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- 18 XVI. Il si g. Porro h a voluto saro lui e fars da So,od ha satio nol bet modo otio vorta dimostrato datis no Sire annotagioni. Ε, quando diei amo da se, intendi amoeompreso ne I suo sapero ancho quollo di prete Ceruti, o quel po' ancho di assislonga cho gli pud essero Venuto da altes parti . So noi lassimo, per es empto, a zagione
di quegii studii storici cho sa pili, o crede pili importanti; si porta
di cose statutario ς avremo sorso cento statuti pubblicati , iquali saranno da peseare in quelle ramolle, e sorse si somi glis-ranno Da loro come i Men mi ; laddove in un anno, con buon melodo e con chissimi operat bene diretti, s'avrebbo avulo I 'utilo instanga di un migliato di statuti diversi Νh quolle De-putagioni vivono d'aria; o Io sa it bilancio possivo dolio Stato. v si Ma an diamo ancora pili innangi. Noi non deridiamo macomplangi amo quello pretesse di autonomia di eui si vaniano edeputagioni ed accademis di storia patria. orremmo che intra sacessero capo ad un unico istituto storico ; chct ad o una lasse segnato it proprio compila, o che ei cuno de' soci vi contribuisse per la sua parte. Aliora i danari dello Stato e dogli Stati spercth anclis altri Stati seguono ii nostro bell'esompiol non sarebbero sprecati; aliora, alia fino di un bionnio o di untrion nio, si polrobbo diro cte a spese delia naetionse la storia non lasso girata intorno at paracarri della struda, o at fossi odiale siepi, ma si avesso eamminato, ma lasse andata avanti. Orasiamo una truppa di volontarii indisciplinati, che mcciamo lapi cola guerra per nostro proprio conto; e tra noi v 'ha piis dialeuno che, per esserseia pigliata colle sorogetis, colle galline, o eoi molini, intende pol di aver diritio ullo ricomliense asse- gnate al valor militare. Par impossibile che ancho negli studiiserii si trova it modo di farsi ridicoli. nNei tomi Chartarum i Monumenta historiae patriae, editidalia Imputagione torinose sono mccotti documenti di futti i paesi opaeselli dei Plemonio, uella Savola, della Lombardia o della Liguria,
come se nol medio evo vigessero dappertuito i medesimi usi e lemedesimo leggi. -- Codesta processione di documenti, colla qua- is si pretose di unificare cili ch 'era diviso, non Roddissaris cho astudii superficiali: chδ di un paese supremo Ι' una cosa, e diuu altro l)altra, e di nessuno avremo i 'intera fisonomia.
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pod la testa cho di correggero da cima a lando it lavoro di ua altro lNoti si pero clis, ancho faeendo da so, ii sig. Porron si pro os δε alia eorrsgions dol tosto si tro vava gia toltodi megeto molis di meoita : noi glossi, in nota, ave Vamogia indieati tutii i passi pist o mono solioemento eorrotti dat Sassi, dat Verri, dat Otulini, dat Reggonico, o da
XVII. Nello assum oro la ingrata sati ea di questi
appunti non su nostra intengions. eho sarebbo stata poca generosita, di rispondors a misura di carbono allo sconsiderato provocaetioni satieci, ma di complero Ι' illustration os la corrogions di un documonto antico, in torno at qualis avsvamo gia speso tompo a cura non lievi, o, Ss non
altro, di aggiungervi qualcho altro studio e qualcho altra non inutilo riesrea. ci bastera Oho i letiori riman-gano pars uasi clis con ben poco si potova sar quales ocosa moglio doli'odigions torinose, sussidiata dialo Stato,
o cho di quoi poco non ora dilatio in noi s2 . XVIII. It volumo dat si g. Porro cho noi stiamoll) A pag. I98 della nostra opera eosi scrivevamo : Arridurre α mstior tedione queste Consuetudini narranno anchele fonti Qua e cola indiere te nelle note appie in pagina nellasia mpa dei testo. ed alcuni altri vocumenti che verremo piuinnanai indicando o cho sumno indicati da pag. 211 a ling. 2 τὶ: aduitia mo specialmente i ventisette capitoletti intorno altitolo Do locatione et conductions, che riporteremo testualmente
s2ὶ La nuova edigione della Consuetudini, ridotis a buonalegiono, col corredo di copiosi documauti inediti, che abbiamo promessa col manifesto 20 otiobro 1869 inella copertina della seconda parto dei nostro lavorol useirli in luco subito cho cisiano assiourate in qualcho modo lo speso di alampa. Νoi roga-liamo it nostro tempo e la nostra satiea, ma non possi amo saradi pili. Cogit incoraggiamonti cho hanno gli studii aerii at glor-no δ' oggi, it miglior partito sarebbo quasi quasi di Apezgaro la penna. I gi OVani non iacoraggino a questo intro parot : se sappian sars, gli attenderanno tempi mi gliori; dei regio, non 8 Is- cito lamentarsi, che doso iungo e immeritato abbandono.
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- 20 per prendere in e samo sLiber Consuetudinum Medio. lani anno MCCXVI collectartim. Austusice Taurinorum MDCCCLXIX comparva dapprima in un centinato cirondi copis, tirato a parte, nolla modosta sorma di intavo c
Municipales cho devo contenero gli statuti di Broseia squolli di Como Ι . Broseia, como e Milano, como non fos- sero Oho povere appendici o stillicidii dolis Alpi Cogis,dobbono sae eapo a Torino i Proseronas o privilegii an otio nolla cerchia degli studii l Ma quot volumo ira bravo compartra nolla sud deita collegiona tori noso in tu ita Iam aesta deli' in-solio massimo, o girora l'Italia o tutiar Europa a sar sede, colla sua mois, della gravita de glistudii storiei nolla Peni sola. Sunt lacrymae rerum, dirob-bs il posta: ma i piu, inVeos, cho bisogna ras segna rei RIdestino cho ci van sanendo coloro cho per la fortuna dolia
loro audacia si son satii credere o chiam arct in supgriori e s'imposero come maestri della nagione. Manco mulct,
ehe Podori ei vi dara, como suolo, qualohe cosa di buo no. XIX. coloro pero cho hanno vn'anima indipondento coloro cho non desiderano di ossero imbraneati tra ioosid dotii nomini auperiori, terranno altro o pio libero linguaggio. E pregheranno, anxi tutio, i go vernanti diavero un po' pia di riguardy agii studii stori ei; s li supplicheranno di coordinarii, di disciplinarii, di sarii diri.
gero da gento che vogli a s possa sar ben s. La nagio nospendo anelio per quBsti studii, clis deggio no rivolario non solo lo suo miseris passate, ma ancho la somma diei villa eh'oli'obbo no tempi an dati, o more δ la qualo ella rimases per tanti socoli famosa; ρ, s'ella spende, ita diritto diessero sorvita a d ovors, o non di serviro col denaro che duramento te vieno spromulo, a capricci, a Vanita, a garo in-
docenti, a vitioris mesolii ne di ambietioni parsonali. Comin- cino i govornanti ad aver ossi, prima di tuiti, una id ea notia o precisa dei bisogni dolia storia; non si lasci norimburelii ars da saccendieri, e pensi no eho a' tempi nnovi oecorrono id es s isti iugioni nuovo; ad ossi. 1 occa i 'ini-giativa : questo O il loro compito ; sar delia buroeragialli Gli statuti di Broseia conten uti in quel tomo surono curatidali'Odorici, quelli di Como dat prete Ceruti.
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toechora at loro di pondenti. Finora si confuso it braceio colla tosta, s la tosta deir uno colla testa deli' altro. Per cio cho riguarda la materia statutaria abbiamo dotio in altro luogo si eho persino P Austria avsva pensato
vi Fu detis clis l'Italia non polr, mai avere una buona e comis piuta storia propria Re non quando fiano bene conosciuti eis studiati i suoi millo statuti. Ma te belle parole furono sev mira da scani essetii. E, perobsi si rimnobbe ii bisomo, suis piis riprovevols il non avervi sumetentemente provVeduis; e. D non vi si provVide perchli allo esoriagioni dei Muratori n- is tη ita l. Med. LEO. edit. Aret. tomo IX, 639ὶ, det Romamosiis nel ragionamento che precede t 'opera delle Acque), agit ec- is citamenti dei congressi scientifici od al buon volera degliis studiosi non s' compa b, com 'ora pur dovere, it pubblico is aluto. V' hanno opere per te quali non basiano te fortuno e gliis glargi dei privati . . mucchli citare lyautorith dei Muratori oo dei Romagnosi, varr, a scuotere I'inergia dei nogiri lo es0mis pio della solergia degli stranteri circa questa materia, di queis gli stranteri, in ispectat modo, a cui, come trOppo barbari, a is hiamo satio dare io Rhatto da casa nostra; intendiamo paris laro degit Austriaci. II consponto non tornerli sorae lusingilie-o ro : ma la sedetin storica e 1' utilita che pub derivare da unais frunca parola vi ei costringono. Sappiasi impertanto chse peris impediro la dispersione degli statuti municipali, gili avvenuinis in troppo larga misura nno dat primi anni di questo secolo, is e por sormarne una completa collegione a Vantaggio degli stuo dii storico-giuridici, Η'era risoluto' negli alti l 'hi fino datis ' 1816, di concentrarii o disporti in uti pubblico stabilimento delis la capitale austriaca. Questo era it primo passo porchli codesta is suppellettile scientifica lasse sottra ait' edacit, det tempo, en sorViSRe, materiale pregiosissimo, a necessario corredo delia i is gislaetions o della storia. Cosi ii letterato avrebbo inputo doveo far capo per attingero gli selemonii della storia cluilo di quo-o sto o di quel popolo d'Italia, songa bisomo d' intraprendereis lunghi o disastrosi viaggi e qualcho volta inutili. DI documenti cho noi pubblicamino a p. 131 o 132 dei Liber
taro otii dirigo la pubblica istruetione a mandare ad emito cibine non m che un' idea dello strantem, o pluit to d'Italianiche, anche servendo lo Strantem, non aVeano rinungiato intera-
monte alia idea della patria italiana. I documenti sopra citati sono relativi alia Lombardia. Per quanto si riserises alia Venogia, studii faui ait' archivio dolTribunalo di Appello di questa cura, ct porgono in grado di aD
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n iei pali italiani. almeno per impedirne la gia troppo progredita dispersione, o per sar in modo chs gli studiosi
avessero in pronio o in un solo istituto una grando suppellettile. - Εra un primo passo Verso quella Universita storica cho noi vorrammo vedere son data; angi diqusillo Un iversita scientificiis e letteraris che surebberoe itanto bene agit studii od agit studiosi, so venissero istitutis, Ognuna per una data materia, Ognuna in una data. ιcitia. Ognuna cui corredo di speciali libri, manoseritti, imacchine, preparati εec. E, quando noi dici amo Uni- lversita, non vogliamo dire no retiori magnifici, nis pro- isossori ord inari o straordinari, ma una complota Sup- ipoli sitiis scientifica o letteraria. Una Universita storicae iitaliana, p. f., non do Vrebbe mancaro di nessu na storia o ἡ libro qualun quo alto ad illustraro te videndo doli' Italia rin gonei ais ed in particolare. Si o satia tanta discussione , per la capitals politica; od oceo che molis citia potrobboro ossero capitali di questo odi quello Stato della consede Pa- , gione delle scien go. - Ε, tornando ait 'id ea austriaca circa ri nostri statuti, non solo do vi obbo pensarsi alia loro ma- ateriale collegione, ma ancho a studii an alitici o sin totieiod a lavori comparativi sopra i modosimi. Caddo l'alboro deli' antica autonomia municipals ; ma V' erano an
sermare cho anchse net Veneto ii Supremo Tribunalo di Giusti gia nul 1816, e precisamente net tu glio di queli' anno, avω eva ordinate lo modosimo pratiche B le medesime ricerche, non seneta qualcho osseuo. E Governo e Tribunale d'Appollo erano stati incaricati di rivolgersi alto Dologaetioni ed a' Municipi peraver il maggior numero possibile di statuti municipali Q quinditrasmeuorti ali' aulico dicastem, con raecomaudatione specialo per gli statuti risouarciunti m leuislarione eu uniminibi metisnestiuatalariα. Nella corrispondenga che corae tra it Tribunals d Appello, ii Governo Gonorato di V ogia a te Deleg ioni provinciali,d ricordata la spodietions degli statuti di Vsnegia, Viceneta, Bas- lsano, Cittadella, Belluno, Felire, Cadoro, Rouigo Iduel, Adria, V
rona, territorio veronese, commercio veroness, Valpolicella, Tr vim, Ceneda, Tarso, Valmareno, Motta, Conegliano, Serravalle,
costituetioni dot Friuli, statuti di Cividato: son memorati quelli di ChiOggia, Cavaretero, Loreo, COtagna, ed acuennato alia perdita ldi quello di Crespinolo, rimasto pressa di uti incendio.
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cora pendenti dello so glie salutari o do' buo ni fruiti. Non distrugo amo col suoco, o non lasci amo in plena balia de' viandanti, cio cho puo ossero reclamato dati' utilitas dati' interesso generale.. E it Partamento ' Il Partamento, che rappro sonta lanagione, Vegga d ' occuparsi aleun poco dei passato dellamedesima quando quel passato pud avors immediata relagione col presente, e it presente pub ossero sorvito dat passato. Vogliamo diro cho nol ri formarsi te leggi voechis o nollarsi is nuous, piutiosto cho ri corroro agit usi od ai co- diei degli stranteri, almeno per un po'di pudore, per non mostrarci sco noscenti O ignoranti, si da vedore se nullaabbiano dotio in simili materio gli antichi nostri legislatori . clis in materia civiis hanno pur satis tanto buo
ne o bello coss. l) Chi meglio dei Partamento italiano
potrebbs far racco gliors, studiare, illustrare quanto ei laci ci la sapion et a civiis di tanto eo spicue citia italians Chi mosio dei Partamento ordinars una storia docu- montata dolia legislagiono italianal Si va suopi di eas a nostra, net fare is leggi , por aequi star cio cho vi suimportato da casa nostra, e che netl es porta Ziene qual-
1ὶ In un nostro seritio inserito nel giornato In pubblic tis frugione, D. 1, anno 1865, eccitavamo anche i Comuni dello Stato non solo a sar illustrare te vicendo det loro passato. specialmente con ordinato raceolte di documenti, ma a prOvvedere egiandio alla continuaetiona delle loro storie. Non dispincern elie qui riportiamo questu poche parate: u Sentiamo dirci : Νoi, C muni principali dello Stato, abbiamo gili storie sopra storie; isdeuarono uomini di gran valoro : non o' b nulla da aggiungerso da levare. Ο - Nulla proprio ' Ma quelle storie siniscono col se- colo passato, o Vol non si eis stati gemiti nsi da una valanga nisdalla lava di uti Vulcano : non siete scomparsi, in una pumia, dalla saecla delia terra clopo quot tempo. Perclisi si arresili lanarragione dei salti vostri ' Vi ver gnereste voi di cili che aveto satio dappol, o cib ehe avete satio dappi,i non sarebbe d 'istrii. zion alcuna per i posteri ' Ecco adunque la necessit, non solodi provvedero di storia i Comunt cho ancora non Phanno, O dirisormaria secondo te ideo e la criti ea dei tempi moderni, ina clicontinuaria egiandio fino at nostri giorni. Si paria tanto di fastrisorgere la letteratura ; e questo h un meZZo. Sarebbe utilo Ziandio, od almeno, cho Ogni Comune di qualelie importaneta lacesse compilare Ogni anno te proprie essemeridi, in cui lassero notati mor-
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- 24 eho volta lia sosserto delis avaris; come, fra gli altri ,ha dimostrato it Pardessus nol suo Diritis marittimo. Tale rasteolta s talo illustrario no onore rebbero presso gli Italiani o gli stranteri la rapprosen tanga nagionale non vogliam diro piu della Storia dei Partamento , masi certamente piu della voluminosissima Raccolis deo li
atii ulpiciali delle due Camere. At profonti od ai posteri
Interessera e gio vera Ia sapieneta civile degli antichipiu stho molle o molis dello oragioni ac eademicho, delis
filippiche, delis omelle, e delis eterno cicalato per icosi detii facti personali dei deputati modorni. V' hail cimitero, cho raecogite Io scarns ossa o lo Dedde ceneri dei nostri trapassati , sul quais not con pista lo- devolo innalgiamo ci pressi s versiamo semprovivi; ma ' o un altro campos anto, quello delis loro ideo , chedovrobb' essere dissodato e collivato, seneta bisogno ebenoi Vi trasportassimo.su no alberi, no orbe, no fiori, e i
no per giorno i salti avvenuti nol Comune. Questo capitale dimentorie frutterobbe grandemento agit storici futurire Qualcheduno de' nostri lotiori, prima ancora di arrivare a qumto sunto, noli 'animo suo et avr, H,n molis vigore apostro. sati como rei di municipalismo in un tempo che t Italia ad altro non deve pensam cho ad uti incarsi in tuiti i modi. Ma per questa benedoria uuincagione noi apsunto parti amo : unificaZione che non pub sarsi beno e perlattamento nogli studii stori ei che ni . dom lavori paritali. 2 una somma che risulta da quantita di- Verse, ma bisogna con cere o tener conto di tutie is unita che .la formano - E mi e pol, credete Vol che, per unincarsi bene, I 'Italia abbia a diventare una palla ed arrotondarei Senga distin- igione alcuna di fati ge o di parti 'is Diuitiaco by Cooste
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I. Edietione Torineae, pag. V, lin. 6-11.
Presagione det si g. Porro at benevolo lettoro: Eas consuotudines urbium 3 Carolus magnus probat emat, praecipiens Me ε longa consuetudo, quae utilitatem publicam non impedit, pro lege servetur, et quae diu servatae sunt, permaneant ticinensi synodo DCCCXC habita et lango- Bardis ipsis restibus eadem statuentibus.
Il Rig. Porro, che a Cario Magno ed at sinodo di Pavia hausata i amorevolegeta di citarii prima dei ro longobardi, polreb sarci la gregia di dirci in qualo oditis i re longobardi concedossem larga ei log alle consuetudini e te manten sero in vigore' Egli non vorrh consessario; ma tra poco gli diremo noi da quat sonteegli ha traita quella notigia. Voggasi l ' annotagione at n. 32. 2. E. T. p. VII, lin. II-24, e. p. VIII, lin. 1-4.
Protagiono dei sig. Porro : In Insubria ac ipsa Mediolani urbe proprias ac perantiquas consuet ines tunc temporis ei tra Omnem dubitationem extitisse credendum est tum e r historsae testimonio, cum in vita
sibus scholis lanoobardici iuris magistri, dein Cantuariae archiepiscopi, leuatur: α pater eius de ordino illorum, qui iura et leges civitatis asservabant. suit. PQul non si traita di consuetu sint, tombardo O mi lanesi. ma didiritti si di loggi; o cili sta derio solamonis di passata. Ma olb cho merita speciale consideragiona si si cho it pater eius. cioli il padro di Lansranco, non tu mi immo, ma pavese, o che ii cicitatis si riseri-ηce a Pavia se non a Milano; come risulta dati a Vitia ui Lia iit, anco, seritia da Crispino Milone e citata dat sig. Porro, nella quale si dicepure: Hi i Lansrunco cicitatμ Oritinuus luit. Parentes illius Piusdem urbis cives etc. Dunquo Ia Vita di Landi co per ipsa Mediolani urbe su citata a sproposiis. Vedi anche lo upser, Dellκ institvrioni noliti he tonoohariliche. Firenge, Le MonDier,
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- 26 Cantu, it quale lo ha regalato a' suoi benevoli letiori in due opere diverse, cioli net tomo I det suo libro Milano e ii suo territoriosa. I 844ὶ s Dei tomo I della sua Grande illustratione cel LOm
Consuetudinum Mediolani a. 1216, collectionem ab Oso
Pristano Calcho memoratam , ad nostram usque aetatem.
pervenisse me quo praelaudatus Verrius' frustra sibi frα-- tulabatur, dolens ceteroquin vetustiora hac de re documento periisso, et servetustum antior hum saeculi XVem ipso autosrapho anni MCCXVI deductum adhuc servari
in Ambirosianae Bibliothecae scriniis, ANILIS FABULA EST. Tullo questo latino. per chi lo intenda, si riduce a questa Semplice proposigione: La Biblioteca Ambrosiana ha perduin il perYetu-Atum antistriaph uni saeculi XV che possedeva, ed in sua Voce ha una cattiva copia di tempi posteriori. st troppo comodo sar ii campions di tuiti i passati presetti delia Bibliotoca dando det vec-ctio imbecille at prelodato conte Gabriele Verri, che appunto asseriva che lyantigraso dei XV secolo fosso custodito an 'Ambrosiana De ιν tu et progressu iuris Meuiolianensis yrOyron etis
vir patricius Comes Constantinus Maria sie gb α). Che qUel - Perudito non distinguesse una sortitura det secolo XV da una altra dei socolo XVII, como h la scorreuissima copia che ora tu Ambrosiana possiede ' E come it Verri, Gardandola anche dullato materiale, lyavrebbo potuin chlamars Pulcherrimo insigni
. eonte Costantino d'Adda glieno diede, o gliene sece sare, una copia V cuius exemplar nuper conceδsit etc. i: dunque egit m bendisserenga la copia di cui A'h servito p il bellissimo eostico del-PAmbrosiaria da cui quella copia era stata cavata. Inolire it Verri, che per la sua illustragions di quelle Consuet uilini ebbe bisomo, non una ma piu volis, di percorrere tutio intero ii volume s it θ m atque
iterum coluto rer lutourae hoc ne restrino eo fere, II, XXVIIJ, Se liucopia lasse stata satin dati 'esemplars autenticato dat Fugnant, co- me non avrebbo vodulo in fine delia medesima la dichiaragion Adi quel protonotario, vissuto net secolo XVII, che cioli quella non era una copia det secolo XV, ma si una copia satin sare daelui Monooruat cum Oristinali existente penes me Rapho elem Faynanum I. C. ven. Collestii I C. Neataliani comitum et equia
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tum, Protonotari i m Iyostolicuni, transcriptum in foliis septuaginta. uno praesenti computato) 8 E notisi cho it Famanidice cho Poriginale, non l'autografo sed ancho la copia dei XV
seeolo era un Originale rispetio alla copia che si ne traevat lasso sua proprieth, ma eli' erre presso rei tui. Potrobhe lami ancho Ia domanda, so it Fagnani a re e satin sars la copia quando avesse possedum i 'originale ; ma cio che importa di fissare si h ohe i 'originale mistova nol secolo XVII. eho esistexa in Milano. Qeho it Verri l 'ha poluto tenere aneo presso di sb. Or non δ niento iuve simile, non δ punio supposietions da vecchi rimbambiticho queir apparion esse ait Ambrosiana o elis it Fagnani l 'avesse avum a prestito. E con pili sarphbe nucho spi0gato lyspiteto p tim r/no elis it Verri clli ait 'essen plaro ambrosinno. Non cliedo mai a prestito i suoi libri s i suoi manoseritii laBiblioteca Ambrosiana ' Dirassi di no, o che dsi libri tui rasteoltist pub diro como dei dannati: Luscia te ostrii syma nati. rtii cheeutra te ἰ ma aliora, perchh su trovata necessaria quella lego, me in Vigsente, cho minaceia in pena delia scomunica a coloroelio laseiassero lascire volumi da quella Biblioteca' Cypra codesta loggo ali' atto dolua sua scindagione 2 Le lego ordinaria- monto si sanno in inguito a liberin adusato. An otio quella dellas munica sarli una lavola antis: no avrebbe pero merito latiuon 'anima di Don Bernardo Gatti, che cQ la regalava. Ma nonh favola quest' altra cho la libreria privata dei milaneso Francoseo Bollati passo in possesso deli'Ambrosiana, o cho tra i suoi libri vo nyera uno intitolato: Dolle Consuetu fhJ Mono te lesisti
siana erodito an elis it eatalogo, e it cata lago ricorda quest'opera; or te disssrtagioni sulle consuetudini e sullo servitis ei sudetto iteratamento cho mancavano. Cho prava cy si cho a suo tempo non Siano stato rice utρ'
quarum authenticum man ureris tum ex mylar in . nih=osse nae
Bibliotecae scriniis sercatur. II ni g. Porro si sarebbe servito della Dase det Sassi per arrivaro a dar dpl Pimbecillo at prelo toconto Verri. Ma o' h da sar l conti anche mi Sasst, ii quale, non lagnandosi punis punio della grandissima scorreetiono deli' esemplare deII' Ambrosiana, como sa it Giulini, o dando per quot litoto Denu' nix legioni che divorsificano da quello dolia presento copia ambrosiana, ei permove di ritonore ch' egit avesso soli' oechi non quest' ultima copia, ma un stlim Osemplaro deli 'Ambrosiana. In salti Ogli tesso similior, e noi, Iigii at presente psemplare dei P Ambrosiana, o con noi ii si Q. Porro, abbiamo letto : sim