Sopra Dante Allighieri : discorso

발행: 1865년

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illi tillia destra punio nis ulla sinistra parte pio nil me e Moish e Giosuli comanda- nno ni Poliolo obmo, proponendo lom lainviolabile ossemugione della log J, Se non v uolo sinurrendo in struda in uia prosondo ubi so prccipitare. Seguo ii Potita:

Ahi quanto a die quat e a 8 rosa durum a seira 3elrogyia ed aspra e forte. me vel pensier riuuora in pauca IEgli h invum multi votissimo it potorei plior la nutum o in qui lii A. per cogi diro, delin prima materin ; per cib cho essendo levori, como dico it filo so, uel primo libro Delminterpreturione, note o segni dolio passioni, ovvero concutit deli 'animo, se questi sarunni di melli ed oscuri, e quelle surli di mestieri chedisse ili od oseum sinito nitros . InsoInmn, ut cunn cosa non tri,ppo bono intesti si pud mala vol monte Psplicare ; ondo non si potendonoppum uia poco in prima mutoria cons More per sis si sit, per quella privugione elio te hnatural mente compagna, non solam regionUha dstito it Poeta che molio dura cosa h il p tor esplicare quillo lla si sin, ove per quale io non intendo quillitato pum, ovvero nec idente,

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mn seruiu e natura si tangi ulu : percio bis ludisserenga che nulla propria o verit donnigioni

di quulsivoglia cosa si pono e che tieno it tuom coinc dico Porsirio, dolia forma, si prodica per usam te voci dei logicol nolla domanda data per qualequid. Il che di ede occasion ad ulcuuidi diro che la disserenga sostanetiale scisse ulla pura sc Staiam e ni mero necidente in ZZana, dolia quale opinione pare che sosse uncora Boegio. Ma cho dei ho io lare at presunto passo' laceronimi sorsu perelisi ii partur ora dolia dissereneta non puta trOppo opportuno' oppum piutiosto avendo io nul ponstero determinato discorrem e non Commetituro, come altrove miricorda aver dotis, non mi lasciero uscire δε bella occasione di inano 3 lsi come che si rit vassero multi che mi notussero di poco niuiligio per essem uscito, secondo it loro parere, ale una volta di struda, noli pero manchorantio

denti nitri, por quello cho io mi ere in , chodilotiati almeno, por non dir gioxuti, da questimi ei discorsi, quanti e quilli cho essi si siuno non li giudichorniano indegni assatio di laude :tra' quali io sporo che inreto specialmento voi, molio inlignifico od illustre sigriore, ii qualo

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lo altrui sui telio estimum: dies cui sol O giudi-Zio i Mni pili sono per lippa ruit cho di quot lodi tuiti uti ultri dotii instome: imitando in id quot poeta tragico elio soce mangiore stimudet crati Platone pho di tutio it rimanente dolΡ polo ni 'niose. Ora, venendo u quello cho milio proposio innutigi per narrare d'int artio nila specisca dissemiam, dico ossore stato par re diuiduni cho tro sieno te muniere dolio disserungo condo Aristotele, lier cili ch'egii pare chent uno siuno si tango pili che accidenti; nleununccidenti pili cho sostimete; ut cutio insommadi colat nutum, che non troppo bene si pubsti muro se necidenti ou vero sosinnae mi gio mi in nominiir si devonia. E neci, Obd questa parti ei no si a dati' empto illustruta, rugion volo, non rugionevolo ed altro disserengo cosi Niatio compionilia l' soro dolio specie a loro

sottoposte sono por cili pili si tange di quelloche si sinuo i,er la predicimione loro in quia quid, accidenti ; ma in bi anchoria nol cigno o

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innanti, porchh tu'l privi delle penno suo: nis lo

i, per cid che tutia la specio do corvi o dogli Eliopi interamento h nem, como quella deieiuni e donli Sciti h biunem littoramento ultrosi : ma te qualitis clio nogli elementi si ri-

guat mente : ma Iter lili moglio intendi amo lanatum di quolle dissereneto elio negli elementiri poste sono, sa di bisogno replicare tiario diquot lo che poco uvanti dolia muteria prima si h dotio, cioli cho per sd modestina non h corpo ma di figura, di grandoran, angi pum d ogniquantitudo e d' ni qualitudo spoglinta: omquesta mutoria in tre mi sum digiosa viciae, per parere di Aristotcle, secondo soggetis, ei Oh corpo di qualita privo; perci chd nou potendo lo quillit sili ivir in modosi me sostontamilianno bis gno dol corpo, come di fondamento loro, ii qualo dovendo a tui te te qualita solio giacoro, sa di inestiori cho no si a di quat si vo-glia d' se nntumlmonte privato. Apprcsso nil una parte di questo corpo in cnida e socca luulith congiungendos i ta l' olemento del

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in alculi tempo incorporale in nito, Ovvomun corim privo di qustii inde. ma solo considerando i ordino dolio coge o con tu i mngiua-gione questa da quella dividendo como che per Propria Iantum non Si possiiuo separare :lo qualitudi nitunque cho ni corpo, Ovvero Se- condo so et to Sopravvcngono in quanto a tui

si stanno appo tute, sono da quegli uomini domandate nccidenti, ina in quanto pol costitui se no gli olomenti pare loro cho nominarsost unge si dubitano. Cotulo su i' opiniono dialeuni d attorno ullo disserenae ; la quale ben-elth pnia molis multu e in gnosa non perdin sh contione punio punio di verith : perci oc-chh so Aristotele voleva che te disseruueto sossum tra te sostange P gli nccidenti me uno, per quai cngione non sece egli l' undoeimo predicamento che ulla scistanga e ali' accidente di morio stesse ' in cui potiato avesse te disserengo si prudet to riporro uia se Dii ne hari trovato solumento dieci, i' uno des quali hs tangiale. gli ultri tuiti accidentali, chi non velle manifestamente tuiti gli enti secondo lui

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o puro A tango o mori necidonti ossero. nhrit mundii natura ulcunn, te cui parti ossonainlisiano si sinum o nccidonti nitrosi, o composia O s inplico cho et in si sin. Orn cho tu specificho disserengo sinno sost angue non necidenti, quinei chiaramento nppare. porci oechis Oile sanno bi--gno ni compimento dolio specie, e di quelle senZiulmento si dicono, it cho non nuvieno dogli accidenti : ma cho cib siti vero, ciosi chelo spretii che disserengo si uno sostringe e non accidenti, oceovi te paroludi Aristotele, it quale, volondo dimostrare che lo disserenge non Sono, come nccidunti, net so otio, bouclid si ritr vino uelle loro specie come tu parte uel tutio, dice cogi iaci predicamento dulla sosi aDEn :u Noa conturbent autem uos 3uhs uulturum pamn tes, quae ita aliut in toto quasi tu arebiecto sint, ne forte eosum ur eo non erae aeubstuun tias eo sileri os e poco di imi : e inest aretems subfluultis et diger aliis revirore pruedicuri: it che h s 'gno espressissimo cho lo dis ronge Sono Sosinngo, porciorelth gli accidenti ovvom in niuna mutoria, oppum por sola equivoca-2ione o denominiigione, predicat quel soggettonet quale riposti sono o sonitati. E se nicvno mi die se per avusentura che 'l filmoso ha

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seponito lo disserengo dulle sonanete, quiindo ei disse noli' istosso predicamento: a Non estv autem proprium Rubstantiae hoe, sed et diffs v rentia eorum era, quae non sunt in subiecto, vult risponderet in si emo con Simplicio o Ammonio: clio it silosofo ivi disiungo lo dissoreugodullo si stringi , non gili come nec identi, inu si bono como sostonge somplici dat lo composte :le quali sole como pili note alla moltitudine di gli uomini riduco ni predicamento dulla s stlitigii : mu non pili circa cili ; ritum istino, sevi pare, ni testo. Dico it Poeta cho colostri solun is seiungia, ciOh strana o orrida, e delsornante lunae priviit n. ripiena di terribili espaventosi asset ii, cho quasi fiere bustio cisi anno st' intortio per divoraret : di pol la d mniada nspra o sorio. Por dinotare eon quuntnmnia voleZZn e pori glio di molia ossem l ani-ii in per enim ii let ne onmmitii. Sogue pot

x0londoei dure ad intendere l' impersegione ela miseria che dat mittoriale saram doriun foro di colantii granderas, chu come i' uomu, lac per quilicho tempo no sin stato in quello sordida monte brutinio, necoriosi doli'orror suo,

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lnva te oscure macchie idui vigio, vostendo ilpuro e cnndido manto delia virili, se nuvienutalom per avventum cliu gli rimembri dolsuo primi oro stato in lino, P empto tutio inquella ricordiinga di timore laedilissimo, quasi si ritruvi invituppato ancora nolla miseria chodulla tuanginagione gli h prcsentata : Ove bigi gna avvertire che nuendo tutio te passioni uel in parte sciasiiivii, o non gili lasella conoscitiva losue radici seriunto, puro che non sin proprio ildire chola Dura si si a rinnovnta uel ponsi cro,il che perb non o malamonte detis; prima pere id cho 'I poeta puli secondo la comune uSnnm regionare, di P i perelth l' unima sensitiva non si pud per Og tto nictano commovOro, buonoo malo cli' egli si sin, soneta ii moZgo des pensistro, o destia inaninagione, che vo liniit diro, che quoi talu o et to conosen. Appresso si pusidire ancora cho la mutoria rinnovi pure id lapaura nolle monti nostro, clio resondo ullii sc-

condo la prosendi ili degli senti it pili basso oultimo grado, chiunque vi nsiissa dentro it pensi ero sombra colui cho standosi sopra la cinandi uia alto monte, o in una Oscurissima e P

sondissima vallu riguardando, si sonte tutio dat copo ni piedi tremam, ravvolgendosi per la

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isti insiti quella purigliosa distaneta cho dinungi uolt ocelli si v do. Sogue ii Poeta :

Ita Natura, assottuosa madre di tutii i prertisuoi, sic me lin i 'ussere a tuiti gli animali concedulo, cosi ha dato loro uti istinio di conservnrio Piu cho sin loro possibile, it cho ultro noti h eho l'nppotito dot bono o l'nt,orrigione, per cosi diro, d 'l mulo: o siccomo nullo cosse naturali ha ril stu una doppia inclitangione,i' una u riceres re in forma propria, l' nitru a contrustare a tuiti quelli impedimenti che vi inr loro potessero tale forma, non ultri montilia dato uiri intule due sucolist, con l'una dolio quilli avendo appreso it bene, s inchina subito nil nequiAtiirio, cou l nitru si rivolgo ut contrasto di tulti quo*l' impedimenti che per uv-vcutum vi sossero : in prima d des silosofi dotta concupiscibile, tu seconda irascibile. Oru inqueste due potenge si ritrounno diversi asset ii, e primu nulla parte concupiscibile si stannotuiti quelli cho germoti uno in let per cagione det laene di id rato, ou vero det mulo suggito,

non livendo ultro rispotio a contrustare ut

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contrario suo. E colesti sono sol, porcioechis subito cho ali' appetito si appresenta ii bene, O vero od apparente cli' Mi si sin, gonem in esso una certa inclinagione di mundata amore, si

come it male produce it suo contrario cho si di manda l'Odio: quindi da quel bene amato prendol' appetito un moto per doverto nequi stare, chedesiderio si chlama, it cui contrario h Ia sum: sinat monto pol che acquisiato so lyha, u escessiori uii altro assulto cho dilet tagione si chia-ma, it cui contrario h la tristigia. Ma nolla irascibile sucolla si riuovano cinque assulti :perei occhh quando l'nni malo. cho pud disco rere, scorge uia bono dissicile nil aequi staret nasce in tui lyassotin della speranga, it cui contrario h la disperagione ; quando ni medesimo

si ossurisco mal grando, ovvero sor l'nudi cia, per cui si dispono a vincerto, ou vero it timore, dubitando cho tu suo largo a colesto sare non bastino; ma quando pol Meuia male molio grave o malii volo a spignere o gili presente, ne cogiona l'im. Con tal ordine piaeque a Burteo, non ignobile filo so, distinguere ed noveram gli utatu, coinc che diversi uomini ne abbiano diversamento partuto; ma sopri, tuiti set altri pareri place a me sommum rite

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