Storia della badia di Monte-Cassino : divisa in libri nove, ed illustrata di note e documenti

발행: 1842년

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ra vano i generali Dan si, e lo Chiampionet, che Sapexa a Clio misero stato avexa lasciato l'abato Cassinose, via gi Orno Potente burono, sospoliando Cho l'amore dei vassalli non siridoslasso alla vista dolio spodos alo signore, Stando ancora preSSO Capua, Scrisse questa letiora ali 'abato, di cli' ora podi

e V0i pagherelo colla vostra tosta it primo delitio, ii primo

lanto di vita da ponsaro a s montare te rivoluZioni. Alle minaceu tenuero diuiro lo violengo, per cui l'abate su COSirelio a serivstro od indiri nare at suoi suggelli Spirituali una loliora pastoralo, colla finale osor lavali a tenerSidalle armi, a rivorire i sorosliori signori. Il Poliollior voltu dar polso alla lotiora badiale con un bando Veramente

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dimenticando clio ossi orano i discendunti di I ullio, o di Danio Alighieri. ueste violonge rides arono pili sorte gli silegni, o lacompassione verso la Badia di quella buona gento clio abita di la dol Liri. Lo antidui tu terro fraulirane spodirono unmesso ali' abato, ii qualo a nome di tuiti Ospusu: Essi rima-nero ancora in sodo dol monastero ; l'albero dolia liburth non essure per loro Segno di pili libero go verno, ma documentodi cominutata lirannido forestiora; o devoti ancora es principe, devotissimi soggiacere alia solidalo dominagione de' Cassinosi:

di pili caro nol monis foro nullo loro ferre : volentieri avret, bero diviso it lotio od ii pano coli' infortunato Signore; Sicuro it ricovcro ; ossore dis si dat sume o dalla levatura de' loro paesi ; armi avere , o potu bullenti di altissima indignatione :Venissero; e se ora formata dat ei oli la sino dolia famosa Badia,

associare i dos tini dolio loro in gli o de' loro si gli ira gli si origi

e m0Sirando i pericoli pili gravi cho avrobbo corso la Badia deserta dei in inaci ; dico va, in pili disporali casi avrobbu

Sempre tenuio come ultimo risugio te ferro di si se dolo, odovola gente.

Mentro Chiampiones dicova in Napoli, volor me flore in liberia i popoli dol reainu, sed an lava componendo te sermoduli 'acerba repubblica parten poti, grandi mutagioni necade-Vano nelle province contrario at libertini, o mugito ali'ambigione du'soros fieri ed alio informe santasio dei loro fautori. La plebe, che non si levava n quollo altissimo id o d' insolito ut apte, clio i si tofosi di quo' tempi volo vano porro in vita colla prostituat ine dulla patria at s restieri, non aSSaporaVa le

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prodicatu doleoggo dolia repubblica, o sentiva i dolori dolia penuria dolio volt vagito, dulle immoderate laglio, ehu loro imponova via Diroit0rio lon lano, te mularioni dolio loggi osin dot nomo dolio loro provincie, e queli' amaro che Semproporta seco la conqui Sta , Sin qualuitque la ragione cho laconsigit. Divoniva soca la voce dei demagogi predicanti: Aspoliassero: ma noli 'aspoitagione si chiarirono gli animi, pochi essero e mal serint i venuli francosi, possibile it risor-gimento della parte regia, e con questo in sino di tanta in lodi dolilii, cho nol furoro dello parti sogitono sin nullo popola feci th andaro impuniti, angi santiscati dalla giustigia di una dolio sagioni. Au va cagione di trepidagioni, di planio, di abbominio. Dat sango dei trivio, dat leggo dolio prigioni odullo galoe eruppuro i Lapi ma38st, uomini che colla sola memoria de' loro nomi insos fano i ctiori dolio presenti, o insos oranno anche quolli dello futuro generagioni ; si dissorosalvatori dolia patria, leneri soccorritori ali' infortunato principe; o con questi titoli sui labbro, col Sangue, colla rapina, econ nuOVo perfidio immolavano allo surio citi ad inu la patriagili di sonustala per inani forestiore e numiche. Fra DiaVolo, Pronio , Sciarpa, Mammone , imperavano alle commosSQturbo, ii Russo calabroso imperava a tulit. Τra questi capi ilserocissimo, O meglio bestia, ora it Mammone, cho lor lava di sangue questa ultima parto dei rea me elio si uni sese allo stato pontificale ; ii quale in ivlte te terro, Cho pondeVano impav-rito dat suoi conni, avova non in logni salellili. S. Germano ora tra queSte, e SoggiaeeVa ad uia gargono di serraro, chodat di solio di iin ocellio lo chlamarono noliterno, nome di heri altro personaggio illustro nolla napolitana mitigia, che suseomo di iin Occhio, mentro in militare saχione da valorosissimo pugnava. Era colui plebeo, hasgo di animo, ignorantema ardimentoSO, arrischialo ma pleghevolo a chi riverivato noli' impero se indiri gavato di consigito. Dieemino, avere lo Championet condolla S. Germano allu nuove forme di governo repubblicano, municipale reg-

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sIs Illi pssit 1 g1pl1 9I INII 8-s1SSi Issgimento avere ordinato. Ora crescendo te voci delle popolari commogioni a lavore dei principe, di pr0ssimo arrivare diludesche mitigio, ora entrata lanta paura nulI'animo dei commissario Mory, cho precipitosamento esci di S. Germano per riparare in Capua. I 'andala du's rancus i incoraggi la parte regia inasprita dat g verno du' municipalisti, che in vero non erano stato i pili miti ed inferi magistrati di questo mundo, odaggiunt , it timore dolio regio vende ite, dopo le coce ardedei tre colori, comparuero tu rosse. Questi eangiamenti mi-SOro uu grande sconcerto nui municipalisti, ii capo dei quali, Nacci di nonae, leniendo pili gravi mali datio frementi masse dolio torro Cassinest, si recli ai monaci chiudendo con imperiosi modi, eho adoperassero la loro autorita, ad infrenare te insorte lurbe. Di quale autorita partasse costui non Seppero,

illi sappiamo ; perchb la Badia ora stata spogitata di Ogni signoria. La qualo richiusta chiariva i buoni dolia impotenga di quo' municipalisti ad infronato ii mal talento dei tristi, iquali solio it manto di amore alia parte regia si ilavano adogni sorto di ribalderia. Io non contorb tritamentu tutio ciliche avvenisso in quo'giorni null'assi illa S. Gormano per Ioinsorgere dolle masse : dirb Solo , cliu prevalendo queSle,l'albero dolia libertsi venuo abba tuto da quelle mani clienella gi a di sutura, incerta, o pol sallita beatitudine ave vano Iovato. E a tale disordine di ogni eos a pubblica e privata si

g0Vernatore di gius tigia, che con qualche auiorita lenesse inuisicio te indocili masso, o guarentisse la roba e la vita dei

La inutilesia cho avrobbd gratificato in altri lenapi i' animo doli'abato, in quello disseilissimu condigioni arrecb grave turbamento. Sebbene i si ancosi, dopo avoro insocali gli animia liberta, abbandonassero l' insolico rua me, tu flavolla, orano in S. Germano liburtini molli, cho con ogni Ssorgo Si adope-

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ravano a rilardare la caduta dolia pericolante ropubblida; iquali saco vano assai limoroso l' abute, e tardo a ripigliare lere lini doli' abborrito roggimento. Ma coia prudente consigito su rispo sto ni deputati cilla liui con una Scritia, che recava

peri coli, e non di signoro desideroso d' imperio. Togi iusserol'amministrario no dol pubblico conso que's indaui est' oratio in uilicio quando invasuro la citisi i si ancus i ; scogi iusse ii populo sui citia lini, at quali fosso confidato it giudigio dulla ragionucivile e criminale ; lo maδδρ cho volvvano disendere it principe si componussero solio la disciplina delle soldatoscho regulari ; deponsessuro tu armi in pubblici lu0ghi, da pren-

dorsi solo nui bis i sui dol cum uno : Si arrollassero fronta

UOmini d 'arme in compagnia condolla dati' antico capo dolia Squadra baron alo, i quali vegli assero alia quiete pubblica. ueste olfimo ordinagioni piaeque ro at buoni od anchoat repubblicani fomenti dei numuro se dolia ferocia dei rogῖ,

cvs-ma3so stili 'in solico Badia, sinungendola e divorandola, puroech h nol palaggo badiato di S. Germano a VeVano Stanga, e grasso it vivere, e sacovano uia petulante ed irragionevolorichiodoro di danaio , eho die ovano noeessario ni mante ni- monto della parte regia ; ma che pol non serviva ad altro choa Salis sare , se lasse stato posSibile , te ingordissimo lorovoglio. Volevano porro a vendita gli armenti dolia Badia, per cavariae Oro ; ma tumultuo ii popolo contro di ossi, os ornati risiostero. Della cilla face vano peSsimo governo :laglic ggiavano i ricchi, imprigionavano , ueci levano. Col palo repubblicane assegioni, volo ali' inglustigia l'amore alprincipe. Frequenti tu voci di nomico vicino, od it terribile suonare delle eampano a florino, Cho poneva in fuga i cilla-dini, disertava te casse, sed aprivato alia rapacita di que' tristi.

Tompi terribili, ndi quali dissoluta ogni ragion di gius tigia,

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Sua, Clie tanto O quanto tene vali in rispulto, non per timore,ina per noligia, it prolato essere degli amatori det principe. Ma questi pietosi uisiui non valsuro a strapparo dagli arti glidi quo'sorsonnati quot caporato dulla squadra baronale, cliexolevasi porro alia condo la dei tronta armati per la quietepubbliea o cho avrobboro infrenato l' impoto bestiale dolio masse. Ι regi dissero quoli'armigero sau loro di repubblica, o mille voci si levarono contro di tui : Musa ; o sunχa forma digiti ligio, sordi alle proghiuro dei venerando prolato Cassi-nOSQ, que' masnadieri, che si Vantavano rilovatori det tronoo doli' altare, trucidarono o pol denudarono in pubblica via quello scia gurato, chiedente prete e consessione, Che non ebbe. Aliora l'abalo proso di grande Orrore , o tomendo che ilnon consentiro allo serocio di quo'ribaldi avrebbolo inusso ingrave risico dolia vita, pauroso Si rifrasse net monis fero, ndividoro coi monaei i dolori dei presente, e i presentimenti dipiti doloroso avvenire. Ma nuovo tribolagioni lo raggiunserondi si longi dei chiostro. Avo vano tu imb0stialo masso designato a morte uti genti luomo di S. Germano, che chioso edolteiano piutoso rie vero dat monaui nulla Badia. Dol choaxuta noli in i rogi , salirono at munistero e coi pugnati inmano minaceiOSi si sparsero in osso, Cercando lo se ingurato, Che non visio su salvo. Queli 'armenio di holvuanotanti ai sangue, o di sangue lordo non h a dire como equanta trepidagione mettosso nui pacifici monaul. Procipito ili acconio degli spogli dolio morti clie avi ennero per manid'laeellerali uomini, che si chlamavano seduli ai re, per sarmi

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Puricolava in Napoli in repubblica allo stropito dolio armi dot cardinato IIusso sal tosi imitatore di quei purpuraticlio in altri impi si mustrarono se surono guidatori di schiore, o i sui ori dolio masso si accrescuviano; od in S. Germanoruppuro in lania sollia, eho non dubila pono soli tener fronteat francosi, ch'osci vano di regno parati a qualunque disperato conabat timento, prevalendo i regi in Napoli, o de hinando lol Oro coso in lutta Italia. Scavarono corti cannoni ruminosi abbata donati non so dovo dat soldati di Cario III vinei loro dolia balla glia di Vollo ri ; li li asportarono in S. Germano, o

Come non avovano it traino, li Coriearono sit mucchi di pioire, e punSavano, basiare quollo armi a debellare frances i. Rup pero uia pontieello, trascinarono sulla via Clio multo in citia Una querela, o si credet loro chiusi od inaccessibili. Quos fohat ordo sortist agioni, se non arros lavano ii ne mico , chiari-vanto dolia loro volonia di os loggiaro, sed erano stim ii ali' ira dei vincitori, o non ripari. Cosi avi onne: imperouehi, ii rancest, u scendo dei regno, Vonivnno a S. Germano Comea citia ne mica, in cui pol evano dare alle vendet te libero si ogo. Innangi clio ii Russo coi suo i giungesso a trionsare irepubbIicani, questi avovano lenulo gli oechi aperti suli 'abato CISSineSQ, O non avovano cessato per te tore d' in limo pirio, o sarto disertare la parte regia, credendo Clio quolio masso dide moni sossero noli' antico patrimonio Cassinoso suscitatu dalui. In questa creden a orano i francusi; percili alia noligia dolio proparato dis se in S. Germano, non dubitarono, quella essero lutta Opora doli'abalo cho volova perderii ; e se minaeciosi an daVano sopi a S. Germano , furiosi guarda vano al

La Sera dol nono glorno di Maggio uodevasi dati a Badiata soggella S. Germano tutia splendere di mille saei, pubblico testimone di allegro1 a per lo vi torio dot Russo: o i cista lini od i monaei si te novano in certa sicurogga, o per l'animosita

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dei regὶ, e per una speranga clie Sorta ora, i si ancosi partitida Capua non lenoro la via di S. Germano, mn Volgure per Sessa, od oseiro dat reamo per Fondi. Ma nulla modosima Sera silansero a cuni colla paura in viso pubblicando, i si an-cosi volatro di silato a S. Germano, avoro frascors a lo Sparti, mento, O Con quale animo Ognuno sol pensasso, dopo luliaquella insurregion o di masso rogio. La nolio su torribile: ad

Ogntino paruva cho i 'inimico fosso gia allo portu dolia casa; od hin raecorro it progioso, o suggiro su subito sed universaluconsi glio. At romporo dei glorno quot subro, dos o Molitorno, ho si sacova capo dogi' in sorti rogῖ, salollito di Mammone,ilopo avoro uccollato in plebe con promosso di vigorosa dis sa , raccollo quanto polo di danai , elio null'osurcthio dolia capi

dei re, suggissono con lutit i rogὶ, od abhandono la cista conquo' cannoni di clio dicemino poc' an i. Aliora su gonorato loscoramen io, o in cilia su uti dosorio : fulti riparavano ni monti. Vocchi donno sanci ulli plagia nilo se dando uti addio allo mura domesticho assi ollavano ii passo, cliu doboloχλa dol Sesso, Odi olli , od ii caro dolia roba elio si recava no stille Spalleritardavit. I chori ei ancho si det toro alla fuga, od aperte leporto dolio Chioso, parova clio Id dio lo avosso abbandonatungli umani sagri legi. Mn quolio clio Voramento muOVOVnno npleta grando oratio te monacho bonodo sino di S. Scolastica,

o tu Caypueo, nollo, te quali pili tomenti dolia militare liconga, cho dolia vita, oscirono dei santi ponoli ali dei chiostro. Non

passioni insuria, o p0ggio elio hostia. Benedotio dati'abato, odnccominia late uel Signoro, pigilavano l' orta dei monti O m0Sla monte guardavano allo abbandonatu loro collo, in cui ora per irrompero sor a e furiosa Solita esca. I monaci cli iano nol palaggo badiato subito salirono at monistero : solo rimaSuil venerando prolato a guardia di tro monaei, clio vecchi edinserini non pol evano c0lla suga provVedere a Salute.

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densissima, eho como bi inco longuolo rieopriva la valle, Qi0glieva ni guardanti dat monio, quello Cho vi avvoni SSe. Ma l 'arrivare dogli nngidulti monaui, clio loro significo lapresenga det puricolo, conturbb fulti, o su formato, non dovere aspellaro i venturi si ancosi, elio peculiaro odio portaVano RlOro como a creduli lautori dolia parto rogia. Peralti 0, p0ic libera l'ora dolio constipto salmodio, obhero lanio d' animo, da radunarsi in coro; su cantata leti mussa, od appena sinita, un

det si ancosi cannoni, indit illi alia mi sora S. Germano. A quollerribile rim bonabo, si procipitarono gl 'indugi: tu li suggirono, Seco recando ale uno progiose reliquie, e qualche cosa dolia suppollo illlo dolia Chiosa , cd una trista Certo Za nondovere pili rivedere quello mura, eho feri Vnno Come CISI paterna. Pressero i pili nascosti sentiori dui monti clio vanno Vel SO iramontana, o convenia ero nolla terra di Turullo, piceolocas tollo clio giaco altissimo sui sinu o dol monte Cniro, abitato da buonisSima genio, clio Voramen e riti no lutia in innocenga

Sulla terra, o Santissima la conoscen a vorso i hono sat fori non

debbo tralasciar con silongio it nomo dei Januarulli e dui Grossionestissimo famiglio, cho at vo loro que' pol ori monaci gramio ram inglii, precorsero te loro inclitus tu ; apri rono tu porte tolle loro casu, li accolsoro como si aselli, o per buOna peZZadura rono nogli us dolia pili amoro volo ospitalita. Id dio liri meriti di quella carita, cho in quo' lompi perdutissimi ora- sono dipartila da gli uomini. Sarobbo ni tutio rimas a dosori ala Badia, se quot Gio: Ballisla Foderici, di cui su ragionato

in questo libro, grave di anni, o venerando per virili non avessu rallentiti it m nostro dei noviri, con questi, e persuasilia rimanere a guardia doli' bandonato monastero. Rimasennelie uti giova ne monaeo di angeli ei costumi, di nomeΕrrico Maria Galloia, la memoria di cui sarci sena pro in bene-

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Dio, od assi ontaro la morte per cessare per quanto Ora in loro la ro vina cho sol ras laxa alia famosa Badia. E corio chogrande conoscenZa h da portare a quoi pio con0bita, ed nque' restati, che per ossi su rassi onata atquanto in suria dei unStatori, o per QSSi ora non si complange la sino di Monto Cassino condotio ad ultimo sesterminio por mani si anceSi. Un luce icaro di armi, ii ii arro continuo dogli archi bugi hiari quo'pochi restali det saliro clio saecvano ii monte i Francosi. Raecomandato a Dio lo animo loro, si misero nil aspellarii, a portu tu porto delia Badia. Ed in poco di tempo Ottania soldali collo seimilarre in pugno, raucolli, porchh iumenti dingguati, e rabbiOSamente gri dando , ontrarono l'androne delmonis foro. I monaci cui carono con modi se parolo dimos selogii oro dat loro animo Ogni sospello di naseos tu insidio, macos toro con pigito da masiandiori sui ono loro aditosso, dispo-gliandoli di quollo elio loro pili talentava ; e Sciolla Ogni

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