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to iliann gio, che lo Uorro a riurarsi, e mo trὸ non eger vant gio negaguerra it puer chiare ii nimico in numero se non uanga in virtu. Oum de net quarto quadro,che era assignato a rammemorar questo fatio, e deua ii Re combattente contra Inimico, con Iordines radisito, epito sileraeua questa inserisione.
ner a con la quale te impreste sono sicure e quali co si id iosarebbono te merarie, raccolpe insieme quelpo resimito,e appresint i alle porte delia citia, quando elia is credeua abbattuto . Ter), dopo it rappresentamento dio Aia era immediatamete spressa quesi astra. Si verivano i borghi UM 3 F a saliti
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aliti per i di bauis, da tresiquadroni : datis insigne de quasi si compred , no Or guidato dat Re altro dat Conte di Suesson, Elusio dat Du
cis di Luntauilla. Da quenti due auuenimenti cosi comunii , sit ame- te sar ossientaua tigran valor di quel Priucipe che quest, ii qualeloco auat laseiato dapuoi,era come Uediato,e coiretto a co balter per D propio casto ii Celua in capo a poco tepo αa nuouo muto sis coula propria rtu, libero da ques pericolo, a saltare mimici, e rimauer vincitore.
Di egni est animi de potenti nest ebrion de rimedis inclinino ageuotmente agit entremi, per), per da ne at mal det Regno di Francia, per lo cui bene egit guerregoaua , volge ii Ree rigo finir la guerra , che tutio is produceua ol venirgener amente agiornata. Ida auendo palesto in molle maniere ii magnanimo Do p ero, eprouocatopiu voste ii nimico a battagua,trouo in quello
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DI FRANCIA. asto altra dis facitone. Pero fatio per nuoua occasione reuouo pens o ,sbando la maggior parte demuo es cito , est Suir eristi, conpochi fidati forentieri, e alcuni Francesi, siriserbo. questi in meno di due mesi, non seis fece camminar /bo leghe, ma nes cammino prese quindici terre grasse, e a molto pas, ardendolo, Hede liguanto. Esemplo chesis baste- rebbe a prauar ques Re surano Masro di guerra, indefesso ne e fatiche,snuincibile nesse battagile ,e a montrar de' uoisidati la vistis, i obbe dimara, i amore, e l ottima disii ina. siuent alto si viaeua ne esto quadro con quem dichia ἰion . CERTAMEN Hos TE DETRECTANTE REX sVBARMIs AT QUAE EX ITINERE QUINDECIMMVNITIssIMA OPPIDA CAPIT PLURI.MΛ FACIT PRAELIA PRAELII sv ICTOR AEQ AT.
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Elsettimo quadro , velua si Te, si quale combattendo colsuo esercito, disturbaua e sbar baua i nimici , per radurrea memoria qmigran conflitto, si uiso vicino a fur , quando it Re, diuis prima la sua gente in sitie quadroni, -- balte col Duca d Vmena, e con grande strage diassercito
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Ei s uente iraconsevati Re, e vittoriose, e armatosa e-ua ι entrata in Ciartes,perciscue questa Citta ammirata della gran perseuera a dilui , e HI erandosi deste proprie for e, e nou confidando, negli Branieri socors: non sentene i assedio postole, olire a d e me si, ma a questis si se a patit: la quat vittoria, Clivolle far piu mι morabile , e quesia Citta piu celebre,col cons Orsiness-tichissimo templo di quesia, Re Cristianismo e la inseriet one era quela
vore se sua virlis nesie k e, che negli assessis et ne per varias it nimico,
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issi si mariano i successi. sivest alto era dipisto nes nono quadra, oue eras urata la russa, e scriticu fito queste paro .
Ra tanti trauagii di uerre, ora tante prosterita di vitioris, flaccesesempre in Arrigo siuarto , la concreata, e perpetua se- te delia merita delia sede . piendo , che Dio,perti bocca de suoi me Faggi, s era obbligato a protectone, estute,di uitique neta merita delia sede ii cerca , e che et a guida in mansera i credenti nenterrene grandertae , che con que e s aprono ii sentiero Areterne . Onde, noauendo Cli mai tralasciato punio, da che egis era flato gridato Re, d .are tuiti quei msit, , che pote n da lienes fiente conte ca,asione, per volere , e bonia di quel , ne tutio disterne, apers te braccia alia meri-ιὰ, e delia sincerita delia sede Cattolica si chiarὶ. vigora sen7 a interponimento in tempo, a si ae Lugiis Ins,in mano desse resuescouo di Bum
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ges, comemo irauata pittura con l' intenra dei Cardinat di Borbone, aer. resue fictuo in Roano, e d altri noue Uefoui, e molli prelati, er Hiosi,siprofesso pubblicamente vero cattolico,e la nequis a Getica de te. sto, conpromessa di mandare a Clemente Ottauo Sommo Ponte ice per lacon firma, sὶ come egii fece al seuo tempo,per is Duca di Nuers,acco agnato, in nome det Clero, dat Vescouo di Asaus, e dat Decano di Parui. Leiae Uiptio allapistura queste parole.
Oblo che is reo Vuarto con la Chisa cattolica mosse ipieri. con L Lega sermo la tregua, e non meno opportunamente rfelicemente, impreste di ridurre se terre di Francia allistidie et a Reale et perche, quat cosa poteuapiu muouere te citia delre Regno s
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Regno , allobbedien a det Re, che si vedere ii Re riunito a Cristo nebus Vicario ' Sotio quat titolo pote no riti Uile citia di Francia dassa Signoria di quello, che era con grato Re Cristiani mo 2 Per e rimer que-so successe eran gurati huomini pubblici, che aueuano nesse insigne luris mὸ di Meam, desie duchee Porseans, di Be se, di Lione, e d' is, e ria conscendo , e ripigliando it cammino delia lor prima sedella, atrie relago, come a vero Signore, e come a Re Cristiani mo, ne consignauano lec hiaui. Iliae era confirmato dalia inseriet oncia.
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E MO R AB ILE e plo di moderancia d animo, e Helemen a, dat dodicesimo quadro sit Orco Ille ua , col quale si vide aperto , che ii Re, ad imita iove in Dro, voleuamontrare ii suo poter, per naudo , e ches lepi he morti- fere , e quasi iucurabili di quel RegnI , erano fitate tal voLta per nec itὰ,nou per u lia, teUtate da lui, o curate col ferro, venulato istortunita dei tempo, e ridotico in miguor grado , col pred se υ uenio di beni=nita, e di clemeu a, intendeua di riseidarte . suesto era i en- irata , che ii Re col suo e*cito tutio armato ,sece ne a Citta H Parigi , laquale non flo fus/Has Me , masten a dono , non pol iri se etto, odi turbo, mascure za, 'Nicto, Helia quale,non pure non si consentito a soldau, ma vietato rigor ame te Uu insilio , esu per me fa a nimici si- cura e onorata parten a. Per Uni curar ciasi uno d Uni timore, suris stonianissimo da Uni pensiero, e cupidita di vendetia , ogantigo , apes generosamente la sua intcn ione, tutia volta ad usere et icio di gratitudine ferso quesia ineffabit boΠta, che se rein uni sua res glis mo Dosauore te, che da graussimi pericoli molles ate miracolosemente ilaueuatratio, che per Ostimo iuueNasito mirar vitioris nessa metropoli det suo Remo ,per talman era, che in vece d essere imbrattata questa υittoria dat sangue de nimici,o de CittadiHi, sed surata da voci, e tigrime di dolore, da tigrime di Hic a, da voci licte e bm urse , ' maggiormente ab-bel ita , e,dat me talante appla se di tutio 'lpopolo, fustia pikgloriosa. vi quesio fine, sini a pure disrmas, si tra eris2bitamente ne a
Cattedraldi Parigi, per sddisfare asta vi ta di tuita la citia, e di tutiol sertato, a quest ocio , e in questa maniera prese come it post essedi quel gran Regno, da lui prima meritato , edatuli da Dio, non per onore sem-plicemente, o per proua, maper palsamento, egui-derdon delia sua
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SERVATA POTIUS QUAM EX pvGNATA LUTETIA DVM sINE CAEDE SINE DIREPTIONE EAM ARMATUS INGRE DI TVRNULLAM VICTORIS IRACUNDIAM SED PATRIS IN sE CHARITATEM EXPERITUR.
E L υedere effigiato nel tredicesimo quadro ii Re armato dicora a , e con gran pennacchio, che a gloria delia su agenerosit4, la quales eua, ne temere, ne oriare sinimico ouuaa oedere cir d na Citta legenti nimirae,ritor ua a m te , quaudo egit , auendo assediato Laon, io fece diuentar polcro de sues auuersari, auendo ratio, e volto negli amari passi di fuga, unpoderoso c-cors di gente, che vi mandaua ii Duca d mmma, onde gli assedati caduti sunt 'eranetoa, patiuitigiis renderono,e aguse desi auri, gustarono istutii delia sua clemenca,e delia sua sede . PRO