Gasparis Aloysii Oderici Genuensis ...Dissertationes et adnotationes in aliquot ineditas veterum inscriptiones et numismata. Accedunt inscriptiones et monumenta quae extant in bibliotheca monachorum Camaldulensium S. Gregorii in Monte Coelio explicat

발행: 1765년

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D. M. S.

CAESONIUS . SALVIVS . VONE MEMORIE INNOX QUI VIXIT. ANNIS. XX. M. vl. ET. HOR. III GCVI FECERUNT SUCCISSA MAIIRII MARINVS FRAII K. et

Mater, & Marinus Frater doversi leggere neIl ultima linea e manifesto , e Chiaro. Cosi in due riportate dat P. Lupi , neti' una leggesi I HAL A , in vece di THALUSA, enet altra cM EI in cambio di ET, pari mente pressio it Senator Buonarroti ce) SI ATILIA ita posto in luogo di STATILIA. E per vero dire, niente eptu facile, come it Bu arroti sudet to osservo, che iltralasciar si da un negligente Scarpellino quella traversas che forma la T. Per cio che spetia alia lettera E usat Rin cambio della F , troppo fovente s 'incontra ella nelleiscrizioni. Nel Reineso due volt e vedesii posta in una

la I per la L , come nella nostra alia quinta linea II B , in cambio di LIB. Che se ad alcuno per avventura re casse dissicolla la voce Trium lis colla F , in vece delPH, io ne ho tosto in pronio tre i scrigioni presso ilGrutero , ove la F viene adcperata in lilogo dei PH.

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aroppo di piu pol rei recarne, ove d' ait re voci addui volesti elampj ; accennero sol tanto , che la F e posta invece dei PH , nella nostra i scriZione alia parola HIEROFANTE.or potio ii potersi si curamente leggere TRIUM FALIS , noi abbiamo in questa Lapide scolpito la primavolta in marmo it Pretore Trion le, di cui altro, chene libri non s 'avea notigia , e in una piceola laminet tadi brongo stata gia det Buonarroti , e riportata dat

P. t 'elemento F, oppure Ommessa l 'aspiragione H, non so se per isbaglio della stam pa , o per incuria deli' incisore . che non saprei figurar mi esser clo stato satio avvertit amente per seguire queli' antica mani era di cuiti menalone M. Tullio se : Voluxati aurium moria rari debet oratio . diuis ego irae cum scirem ita majores oculos e se, ut nusquam , nisi in vocali aspiratione ut rentur , loquebar sis , ut Pulcror , O Cetegos , Triumpos Carthaginem diaereis . Comunque si a , questa ha for- se ii merito di conservarci Ia memoria dei primo, cheoccupasse questo posto, se pur nulla di vero hanno leConget ture da. me formate at num. VIII. Circa illem

PO , in cui vennero da Constantino isti tuiti i Pretori Trionsali , de' quali ragion pur vuole , che alcuna corsa io dica . 'Fu it Pretor Trion Ie, come abbiam detio, unode' tre creati da Constantino . Il primo ehiamossi Flaviale , it secondo Consigntiniano , it tergo Trion Ie ;Con quest 'ordine vengono registrati in una legge di C stango Q . Dalla felicita di sue vittorie, e a mantener perpetua la memoria delle medes me , vuole it Panci ro-li se , che Constantino dasse a questo Pretore la denomina ione di Trion te, e puo Consermarsi da una Ieg-ge de' tre Augusti , Cragiano, Valentiniano , e Teod sto γ , ove leggesi essere stata ilii tuita questa Pretura Bellicae felieitatis cause . Sotio Cottango , che a' treprimi Pretori due altri ne aggi se , pare , che it Trio

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fale cambiasse di rango , e dat terZo passasse ad occi pare it secondo pollo , giacche in una legge det medesimo Imperatore ca) , in primo luogo nominasi it Pre-tore' Consantiniano , ed ii tergo in Flaviale . Vuole ilGottofredo is , Che questa Pretura restasse soppressa dat Senato per qualche tempo, indi fosse restituita da Teodosio it Grande, che fra gli otio Pretori da lui creati, at Tris ale die it quinto luogo , come vcder si puo in alcune tergi di questo Principe . Del ossicio, e delle incombenete de Pretori molli hanno diffiisamente partato; veggasi ii Gottofredo nelle note alle leggi per notcitate a

XI. VII. VIRO EPULONUM . Septem piro Est ianum. Del Collegio degli Epuloni , det loro numero, de loro impleghi hanno diffusa mente pariato gi' illustratori delle Romane antichita; fra quali e da vedersi Ot-tavio Falconi eri nella spiegarione, che ei fa det Sepol crodi Cajo Cestio, e delle pitture trovate in esse , che ildotio aut ore pretende allusive ali' impi ego degli Epuloni . Quindi per non ridire, it gia da loro detio, not ro sottanto uno sba glio preso dat Κippingio e circa illempo, in cui it Collegio degli Epuloni su accresciu-to tino at numero di set te, dopo la sua prima istituZione di tre, onde ne vennero delii Triumviri. Pretende ii Rippingio , che via tale accresciment succedesse i 'anno di Roma ssi. adducendone in telli

montanga Tito Livio μγ, e Cicerone o. Ma n E l'illano , ne i 'altro de' citati autori dice citi, che i l Lippingio asserisce . Conciosiache e Tito Livio at libro 3 - , o si a at libro 3. della quarta Decade, parti della prima Creagione de i Epuloni, che su di soli tre: Romae eo primum anno Triumviri Epulon/s facti C. Lieinius Lucullus , T. Romuleius , qtii Iegem re ereandis his tulerat P. Porcius Lecea ; e cio non i anno III., masi bene net Consolato , di L. Furio Purpureone, e M. Claudio Marcello I 'anno as -; e Cicerone de soli Triumviri sacci a men Zione : Sed ut Pontis cer veteres propsertae sciorum multitudinem tres uiros Epulones esse v=

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.uerunt, cum essent ies o Numa, uι etiam illud Ludorum fistulare Sacrificium facerent , insituti . Quando illoro Collegio alimentato fosse at numero di set te h aiasai incerto; vuolsit Che L. Silia, fra molli cambiameniati fatii nella Repubblica , di questo ancora si a ltato au

tore.

eum esset initurionis Mithriacae , e di Porsrio at lib. iv. v v k p Sopra di essi era un Capo det to Pater Patrum se . Se- ω Ibp. a.c. a. xtus Albius Sex. F. . . . PATER. PAT. DEI. SOL. IN. leggiamo in Fabretti . Cost te Donne erano det te FabriInisi . Matres Saerorum . Gemina Tisulii Mater Sacrorum ii

Che apparte a una certa Claudia Ianuaria, la di cui Se-polcrale iscrigione su ritro vata net i so. nella Uilla de' bignori Conti Pelucchi , e quivi da me tra ritta.

DIS MANIB

RIA BENEDICTA SACRORUM HIC SIT A sis Τ

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Inuicti Mithrae net Grutero ca) . I Collegi Sacerdotali , come anche te Societa degli Artesci Con altro nome Collegi a ver a viiii i loro Capi, e Regolatori delii Ma seri, vedesi da un' infinito numero es 'iserietioni . Metiis

sti Maestri M. AELIUS APOLLONIUS i FABER. TIGNUARIVS

MAG. IN. FAM. PRAEF. DEC. . VIXIT. AN. LX.n Muratori sembra dubitar, qual delle due spiegarionN. da lui recate per la quarta linea debba sesu ire , se vo-glias leggere Marser in Familia Praesenti Deeuriarum, oppure Magiser in Familia c de' Fabri), Praefectus De- euriae . Qilesta stimeret essere la giusta legione. In piu Decurie essere stati divisi i Fabri vedesi in parecchie . rur p.a 3 in.f. istrigioni . della sit tima si fa menZione net Grutero b . . XIII. SUMMI . INUICTI MITRAI. Il distongo AI in vece dei AE E cosa ovvia , ed uata da gli anti-cbi . Presso gli Autori si Gentili , che Cristiani MAtra e lo stessio , che ii Sole , come ne sanno sede te si scri gioni : SOLI MITHRAE , in una gran base riserita dat Gru ero si . DEO SOLI INVICTO MITHRAE, sae ih 3 - 3 in altra iseriaione dello stesso cM ; qui vi pure con let-sm) De la Τone tere inigiali D. S. I. D . Di questo Dio , dii suo

Momam. Antiatina eulio , de' suos acris gj , parecchi hanno diffusa mento

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e it Marchese Scipione Macti sab: L'origine di questa infidisi. Aee. voce v uolsi ripetere da Persiani e he at Sole di edero ς' T 'MV. ii nome di Mithras . Per diei e Miurae antisies Ba Bitonia Templi , leggesi in una lapida Gruteriana b). cfla simi viri C, Sebbene ii nome Persano su Miar, come ci attollaaomaso Hyde se , mutato da Greci in Mithras, per renis e Hyde de Re.derne piu age vole la pronunZia : In Religionis negotio taxi ων Sol praeeipuo amellaιur MIHR . qua voce primario I guificatur amor , m feraiio, misericordis ἔ quo gaide αnomine ins nisui est Sol, qui totum orbem fovet reereatre, di quas amore co lectitur . . .. 2. Graecit autem Ditis ervi in media voce aspiratios lex , ideoque , apud eos per aspirationem eum littera 6 eonjunctam tegitur M. ec: Che i Persant adorassero ii Sole, e divini onori rendes sero a questo Planeta solio ii nome di

Mithra su comune sentimento de Gre i, e cle' Romani Scritiori . Ma contro costoro si dichiara apertamente

Le spelonche , e te grotte erano 1 inophi destinxti a sagrin κj di que ita di vinita, nelle ostremonte de quali iaculae imitaetioni de' Cristiani riti sutono da' Gentili

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ini rodotte tie' balli tempi deli' Impero, come rica vafida S. Giustino ca): Nam Mosoli . . . ita sibi inandosse tradiderunt, eum scilices accesto pane , eum grarias egisset, dixisse , Hoc es σc. . . . poeulo I HAier accepIo . . . Atque id quidem , ct in Mishrae 12 3- seriis , ut fieret, pravi Daemones imitari docuerunt. I iam panem , O poculum aquae in ejus , stat initiaraur. V

periit , quibusdam verbis addisii , omoni, aut scis s , aut discere potestis: Cosi Tertulliano et Tingit , ct is e s Dia. Θolus J quosdam: inique credentes , O fideles I as. Eripiationem de lavacro repromittit. Et si adhae t. Diat Mi- tbrae Aguat illis in frontibus milites suos , celebrat ροpanis oblationem . Et imaginem resurrectionis inducit, in iub gladio redimit corona b). Il lodato de la Tor-re cco , pretende suit' autorita di Plutarco d) , che i

Romani non ave sero , che assai tardi, it culto di questo Dio , loro molirato net tempo della guerra Controi Corsari, dat Petavio polia ranno di Roma 68 . Maquanto tardi furono i Romani ad ammettere i Sacrifi-2j Mitriaci, attret tanto tenaci furono nel conservarii, finche veniae ro da Roma sbanditi Panno di Cristo 3 8. per opera di Gracco Presetto di Roma , che gli elo-gj con cio meritossi di S. Girolamo e). XIV. IEROFANTE AECATE . Hierophantes, qui intriandos , atque initis tos ad Sacra masteria introducit, qui masieria Noptii sentat, dice ii Wandal D sottola scorta di Elichio , presso cui leggiamo Ηροφω res ,

nostro Ramento uno di coloro , che istrui va griuialas' di ne' misteri di Proserpina , che Eeate aneor m deita. Celebri fra i Gierofanti furono gli Eleusini de' quali ii primo Eumolpo rese la Carica ereditaria nella sua fami-glia, Come impariamo da Tacito, da Esichio, da Clemen te Alessandrino, ed altri autori Citati dat Meursio ae , che di questi diffusa mente parto ; Io per vero dire non ilii ita, .s- -eptra re net senti mento det Salmasio h , e det Uita, pag.8e . t quali pretendono , Che questo litoto di Gierosunta soDVira Th. Inco se proprio sol tanto , e particolare, de' ministri di Eca

Laetam

a. c. s.

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te, cosicche Ia voce Hierophanta anche senZλ l' aggiunto di Ecate , hastante mente ci dichiari un Minista o di Proserpina ; Hierophantes , dice it Salmatio, proprie diaeebatur in Deris Hecates . Piu volenti eri mi renderetal Nandat, da cui se scri t to a : Attamen , Hieropbamiae non eirea sola Eleusinia , fed eirea alia ρlura seria Deum obtinebant , plura alia enim praeter Baee fuisse norunt eruditi , ut mastiria Ma nae Matrir, Baechi , seu Dionasii . . . Herculis , Dianae, I dis, Dearum apud Aeginam, Heeates , Iovis quoque spe ille Sabazius, Isse alius fuerit. In falli se Ia larga dei nome si vo lia considerare composto da Ivος, Sacer, e da φααοῦ, o eu- do, non vi ha ragione , per cui debbansi i Gier antide terminare alia sola Ecate, e a' soli Eleusinii , ne quali Ecate avea molia parte, onde essa, e Cerere chia ma-vanii Ie Dee Eleusnie , te Grau Dee , e anche assolutinmente Ie Dee . Extremae portisus latus alteruin quod ad occasum porrigitur , Magnarum Dearum eiseu eptam iaaream conignet . Sunt vero Matuae Deae Ceres ct Profersius . I uti in risus Messeniorum exposui, dice Pausania b . Il solo ui quello esser pilo, che a' mitteri Eleusinii, e a quei d 'Ecate sottanto abbia fissato quella

voce; ma di questo monumenti vorrebbon si recare in . qualche maggior numero; Io non credo la cosa bastante mente stabilita , e i limo potersi per anco metiere indubbio . Ma passamo innangi . Oltre i Giero fanti , eran-vl le Gierofontriae: HIEROPHANTRIAE DEAE HECATE , in una iserietione presso it mandat se). Aconia Fabia PaοUna : TAUROBOLIATA HIEROPHANTRIA,

BVCULUS , o ARCHIBUCOLUS DEI LIBERI: Come

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la iserigioni ci porta a Credere , che m levi una rameta di Sacerdoti deputati alia culto det Dio Bacco, detisti Bueoli, ii di cui capo Archibuculo S'intit Olasse, c me Galli diceansi i Sacerdoti di Cibete, ed Arehieolloil primo de'medes mi . TPO MMCC BO ΚΟΛOC, ledi a) Fabr. ea p ἶ- go in Fabretti sa) , se qui Βουκολos si a Cognome , o dit φ7 ' ' veglia Bisolco, e nome lia di melliere, o itu vero lassequelli uii dei Bucoli, di Cui parti amo , non poli decide rio, che t 'iserigione nonda. altro , Che quelle due prole. Il silenetio degli autori pud darci argo mento da credere , che l'istituat One di questi Sacerdoti silccedesese ne' primi secoli det Cristiane limo . Di meli eosa e ilvoler render ragione dei perche sol sero cosi chlamati. εὶ Herod. ib. r. Se vero fosse cio , che suli' autor ita di Erodoto M, este tota di Diodoro Siculo ς trovo da pare chi asseri rit, che Io flesso fossero Bacco, e Osiride Dio degli Eglaiani,

9 per. Ep.ra. ci Parmi che da quella conghiettura non si alloniani Gisbe pag I 4. to Cupero ca)r Docet nos Porphirius b Sacrorum Mithrae participes ιι Po ph. io λ sese iatieem coeare vitros quidem leones . mulieres . . . Ieanas 4 er mi - φν nistros corvos. O Saeerdotes, qui is iisdem masteriis πατερεν voca tur aquilas, O aceipitres: Hine suspirabar in Liberi sacris, vel orgiis Baccantes O qui eorum Saerorum participes erant forte vocatos μ.Dε θ boves γ qausculas inde Arabibauculos nomen suum traxisse.

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di Elaeorum mulieres vota facienter precantur, ut ad se Deus seniat pede bubula, o Argivis Baecbus es Bosi gens r So che attre spiegazioni trat te da Milologi , p tranno darsi a queste parole; ma o ait resia, Che queglislesii che vogitono Bacco diverso da ossi ride, non nega-no , che i Sacri figi falli a queste due Divinita molto fossero tra loro somigilanti. Veggasi Paolo Iablonshi ca , che contro det Salmasio , traita dinusamente qnesta disiso mi gli anga . Un' altra Conget tura , a schiari mento diquesta voce pol rebbesi trarre da Hesichio, pres cui si hi , che Bucoli non solo diceatas i pastori di buci, ina

si animali, det ti Bueui , se pur suron ess una speeti edistinta di animali, o son angin quello un nonae , eduna denomininione a molli comune , giacche dubbioso puo sembrare ii luogo di Itachio. XVI. XV. UIRO S. F. Luindecim Uiro Saeris F eiundis. Tarquinio Superbo dopo l'aequisto da lui fatio de ' Libri Sibillini , due Sacerdoti deputo alla di loro Cristodia detri percio Duumviri , come raCconta Dio nigi d Alicarnasiis μ) . In questo numero dura rono fino ali anno di Roma 388. , Ut orche in vigor d una leggedi C. Licinio , e L. Sestio Tribuni delia Picbe accresci uti surono a dieci, Cinque Patri Ej, e Cinque Plebei, Come racconta T. Livio ce) . Una i scriaione con X. VIR. S. F. e riserita dat Grutero db; ma per quanto io λ- spetto , deve ivi leggcrs XU. VIR. ominesio uir U. Per

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