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si con Ia sinistra mario avanti it nascere dei s6l. perciOccho in tal modo colla crede Si RVere maggios virtu. Ne viene insegnato queSt' USO. Con un punieru6 Ιο di rame si segna in torno una parte largitissima des t 'orecchia per modo, che uscendo it Sangue, apparisca formato come ii cerchiello delia lettera O. Cio sati6 aldi dentro, e alia parte superiore deli 'Orecchia, in meg go at cerchiello segnato si fa col punieruolo medesimbuna trafittura, e per lo periugio aperto vi S' inserisce Ia piccola radice angidelia , cui abbracciando la recen te ferita, si Ia ritiene, che non puo HSciriae. In questa Orocchia pol tutia la larga dei morbo, e it pestilente veleno si spinge, sin che la parte Segnata inturno colpuntervolo cade giu morta. Ordina ancora Cornelio Celsod' insondere per te Darici te glie di visco tritate colvitio. Se it morbo e generale Dei gregge, Sono queste lecose da sare ; se e particolare sottanto ad alcuni deglianimali si faccia quello che Segue. Q. Riceita di Mangone Per I' artritide. Fa' prender una porgione δ' amido ispano. Edesigendolo it hisogno cava sangue da' piedi; prendi pol
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Ho fovente osservato , he i tuoi cavalli in vero sono Sani, ma Pero non poco macilenti; de' quali, pome a padrone diligentissimo Vuo' darii avvertimento d' aver tal cura, quat si costuma ancor dat Cappadoci, che quelle cose praticando, cui dantio ii nomedi abrepta, e che noi Sotto mostriamo , in Ottimo stato mantengono i corpi de' cavalli loro. Esse sono te appresso. Orao moggia ') 3, fave Sestari 6, grano Se- star 6, ceci festari 8, fagioli sest. 8, veggiolo sest. 4, fieno greco sest. 3, e se ii Piace , uva passa, e pinOC-chi P) un festario per forta. Fa' di tulte queste Cose Uumoggio , ed immergilo it glorno innaneti in acqua pura, e dopo rasciugato lO alquanto , uella mattina la' ch aliora it ca vallo n' abbia meZZo moggio , e Sulla serat' altro megeto ; e cio procurerat di sero con eguai diligenZa Ogni giorno. Se pol sara macilente assai , loterrai chiuso per trenta di in una stalla calda , di modo clis quivi entro egit riceva Ia bevanda , ed ii Pasto. Che se non e Soverchiamente magro , Stiavigiorni ventuno. E se mediante siritia diligenga una cavalla divien molio grassa, se te tragga sangue dalla matrice, assinche la troppa abbondanga non te arrechi
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Gli appresterat per piu di venti giorni, Q per quant6vorrat, grano abbrustiato, e misto con aequa melata,
in quantita d 'un moggio caStrense per giorno. E quεlca vallo , cui si attacca in modo la pelle alte coste, da non potersi con mano arrovesciare sit quai genered'as segione i medici veterinarj appellano COViagine, e malat tia coriaginosa proveniente da troppo faticare si devounger prirnieramente Per tutio it corpo con otio di ruta,erico durio a sanita Cou questo be veraggio. Carota 'ὶ, dragante Ο, ruta salvatica, nepitella montana Once una,
e Scrop. 5 , appio , meliloto , asseugio pontico ; il tutio cotto Deli' acqua, e da darsi col vino. 3. Altra da me i arata dat Toscaniamantissimi delle chinee, O PgFOcaualli ambianti. Raccolla in quella quantita che Vorrat, e tostata diligentemente con orgo e paglie minute , e da dare quotidianamente la gramigna che sopra la terra nasce Spontanea , ou vero te sue radichette, che per lo piusvelle Ι' aratro. Angi utilissima cosa e it somministrare it medesimo cibo at cavalli egiandio Teth'perancominori.
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5. Altra. Porgigli castagne coite in serno, e soppeste Con Orgo in uti vaso in maniera clae non sieno ne troppotrite i ne intere; it che e bene di fare Dei verno : dopoche ii corpo avra ripreso te sue large, ritorna alcibi consueti, e nutriscito aliora con fave, e orgo mon do. Si deecertamente procurare, che i corpi in ispecie delaavalli si conservivo sani, e Cio si olliene Colle spesse Degagioni quotidiane, e piu assai d' uti largo cibo conserisce lostroppicciar loro con mano serrata Ie terga. Molio importa attresi conservare la gagliardia dei corpo, e de piedi , e ci Verra satio se condurremo a' tempi proprjle bestie alia greppia, ali acqua, agit eserciZi; o Se Viaggiando abbiano elleno patito freddo , si saccian loro menta, e con otio riscaldato ungansi i Iombi, e con grasso od unto tepefatio ii capo e la spina. Αl male des non pisciare parecchi rimedi si troveranno in questo libro; compenso della lasse2ga, e delia fatica e ii riposo, e it sario morbida mente glacere, ed insondergli nelle fauci otio; O graSSO mescolato con vino. Se ha patito caldo, sagit una posca di puleggio ') alle nari, e sementa alia sac-cia, e ta' che inglotta tre uova con det vino. Abhiso prattuito cura cla'e' ripost in luogo asciuito, perocche per P umidita s' ammolliscono te unghie ; lo che eviteremo di loggieri se abhiatio te stalle uno strato di
asse di rovere, o Sieno con ogni attenZione tenute nette.
Che se mal grado tutia la diligonga, o la copia dei cibi ilcavallo tutia volta dimagra , tu dei sapere che tal sorta animali e spesso vessata di nolle tempo dalla sania-sima ), talche da dolor turpissimo amitti, e frequente mente molestati Amagriscono: a1 quat malore prescrive Cornelio Celso doversi riparare in colat modo, cloe col
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mischiare insic me con vecchia Sugna Ossa canine bru Ciate e pestate , e metterne bocconi di numero impihi nolle fauci degli animali con vino, e puris ear con etoliasse , vino , e carboni accest ii luogo , in Cui 30no : saraque8to uia salute vol rimedio. 6. Beoeraggio incomparabile di Columella. La magregga e il languore si sgombra , dando sua Vente un heveraggio, in cui entra meZZ' oncta di golse, Un UOvo crudo, e mirra quanto pesa ian denaio. Queste cose tritate si mischian col vino, e S'insondono potnelle sauci, e vagiton dei pari a guarir la tusse, e ildolor di ventre.
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Sogni det sebb citante sono Ia testa inchinata, eii non poter algare ii collo; gli occlai at quanto gonfi;
Ie labbra ri lassate , un ansimare frequente, it motodelle anche grave, ii respiro caldo. Tutio 'l corpo si mii mentes sara caloroso, i testicoli ricascati, e te gambetarde , cosicche mal risponde a chi lo conduce, e si lascia di mala voglia lirare, ne puo rivoliarsi, ma sui IOStesso lato si glace. Provieno pol te piu volte la sebbreo da superchia salica , come sarebbe dati' essere spinto at corso , e dipoli non traltato con cibi e hevande convenienti; o da freddo, e dat non usar Ia debita diligenZa per ristorario; ο da eccessiVO calore, O Piu Spesso da indigestione, o da orgo Duovo. Le sebbri pertanto si curano in tal modo: Segli cava sangue dat te tempte, edalia sacci , e tiensi a rigorosa dieta salvo ii moderato
nerale it hestia me malato dee ricrearsi Con verdi erbe, e Se e d in verno, e cosa utilissima di dargii sieno, edorZO, e tisana. Molle volte anco quando non ha sebbre,
ii si presenteranno gli stessi segni febrili, vat' a diro ileollo aggravato , la testa di messa, it glacer sur un lato: in tal caso gli darat orgo, e se IO appetisce, e Sen Zalabbre. Avvengono i predetti sintomi da quel che chia-mano OStocvo , che e quanto dire dalr avere V ossa come tribbiate per affaticamento violente. Se pol ha la
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sebbre, o risi uta l' orgo, e per lo Piu SU0gliato e melana calico, e cerca sol tanto da bere ; se la subbre dura ipse
gloriai, rnuore. Coloro che 8'immaginano di poter cono cere uti sebbricitante col ta stare o I Orecchia, O la venache se dulla parte laterale sotio la spatia, sono daddo. Vero privi di sentio, perche non mos trano d'aver difatio una tal cognigione. Egli e pero contrario, at com pari r de' sopi addetii segnali derivanti da spoSsateZga, it trar sangue , perciocche Ι' animale tra per lo esseroppresso dassa salica , e per essere esaurito dalla missione dei sangue, si disgagitarda ; e bensi utilissimo a prir la vena alibricoso, perche cosi l'assanno si fa piuli eve, e la trafittura delle vene prestamente Si Salda. I. Ricetia Per dissmare l' interna Dbbre. Adragante, seme di sclarea onee I, Serre. I, Ot-
3. Per Ogni forta di caualli febbricosi. Leva sangue o dat palato o dalla matrice, o pol da loro d'issopo una libhra , d' abrotano, megeta libbra dilatte di capra un gestario, d' amido quanto stimerat proprio, d' olio buono on e una e Scrop. 3, e sugo Spre muto datPerba orciolaria ossia parietaria pestata, e me'
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scolata colle attre cose, da insondersi nelle sauci colcorno Sara Un Saluti sero heveraggio. Altra simile. Di latte d' asina uti sestario , d' otio due clati, di croco, o Zafferano scrop. I, di mirra SCrOP. I, di seme d' appio uu Cocleare o cucchiato pleno. Ρestaben bene tutio questo, e dat lo con lalte ed olio, e sarina di grano insusa net Pacqua tiepida , se e d'inverrio; nella state sostituisci farina d'orgo con acqua Dedda. Se avratensioue a'lombi, e non Cessera la febbre, e necessario dat glici suoco. e eurar l' ustione. Altra. Un'emina di latte di capra, amido, e quatis uova, ea un ciato d' olio, con erba orciolaria pesta, e mescolata con tulte te attre cose, da darsi in bevanda per sei giorni: risanhra.
Megga libbra di rose, una d 'olio vecclaio, tre emine d aceto, una libhra e cinque on e d 'Olio ci prino μ), megZalibbra di erba porcellana , menta e ruta quanto basta: pesterat tutio questo, e te ite servirai. Leverat pari mente sangue in caso di bis gno at cavallo febbricitante, egii darai questo beveraggio: gen Ziana me ZZa lib., uri
sauci det cavallo, cho perosi astenga datrorZO. 5. Reveraggio se lice ρe' caualli che han febbre Sugo di sieno greco hen cotto con un sa Sciatellossi apio, e di ruta o meliloto, elissopo con miele, da darsi per meggo deI corno. olei cyprini.
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Se avrli ossesa alle spalle, e ne manderὲ lauri san gue, gli si sciolgan te vene dati' una, e P altra gamba
intorno at megeto, e te spalle si ungano con Discello d' in censo intriso in quel sangue che spiecta; e perche que sto non venga piu dei do vere si applichi a guisa di faseia alle scorrenti vene to sterco dello Stesso giumento, e net di susseguento si torni a levargii sangue dat medesimi Iuοghi, e net modo medesimo si curi, e di asegli poco cibo, e non orZο. Indi appresso tre giorni sino ai sei segrinasonda nelle fauci col corno Sugo di porro in doso di trectati, mischiato con un' emina d' otio. Dopo it sestogiorno si costringa a muoversi lenta mente, e quandoaVra passeratato, convien che Si mandi in una peschieraa nuolare: e COSi a poco a poco apprestandogli cibi ognora piu sostangiosi, Si riconduce a sanita. Parimente in quest' altro modo. Se si dorra medi cremente, ungilo con vino, e otio; e Se it dolore e ga-gliardo introduci gli vento dentro Ia spatia, sorando lapelle otio dita solio la sommita della giuba per n0ntoccare la cartilagine. Quando P avrai gonsio, hutti conmolle verga la spatia; ed ugnilo uello Stesso giorno consale, e otio, e uel seguente sa'uso delia pasta φ), la cui composigione Sara questa : sior di sarinis sestari dus, e in mancanga di essa Discello di grano con aceto e vino, Q
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due uoua, messo pero a parte tr albume, Ossia la Chiara , ad aggiuntavi uri' oncia, e scropoli cinque d' incenso. Tuite queste Cose rime8ta Colla mano, e spalma ne Ι' O mero, e per molli di I O sementa con acqua calda accio resti bagnato, e metti vi Sopra gloria almente la de ita pasta, e quindi un fomento di vin puro. Adopra attresius battuto di megeta libbra coccole dat loro, uu Sestariod'olio, e nitro; il tutio passato per Sottile Staccio, e miselliato in uti colle Sopracce una te cose; avanti pero si bagni la spatia con acqua calda, e pol si curi at sole col medicamento indicato, e SucceSSiva mente Con unguento. E se fia necessario, o Se sara Spallato, rimettigit secondo it costume la spatia alla rvota, e curato coi s pra enunciati medicamenti, e se questi non gioveratino,
onc. I, scrop 3, pece liquida Sest. I. I ulte queste cose ben battute mischiale con vino e Olio, e usane,