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s, altri tuti rossori , e infami perci ocche Imperio, male acqui itato ma ni uno set cito con boni ade. IIs, consens de mondo M Cesare Galba me Galbas, col vostro Se a Repubblica Senato , ' Po- , polo ci son per niente ; occa a VO , o compagni , pro uve dei che Imper adore non si fac cia da scelerati.s, Esser si levate legioni contro at lo Capitano , ' udis, io ma a sede, e la fama vostra sono in sino a oggii, seri Ea macchia. Ne vo abban donaste Neroneci mas egi voi Meno dici renta ruffatori , e traditori ches, ni uno comporterebbe che 'eleg gessero Centurione ,sooribuno, asse gner anno io Imperio ram metteretes, vo questo sempio ' aret concio starve ne , i pecca moto comunera Imparer anno aut bellarsici vas alii , e sos,pra di no posera ilieri colo de tradimenti, sopradis, voi quel deli guerre. Ne tu si dona ali ucciditore delf, Principe , he ait 'innocente il donativo che vi, farebbe altri per a scelerate Ea , vi seremo no pers, ta ede. ς Gli alabardieri brancaron agit altri delia coorte non dispi acque ii pari adore come ne gar-bugii si a , mettonsi in arme per timore , e uon ne per ancoraci a pol fu credulo per infinia , ed in ganno. Fu mandato Mario Celso a fer mare gli letti deli e ser cito 'Iuiri attendati ella loggia di Vipsanio De Amulio Sereno, e Domi Eio Sabino di Prime file , a chiam arda templo della Liberta i soldati di Germania Delia Iegio di mare non si fidava , odi an dolo per que che
Galba ne ave va a prima iunia agitati a peZi. an non in Campo Cerio Severo , Subrio Deitro, Pompeo Longino Tribuni de Pretoriani per ede di ornaret' incominciata solleva Σione per ancora non agit arda. Volt an a Subrio , e Cerio con te minacce et tono Longino te mani addosso, e dis armant : perche non come soldato , a come amico di Galba era tenuiose dele a Principe ; per pi sospetio a sollevati. o Pretoriani a legio di mare corre a conglugnersi gli letti di Schthvonia , o lanci otii caccia via Celso ri Germani di corpi ancora inferna , e placati 'animi perche alba covatili mal conci a mare tornando Tomo Se condo. B
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d'Alessandria , ove Neronem mando mi faceva curarcon molia sone citudine , a tentennarono Gia empi evat Palagio ut tacia plebe , e schiavi me scolati gri dando come quando ne cerchio , o ne loeatro si hiede qualch gi uoco Muoja Otone, accin i congi urati
non perri iudicio , ne volontari acche i contrario gri dato pol lo est o di , a per sit , e uno applaudere a quat si Oglia Principe. In linto Galba si stava tradu contrari consigit. Tito Vinio odava , ii tener siam casa di fenderia concli sthiavi , fortificare te porte i non in contrare gli ad irati : da tempora rei a pen--tir si , a buoni a confer marsi Le scelerate Te mari, furia me uone delibera et ioni tempo. 'asFrontare a se pur a bene , stare a post sua riti rarsi, 'al-Mtrui cc A tuiti gli altri par eva da solle citare : alia conglura an cor di pochi , e de bole agitur a rada.
,, Perderebbesi 'animo ancora Otone , che ascosa mentes partito si , condotio fra non conlape voti de trutta x, loci ora ali inresoluZione e villa di hi perde ten)ογpo, rigliera uore a fare ii Principe. Non oversis, lasciarii accomodare ii Campo , pigliar a piazaris,entrare in Campido glio in fu gli occhi a Galba , mentre it valente Imper adore co suo prodi amici si, chiudera in casa molt bene . per regger 'assedio. , grande juto gli claranno li schia vi , se ii consenso , e V primo de gno , he a gran foret , di tanta, , moltitudine si affredda Villa non est e sicura , do- ,, versi , se mori si de , a fronta it peri colo : cici
Vinio replico : Laconeci minacci, stimo lato da Icelo, che per et a privata uastava it en ubblico Galbasen Ea indugio 'atten ne a consigito tu onore vole mandato per innan et Pisone a Campo , come gio vane di gran nome , di novello favore , nimico di Vinio , o fosse ero , come tu si crede va , o perche cosi lobram assero gli ad irati Appena era suo di casu Pisone che sci voce confusa , che Otone in Campo era statoucciso uic uni affer mavan come elle gran bugies di edula . e 'esserui interve nuti credendo 'uom quello chera caro , o nonali preme molli queste
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false rida diceano strat agemma elli toniani glain ordine, perch Galba uicisse voti. Aliora non purei popolo , e a plebe ignorante , maci Cavalieri , e Senatori quasi tuti folle ggiano , per naostrare a Galba allegre et , e more. Rouinano come si euri te porte delPalagio per enitate , e fargii si edere , dolendo chealtri prima di loro aves et alta a vende ita plu
e pia feroci r ni uno i fatio sape va, gn' uno Passer mava. Di muniera che Galba per non aper i vero e vini dati errore di tanti, si is it cor satello non potendo stare , ecchio e de bole , in quella calca fu levato in seggiola Riscontrando lo in Palagio tutio Attico alabardi et e grido , Con questa spada lam ostro sanguinosa ucciso tone. 1 e Galba lui Compagno . hi te 'ha comandato si era a frena te licenre soldate sche animos di minacce non auros e da lusing he non corrotto. In Campo ia era tuti risoluti si accesi , he non contenti 'aver circondato tone, to Osero in i alto in me Zo a tuite 'in segne , e bandiere , ove era stata
I statua 'oro di Galba. Ne tibiani , ne Centurioni pote ano ac costar glisi volendo i privati soldati uar clario anche da loro superiori. Era gni cosa pleno di
mi : me navant da tone : deitavangli ii iuramento ora a sol dati 'imper adore ora loro a tui racisco mandavano. Ne mancava est di stende te mani. adora quella turba , lancia baci , far o schi avo per esse fatio adtone. Quando tu ita a legion dimare ebbe iurato , parendo gli averne u Ono da accendere tuiti in sieme que che egli avea riscat dati dispers : in angi alia trincea cos com inclo Cheor personaggio io mi acci qui, compagni iei, non
viso Privato non mi Oglio dire , avendo mi vo nox minato Principe : e Principe non sono , ve altri
eo manda. o ancora non avre te nome certo , 'entre
ar non si sapra se vo tenete in Campo I 'Imper adore
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M pure i nimico de Popo Romano. Udit vo .
di come si chesta a mi morte . ' vostro astigo is, Set vo chiari che vo emo abbiam a campare ,s o morire in si eme fors Galba cera 'lia iurat . si di vano Q oiche agito a peeti a proposito ante mi-α gliaja di soldati innocentissimi. Mi si arricciano is, capelli a ricordar mi di quella orrenda ent rata , es sola vittoria di Galba quando que ' ove relli dati si varacco mandati si , rice vult in ede, volt decimare suo, gli occhi della Citta. Con tale agurio entrato in a Roma, che gloria porto at Principato, se non 'as, ver uccisi Obultronio Sabino , Cornelio Marcello ina Ispagna , Vettio Chilone in Gallia Fonte Capitoneo in Germania , Clodio Macro in Affrica . Cingonio in Iovi aggio, Turpiliano in Roma , infidio in Campo γ Quul provincia, qua Campo non a gli in sangui-
dia retto Z erche egli chiam rimed que che gli altris: scelerate et et e con falsi nomi appella severitaria crudia deliaci parsimoniaci 'avaritia : disciplina i vostri sup - σα plari e liraggi. In questi se ite me pol che Nerones o morto , a gia tu rubato Icelo , he 'olici et . di Elio . e Vatinio non agana rono. Vinio est , sebo susse stat Imper adore , non pote varanda plura roba dididit uit 'vomo ira i comanda come suo i, strapaza come, furbi e strant. Di sua casa sola uocitar si ii donativo,brin sacci atovi gni di , e dato non mai. E perche non, si per ne anche ne successore , Galba 'ha chia, malo ali es glio uno avaro, e fantastico a pardi, tui. Ved est . compagni, anche t 'Iddit con quella ,, grossa tempesta aborrire a cingarata ad orione. Il,, Senato Popo Romano sono de me desimo anis, o Sen Zara vostra virili non si pud fare uoni, consigi prendo foret da voi , e senta votis gni im-s, pres , en che nobile nulla. Non vi chiam as, battaglia , ne a peri colo Iuttici soldati son per no i , e quella sola guardia di alogi , he e in toga mon, di fende mica Galba lo ci serba. Quando ella vidi, edra , quiando io te dard ii segno , contendere te, , solo a chi piu 'es alti Non date tempo a uel
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s, eons glio he non si pud lo dare se non e sequito. Tosto fece apri r 'armei iam furon 'armi senZ ordine , o modo di milietia rapit , non date a pretoriani , o legionarii te proprie per rico noster si Con elli me scolatigii ajut petrie me desime celate , e cudi Non Tribuno, Centurione fortava ci astu glida va , e pro navas stesso il edet i uoni addolorati . tu che altro accende vaci pessimi Pilone a furibondo cresce delia seditione , e alle voci illa nanti no a Roma paventato , agglunse Galba vicino a foro torno Mario Celso con male uoue Chi Consi gli avara ornare in Palagio chi salue a Campi doglio , altri pigii arcia in ghie Ia , ada tri bastava contraddire is, come ne cattivi partiti AVViene , quello par eva octimo che non era tu a
tempo. Dice che Lacone ratio seneta saput di Galbad 'uccidero. Vinio , o et ad dolcirem sol dat con a pena di tu , o per te de che egli 'intende si conotone , o pur per odio. Riten ne loci tempo, ' lao-go Mettendo mano a sangue , mal si pote v fern3are , e bisogno pensar ad altio , venendo sempresse g-gior avulsi fuggendo molli , disco stando tulti . heprima ostrarono tanta sed , e cor aggio Galba eraabbur altato qua e a se condo che la turba on deggiava. Palagi, e tem p pleni con vista lagri me vole iuva nota plebe , ' popolo attoniti , ammuto liti , in ore cchia gni strepito : non 'era tumulto , non quiete silenetio quale iselle gran aure, e ire Nondimeno essendo etto a tone hecia plebe 'armava fece correre a riparare alueri colo. V anno i soldati Romani quasi avessero a acci a Vologese , o Pacoro deli antico trono Arsacido non agitat a peetici loro Imperaedore ditarniato e vecchio : a plebe barasti an il Senato calpe stan con minacciose armi , feroci, a
corsa di cavalli si pingono ne foro oenza riguar-dar a Campido glio , a religio di templi , a maesta di Principi pastat , e futuri , commisero 'eccesso che qua-lunque succede gastiga. Ved ut appressu te si 'armate schi ere, I 'alfiere delia coorte che accompagnava Galba
dico no che fu Atilio Vergiliones tiro iura' emgie diesso, e la bat te in tetra A que segno tutini soldati si
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a chira pensava , voltate te punte Galba press a fonte CurZio , remando te ambe a portatori delia seg-giola, gittat per terra , e volto lato lora 'ultime sue pa-xole , hici' odio disse che furono Che hocio fatio s. I donativo verra tra ochi dira vi supplico di questodi tempo chira' ammiro , e i tu , o glion che egliporgesse a gola alii ucciditori , dicendo , , he nissa cessero , ferisse rora se os Pareva bene per a Repub-ο3blica. Non attes ero uel dic esse , non chiar chil'uccidesse : at cuni dico no TerenZio vocat . altri Lecanio , i tu , he Camurio , sol dato delia legione Quindicesima, o canno gli altri gli minu Earono bracci , e ambo perche 1 busto era armato alquale , in tronco , ira ron bestiali colpi, e molli Assal sero . Vinio di cui ancora si dubita se per las aura gli casto ii fiato, o pur rido: non esse da tone sola sua morte stata commessa facesse glie P dire lepaura confessast e , come sciente delia conglura lavit e fama sua vo glion tu tost che ei fuste consa pe-voI di quella scelerate Ea di cui era agione DinanZia templo de divino Giulio spiroci a prima ferita ebbe otio it inocchio : pol da tuli Caro , sol datodi legione , ne fanchi fu passato suo mora. Videret nostra uel torno uri memor evole uomo ; Sem pronio Denso, di Centurione di coorte retoria . asse-
gnato a Galba ulla uardia di Pisone , foderato ilpugnaI , 'avvento alli armati , e chia mandoli tradi tori , e in se rivoliandoli , e con te mani, e con a voce , s fece che Pisone , benche ferit , fuggi et templo di est , e da uno di que ministri per misericordia ricem to , 'aliungava a morte , non con a
Ieligione , a con 'aqquatiar si Eccoli veni di filati aposta mandati a tone per lui ammaetare , Sulpietio Floro delle coorti Britanniche , fati poco innanzimit laditio a Galba , Stagio Murco a labardie reci a quali Pisone su ratio uori, e latione peti in m a porta de templo Dini uni morte dico no vere tone attotaἱ alle greaa ni una testa si minuto quadrata conocchi insatiabili; o comiciando aliora, carico d'ogni
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pensero , a perder ne ii alleg reeta ut restato confuso uel l 'animo , benche crudele , per i membranΣAdella maesta di Galba, e amicitia di Tito Vinio , lipat eva dove della morte di Pisone suo nimico con corrent far allegre et : porta vano in sume picche leteste tra te in segne delle coorti , allato ali aquila ella Iegione : mo strando per alto egregio a gara te manisanguino se que cherili ave ano uccisi, o viri' era tro Vatici ero , o non vero Cento Venti pi , supplichedi chie denti premio 'opere fati quel torno trovo pol Vitellio : e tuti lio pigilare , e mori re non per onor di Galba , ma ali usan Ea de Principi , per afli curar si di quelli , e insegnare agit altri. Non pare vacilSenato uel des ne 1 popolo. Ognun a Campo s'azu flavano per passar innaneti mala diva no Galba bene divano ii iudicio de soldatici ac lavano a mano
Otone : e quanto tu finie 'apparenae eran , piune face vano Egli ava pasto a gnuno temperaVia convoce e volt i soldati avidi , e minaccianti eglino nimi cavano, quasi male arti , 'industri , e boni di Mario Celso , di segnato Consolo, e a Galba no ali' ultimo se dele amico hie devant a supplietio Vede-va chera cercava occasione di ominciare a far sangue , e bottini , e tor viam mi gliori. a tone non poteva per ancora pro ibi rem ma fare , a ben o mandario : mo strandoglisi ad unque ien 'ita comandoche' legassero , dicendo che bene ii astigherebbe e cos da peri coloci sottrasse is gn altra cosa pol an do vo glia de soldati 'elesset i refelli det retorio lor modo, io Ploetio Firmo, i soldatello, aliora capo di colle, e quando Galba et in pie, tenne a Otone De Licinio Procolo , ' Otone famigliarissimo, sospetio 'averto favorito Delia Citta fecero relatio Flavio Sabino col iudicio di Nerone , he ia gli die deta grado : e molli riguardavano in tui Vespasiano suo fratello F chi esto che a Centurioni si levasse a riga glia , i diventata tributo . di falsi pagare da soldatelli privatici isqvitti alle fatiche , e da lavorii perche voveri per e tende , per te vi de Campo si davano a rubare assassinare, et Ogni stan latica
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ad gni villa , per pote comperare i soldatesco riposo
i fac otioso era tu cruda mente angariato per arto utacire a comperario Donde misero e flacco . di ricco esiero, se ne tornava at adiglione : e cosi 'an opol'altro per overta , e licen Ea arrabbiati precipitavano in discordie . seditioni , e guerre civili Otone per non si torre i Centurioni at gheggiando co soldati , promise chem fisco furebbe ogia' anno que pagamenti cosa utile is a Principi uoni sem pre o osservata Per ego la di mili Zia. In nome confino in sola Laconet Generale , e mando innan Zi Evocato ad ammaetario. Icelo fu ius fitiato in pubblico per liberto Alle scelerateZe di quel gio in gia finito mancava questa de fare alleg Ieza. Il retor di Roma chiam ii Senato Ilquale con gli altri magistrati anno a chi tu adula i adri corrono , decretano a tone la Podesta Tribu nesca , ii nome 'Agusto tuti gli onori de Princi-PL: sorzando tuti di non parer que desti che diantitanti liraggici dissero , e cos lai di is ni uno vide chegli riman esse neti animo. Sesti perdon , o rispos , fu incerto, per o corto Imperio. Ego ancor fumicando di angue la pia Ea in portato su per te morte corpora in Campido glio , indi in Palagio , permis cheelle fusiato arse . e sepol te Pisone u sepolio a Verania sua moglie , e da Scriboniano suo fiatello Icadavero di T. Vinio, da Crispina sua figliuola : cerca te , eoi comperate e teste , di cui ii Dcciditori fecero in cella. Pisone isse anni trent uno , buo no tu che felice ali surono ammaetatici fratelli , Magno a Claudi , Crasso a Nerone ciuiandito ungo tempo dot lato in caccia ' furia o Cesare quattro dici vanetoli frate maggiore di questo 'eflere ammazat prima. T. Vinio visse anni qua ranetet te con costumi diversicita suo ad re di famiglia retoriaci 'avo materno de ri belli milito prima con infamia solio Calvisio Sabino Legato ci mo 2lie ogliolosa di edere cometesse ii Campo, entrat avi di nolle travestita a sol dato , eviste te sent in elle , e gli altri fici ardi ancora ellest esse Principia rem per vergogna Vinio ne u reo
e fati in catenare a C. Celare Masciato pol per litempt
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tempi mutari cori perali nori senet in toppo Tatio Pretore : opo Tribuno 'una legione , si porto bene vituperos pol co rubar, mangiundo con Claudi , unbicchier 'oro on de Claudi l 'altro glomo fece tui solo servire in sto vigile di terra Proconsolo ella Gallia Narbone se esse con severa boniaci tirando loci' amicitiadi Galba a rompere ii collo, di ven ne audace , proni , astuto, e a sua post , uono e cattivo imma mente ei testamento di Vinio non a sequit per te tropporiccnez que di Pilone si fu , per a overta. Ilcorpo di Galba lasciato ii di in abban dono pol per licen Ecdella noti varia mente chernit , Argi schi avo suo favorit , e dispensiere , rico per se con poca terrane suo orto privato La testa a sacco manni infleta inta, e uasta , final mente inanet a se pol cro di Patrobio liberto di Nerone , punito gi da Galba , fato a se guente trovata , e con 'altro suo corpo iaarso riposta Tal fine fece Galba di et tanta tre anni grande otio inque Principi felice ne it Imperio al-trui , tu che et suo : di famiglia nobile , antica grano icche 2 in Segno me Zano iu sen Ea vieti . hecon virtu amator di gloria , non di bori di queld' alti non cupido de suo parco de pubblico avaro, agi amici liberti uoni senet a blasimo condonava et E contrarii, anco con sua colpa , chiud eva gli occhi. Lo splendore dei suo sangue , e la paura di que templfecer tenere la sua redde et a prudenZa Neli et vigo- rosa milito in Germania con gloria o esse 'Astrica Viae e consolo con modestia : tu attem pato a pugna diqua con paria iusti Zia. Parve mentre a uomo privato piu che privato tuti ait Imperio atto 'ei noni 'avesse avulo Roma paventuta 'Otone per o presente fatio atroce , e bigottit per li suo passati cositum , atterri aliuovo avulso di Vitellio letto Imper adore in Germania , fio dato innan Zi alla morte di Galba , o far credere non 'esset Eltro , he abboti nato 'eset cito di inpra. ad dero te braccia non puro a Senatori , e Cavalieri , he anno qualche parte cura della Repubblica ; ma a tutio ii popolagoa che
duci tu disonesti, appochi e sciat aequanti deIP
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universo si fugero stelli per fato a disperdere questo
Imperio. Ne solo ricordavano gli sempi re schi della sanguinosa pace , macie antiche uerre civilici a tante volte res Roma da citi ad in , 'Italia deserta le Provinci saccheggiale Farsaglia, Filippi . Perugia. Modana dolenti nomi di nostre confit te. , Esser ito aquasi sotopra i mondo, quando de Principato con- a te sero anche i uoni : a per te uitiori di tutiosae 'Agusto 'Imperio steti in pie de e sotio Pom-οipeo e Bruto Cui stata in id a Repubblica. Ora
H correremo no a templi ad empla mente regare arche Vinca a guerra tone, o Vitellio , sapendo sola quest , he quel de due che vincera . ara illi sceles, rato Ebbevi hi penso a Vespasiano , armato in Oriente , pia atto di tuti ma una guerra in terZo
e nuΟVia mortalita paventava anche non era Veiapasiano , in uo concello. Furi primo che fatio Principe mi glior 5. Ora duo delia ossa di Vitelliori tincipii, e te agioni. Ucciso Giulio Vindice con tutia
sua gente Q'eter cito per si ricca , e age vo vittoria senet. sangue , infero cito , voleva impres , e non zio premi , e non pagh avendo tollerato milieti iunga, magra, e aspra per o ciet , e tora e severa per liordini, che ella pace non si per donano iselle civili discordie anno a monte essendo chi corrompe, hi tradisce seneta pena a gni banda Gente , arme, cavalli gli avan Zava per soci e per ostra Ma innan Zia quella guerra cla scheduno e ser cito conoscev sae centuri , sine bandera instingue vangli e Provinci ou et an posti alle fronti e re Gallor contro a Vindice si confusero. E avendo fatio perieneta di se , e de Galli,
pi compagni, a nimici inlici e la parte de Galli abitante in sul en stata delia essa fatione era contro a Galbiani l che cos appellavano per dis- pregio la parte di indices crudelissima aietatrice. Fecero ad unque i nostri assegnamento sopra i Sequani, eo Edulci di s reta te loro mi gliori citia , vota te case, juastat i coniadi per avarizia , e arroganΣ disetti