Acta Synodalia Sacrosancti Concilii Oecumenici Vaticani II: Periodus secunda, pars I

발행: 1971년

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S 3. Commissionis Secretarius emendationes ordinatas ac de eisdem relationem typis imprimendas curat atque per Secretarium generalem Moderatori tradit et Patribus distribuit. Art. 6T Emendationum insertis)3 1. Sussragatione de emendationibus peracta, PraeSes competentis Commissionis, sive unicae sive ex pluribus Commissionibus constitutae ad normam Art. I 8 3 2, curat ut adprobatae emendationes schemati inserantur ita ut novus textus fiat, idemque typis impressus Patribus distribuatUr.3 2. Si loco emendationis certa forma propositae quinque saltem Commissionis Membra aliam substituendam putent, eiusmodi nova forma una cum alia vel eius loco a Commissione eXaminanda est. 3 I. I extus emendatus iudicio Congregationis generalis subici nequit, nisi in Commissione retulerit praescriptam SVssragiorum maioritatem ad normam Art. 39 33 1-2. Art. 68

Subsequentes textus emendationes)Si Congregatio generalis, postquam textum emendatum eXaminmerit, novas reqUirat emendationes, competens Commi SSio eas peragendas curat iuxta sussragia in Congregatione generali a Patribus e ressa. Art. 69 Conventuum scripta relatio)De unoquoque conventu Secretarius Commissionis scriptam relationem conficit.

Art. 70 Normae complementareS)Ubi peculiares normae Commissionibus conciliaribus non traduntur, ratio procedendi Commissionis rationem procedendi Congregationis generalis imitatur.

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ΑΝΤE CONGREGATIONEM DICENDAE

Miniatura XV saec.

Hae preces, typis impressae in verso imaginis referentis mysterium Pentecostes min. saec. XVJ, Patribus distributae sunt in trigesima septima congregatione generali, die J0 septembris 1963. Adsumus, Domine Sancte SpiritUS, adsumus, peccati quidem immanitate detenti, sed in Nomine Tuo specialiter congregati. Veni ad nos, et esto nobiscum: dignare illabi cordibus nostris. Doce nos quid agamUS, quo gradiamur et ostende quid efficere debeamus, Ut, Te auxiliante, Tibi in omnibus placere valeamus. Esto solas suggestor et effector iudiciorum nostrorum, qui solus cum Deo Patre et eius Filio nomen possides gloriosum. Non nos patiaris perturbatores esse iustitiae qui summam diligis aequitatem. Non in sinistrum nos ignorantia trahat, non favor inflectat, non acceptio mUneris Vel personae corrumpat. Sed iunge nOSTibi essicaciter solius Tuae gratiae dono. Ut simus in Te Unum, et in nullo deviemus a vero. Sicut in Nomine I Uo collecti, sic in cunctis teneamus cum moderamine pietatis iustitiam, ut et hic a Te in nullo dissentiat sententia nostra, et in futuro pro bene gestis conseqUamur praemia Sempiterna. Amen.

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EXARΑΤΑ Haec oratio, typis impressa in verso imaginis referentis Christum Regem, Patribus distributa est in congregatione quadragesima quinta, die 10 octobris 196'.

Maiestati tuae, Domine Deus, hoc sacrificium laudis osserimus: et, cum famulo tuo Pontifice Nostro Paulo devoto mentis obsequio coniuncti, immensam tuam Oramus pietatem, ut Oecumenicum Concilium Vaticanum secundum benigno respicias vultu et eius exitum tuae ubertate gratiae fecundes. Per Christum Dominum nostrum. Amen.

Ind. 500 dierum: Ρlenaria si per integrum mensem recitetur).

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DOCUMENΤΑ

9 ALLOCUTIO R

ceterosque Romanae Curiae Osticiales, die 21 septembris 196Jhabita.

Huiusmodi allocutionis textus, Typis Polyglottis Vaticanis editus, Patribus cardinalibus distributus est in quinquagesima prima congregatione generali, die 18 octobris 1963.

Uenerati Fratelli e figli carissimi, Quali stano i motivi, che Ci hanno suggerito di convocare qUeStariunione, e facile intendere. Not abbiamo desiderato incontrarCi con laCuria Romana, Vale a dire con te persone dei Signori Cardinali, degli Officiali maniori e minori, degli Ecclesiastici, dei Diretiori e dei Fun-gionari, che prestano la loro opera alle sacre Congregagioni, at Tribunali, agit Osfici, insieme at vari Corpi ed alle Isti iugioni, di cui si valeii Papa per governare la Chiesa universale, nonche la Diocesi di Romae la Citta dei Vaticano. Stima e gratitudine det Supremo Pastore Not abbiamo desiderato, dicevamo, questo incontro atrinigio dei

Nostro ministero apostolico, innangi tutio per porgere a tuiti i presenti, in forma esplicita e collettiva, ii Nostro cordiale e riverente saluto.

Abbiamo avulo Not stessi Ponore di prestare pumile Nostro servigio per lunglii anni nella Curia Romana; abbiamo avulo nelle fite che lacompongono demissimi Superiori e maestri, ottimi colleghi, collaboratori e indimenticabili amici; abbiamo condiviso fatiche, responsabilita, studi, esperienZe, gioie e dolori di questo complesso e singolare organismo; abbiamo semito, per olire un trentennio, io sVolgimento delia sua vita da Un punio di osservaetione privilegiato, la Segreteria di Stato, Pottimo e caro e sedete Ufficio, che assiste it Papa nella sua personale altivita; ed abbiamo cos1 potUto meglio appreZZare la sapiente composigione delia Curia Romana, derivata da Una tradigione coerente e sessibile; abbiamo ascollato te segnalagioni relative ai bisogni nuovidi questo stesso organismo, abbiamo raccolio anche te critiche che gli

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sono rivolte, e ne abbiamo satio spesso argomento di sincera risessione; e abbiamo infine conosci uto ed appreggato Pessicienga dei servigi, che laCuria Romana rende at Papato e alla Chiesa. Ci e pertanto se rato doveroso; sin dat pinigio dei Nostro ministero apostolico, dare Un segno della Nostra paterna benevolenga alle persone che dirigono e che compongono la Curia Romana, e far loro sentire quanto a Noi piaccia, quanto a Not prema di saperCi in comunione conesSa, non Soltanto neli operosita specifica, che tutia la impegna, e netrapporto giuridico, che a Nol la Stringe, ma nello Spirito, attreSi, concut it comune servigio deve essere compluto, a bene e ad esempio dituita la Chiesa e delia sua missione net mondo, ed a gloria di Colui chee tutio per noi, Nostro Signore Gesu Cristo. Vogliano pertanto, Signori Cardinati, e Vogitate Vol, venerati Fratelli e figli diletti, accogliere l'espressione della Nostra VeneraZione, della Nostra gratitudine, dei Nostro incoraggiamento, e Vogliano rutti ancora, con la devogione e con la fedella, di cui la Curia Romana fa

net merito ultimi dei Servi dei Servi di Dio, alla Nostra modestissima persona, alla Nostra dissicilissima missione, it conforto delia loro co- stante solidarieta, delia loro filiale obbedienga, delia loro valida colla

boragione; ed anche, come dicevamo, delia loro intima comunione, cheassocia non solo te mani e si ingegni at Nostro usficio, ma anche i sen- timenti, te preghiere, la carita dei loro cuori al cuore Nostro, che, se ilSignore Ci assiste, vuol essere per loro tuiti quello 3'un amico, d'un

Altro motivo di questa riunione Ci e suggerito des momento, eStremamente bello e grave, che la Chiesa tutia e la Santa Sede per prima,

e percio anche la Curia Romana, sono chlamate a Vivere, certamente per divina disposiZione; momento storico, momento spirituale, quale ap-punto e it Concilio Ecumenico Vaticano Secondo, ii quale riaprira,com'e noto, te sue solenni assise fra pochi giorni. Ci e sembrato opportuno che la Curia Romana prendesse coScienga insieme con Noi di questo grande aoenimento; non gia perche eSSa Visia impreparata, che angi lo attende e se ne occupa con grande alacrita; e non gia perche es Sa abbia trascurato di meditare suit 'enorme impor-

tanga det Concilio durante la sua prima sessione, che angi ne avVerti lastraordinaria e complessa dimensione piu di quessiasi altro setiore della Chiesa e della pubblica opinione, sino a lasciar tal Volta traspari re qual-

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storia detrumanita redenta, e che ne sperimentano Severamente, pub-blicamente te Virtu, quasi a costringerio ad essere qUale deve eSSere, luce di sapienga e di santita at mondo intero.

La preetiosa eredita di Papa Gionanni XXIIII 'ora e grande e sacra; Noi, e Vol membri delia Curia Romana, per primi; la dobbiamo vivere con comprensione profonda e con CUore magnanimo. Prima espressione di questo adeguamento dei nostro spirito alia grandeaga det Pavvenimento sia Puniformita dei volere, angi dei servore per la sua degna celebragione; sta ridentita di vedule . Volle questo secondo Concilio Vaticano Un Papa, at quale veramente la spontanea acclamagione della pubblica voce attribui te parole evangeliche relativeat Precursore di Cristo: vi Vi su un uomo mandato da Dio, it cui nomeera Giovanni v. La storia, Not crediamo, ripetera tali parole, qUando registrera te salutari conseguenge detrimprovvisa e folgorante deliberagione di tui, che chiamo la Chiesa cattolica at Concilio e ai Fratelli separati aperse te porte ed ii cuore per una leale riconciliagione. MacOmunque abbia avulo origine Pindigione det Concilio, e it Papa chel ha proclamata, it Vicario di Cristo; e quel Successore di San Pietro

Maestro, Suo Capo. Siamo certi che mal dalla Curia Romana trapelera qualche esitagione in ordine at sommi Voleri det Pontefice; che mai sara sospetiata di qualche disparita di giudigio o di sentimento a riguardo det gludigio o dei sentimento det Papa. Se mal tale conformita di animia cio che it Papa comanda o desidera deve essere rigorosamente Uni Vocada parte delia Curia Romana, se dev'essere sua legge e SUO Uanto, qUeStoe ii momento di darvi ferma ed aperta profeSSione. E siccome Nol sappiamo che tale e e mol essere it proposito di tuitie singoli i componenti la medesima Curia Romana, abbiamo a Nostra Volta Voliato, con questa riunione, dare lode e incoraggiamento a cotestafiliale, armoniosa, gioconda sintonia dei vostri pensieri e dei vostri propositi con quelli det Papa, che oggi ha fatio sua l'eredita di Gio- vanni XXIII, di felice memoria, e ne fa programma alta Chiesa intera.

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Immediata adereneta e assoluta obbedieneta es Romano Ponteficet, dei resto, simile accordo fra it Papa e la sua Curia una norma costante. Non Solo nelle grandi ore della storia tale accordo rivela la suaesistenga e la Sua forZa; ma Sempre esso vige, in Ogni giorno, in ogniatio det ministero pontificio, come conviene ali organo d mmediata aderenga e di assoluta obbedienga, det quale it Romano Pontefice si serve per esplicare la Sua Universale missione. Ed e questo rapporto eSSen-giale delia Curia Romana con l'eserctgio detraitivita apostolica det Papa la giustificagione, angi la gloria delia Curia stessa, risultando datrapporto medesimo la sua necessita, la sua utilita, la sua dignita e lasua autorita: in alti e la Curia Romana lo strumento di cui it Papa habisogno, e di cui it Papa si serve per svolgere it proprio divino mandato. Da Roma l'insito ali vi aggiornamento O, cloe at perfertonamento Uno StrUmento degnissimo, a cui non e meraviglia se da tuiti e da Not stessi per primi, tanto si domanda, tanto si est gel La sua fungione

reclama capacita e Virtu somme, perche appUnto e sommo rufficio suo.

Fungione delicatissima, quat e quella d.ssere custode o eco delle divine verita e di farsi linguaggio e dialogo con gli spiriti umani; fungione Vastissima, quat e quella che ha per confine l'orbe universo; fungione nobilissima, quat e quella di ascoltare e di interpretare la voce det Papae at tempo stesso di non lasciar a Lui mancare ogni utile ed obiettiva informagione, Ogni filiale e ponderato consigito. Perche studiosissima edespertissima dev'essere la Curia Romana per corrispondere at compito SUO, VOi lo Sapete, VOi anzi qUesto desiderate, e Vot stessi siete desideroSi, ancor prima e ancor piu dei vostri critici, di pareggiare con specifiche virtu te est genge sempre nuove e crescenti detrufficio che vi edemandato.

Abbiamo detio: criticii Si, perche e noto che alia Curia Romana Sono ri Volte, con tanti encomi e riconoscimenti per i suoi indiscutibili meriti, anche delle critiche. Come abbiamo accennato, questo fenomeno deriva angitutio dalla natura e dalla finalita delia Curia stessa; none mal sod dissa ita la misura dei dare, dove si traita di servire la causa di Cristo e delle anime. E che tale senomeno si pronunci, a Volta a Volta, lungo it cammino della storia ecclesiastica, e percio Splegabile e proVVidengiale; esso e stimolo alia vigilanga, richiamo ait 'osservanga, invito alla riforma, sermento alia persegione. DAbiamo accogliere te critiche, che ci circondano, con umilia, con rissessione, ed anche con riconOScenza. Roma non ha bisogno di disendersi facendosi sorda ai suggerimenti chele vengono da voci oneste, e tanto meno se queste voci sono quelle di

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53 amici e di fratelli. Alle accuse, tanto spesso infondate, dara certamenterisposta, e at Suo Onore difeSa. Ma SenZa ritrosia, Senga ritorSione, SenZapolemica. Si potra intanto oggi osservare che ii proposito di ammodernamento nelle strutture giuri diche e di approfondimento nella coscienga spirituale non solo non trova resistenga per quanto riguarda it centrodella Chiesa; la Curia Romana, ma trova la Curia stessa atraVangUardia di quella perenne riforma, di cui la Chiesa stessa, in quanto istitU-gione Umana e terrena, ha perpetUo bisogno. Ε da Roma oggi che partel'invito ali'si aggiornamento h secondo respressione usata dat Nostro venerato PredeceSSOre), cloe at persegionamento d'ogni cosa, interna ed esterna, della Chiesa; e da Roma che e partito l'annuncio dellari forma dei Codice di Diritto Canonico, delia legge Stessa cloe che Solen-nemente regge l'Urbe e I 'Orbe ecclesiastico; e da Roma che in questi ultimi cento anni e Venuto qUel goVerno regolare, indefeSSO, coerente, stimolatore che ha portato la Chiesa intera at grado non solo di espansione esteriore, che tuiti devono riconoscere, ma di sensibilita e di vitalita interiore attresi dei tesori e dei misteri, di cui Cristo l'ha arricchita. Oggi, per fortuna, San Bernardo non scriVerebbe piu te sue pagine brucianti sui mondo ecclesiastico romano, ne te loro i riformatori det secolodecimosesto. Roma papale oggi e ben altra, e, per gragia di Dio, tanto piu degna e piu Saggia e piu sania; tanto piu cosciente delia sua Voca-Zione evangelica, tanto pila impegnata nella sua missione cristiana, tanto piu desiderosa, Suscettibile, percio, di perenne rinnOVamento. Encomio per fedete, competente, devoto servietis

Questo dictamo, venerati Fratelli e figli carissimi delia Curia Romana, Con Un triplice intento: a vostro encomio, a vostra tranquillita

'encomio e doVuto appunto at sedete, at competente, at devoto Ser-Vizio che voi prestate alia Santa Sede ed al Papa, e percio anche ait 'intera Chiesa cattolica. Esecutrice delia volonta di Chi ha la responsabilita e la potesta di pascere la Chiesa di Cristo; la Curia Romana meritala stima; la fiducia, la riconoscen a della Chiesa stessa, merita la NoStra. La tranquillita pol che Noi vorremmo in ondere, in questa occaSione, alia Nostra Curia riguarda te possibili riforme che doVranno eSSere a SUO riguardo adottate. Che debbano essere introdotie nella Curia Romana alcUne riforme non e solo facile preVedere, ma e bene desiderare. Come ognUno Sa, qUeSto annOSO e compleSSo organismo net Suo riordinamento piu recente rimonia alia famosa Costiiugione Immensa aeterni Dei

dei 1I88 di Papa Sisto V: lo rigenero, con la Costiiugione Sapienti Consilio dei 1908 San Pio X: e it Codice di Diritto Canonico, net 191T, fece

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sostangialmente sua tale architettura. Sono passati molli anni; e spiegabile come tale ordinamento sia aggravato dalla sua stessa Venerabile eta,

come risenta la disparita dei suoi organi e delia sua prassi rispello alle necessita ed agit usi dei movi tempi, come senta at tempo stesso it biso-gno di semplificarsi e decentrarsi e quello di allargarsi e stilitarsi anuove fungioni. Occorreranno percio varie risorme. Saranno certamente

ponderate, Saranno allineate secondo te venerabili e ragionevoli tradigioni da un lato, secondo i bisogni dei tempi, dat Paltro. E saranno certamente fungionali e benefiche, perche non avranno altra mira che Delladi lasciar cadere clo ch'e caduco o superfluo, nelle forme e nelle norme, che regolano la Curia Romana, e di metiere in essere cio AE'e Vitale e provvido per il suo pili essicace e appropriato fungi Onamento. Sarannodalia Curia stessa formulate e promulgatet Non aVra percio timore, ad esempio, la Curia Romana, d'essere reclutata con piu larga Visionesopranagionale, ne d'eSSere educata da piu accurata preparaZione ecUmenica. Non diceva San Bernardo, gia fin dat suo tempo: si Perche non sceglierli da tutio ii mondo quelli che un giorno Muranno giudicare ilmondo interop hJ Non sara gelosa la Curia Romana di prerogative temporali d' altri tempi; ne di forme esteriori non piu idonee ad esprimeree ad imprimere veri ed alti significati religiosi; ne avara di sue sacollache, senZa ledere rordine ecclesiastico universale, oggi l 'Episcopato puo da se e localmente meglio esercitare. Ne giammai scopi e Vantaggi economici avranno peso nel SUggerire qualche riserva e qUalche accentramento da parte di organi della Santa Sede, se cio non sia richi esto dat bene deli'ordinamento ecclesiastico e dalla salute delle anime. Alta vocarione all'esemplarita di fronte alta Chiesa e al mondo E norma sacra dei Dicasteri delia Curia Romana interrogare i Vescovi e valersi det loro giudigio nella traitagione degli assari. Fra i Consultori delle sacre Congregagioni si annoverano non pochi VeScovi, provenienti da varie regioni. E Noi diremo di piu: quando it Concilio ecumenico mostrasse desiderio di Vedere associato in un certo modo e per certe questioni, in conformita alia dottrina della Chiesa e alia legge canonica, Dalche rappresentante deli Episcopato, particolarmente frai Presuli che dirigono una diocesi, at Capo supremo della Chiesa steSSa,nello studio e nella responsabilita det goVerno ecclesiaStico, non Sara si curamente la Curia Romana a farvi oppoSigione, che angi eSsa Sentira accresciuio I 'onore e Ponere dei suo sublime e indispensabile servigio,

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DOCUMENTA

55ch'e, a parte ii debito procedere dei Tribunali ecclesiastici, sia nella

Curia Romana, che nelle Diocesi, come bene Sappiamo, Specificamente amministrativo, ConsUlti Vo ed esecutivo. I a Curia Romana, ancora Una Volta, sentira cosi, in modo piu forte, la sua vocaZione alpesemplarita, in saccia alta Chiesa intera ed almondo profano. E questa l'esoriagione che Noi osiamo paternamente rivolgervi, a conclusione di queste Nostre semplici parole, che Ci sembrano far eco a quelle deli Apostolo San Paolo, precisamente rivolte alta Chiesa romana: vi La vostra sede si annungia in tutio ii mondo n.' Da tulte te parti si guarda a Roma cattolica, at Pontificato Romano, alia Curia Romana. Il dovere d'essere autenticamente cristiani e qui Som-mamente impegnati Vo. Non ricorderemmo a Vol questo dovere, Se a Nolstessi non to ricordassimo Ogni giorno. Tutio a Roma fa scuola: la lettera e lo spirito. Come si pensa, come si StUdia, come Si parta, come Sisente, come si agiSce, come si Sossre, come Si prega, come Si SerVe, Comesi ama; Ogni momento, Ogni aspello delia nostra Vita ha intorno a nolun irradiagione, che puo essere benefica, se sedete a cio che Cristo vuoleda nol; malefica, se in edele. Comunita di fede, carita, preghiem, aetione Ecco perche desideriamo che olire ii vostro specifico contributo diqualificato servigio la Nostra Curia Romana; voi tuiti, Fratelli e figli, diate a Noi, o meglio alla Chiesa, a Cristo Signore, l'offerta pregiosa dei vostro esempio: di rigoroso disinteresse e abnegagione, di religiosae sincera pieta, di amorosa accogitenga a quanti ad essa ricorrono e di premuroso Servigio. La Curia Romana non e Un corpo anonimo, insenSibile at grandi problemi spirituali, che deita leggi automaticamente; maun vivo organo sedete e docile dei Capo della Chiesa; un organo compreso delle gravi responsabilita delle sue fungioni, e pleno di riverengae di sollecitudine verso Dei Presuli che Spiritus Sanctus posuit episcopos regere Ecclesiam Dei. ' Non sta pertanto la Curia Romana unaburocragia, come a torto qualcuno la giudica, pretengiosa ed apatica, Solo canonista e ritualista, una palestra di nascoste ambigioni e di sordiantagonismi, come altri la accUSano; ma sta una vera comunita di sede

e di carita, di preghiera e di agione; di fratelli e di figli det Papa, che

Collabor agione, per servirio net suo servigio at fratelli ed ai figli della

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