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quali dice ii chiarissimo Autore et Reliqua hujus chronologi M Uani eum foede depravata sint σeὸ E veramente egit e facilissimo .che ne' numeri prendano degli abbagii i co. piatori, come da' Codici di Giuseppe, e det Cronico di Eusebio, e di attre Opere degli
Antichi si puo evidentemente conoscere , essendo eglino bene spessio scorretii particola mente intora Oacio, che i numeri degli anni, e de me si riguarda . La quat cola po-tremmo ancora dire de Codiei di Theodo-reto. Ma diamo, che l' Anonimo non si sa noi favore vole, che puo egii fare contrat autorita di Socrate , e di Soaomeno', i quali non nelle note, e net numeri , ma net filodella Storia, e ne' racconti errerebbero cI , se aba gliassero in torno a cio, che riseriston Odella elegione di Gregorio salta n et Sinodo Antiocheno pInolire Theodoreto nei luogo me desimo prende un solennissimo abba glio , mentre contra l'autorita di S. Atanasio ca), preten
ci) Hoc non refellit Mansius. ca) Non meminit hujus meae animadversionis Mansius, quae tanti ponderis saltem erat, quanti eae sunt, quibus ille est usus, ut Socratis , atque Sogomeni rejiceret auctoritatem. Immo vero redarguit iniuria me, quasi Theodori tosne ratione negarim fidem. Sed haec de Theo dorito dicta suerunt , ut si nobis adversarius esset, quanti esset illius testimonium faciendum cognosceretur . Ceterum ille nobis non modo
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de, ehe it Santo era prima partito per Roma , che Gregorio fosse daeli Eusebiani manis dato in Alessandria. Che se in una cosa ditanto pes O erro Theodoreto, mostro certain Τmente di non essersi servito di bucini fonti, onde non 8 maraviglia, che abbla errato nelnumerare gli anni della tirannide di Grego.
Segue dalle osservagioni finora fatietas, che se S. Atanasio parti d' Alestandria dopol giorni Pasquali deli' anno 3ΑΙ , come ab-biamo provato , e neti' ottobre deli' anno se guente su per lui celebrato it Goncilio Romano ; l' Epoca di questo Concilio debba isester fissata l' anno 3 a , e percio non sta vera la opinione det P. Mansi, che dice, che 'Romana Synodus in exitum avni IAI revocan
Passa ii dottissimo Autore a partare delia professione di fede, che falsamen)e , coine apprOvata dat Concilio Antiocheno, fuda Narcisso, e da Mari Ariani a Costante Imperatore presentata. Sosliene egit pertanisto, che cio sta seguito prima , che terminasse lyanno 3 i. Soggiugne pol , ch'egliha voluto far menetione di questo avvenimento per istabilire un Epoca certa des secondo
do non adversatur, sed etiam favet . Vide 'im Ira. pag. 2 a I. seq. a) duxta atque Tille montii Systema post uo
O) Vide quae de hac Synodo diximus
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Concilio Antiocheno. Ma per istabilire. quessa Epoca certa , biso gnava prima con ess caciragioni pro vare, che non terminato Panno 3ΦΙNari, e Narcisso abbiano presentato quel Simbolo a Costante. Egli per altro seneta ad durneniun documento, ni una ragione, an Et ni una conmgettura definisce che Panno 3 in prima des Comcilio Sardi cense , fu adunato it secondo Sinodo Antioeheno . or vedia mo se questo suo sondamento sussilia. Dici amo no i pertanto, che non costa se Panno 3 I aoenisse ii fatro di Mari , e di Narcisso. Se pretende ii Ρ. Mansi , checosti, e che perelo possa essere fondamento sicuro per fissa re un voca certa , e Obbligato a pro vario . Egli pero non to proUa, e non' pro uandolo, fa d uopo , che confessi , che non si a certa secondo lui l Epoea dei se condo Con-eilio di Anti hia . Diamogli nulladi menci , chesia vera la sua Cronologia intorno alia legaZione di Mari, e.di Narcisso, come potra indiconchiudere , che qualche tempo prima dei Concilio Sardi cense, ch'egli pretende cele. brato Panno 3 , adunat O si fosse it secondo Concilio Antiocheno λ S. Atanasio, dice egli,nel suo libro de Onodis narra, cheire anni do po questa tale Iegazione is tenuio quel PAntiocheno Concilio. Se ire anni dopo, dunque ripi gliamo noi , verso la fine det anno 3 q; pol
che la legarione non pote succedere , che VCP
so la fine dei 3 I , eo me concede ii Ρ. Mansi. or se dati a fine det Panno 3 et si numerino anni3 , largae che si ven ga alia fine detranno 3qε,
che se cio e vero sara ea landio necessario , cheil nostro autore ammetta, estere stato tenuio
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nello stesso tempO, e non dopo l'Antiocheno ii Sinodo Sardicense; mentre anche questo , ses erede at P. Mansi, dovette essere at pili verriso la fine deli' anno medesimo celebrato is oppone, che foris i tre anni mentovatida S. Atanaso non erano compiti . Ma questo foro non basta per fissare un Epoca certa. In olire come prova egit , che non erano terminati i tre sopradetti anni λ Non ha certamenteverun motivo di cio stabilire . E se non l'ha , inquat guisa polr1 mai quella legazione essere illandamento , iupra eui si possa stabilire con is Certe ZZa una tal Epoca pSono alcunt, dice poco avanti, ehe nondalla legarione di Narcissis , ma dat tempo de Iprimo Concilio adunato per Ia Dedicazione in Antiochia , pretendano doversi prendere ilprincipio di quel triennio, a' quali confessa, chyegli aeeonsentirebbe ; se foro non gli pares-st pili ragionevole ilappigliarsi al sentimento dei Pagi, ehe non fosse compito it suddetto
Iasciare da noi di osservare, che ii Ρ. Mansi εssato mal servito datio Stanapatore, mentre non avendo egit usate , che due , O tre parole gre-ehe in tutia la Dissertagione , costui gliene hamalmenata la prima ca) , e in vece di stamp
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re formulam μοι ροσrιχον in aecusativo , e colla lettera χ , gli ha fatio dire un Sollecismo, conogiugnendo insieme un Accusativo con un No minativo in questa gutia i formulam μακ 'στί- κον , ponendovi inolire invece dei χ la lettera κ contra Ogni regola di Ortograsia . Ma passiamo avanti.
Gli Ariani, sorgiugne ii chiarissimo A
tore, composero una iunga formula, μακρο -
κον, e la mandarono in occidente, assinchεella lasse approvata. Essendo giunti i loro Legati a Milano, ottennero che fota ivi ad unato un Sinodo, aeui esposero la eagione delia loro Venuta. Ι Ρadri, a quali premeva io stabilimento, e la propagagione della Fede Nicena, riprovarono la nuova formula , Onde gli Ariani dovettero seneta avere nulla con-ebium , partir dat Concilio . Fin qui va bene . Ma non vanno gia cost te cose, che seguono . S. Atanasio, laggiugne I Autore. nella sua Apologia strivendo a CostanZo , conferma ,
che questo Concilio di Milano , fu tenuio Panis no 3 q. Sentiamone la riprova . Scrive, diceegli, S. Atanasio, che quattro anni dopo la sua venula in Roma, si po rio a Milano, dove trovo certi Vesco vi. E bene empe, ut arbitror, agglugne it P. Mansi, ad conciliun eoeuntes. Dunque perche trovo ivi alcunt Uescovi , percio si celebrava ii Coneilio λ E conquesta aut Orita si conferma , che questo era squel tal Concilio di Milano λ Quando not lesesimo te parole antecedentii Porro Concilium hoc Mediolanense anuo 3 ε celebratum fusise
confirmat S. Athanasius, pensammo certamen-
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passis decisi vo neli' Apologia di quel Santo Padre r ma pol abbiamo vedulo, ch' era quelis Io ssessio , che aveamo noi letto pia volt 3,sen Za , che si venisse in pensiero, farsi ivi per certo men Zione det Concilio di Milano. Confessiamo per altro , che puo essere , che S. Atanasio parti di un Sinodo, nia non segue, chequel tal Sinodo sta stato celebrato l' anno 3 in . Not abbiamo di gia provato , ch S. Atanasio Venne a Roma i anno 3 I . Sea questo si aggiungano altri quatiro , per- verremo allyan. 36s I) , in cur nol credia-mo , che sia stato adunato it Concilio di Milano , di cui ragioniam .
Rimossis dat suo luoto ii Sinodo Sardicense , non ha poluto fare a meno ii Ρ. Mansi , che sconvolgere la Cronologia di altri Sinodi celebrati poco dopo it Sardicense . Per la qualcosa sost tene, che it Filippopolitano tenuio fosseda gli Ariani, O verso la sine deli'anno 3qq, O verso it principio deli' anno 3 s cab . Z a NUM. II. i) Longe nune mihi verisimilius videtur Mediolanense hoc Concilium an. 3 6 futile habitum . Vide Epist. ID. pQ-zz q. seqq, ca) Quae tequuntur in Diario de Synodo
Carthaginiensi, deque Coloniensi,ea sunt prae termissa, quod neque confirmata a nobis essent, neque esset ulla eorum a Mansio facta mentio in Apologia . vide tamen Epist. 1 v. pu'. 28O.seqq.
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Congr. Matris Dei Lucensis. I. I. Uieunque lucubrationem aliis quam scriptione sua remistandam suscipiunt, illud muneris esse sui arbitrantur omnes, ut in ipso statin , operis exordio , se , non consilio aliquo malo, sed uno putoque veritatis am re persuasos, invitos licet si I) reluctantesque, calamum arripuisse profiteantur. Hanc tibi quoque fuisse mentem, cum meditationes tuas indissertationem meam chartis tradere aggresSus Es, magna verborum asseveratione ca) affr-mas et eademque mihi pariter in veritatem stat menti fixa persuasio , cum scriptum hoc tuum discutiendum asium . s. II. Est igitur utrique veritatis amor idem; quamvis haud ita mihi ac tibi veritas placet. Tu enim veritatem diligis armatam & mordacem δ
G Ego ne invitus, ut striberem p Ubinam id affrmavi p
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me inermis ci) & innocens delectat. Ita so.
Ieo cum amicis agere , comiter scilicet & pacate . Cum amico igitur amice expostulo de accusatione in me praepostere intentata , quasi 1cilicet Theologiae morum studium , graVe inprimis & necessarium, traduxerim. f.III. Ita verba quaedam mea in epistola
differtationi praefixa , suboscura ca) licet &ambigua, in partem deteriorem interpretaris. Ignosce mihi, Davum 3) te credo, non O dipum . Egone studio illi detraxerim, cui iam inde a juvene me totum addixisse ex te audiops. IV. Permolestos ego quidem N Oocales appellavi homines , non eos profecto qui in ethica christiana tradenda operam c q) suam Z 3 min. cr) Hoc lector consideret inermis ne ea dicendi ratio sit, qua quis adversarios suos leves, Socales , publicaeque pacis perturbatores appellat , ita ut Mansus facit in Epist. Dedictrae a Dissertationi de Epochis. a) Ita se excusat saepe Mansius, ut subobscure se fuisse loquutum dicat, quo effugere reprehensionem possit. 3 Est item haec, Manno Iudice, veritas in ermis . Scilicet non est , haec eadem veritas armata , illum qui contra te scripserit, appellare
Eos profecto vocales &c. appellavit, viniit, nolit ; qui operam suam utilem in Ethicis collocant. Quae ego dixi de impugnatis a Man sio doctis viris, & contemta distiplina morum, ea dicta sunt & vere,& recte. Id ego ostendam perspicue, si perget laedere. Nunc omittatur.
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modestam & .utilem collocant; sed eos tantummodo qui eo in studio rixari potius vel tempus inaniter terere amant. Laudo illos si primo modeste scripserint; fero, si ex adverso rescripserint moderate . Cum vero iterum iterumque clavum eundem iam fixum tundunt ,
aspere praesertim & dure, molestum id iudico& inossiciosum . s. V. Et, vero tolerandum id utique .maIrsuerit minus inique, si in repetitis illis scriptio nibus novi aliquid nec ante vulgatum uJ prompserint; nunc vero eadem semper obsonia is
novis tantummodo iisdemque ingratissimis iniuriarum salsamentis ca) eondita nauseantibus offerunt. Hanc ne tu dixeris homine docto dignam Occupationem pVI. Joannes Clerieus vir , euius si theologiea dempseris, iudieium est aero, &suba, genus istud Theologorum exagitandum suscipiens in dissertatione sua r an semper re pondendum sit calumniis Theologorum, adductis exemplis demonstrat, eristica haec scripta non prodesse auctori ἔ non aliis, ae praefertim po seris: Deo semper non esse grata, ut nec con tentiosum animum. Haec ille ; id ego eum ipso et Cleris, art. critici tom. 3. pagis. 297. Edit. Melod. 173
vehere quisquam sine erroris suspicione in is
Theologiam possit . cr) Salsamenta haee placent Mansio, si ma eerata ab ipso sint: sin ab aliis, non placent.
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s. VII. Neminem vero nomine compello , neminem designo . Vide , sodes , ne si sorte certum aliquem virum caecis ictibus me ferire iudicaveris, teneant te amici eum infelicem ci conlectorem , qui modo me reprehendendo ab illis argueris. g.VIII. Atque ita demum in ip statim , seribendi exordio iussionibus tuis obtemperanudum mihi successit; tuis, inquam , iussionibus , quibus mentem meam, subobscure ca indicatam , in apertam lucem ut producerem, man dasti . Utinam & in caeteris eadem Observantia parere tibi daretur . Sed quae te veritas ad serisbendum impulit, eadem me cogit, ut ex adversis rescribam . Videamus , quis nubem pro
s.IX. Antequam vero rem cominus tecum aggrediar, conveniat inter nos oportet de genere demonstrationis, qua in rebus hisce obscuris , & intricatis uti necesse sit. Facile mecum consensurum te credo, nullis aliis instrumentis,maehinisque c33 aliis ex alto puteo, in quo iacet demersa, veritatem erui posse, quam coniecturis ; ut in ea parte , in qua coniecturae suppetunt validiores, ibi stare veritas credatur; inde vero abesse , ubi coniecturae vel nullae sunt, vel minores. Id mihi sumo certum de
i) Scire aveo quinam hi sint , qui me ut infelicem coniectorem redarguant εca) En tibi rursum is subobscure.