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vallombrosa te donna di quat si vortia gradoo eondiriona non possano perosi arsi per lospario di inpetro mi glio per Ogni verso; edit eorissa a vanil la ellicta, it piarrone dolmona siero, la torreila, la eappella do' Beali. εd ii romitorio delle eelle, s 'inlendano tulli
Ap. Lix. - Se ii monaeo desa riseiere lauere o ambaseiale. i .it,in Non sis lectio in niun modo at monaeo, senu eo mandam stillo dei Vahale. ne da suo padre o madre, nh da qua lunque ali ra perasona, rieexere o dare letiere ne ambaseiale,
ne qualunque presente, bene te piceolo sta ;ma se ale una eosa gli sarh mandata daqualebeduno, oriandio dat padre o madre, non presuma di Heexerta se prima non ne avra satio auxi scire t abale; ii quale contentandosi che lal eosa si riceva, sia in suo arbitrio e potest a d 'ordinare a chi si dei badare, n/ si coniristi il laalollo at quale orasiata mandata, aetioeesse non si dia oeca
.ur ... , et si quesio danno e samo diaboli eo, di
dare e rice vere press niti, non avendo ii monaei nulla di proprio, o dat prpsentare oesser presentalo nas no disces inali asse lii: pero at luilo vietiam o a qualunque persona di nostra congregarion A il donare aleianaeosa, stemme it eambiare o vendere t unt 'altro e panni e libri a qua lunque e a Gn- tessa in uso, me di sopra at ea p. xxxiii. vieiiamo a neora ehe i prelati donino a 'mo naei d 'aliro monastero, nh quelli possano domandare o riee vere senta licenaa de' suci superiori, a quali si presentino ivlle te cose, e di sua volonia si rieavano, e si diano a ebi
eam Ariongo o altri ministri; ma li comedi Ai., d ε vii. tengvi o ministri non ardiscano dare eois Q 4 3 os leuna seneta sapula dei prelato. E snal- monte v ogliamo elis ira te person ' di nostra congregarione sta sponto ii nome oabuso di donare o presentare, per la cor
Viei iamo an eora simili eose, solio nomedi maneto, darsi a 'monaei eonversi e ser-xi lori, per levare ogni occasione.
At principi, prelati ed ossatali, percth omas passo abbiamo di loro bisogno, si diano la a quihui discla.
presenti permessi dalia proeliata Bolla ano me det prelais e di iuilo il eonvenio, manon vos liamo elie per conto die uno questo si saecla per aequisiare favore Reerelamenie. Non si a lectio ancora donare a 'parenti, massi me a donne, pere he non vortia mo eheale uno di nostra Congregarione abbis ardire' di presentare eosa ale una. Dielitarando nondimen o che ogni volia che se monache saranno qualelie bensseio almonastero, posscino in nome det monastero resera compensato di qualebo eoriesia dati abale o ea meri eligo con sua liceneta. E Male uno de ' monaei nelle prodet te eose sallita, gli sta imposta la penitenra dat prelato, ehe digi uni in pane ed aequa, e Sesosse margior eetesso, gli sis ancora aggravata la pena; ma se ii prolato a ministridone ranno te eose apparienenti ai monastero, siano ammonili una o due volle dat seniori ; e non s' emendando, digiunino ire volie in pane ed aequa per eis se una colpa, o di pii, siano severamen is eastigali dat rexerendissimo e visitatori; e per quesio non iniendi amo prothire donare eose mangialive, piarche non stano in quantilli notabile.
Die hiarando paro elio it reverendissimo padro presidente e visitatori, di quello eheh agges nato per loro bisogno. possano donare e sariae limosine seeondo te costiturioni nostre, piarche s' osserit quanio nella prorante Bolla si preserire, e quanto co- manda Gomento VIII pro resor. regul. , n. xl, Meondo elie si h riserito di sopra at e. xxxiii.
I superiori locali pari mente, e gli altri mi-
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An. c. t mcLEMEXSnistri det monastero eon loro liceara, pOD sono sar limosina ai poveri delle robe deli nonas luxo, secondo I 'uso 'odevole delia earii, religiosa. -liati Al Padre presiden in Φ asse gnata la propina di scudi duecenio per qua lunque bisogno rivus. suo e delia famiglia. λ ei aselied uno de' reverendi visitatori, seudi sessania, avendo pero vitio e vestito, e servi tu per loro eca valeatura, eome gli abali di quel monastero doue sono si angi alii e la stima delle ea valeature si a manlenula da Vallombrosa; e tenendo servi lore, si debba pagare delia loro provvisione. D. vutatii. ληρ dice, lettere, ii monaei non diano ne ricevano lettere seneta lieenta dei prelato; e chi erreri , tante vulto mangi pane edaequa, se non lasse the andassero o venis-
sero dat superiore dei prelato, come dat reverendissimo, e suo vieario e visitatori, o
maggiori di questi, non comprendendo solio questa terge li graduali vocali. Le tellere in diritetate ad altri nessuno le pra, se non it superiore di eolui a chi levanno, a non si ano date a ehi te vengono; e ebi eontrassar, alle det te cose, digi uni treinereoledi in pane ed acqua; dichiarandoche se aleun monaco aprict o intercet teralellere che vadano o ven gano at reverendissimo padre presidente e suo vicario, abbia per peniten Ea la earcere un mese, e se sara
prelato, sia per due anni sospeso dati 'onitio suo; dichiarando ei 0 do versi intendere quando si lacesse presunt uosa mente o senZa SI'
ranga di rati abirione di the peraltro Paveria per male; e snal mente, ehe nessuno vegga o ritenga lettere, se non it superioredi colui a chi te vanno, e non suddito daehi te venetono. E ehi contrassar, a detineose, olire alia pena delirusecundo lo seandalo, si a punito da 'Susi superiori. l.iandie VII. NeMuno de noSiri saceia coperte alle letur ' . t i iere, lih anche a quelle dei padre generale, ni intiloli te sopraeearle eon mollis illustree ilIustrissimo, quando inviano a 'pretali oad aliri di nostra Congrega χione, e it titulodi reserendissimo si dia sola inente al padregenerale e a quelli che sono stati generali; at irasgressori non si dia risposta, e i su-XI PP. 175 An. c. 1 superiori lorali elie averanno in mano simili
letlere contro it suddelto ordine, te strat- cino, e non permetiano che siano data a elii
de' fralelli. Li vestimenti si diano a' statelli seeondo in la qualita de 'luoghi, doue abitano, ον vero ' secundo it temperamento detraria, impe-
eelth nelli pae si laeddi si ha bisomo dipiti, e nelli ealdi di manes: si a dunque
questa considerarione nen arbitrio e discre-rione detrabale. Xoi nondimeno eredi amo, ebe ne' tuos hi medioeri basti a claseun m naeo la coeolla e la tonaea, e la cocolla per il verno si a pannosa e g Ma, e per restate lessiera, ou vero vece hia, e lo Sca-
lare per greseretri; li vestimenti de' pie-di scarpe e calteite: dei eolore di tui te laquali ecte, o v vero della grosseara, non sicurino, nδ sacciano conto ii monaci, masiano di quelle qualila elie si possonet it vare nolla provincia nella quale abitano, ou vero delle pili vili elie si possono com
Circa la misura provveda rabale che iidelli vestimenti non stans eorti a chi sene ha da servire, ma in modo salti a mi- sura, che stiano bene. duelli, the prendonoli vestimenti nuovi, tendano sublio It vec-ehi, ii quali si debbano ri porre in vestiario
per i poveri, imperocchh hasta at monaeo avere due tonache e duo coeolle per rispe iis delia nolle, o per potere quelle lavare; ecio elio s' a vera piu illi questo, ε superfluo, e si deve loglier via. Ε simit mente li cal-relii ed ogn 'altra eosa ve hia rendano quando ricevono te nuove. Quelli elis si mandano in vi aggio prendano dat vestiario te mutande, e ri tornati elis sarauno, ve loripongono lavate; e pari mente quelli elaevanno in vianio, tot gano dat vestiario leeocollo e te tona ebe, che siano at quanto mistiori di quelle che sono soliti d 'avere, e ri tornati te rendano.
Per fornimento de ' Ielli, hasti it materasso, it leniuolo di lana, la eoperia di lana,
ed ii ea pertate, Ii quali perb letti si de
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naco; e se ad alciano sara tro vala aleianaeosa, la quale non abbia rice vitia da trabale, si a solio posto a gravissima punitione. Edaeci che quesio vitio della propriel, sialas italo via dat te radiet, dia i abale tullelo cose necessarie, etch la eoeolla, la t ni ea, la calae ite, te talis, ta e in iura, it eoitello, uno stile da serivere in lavoletis, i 'ago,il sarroletio, e te taxolei te, acetoethh si a tolla via ostii seusa d 'axere necessita. Ilquale abale pero sempre consideri iluella sentenra degi Alti apostolici, the a tia scheduno si dava, secondo cho avea bisogno; eosi dunque t 'abale consideri l 'inserinila dei bisognosi, e non la mala volo nili degi invidiosi, ed in i ulli li suoi studi et pensi alia
divina retribu rione. Dictiaras e dei estpitoIO LEu in hini in 0rdinia mo che tias cun monaeo professo abbia la sua cocolla, quale a luili si saeclauta tali: quando sanno professione; e tali cocolle non si alio aperte solio la gula, lih alle maniche, e stano ii uniforme eo lore, che si usia ilnostro indulio deve esser nero, e di eguaist largheata, massime quanto alle inanielie, lalargherra delle quali non eeeeda la lar-ghereta della sata Mempia. La tonata parimenti, l 'abilo ed ii caputeio stano pertullo simili, e per questo ordinia mo ebe
in tiaseun monastero di nostra Congregarione ne sta una forma. Ciascun per di solio
abbia una sabanella di tale iungi, eras, chearrivi ire dita solio it sinoeebio, li ea letonisiano sempli et e modesii. senta laselle, leeat relle di colore oscuro o nero ; ea misci olee guardacuore di colore lanδ; onde si proibisce a clascua di portar vesti o panni di eolor rosso od altro, olire li suddelti, eho apparisca da manu, o da collo, ina in tultos' servi quanto ei preserive Alessandro VII
suarniai0ni di Sela, argento, oro, o alue vanita. I eappelli, scarpe e planelle non
siano secolaresche, ma semplici, positive, e convenevoli; camera secondo s'h rderilo aleaptiolo mi. Pero non si a lectio ad ale uno usare glubboni altillati, o altri vestiti seeolareschi, nε di vestire di eo ranae, se non stivali, quali sem pre stano neri, ma non scamosciati, ne usare guanti secolareschi,
quali si prothisee portare a processioni, sic me i eappelli di paglia, ma di sol tro, ed ivi sem pre eoi eapuceio in capo. Proi-hiamo an eora i 'uso de ' panni lini, nδ, senetali renta dei definitorio o dei padre presidente e visi latori, si possano usare eamicie linee Sollo gravi pene. I pannilini. quali usano imonaei mori dei vestito, cloe de' caletoni.
ealetelle, come seiugatori, sodere, eee., siano semplice mente eueiti, onde si proibisce ognisorte di lavori eon trine.
In torno at vestiario si dia a clavvno it d. ,..uario necessario. Per altro s' servi quanto e manda tae mente VIII Pro reform. regul. Pr res. res.
num. I x, ehe ii vestimenti do 'padri, lana ' o lini che siano, ed ogia' altra suppellelli lea et o spellante si riponga in qualelie comodo luogo dei eonvento, e quivi sia ben eust dita da uno o due deputati, aceto, ad arbitrio dei superiore, se ne poma somministrare a tia se uno seeondo i oecorren 23. Nessuno de' nostri monaci per i 'avvenire n. M a-porii barba o baselle . dicitur. CAP. LVI. - Della mensa delictare.
La mensa deli 'abate gia sem pre eon lisorasti eri e peregrini: nondimeno tui te leves le che mancano forasti eri sta in sua potesili chlamare elii a lui piaee de ' fratelli; pro vella nondimeno che con i statelli riman gano sem pre uno o due delii piu uec. ebi per loro guardia e disciplina. Diehiuratione deI eapilola LVI. Concordano Clemente viil Pro resorm. i , in reguI., nutu. X, ed Alessandro VII, Ordine 2, .... IV, MDCLM, in eo mandare che luili, heneliδ- 22 superiori, siano di quat si untia glato e con .dietione, vadano alia benedietione e rendimento di grarie. assistendovi eon modestiae devotione religiosa, e eiaseuno si contenti
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dei medesimo pane e compana tito, ne si aleello ad ale uno tener pane e vino appar-lalo per la propria hocca, eleello in casu
disseruiu o di necessita da approx arsidat raba io, ii quale sia tenuio darno subito
parie at padre generale, lanio succedendonella sua persona, eome in altri, e thi traggredita a quanio sopra, non mangi iast heva in quel giorno se non pane ed aequa.S'osseruino da' superiori i digiunt, si di precello, eo me regolari, quali pari mente
ramio osservare ni monaci e conversi,
lenendosi dat mangiar carne, quanto sipuo, dielii arando appresso ed ordinando elie in restitorio non se ne mangi in aleuntempo. Cap. LVII. - Bellii arro ei dei monastero.
Eala o iniim Se Nel monastero sono artesei, eon ognivmilla a rivereneta Mareitino te loro arti, se pero lo eo mandera rahale; ma se aleundi loro s insuperbisce per la seleneta delia sua arte, parendosii sare qualelie utila oco modo at monastero, quesio talo sta damsa arte rimosso, ed in quella piu nons 'impacei, sal o pero se essendosi umiliato, di nuovo non glielo eomandasse rabale; edaxendosi a vendere a te una eosa delle operedi dolii artes ei. quelli per te mani de ' quali
avranno delie eose a passare, non pres
io o loro, questi e luiti gli aliri, li qualinelle eose dei monastero saranno aleuna fraude, non paliseano net anima; ed in ossi prerri non sotieniri oee ulla mente ii peeealoden 'a arietia, ma sem pro si diano per al- quanto piu vile e minor prerro che si sadalli seeolari, aeei chh in ivite te esse sta
v. HiriM. Aeesset hi si lexi Ogni apparenga di proprietat ordinia mo the qua lunque di nostra congregatione, che di lictura d hi prelatosaia arte ale una, come sopra si diee net capit olo IIxm, renda Gulo della spera esuadagno elie vi curre, e consonda quesio L . Rom. - νοι. m. la
eol danaro pubblico per servisio comune. e quesio tale non sta eseule dat serviris edesertiato monasties.
Non si permetiano per conto alesano arti l . aliis curiose, superfuriose, dannabili O illhelle ai rogo lari, eonae alehimia, magia, geomanetia,
divinatoria, giudieaioria, o simili, dunnate, eee.; e chi in tali arti fossa in xiluppalo, si a punito di pena piu grave o gravissima.
Vieli amo ancora a quat sista religioso it n. mura v. sar stam par cosa alc una seneta licen Ea dei suoi superiori, Ordinari, e deli' inquisitore. Non vostiamo pari mente, ehe per causad' arte ale una i nostri monaei vadano insertirio delle eam do secolari. cap. LVlli. Bel modo di riserere
veri iras, non emi saetimente fita concessa M ..
t 'en trala, eome die e t 'Apostolo: c Siano pro ait pli spiriti so sono da Dio s. Se dunque quello elie viene , persevereth nella upropria di manda. o se vellia elle parienis te mente sopporti l 'ingi urio elia gli sono salie, e la disse olla dei Pentrare, e elie stasorie uella sua dimanda, dopo quailro oeinqua giorni gli sta concesso reni rare, e per siquanti di sita nella staneta de' sor stieri. e do po sita Bella ea mera delii noxies doue mediti, mangi a dorma, e stagii depu-ialo un vetellio di tale condiriona elia si a allo a guadagnare se anime, ii quale at tutio euriosa mente e diligenteinente consideri gliandamenti di quello, e sollegi lamente teria elii di xedere se egit vera mente eerea Bio, se ἡ solleeito ait 'ossa io divino e atrobb die neta, e se sopporta l'ingi urie. Si angli pre- dieals esposio lulle te eose dure ed aspre, per te quali si xa a Dio, e pro metiendoquello la perseveraneta di sua stabililli, dopo per sparto di due mest, gli si a tella per omdine questa regola, e stagii detio: Deo qu gla h la legge, solio la quale uuoi militarat
se tu la puoi osservare, en ira, in a se non
puci, libero partiti. E se aneo a questo stara
sorte, sta menalo nella supraddeira ea meral de' noviti, e sta di nuuxo provato in renil parte ara, e dopo lo spatio ei sei mesi illi
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sia ritelia la te pola, acciocelth sappia e he lenira a sare servare. E se ancora flaperseverando, do po qua tiro mesi di nuo voso gli ei lepra la medesima regola, o deliinherando si promeliora d ademptre it tulised osservare tulie te eos s che gli sarannoco mandate, aliora si a rie exuto nella Congregarione, sapendo lui essere sullo posio allales ge eis ordini della resola, e che da que-sio giornu in pol non ali sara pili lectiouseiro dei monas loro, ne di leuare ii collodi solis it glogo della resola, is quale eon sit unga deliberario ne pole o risulare u riceis xere. duello adusque, ii quale ha da esserariee vitio, promelia ness 'oratorio in presen radi iiiiii la sua stabilita, mularions de' suoi eos lunai. ed obhedieneta innanai a Bio eda tui ii ii sunt sati ii, aec iocelth, se inai altrimenti laeesse, sappia do ver esser dantia loda Bio. dei quale egit si sa hesso: della qualosua promessa saccia di sua propria mano pelirioso al noine de ' Sanii, te reliquie dei quali sono in quel luogo. e deli 'ahale presente, ou vero, non sapendo lui seri vere, lascriva uti altro pregato da tui, ed esso no- irio vi saccia sopra it segno, e con sua propria mano la ponga sopra i 'allare, o po-
esso novietio questo verso: Suscipe me, D mine, secundum eloquium ιutim, et visam: e non eonfundas me ab ea clutione mea. At quale verso luilo it convenio risponda in-
sino a ira volio ingiungendovi claria Piari. Aliora esso novirio si gelii in terra a ' piedidi iiiiii ii si atolli che proghino Dio per lui,
e da queli ora in pol sia annumerato nella Congregarione. E se ha alciana eosa, o ladistri huisca prima at poveri, o v vero, sacen dons solennemente donarione, la dia at monastero, niente at tulto riservandosi, eomoquello clis da quel gloria o in pol. sa di non
dei propri vestimenti, delli quali stra primo vestito, e sta vestilo di quelli det monastero; s quei vestimenti delli quali era prima vestito, e indi spretiato, si ripongano, o siano conservati ne i vestiario, aetioeelth, se maiper diaboli ea persuasione deliberasse pa
iirsi dat monastero, it elie a Dio non piae-eia, sia aliora spopliato delle cose dei monasiero, e mandato via. Non gli sta peroresa quella petitione elis i 'abata prose disopra i 'allare, ma si riserii net monastero. Rehiaratione dὰl eap. LPIII.
Quanto at modo di rice vere i noviri, fi os- nam da M., servi quello che e notato nelle e liturioni
apostoliche, e in specie quanto si e delio at ea p. xi detral ira parte della presenticus liturioni; e quanto alle cerimonia della professione, s' osservi i ordine posto nel ri-iuale vallombrosano. fAp. LIX. - Ba styliuoli tit nobili
see ii suo si gli uolo a Dio ne i monastero '' 'esso sanet ullo h di minore ela, it suo pactae niadre saceiano la pelirione che abbimo dolio di sopra, e colla oblaetione rivolganoessa pelirione e la mano dei sanetullo nella palla detrallare, e eost Posseri se ano; e ei reale eose sue, prometiano con giuramento nella presente pelirione, che mai, nh per ph, ne per sospella persona, nδ in alcun modo, glida ranno eosa alciana, Ox vero occasione diavero; ma se non vorrsnno sar quesio, evorranno pure osserire a te una eosa at mmnastero in eleinosina per sua mereede, glisacciano donarione di quelle cose elis v gliono, riservandosi, se cost parrit loro, I 'usust vito, e eosi si serrino tulie te via etiaal sanet ullo non rimanga a te una sospirione, da lia quale in gannalo possa capitar male, ilche non placeia a Dio, si Gome abbiamo
per esperieneta imparato. Ed ii simile saccianoli poveri. Ma quelli che al tulto non hanno
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U.α va x. per novi ali onde si preserive Pesalia osservanra dei Breve emanato da Papa Clementa x sopra tal materia, solio varie pene, contro i trasgressori. D. . mae, Bie hiarando antora elie s' servi it con-ν,...iti hos .al ellio Tridentino, ehe vieta. a pena di se .i . - ια munica, II dare o rieevere ira parenti e ilmonastero avanti la profession , eeeello
quando lasse per villo e vestito dei novirio sino a quel tempo, setondo la moderna lassati ita dopo li deereii della saera congregarione sopra la diseiplina. Per cia seuno dei vestiendi noviri, da loro si riesua la sommadi seudi e inquanta; a per i vestiendi latet oeonversi. la somma vi seudi venti. inguento ehe ii novirio pariisse finito it novitiato, non sta lenulo it monastero restitui ili eosa aleuna di delia somma; pariendo pol axanti la terminarione dei noviriato, glisi renda solo quella quani illi di danaro elie pro rarit non a vera tonsumala. Si per mel sepero at pa dre presidente, visitatori, ed ali ripadri destinati per il rieeximento de 'noviri,
ehe, essendovi in pili dolia melli it loro consenso, si possa condonare paris dρlla sud-datia somma di seudi e inqMnta, e ris pel-tiva monte di seudi venti, Ogni quat volia quello ehe g' ha a vestire o i di tui parenti per la loro poveria sossero impotenti al pa-gamonio deli' intera somma, e dan 'altro tantonet vestiendo vi sosse qualetist stra ordinaria ea paelia o talento eon eui eompensare ild anno della suddella eondonatione. vMaiae pis. ordiniam o aneora, the at nostri professi non si saeeiano proeure in ordine a ' heni ν' paleriit, se non per urgente causa, per issu g-gire ogni Measione di proprieta.
Derh di ossero rieevulo net monastero, non gli sta eost presto aeeonsentito ; non di ineno, perseverando reli in tale umile domanda,
ma a leuna eosa, sapendo lui essere solio posis alla disciplina della rogola, e pili prestodia a iiiiii exemplo it 'um illo. e se per sv- ventura net monastero, o per ordinarione
dat rabale o per eausa di qualsivoglia eosa, tui averti qualehe prseminen ra, eonsideri sem pre quel luogo elio pii l Meo quando luientro net monastero . e non a quello che alni su coneesso per riverenaa dei Meerdorio. E se a leun chierico, musso dat medesimo desiderio, si vorrh accompagnare at m nasiero, si a collocato in luogo medioere, sepero promelle t 'osservatira delia regula e lapropria stabilita. Dieliaratione dei evirati LX.
sessione loro, se pla non paresse at prolato anteporii, pero a tempo, a quelli che non hanno tale ordine ; e con ei 6 non ussit amoelie si pregiudieiii in verun conio alla pr sessione desti aliri; e in lulse te arioni, gradi ossili e digni se come in essere conveni ualeo prela io, vogliamo non si guardi at numerodorti anni e detreia d 'ale uno, ma della professione e meriti, e ripitiarii corne se Ios- sero venuli alia professione di anni sedici.
LAp. LXI. - come si de tono rire rei monaei milegrini. M aleun monaeo pellegrino di loniane provinci e sopra vverra, e vorrit eome forasti ero abitare net monastero, ed pssendo
eontento della eonsuetudine dei luogo laquale lui travera , non perturber, ii mo .
nastero eun aleuna sua superfluila, ma semis
plieemenia si contenis r. di lullo quello choirovera, si a rieevulo per quanto sempo gli
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sorse ludio non l'abhia quiri mandato per italo ecillo. E se pol vorra serinare la sua stabilita e sare sua professione, non si a ritu sala si falla volonta, e massim amente chenei tempo delia sua ospitali ut si sarri potulo conoscere natillo bene la sua vita M a se in deito tempo di sua ospitali ut sara irovato superfluo O virioso, non solamente non si deve accompagnare Iih congiungere at eor podet monastero, ma anco gli sta dellis ones lamente elie se ne vada via, aereioeehh glial iri per la sua miseria non divengano vitiosi e callivi. M aneo non sar, tale elis meriti essere mandato via, non gula mente lsia rice vulo per aeeompagnario a congiun retio alla congregarione, ehi endolo lui
re, acetoeche dat suo esemplo gli altri si a noediseati od ammaestrali, perelie in Ogni luogo si serve ad un istesso Signoro, e si millia
piore di quello delia sua professione. Ε non
sola mente ordiniamo quesio de 'monaei ma
conversione, se manifestamen le vedra la vila loro esser tale cho lo mortii. Guardisi peroi abale di non rieexere mal ad abitare monaeo a te uno it a tiro nolo monastero, sera raeonsenso ou vero lettere di raeeo mandarion o
eondo la regola dei padre S. Benedello: massi Iussero camaldolensi, siano rieevuli in emro, resel torio e dormitorio eome li propridi nostra congregarione, non eome Arasile ri, e si a loro leello in nostra eompagnia ugaret abito nostro, e it medesimo sia lectio a notquando si amo ng 'inophi toro: ma nessianod 'alire religioni vogliamo elie sia riepvulo Da noi alla professione, nδ mono noviri δ' altrisi possanu rire vero, seneta il eonsenso o informarione di quei religiosi da 'quali sono partiti. Ε quando mai avvenisse d 'avera riceis xere professi di attre religioni, non vos liam oehe si saeeia sena a ii desinitorio, o v vero die onsenso dei reverendissimo padre presidstitiae visita lori, e questo non si saceia se prima
non sono quesii iali dispensaii dat Papa, ilehe s 'aspetii a loro medes imi di proeurare.
sorio, Milo pena delia sospensiona det Pollirio per sei mesi. cap. LXll. - μ' sacerdoti dei monastiro.
M aleun abale dimander. ehe ili sta oris dina ho o prele o diatono, elegra de' suo itale ebe sia duno di lare Pometio di saeerdote, e quello, ordinato che sarh, guardis id an 'arroganra e superbia, nh presuma dilare a te una eosa, se non quanto gli Φ eo- mandato da trahato. sapondo di essere molio pili solio posto alla diseiplina regolare: n δper Measione dei saeerdorio si dimentishil obbodienta a diseiplina destia regola, mamolio pili saetia prosuo nella via di Dio. E
deli aliare, salvo pero se per elegione delia congregarione e per voloni, deli 'abale, M. eotido li meriti di sua vita, sarh promosso apiti allo grado; ma non dimono quesio late sorvi la regola ordinata dat deeani o altrim aggiori; o se altrimento presumeri, stagiudicato e irallato eonae ri belle, e non eomesacerdote. E se spesse volie ammonito non si emenderΛ, si ellia mi an eo it v eoto in tes ibmonio; ed essendo e hiare se manifesto lε eolupo, sis eae elato dat monastero, se pero sarhiale la sua eontumaeia elle non urelia essere soggello ed obhedire alia regula.
Biehiaratione dei eupiis O LXII. in materia degli obli illii o per tui o Da miram annuali di messo da solidis sarii nei nostri is . I.
monasteri, si osservi puniual mente quanto
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l 4..titiis. xit preserisse la seli est memoria di papa inno.
la prima domenio deir Iuvenio. eis it v nordi dom l 'olla a dei corpus Domini. Si offer i pari menti it concilio Trid ni inoin quanto a quelli ebe s ' hanno da mandaroa ordinarione, e di piu nessu no si a manis dato dat suo prelato agit ordini saeri senetati eonsenso de seniori e lieeneta dei reverendissimo padre presidente, o suo vicario, o uno dεlli visitatori in aeru risitationis, e
seneta essere prima esaminato, tome eo manda Qεmenla VIII Pro res resur. . n. xxx n s ehi avrh una volia per sua eolpa repulsa dat predelli, o vero dat veseo vo, non sta piumandato, e non alibi a lieeneta se non uallides nitori, ou ero dat presidente e ambiduei visitatori: ε ehi sari ordinalo altrimente, sia sospeso da gli ordini ad arbitrio dei prositinta a di ambiduo i visitatori; e quellithe non sono ordinati, o pure non sono alii
a late o Trio, siano sospesi dat superiori, sina lanae era dat medesimi saranno appro ait: ε ehi pigilat, gli ordini seneta lieen Ia, ou erosendo suori della religione surgitivo, sita sospeso ad arbitrio dei des nitorio, o padrepresidente, o visitatori; nientedimeno staeastigato da 'superiori; a it prelato elie man-ehera di tali eose, digiunt quaitro venerei in pane ed aequa in ginoeehioni in reseli fio, ε l 'ordinato si a sospeso ad arbitrio del
eha agit ordini minori, se non do la professione ; e se lasse qualetis nee essita, ilpadre presidente poma con un visitatorequello eM eon ambidue i vigilatori pol rebM. Ap. LXlli. - Beli' ordinetilla congregatione. O da inis, Li statelli net monastero eost tonservino
e- in tanat ordini Io , come discerne ii tempo della
eonversione od ii merito delia vila, ou vero Meondo the l 'aba te ordinero. Il quale abale
non perturbi pero it gregga a s/ eommesso, nε, quasi in cio usando libera potesta,
disponga aliuna eosa inglusta mente, ma
opere ita da rendere rasione a Dio. Ad unqueli Datelli secondo gli ordini loro, ou vero secondo elie ordinerh l'abale, vadano allapaee, alia eomunione, imponono i salmi, estiano in eom. M al tulto, in tulit i lumphi, i 'et, non si discerna nδ prefudichi al-l 'ordine ; imperoeelah Samuele e Daniele .
sanet ulli, studi carono ii vece hi . taeello dunque questi, ii quali, eo me abbiamo delio, i abale per piu alto eonfiglio avera Goliati, ovis ro per Orti rispelli deposit, lulti glial tri stiano Meondo the si convertano, come, verbi gratis, quello the venne at monastero
alla seconda ora dei di, sappia di essere inferiore a quello che venne alia prima, di qua lunque eis o dignita Aia. Ma alli sanet ulli soprallutio da inlli si a tenuia cura. Li gio vani dunque onorino i loro margiori, e li inargiori a mino i loro glo-
ptiee nome, ma li instatori elitamino li plusio vani fratelli, ed i pili giovani ehia minoi loro margiori donni per il ehe s 'iu tenderivere nra paterna: ma l'ahate, perelth si erede tenga il luogo di Cristo, sia nominato Donno ed abalis . non per sua usurparione, ma per rivereneta ed amore di cristo: resopero pensi, e cost si porti, ehe si a de odi sissalto onore. Douunque i Dalelli s in- contrano, it pio vane dimandi la heneditioneat suo maggiore; e passando it margiore it minore si levi su, e gli dia luogo da sedere, nδ presuma esso giovane di sedere insteme eoi suo maggiore, in emo pero non glielo eo manda, actioechδ si saeeia quelloelie 4 serilio: e Preveni levi l 'un i 'altro in larvi onore v. Li sanciuilelli, ou vero giovinelli,nen oratorio ed alia mensa eon diseiplina semitino i loro ordini, e di suori ancora, douunque si trovano, siano custodili ed a in maestrali in sino che pervensano ait 'ella della disererione ed intellello.
0rdiniamo cha in qualunque tuoso dolia rumuior aenostra congregarione s' servi i 'infrageritia ' forma. In qua lunque monastero, in primo
luogo si eda it prelato di quello; di pol ill In ideo parall. ul. legitur non nos R. T. l.
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fessione: diehiarando pero, the, se in alcunmonastero saranno abali illo lari. che ii luogo
di questi tali sta immedia lamente do po ilprelato ; e dopo tali abali segua ii priore dei eonvenio, ii quale preeeda lui ii i priori
iliolati elie si trouerantio in dello monastero, eost in ea sa como suori nello proeessioni amoriori allenenti a lal monastero ; ma uelle proeessioni e moriori eomuni e publici, vo-pli amo elio ii priori lilolaii precedano i priori
elaustrali, e in ei asellodun grado respes livos o servi la protessione. ordinando nondimeno, the, se in tan monastero fosso un vicario supremo , the estilenga net monastero ii primo luogo . manet tempo dei capitulo , quando elascia noviene assoluto, vogliamo elie tuiti ienga noti luogo di loro professione in ea pilolo enegli altri monasteri, se pili non fossεropriori, o laseisii dat prelato eo me principali ou vero elie s sero prolati rimasti δ' andareat capilolo per legillima eagione; altrimentilen gano aneor loro il luogo della professione.
C1p. LXIV. - Beli' ordinatione detrabale. n. Xolrordinarione detrabale si abbia sεm- pro tale considerarione, eho quello sis or. tundiu uuihus. dinato, ii quale, meondo it timore di Dio, da iuila la congregatione di uno siesso volere, ou vero da una parte di essa, aneorehepletola , eon pili sano eos si glio, sara stato Elello. Quello dunque che si devo ordinare, si elogga per merito di xila o per doli ritias sapienga, se aneo lasse t 'ultimo net Pordine delia congregarione. Ε ga oriandio luila lasongregariona di comune parere e consistiosi εlεςgerh per abale persona tonsen et leniealli suoi viri sit elle non piaecia a Dio . eis lessi viri per aleun modo verranus a notiria
ordinalo. dunque che sarh l abale, pensi sena pro cho earies lia rictuuio a ehi hada rendero ragione dolia sua amministrarione, e sappia elie pili gli eon tena giovareelie dominare. Bisogna elio si a dolio nella terge, e elle pari mente si a easto, sobrio emisericordioso, e net studiearo sem pro preserisca la miserieordia al giudirio, aec iocelthaneor lui eon gua ii modosimo. Λbbia iutidio li viri, ami li Dalolli, ad in ossa eorreetione soternisi prudente mente, a sine elio inni una cosa passi ii termini, acetoeelth volendo ες li radere troppo la ruggine, it vaso non si
rompa. Sempre abbia sospella la sua propria fragilita, e si rieordi ebe la eanna serot-laia non si deve al iuilo rompere. Nello quali cose, noi non dieiamo the lui per- mella che li viri si nutriscano, ma che con
ed uille, eome sopra abbiamo delio. Inge-gnisi di essere piu presio a malo ehe lemulo, non sta turbolento ed assio, non superfluo ed ostinato, non soloso o troppo sospetio, pereste mal si ri poserobhe. Nelli suoi eo- mandamenti, o stano se eondo Dio, o sicino serendo it monito, sia provido e eonsideralo; distortia e tempori te opere the comanda,
pensando alla disererione dei sanio Liaeob. ehe diceva: et Se io an dando daro troppo salicaal mio gregge, moriranno i ulli in un gior: no s. Pigliando dunque queste ed ali re sen-lenre di disererione, madro delle virlia, eos temperi lulle te eose, ehe a quelli elie sonosorti resti a leuna toga da desideraro, e gliinfernii non si riti riso indietro, e soprallulio osservi in lutio te eose la presente resola, aee iocelth, do po che a vera hena amministrato,
oda dat signore quello the udi quel servo, ii quale at tempo suo distribui it frumento alli suoi eou servi: . In verila vi dies disse, ehe to eonsiliu ira sopra tutii suoi heni , B ehiaras e dei eapilola LXIRI 'elerione degli abali, priori alibariali e n.
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An. c. setos cLEMENS ordini nostri, si sanno adesso per il desinitorio, oisero, infra tempo, per il presidentea visitatori e ire des nil ori, come nella prima parta dolle costitutioni si v ede at ea p. xxx
cap. LXV. - μι preiosito dei monastero.
Saap. .e .... Spesse volle avviene elle per i 'ordinarione
sati di maligno spirito di superbia, li quali.
sit mandosi essera seeondi abali, ed usum pandosi tirannide, nutriscono gli seandali, e nel eonvento sanno dissensione o discordia, e massima mente in que' luoghi dove delio prεpogito h ordinato dat medesimo vesco vo,ooero abali, ii quali ordinarono ancora essoahate. It ehe quanto sta suora d 'orni rapione apertamen le si v e. i in peroeelie dat prin-eipio di sua ordinarione gli h data materiada insuperbire , essendosii messo in ea pos persuaso dalli suoi propri pensieri, tui essere libero dalla polesta dei suo abalo, per essere stato ordinato da quelli medes imiehe ordinaruno i 'abale; e di qui nascono invidie, risis, detrarioni, entularioni, dissensioni a disordini; e menire t abale edit preposito sono insieme di contrari pareri,h soria e he solio questa loro dissensionet anime fiano in perteolo, e quelli i quali
sono solio di toro, mentre che alle parti eompiaeelono o favoris no . vadano in perditione: la eulpa det quale perteolo a quelli
4 imputata principalmenie elie surono a uiatori dolia ordinarione di eos issalle persone.
. Nodu. -- Ε per tanto abbiamo giudieato esser utile
pria hic 'μ' per eustodia di paee e carita, ehe luila rordinario ne det monastero di penda e si a ne l- Parbitrio detrabale, e polendosi sare luitat uiis ita dei monastero, s' ordini per ii de-eani me avanti ab hiamo dispos lo), seeondo avεr, t abale distribuito, acetoech/ essendo
eommessa a piu persone, uno non s'insuper hi se a. M a se il luogo lo rielii edo, e lacongregarione eon umilia lo do inanderci, si abale studi ellera eost esser mestio, emo
saranno imposta dat suo abale, niente sa-rendo eoniro la sua ordinarione e volonia:
imperoeelth quanto osso h piis presertio agit altri , lanio bisogna che piu sollecitamen laosservi li preeelli della resola. M a se de lopreposito sarh trovato virioso, o sarh ingsn- nato da elarione di superhia , ooero saratori viuio essere disprerratore delia sania re-
sola , sia ammonito con parole insino allaquarta volla; e non si emendando, sia correlio seeondo i 'ordine delia regula. E se per queste ancora non si correggerh, aliora si a deposio dati 'ussirio della propositura, ed una tiro, the ne sta degno, sia posto in suo luogo. M a se pol aneora nella Congregarione non sara quieto M obbediente, sia etiandioeaeetalo dat monastero. Pensi nondimenol'ahcile elie ha da rendere rapione a Dio dilutii i suoi piudiri, aeeioecho per avvenlura fiamma d 'invidia o di reto non gli ardar animo.
molii altri gradi, si eleggono in eapitolo, e 2:, V. 'it priore non pilo essere ea inertengo nh litolare. ordiniam uelle it dello prior , in asseneta dei prelato, a massime at tempo dei capi-lolo, resti eome vieario; e pereliρ vogliaraos 'ossor xl l antica e lodo volo usanra di nostra congregarione di render te colpe in ea pilolo almaneo una volia la sellimana , ordinia ino the , in asseneta dei prelato , ilpreposta o priore saecla lui ii eapitolo. non gli vi elando pero, ehe an ra it prelato, se sta in easa, possa lare ii eapitolo seeondole oecorren re , e in dello ea pilolo e lacripossa gastigare i suoi sui dili eeeello solasse eoipa gravissima e degna di essere sapuia dat prelato. Edie hiariamo et, e quelli elie sono in quarto
grado possano modestamen te essere ri presie ammoniti dat preposto, ma non gia pe-ni lenitali seneta sapula dei prelato: ed altri, ehe sono solio ii priore , rendano te est leniere, e possano essere da lui penitentiati. Inoli re dichiariamo elie net tempo del