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in Pie di Pagine amune suo Postilia da Di
torno alta vita es vli studi di Gitisomo Sarmchiani, accademico delia Crusca, quali te deito per P Aniologia ' u suo collega , A ch. Gio. Antista Ni oliui.
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Νon umit patria ne poveri genitori vietano chevenga in fama, e quasi iodiret in orata delia fortuna, unnobile ingegno ; e la Pro uvideneta di tanto privilegio laΤoscana, cl1' in essa non vi ha cosi piccolo borgo , chedei nome di qualcho valente che vi ebbe i natali non sta nobilitato. A Giuseppe Sarchiani, quantunque gliavvenisse di nascere nella terra di s. Casciano, su Iasorte si benigna , che vi trovo per maestro Francesco Guarducci, valoroso e riputato Umanista con sis ita guida pote ancor giovanetio conoscere dei classici dΗΙ Lagio te piu riposte bellegete . Venuto alia citia die com-pimento alia sua letteraria educagione net ginnasio de-gli scolopj: e sotio Averando Audricli, che ne' suoi versi Drnar Seppe di poetiche gragie Ie gravi discipline perlui insegnate, studio matematicho e filosofia. Ma tanto te scienge nol tenuero, che con s0mmo ardore non intendesse a largi dotio Della groca savella solio la disciplina di Cosimo Barioli: dat solentis ellenista Anglol Maria Ricci ebbe. psr quanto ad esso it consentia laveC- Lbiezeta, insegnamenti e , quel che pia vale, Deli' eta prima agit studi intra presi consorio. In Pisu s' applico per cin qne anni alia ragion Ci-
ile, at canoni , dritto dello genti, e su discepolo delT03i, det Guadagni, dei Lampredi, uomini di squisita
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dottrina , di molia fama in It3glia, e di eterna ricordan
ga Dei fasti deli' universita pisana . Non vi trala scio lo studio dei greco che ud1 inter petrare dati' Antonioli, che molia dottrina congiunse arara bonia , e in cui tu modestia portento da narrarsi inun uom letterato alia gloria d' impedimento. Quan tunque ii Sarchiani spogitate avesse te chiericali divissiche vesti giovinetto , fu assiduo compagno ed amico adue religiosi domenicani, lo Stratico e it Fassini: glipiacque net primo l' ingegno festivo e la Vasta erudi-
vinita , lo gelo col quale venne in campo controii filosofi per Ia verita di nostra religione, tanto allor COmbat- tuta, disensore animoso. Era in quei tempi principale ornamento dei pisani studi Tommaso Perelli, che in se raccolse tanto di scienga, quanto diviso in molli uomini basterebbe perche sessero tuiti dotii e famosi. Venne acquislata per ingegno la benevolonga dei toscano Leibnigo dat Sarchiani , che Dei fiore dot suot anni eraSalito a tanta rinnomanga, che parve at celebre monsiognor Fabbroni degno di scri vere net suo ripulatissimo Giornale dei letterati se dei quale ancor dura la fama eii desiderio. Non lodero ingogno di cosi alte sperange perche fra i suoi condiscepoli fu scello a letiore straordinario di canoni, Θ ottenne con applausi di tuiti il ti-tolo usato di dotiore .
Io Io complangero piutiosto di quella nescessita chegli sucomune con molli letterati, e lo costrinse ad eserci tarsi per alcuni anni nulla ingrata palestra del sero: mai suci predi letti studi vagheggiando sempre coli' animo, egii generosa mente involava gran parte delle que Ore a
Temi, Pur potendo , come gli altri sacerdoti di questa pregiosa divinita, vendere gli sdegni e te parole . Le pa tris accademie, cloe la florentina e quella degli apati'
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sti, applaudirono at Versi e allo prose dei causidico : Desdogno di rullegrare te brigate sui fine dei carne valueon quei briosi ragiona menti cho son deiti cicalate; genere di siorentina eloquenZa usitato aliora , e di presente, non Credo Cou danno delle lettere, quasi perduto. Cottivava ramicigia dei Lami e di Ralmondo Cocchi: e iΙ loro esemplo lo sostenne net suo nobile proponimento: a Giovanni Lessi, cli' ebbe prosondo sapere e amenissimo ingegno, et divenne famigliare odintrinseco, quantunque non vi sosse coppia d' uomini chonei conversare usasse pila di contradirsi. Ne mai porquesto su la loro amicigia interrotta O Scemata : Segno evidente che non si ad irarono mai, O si Perdonurono
Bello e raro esempio in tanta vitta di tompi o di eostumi, ove amico si chiama solianto colui che lodae ripete te tue parole, e netl' infosserenga del vero ognivom , per poco cli' egii abbia di potenga e di sortuna , si se simile at tiranni, eamista vera nou.conosce, ma Dei codardi ha degli adulatori, e net malvagi dei complies Allo rette dotirine di politica economia, che ii s neso Bandini, non vinio dat prestigi det Coibertismo , ebbo la gloria d' insegnare it primo, conciliavano aliora in Francia e in tutia la colla Europa e favore e gridol'autorita δ' un illustre ministro μ , e r ardita ragione dei filosofi DanceSi. II Sarchiani non volle , nella notigia di queste Duoveteoricho di pubblica amministragione cosi larga mente per V Italia dis se , cedere ad alcuno ; e su di esse giudicato si prosondo conoscitore dat Tavanti, ministro
in cui P animo anno dei pari air ingegno , che questigii assida va P ufficio it piu nobile che possa mai da
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seritiore desiderarsi, quello di combattere Vecchi errohie giovare alia patria Coli' eloquenZa. Ιl magnanimo Leopolito prima di recare ad eriti6i suoi ordinamenti intomo alia liberta dei commercio, ne deposito ii progetto Della camera det comune di Fi-renge 'e potea ogniano leggerio e manifestare supra diesso con liberta onesta it suo avviso', seriga che lasse dimestieri it penetrare
tanto quel sapientissimo aborri dati' usare la sorga , si cerco di persuadere prima di comandaro. Fruito delle meditagioni del Sarchiani surono due operette che si hanno a stam pa con questi titoli: Ragionamenti sui commercio , aVti e mani itur edella Toscana-Memorie economiche Politiches . Re
clamava in queste Da 1' attre cusu l' aboligione dolfidecommissi: e gli scritti dei filoso apparuero quasi seriori dei bonefici deI Sovrano. Cosi ii Sarchiani non restrinse ii suo felice ingegno ad argo menti di puro di-
letto; e quantunque Come erudito egit USO fosse a conversare cogit antichi , non fu , come it piu delle volteavviene, superstigioso inimico a quelle verita che son
Final mente Ia fortuna appago i suoi voti: ottennela cattedra di lettere greche , e in progresso di temp0quella pur delle toscane, che su eretia da lia repubblica fiorentina per P espostgione di Dante, e ventie occupata per 'la prima volta da quel gran tu me di nostra eloquenga, GioVatini Boccaccio. E noli' uno se noll'altro lassicio non deluso I pub-bliche sperange, e in campo assai piu vasto di quello euncedulo at suoi antecessori aggirandosi, su ed e per
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tuiti aucor reputato non solo uomo di molle lettere, mapur dicitore e corretio e leggiadro. Cli' egii dei pregio delia lingua su custode soli ito e mante nitore Ostinato in tempi, che con solenne ignoranga dei procedere dei nostro intelletto , e con grave danno deli' italiana letteratura, Io studio delle idee venne disgiuntoda quello delle parole ; e tanto era nei piu dei nostri scritiori verso gli antichi ii dispregio, quanto Io e adesso per avventura Ia superstigione. Tenne sta te sue 1egioni inedite in maggior conto quelle in risposta alle consideragioni dei filososo fiorentino sulla Gerusalem medet Tasso: e scegliendo questo argomento, miro plua disapprovare te censure colle quali dat suo compatriotta Γ Inserigno fu travagitato it grande e infelice Torquato , che alia gloria dicombattere col Galileo. Nel variar dei P ita liche fortune gli venne conserita la carica di direttors dei nostro archivio diplomatico , e te sue cure , alutate dat patrocinio δ' eminente personaggio , impedirono che da Firenge sossero recata in Parigi te antichissimo cario che in quel deposito Si Cqnserva no , e mirabit mente vagi tono a dichiarare Ι' oscura istoria det medio ovo. La societa dei Georgosti lo obbe a segretario degli alti, ed in quei cinque Volumi che surono per lui compilati fregio di splendidi ologi i piu illustri accademici : at loro studi arreco utilita non Ileve pubblicanao alcune opere ine-dite dot Sodorini in torno ali' agricoltura ; e pegno det Suo amore lasci ava at suoi colleghi r inedito traitato di Veterinaria di Pelagonio classico latino, ch'egli suΙ-l'unico codice dei Poligiano, trascrisse, emendo, e P0isece volgare.
Quanto colla viva voce e cogit scritti giovasse ali' accademia delia Cru ca, nolla qualo et fu uno dei deputati a preparare materiali per te corregioni e ag
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narri it celebre segretario Zannoni , alia cui eloquen ga si nobile argumento, quat sono te lodi di tanto uom6, non ebbi in animo d' usurpare. Non tacero ch'et fu peritissimo dei latino idioma, o in questo detio versi cosi belli da meritare che valoro si toscant poeti ii donassero tradotii alia nostra lingua. Assai det suo ingegno: quanto at V animo suo pubdirsi , che non prefungione , ma si danZa,nei subicostumi lo persuadesse a scrivere di se SteSSO , cli' eila stanco , ingenuo e costante net V amiciZia , estimatore degli altrui meriti, Senga invidia e SenZa ambitigione, modesto Dei voti quanto nella sortuna. Se nella
sua verde eta frequento te soglie di alcuni magnati, chili conobhe ne accerta, che pleni d' umanita nobilmente usarono i doni della sorte , e furono dei tutio dissimilida coloro, dei quali l' amicietia insolente e piu grave
Narro ii Sarchiani nella sua vita d'essere stato loro famigliare conviva ma cio torna in sua lodequando si consideri , che nulla ei mai ritrasse netl'aspra sua indole dei docili costumi dρi ventri cortigiani: infatii pote per avventura a taluno dei suci nemici Sembrare Diogene, ma certo a nessu no di loro Aristippo . Non ignoro che per qualche maligno si dira, esservi uella rapeta dei letterati tale che per morder di pa sto si raccheta , e tale che pur divorandolo abbata: madella villa dei primi e dolia malvagita dei secondi ei
si tenne u gualmente lontano . Vide e pianse te morti dei suoi piu cari, pena stabilita a chi iungamente Viye, dei fine che per gli anni a tui omai fovrastava ebbepresentimento, ma non terrore . Pochi giorni innangi
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da lui comi ato, ei previ de plangendo che questo si a loro sarebbe stato P ultimo addio. Ιl poter dire , io ebbi uia amico non E i' ultima dolio sue lodi : Paverto egii perdiato in grave ela suit pila grande dei suoi dolori: il chiedere d esset glisepolio accanto era l' ultimo dei suci detti, e sorse dei suoi pensieri .
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miar che tu sal de' cavalli e ii mostrar ad Ogni orad'averti assai cari. Ed e ben ragione, che tu incessante mente ami colanto nobilicosa , e da tuiti gradita , essendo che ii sole istesso, dominatore, e decoro deli'universo, deli' unico ministero de' cavalli fodissatio , cirende O Con esSol Oro, o per loro meZgo la bramata glor-n altera luce. Τ'imitorei per vero dire io pure con iscriverealculiche dei lor pregj, se potessi dirticose degne, mala mia ui una, o hen scarsa sacolla di partare eloquente traitiemmi, e ritrae da clo sare la lingua per Se PQVera, e disacconcia. La quat non portanto converra che Si sacciaconoscere , tostoche per me S' incominci a sariparoladelle cura gioni, ovver medicine di sissulti animali. Da tu loro lode che il puoi; tu coti dico vol condia li celebra; basta a me di sanar clo che amo, e son pago d'aVer nome, e ricever lustro dalla chiaregeta di tua personat; impereiocche da te si ricerca quello che possegghiamo noi,st eost lo splendoro a noi si comunica, che in te solgo'xeggia. Le cure dunque, e te medicine alte a mantener