ciet O nei solstigi, non dubito clio si poti ebbe denti O a lal tempo, benchsi cosi breve, Vellerqualch e sensibile mutagione, merch della grandeλλ a dolio
clina ioni deli' eclittica , te quali in non molli anni do uri an Osarsi sensibili, merosi della grandeZZa dello strumento cheio adopro: il semidiametro dei quale si ben 60 miglia, cho
ij MSS. Gal. , Par. I, T. , tu copia: sed ita dul VPuturi, Par. I l. pag. 346.
402쪽
LETTERE DI GALI LEOun minuto secundo. Ora quando, conforme ali 'Osserva Zione di V. S. Illustrissima, si Vada mulando la meridiana, do-vi anno tali occasi o orti solsti tali mutarsi contraria monte, o in non iungo tempo sat si sensibili col me Zo d' una tanto usquisita osserva Zione: nella quale V. S. Potra vellere qualiminia Zie si possODO OSSerVare ne i corpi interposti ira it Soloo P occhio morosi det telescopi O. Quanto at riscontrar la meridiana con li duo strumenti
posti nulla sacciata di S. II. Novella, i 'ho per cosa dissicileo mal si cura; si perchsi essi strumenti sola pic coli, si ancora
percho it pavimento SottOpOSto, Per eSSere in eguntis Simo. non si punio accomodato at potervi di Segnare una nuova meridiana : Oltro che non so quanto susse da fidat si dei duo sit Omenti, cho in molti anni possono avor palilo delle alteragioni, ma non simile a quella deli 'Oppositore a V. S., he stima la mutaZione det soro sublime ne ita lor cali 0-drale potere essere stata pregiudiciale at riscontrar te meridiano de' nostri tempi con te antiche gia segnate, sic chola mutarione deita possa alterar sensibit mente la loro equid istanZa: che rimari ebbe impercet tibii mento alterata quando anco esso soro sosse trasportato ad occiden lo O ad Oriente per centO O pili mi gli a ; e quando anche esse meridianes isser lunglio molle mi gli a di braccia. Ma o di questo edi simili oppositori V. S. non deve sare si ima at una, mari dei sene, essendo eSsi non men ridi coli di quelli cho in sigran numero Oppone Vano at primi mi ei scopi imonii celesti,
persuadendosi s come avueZZi in alterca ioni strepitose diparole vane ) di poter con testi, autorita, sillogismi e loro stolii Zio, lirare ii corso delia natura a consor marsi con i
La malignita, i 'invidia o l 'ignoranga sono animali indomiti, e io lo provo per quotidiana esperien Za ; Vedendoche i misti contradditori, heiach si convinti da cento incontri ed esperien Ze passa te. od accertati che te nil Vo OPi-
403쪽
nioni introdotist da me, o da loro prima negate, sono Stale vere, non ceSSano d' Opporsi ad altro che di giorno in giorno Veiagono da me proposte, con sperana a pure di averini una
cellare tulte l' alii o mi e vere dolirino introd Otte. Ora V. S. lasci strepitare it vulgo . e se gutti pure la conversa Eione det tu muse ne miche delia tumultuosa plebe. Io tra tanto staro attendendo it rimanente delia sua dottissima scrit tura , e anco ii di segno det globo che ella mi accenna, chemi sarci gratissimo ii vellerio. Non hO per ancora aviata occasione di esser col Serenissimo Graia Duca ris pello a'tempi pessimi dei glorni passati , che mi hanno tenuio, olire a molle doglie per lavita, acca larrato si sat tamente, che ii partare a me eramolestissimo, e poco grato a chi aScollava ; olire che miti Ovo assai Oppresso da molli fastidi e dispi aceri, che da diverso bande mi circondano l), che mi son cagione ancora che io non posso a iungo conseri r con V. S. Illustrissima, come sarobbe mio debito e desiderio: angi avendo io si nota set limana passata scritio la meta della presente, e di gia inviata via' altra mia at Rev. Padi e Fra Buonaventura, glisci ivevo che ave rei mandata risposta a V. S. ; che pol non potetti e se guire per cagioni urgenti e moleste, che mi sor- raro no a calar alia citiis: Sicci,si l ' uno e I' altro mi scusino Con debila riverenga bacio a V. S. Illustrissima te mani, ela supplico a Scusare i miei disetti e a continuarini la sua
1ὶ Dalla sussoguento lettera at Goli vodromo la ragione di questi 1 astidI c dispia ceri consistere Delle dilagioni che la revisione romana veni atultavia i rapponendo alla licen Ea dolia flampa dsei Dialogiii.
404쪽
sorna a dolui si dolio dila Zioni si apposte at per musso delia , iam pudet Dialogo. o propono altri tum peramenti per sollecitario.
che con inio notabile dis gusto Vongo in cogni t One como S. P., d Opo aVer tral tenuio me preSSO a Un anno Sen ZR INRi Venire a conclusione alo una, si apparocchia adesso a sari' istosso col Serenissimo G. D. nostro S ignore, ciosi di al-
lungare e lirare innan i con parole prive d' esse sto, cosa che non mi par da tollerat si di loggistro. Scrive t 'Eco. Sig. Ambascia toro li 19 d 'Aprile d'ossor restato in appula lamento col P. Maesti O, che S. P. a Vrebbeordinato qua che il libro si stam passe, pero con certo Ordinee dichia rarione. la quale ei gli avrebbo mandata in ian vi-
Sig. Ambasciatore manda a V. S. Ill. e ch'ella ha mandato a me: nel quale, conforme ali 'appunt amento preso con t 'Ecc. Sig. Λmba Sciatore , d OVeva esser i 'ordine qua di stam pari' opera, o te dichiara Zioni cho S. P. ci Voleva. Ma la verit k h che net vigiletio non vi si nsi ordine di stam pare, D si dichini a ioni, nsi altro, salvo cho nilove proroglie findate SO-Pra alcia ne sue pretensioni e domando, alle quali sono mollio molli mosi che io ho dato tutio te sod dissarioni, Della mani era che io desidero di sar costare at G. D. Q a V. S. Ill. e a chi unque Voles Se accertai sene. Ora vellendo che qui Sinaviga in uia Oceano che non ha n si rive iasi porti, e a me
405쪽
promo infinii amente la pubblica Zione dei mio libro per assi cura tone delle mi u lante saliche, sono an dato pensando a' pili modi da pol orsi tenere, ina in tuiti ci si bis ignodoli' autor illi det Sereniss. G. I . . o accio Si POSSδ Venire aqualcho conclusione mi si rappresenta, che sarebbe mollo opportuno che S. Λ. S. Si contentasse che un gi Orno, e quanto Prima. alla presen Ia sua, di V. S. Ill. deli 'Ill. Sig. Conte Orso, e se altro consultore PiacuSSe a S. Λ. S., si con Vocasseti R. P. Inquisitore e it M. R. Padi e Stesani, ii quale ha digia rivo dulo it inio libro e severa mente e Saminato, do velo infervenendo porterei l 'Opera con tulte te censure eo mendo sal levi dat me desimo Padro Maestro det Sacro Pala χo, dat Padi e Visconti suo compagno, e dat P. Stesani,d alta 'edula dello quali it me desimo Padi e Inquisitore po- trebbe subito comprendere quanto leggieri cOSe si an O quelle
modo a dar litoto di sogni, di chimere . di equi voci, di paralogismi se di vanith a luite quelle ragioni ed argumentiche ai superiori paressero applaudere ali 'Opinioni da ossite nute non Sincere, comprenderobbe essO e gli astanii quantosia vero quello che io proseSSO, che si di non aver mai avia Oin questa materia altra opinione e intenZione, cho quella cheli anno i pili santi e venerabili padri e doliori di S. Chi es a. Ε questo par che torni lanio piis a proposito quanto it me-
desimo Padi e MaeStro Scrive che, Occorrendo. Scri Vera quaal Padre Inquisitore significandogli quello che si devo OS- servare ne i libro, e trovandOlo Os servato, lasci pol correret 'opera alia S lampa. Prego dunque V. S. Ιll. a sarmi gragia di rilrarro dat Sereniss. Padi orae se res la serVito di questo che propongo :e sequendo i O mi simi Zero di venire at tempo prelisso a Corte, Con speran a di sar costare a S. Λ. o a tutii quanto male si alio informali dello mist opinioni quolli che dicon o
406쪽
LETTERE DI GALILE Oche elle non piaccionO; percho assoluta mente te opinioniche non piacci Ono non Son te in te, e te mi e sono quelle chetengono S. Agostino, S. I Omaso e tulit gli altri autori sacri Il Sig. Niccolo Λggiunti, che in questo punio si Venulo a visitarini, renderis la preSenle a V. S. Ili., e anco per minor sua briga lornera per sentire quello che sara stato determinato da S. Λ. S., o me ne daris avulso. E io in lantore Verente mente gli bacio te mani e prego intera felicita.
LO ringraχia della informaZione ricovula che ii matematico Langren aves se ii Ovato uti metodo Per gradu a re la Longitudine , e loprega di procurargit ulteriori schiarimenti in torno a cib. - Ιl DalΡ0ZZO si proserisce disposto a servirio con sua lettera dei 30 delto, aut Ograsa, in edita, in Palatina.
Per mano det Sig. Agnolo Galli ho rice vulo r epistoladi Erico Puteano, delia quale rendo graZie a V. S. Illustrissima, perclisi in Sieme con quella mi viene una testimoni angadella memoria che liene delia persona mi 3, che tanto vive avida delia sua gragia. Io vori ei spe SSO aVer di queSte confirmaχioni coli' essere onorato di qualch e suo comando, diche instante mente la supplico. Da questa epistola non Si rac-
cogite quat si a il me ZZo dei quale it male malico Langrensi servi per gradu ar la longitudine, it che volenti eri inten-
lin Cassiano Dat Poeteto, di Vercelli, commondatore deli 'ordine di S. Sie- sano, morio sui sitire dot 1657, lascio bella sana a di s6 pel suo ricco mustodi antichita romane, o per la generosa protegione cho largiva agit artisti. Conversava per i scritio con quasi tuiti i dotii dei suo tempO, P mulo in questo dei suo amico Pol refc, o dei piu illustri fra quelli corco d'avor it rit ratio, como vedromo piu innanZi per quello di Galileo. Il Catal0go dei suo mu-seo si compone di 2a volumi in-sol. 2ὶ Lettere in edite di Illustri accademici delia Crusca, Firen e , Platii. 1837.
407쪽
de rei, alia uno in generale, Per Vedere Se sol se a Vesse in- conirato ii uel medes imo che iongo io, o cliu gia sedici anni sono com inciai a iratiare con Spagna, o clie adusso si perri assumersi, essendo rustato in si longio per dieci anni optu lj: pero se V. S. Illustrissima ne ha seniore alcian ala supplico a sarmeno partu. La supplico in Sieme con Occasione a sar umilissima reverun Za in inio nonae ali' Eminentissimo Sig. Cardinal Barberino nostro Signore 2 ; e a V. S. Illustrissima con reverente assulto bacio te mani, epi ego intera felicita.
i) Cio riscontra con quanto abbiamo avvertito nolle precedenti Iullereal nuonamici. 2ὶ li titulo di Eminentissimo, che comparisce ora per Ia prima Folla inquesto lettere, ora Stato da Urbano VIII conserito at Cardinali l' anno innan Zi, clod nul 1630.
In osecuZione dei comandamento di V. A. S. ho vediatola scri itura di M. Gismondo Coccapani, salia in esplicagione di quanto egii pretende di aver Diiova monte trovato in proposito di poter ridui re it si unae d'Λrno in canale, si chesia navigabile dalla sua soce sino a Florenga , e instemeliberi tu campagne adiacenti dat te inonda ioni non solo checla e SSO derivano, ma ancora da quei si uini e torrenti choin tui si scaricano. E Olli e ulla scri itura ho sentito it me- deSimo autore in voce, e velluto in modello parte clo' suo i
408쪽
pensistri. E perchsi l 'ΛlteχZa Vostra ricerca supra tale inven-χione it mi , parere, que S lo libera mente e sincera mente gli
0ualiro mi si rappro Seniano esser i putati principali che nul presente caso si necessario cho Sinno sesaminati. Ilprimo o so l' invenZione o nia ova . si che it privil0gio con-co luto ait 'autore si a valido. li secundo si se si possa restarsiciari, che dat multeria in alto ne sequitas, i promessi odosiderali ossetti e heneli 1 ii ii tui 10 o vellere se, neti stimsettuaria. si dobba o non si dubita lem ero instippi e disii culla insuperabili, si per causa doli' artisi i , si esso, si an Ora per la spe sa, se fosso di lanio su portoro nil' utilo chonon iusti tesse conto l' applica misi: o si sinat mente per i reclami o aggravi dei particolari, sopra i is tali la bsenignita dei principe non usa essti citare t 'assoluto imperio. Nol quarto lilogo vi si da considerar il l sempO , net quale conjellural- monte si poli obbo speraro cho l 'opera susse ridolia ali intera PerseZione, in modo che i prom0ssi comodi o utili si potesser g Odere. Quanto at primo, essendo ch0 i me χλi dei quali l 'au-lore si serve per est elluare l' opera sono molli e varii , o puro in fulli i tempi passali si si alloso alla restaura toneo corre ione do' fiumi, si impossibile otio ali uno dei dolii mo1gi non si a stato altro volio, o dii altri ad operato: in apsti ch si alciani, e ira questi it principale. supra ii quale viens allo it in aggior sondamento, a me giungono nuovi, Stimocho i' aut ore si a stato meritamento privilegiato. Duanto ni secondo, sacen domi prima solido uel doliori est vulo da luili i sapienti, che de futuris contin Ventibus nones ι determinuta veritas, e libera monte dicundo che non lor rui ad assi curare nussian O di quolio che si a per operare unmorso SOpra uia lorrente sorse per natura indomito e si ro
arti si Zio uniano possano ossore sessui suasi, mi Si rappreSunt a
409쪽
piu scibile d' altro, come quello clie vera mente mi pare checori egga errori importanti, sin qui sche io suppia in non av-
vertili da alcuno.Quanto at ter o, ne i qualo tre punii velagono in considera ione; circa it primo non iscorgo null' artifiZio stesso inc intri O impedimenti in Superabili, pulchsi non Si hanno a ta gliar m0ntagiae, O rium pire valli, o succare inglii. In torno pol alta spusa, O ai reclami de gli aggravati, non Sune pilo recar giuili Zio, Se prima , SOPra una planta es atlamento di lulto ii si uine levata e di segnata. non Si nota noo mi sui an O lulti i luoghi doue si devono saro altera ionicon agglugnere, levare, sortificare, e alti e mutagioni Resta ii quarto punio per mio parere principalisSimo, alte so che se in neSSuna impresa da mettersi in e SecuZione si ricerca pronteZZa, questa dei corroggere ii corso d' unsiuine quale si questo, mi par che it richiogga piu clie molle
alii e : e Sicco me quando Si potessero metier a la Voro, comepotellero in sabbriche immense antichi Signori di regni amplissimi, centinaja di migii Ma di schiavi, io non ci pense
rei punio di institer mi ait 'impresa, e ne spere rei felice e Sito; cosi l 'avere a es porre a mollissimi assulti det si uine iracondori pari impersetti, m'arreca qualche Spavento. E con questa occasione mi Vien considerato, come illem po concedulo ait 'autore, di do ver deutro at termine didue anni aver dato Saggio delia riuscita dolia sua inven-gione, altra mente ii privilegio s' intenda an nullato, si vera mente spaZi O li Oppo breve, perchsi appena credo chepossa basiare a levare la planta, e diligente mente livellaret' alveo se lotio d' un si uine che piar s' estende in torno a 60
miglia, te quali due opera ioni vengono rese dissi cultose e proli SSe, dat non poter esser esercitate su0rchsi in alcunimesi deli' anno, e quelli anco inco modi ri Spetto at caldi. Aggiungasi che net tempo presente, it porsi a tale impresa si molio pericol OSo, do vendo per neceSSila passare e
410쪽
aneo Di marsi ed alloggiare in lu0gbi contagiosi, onde non si possa tat mente s suggire ii commercio, che non si restitu pericolo. E se, d0po levata la planta e livello, si vorra sopi ala pinnia disegnare lut tu te milia Zi0ui da sarsi, pser risi arruit giuiligio delle spese, o de 'danni o delli acquisli, o pol sperimentare la riuscita deli' invenZione sopi a una parte dulsi uino, clie Sara comiticiando sopi a la puscuja di novuIIanosin solio quella delia Porta at Prato, non credo che sal sal lura possa spe dii si in manco di cinque o sei anni, perch gli anni di questo negoλio sono di ire mesi l ' uno.
In consor milis deli ordine di V. S. Illustrissima, e piri pagamento di piccola parte dei molio che devo at Sig. Giaconio Gos redi, scri vo a S. Signoria l' alligata tellula. Io letia lus tam pata inviata mi da V. S., e come olla accresce in mi lodi non meritate, dubito che possa scemare in let it concello disquisito giudico doli' alti ut dolirina, per aver mi, com credo, si gurato a questo genii luomo per assai pili scien χialodi quel che io sono. Ma Siano tulte i 'alti e nite opinioni quello cli'essor si V Oglino, a me basia la sola scienZa e certo ZZa che ho deli 'amore di V. S. Illustrissima, i si ulli dolquale, O acerbi O maturi, Sempre mi gustano. Egli saris iuno me mi O riverenZa a V. S. o at Sig. Cottunio, cho cosi lo