Opera;

발행: 1760년

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per aeter favor ito alari Lascia Ion tardi Nerone De Verginio a Galba non cor se fors per torsiri 'imperio , chesi sociati gli oster sero che fu certo. E della morte di Fontejo Capitone anche que che non pote van dolersi se ne aegna vano Stavan seneta Capit an perche Verginio otio petie 'amici zia richi amato, e non rimandato elsere accusato, attribuivano a tot dilatisto. 'esercito di opta spreZava Ordeonio Flacco suo Capitano Vecchio . otioso Heggieri , senZ autorita non atto a mane ggia soldati pacificii , non che vel furore che per latae boleta et ruffrenante iura'in cava. L 'eser cito delia Germania Bassa stet te uno eZo en 2 a Consolare Galba vi mendo Vitellio . di Vitellio Censore, e stato te volt Consolo figli uolo , he parve altasse. Que di Britannia non 'alte loci ne a furo legioni

per tuti te taetre civili tanto sincere is per eiser lon. tAn da Ii Oceano divise avveL per e spes le balint agile , a diare neti l nimico. vel 'Iniria pur quieto, henche uelle legioni, ch e sano in Italia cniam a te a Nerone , sollecitat sero per ambasceri Verginio. Maque sit eserciti ita se ontani che meg io per teneri in sede non des non 'acco et avano in sieme con loro mali

animi for Le. 'Oriente non 'era n cor modio te neva a Soria con quattro eZion Licin Mucid T D nelle os prospere , melle avveris eguai mente tam odi.

Proca cci ossi a iovane amici a te di grandi. Dato fondo a suo vere . venne in litato peri coloso. Dubitando deli ira di Claudi , et te ossitio in Asiaci tanto vicino ali esilio quanto posci ait Imperio. Dispendi , industrie, place VoleZe , arroganZa baoni , e mali modi lava ne lP Zio placeri eccessivi ne bi igni tan virtu lesue cos pubbliche oderestici e segret , ii contrario. Vassalli , parenti, colleghi si guadagno con var arti- fiet pia pote arati l 'Imperio , he averto. 'Giud ei face va guerra con re legioni Flavio Vespasiano letto da Nerone, a Galba non contrario di parte , ne 'animo avendo gli mandato Tito suo figli uolo . a servirio, e e nerario , come diro a suo luogo : credem mo edula sua grande Za , che occulta legge de fato , segni, ira coli

Giamassero ait Imperio V pasiano ei figliuoli L 'Egitta

iiij

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con te foret checlo imbrigliano stato retto da Agusto in qua da Cavali eri Romani in vece dirue cosi gli parve bene , che si eis in casa sua quella Provincia di scala

malagevole , grassa , supersti Zios . . discorde , oitabile se Iaza legge . ne magistrati Gallor lo reggeva Tiberio Ales andro di quella naetione. 'Afficaci e sue legioni

ucciso Clodio Macro , pro vato minor ignore , si contentava 'ogni Principe Le due Mauritanie , Reaeia Norico , Tracta , era 'altre Provincie , Iette a Procuratori , mavano is dia vano que ches loro piti vicini ,

Potenti fercit , quasi per male appiccaticcio. Quelle senia ferciti, e principalmente Italia , eran Pronte a servire . e arsi a chi vincessse per premio della guerra. In tale stato erano e cos Romane elle Calende di Gennajo, che Sergio Galba a se conda volt , e Tito

Vinio ent raro Consoli, anno ultimo amor , e pocomen alia Repubblica Pochi torni appressis , venne avulso da Pompe Propinquo Procuratore in Flandra chel legioni in Germania di sopra senta rispello a giuramento , hie de vano altro Imper2dore , a cella per parermen ri belles dei Senato , e Popo Romano Queito fece a Galba solle citarei logia co suo consultato pensi ero, 'ad Ottar uti successore. Ne 'alito in que me si per Roma si ragio no , per essere a tali co se te lingueiciolte e Galba di troppa et ara ochi con se nno . ne amore aliubblico, molli per disegni proprii ; quest ,

que id amico , o dependente , octavano , he succede rebbera e ancora per abbassare T. Vinio, che quanto in Poten Za . tanto in odio iesceva. Perchecla appocaggine di Galba accende vaci 'ingor digia de favoriti posti nai gran fortuna : essendo it a fare appressis Principede bole leggieri, di ioco ischi , e di grZ guadagno.Υ. Vinio Consolo, e Corneli Lacone refello de Pre tori , guid avario ogniciosa me meri favor ito era Icelo liberto di Galba , cheali diem anello deli oro . e chiR-

tre a suo fini: in questa tu importante dello eleg gersuccessore era divisi in due. Vinio voleva Otone Lacone , e Icelo conventuano ne non voler costui non

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LIBRO PRIMO . s

polo , he nulla tace , che Vinio voleva rura urita sua ἐgliuola edova cotone mogliato : quinci rara' amici Ei credo cherat 'increscesse delia Repubblica . inua no a Nerone liberata me cadesse in Otone . stato an- c. ullo male allevato gio vane sidcciato , grato percla conformita elle libidini a Nerone : che percio appresso lui come a consipevole delle sue disonesta , di posito op- Pea Sabina sua meretrice 'n' a che ac classe Ottavia sua moglie . posci per gelosia ella irae desima lo mando solio spe Ele di govem in Portogallo Coverno dolce mente , e fuci primo a passare alia parte di Galba mons et teri e mentre a guerra duro , compiari lo iusplendido vennegli speran et subitana di far ad otiaree crescevagii Ognidici favori vaniora tu de soldati , ae lacorte di Nerone . come a tui simile. 'avviso de sollevamento in Germanic henche di Vitellio non ci solis di certo an cor nulla , mis Galba in gran pensi ero , vequella soleta 'a veste a gittare De non confidandosi nulla siessa mili zia Romana , pens di creare ii successsis recli che stimava unico rimedi e chiam aliis It re a Vinio e Lacone , Mario Celso letto Consolo Ducenio Gemino relatio di Roma, e de ite poche parole delia suave cchre et , si fece venire Pisone Liciniano Placesse glicii suggetto , o spintovi, come dicunt vo glion O . da L Rcone, satio si di est Pisone amico traitando seco in diu Ru helii Plauto Ma 'in finge va ad arte di no conoscere :

' buo nome di Pisone agglugneva sede a consigito. Nato era Pisone di Marco Crasso . e Scriboni : sanguinobilissimi di volt , e gesti gravi e antichici se condo ibuoni estimatori severo . hi voleva di male , i dice ab urbero. Per queste qualita ii popolo ne te me vara ali ad otiante iace va. Pre solo ad unque Galba per mano, dico no che gli parto in questa senteneta Se o privavatoti ad Ottasti per a legge curiata di nanet a Pon- Utefici, comera' usa rebbe e orrevole a me it, et teres, in casa iacia progenie di Pompe . erat M. Crasso , ea glorioso a te I'aggiugnere alia tua nobiliade era Sulpi Eli

a e lautaeti splendori Ora io per graeti dest Iddit, ide,

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a gli omini latio imper adore , ossis da belli Indis, Ei di tua bonia de is dati amore alia patria, quel am s perio ehes nostri passati combatteano con armi, da rite sacon qui stato per guerra a porgo in pace r imitando ilsa divino Agusto , che fece secondo a se Marcello figli uolo Udella inrella pol Agrippa genero indici figliuoli dellavo gliuola , in ultimo Tiberio figliastro Ma Agusto cercos, di successore in casa sua Gomella Repubblica . non pero mancarini parenti, O amici in guerra : a perche io hos , t 'Imperio non con male arti procacciato segnos, deli animo mi si ii posporre a te non pure i mi eis, congiunt , mari tuo i. I frate tu, nobile come se o tu , maggior di te , de gno di questa fortuna , se tus, non ne suis piu degno. Tu χ' 'un et a mori de furoris, giovenili risi vita che in sino a ora non vi a che ris, prendere' tu ni fin Ora avula fortuna avversa les, prosperita scuo pro pium magagne et I animo ,s, perche o corrompono miseri si omeristono.ssTu manterra CO Te prima tu se de , a liberta , 'ami- , , cigia, viri iura ne neu uomo in gli altri con, t 'adularii ea uaster anno Assatirannoti e lusing he, e, , interesse di ci a schediano veleno pestimo de veros, amore. Me i ci Duelli amo qui ora sincera mente r,, mariti altri alia nostra fortuna avellano, omnin,, not. Riti rare ii Principe a dovere cosa duraci mas, i adulario , sera Ea fatica Se questo immenso Imperio,, si potesse senZa una reggente mano tener bilanciato, ,, da hi pote a me glio com inciar la Repubblica che das, me jacia cosa, ora a termine . he a Popo Ros,mano non pu far me glio ne a mi vecchie et , ches, lasciar gli uri buo successore , ne a tua iovanera ,, che esse riuo Principe Sotio Tiberio, Gajo, e Clau

,,dio no i summo quasi et aggio 'una famiglia. iaci Mora peti di libertara' aver cominciat ad effer eletii. M Spente te linee de mi ut de Claud l 'adozione scerta, , t mi gliore perche 'esse nato di Principe dono di forti ma ne tu olire si considera : ad 'eletione deli

, ad otiare libera 'l iudietio di molli insegna benes, eleg gere specchiati in Nerone per molia seguenta di

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o Cesari onfio, lo cui glogo , non Vindice , conladi sar- γ mata Provincia , non io , con una legione macia suas bestialita e Iussuria cistos te a collo is fuci primo Principe sententiato. No eleti in guerra da buonio estimatori, larem otii mi , enche invidiaticiis tu nons ti dei perderi 'animo se due legioni in questo tran busto a de mon do , non si quietano per ancora anch'io ebbi arche fare come 'udira che tu si ad otiato , finita ila dire chesio sono ecchio dilatio solo appost omi. Neronexa sara desiderato sem pre da pessimi ; fac clamo si , tu ed io ch e non si anche desiderato da buoni. Non, or

compluto, seriora bene cietto. uoi tu procede bene, Me non male t Guarda uello che sotto altro Principes tu vor resti, o noci questa 8 a regola brevissim . ea capacissima : ei che questo non Regno , comes, ne ii 'altre genti . ove una casa sem pre adrona, e tuti gli altri son servici a tu eo mandera a uomini che non posson osse ire ne tuti servitu , ne uitas, liberta cc Tali co se a Pisone dic eva Galba fac en doleo me Principe . e ultri gli paria vano come a latio.

Dicon che essendo volt in tui tuti gli occhi . segnoverun di turbamento , ne 'allegre et non fece : par oleat adre e Imperadore Iiverenti di se moderate non muto acci , ne gesti quasi tu potesse chevolesse imperare. Consulto si se fuste a dotiar in Io in ring hier . o in Senato , o in Campo e piaeque in Campo per far quest 'onore a soldati cui favore per danari . e pratiche , malvagia mente 'ac qui sta rma per uone arti non si de dispregiare. I popolostava in torno a Palagio , non vendo parien 2 che ilgra segreto scisse , em' accresceva la fama coloro chedi spe gneri . con poco se nno , procuravano Que didieci di Gennajo , orrenda pioggia , tuo ni , laeti , em inacce da telo , non attennero Galba 'encheali

antichi in cota di non creas ero magistratio ali ite in

Campo , preetando tali os . o come di fortuna : operche non si fugge , benche ostrato , i destino. Paricia quella adunana breve da Imper adore di a Cho

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de colo acer i sollevamento maggiore , disse et is Lear legioni Quarta, elicioltesima soddotte a pochi nona esse pastate olire alle paro te, e learida e tostos, sarieno tornate a segno. os lacco , e senZa promet ter donativo par loci nondimen i Tribuni, Centurioni , e soldati . heali eran pres , liciis posero alle grandosi ali altri lac quero attoniti, edendo si ave per-clutomella guerra i donativo , dive nuto orma debito ancormella pace. Certo che con ogni poco di liberalita si arebbe o cari ecchio uada gnato que glianimi. Nocque glici rigore antico la troppa severita insopportabile a dira 'oggi. Fecero pol te parole in Se. Dato Galba non tu Iunghe, ne belle che a soldatici Pisone amore voti auevaria grakia de Padri r dimoti . viscerata di hi non I'arebbe voluto , lepida ei tu si tommetieano per proprii fini senZa amor pub-hlico. Ne quattro torni cor dati adoetione alia morte, Pisone altro non fece , ne disse in pubblico. Rinforxando gli avulsi ogni di deli e sercito di Germania ri bellato : ed essendo a Citta pronia a crede te leno velle . massima mente male parve a Padri da mandarvi Ambasci adorici rati ossi in segreto, se fuisse bene

che anche Pisone vi andasse , per tu ri putu Zione rappresentando essi 'Autor ita de Senato eglicia Cesarea Maeliaci e volevano che gli fac est e compίignia Lacone , prelatio de Pla torio. Prione contraddisse : Galba in cui rimis it en cito Io eleggere gli Amba λci adori, eo gran leggere et ne nomino scus , scam-hio , se condo ne si racco mundavano 'andare , o rimanere per timore, o speris nZa. Vennesi a I modo dei prouue de danari , e tutio sottili Zato rat iussi usto parve ritrar-I onde venia a stret teta. Cm quant ac inque milione 'oro ave va Nerone par nazato in donare. Cito gn' uno a renderi lasciando loro dieci per cento chetanti loro non 'era rimas , avendo dissipat i loro

e uel 'altri , e dato fondo a stabili , e mobili Haia

ciatos i tu rapaci, e Pessimi , ii tamenti soli da

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esercita vi et j. Trent Cavali eri Romani ne furon attitisco litori ficio uouo , e di molio aggravio , per I 'embirione, e tan numero. Eilendo per ut tacia Citta venditori, isseritori , ali In canto una sola allegre 1 avi V ea , che non er no me poveri a cui NeroneaVea donato , he a cui tollo Furo cassi in que dialc uni Tribuni, due Antoni , auro , e Nasone retoriani . milio Pacele elle coorti di Roma , mi ullo Frontone elle uardi di noti non furono sem

pio gli altri , a principio di aura di non est e sos.

petii tuiti, e a poco a poco dcciari. Otone aliora,che non pote va perare ella quiete , a tutio et

Sarbustio , avea tolle pastioni : speta grave no a unPrincipe , overta intollerabile anche a privato, ira con alba , invidia a Pilone : e tacevasi , per tu pugnersi,

queste aure Essere stato a Nerone molio nojoso non poterat ut peltare che Orto gallo, o altro So- γγ verno ricuopia suo si glio : avor em pre chi regna Uin odio , e sospello it tu vicino a succedere : aver-Hgli id noctui co Principe vecchio ; e pia i fa- rebbe colis iovane atroce, e per lungo si glio ac-xacdnito. Pu essere ton uectio : Hogna metiet sis a vventu rarsi , ora che 'autor ita di lba cade, e di Pisone non asso data. Fanno e gran dii egnis, te muta Elonici e non da ba dare vera ponatu tisarovina , che la temerita. Do ver tuti egulit mente M per natura mori re distinguerci ne 'futuri iecolici 'o soblivione , e la gloria is do vendo an darne i buo nodi, come ii reo mi morire per qualch cosa damomo pi cor aggio . Non In tone tenero 'animio

come di corpo da filo liberti, e principali chia vi , avvexi dissoluti olire Et modo elle cale private. gli et det to che a corte di Nerone , te pompe , gliadulterii me noete ali altri gusti a grandi onde eglier avido , occher ebbero a lui , se a Vesti cor aggio C dor mendo altro per squadri dicilesterili promet te an in queli anno uri gran hiar ore gli stro- Iaghi gente bustarda a grandi , falsa a chi te crede cui a Citta nostra sem pre 1etera , e terra Poppea ini esset ne ave tenui molli , he furo pessimo str

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mento elle sue o Ze o Principe. olo meo tra glial tri , ii quale ac compagnando tone in spagna glipredisse che Nerone mori ebbe prima di uici come se-gui inde Venuto in sede . e gia per a vecchie et di Galba , e iovenili 'Otone conge iturandosi . e spat-gendo si , gli fece credere che 'Imperio arebbe suo it che tone pigilava come per rive lata scient di suo fato : per natura deli umano in gegno , che volentieri presta sede a suo pro alle cola dubbi : e Tolo meo losti molis a scelerato esset to ora triuzil il desiderio,

pic colo passo. Incerto, , se ii pensi ero et tradimento gli ven ne allor ben si era procacciat i favor de soldati , o per speran et di successione , o per appare cchi di scelerate et a In cum mino , in Crdinan- et , in guardie , hi amando i tu ecchi per nomeri erico me gi soldati di Nerone, appellandoli suo compa-gnici quale rico noscendo , qud dom3ndando, e di moneta di favore jutando sp est o di Galba par lavamale , o dubbio , e con altri modi a id atti liciosse vava. I faticosi cammini, scar si viveri, rigidi comandati erano

presi alia peggiori essendo in ambio de las hi di Terra

rene , Alpi , e Viaggi seneta fine. I gia in cati animi de soldati tu in fiammo Mevio Pudente, intrinsecodi Tigellino Q quale adescando i tu leggieri di cer- vel loci abbruciati di danari precipito si a galbugii,

ven ne a tale , he gni Volia che tone convitava

Galba , alia coorte sua di suardia ava forini due eme et o 'oro per uno , come per everaggio Q quale quasi pubblico donativo occresceva Otone con aggior mancia in segreto a cor Iompere res tanto animo, che Cocce Procolo labar diere litigando de confinico vicino . compero . e dondgli tutio ii podere : per halor daggine et referto , cui eran pari mente ignoto te os publiche, e 'occulte Capo della conglura fece Onomasto liberto res quale vi tiro Barbio Procolo , ched avari nome alla guardi Veturio Sergente in quella Gesaminodici e tro vatili astuti , e fieri, anari assai

loro dono, e promis , e lasci, perche tentassero altri.

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LIBRO PRIMO. Is

Due di datelli tollero a trava lare 'Imperi Romano e' trava faro dilegno toto dissero a pochi ali altri sollevando , e pugnendo con 3rti Vari soldati principali coit 'ester a ios petio per i benefici di infidio:

gli altri concia collor a de tanto pro lungat , e disperato donativo alcunt con a memoria di Nerone, e desiderio di quella licen Ea tuit con to pavento deli aver' a mura nailizia. Questo morbo 'appicco ancora

a sol dati nosti , e de gli a juti oiche si sepse per

tutio , eser cito di et mania esse di dubbia sede. Est pronii fur ono a levare in capo i corrottici ci buonia laiciarii fare che alli quattordici di Gennajo , Ornando tone a cena, furori per levari di pelo mai pericoli della noti soldati alloggiati per tutia Roma i potet male uelli ubriachi acco id arsene , liIitenneroci non per carita della Repubblica , cui essi digitini traitavano di macchia col sangue de proprio Principe ; ma acci pretentando a bujo u altro 'soldati di Pannonia , o di Germania . non usse letto in ambio 'Otone. Di questa sediaione scoppiarono molli indiχ fur ono oppretii a consa pe voti

Galba ne per vennero at cunici e Lacone Generale, tutio

at vj degli animi de soldati, nimico 'ogni consi-glio non suo , benche uon , aparbio contrari ius aggi, gli ta vanire. Alli quindici di Genna j o agrificando Galba inanti a tempto 'Appolline , Umbricio

indovino vi conobbe male interiora , vicino tradimento , nimico in casa , a scoliante tone civi pretente

e allegrante si , he tutio fac eva per lui. Poco stet te venire nomasto a dirgli che 'architetto , est apo maestri l 'aspellavano Voleva dire , se condo 'erano inde itati , he i soldati , e tu ita a conglura era inpunt egi disse quivi , he comperava at cune caseve cchi , e per id vole farte edere appoggiato a colui passo per ala Tiberio a Velabro cindi at Migliod'Oro, otio it templo di Saturno. Ove i salutarono Imper adore ventiti alabardieri lui de poco numero paventatori levano in sedi ratii con te puniebasse et per a via 'ac compagnano circa ait retianti

de quali chiriam fati , hi stupisce chi arida, chi

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Qua inaci chi taceri per tenere da chi vincesse Giulio Mat Ziale Tribuno non si osse de Campo alia sua guardia per o subitano caso tem esse non osse tutiori Campo corrotto . e 'esserui , se si opponeva,

amni a Zato : on de fu credulo consa pevole Ancora glialta Tribuni , e Centurioni lante potero Bil onesto incerto Ia pessima scelerate Ea presente , arditaeda ochi Voluta a molli, patita duo ulti. Attendendo Galba di tutio at vj , a sagrificate , e assatticare gi Id dii deli Imperio ormai 'ultri, senti io more che a furia era portato ne Campo uri Senatorem polcia che eglier a tone Cori eva Roma da gni banda a dirgii chi tu de vero, hi eno, adulandolo pur ancora. Falto consi glio , fu i soluto che si tentasse 'animo delia coorte che vardava ii Palagio : non a Galba , per serbare ali ultimo Ia lomma autorita da Pisone , ii quale chiam utili di nuneti alle scale disse Moggi mi esto torno , compagni mi ei che io fuia fati Cesare . seneta apere quel che ovesse eguire sane se a nome da bra marcius se , o da temere hevicio si roviria , o ventura di dis nostra , o dellas, Repubblica . in vo stara non Io dico per me , ches nutrito elle os uvverse , o bene chel prosperex corrono non men pericoli di mi Padre , e

x, mi ad otiato pure va Iove dato che opo Galba non, ci fulle agio di guerra. Non mi do vant di no sibilia . ne di modestia: che non deo venire in bilan- ,scio te virili co leti 'Otone , de quali soli si gloria , e ovina Ion 'Imperio insin quando era amico deli's, Impelladore. Quelle veste , queli an satura , quellim, ornamenti da feminina meritano Imperi 'ingannas, chimo sciat acquatore liene per liberale et a gittar

, perio , onde Sti solo rassa placeri e sol lazici glial tri

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