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in qua/ινο lore,& in Dot trina, colanto chlaro, parti, anche egit in certi suo i componimenti di Philosophia, traitida Aristotele, &dagii altri valenti h uomini, che gia tuitauia va recando alle Stampe,dice, che la Nobilia s'inte-
de in ere mani ere, ciOC Generica ,
Priuilegiata,& honesta. La Genericae, quando si nasce da Padre , &Madre Nobili. La priuilegiata c, quado Ia persona riceve la Nobilia, per escnno Habito: per lo grado de Dottorato, o per alc uno vilicio, o degnita chele 1ia concedula,6 vera mente per ordine dica uallaria chedalemno Prencipe te sis dato. L'Honestic quando alc una persona hauendo acquis lata qualche parte di faculta
incomincia ella a uiuere ciuit mete, e . . . di a conuersare, & a parentare ces
Nobili, la quale continuando pol. nella commodita delle faculta, &
. net conuersare, & pareatare, comes e deito co Nobibili, dopoli corso di tre,o quattro et1,sara et Iaperu nuta in istato di Nobilia. Ma non intendo io hora di affati carmi in tro-uare Ie tante diuisioni, o dissinitionidella Nobilia, postia che chi vorra
saperne molle,& particulare,Ie trouera in coloro che n hanno diste sa- menteragionato. Lasciando dunq; a parte tutio cio che della Nobi Ita
tole da nes siessi, secondo la nosta opinione, quale sia la vera Nobilia, vi quali te cole principali che a persettamente serna arta si richiedono.
Duecose necessaria mente deo no. Disi ne interuenire, accio che sordini, di deIIa constituista una vera Nobilia, lata bittis sec--
ter rac contare it cor sis di molli anni,& di molle eta continue seneta interuallo ver uno, te quali ela intemderemo noi che clascuna di esse a
ricci Io spatio di irenta anni, & nopia, onde quan ro piu una Familia
potra an nouerare piu anni , o pia eta, tanto ella si mostreri piu Nobile,& pili antica, & benche si trou no molle Famiglie nobilissime, letas quali dicono peruenire aleutae da I rotant,alite, attre da Romani, lire da tre Magi, attre da Gotti, da' Normant,da Sucui, & attre da piu antichi Podoli, non e perobaste uole ildire, che una famiglia dependa data Troiani,o da attre Nationi, o Potetati, ma e mestiero cio prouare coale publiche,& approuate scritture, ilche malageuotmente potra Arsi ol-treii tempo di qua tiro cento anni, saluo se in qualche memoria seminata tra te Stampe si cirro uasse,ie quali sono tenacissime conservatrici deli'Antichila, α testimonio incorrottiale dei vero, Onde non pr nandosi,ne con rune, ne con t 'alire stimo che quella Famiglia, non po-tra ragione uot mente presumere , che ella habbia cotale origine. Pol, che chiara cosa e, che tuiti come in- generati da primi Parenti, habNamo vn solo principio, ne i uno e me-gliore deli altro, tu orche in quantoi maggiori detrvno, o per te ps de ZZe, o per te lettere, o per te riochezze, o per attre lodeuoli altioni
sieno stati pia di quelli famosi, &chiari. Laonde cosi come i Discendenti di coloro, di tempo a temposono andati accrescendo, cosi gli altri sono andati declinando, in modoche hora quasi prodotii di altrata, Z a planta Dipilirco by COOule
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planta, di generati di altro se me si
Nybiad mostrano. Lo Splendore in cui co βιondo go me vogitono gli Stoici, Ia verace stoici. Nobilia si troua ; egii non procedeis . . , a d'altroade che dalla Uirtu, laqueseri reb/Exa e riccbezza, dc degnita deli Animo, ὸ damna perciochecon let con clamo, de vili animo. conoscendo, distinguiamo it buono dat cattiuo, it meritenole dati inde. gno,& la virtu dat vitiosegii e vero che noi intenderemo Io Splendore
re insiememente eongiunti, senEa sello ver uno potra ella nomarsi Ninhile Famielii , di da tuiti doura per tale essere conosciuia,& istimata. ni iti
AMIGLIA; ε uno orindine di DiscendenZa, it quale hauendor inrigine da una persi na, stole assai spe tatorre da colei it cognomet che trapassando pol da'figliuoli a Nepoti,& da Nepoti, a Pronepoti, se ne vadi tempo in tempo rinouando ne successori per molle eta,& molli seis coli, onde viene sormata postia una famiglia,la quale nobilitata net cor so de gli anni, dasse proderre, & a tioni magnifiche di eoloro che n
scono in esia, peruiene ella in grado di Nobilia. Egli e hen vero, ehe gli visi eij, illo gii Titoli, & le Degnita, sono elleno, come Anima, & Nutrimento delleahiti F miglie nobili,non altrimente cheeisi a. gli spiriti, & il cibo, sono sostentamento de corpi. GIi vfficis conced dere si sogitono in tempi determiis nat i, hora a quegli, & hora a questi. I titoli sono durabiIi non solamente
colle vita di coloro,che Ii riceuono, ma trapasiano per ordine delle Ledigi a'successori, come si sa. Le D gnita durano con te vite; Gli vfficis, glie per determinato tempo sida
Maestridi campo, de'Gouernatoridi Prouincie,& semigilanti.Gli viliis eii, de Deca ita insieme congiunti, sono quelli de Capitani Generali iatem po di guerra, & de'GO uernata ri de Regniit quali hanno seco tanta reta, cheimprimen. il car iter: della dignita, nella persona dichi liriceue in gutti,che ella rimane nella persona toro, per tutia la vita, tutiochel, ficio se renunci, o si Iasei per altro accidente. Ι Titoli sono,CONTATI,MARCHESATI, DUCA ri, ET PRINCIPATI . Le Degestachiameremo noi tuiti gli honori, che sat tribuistono alle persone, tuto spirituali, quanto temporali, co-
me sono AB A DIE, VESCOUATI, ARCIVESCOUATI, PATRIA CATI, CARDlNAL ATI, IMPERIO, ET PONTIFICATO. Temporali senEa compagnia dissicio, nonne diret altra per hora,solo che I'oris
diae dei TOSONE, ehe sua Maesta
concede. Hora vegniamo aque se gaid'non ore che Titoli si chiam
no, de'quali sua ii nostro Ragion
sta voce secondo ita , νβ. st se
sua proprieta , ella e ego vn Titolo molio grade, essendo stata da gli Antichi forismata, pet significare una eois Ecceu lente, ornata, eletta,& bella, onde Terentio, netl'Andria cost disse. Forma egregia, ct atate intexra.
Et Lucretio, Poeta, & Philosophoantico, net quarto Libro anche egli
Nihiι egregius, quam res semere apertas a dubijs. Et per traria ualla derivatione deIIa Grammatica, Egregius vi ene eglicomposto , quasi ex toto grege et ctus, perche e cola manifesta, esser
lui vn Titolo assai pregiato, ii quale gli
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letto, ne gli antichi Privilegi j conceduli ad huomini di molia stima, a uali se dauano Terre,& Castella, peroche in esii scri uelli , Egregius
nibale, dc Achille coli isteta Tit Io, net secondo Triompho delia . Fama dicendo. Ma rismarmi i Peregrini egregi Annibal primo , e ques cantato iuves Achilla, ebe di ma hebri gran fregi. Et attresi Dante,per sar grande ho
Et quantunque neu 'eta presente, sia poco cotale titolo costu malo, e-gli e tuita uia riuusto a'Notai,i qu Ii benche hora non siano molio st mali, ne gli anni corsi strono es, honorati, aporeazati, & reputati Nobili. II iiDIo OBILE ,ε una voce regnol te dat verbo nosco, qua σbeeosesis senoscibilis, che significa no to,onde Virg. net 7.deIl 'Eneida,cosi disse. Ea loeus Italia medio, tib montiabus auis. Nobilis, fama multis memor
Et Geronimo Santo, ragionando cotra Helvidio Heretico,cosi dice. Nobilis actus es inscelere , iannotus in celere.
Et Liuio,quando raeconia la strage memorabile di canae satia d'Ann, tale contra i Romani, disse come segue a Nobilis ille elari Romana locus es. Laonde con questi, di altri notabilietam pi, cho u putrebbono rappor
stre sangue,& che possede uacio Terre,& Castella, de anche stati intieri, come si legge ne gli antichi priuil gi conceduli da Cario , di questono me primo Re di Napoli, a Guido,& Simone Monsorti, l'va , Contedi Nola, & l,ltro Coa te di Auellino, ad Henricco Valdemonte; Conte di Caserra, a RodoIpho di Corciniaco; Conte di Chieti,& tui a molli anni. A Bel trando det Bal Eo, a che egit Conte di Auellino, cotan to caro at Re Cario, non se gli attria bullae altro Titolo, che di Nobile,& ne'tempi det Re Roberto. Erm gano di Sabrano, Conte di Ariano, re gran Giustitiero det Rea me si bonoro con questuritolossi Noble,come 'capitoli det Regno si legge. Robertus NOBILI viro Erme gano de Sabrano Ariani comiιι, R gni Sicilia Magi Iro Iu tiario, dia
una certa sua Bulla chiam a CarIo ' Prencipe di Salerno , Primogenito radi Cario primo , ii quale fit postra Redi Napoli dique ito nomelecon do Nobile, & tui si legge.
Honorius Episcopus , eruusseruo rum Dei, ad preptiuam rei memoriuῶDilectus fluui NOBILIS carolus ,
clara memorιa Caroli Regis Sieilia Primogenitus , Princeps Salernitanus , o et rim Regis in Regno Sicilia Uιearius Generalis.
Et, ad altri che io potrei portare inessem pio. M a senoi vogliam ocedicare ne'secoli piu adietro; trouer mo questa voce di Nobile effere ieistata Titolo de gli Imperadori, coinme in Scevola Giuri leonsuli a si ve-de, netla ι.βuaris ne Degesti,de Natatibus ν eitit. Iadoue chiama IIα
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peradore Nobile, & in buona parte deIle Meda glie antiche di quegliseu/sto ti- Impetadori, & Cesari, chestguit tofosino no clopo Philippo Arabico , che se
.. . . ι ' condo Eusebio su ne gli anni det si
ρο ' gnore ducento cinquanta, si leggono conquesto Titolo di Nobile, coissi eo me io moliene ho Tedulo in 91o: Ui mano di Gio: Vincentio delia Porta
stria ' huomone nostri tempi, in Ogni Dia' μ' seiplina, & in Ogni scieneta singulare , de delle memorie antiche sotii. Iissimo in uestigat Oie , dc cosi parminente ne gli Annali dique'Greei Impera dor i che vaano insieme colisl'Historie dei Niceta, si legge, Leo. ne Iaepcradore ne ii Anno 768.chia. mare Nobile Eudosio, tuo statello carnale,& ne gli Epitaphi antichi Dsmi altro Titolo che nobile non sivede datsi agit hvomini famosi, de grandi Et hora qualunque minimo Gentil'huomo si te herebbe sen hasallo veru no ad ingluria, se con Ia O e uiua,o moria,Nobile si sentis.
I. . .. c Ladirio per segno di honore invio
Veggati in Alessandro Seuera, chesii chlamato ait Imperio nullan noeta . ii quale chramai benatori R mani Magnifici, per far loro va minmo honore, & Giuitimano Impera-
dote, net Proemio deli institutioni ciuili, chiama Magnifico Tribuniano, Maestro Queitore dei sacro PD
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nostrando apertamante essere it Tistolo di Magnifico, piti degno che non era quello d'Illustre, poscia chemaggiore,& piu di autorita era l'vμfieio di Tribuniano, che non era quello di Theophilo,& Dorotheo, di cio con te parole che seguono. Cumque bu Des propitio peractu es.Tribuniano viro MAGNIFICO Maginra, ct exquesor acri Palaιν nonri exeonseis , nec non Theophilo, o Dorotheo viris Illus rιbara .
Nella Chiesa di Donna Regina In Napoli, ne ita parte destra deli Altare Maggiore, vi si vede ii Semlerodi Marmo, desta Regina Maria, chesii Moglie di Cario secondo, dc Deliuola di Stesano Re di Ungaria , dalla quale come io stimo prese eo si fatio nome it Monasterio predet totoue neti Epitaphio che vi sta seritio Malisia si legge questo Titolo di Magnifieo in o Tιιοιο essere attribuito at Redi Ungaria , attribuito & per pro ua di cio ho voluto quial , di in appressio mostrario.
Hie requiescis sanctae memoria Emeellentissima Domina Maria Dei Gratia Hierusalem, Sicilia, Vng maque Regina ; M AGNIFICI PRINCIPIS quodam Sufani Dei
Gratia Regis V variasiliari ac Re. ιicta clara memoriae inclyti Primesis Domini Caroli II. er Mater Domini Principis Domini Robent eadem gratia Dei,dictorum Regnorum H ιerusalem , Sicilia Regum ILLUSTRIUM , qua obiiι Anno Domini I 313. Indictione Iesia
die a . Mensis Maνιι1,cuius An ma requiescat ιn pace. Amen.
grandi d'in torno a quc sta materia, .netia α particolat mente la famosirismata,
a quaso Republica di VENETIA, ripienata. Tisolo tra di huomini Illustii,di chiari, la quale
tuitauia serua questo medesiuio T. Maoicia istolo sta i suoi Nobili Cittadini, i
gnificenχa, per honorarsene vicenis deuot mente,& hora non vi e perso
na nel Reame di Napoli per vile, de meccantea che ella sia, che con pace di riceuerto si contenta.
volgare,la quale si vole- di Messere monoitraria dati a se uel- uadoue de Latina,o pure dalla Francesa, es lata. porta seco uno istesso significato, posciache se dalla Latina, vi ene dameus, O barus , se dalla Francesca, deriva da mio si re, in tanto che ambedue suonano mio Signore. Fu anticamente attribuito questo TitoIodi honore, a Poeti, a Dottori, a Ca-ualteri, S aio migilanti hu omini distima, it quale non si da ua a gli altritutio che stati suffero nobili,& principali , se aleuna di queste qualitaseco non haueua, con questo il f moso Petrarca, honoro Cino da P, stoia,Poeta,& Dottore ne uoi temopi di grido, dicendo. Guilton saluti, ct messer Cino, e
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tia eli aliti l esset Giouani Caras riosto si ram mari ea dicendisi
messet Luigi da Padoua,CardinaIe, α Patriarcha di Aquilegia , dc inst.
niti altri it cui numero per esset grode a raccontare io tralastio.Et pure hora veggrimo va cosi degno lito-lo, dii preggiato, &auuisito in mainnierache infiito a rustici rabiosam te lori fiuia O.
cbecosas seminando,Fu ne iecoli irascors usato per segno di honore, come egit e hora sta noi,& cio Ieggesi nel Degestodella Prosessione ciuile, dc proprio nella lege Nesenius ad I. Falcidiam, che Nesennio Apollinaro, striuendo a Paulo Giurisconsulto
Io cluama bignore, colle seguenteparole.
Exfacta domne speties eis Odi incidit . Et nella Medaglia di Giulia, Mogliedi Settimeo Seuero Imperadore, si Iegge Iulia Domna, quasi a dire Signora, benche in alite Medaglie sue
si troua utilia piafelix Aug.& altro-Ιutia Nouerca, & anehe nelle facie lettere, Ieggesi, Iube domne benedia cree, δe in uti altra parte, ut Domnu solicum,oc quel che segue. Porista seco questa voce grande ZZa , α Maesta, posci ache ella ci rappresemia va grado supremo, de unatio disignoretatare; & hora colpa decoris rotti coitumi, de de Titoli co tanto vantaggiosamente compartiti, Ia veggi mo ridotta ad honorare in Gno a 'vilissimi contadini di che l A-
significa it superare gli altri, sto, mnonia ella viata in queucoli anti--βchi, mi bene ne nostri ia due modi vis . si costuma. L'vno e, quando si da ad alcuno huomo scientiato , o raro iuqualche Arte, o Disciplina, per di-mostrare chegli net suo esercitio a uanai gli altri; Etlaltro e, quando dassi, come idolo di honore,il quale
fermamente, comedet to habbimo habbiamo non edi poeo valuta a Quantunque ne 'tumpi nostri, quasi ad Ogni huo modi bassa condit Ioue. si ve de attribuire . coia certamente di gran mara uigila ι anEi vi hannia aggiunt ii molio, cheporta secomaggior grandeZZa,&pure gli hu mini di mediocre Fortuna non te ne
huomini graui, de alti a bea gouer- naresit quale svole attribuit si dat bignor Vicere det Regno, a Regenti dei Consigito Collateriae, at Presidente dei Consigito di Capuana, deal Luogoteaente delia Summariti
riva dalla voce Latina, traita di vertis diapem,ehe vuot dite riguar o oo cosa deuote, & degno is esset mirato, de s honorato,& quindi Apuleio,dule. Iubet confimi pulchrum, O pet-
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Et leggesi nella ragione ciuila, tisi s.claride netraltro, ιlique modo, deli Authentica de appellarionib. O
buisce,a' Conti, a'Pretori, & a'Pr consoli come segue. Appellationes ad viros trabiles,
Onde manifesta eost e,che ne'primi tempi dauasi questo litoto sola merute, a que 'Ministri grandi, che gouer-muano i Regni intieri, de da questis'ippellauaa gli altri Ministri madigiora,che si ehiamano III ustri, come edesi nel S.1 Iis detristina AuthΘ.fica allegata. Et negi orni deI Re Roherto, diedesi a Cario senZa terra, figli uolo Primogenito dei predettox come chiaramente si letae nebl Epitaphio posto, net sepoIero di marino, della Reina Catherina , ilquale sta nella Chi eis di San Lor,to di Napoli ; nella parte sinistra deir Altare maggiore, de cosi dice. Hie laeet Caiberina ostia , Regis Asserit, ct Neptis Regis Ra Iphi,
Romanorum Regis, ac Ioror riderici, in Regem Romanorum electi, Domini Dusma, ac consors SPECTABILIS careti primogeniti Domini Principis, Domini Roberis μι Gratia Hier
Iem, O Sicilia Regis ILLUSTRIS,
Ducis calabria , ac Domini nostri meaνθ Generalis insignibus vita, Omoribus Exemplaris, qua obiit Nempsi Anno Domina nostri I ES UCHRISTI I 313. die II. Mensis Ianuaris Indictione=sa Regnorum Mium Domini nouri Regrs anno I . cuius Anima requiebat in pare.
E ne'tempi det Re Ferrante primo,s die questo T. toto a Coa sigileti Collaterali, come nella Prammaticas lasge, che comincia, Rex Sicilia. Em e ben vero,che at presente sὶν
m Sicilia , della quale noi gli anni di quesa addietro habbiamo scritto te suo opera, bd Historie, & la Descrictione dolue ' 'luoghi,poiche quiui tra priuari
tirhuomini vicendeuotmente I a tribuiscernelle lettere , Titolo di Spellabile, de di molio Spellabile , auuenga, che nes Reame di Napoli, questo segno di honore , non C in Amodo ver uno nello scri re costu
che in questa eta presente, si d'Ilta fra Nde scemato desta sua granis quasi mo dezaa, nella quale Hi anai auanzi si
bili di Fam lia Illustre, ma a praso ne di cotale qualita, che 1 pena me ritetebbeno it Nobile, o i I Magni
eo,& cio non ostante non se ne contentano a pleno : ma vi vogitonoaggiunto it molio, cosa vera mente degna non men di tiprensione, chedi marauigliar ne veggo is per qualdiri tra cagione v n Titolo cosi chi ro, & degno de'Prencipi, &d hu mini grandi si troes hora colanto a in uilito, dc dismeggiato, che non vi e persona di mediocre conditione psche stancamente non se Io vis In ἐ.onde parmi che seneta dubio veru-no sata mestiero per ragione di buo gouerno, che dat Minii tro supremo si siccis una considerata riforma det consula,& di sordinato compartire de Titoli. Ilustre dunque e voce Latina, tracia dat verbo lustro, cloe purgato, candido,& senza Macchi iuuari , Fu ne primi tempi questa vos in amisianesicritis per inluseris, con io, di non se seri Se di
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ati a ma- con it,erime hora si eostuma, & eio tare maggiore, si honoris aneheeglinis . come nesse antiche memorie si re- co questo Titolo neli Epitaphio delde,per volat dinostrate , che Iasa- Moni metodellamanter g che se guri. mola, at honorata ticordanaades ita
huomo Iodato, doue ua esta rimane- Hic iaceι 'inreps ILLUSTRIS, reserma, dc viva, per Io tempodi Dominus Caratas, primogenitus SE- molli lustri, che clascunodi essia, BENISSIMI Domini a stri Dom bracciato spatio dicinque anni, de ni Roberra Dei gratia Hierusalem , ' .' indi scri siero inluseris, quasi uiua . Sicitia Regis incθιi, Dux calabriae, ιusi ι, Ne ci dia punio di nota, se pratari Domin3 nMisi Regis,Vicarius hora scri uiamo Illustris , con it, ac Generalis,qui IMBιtia praesutis Ee- non eun in,poiche ragionando gra- iator, O cultor, ae Reipubluore maticalmente , quando la lettera N aeuus defensis , MUt autem Neapolli
rapportari , ouea'Rese gli dona co- Et anche nella Chiesa di San LotStala Titolo di Illustre, & con questo Eo, uella parte delir. deu'Altare Titolo paramente si honora Cario , maggiore sta sepolia Maria. figliu primogenito det Re Roberio, Duca la di Catio ter zo Re di Napoli, ouedi Calabria,& vicario Generale det neIi Epitaphio qui insopraposto, non Padre, come i capitoli da lui titti ei se te dona altro Titolo,che d ILLYdimolirano , con la paroIe che si STRE, colle seguente parole.
Carolus Illastris, Hierusalem, O me iacet corpus ILLUSTRIS,
Et risiesIo Carlo, ii quale sta sepoleo, nella Chieti di Santa Cluata di uti e ben vero, chel RE nostro Si. Napoli, nessa parte sinistra detrA, gnore,suole questo Titolo aut ibuit.
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lo a Mare hefi,, a Duchi, a Prencipi, Io si attribuisce a Signori TitoIati ,& pari mente a' vicere det Regno. aquai si puo age uot mente tolerare, maque lio chi peggio, si ve de dare
ILLUSTRISSIMO; Titolo che alle private persone, te quali a pena
queste partae. stimato, come ne trustic ijdi Cicero-Ferdinandus, cte. ILLUSTRIA ne si vcde, ne quali volendo egit moSIMO Don Henrieo de Aragonia strare una singulare grandet Ea d'Astio, o Loeamtenenti Generati no- nim O,aiisset Ammi Excellen ra, ma-sro in D catti calabriasalutem, O gnitudoque, e t Boccaccio di se, ii bis paternam benedimonem 1, felicis me- be uno inge gno di tanta .ECCEL-
moriae Caroltis, ILLUSTRISSIMI LENEA ; Di ede questo litoIo Giu- Regis Siciliis, O Hierusalem Primo- stiniano Imperadore, a Preὰtti, dc gensius, ct c. c Pretori della Citta di Roma,comeE'l medesimo Re Ferrante primo leggiamo cella I. Tam de mentis. C. chiama ILLV, TRISSIMO Doni de Episcopati Audientia; Et Grego-AIsonso suo primo nato figli uolo, rio Ponte fice l'attribui a Re areta Duca di Calabria,& suo Vicario ge- Re de Vistigotii, come si legge nelnerale, che suda pol anehe egli Re capitolo primo, de probationibus, di Napoli, di questo nome se condo. quando diste . Leggesi pari mente questo tit olo, Tua excellentia psulauit. neli Epit ephio scritto net sepolcro Egli e vero,che da non moIti an raotiadi Agnela imperatrice,che sta nella ni in qua , cotale litoto su introduN '. MAChieladi Santa Chiara di Napoli, to per segno d honore,&attribuito' 'nella parte destia dest Altare mag- solamente a'Signori liberi,o a Capse giore, dicosi segue. tani generalid eserciti, O a Gouernatori di Regni, o a'Nepoti de PomHie iacent eorpora ILLUSTIM te fui,&e vn carat tere chedopo im-SIMARUM Dominarum Domina presso una fata, non se perde,se non vinetit de Francia Imperasricis co- con la vita. Ma la cortuitione de tisantinopolitanaiae Virginis domina tolle anche ella trapassata in que- clemenIis de Grancia,stia quondam sto;posciache molli Signori sogge ILLUSTRISSIMI Principis domi- ti procurano it piuchepo sono,&sini caroti de Francia, Diacis Duras, hanno usurpato questo segno d'hciis quarum Anima requiescant in pace. nore, in tanto che molli Signori Titolati, che a pena poticbbe loro ba-onde seneta dubio veruno, questo stare ii molio ILLUSTRE lage. Titoloeeosi degno, che adiit ita uot mente satiano lambitio levoglieragione si deue ad huc mini molio loto coli ECCELLENTA, i quali grandi, dc di molia conditione, di per incitare gli Animi altrui ad amitima, auuenga che hoggidi, nonis glito, fanno si,che i loro serui, dc val fili ιν Diqiliam by Corale
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unt, lodiano loro,& dicio non con- E RENITA, & SERENISsti II tirotitenti i Isanno per interposite perso--MO nel Latino SERENUS, G serenissine,auida mente mendicare, & ver O cloe tranquillo,& senga nube 'ν ς-ς ςρ' mente e cosa di gran marauigilata , veru na, quindi si trahe che questo δ' in 'the hormalogni Duca,& ogni Pre- Titolo significhi Ia parsena a cuieipe, auuenga che moderno egii sa s attribuisce essere pura, candidata, in eost satio titolo ν uole l'ECCEL. chiara , & libera dogni nube d'im-LEN ZA,come se ragione uot mente perstitione, & di peccato, de meri-gli sidouesse. tamente egit e Titolo douuto sol, auso ti
significato,perciochealtro non suo- mo nella I.comps it c.deprascriptio. na che sublimita, dimostrando che & eost disso. Ia persona a cui vn corale Titolo comperat non a Serenitas. da E, ella E di gran Iunga colla sua Et lasteta dice net Ia lorima C.de soleta, & colla sua degnita a clascu- aduocatis Huer. iussit. con queste noe altro superiore. Con questo T, parole. toto degnissimo venero ii gran Pro- Per qua nos a Serenitatis auribus. Quem fi-pheta David, Iddio Ottimo Masi, Et simit mente ne ita ι. I. C. υι n toto su Ot' mo,dicendo nel Sal. 9o. ' mini liceat in emptinpet.se excus lib. 3ri. ἔο 4 Atii habitas ta adiutopio altissi- Io.ehiam a la sua moglie SERENI smi in prolemone Deci cati commora. SIMA dicendo. Nec Serens a nσ-
Et Esaia net I . eapo quando ra- Et Giustiniano Imperadore, angiona di Lucifero cosi disse, Meem che egli netl'Authentica . Vt diuina
M ver auitudinem nubium in is iussiones dice. No ra Serenitatisf- Aquilonesimil1s ero Altissimo, Et ab licitudo. tribue Spirrius SanctusIupervenu 1n Intanto che comedetio habesare, O virtus alii mi ilubrabit tibi, mo, non a gli altri, ma solamente a dc nel cap. 6 della sapientia; Re, & a gli Imperadori dou utame-Auoniam data es . Domino pote- te conui eae. Quantunque tuiti i Sisas votis,oe virtur ab altissimo. gnori Iiberi deli Italia, anche eglino E cosi leggesi in altri luoghi de, hanno com inciato ad ustrio, ne vegla scrittura sacra. Vso pariment ν go sopra quale ragione si sondino. quem Tito Io Giustiniano Impera dore, net S Filius,innit.quibus mod. n AESTA;voce Latina, ehe itala
to. Imperatoriam autem cel tudinF. 1 υ tari. Dignitas. O De ,. Fu anche egli, ne gli anni aletro &permio aulis,e composiada douuta mente attribuito 1 Don Gio iis es as, o vera mente in maior vanni d'Austria,naturale fratello dei status,vel poterias. itolo conuen Re nostro Signore. Ma hora eir, uolesoIamentea'Re, & agi'Impe- passato in persona di tuiti Prencipi radori,a'Re si dice, sacra Reale M a liberi,& se i uso presente non si mo- sta,habbiamo restemplo nella I. I.c. dera, sta breue spatio di tempo,egli ut nemo priuatus ιιtMI. 1 gli Imperane verra insinoa Privati. flori,sacra Imperiale Maesta, dc cosi . Giustiniano imperadore net Proemio Disiti eo by Coo