Eseqvie d'Arrigo qvarto cristianissimo re di Francia, e di Navarra : celebrate in Firenze dal serenissimo don Cosimo II granduca di Toscana

발행: 1610년

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DI FRANCIA

EL Logo ventesimosi rappre laua la ratificarione di que a pace, intorno alia quale fu in cile a giudicare, o se mauiore it beneficio dei crintlanesimo , o la gloria di Clemente Ottauo , che la mosse, e laconsisto , det Cardinat di Firen e Legato Appo nolico, che la consisse,o dei Te Criniani mo, e Cattolico, che tabsentisono . Perciocche se per m ' di quesia, it Cristianesimo da tuiti que mali si vide sente. da tutu queste calamita, te quali , per lapoca concordia di que potenti mi Trincipi, irreparabiimente gli forantauano, det Pontefice dast alt/ o canto,con elernasea gloria ,sed copers it et elo e t autorita,uel Cardinaldi Firencie la lateia grata, e la prudencia , det Re Cattolico, la pieta e la giun ia , pol δmancato tigiusto titolo di guerra, abbraccio la pace, ed essendos l Cri

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malore, e per u stshe vitioris, era piis che mi reputato, e tremendo,e inscura Ῥia a nuom acquiret, si d, erro, come ingloria,spuo veracemele alsermare, che egli facceudo usicio aestumo Principe , per celo detri

pubblico beneficio. Ma non pocasi riconsceua essere sata,m i grande a-kione , la gloria di questa Citia, pes ὸ is Pontes ce , ed ii Legato, natiuidi esse , con tanta lor lori, vi ebbero si gran parte . siuento tanto piu age-uotmente fiuventua a ciasiuno, quanto che si riconsceua nesta pitturait Cisrdinat di Firen e Legato , et Cardinal Gondi, alia proeHra de quisli , e di altri oui, e degli Ambaseiadori de' Trincipi, e digrandissima nobilia Iustia nella Gies di nos a Dama in Paris la rii catameia . CIVILIs BELLI PORTAS EX LONGA HOMINUM MEMORIA v Nus CL AvDIT EXTERNO FINE M I PONENs NON SOLUM GALLIAE SED UNIVER-so TERRARUM ORBI PACEM ET SUMMAM TRAN ILLITATEM REI TITUIT.

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DI FRANCIA. HIE R conquinar Montemiliano, fortelaba importanti m di Sauoia , venne ii e Arrigo con impeto, e fur a grau de, e la deita forte a, laquale gli fece resisten a,in poch giorni cerchiὸ d assedo , tolendo piu to to terminar υ -- prese col tempo, e con la fatica, che con perico . Ida non rincorando sit pol gli assedati di potere ostare al valore di tanto Re s rLsoluerono di voler prouar la bonia, e, col darsa palligetiar si nesie braccia alia clemeuca di quesio, che si volentier perdonaua , e che,qua&Πqu a quida si riuoleua se re accellaua. MoMELIANUM PRIMO REGIS ASPECTU PERCUL. svM VOLUNTARIAM DEDITIONEM SUBIT. ERCHE la guerra vicina non vuose indugio , non prima intest ii Re Arrigo, ne ii Duca di Sauoia ventua armato persccorrer la Breycia , ch et gli si fece incontro , si che vennc

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ΑLLOBROGICO BELLO REGNI p IN Es ULTRA ARARIM ET TRANs RODANUM PROFERT.

' il palsare auanti, ma lo foret 2 a riora sit. Coὰ douunque apparaua illaindio desie sue armi, o dentro o Dori de' termini det suo Regno, infasian- temete stiva appresso it tuono desta Vittoria Era dipisto ii Re armato a vallo in procinio di predere la battasia, e la dichia raone era que .cis ventitreesima Horia, cosὶ alia victa, come Arammo de circunanti,era piaceuole, e diletiosa, per e,ὰ come lapistura con gentile a oppresentauri it primo abboccamento delRe Arrigo , con la Regina Maria, satio allis preseMῆ a digra numero in Principi e gran Signori , con pompa , apparato , e m Visceu ka reale, coi riandaua crasiuno con ta mente, con suo diletto, la nuo felicita di quel Regno, cheler la viris di quel Re,era come rinato, la conte teret et iubilo di que' popoli, ardetissimi di salutar come lor Reina que la Signora , che era Rema sum virtu, tae non ve euano lisa di verire

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nisuo Arvit aperferisne quel maritaggio , non sis per lo desiderio ivedere quel Re, ne tanto era arricchito di gloria, arris is si anche disu ce sone , ma per la I perama certa, che aueuano di veder to to risiurgere per li rami queFeroica virtu, ne attre volte ne te i addietro, dat legit-rimo congi nimento delia casia di Francia, con que a de Medici , aueua frito in quel Regno , e stultificato in tanta abbondanra. MARIAM MEDICEAM FRANCISO MAGNI DV ' EΤRvRIAE FILIAM IN MATRIMONIUM 4 SE OB EXIMIAs Eius VIRTUTES IN MAMUM REGNI DECvs ET GLORIAM CEDIT. ERCHE nium imperio, e niuna grander et e manavisi

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suno, che'conducea a tigrimare, considerando quato si ritato vicino a dissatamento e rouina , uno de pri pregiatit ori,che fale sacre reliquie, a venerato dat cristianesimo, e come Udio, per siua bonia in itasicomplacest e, dbuuiare con L pietὰ d'vn Re Criis Llianissimo, alta tela d υn barbaro Imper adore . Perchὸ vi si rap- presentava la legataione, con la quale it Re a reo domando,e ottenne dat Turco la reuocaraon diapeditio sito da quePempie stture , di tor via ilSepolcro di Cristo, bande uiar di que sacri tu hi tuiti i Religiosi e Cristiani, e con la itera rouina di que i, e tinguerne Uui memoria. Maperchὸle uter cosa pareua al r Ao det Re riparar solamente al Hano , volge insieme, con la me desima legataione proc curar beneficio, impetra do, che si culto Cristiano in Ierusalemmesiconseruasse, e a Gessiti sis se permessa in Pera residenra e Cost io. cione, Assiriguaria i stello, ὸ degna d terna fama, se si riguarda time, dat quale predono toperaratoni oemane Ar qualita , meritasomma Ade,pol che fu verace et eis d'onor di Dio,di conseruamento di coste sacre, dei beneficio det Cristianesimo, e Taua,Mameto e progresso desta Cristiana Teligion . - ione, laquale aueua leuato i Cri stiani a L eranca di m gior bene, perchὸ non pareua quasi possibile, chequest assetio res quei sacratissimi tu hi,che is mine a proc curara ne,con legacione, it construamento, una volta,quando it tempo lo consentisse , non l aues into a

tentarne, con la fretoa e con la potenet a ii conquisio, per riportareque e felicissime regioni,

is nome di colui,

in terra la Uerita, chetanto ci sub-Rima.

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SACROS A NCTUM CHRISTI sERVATORIS SEPULCRUM NEFARIO TUR CARvM REGIS IUSSU IAM IAM ABΟ-LLNDUM A v ITO EXEMPLO AB EXCIDIO VENDICAT.

UELLO auuenimento , che nervitimo Logo fu riseriato , variamente moueua si asserti astrui,perche, mentre vis viaeua Oppresentata la coronanione desta Rema,el 'iuramento fatio es Desino , goriuatanimo di ci cuno , di medere Ufelice nato di quelTeame, di considerare ilμ' , la Eloria , ela felicita di que' Principi, la reputaritone, e grande cade a Reina, venula in coimo, la magnficen a degli apparati, et glubilodi que popoli , che Uedeuano lagitare assatio lasbada a tuiti que' mali; equel Rerno potessero danneuiare, e a tuiti que' beni, che potesse Aelicitaris , apris, e Meuotis it sentiero. Ma dast altro canto era 'rappresso in uno da incomparabit tri te .cia danimo e Mn uno de a caducitὰ sichiaraua dest manegrande tae, consceuasi che quanto maggiore . la felicita e somperio, lato ptu deue temersit delfas1 tuna,copia Edosi esta di me-

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solare i trau si con o algetrerse. Apprende uasi e fandi o quato imo H- uersi i iudici de si h uomini, da quelli, Aesa Dio nesi abisso deisso cosi glio, per alcun bene, in tuito,dalno o intendere parato operciociae dasi' et-ro si consce , che quesiti ione, che secondo i giud ci, e disigni umani, Aueua essere a omento e principio dissere maggiori,contra ad uni di cors, se ivltima H quel Re esto euasi, che tanta gioia e tanta leti 1a, immantinente, era Itala occupata talpianto, la pompa degli apparati datυ-grersa, s era riuolta in apparati di tutioia fure ba in timore, e finalmFte, che tatafelicita, tama maesta, tanti preparamenti, e insigni, sὶ gene rosii pensileri,fatu a beneficio det Cristianesimo, e pro mi ares uis, ricisia vn colpo, da non pensata, e non credibilviolema di morte, tuiti in unaitimo andaro a terra. AD REGNUM ET DOMUM CONSTABILIENDAM DIVINO PENE CONSILIO PRIDIE QUAM EVITA DECEDERET MARIAM CONIUGEM REGINAM SALUTARI ET LUDOVICVM FILIUM SvMMAE SPEI PROXI MUM AGNOSCI SACRAMENTO ΛGNOSCIT.

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'L Catafalco D plantato ne a naue maritore inra las Ita colona, e la stitima, sὶ che ventua quasi in me bla alia Chies, e ilpiano di ego rileuaua dat pauimen

fi Nel med o dei sedo det Catafalco erano,da uni saccia sar me di Fracia, e di Nauarra, in due ccoli studi, e diuersi Irosti, che intorno te face uan hirtanda, Luano at fregio si debito compimento. Nel Balauntrato,in cambio di balauseri,erano geli, con candefert Ara. In ciasiun cato det Catafalco era gelio, retto da vn viticcio,che dat, coniole riuolsa-ua det Catafalco. Dat bala rato in m piguaua forma piramidale, in cima desia piramide era vn gelio maniore A tuiti gli altri a corona dei quale arriuaua sino a spito : lapiramide era tutia plena dis accole ardenti, e sὶ est e, ne sarisbe parula onasti flamma ,se te faccole, che erano per tutu i canti de a piramide, 'ra candelseri, chestortauano assai in suori, non auessero mostrata gradosamente la distra one . A Gelo det Cato eo era coperto di dono d oro, regiato di teletia paonis lacia, con drappesioni di braccato doro arricctato e pede no Tognin- torno. Nelme et o delpiano det Catafalco, era in Halto circo dato da Unibanda di drappellani di dravo nero, chependeuano sino a terra, inpinti ageb d oro,e a ' resp. Adetio rialto era tutio coperto da una costre di drappo aeoro,msolato di color me io,co fregio di teletia intorno, camato a corone,e arme reab,e ne' quattro cati erano ur di ricamo e due imprese delRe. Sopra questio, cosὶ ad bbato e coperto , posua si feretro di lapis la a-ro , pleno digigli d oro, e nesi acce,e ne canti adornato dasguami, e cornici dorate : e Ara dferetro rea Onguanciale di broccato, che alia corona Reale, messa in mό cio da o mcco, e dasio fetuo facetia litto. La riciae las de lumi, che, per tutia la chies, erano co best ordine scompartiti,abbe bua mirabilmete, e quasi Lua A L irito a uni parte dest appa Iolercto che,ostre alia piramide, erano intorno at Catafalco quattro torce, e venti q*attro Appiori pra ventatio gran candelfieri di metasio. E die tro a

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