Storia della badia di Monte-Cassino : divisa in libri nove, ed illustrata di note e documenti

발행: 1842년

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c di loro da' nostri carissimi figli in Crisio, dati' imporador dic Costantinopoli Filippo figlio det morso Baldovino II, impe- radore litolaro) dal ro di Sicilia, da' prolati dolio Chioso,

e da' marchesi, conli, baroni, e comuni. At certo perci, he nulla mane hi at provi edulo, vo gliamo, o coli'aulorith dsellue preSenti lettere comandiamo alia devortono tua, eho allae prima notigia chst ii giunga dello arrivare di essi ambasciae tori in qualunquo porto dot rogito di Sicilia, li redhi die persona ad incontrarii, per condiarii in tua compagnia allae Π0Stra preSen Ia, per provvedero ad ossi do' convenientie mergi di sicuro 'ga, con nostra ausorith raffrenando, an- hQ con ecclesiasticho censure, c0loro cho troverat sare il

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ii nogo io dolia riunione non polova mai Ventro a termine,

so Filippo litotaro impera loro di Costantinopoli, o Cario di

Sicilia non lasciassero in pace Michole vero imperadore, ilquale voleVa Stornare tu armi con gravissimi assari di religione. Gregorio, che vera monte ardova di dosiderio di velloriornati l Groci traviati nul sono dolia vera Chiosa, poeo O nullaxodoxa dentro it eu oro det Paleologo, o crudendo che quella maledolla guerra, che gli angidelli principi sacuvano at Greco, sosso runico in toppo at corso di si grando assare, tutio Si ad ,pero purch h p0sassero lo armi. Era una scabra saecondacho ogli voltu assidare ni ru ibale Cassinoso. Ad unque gli significis per lettera 'in come, subbono fosso uia fra talo tra it morio Bald vino, o Cario di Sicilia, per cui oransi scambievolinenleobbligati di inu vero con uti esset cito at conquis to deli' imperodi Romania , lultavolta tenendo la cima doli' animo suo ildosidorio della uni no do'Groci ai Latini, o potendo Contras laro a questa una militare spodigione nullo ferro dol Groco, id ue Sopraddetii principi a sua is anga, como gelantissimi della cattolica sede, p08ponendo it particolar bono at commune, avossero Sospeso te armi, salvo il gili satio traflato. Ma porclihi 'assare dolia riunione solicumento comi iactato loceasse in fine, ora mestiori che si prolungasse ii tempo dulla iregua ; lodopulava a iras lare con somnia diligenga con quei principi, perelisi durasse pili iunga la fregua, o ad un tempo li assicu-ra88e, cho it prorogar della pace non sarebbo distrugione delirat talo, ii quale com0 ebbe ris potiato, vivente Baldovino, non avrebbe Ossoso, imporanio Filippo. Il Cassinese ponevasia questa dissici tu logagione, dissi di licito, porchh andando a stringore amicigia ira it Greco ed ii papa , obliquamen e

lum. 236.

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e stero di Monlo-Cassino recalore dolio presenti, uomo asse

et nata sedule o proxuido, porchh ti n0lischi col vivo dolia voce e la gioia cho ha inondato i euori dei Latini per la solicomento et in comineiata unione de' Greet con l0ro ; e porchi, si adoprie a sei mare la tregua ira te ed i carissimi vostri figli in Cristo, et Filippo imperadoro di Costantinopoli, o Cario re di Sicilia.

et Inoltro dat lo flesso abalu risaprai dolia ea gi0ne, per cui C non potulli tanto prostamen tu spodirti questo legato, cloh ac non precipilaro seon figlia tamente la cosa. A dunque Corte- semente accogliendo l'ubale, dormi nolle sue pr0messe, et sta di rimandario at pili presto. at 'abate ando in Costantinopoli, o riesci benissimo ad offensere la desiderata sospensionu d' armi per uti infero anno, dei che su contentissimo Gregorio, c0mu glie lo manifesto in

La contento ZZa di questo sanio pontefice su congiunia almaleontento di Cario, noli' animo dei quale si levavano tristi pensieri, conSiderando allo opsero di Gregorio , che indire blamente non favorivano punio alle sue cose. uelle calduprallelie dei pacifico p0ntesce per ri unire gli animi in Italia,

o spugnere quelle infernali sagioni che la consum avano, queli' adoperarsi alia croagione dei nil vo imperadoro di Germania, e queli'ardente desiderio di riunire alia sua la Chiosa Greca, erano ivile opere che sebbene non mirassero at suo abbasSamento, tu flavolla larpavano lo ali a quella fortuna, eho con si rapido corso lo portava a pili vasta signoria. Perla quat cosa coloro che si adopora rono a secondare i disegnidi papa Gregorio nul concilio di Lione non polovano rimandrein graria di Cario, e ira questi h da p0rru l'abale Bernardo ; i in Ibid. 242. q) Ibid. 244.

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presso it Greco, incontineto a palir danni, che egli certo non si aspellava dopo tu molio cosse operato a favore di Cario. IO non sb Se Bernardo desse a conoscere at re alcuna mala contentoZZa dei pessimo governo cho saceva do' suggetti, mase laeque, certo cho it Francoso prosenliva i rumori che Sisarebbero levati nulla Sinodo Li0noso contro di tui da lulli ibuoni. Parini cho coloro do' quali pili tomosse Cario sossero quot divino Tominaso d'Aquino, o l'abale Bernardo congiuntidi amici gia, i 'uno por do trina e santilli di vita nuto revolissimo nolla Chiosa; i' ultro polente o per amplegra di Slato, e per mollissima fiducia cho ponexa in tui it ponto ficu. L'angelico doli oro andando a Lione, m0ri nolla Badia di Fossanova per certo langu0re , ii quale malo dali'At hieri h altribuito a Cario, che Sospinse at cieto Tominaso per ammenda ; o ne icontenti dulla divina commedia, che loggonsi uel MS. CaSSi

di S. Liberatore, presso it Monte Majella, it quale dipendevadat Cassinoso : pol sp glib l'abalo di Moulo-Cassino det meroe misio impero cioli di usare nolle causo criminali det Daδunyuiniis i . Questa su gravissima serita ali' animo di Bor-

nardo , che lanio aveva Operato per lornare l'abalo Cassinose in punio di sorte se temulo barone ; e senti tanto dolore chene mori ii di tergo di Aprile i 282). Dolentissimi rimassero i monasti dolia morte dei loro abale Bernardo , la quale it dodano Tommaso signi sed subito al

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Quella al papa recava i). e Ci si amo ax visali rapportaree stobit monte alia sani illi vostra in morte dol reverendo padrue Burnardo, gia Cassinese abale, la quale sit a noi eagione et di complanto, rimanendo vellova la Cassinose Chiosa; ade altri di allogreZga, venendo accrescivia pol Suo trapasso lae regionu de' vivi. Quoslo padro dolia m0nastica religione, e trionsato l' imperio dolia morio, it torgo di di Aprilo spirbe nul Signore, e net Cenobio Cassinese, con dubita pompa sue sopolio coi padri. Placeia ali'usimia santita vostra adcogliored ali'ombra dolio vostro ali in Chiusa Cassi ne se, la quale cone i speciale cura su solita riguardare la Sacrosania Romanae Chiosa. 3

anni, ne i quali russero la Badia i 'angi dolio Tommas , Pongioda Calania, Angulario, Bernardo II, Bernardo lil, Golardo, Boi nardo IV dei Sacchotii, Tominaso II, Marino da Napoli, od Isnardo. Oseurissimi sempi per la storia dulla Badia, por-chh pochissimo ei tramandarono gli antichi dei salli Cassinosi,

o ben p0eo ho poliato trovare nolle antiche carie, in guis acho ancho la cro nologia di questi abali ii scomposta e scura: ma a queSta Spero poler dare qualcho luce nolla sorio dogliabati, clio mi penso comporro alla sine di quosla Oporolla. Grandi coso auxeranoro in questi quat anta anni nol rea

me o nulla Chiosa, allu quali per dilatio di anticho seris luro

non si, come e quanto Si congiungessero i salti Cassinosi. Ivesperi Siciliani, Sanguinoso documento a' principi sores flori

TOM. III.

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ilet reanae Napolitano, o di corti anche pili lontane. Le amici-gio doli imperador Greco con papa Gregorio X, l'Opera prestalada questo a sar locare sui vacanio suggio imporiale Ridolso

non ancora incoronato imperadore, surono duo colpi assaidannevoli alia polenga di Carl0 ; per cui a cessarno altri che loavrebbero trallo in basso, lulto l'animo ponova a moderare in modo l'olegioni dei papi, cho non ne venisse ni uno ne mi CO

rundo cosi a li idolso, o llus sidio di sonatoro di Roma, saxorundon 8 e stesso. Per la quat eos a tu Vil orbo pose a vi0lenti disti et loli e cardinali, a puri colo di uecidorti per sanae, Ondo creaSSero Papa Francoso, come su sallo in persona di Simone cardinale Turonense, chiam aio pol Martino IV, o coi favori di questo Cario ricupsero ii pordulo solio Nicola : una se munica subandita contro Micholo Paleologo cho volova sarsi, solio Gregorio X, callolieo Romano, o gli armamenti dol ro Siciliano minacei ante il Groco, surono spinti innangi con calore. Papa Nicola n0n ave 'a voluto saper di Guel si e Ghibsellini, ma conpalerne cure avexa salto ii possibilo por la concordia deglispiriti ; ora sollo Martino Cario rini ob gli sd0gni dolio parti, por lori Oggiare in quella de' Guulfi, e con ambo i pio dicat pes lava i colli Siciliani. Ma vi ora quot Giovanni da Procida, medico Salernitano, che gli and ava preparando certis armachi, che gli Seppero amarissimo. Suonarono i vesperi

Siciliani : torribile vendella di piti terribile lirannide , cheseco r0vinare in basso it polentissimo Cario, o soc0 sbalordiro ii monito, non uso dat tempo di quel Mitridato ro dot Ponto,nnamaZZatore in uia gloria o di ollantamita Romani sparsineli AS in minore , a quolle ecatombe, che 80glio no i populi sui ibondi ossori re ni violati dii illi divini sed umani. TullivoliorO interpretare in quolla sor eo tragodia i dis gni dei Ciolo vorso Cario. I Ghibullini dissero, ossor quello giustogas ligo di Dio por la cruda morte arrecata at giovane Corradino ; gli ecclesiastici per la xiolonga salla agit olei tori

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assari, cioli nullo spogliamonio dei diriuo dei δanuue, choSpiaeque tanto ad ahalo Bornardo. In salti pili lardi Urbano Vin una serilla in diritia a Giovanna i regina di Napoli, proni pote di Cario d'Angib, a favore dei CaSSineSi, asserma, ehe pergiusto giudicio di Dio lasso avvenulo it Siciliano sollevamento contro Cario per la lolia giurisdigione criminale ai monaei. Falto su cho Carlo obbo a plangere i suoi peccati sino alla

Zoppo, avv0gnachh i pontesici lo Soccorressuro di Ogni namniora di favori, contrastando a Pietro di Aragona, e con segniumano e divino argomento combattendo alla partu Ghibollina

in Italia. Ι papali savori continuarono VerSO Cario lo ZOppo, liborato dalla prigionia da Nicolb IV, incoronato ed in vos filo dol roamo di Napoli ; ma Giaconio Secondogenito di Piolrod'Aragona morio, ritenova Sicilia , e turbava i sorini a Caelo con quel peritissimo condoitiero di navigii Ruggiero di Loira. Morto Nicolo IV soe o amatore di Francia, rimase olire iduo anni vedova la Chiosa di Dio, non concordando gli elotiori cardinali nulla ei illi di Poriagia I 29 ij. Finalmente uri sanioeremita, vocet, io di fel tantadue anni, Con irsuta barba,

pallido, o fullo logoro di vocetiiurga, e di digiunt, oratro una inferriata, cho gli chiudova l'orrida colle ita sui monio M olla,

duo notat deputati dat congregati olet tori di Pertigia, prostratini suolo, sed ad Orandolo come sanio, od 0sserenilogii ii papaluiri rogno. Gonsi gli occhi di lagrime, acceltava gi' insperationori it rinclituso eremita 1'iesro di Morrone , pol S. Pior Colostin ij. Cusi narra Jacopo Sto saneschi cardinat di S Giorgio in Volabro nol suo poema sulla vita det Santo. Colui famoso per istupendi rigori cui Volle a880ggel tarsi, avo vaabbraccialo la rogola di S. Bene delio , rendendosi m0naeo 1ὶ Boll. Mah. IV. p. 45 .

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per Solenne professione satia nul monastero di S. Maria dis at sola nolla diocosi di se novo illo. Egli pol ratifici, i suo ivoli in Monlo-Cassino 1 od obhv il destro a conoscere quale

Magiono monastica, dolia dei Coles lini , t 'aggrogagio no dei Cassinosi a quolla. Forso ne concepi ii desiderio, ma non poleva Satissario. Venuto papa, it pensistro di ira mulare in Colossint i Cassinosi gli sorsu in animo pili sorte, e Vagheg si ullo anche pili, confortato dat pontificale potero. Entra ola nascenso cista di Aquila su illiin asino, uia addestrato daro Cario lo Zoppo, e dat figliuolo di tui Cario Mai tollo, suin coronato papa dat venuli cardinali, Santo uomo ora Pietro, ma dolio coso di qua ggili non Sapexa: retto ii citore, po verata menso, dis franen O degli anni, non os perlo degli uomini,

surono creati do dici cardinali, O si a questi erano non me no

laico, Si clie gravemento se ne dolovano i voechi cardinati. Fra quolli cho domina vano l'animo di papa Colestino ora Giovanni monaeo di Monlo-Cassino, dolio di Castro-ciolo fori addita Diodosi di Aquino , mn suggesta ait 'ab ale. Costui oras talo ei palo aretveScovo di Benevento da papa Martino IVDeli' anno 1262: o p ichii volet a Salire pili alto, essendo a maiore angi che no dolio cose di questo m0ndo flerrona

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eolentem , ij studio te vie per ontraro noli 'animo di Celestino,

o vi senti 5 bono addunt ro, suos londosi doli' abito noro, odin dos sando it grigio, quale usavano i iiii vi monaei di Colos lino. Questo su alto che ando proprio a Sangue at papa, ilquale, como diro, volova ridiarro i Cassinosi solio la nuova rogo in Colos lina, o dati'osompio di Gio anni argomenlaxa ladocilisa dot Cassinosi nori. Giovanui Olton ne quoi che VoleVa. Una sera dupo la cena contro te antiche eos tum ange, che, Olevano la croagione farsi no' quastro templ) il papa lo crebcardinale o vice cancelliore dolia Romana Chiosa. Quoslatu semposilva crea tone turbb i cardinali vocchi , cho stropi a-rono Od Ol tenuero, cho Giovanni rinunciasse alla dignita cardinaligia, cho pol ripi usu collo debile corimonie. Re Cario non ora contento dei savori di papa loniano , Olle averto vicino, o per calon sua Celestino, clie do, evareearsi a Roma, irasse in Napoli. Noli οἱ obro improse questo Viaggio, e passando per Monte-Cassino, vi Si sermo atquanto per introdurro in quos a Badia la sua risorma. Cib h narrato dat cardinat Stesanoschi nulsatagidotio Poema, ma pili trilamon solo narri, ii monaeo dice id delia Frattura in uri suo comento alla Rogola di S. Bonudo to, cho loggosi null'Archivio Cassi-noso. It Chiosa loro eo inentando it capo cin quantesimo quinto dolia Rogola, in cui S. Benedello paria dei colore dolio vosti, e proprio queste parole - alolli non muo vano siliuio

. nostri sui festimono di susto di questa controversia dule colore dolio vos si in ne i monastero Cassinoso at cospes o dic papa Celestino V : ii qualo volendo per se e pei Suoi cone si a tolli cardinali persuadere i Cassinusi ad indossare ii suo C abito, Cho ora stato quollo doli ordine Murronose solestino

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e parte quest' abito nem cIie Vestiamo at preSente, potevamoe a nostro talento usare l'abito grigio Murronese, dei qualee egli prima aveva usato. A prendere ii quale abito sollee S rgare , o di satio flarχb alcuni monaci Cassinosi cong minacce e terrori, essendosi avulsalo Caceiarne molli die questi in prigione. Gli altri pol, che non potette plegare ade indossare l'angi delio abito, caecib dat monastero Cassinesee per opera di frate Angelario monaco Murronese, che quivie creb abato ; e do' quali conseS8O QSSere Stato uno, Che non ismosso dat lorrore 11h sedotio dalle blandigio, chiosta ode Ollenula licenga da osso signore Celestino, con alles miei e Soci escendo dat monastero C sinese, solo irassi a Bologna,c e quivi per atquanto di tempo frequentat lo studio di Dirilio e Canonico. Ma dopo queste cose non Voglio che ignoriale, o e Fralelli, come, cooperando it nostro Santo Padre Benedello, e it dolio papa Celestino V noli' anno dol Signoro millesimo e ducentesimo nonagesimo quarto, net di tergo decimo die Decembre, net glorno di S. Lucia, Sesta indigione, presso et Napoli, liberametite rinungiasse ii papalo in mano di luttie i suoi sintelli cardinali nol Castello-nuoVO, OVe aliora risiQ-e deva summo potalefico. Le quali cose tulte cosi satio, presso e la siussa citia di Napoli nol dolio Castello-nuovo, sit scello ed assunto a somnio pontesteo ii signore Benedello Gaetanoe di Anagni cardinato, ii quale, mutato ii nome, sit chlamatoe Bonisagio ; o pur tui nol lulli che oravamo suori det mona-h Slem Cassineso coli'abito nero, vi summo tornati. Ε da ques

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