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xa ISTORIA DELLE COSE, DI NAPOLI
de negre; & in questa , & in altre occasioni si segnatorno molligenti luomini e Cavalieri Napolitani , & eittadini onorati dello
Popolo, ancora Che in varie aventure usti vano a comhariere in
compagnia desii soldati Spagnuoli , e Lanetichine hi Tode si , e sacevano mille valantiale in servietio dello padrone , e delia
Mentre che Ie scaramune erano spesse delle genii despuno, R deli' altro essercito , P armata di mare cos Franzesa , come Veneetiana andava costentando te marine delio Regno , mn d segno di pigliare Napoli. a time. Dicesii, cbe Lotremo non vobis combattere Napoli allo principio , S pigliaria a serra de ara me per non guastaria, avendola vedula cost hella, tenendosi s Curo nelle mani I' acquisto delia Cilia, & r intiem acquiso de so Regno , per Ia prospera sortuna che fin aliora aveo avula; Che in reni cosa era statoe superiore , S la mamior parte deli Regno a vera riduita a sua divoetione , & molli Baroni cambiam do mantella , se Ii erano ac stati. Fra Ii quali surono ii Ma
chese di Montesarchio, & it Duca di Striano, tuiti due di Caasa Carrasa , it Duca di Bojano di Casa Pandone , it Marchesedi Quarata di Casa de Aquino , ii Conte di Nola di Casa or sino , ii Conte di tam , & Ugento di Casa dela Batra , il
onte di Conversano , figlio dei Marchese di Bitonis , e neminte dei ve hici Duca S Atri, con Gio: Francesco Aequaviva suo figlio primogenito , iI Conte di Montorio , & u Barone di S tosta di Casa Zurio , it Conte di Morcone di Casa Gaetano , Pietro Stendardo ricco Barone deto Regno , iI quale da Loire co su satis Commiliario Generale delia Grata deIressercito Frat aese, Berardino Filingiero Barone di Monaeaperto , & alta; frali quali iI Principe di Melli di Casa Caracciori vedendo non essere rimitato dato Principe de Oranges , conforme ii meriMdel suo valore , e per Megno pigito stipendio deto Re di Francia , S pol li su dato it San Michele in paga delo molio ς che
Veneva a perdere nelio Regno di Napoli. Vedendo Lotrecco non esserne penetrate Parme sue in Calabria , mando a quella volt a Simone Romano con huma pari deI suo essercito , & vedendo te scaramuZZe poco o niente gi vare, te proibi rael suo esseresto . che non si facessem , se non ei alio li suoi costretti dat Ia necessita a saria. i. E pensando alle stratagemine solite a sata in smili occas ni, mando uia villano Abruriela con lettere deis Marchese di
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Nontesarctio a Fabriato Maramaldo suo parente , nella quali Io-dava la lita risoluetione di cambiare bandera , stante te cosse cli Napoli a malissimo termine : dipoi Io animara a metieria pre so in esseito, dovendo stare sicuro delli molli premi . conformele promesse attre Molte salte. Et astutamente si sece pigliare qumno villano dalle genti Spagnole Con Ia lettera , quale portatoavanti deis Principe Soranges. & victo che ebbe .la lettera, tace subito carcerare iI villano , S it Maramaldo con determin aione precipitosa di sarti lagitare si cam la nolle inedesima ,senza saputa delo Vicere Moncada , e de to Consglio . It chesapumsi dat Moncada , ando subito a temperare la suria delo Generale Oranges, sacendoli corioscere, che non si doveva metierela mani alia vita de un Capitanto deis valore S stima dei Ma. ramaldo , senra prima ben bene veders la causa nello Conriliodi nato, e di guerra; perlocche surono chlamati tuiti gli Conmglieri uello oorno seguente alia stanZa dello Principe Granges. A di a s. di Maggio si aggluntarono in Con glio la matina con Oranges , ii Vicere Moncada , i I Marcii eis delo Uasto ,
Don Ferrante Gonsaga . Ascanio COIonna . l' Alarcone , Mosseci Colle , it Morone , & altri, che erano soliti intervenirνi. AINaramesdo Hrono dati due cavalieri , che defendesseto Ia sua causa , Annibale di Capua , & Gio: Batusta dela Tolla . & in preseneta de tuiti su latin u lettera delo Marchese di Monte satiachio mandata aio Maramaldo, dalla quale rima sero attoniti. Et
no di parere di appendere ii villano, & it Maramaldo alla toriatura in uno stem tem ., & consorine la consessione dely uno, Ee dei P alim giudicare ; quando allo Marchese de Io Vasto Qvvenne in pensiero, ne an doversi un mino, come it Maramaudo, mettersi a tortura, seneta prima bene estaminare ii villano, alquale it Marchese domando se conosceva it Maramaldo , & se ' aveva dato piu lettere delo Marchese de Montesarchio ; e dicendo lui de si , H di nuom interrogato , se cela aveva visto mere in quella modo , che gli altri uomini sint tono lasgere. Dalo che si s verse I' laganno , perche ad reni uno deli Coni, glieri era noto , che it Maramaldo aveva vilia assat cattiva , nepoteva leggere senZacio hiale. V istesta giorno su tormentato iI villano, S consesso Ia cosa come passava , perlacche lo giorno sequente su squartato aquatim cavalli in meaeto la piazeta dello Mercato , con Conten
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Uscendo dato sopradetto Consi glio tI Marchese dela Vasto
tri sente per la liberarione des Maraimido , se invia accompagnai do it Vicere Moneada alia sua stama , ct per sua mala sortuna se incontra vicino S. Lorenaci contio Conte di Poteneta, il ale an va a cavallo sopra de una mula per te podagre'. &era venulo di prostimo da Spagna: dove era stato Carcerato treanes per te contese de diffide pallate sta loro , S it Marcii se di Pescara, per la Marcheia dela Padnia, che pretendeva da re in m Ite ii Conie di Poteneta es suo primogenito . Dopodetie disside quella su Ia prima volia , cheisi aflronto con to Narchese deIo Vaso, ii quale come erede delo Marchese di P scara , penso arche di credi tare te brighe, perlocche non rende ii saluto della har retia, che li venne isto dat Conte di Potena ct quello. che fu peggio, lasciam it Vicere in sua casa, ritornandosene it Marchese con pochi amici & servi tori , riir at ii Conte netis medes ino loco , ii dette delle serite ; delo clieavisam Don Antonio de Guevara suo talio coria allo rumore , e valorosamente disendendo it padre, strinis bravamente li γλs asso Marcheis delo Vasto , Milo quale venne ferito Lito Iaala delici braccio , in modo che da la a due glomi sene mori ilmvero Don Antonio. AI ni voleno, non tallo Marchese susse sato serito Don Antonio , ma da un certo segice delo Ma cheis, thiamato Marco Antonio Galitianos, e clie questo Marco Antonio susse nato ammariato dopol de una archi sciata , Per opera de la Contessa in re dela morio Don Antonio.
A di 26. di Manio intendendo it Marchese dela Vasso'.
che Don Um Vicere M volava carcerare , & che la insanterla agnota pigilava l' armi per volerio disendere, piglio risoluat ne cli mettersi in una picciola harchetia , Sesandataene ad is edove pochi giorni si traiienne , che vivendo, per P asseneta des Marchese , liniantaria Spagnuola ditalitiamente, & sema obediemra , iacendo mille danni a citiadini, si soretato Don Ugo riclii, marIo , che venesse sicuramente at suo carico, it cheis linoriaveria satio , si non ci iusse stato glan bi OO dela persona de-lo Marche . Altri dico , che Don Ugo, come amico delo Marche , s servi eo de reni occasone per faris ritornare nello Essercito allo suo tuom ,-ancorche avelle commesso emi di fres tale omicidio di persona cosi principale i come era it talio dela onte in Potenaa Don Antonio di Guevara . A tuui era nota
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la Bucina in spondema, che era tra Don ino,& E Marcheis.& r obligo tae ii teneva, perebe garremiando con Io Principe de Oranges, iI Marchese se si mostro sempre suo partiale , SContrario alis Prineipe. Questa divisione di parthe in questempo era gagliarda . con dister Uo deis padrone , ritrorandosi tutio Pessem to divisor chi semitam Ia partita det Uicere Donrio, & chi seguitava I altra des Generale Oranges ; S. quest veneua , Perche erano due capi, & r uno non o deva ati' ab
Ritomato fl Marchese in Napiat, Humo it Uicea Monc da, & il Principe de Oranges in grandissime differenaee, peuchi essendo comparso it Conte Filippo a' inia , mandato tali' Ammi lio det Re di Franeta Andrea ae Oria con otio galere bene in ordine , ad insestare la marina di Napoli , S proibirecte non es en trasse vitio glia 3 conoscendo it hisogno, che ciem di mantenere aIi' assediati si mare libero , reni uno delli duar tendeva', che a lui Mecasse ii comando di quella impresa, 1i Principe di Oranges come Generale dely esercito , S il via
emis Mon me Vicinna ct Admirante deici mare , che per vi aveva tenuita , e tenera deste cole det mare parilauiae S pentato. Infine Ia cosa venne a risoluetione , che u comando
di quella impresa si desse at Μarcheis deici Vaho, & H Gobbo
iustiniano; & Don Ugo dimostrando valore , et volse andare me soldato particolare, e con Ι' essempici suo es andorno mineo Ascanio colamna , Camillo Colonna, Cesare Ferrumo , d.
Εrano alloea nella porio di Napoli sei galare , e Me aia rei vastelli. Questi si armorno assa gagliarda con gente stelia , α ben munita, & nelia seconda guardia delu nolle det primo de Giugno ustirono dalo porto, & se incaminarono alia inlinde Capri, dove arrivati allo spuntare dei glomo , v dero lisoldati naviganti utare da una grotin uno Eremita assai noto Chiamato Consalvo Barretis, s quiae lascivio la soldatesca , inquello loco em ridotio ad Er. vita solitaria in serviat o di Dis. Vedendo l'Eremita te galere Imperiali, ad alta voce dandoli lassia benedirione, disser andate felici uomini valorosi , e Combat-tele allagramente, perche io questa noue mi sono sognato s Peritio comprobo esset mera vaesta, perlocche non si deve maicredere a Mnni che rovi reti i vascelli , ammarrareti molirigmin, e per questa lauacia liberarete ii Remo di Napoli des-
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Ia oppressione, in che se ritrova . Per Ia quaI cosa ricevendos eo. ine Oracolo di selice angurio te parole tallo Eremita , si sece sellada inni uno nelle galere con gridi , S suoni di tromtie, S se inviorno alla volta de nemici con licvrrara della vittoria ; la quales iiene per certo che ly averiano ottenula, is it Conte Filippino nonera avisato dello appare hio , che si saceva delle galere , cheavevano ad uscire; per la quat cola dimano at Lotrecco cinque Cento hiloni archi gieri, e con quelli maggiormente rinsorro Iesiae galere, imbarcandoli la nolle innatari vicino Agropoli. D istestis di dei primo di Giugno si intontorno te due a male net Golso di Salerno vicino at capo d' Urso . II Conte FLIippino , come Capitano prattico neste cose di mare, conoscendo it favore delo vento , si inese ala larga per eombattere con Ci que galere, avendo lasciato ordine ali' attre tre galere, che r Bassero di retrogvardia, S soccorressero nello mugior servore
della hattaglia, dore ci era mamior hi segno. L issesso comandomo i I Marchese delo Vasto, & il Gob-ho Gristiniano , che delle set galere deli' armata nostra ne restas. fero due a dioero, che si mettessero sepravento . per investiredove paresse piu necellario . Una di queste galere era comandata da Garaia Manri quo . e l' altra da Francesto di Sotia . si quali non lasciomo di lare l' ossicio loro . come li su imposto. Nello primo astalio unam an nata poppe lyantenna della Capitania Imperiale, dove era it Vicere Moncada , it Marchesedet Vasto, S la gente di maggior stima deli' armata. Questaeola mese in desditia grande Parmata nostra. Si combatie gaglia damente, de Ia vii toria su de nemici : ci su ammariam ii Vicere Moncada, Cesare Ferramosca. & altri Capitani , & infinita gente minuta , non senZa grandissimo danno S morte de
Andamno carcerati in manci deIo Conte Filippino, it Maris chese dei Vasio, Ascanio Cotonna, tutii due seriti. N il Gob ho Giustiniano ancora con Camillo Colorina . Annibale di Ge naro & altri, ii quali sumno subito mandati ad Andrea Soria
Si dice , che giovasse molio ala Conte Filippino in mella occasione promettere liberta alli schiavi Turchi , e Mori , che erano neste sue galere , ii quali levati desto serro combat-
In luogo dello morio Vicere pigito si eatim di Victia di poli it Principe d' Oranges. Alli
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Alit s. di Ghigno si lacero P essequie dedo Vicere Moncaca in Napoli.
do di continuo , puro non tutio eio non mancavano di veniremni glomo alta Cuia amediata novi: inste menti da Surrento,
capri, Procita, Ischia, S aliti luo hi; metiendosi gli ardui marinari a mille rischi, eon la speraneta dello suadagi Q. QA di 26. di Giugno Don Ferranie Gon saga sti a peri colodi venire in maxo di nem iei ἰ scaramitarando con labir. sentariadalle. bande nex re , e due coinprante di Cavalli Franacs , este Crano venirie ad impedire Ii rinlaestamenti , ehe edi vano a N poli dalla banda di Piedigroita ; dove D. Ferrante Gonsaga sa--ndoli faccie valentemente , su scavescato da cavallo , & se non
fuge sato ajutato dalli Todischi solaria capitato in mano: dellinemici.
ll Conte Ugo de Pepoli capo desse tande negre,in tumodello morto Oraetio Baglione , mni glorno si senteva ora in una parte , ct ora in uia altra deIle mura della Citta , e la guerramdava aliat calda ; essendo inni cosa governata da Don Ferrante
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Gonsaga per la infimatri dei Principe de oranges . Ε la Citta non solamente senaeva li di sani, che gli appo tava l' esserino nemico , ma ancora quelli che Ii davano v ses- dati Spagnuoli, e li Lanaichine hi Todeschi , quali eram gramdi seneta poterit rimediare , usandono in Ieme grandissime, comeusiati a molia liberta e erudelia contra a Milanesi , & a Roma
le quali cose li Napolitani, non usi da molis tempo ad avera guerra, mal volentieri comportavano simili stras . In quella occasione s segnato notabiimente Geronimo Pellemno Eletradet Popolo, che con la sua autori ta sece molio in reprimereti rumori , che assa glomata succederam tra citcidini , Ssoldati.
tremo pensando di lare gran danno assa Citia di Napolleon levare P acqua delo formale, che entra denuo dela Citta dallabanda di Potatoreale , appantano is paese de modo. che Ia ma laria sece aumentare la pelle , e te infirmita , che Correono ne Io suo Campo, & alii Napolitani sece poco danno, per I' abun danaia de porre sementi, che sono dentro Ia Citta. Cio fatis, penso impatronirsi dela Clita per via deli me des mi aquedulii , de dove aveo levato P aequa, confidato neida to delli distat, che tavam denuo di Napoli , con ii quali aveo segreta intelligema , come sece una volta Re Atlanta : Iaquai cosa venum ali orecchio de uno servitore dela Marchese de Homesarchio, che sava nello campo Framese, it quale primaera nato eon is Duca di Τermine, se parti des eampo Franet se , & se ne ando a Novare Annibale di Capua , dato quese Muisito de reni cosa it Principe de Oranges , & Don Ferrante Gonlaga, Providero a Mello peri Io con serrare Ia hocca deliosor male vicino Ia porta Capuam, da dove se incaminavano liacquedulti per te esue parti della Citta , mn un grosso muro, e Mello tener pensero di lario sempre reve re da quando in quando , che non sume rotio classi nemici. In tanto Andrea d' Oria stava in disserema & mala fodin Arione con to Re di Franeta, perbeonio di Savona , che ii Revoleva levare dato govemo de Genovesi : Ia quale mala fodistatione crebbe per conto delo Marchese dela Vasso . Sidi Ascanio Cotonna , ii quali cereati desci Re, it S Otia mai celi volsemandare , si perche aveo prometa ala Marchese delo Uino , non mandario in Franaa, si anco Perche dubitara , che non is
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cesse ii Re di Franra di eis, eome sece delo principe de O ranges; si quale venulo in mano dei ae Otia, Io vesse, ct it crocia celo ditae, noli pago la taglia di elso Principe , M iam poco si Corri spondeva Ie pagite delle gallare , che teneva allo suo ser
II Re di Franeta Megnato mi ae oria, impose a Monugnordi Barbes, suo nuom Avuniraglio , e Generale deIo mare, cheavendo da eslere a Napoli, per portam gente , monitione, e denari alo suo essercito, per lo vianio procurasse avere nelle mani carcerato Andrea S Otia: it che non te riusci, per causa cheessendo aliora Genova , non manco che Napoli, ira vagitata. dalla Peste , si era it d' Otia ridotis con li suoi compagni a Lerice. Questa armata di Bathes ghinse a villa de Napoli stet Priveipio de Luglio , S unitos con r armata Veneriana tento arcare la gente a Pontelicet ardo , dove Don Ferrante Gonsaga Pi uro impediris Io starco ; S Lotrecco mandandoci iliConte Ugo de Pepoli eon Ie sue tande negre , e domi novo soccorso di cavalleria con Valerio Orfino, si attacco una fiera scara-
manco non si pigilassero ii di nari, che ii Re mandava da Fran-za. n Conte Ugo su cambiato con uno Cavaliere Spagnuolla,
prigione in potere de nemici. In qliena sanione surono seriti Gio: Battista di Lossredo , Loi se Acciapaccio , Francesto delle Castella, & attre persone tuite valor se.
Alli. . di Luglio parti dalli nostri mari iI Conte Filippinod' Otia alia vesta di Genova. ι Andrea d'Oria non mancava In questo mentre di persuadere allo Marsi eis deso Vasto , & at Contestibile Ascanio Cotonna , che lascias sero la parte Spagnuc Ia, & e ac stassero alia Franaese, ct quello maggiormente v endo te cose della Regno disperate per li Spagnuoli; quando it Marciiese dello Vasto accortos della mala fodissaetrione deI SOria ,-per. merro d' uno suo servitore, ebe nello Porto di Lerice to aveva inteso in sonno pariare , latrentandosi deto Re di Franeta: quale servitore pigliando is Marchese delo Vino suo padrone per la mano, che flava nella sies.sa galera , se accostorno tuiti due alia poppa , dove dormeva ild' Oriai, & celo sece semire t 'le proprie ore bie; dato chepi lato animo it Marchese investi it Doria , domithe avevatio mangiato inseme ,i& Ii persuase a volere lasciare Franeta. S ae. collars alto Imperatore, prometrendoli la Paula sua libera, glac
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giore di quella , che P aveva data ii Re di Franeta , e con te mine delli ri belli delio Regno di Napoli ricca ricompensa. Alloquali cose dando grata audiema Andrea Soria, propongono par tire da Lerice alla volta di Genova , dove a caso riuovandosi Fra Iacovo di Procita Frate di Samo Francesto Zoecolante , amico S eonoscente dedo Marchese, il quale era in vianio arulo Capitolo generale, este si avera da sare in Spagna , paris che Dio lo mancasse a quella volta. A Fra Iacovo confignorm leletteres per is Imperatore, & per Gio: Battilla Castaldo , che st, va alta Corte per negoaj dello Marche . Quale Gio: Battista ri trovando la materia dispostissima negorio di modo, che ne riman do allo Marchese caria firmata in hianco dat P Imperatore, accio Andrea d'Oria ei strivesse cio, che delHerava. Cid satis, Andrea d'Oriaimando alla Corte di Spagna Traiamo Doria suo parente , per giurare sedella in mano deli' Imperatore a nome suo, & per riducere in forma di privilegio quebio . the dalla sua Cesarea Maesta des ravat S subito separatosidalle galere delis Re di Franeta , eon te sue galere ,'& con IhGenoves, che te ac dirono, scacci u Fratrueli da Genova, grudandosi Liberta , Liberia ; per memoria delia quale liberia rice. vuta dat Ie mani de Andrea Toria, in segno di gratitudine Ia S, gnoria di Genova li sece pol ergere una statua di marmo alta grande in merro della piaria pubblica. Dicesi , che Io Governatore di Genova per Io Re di Frameta aveva piu volte satio grande istaneta con to Re , che mant nesse contento Andrea Coria , dandoli a conoscere ii molis cheiinportava tenerio dalla banda sua : deIoche mi it Re accortiniardi, pose mille merat, Con varie e grandi offerte , per ricomeiliaisi it Toria mal s dissatio; it che tutio su in vano, percheridulia Genova in liberia , S prela Savona per i Genoves , se
incaminis' alia volta di Napoli con li suoi prigioni , gia satti
Frarmeli , e Murem v endo poco manco che dissatio it suo essercito, mando Reneto da Ceri in Abruam ad assoldare pia gemis in quella Provincia, e nella Marca ae Ancona.
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Nella medesimo tempo vemem a salti T arme, Napolione Orsino Abate di Faria, me di iresco era scappato dalle mani det Papa , che lo teneva carcerato Milo Caslello di S.-Angelo, &Scipione Colanna Vesivo de Rieti ,.vicino a Magliano neTA- urro per te recuperarione dela Stato di Ascanio Cotonna di
Tagliacmeti , & Albi , che pretendeva Napolione Orsino , comelevato dassa Casa sua , & dato a Fabririo Corinna padre ae scanio , con lyossieto di grati Contestabile, it quale pero era δε-M.della Casa Orsina ; S c reni cosa pretendeva impossessaristo, Abate di Farsa per mereto delle armi , & det favore,delli FranZest , e combattendo con Io Vesivo di Rieti Ia vittoria sudela Orsino, con morte di molli deli Colonnesi. In Calabria Simone Romano prese Cosema, & I'estri luo-ghi , ancorche seli opponesse ii Principe di Bisignano , it Duca Mi Castrovillari, it Principe di Stigliano, iI Marcheis di Laino, Don Pietro Gonsales de Mendoreta genero dello Marcone,& alutri Signori, che hanno Stato da quelle bande . Alla prela de Se- nisi tabe nella mani Io Principe di Stigliano, e lo Marchese de
Mino sito genero, quale. pressi musico alia Marcheia sua madre, che si non li clava la sortereta est Mino Delle mani , averta sat
morire it Marchese suo figlio. Si erano ridotte in quel tempo, me I go sicuro nella sorteria di Laino, Ia Principessa di Bi- signano , la Principem di Stigliano, la Contessa della Saponara, &alire Gentildonne & Signore, che tavano nelle Terre convect-ne, e Ia Marcheia di Laino di casa Cara toto, donna,vedova . Con animo virile defende va questa piaria; S alia propolia dello Capitano Franetese ris se , che se Ii facevano morire ii suo fi- , glio primogenito , Ie restavano quatim altri figli , ancora pronua morire in servietio delio loro padrone. La fame ia Gracci Gla ba sempre prodotio donne di grandissimo, lore & onesta, Per quanto la memoria nostra si puo ricordare , si be la donne di questa Calata sono fra tuite i' alue particolamento celebratenella nostra Citta di Napoli. Passato Simone Romano in soccorso deIo Duca di Somma,che laceva dis no di assediar Catangam . Cittae mesto sorte, Sisen diseia dato genero delo Alarcone, des Duca di Castrovillare, ct da es ni delia casa Rulla parenti delo Conte de Sinopoli;
mone Romano , & it Duca di Somina, li su sepra it Conie di Burrella figlio delo Duca ui Mometione , aliora vicere di Sici-