La poetica di Q. Orazio Flacco, restituita all' ordine suo e tradotta in terzine, con prefazione critica, e note

발행: 1777년

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S' Introduce cost a discorrere det Ia origin is delia tragedia, e della coinedia: det loro di. ,, verso stile et della varieta de' carat teri, e delleis agioni, attre adattate a rapprema tarsi, attre a l,, raccontarsi sui palco et dei coro , e musica te a- ,, trale: e deli' antico dramma chlamato Satiri. se Discende final mente a descrivere i varj dilat- ti, in cui sogitono cadere i Poeti, at quali perois consiglia di non pubblicar versi, se prima nonis sono passati sotto 1' occhio di un censore since- , , ro, per non far Ia ridicola figura , che fa un ver- sficatore sciocco , e baldanaoso ; e da in fine,, per avvertimento generale, che in poesia , a,, differenZa delle ait re scien Ze, Ia mediocrita dis blasime vole ; ma ad Ogni modo h studio datis colli varsi per la gloria, che reca . Questa disposietione e certamente naturalissima ; eppure per eseguiria non e stato necessario catagia re una sillaba deli' originale . E' questa, se io non m ' in ganno , una prevenetione assai favore vole per Ie mi e trasposigioni: ma cio non basta , mi corre l' obbligo di giustificarle ad una ad una, e lo faro per me2go di alcune note appiis dei testo latino . E perche considero, che mollibrameranno forse di rin contrare I' antico sito dei versi da me traflocati , per giudicar quindi, semeritavano movimento, ho pensato di facilitario ro la mani era di far cio , con accennare in mar

gine

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gine di esse testo i numeri corrispondenti allocomuni edigioni ; tantoche incontrando it letiore , per modo di e sempio , ii numero 4o8 , sara conquesta indica Zione non solo invitato ad offervarela solio posta nota corri spondente, ma attresi av- vertito, che i versi contenuti fra quel numero, e l' altro numero marginale formano net redigioni comuni ii veryo 4o8 e seguenti. Risset tendo pol, che questo libro, tal qualotrova si comune mente stam pato , h stato ptu vol- te trasportato nella nostra lingua italiana in prosa, in verso sciolio, ed in rima, mi sono credulo debitore di una nuova versione consonanteal testo ri ordinato . I 'ho falsa dunque, e l' ho fat-ta in tergine, prevalendo mi in qualche palla diquella liberta, che uso Oragio ne i darci trado t-ti dentro questa sic Isa opera i tre primi versi del-Ia odissea; e quantulaque in i si a riuscito di esse rhreve, sic che la quantita de' versi volgari, ben-chE tanto piu corti , non supera che per un tergo al P incirca quella de 'Iatini, ho voluto inter- rompere Ia noja della continuata lettura, e se-guendo l' e sempia di qualche altro Tradultore , dividere Γ opera in tre segioni . Ecco in compendio te ragioni, che mi hannomosso ad intraprendere, ed ii metodo da me te- nuto in elaguire questa , qua lunque sia si, mia fatica .

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NO i sottostritti avendo letta l 'opera dei gentilissimo

e valorosissimo Arbace Te sniano, Sig. Avvocato Pie, tro- Antonio Petrini Prenestino, intitolata et Poetica di Oragio restituita ait' ordiste suo , e tradotta in Tergine : giu- dichiamo , che ii medesimo neli' impressione di essa possa servirsi dei Nome Pastorale, e dei Insegna ii' Arcadia . Labisco Teredonio. Cimante Micenio. Polimedonte. Eutresio.

Attesa la seddelta Relagione si dὶ liceneta di pubbliearu l' indicata opera col Nome Arcadico , e coli' Inse-gna dei nostro Comune. Dato in Collegio d'Arcadia al II. dopo it X. della Neomenia di Sciroserione andante Olimp. DCXXXVIII. Anno IV. Dalla Rittoragione d'Arcadia Olimpiade XXII. Anno III. Qildo Amaringio custode Generale d Arcadia. Alesinci Latmio AtD-custode.

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ΙΝgegnosamente E stato ri ordinato, ridotio alla vera Legione , ed elegantemente trasportato in Tergine Italia ne dati' incomparabile Sig. Avvocato Pietro- Antonio Petrini Paureo Toemetto d' Oraetio Flacco deli' Arte Poetica, ch io ho douuto con sommo mio placere leggere d' ordine det Reverendissimo P. F. Tommase Agostino Rie. chini Maestro det Sacro Palaeteto Apostolico ; ed attestodi non avervi trovata e spressione alcuna , che offenda ola Fede, o i buoni coitumi ; giudico percio che possa,anai debba per utilita di tuiti gli amatori delle Belle Lettere darsi alle stampe. Dalla Biblioteca della Sapieneta ai ao. di Giugno 1 TTI. Prospera Petroni Presetro delia deita Biblioteca . IMPRIMATUR, Si videbitur Reverendissimo Patri Magistro Sacri Palatii Apostolici. F. A. Episcopus Montii Alti , ae Vice gerens. IMPRIMATUR,Fr.Thomas Augustinus Ricchinius Ordin. Praedicatorum Sacri PaIatii Apostolici Magister .

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LIBER

Smano capiti cervicem Pin or Equinam r

Iungere si velit, o varias inducere plumas ,

uti in

Undique collatis membris , ut turpiter atrum

Desinat in Piscem Mulier formosa supernὸ , spectatum admissi risum teneatis amici credite, Pisones , si tabulae fore libram

persimilem , cujus, zelut agri somnia , vanae Fingentur species, ut nec pes , nec caput uni seddatur formae victo- 1 Non ho mossi dat principio dei libro questi primi tre dici versi, perchὲ Quintiliano , scrittore di poco posteriore

ad Oragio, attesta net Iib. 8. cap.ῖ. de Orat. che erano In pri Ma parte libri de arte poetica , e perche e assai veritimile , che volendo Oraetio interessare it letiore ad apprendere lyarte poetica , incominciasse questa opera con dipingergli lata,mostruosita di un componimento mal organiZZato. Disitig Cooste

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LIBRO

D Uman capo se un Pittor volesse Di Cavallo accoppiare ii collo enorme, Sopra cui varie plume indi spargesse, E con membra qu1, e la prese un informe Corpo compisse, che sembrasse in viso Bella Donna, o ne piδ Pesce deforme eQuindi v' introducesse ali' improvviso Ove ii nuovo spetiacolo egii appressa , Benchδ amici di tui, terreste it riso Z , o Pisoni, in mia n, simile a questa Figura δ uia libro, entro cui specie Vane Quasi igni d' in sermo it Uate innesta,' E accoχEa cose discordanti , e strane ςSicchὁ dentro ii suo solle lavorto C po, e pid di una forma non rimane:

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Tictoribus, atque Poetis xuidlibet audendi semper fuit aequa potestas rScimus: Θ hanc Ceniam petimusque , damusque micissim ;Sed non ut placidis coeant immitia, non ut Serpentes avibus geminentur , tigribus agni. Natura fieret laudabile carmen, an arte ξ ΑΟ82uaesitis est : ego nec studium sine divite vena, Nec, rude quid prosit , Qideo, ingenium t alterius sic

Altera poscit opem res , O conjurar amice. Ingenium misera quia fortunarius arte 29sCredit, excludit sanos Helicone poetas Democritus, bona pars non ungues ponere cIrat , i on barbam: secreta petit loca : balnea vitat ;2 anciscetur enim pretium , nomenque Poetae Si tribus Antioris caput infanabile nunquam

4o8 Il Μenaini incomineta Ia sua poetica colla questi no , se per la poesia giovi pili Parte, o la natura z perche Rpputato la risoluetione di questo diibbio apre la strada a dii- correre deli 'arte di poetare. Non fara dunque meraviglia,che io abbia trasportati qui questi versi , tantopiu che hanno relazione col d scorso satio diangi.' as s) La opinione, ch'ebbe gia Democrito sulla questione propolia , narrasi in questi versii, i quali velagono per con- seguenza natural mente collegati cogit antecedenti.

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Non dormano entro un nido in alto amico

Tigri e agnelli , volatili e serpenti; Si disputa , egii δ ver , da tempo anticor

Se giovi a ben poetare arte , O natura Μa io Ia vena sena' arte inutii dico , Ε' inuti l ly arte , ove Ia vena δ dura: Cosi chie de una cosa ali' altra a juto ,

E amicamente in comun ben conglura.

Pure perchh Democrito ha credulo Pili fortunato deli' arte ii talento , Ne i Savj in Pindo ammettere ha Voluto sTrascuran molli tor arsi unghie , e mento , Passeggian sem pre in parte erma e segreta, Assettano de' hagni abhorrimento; Poichὶ son certi di toccar la meta Dei desiderio, ch hanno in mente ascosto , Ed acquistar nomaneta di Poeta,

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Tonsori Lὶcino commiserit: O ego larem, xui purgor bilem sub eterni temporis horam lNon alius faceret meliora poemata: vertam Hii runti est: ergo fungar .ice cotis , acutum Reddere quae ferrum valet exsors ipsa secandi, Munus , O ossicium nil scribens ipse docebo , Pnde parentur opes, quid alat, formetque poetam , . aeuid deceat, quid non , quo virtus , quὸ ferat error. Sumite materiem vestris qui scribitis aequam 38 Viribus , O mersate diu quid ferre recusent,

debba ol servarii circa la stella deli' argomento, che e it primo pata, in cui si puo inciampare.

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Se non ha sui lor capo irto, e scomposto, 'Cui non potri an ire Anticire sanare ,

Mai Licino barbiere it petiin posto; 'Ed io balordo , subito chς appare

Prima vera , la bile uso purgarmilChi di me versi potria meglio fare Ma , pol che tanto io non appreet Eo i carmi , Imiterd la cote, che tagliente Non ἡ , pur fa tagitenti , e aguχχa ly armi , E , nulla componendo , solamente

Di chi compone insignerb quat si aE I' ussicio , e ii do ver conveniente a Le sorgenti, onde 'orga poesia , Ι confini , enim cui sede ii decoro , Della virtude, e deli' error la via. o tu , che scri ver vuoi , quai san Ie loro Forete agit omeri pria chi edi , nὁ senga Lunga rissession steglier Ia voro. Se avrai poter d' ingegno , e di sapienEa

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