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An. C. Ie4 1 4 ri L Lam LM capit olo. se ii prelati saranno rimasti se nrali ceneta e eausa legi uima, vos liamo che re lino assoluti da orni autor illi in quel die he gli altri saranno assoluit, e passi l 'auiori ut in spirituale e temporale at priore. o. decano, o aliri depulati. E pere he per i 'assen ra dei prelato a tempodi capitulo i calliti pigilans oceasione dilar scandalo, pero ordiniam o, che, qua lunque
in deito tempo commet terri a leun dolivo, si a castigato di doppia pena .
dera te risposte, la naaturita dei quale nonio lasei andar vagabondo; il quale portina rodeve avere la ea mera appresso la porta, seci che, quelli chexen pono, sem pre tu tro vinupresente, o da lui ricevano la risposta. Esubito the a leuno avra pie chialu , o il p vero avra ellia malo, risponda: Deo gratias,ox vero dica: mnes vo sis iI Sisnore, e eonogni mansuetudine di timor di Dio rendarisposta presia mente, eon servore di carita. M axendo ii delis portinaro bisogno di aiulo,siasti dato un tralello pili pio vane. li ni nastero, se Φ possibile. si deve in lal modo ediseare ed ordinare, ehe abbia dentro a se
tulie te eoso nee sarie ei se aequa, molino, orto e sorno , ou vero in ossi si egereti in odiverse arti, aetioeeh8 li monaci non ab- hians per loro neeessita an dare mora va
gando, imper chδ at tutio non ἡ utile ali εanime loro. Ε questa regola spesso vos liamusi iuga in eonvenio, acetoeche ni uno dei Datelli si possa seusare d' ignora naa. Bieliaratione dei rapitiis LXVI. D. I. iii. . .i Alla poma dei monastero si depuit, porri ..t,.: . I: quanto h possibile . un portinaro prove iis TI . Me non ia illo elis di eostumi, ehe ab hiala sua cella vicina alla porta, di eui ah bia
A meria ora di nolle at pili iungo si chiu-dano te porte, e te chia i si portino at pali UMMM An. c. 1764dre abale, solio pena, at medecimo the lua eurera di lare eseguire quρsi' ordine, di prixarione di voee alliva e passiva per due anni; e mal niun monaeo, ehe si trova dis laneta in un monastero. pernolii suor diquot lo : e an relth non vi sosse disian M. venendo di suori, od arrivando in lucro dovesia monastero, de a simit mente andare apernotiare in emo, solio pena di sospensione a dicinia, di carcere, ed ali re ad adibitrio. Nessu no ardilaea d 'uscire seneta causa dat monastero. nh senra beneditione toties quo-ιies dat superiore, quale non gliela dia elie tot eompagno assegnalogii ad arbitrio suo, e non a placere dei monaeo, nh seneta sapere la lausa per eui desidera uscire. Elornato the sia, si rassegni di nuovo allaben trione det superiore, ii quale dat compagno eerthi indagare eth elie abbia sationetruscire mori, nh mai per andar suori si
concedano lieenre generali. I irasgressorisiano grave mente puniit aneo colla careere
ad arbitrio dei superiore, come pura it por-linaro , quando eae scientia laseiasse useire si initi eoniumaei. Doxe diee, ordinare, s' osservi quanto D.
necessari non possono gli abali e ea meris longlii sabbrieare seneta espressa lieenta in aeriplis dei padre generala o virario, e an in sare risa rei menii vi bisogna il eonfiglio de 'seniori; sie ine. in easo di do vere colla lieeneta suddelta sar nucve silhriche, v
gliamo elie da' periti si laeeia it modello, dat quale it prelato non possa disessursi,
e non possa spendere pila di quello the eom-poria i 'en irata di quen' anno: e hisognandolor denari in prestito, si lactia Gl eonsi. glio de' seniori, e s' servi la rosi iturione d axor la lieerra dat presidente e visitatori. Li prelati, quali eonirassaranno agit odidini sopraddetii, digi unitio sei venerei in pana ed aequa inginoechioni in retillario, e di pili stano eas ligati dat presidente e xi sitatori, a se ii saltu sarii grave, siano fimis pesi dati amministratione lemporale.
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nati tho garanno i delii stat olli di vi aggio,
tutio l)Oro eanoniche, delio Possirio divino, prostrati sopra it pavimento deli oratorio, domandino da tuiti orarione per gli eceessisa sorse per la via, it vadere, o l'udire diqualthe mala cosa, o ii partaro orioso gliavesse loro salto commetiere. Ne presuma. aleuno di riseri re agit altri te cose elie aveth edule o udite suori det monastero, pereM ne risulta gravissimo danno, it ehese ale o presumera di sare, sia sollopostoalla eorrerione delia regola. E simit mentesia an eora punito elii presumera d)useire suori delia clausura dei monastero, o d andara in aleun luno a sare a te una cosa henelth piceola seneta conandamento del-rahale.
Biehiararione dei essi toto LXVII.
n. .....hl. Quando s' abbia a sare viaggio it 'una pior. ter δε uilos . naia , monaei privati, ordinia mo che nongiano ritexuit seneta tellere dei suo pretalo, se gia non lasse chia ro at prelato dei monastero elie vengono eon licen Ia. rea dare lieeneta a ' monaci, avendo apernollare suori, udita elie sara ta eausa
dat pa dre abale, o compiae tuto quel monaeo, deve essere cons mala dat padre pre- sidonia avanti elio tui si parta dat suo monastero. E quando aleuno di nostra cingregarione ha a sare vi aptio a politione eeo modo alirui, vos liamo ehe vada a spe se
per te spese sola mente necessarie at via g-gio, sia lenulo quanto prima notis ea re iniseritio orni eosa at prelato, altrimanti ilmonastero non sta tenuio a rendere; e se
per tal eonio sara richimio ii monastero,sia eastigato ii monaeo the sarii in colpa, Bulι. Rom. - For. XII. 24eon digiunt. ed ali re pene; od ii medesimo ordiniam o do' prelati ε offiriali, quali silroveranno essero debitori; e te partito non sar anno at libro dei monastero, quando ilmonastero medesimo ne sta molesialo
C p. LXVlll. - S8 ad tin staretio sis imposse esse impossihili se ad aleun halello sono per avxenlura imposie coge gravi, o impossibili, ric exa ilco mandamento dei maggiore eon ogni mansuetudino e obbedieneta; e xedondo elis ilposo di lal opera at tutio ira passi la mi sura delle sue Arre, paetiente mente, e come Sieonviene, di ea te ea gioni dolia sua impossibili ili . non eon superbia o v vero eon resisienra eoniraddieendo in aleun modo. E sedopo la della nolissearione, it eomandamento dei superiore perspvere rh nella sua sentenra,
Somina mente i da guardarsi elis per
qualsivoglia occasione non presuma I uno disendore t 'aliro net monastero, o quasi assiturario, eetiandio the lassero congiunii porquatunque propinquilli di sangue, nh talcoga in aleus modo si presuma dalli m naci, perelth da quesio polrebbo nascere gravissima occasione di scandali. Ε sst aliae uno irasgredirii queste cogo, sia aspra mente punito.
Rehiaratione det ea toto LXIX.
rione di dilander Pun t altro s'inienda , iiv quando uno h in eoipa. e con la doxula rogota e forma di gius liri a vien eastigato. E poro dielitariamo non essere presuriri onea disendere it halello in noeenie da tringiu- stiria det prelato, o qua lunque altra per sona, avendo Dio dato it eo mandamento aetase uno damare ii prossimo; angi alioras attende ait 'utile dei prelato, se egli xiena
impediis dalle esse illecite. E pero quando
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il prelato eon parota e salii ingluriosi procede eontro δ' ale uno. o passa ii ii termini della giusi tria o sex erilli an eo ra il ebe non placeia a Dio , ira passa in eradelth, em ii amo i Da tolli, massime i seniori, ehe m des lamente pregandolo ed ammonendolo fraterna mente, si in gegnino di Hii rario, e sinat mente lo denumi ino gradual mente a suis periori, se veggono che altrimenti non si
vostia emendare. LAp. LXX. - ma nium presumabat ere alatino, orrero Momunieare.
telli, ecce ito quello, at quais i 'abale avorudaia lal potesia. quelli elie eomniellono al- eundi sello, siano ripresi in preseneta di tulti,aeci elie gli aliri ne lemano; e da lulli staavula cura e diligente disciplina alli san- ei ulli in sino at quintodecimo anno delia loro ella, e questo pero eon ogni misura eragione; ma chi presumera in aliun modo impaceiarsi in quolli di maggiore et a se nraeomandamento detrabale, o vero 3 chi circa dolii satiet ulli si porteri seneta discreetione, sia puniio Meondo 1 ordine della resola, pe-rocelth e sertito: c Non lare ad altri quello
the non vorresti sosse salto a te x. Bieliaratione δει rep. LXX. n. f. . Dove dice, presumero, die hiariamo non ' essere pres ungione ammoni rei e eorraggersi eari lativa mente i 'un l 'ailro, angi essor meis rito eis opera di milieri eordia eorregger ela- uno, o ait che li suoi superiori, servandopstro it ris petio, a luogo e tempo, a ognigrado. eio h eho non si Accia publicamento verso li superiori, nh eon parole ingluriose minaceoxoli, brulle e eolleriche, rim proverando ii distili delia passata vita, o di corpoo di mense, o di parenti, e chlamando in-ς iuriosa inente eon soprannomi; gridar conaleuno non si a mai leello.
sichiarando pero, ehe ii superiori possano
con parole aspre e mina evoli, ma non
1 partieulam cte hine abiieimus n. xl. An. c. leto ιhmile M in giurioso, paternamento ri prendere ii sudditi, sed aneora eastigarii; ma spaleiano user1 simili parole hrullo controalcun privato, deii a prima sua colpa in ea pii olo, mansi pane ed aequa in re seliorio; se avrh salia simit cosa eontro a' seniori, olim alla dei la pena, slia otio giorni degradaio dalla sua professione; e se tontroal suo prelato, stia un mese degradato, ol-tre olla prima pena. Se it prelato sarh sotto posio a quesii viri, si a ammonito da' seniori sino a ire volte o quali ro, e non s'emendando, dpnunriato at prosidente e visi- latori, si a sol luposio allo medeme pene. εaneora pila gravi, a loro arbitrio; alioso pero sempra che te det te pene si possano agerescere, speondo la gravita det desilio, in sino a ianto elia it eoipevole si a foretalo in ginocchioni haetare ii piedi a lulli, Ovveruinginoechioni di inandar perdonanra ali in-giuriaio. E questa mede me pene vortia mo Da --- l
stano imposta a quelli che i irata da parole Mi sinam .io
elio stano sanetulleschi e giovanili; ulli qualisi polra eon discreatono dei prelato aggiungere balii iuro, diseipline, silenal, perche non vogliamo elis a simili orrori si dia laevi reere formale; ma se parranno colpe al-
quanto piu graxi per te quali ea schino in
scomunica, se gli assegni la cella in tuosodi carcere eon silenetio o digi uno, se puret'. normitii dei dolillo non sisse tale elie meritasse pene piu rigorose secondo te tergi
euolere an torche leggiermento aleuna persona, ne anche se colare, Dori o dentio delmonastero; e si eo manda in viri u di sania
obhedienaa at superiore locale cha subito saceia metiere in prigione in pane ed aequail irasgressore di questo preceito, e no dia luanto prima minutissimo rogguaglio at pa dre generale; e da quello aspelli cio si develare.
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cap. LXxL - cha Ii fraterii aiano obbedienti Pun PaIIro. Dω- - Il bene det robbedienta da luiti si devo. iii ., ' frendere ed usare non sola mente verso Pa-hate, ma an eo li Datelli si obbedigeano runo ali altro, sapendo elio per que,ta via del-rohbedieneta an de ranno a Bio. Olire adunque ii eomandamento detrabale e degli ossa tali elie da tui sono ordinati, at quale non permelli amo the li eomandamenti dello persone privale siano preserili, da questo in pia luiti si 'inferiori eon ogni earith eaolleeitudine obbediseano alli maggiori, e l vando aleuno contentioso, sia eorrello. Sequaleri Datello per qualsi voelia minima causa sata ripreso dat rabale o da qualehealtro suo maggiore in qualitvostia modo,ox ero a 'avvedera che t 'animo di qualunque suo maggiore si a eonuo se adirato o commosso, ancorchh poeo, subito seneta dimoragiateia tanto in terra prostrali, at piedi diquello stiddissaeendo. ehe colla benedisonasia sanata quelPalterarione. Il che se al-euno dispretiera di sare, sia punito d'ami
Eione eorporale. ovvero se sara contumaee
ad ostinato, si a caretalo dat monastero. chp. LXXII. - Della reto buonoeti debono aurea li monati. sicco me si uova un relo d 'amaritudine ea luso ebe separa ruomo da Bio e conduceat Pinferno, eost si irava uno aeto buonoelie separa Puomo dat virl e lo conques a Dio e alia vita elerna. Li monaei dunque eon serventissimo amore in questo reto sieseret tino, elol eon onore si prevensano i nn Paltro, sopportando parientissima menter uno Pinformita dἡli altro, eost de torpito me do eos tumi, e obhedendosi insteme
rita fraterna e rasio amore serva no Punt 'altro; temano Dio eon sincera ed umiloearia; amino is loro abale; niente at tutio prepongano a Cristo. ii quale tuiti instameia conduca a viis eierna 3.1 In ed. lat. additur Amen. 187 An. c. leto. C, p. LXXlli. - coma in queata resola
non ala mala ostia osserpatione di piustitia. Nol abhiamo destrilla questa regela, ac- Ηvie pro .eioeelth, o servandola nol ne ' monasteri, in atini a aer, ii.
vere religioso. Ma per quelli elio A'assi ellanodi pervenire alia perserione di ossa conversarione, es sono te doliri se do Ss. Padri, Posserva naa delle quali conduee t 'vomo al- Pallorra delia perserione ; imperoeehe quale sertitura o partare dolia divina autorii, delueeehio e Nucvo Testamento non e rellissima norma e regula delia vita umana'0vvero, quat libro di fanti e ea itoliet Padrinon risuona questo, ebe per dirillo cerio ceretii amo di pervenire at nostro Creatore FSimilinenle ancora te collarioni de Ss. Pa-dri, e gris liluti e vite loro, e pari menti laresola dei nostro padre s. Basilio, elie altro sono se non esempi ed istro menti dello virilide' monaci di huona vita ed obbedienti 3 1 aquali ivlle eose a noi pigri, e che male enegligentemente vi viam o, generano gran conis susione e vergogna. Qual unque duraque iusti, ii quale P a Melli d'andare alia celeste patria eon l'aluto di Cristo, osserva perse l- tamen ie questa regola salia per li principianti, ed aliora sinalmente perverrat a quellem aggiori alterae di dolirina, delle quali ab-biamo di sopra salto men rione, mediante ladix ina varia. Amen. Diehiaratio, det rapiloro tillimo
Phieli h la ruola di S. Beu ello, e di- n. .ladio Da. ehiarario ni falle, non tendono ad alim sne elle alla earith, elise ei eondura a quel reterna clIs eriuno oria, alia quale non puo ale uno pervenire elle non sta purgato d'rimi maechia di pee-eato, dat quale o troppo disse ii eosa it poterii guardare in questo mondo, pere his in molia cose offendiamo tulit . e selle volieeade it giusto, e se pensassimo o ditessimo non aver perealo, ingannerem mo uoi mede-simi; per questo, do vendo nol la earita a tuiti, ma specialmenie at halelli di nostra
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Ordiniam o elie qualuitque volta aleu nodo 'halelli nostri passora a mistior vita, segii nee iano te consuete esequio e ceri monte, ed orationi, ostiat e sagi isel nes modo eho sono fornati ne i h reviario e messale monasti eo et ed ii prelaso dol monastero, ove sar, sialo di stania it desunto, ilia avtiso agit altri luili, ou vero at presidente, es in Ogni convenio si celebri un umetio eon lullo lemesse, e gli dieano te messe di S. Gregorio, eeeeito elie a s. Pras de, dove bastino einque alia S. colonna, e ogni sacerdote dieatre messe, e gli altri ire ostiat de' morti conuna vigilia per volla; e elii non sa leggere, di ea tento Parer noster e eento Ire Maria, edove stara di staneta lal desunto, li Meerdelidieano nove messe, e pli aliri ireeento Pater noster e trecento Ire alaria, olire gli ossit emesso gregoriane, quali s' hanno a sare comen egii altri monasteri. La parte dei vitio elie, se fosso vivo, loeeherebbe at destinio, si meita in refellorio in luno suo, eon una eroee, per nove giorni, e pol sia data in elemosina. ordinia mo ancora elia it medes imo modo si tenga par quelli che hanno letiere grariose di nostra congregarione circi alle messe gregoriane.
ordinia ino pari mente che annualmenie illunedi do po la domeni ea di Passione, ovvero, se quello lasse impedito per qualelie festa doppia, it primo di seriale seguente, si celebri un ossirio solenne in qua lun quo lucro di nostra Congregarions par Panima do'dolanii Dalelli e sorelle, famigliari a benesai tori nostri. E di piu vngliamo ancora cheogni luntat eho si sara di seria, si eanti lamessa de morti ordinariamente. Amen. Confirmatio 8 2. Cum autem sicut eadem expositio
suintionum-ει Subiungebat, dicti exponentes easdem' declarationes et constitutiones in lianc formam rodacias, quo firmius subsistant et serventur exactius, apostolicae confirmationis nostrae patrocinio communiri summopere desiderent: nos, ipsorum exponentium volis hac in re, quantum RouΛNEU cum Domino possumus, favorabiliter annuere volentes, et eorum singulares personas a quibusvis excommunicationis, suspensionis et interdicti, aliisque ecclesiasticis sententiis. censuris et poenis . a iiii e vel ab homine, quavis occasione vel causa talis, si quibus quomodolibet innodatae existunt, ad esseclum praesentium dumtaxat consequendum, harum serie absolventes et absolutas fore censentes, supplicationibus eorum
nomine nobis super hoc humiliter porreetis inclinati, omnes et singulas dein clarationes ad regulam S. Benedicti ac
constitutiones, illarumque correctiones et additiones ac ordinationes prae insertas. et in eis contenta quaecuinque, auctoritate apostolica, tenore praesentium, confrmamus et approbamus, illisque inviolabilis apostolicae frinitatis robur adiicimus, ac omnes et singulos iuris et laeti de laetus, si qui desuper quomodolibet intervenerint, Supplemus.
I 3. Decernentes, ipsas praesentes lit- cladi M.teras , ac declarationes, constitutiones, illarumque correctione3 et additiones , ac ordinationes prae insertas. semper s mas, validas et emeaces existere et fore, suosque plenarios et integros effectus
sortiri et obtinere , ae illis , ad quos
spectat et pro tempore quandocumque spectabit, in omnibus et per omnia plenissime su Isragari, et ab eis respective inviolabiliter observari, sicque in praemissis per quoscumque iudices Ordina. rios et delegatos, etiam causarum palatii
apostoli et auditores, iudicari et desiliri
debere, ac irritum et inane si secus super his a quoquam, quavis auctoritate. scienter vel ignoranter, contigerit alten tari. Non obstantibus constitutionibus et ordinationibus apostolicis, ac, quatenus opus sit, dictae congregationis, etiam iuramento, confirmatione apostolica, vel quavis firmitale alia roboratis,
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489 An. c. 1704stalutis et consuetudinibus, privilegiis quoque , indultis et litteris apostolicis
in contrarium praemissorum quomodO- libet concessis, confirmalis et inn0- vatis; quibus omnibus et singulis, illorum tenores praesentibus pro plene et sussicienter expressis ae ad verbum incia mens papa XI,
l. Exposuerunt nobis nuper dilecti Ciso. ran. silii nostri Leander tituli M. Nerei et Achil- sititii.bis. .1.ps.lei presbyter cardinalis colloredus et lo- '' ,.i , . ii Sephus Renatus S. Gregorii in Velabro diaconus S. B. E. cardinalis imperialis sertis habentes, illis alias in suo robore lpermansuris, ad praemissoriam esseetum. lliae vice dumtaxat, specialiter et expresse
derogamus; celerisque contrariis quibuscumque. Teisinae . I 4. Volumus autem ut earum dem' praesentium litterarum transumptis, seu exemplis, etiam impressis , manu alicuius notarii publici subscriptis, et sigillo personae in ecclesiastica dignitate constitutae munitis, eadem prorsus sides u hique locorum tam in iudicio quam extra illud habeatur, quae ipsis praesentibus haberetur si forent exhibitae
Dalum Romae, apud S. Petrum sub lannulo Pigeatoris, die xv mariti MDeciV, pontis eatus nostri anno 1 v.
coneeduntur laetoribus carmelitis eo legit etalesiastici in ciuitate Leoninude Urbe pristi ia laesorum itidem Carmelilarum in arehigymnasio S pientiae 3.
Ed Hain leg. maiii ai in nota ad rubrieam hahei martii R. T. . 2 Ah hoe Ponti nee eonsi ed. MDCcu , die et ianuam. Pontil. n, eoneessa suere quaedam iura studentibus eoenobii S. Mariae Transponistinae; et ab innoeentio IlII const. ed. MCCxMI , dis l. iiiiii. pontis. ui, eonceditur magistris pro laetae Portuetalliae dictum privilegium suscipiendi lauream doctoratus.
respeeiive nuncupati, Super regimine
et administratione collegii ecclesiasti ei civitatis Leoninae seu Burgi de Urbe auctoritale apostolica deputati , quod, eum dilectus filius Petrus Tliomas San.
clier, frater expresse professus provinciae S. Angeli 0rdinis beatae Mariae de Monte Carmelo in saera theologia magister, ac in conventu eiusdem he alae Mariae Transpontinae dicti Ordinis commorans, lecturam theologiae moralis a nonnullis annis in eodem collegio eum magno illius conviciorum fructu atque progre su exercuerit, et adhuc de praesenti exerceat, ipsi Leander et Iosephus Renatus cardinales, ut debilus virtuti honor rependatur, ac idem Petrus Thomas necnon alii conventus et 0rdinis praedictorum religiosi, si quos in posterum ad lecturam huiusmodi exercendam de. pulari conligerit, eo alacrius ad subeundos eiusdem lecturae labores inci . tentur, illos aliquo honoros centiae praemio ex nostra et Sanctae Sedis apostolieae benignitate decorari plurimum desiderant. 2. Nos, ipsorum Leandri et Io--at septii Benati cardinalium votis hae in re, quantum cum Domino possumus, s vorabiliter annuere, dictumque Petrum Thomam specialibus favoribus et gratiis prosequi volentes, et a quibu8 is ex. communicationis, suspensionis et inter dicit . aliisque ecclesiasticis sententiis, censuris et poenis, a iure vel ab homine, quavis occasione vel eausa latis,
si quibus quomodolibet innodali existit, ad essectum praesentium dumtaxat
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consequendum , harum serie absolventes et absolutum sole censentus , supplicationibus eoi uiridem Leandri et Io.sephi Renali cardinalium nobis super hoc humiliter porrectis inclinati, eidem Petro Thomae et pro tempore existentibus fratribus eonventus et 0rdinis huiusmodi in eodem egi legio lectoribus , ut omnibus et singulis privilegiis, gradibus , honoribus et prae eminentiri .
quibus lectores 0rdinis praedicii , qui in collegio seu gymnasio Sapientiae
nuncupato de eadem Urbe legentes, tam de iure, usu et consuetudine , quam ali,s quomodolibet, utuntur, fruuntur, et gaudent, ac uti, frui et gaudere possunt et poterunt in futurum, pari modo
ei absqtie alia disserentia uti, frui, potiri et gaudere libere et licite possint
et valeant, auctoritate apostoli ea , lenore praesentium, concedimus et indulgemus.
culis. . S 3. Decernentes, easdem praesentes litteras semper firmas, validas et em-caces existere et fore , Suosque plenarios et integros essectus sortiri et obtinere, ac dicto Petro Thomae, et aliis, ad quos spectat et pro tempore spectabit . in omnibus et per omnia plenissime suffragari; Sieque in praemissis per quoscumque iudices ordinarios et delegatos , etiam causarum palatii apostoli et auditores, iudieari et definiri debere; ae irritum et inane si secus super his a quoquam , quavis auctoritate, scienter vel ignoranter, contigerit attentari. Non obstantibus praemissis, ac constitutionibus et ordinationibus apostolicis, nec non, quatenus opus Sit, conventus et 0rdinis praedictorum , etiam iuramento, confirmatione apostolica, vel
quavis firmitate alia roboratis, statutis et eonsuetudinibus, privilegiis quoque, indultis ei litteris apostolicis in contra
rium praemissorum quomodolibet concessis. constrinalis et innovatis; quibus omnibus et singulis. illorum leno res praesentibus pro plene et sumetenter expressis ac ad verbum insertis habentes, illis ali lis in suo robore permansuris, ad praemissorum esse cium , hae vice dumtaxat, specialiter et expresse derogamus : ceterisque eo utrariis, quibuscumque.
Datum Romae, apud S. Petrum, sub annulo Piscatoris, die xxvii mariti MDC cIV, pontificatus nostri anno IV.
Confirmantur litterae patentes nilneii Portu galliae de alternalita onsciorum in provincia Portu galliae ordinis Domitarum sancti Augustini 'clemans Papa XI,
1. Pro parte carissimi in christo silii SDei eii
nostri Petri Porlugalliae et Algarhiori impiari s in
regis illustris nobis nuper expositum A, euo uim
fuit, quod, cum ali 1s felicis recordalionis Innocentius Papa XII praedecessor noster per quasdam suas in simili forma Brevis litteras, ad tollenda dissidia quae inter fratres provinciae Portu galliast 0rdinis eremitarum sancti Augustini, propter duas religiosorum factiones, non sine gravi christi fidelium scandalo regularisque observantiae detrimento, tunci A nuneio insulata luit dieta alternatiua au- oritata reeepla ah lanoeantio XIl Rre i edito x xc iii. die aut decembris, pontis. viii. quod intra refertur; in Ionoeentii xl l eonsiit. Millud cxcvIll , die is augusti, pontis. viiI . exlateoneordia ei rea alternatiuam in prori ne i a Narhois hae et Burgundiae: ei in huius pontisseis eonsi. edita M Curii, die 1ι auguxti, pontis. vlit , eonssrmatur ahrogatio alternativae in provineia
B. M. V. de Gratia in Indita Occidentalibus.
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91 λη. c. ινι vigebat, venerabili fratri Michael angelo archiepiscopo Tarsensi in eisdem Pomtu galliae et Algarbiorum regnis Apostoli eae Sed is nuncio dedisset in mandalis, ut, circa perpetuam alternalivam osse torum illelae provinciae, auctoritate apostolica id ageret, statueret atque de eerneret, quod sibi, pro eiusdem provinciae quiete restituenda, necnon regulari disciplina in ea conservanda, eisie, ubi collapsa esset, reparanda magis in Domino visum fuisset expedire; ipse Michaelangelus archiepiscopus ei nuncius, vigore saeullatis sibi super hoe ab
eodem Innocentio praede eessore et sit, inde a congregatione venerabilium Da. trum nostrorum S. B. E. eardinaliumnsgotiis et consultationi hias episcopo rum et regularium praeposita de mandato nostro concessae, eamdem alle
nativam, de unanimi religiosorum provinciae praedi elae consensu, perpensis
iis quae ad illam impediendam a dile-eio silio Nicolao Serano priore generali dieii Ordinis in eo utrarium deducla suerunt, determinavit et statuti, eum diversis de ela rationibus et ordinationi hus.
prout plenius continetur in eiusdem Mi- lchaelisangeli archiepiscopi ei nuntii libleris patentibus desuper emanatis, teis
noris qui sequitur, videlicet:
Uiis, p,. mehael angelus abbas do eo milibus dοπ πψ mi hellua Itomanus ex dueibus et prineipi. hus Ρoli et Guad noli, etc., Dei et Aposto- Iieas Sodis gratia are hi episeopus Tarsensis, sanetissimi domini nostri Papas praelatus domostieus et aa Sistona, si usque et dictae Sanelao Sodis in Pori u gallias ot Algathiorum regnis atque dominiis enm polostato toga udo latero nune tua. Dilo etia in chrigio filiis provinetali, ex- provincialibus, des nitorihus,niasimus Poriugalilao ol Alga Ioram rex Petrus II, solito singularis pletatis auae sti- mulo pormotus, ad oliminandas a diein pro .
vineia dissensiones paesmquo introdueondam, devotas apud sanetissimum Patrom solleis recordationis Innoeentium XII into osvorii preees, quibus apostolicum paternae providentiae subsidium ad finem eongrueni moxpoaeebai, Sanetitas sua, ad ipsius suppilis eationem benigne aiiondens, nullumque aliud iudieana osseae ius opportuniusque rem odium ad huiusmodi dissidiorum octagiones vitaniadas, prae iussi ei alia quo ab ini eo homine super aeminata Elaania ovellonda, quam perpetuam quamdam alternativam eirca et etiones ossetorum omnium Metao provincias indueero, per Broxo apostolieum die xiv deeombris unexeunt exaraium saevitatem nobis eommisit mandavitque ut alternati. xam yraodiciam doeerneremus atqua si tueremus, ut eo natat sex ipsomst fastutiativo diplomato tenoris aequontis: A ter . videlieat, venerabili fratri nostro ita,
Miehauliangelo Mehiepiseopo Tarsonat, intra
Portugallias et Morbiorum regnis nostro ei Apostolicas sedis nune io: In ius vero: . λεω auue u Exetius Papa. xii. Venerabilis fratri, avidulam et apostolieam benedictionem. Cum, sicut pro
parto earissimi in christo filii nostri Petri Potiugalilao et Algarbiorum rogis illustria
nobis nupor expositum tuit, pro vineia Portu- gallias Ordinia fratrum fremitarum Mneti Augustini, propior duas religiosorum laetiones, dudum, nempo iam a eontum annis, in Q vigentes, ae oraImia diaeordiis ot porturbatio. nibus agitetur, non sine gravi ehristifidolium Mandalo regularisquo observanitas detrimonio, ad tollonda vero dimidia huiusmodi plurimum expediat perpotuam quamdam alis ternativam eirea Oloctio nam omelorum dieitio
provineiae stabili H. id quo religiosas tran. quillitati siusdem pro vinelao eondueibilo soros otiam dilhctus situs prior gonoratis dieii
ordinis oriati mei, eum eiusmodi aliernativa o prioribus, magistris praeaeuiatis, reliquisquo in aliis hiusdem ordinis provinetis ordinata patribus ei fratribus ordinis oromitarum,ad Gnsorvandam inier illarum fratres pa- saneti Augustlii provinciae Lusitanias, ga- eom mulium saeere dignoscanturi: nobis pro- Iulem in Domino sempiternam. Omnibusipterea ipsius Petri regia nomino humili tot notum ait, quod, eum potentisaimus et aere- 1 Edit. Main. legit dignoseatur lil. r.).
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An. e. 1ο04 l92 nuta Inli 3. supplieatum fuit ut in praemissia opportuna providoro et ut infra indulgoro do bonigni- lata apostolica dignaremur. Nos igitur, piis
eiusdem Potri regis votis hae In ro, quan . in m eum Domino possumus, saxorabilitor
annustro, ae memoratas pro ineias Portu
galliao quisii salubritor providero eupientes, huiusmodi supplieationibus in elinati, Dator. nitati tuas por praesonios committimus olmandamus, ni, eonstito iihi do narratis, Hrea aliornati Tam praedictam, auetoritato nostra apostoli ea id geras, statuas a Rus de eernas. quod tibi pro eiusdem pro vinelao Poriugalliae quieta restituondii, nee non reis gulari diaeiplina in ea eonservanda, et sie, ubi eollapsa est, reparanda, magis in Domino videbitur expedire: nos enim quameumque nye ossariam et opportunam ad id laeultatom tibi sadom auetoritata harum soris tribuimus et imporum ur. Non oti ianis libus eonstitutionibus et ordinationibus apostolidis, noenon prasdietorum ordinis ei provineiae, etiam iuramento, eonfirmatio noapostoliea, vel quavis firmitalo alia robo. ratis, statutia si eo nanotudinibus. privilegiis
quoquo, Indutiis et litioris apostoli eis ineonirarium praemissorum quomodolihel eon- eo Is, eonfirmatis et innovatis; quibus omnibus et singulis, illorum honores praesentibus pro pleno et susscientor ex prossis et insertis habentes, illis alias in suo rohors permansuris, ad praemissorem effoetum, hae vies dumtaxat, speeia litor et Oxpromo deroga rans; eelerisque eontrariis quibuseumque.
Datum Romae, apud S. Mariam Maiorem,si 8 annulo PDeatoris, die xm Memoristi texe viri, pontificarus nostri anno VI. I. F. eardinalis ALBAN . A Gheto lis. Nos igitur, praedieto summi Ρonii fidia diplomaii Ohtomporare, noenon piissimi re-d: -rolo ae religionis studio satissae eroti Aiasa cupientea i matura prius habita eon Aidera b..ist a d. tion o super negotio tanti pondoris, pse pu-hlieum odietum toti provinelao intimari si noti seari mandavimus quod duas assigna-rontur distinetao sitationes, una sellie ieonventus Dominae nostrae Graiiarum, vitora vero eonventus Dominas nostrao do Penhado Franea, quibus duabus filiationibus omnes no vhNsu An. c. 37Mot singuli praotaias provinelae religiosi pro . sessi eiu eum quo eonditionis et gradus II. boro, sod post assignationem immutabilito' in variabiliter, sub poeias etiam priuationisvoeia aetivas et passivae ei inhabilitationia ad omnia omela provinelao, adseriborontur. Uiquo omnia utiliter et aeeurato eone ludois rontur, ordinavimus quod euneti eiusdem provineiao patrea , Oxprovinetalos , des toros, magistri, priores, eaeieriquo voealos et non vocatos sibi honovisos instituoroni pro euratores eum potpalato et saeuitatibus sussetontibus, ui ipsorum nomino nobiseum eonferrent omnia, quae eonvenionita et eonis gruentia visa forent ad expeditiorem sorteloremquo praelatas alternativae exitum, desideratamque provineias Danquillitatem, et maiorem eiusdem utilitatem ot rosormatio nom. Quibua prae omnibus aio a provineia
institutis somel, iurum atqus iterum auditis, ea quas oportuniora suorunt iudieataoxoeutioni mandari deero imus, praedietam quo alternati vani in formo in Da Oxpendenda ot atabilionda statuimus. Verum eum haeo omnia proxima exocutioni torent, per pauom Nieolaum seranum iotius ordinia ora. mitarum generalem ad Summum Ponti se omrseursu habito, a saeri, Congregations ominentissimorum et raverondissimorum s. R. Reardinalium negotiis ol eonsultationibus opiseoporum et regularium praopositat, de eius. dom sanetissimi patria ordine nobis littor tu mensis decembris anni unexcix exaratassuerunt, no quid exestutioni domandaremus, quin prius idem generalis super arti euata alternativae eertior fieret. Quibus nos parentes , eidem Congregationi articulum altornativas transmittoro duximus, et eum offoeta dio vi aprilis anni unco transmisimus. Noe tamen frustra: vel quia ostonsae litteras non fuerunt, vel alia es causa, nobis quid super ne elo Uierius agero do remus iniunetum non suit. Quare serenissimi rogis pietas denuo exeitata, ne propria o ad xorissantibus utilitati es bono pro inelao malitia prodesset, pro ei bus sanetissimum Ponti fleam Clementom XI regnantem repotiti ut ad huiusmodi alternativae detorminationem proint Male essit. Main. legit praeposilae sp . T. .
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chen S X II. goqueretur. Quibus saneti ias sua benigno iniucns , litteras per sam dom gaeram congregationem nobis expediri mandavit, ut tali nogoeio finom omnino imponoremus, vel denegando vol aiahiltondo alternativam, hi hane uno vel alio modo, sienti provinetae utilius foro iudiearemus, prout elarius apparet in eisdem littoris italieo idio male t noris sequentis, videsidet: LI iam. eis. Foris: Al moli' illustro o rovorondissimo piseopomm .i monsignore, como statolio, ii nuneio a postoli eo in Ligbona. Intus uero: Mole iballa 'lustro e ravorendissimo monsi oro, eomo Datello. . Dopo esserat spedito a V. s. unBreve delia sania memoria d) Innoeonro XII
quanto si eontonosso negli arti eo li da sor- marsi sopra la materia; ma egsendo stato titio ricorso a sua Beatitudino a nomodolia matata dol ro, eho por ancora non si lasso venulo a dotorminarions ver a porvari rispoiti, la Sanitia sua, talio udie primas gonorato modosimo , ha ordinato elis stigeriva a V. S. eho prosegulsea in Ogni modo eho nolr altro seeondo di eo modo avanti , eoneedando o nogando Ia dotia alis ternativa, o permetion dola pia in un modo eho noli'aliro, seeondo eho giudiehera eonia sua prudonga esser pili profieno per sedar Io diseordio eho sono ha lo parti, volendola sanitia sua st dia ominamonte fine a questo negogio, dandolo a talo esselio la sa-eolia di prorogaro, per quel tompo eho sitis mora opportuno , ii eapitolo, eon I essorsitatio sapero ali istosso generata di desurro avanti di V. s. tuito eid eho erodora di ra-glono; eho an nondi mono dentio un terminopia disereto non geguisso, venga pur olla alia risoluetioni opportuno, o Dio la prosperi. Roma, XVII marro unc II, e me ha- tollo asserionatissimo. O. eardinal D CAR. Eo a. - GRINALDI, segretario. si Forsan innuens in . T. . I In praee. mendum irrepsisse senti R. T. 4.3 Partieul. sa nos addimus n. Τ.J.
Εt eum, iuxta litterarum tenorem, pater Dii. ,. νε generalis aliquas nobis adduxorii rationos pro non stabili onda altomativa; oas domi 'do adimplomonio huiusmodi eonditionis eonstet, hio, etsi itali eo seriptas, insori iudiea.
. Illustrissimo o reverendissimo si Ore. AVondo la santita di Nostro signoro rimosso a V. s. Ill .ma o Rev.ma la eommissiono d'istituiro, quando si a eonventonio o proseuo, in eotesta provineia dogii Ag l sit niani di Poriogallo una perpetua alior- nativa tra duo laetioni, espons umilmento a V. s. Ill .ma o Rou ma it gonorato dis. Agoatino Ii auuenti motivi por si qualisgli Orodo eho tala aliore aliva non δ poersear aleun utile, ma bonat innum orabili progiudiri, od infamia alla dolia provineta. ΡοIohδ non ossondo dolia divisiono fondata in diverritia n4 di narions n4 di patria, anetivolendosi eho noli latessa e a vi siano re
ligiosi parriali, o di una paratalita o di una altra, si vengono a stabiliro per leggo lasarioni; o l istegas seissuro, eho garobbo piatosto necessario auelloro datis radiei eon morti flearo I eapi sagionari, si ven no ad oternaro e a propagaro no' posteri, essendori ei a dato allo sarioni ii suo proprio nomo, eon sars eho gli uni si dielitarino Guilemi, o gli altri Bariolo mei, ad imita-giono dollo funesto momorio do Guolfi o Gihsllini, giustamonio δ da temoro eho quolla pro Ineia restera osposta at mondo por ludibrio di malo odore perpetuo. 8a potalogus di pia non solo in praesenti, ma ruttiquei eho M vestiranno novieti in futuro, do-vono arrvolarsi per nee alia solis qualehod una di deito insegne, non al renda erodihilo eha mai pia porgona di giudlato, ehoeotea ne ehioatri la paeo dolio spiriis a nonis sarioni deI goeolo, sar1 per vestire haloro I abito di s. Mostino. Lo sagioni, eho adesso garobbono duo, ira poeo tempo molis verisimilmento divere hero quatiro, pere hδim uuio di spiriti sagionari, o nodriis dilatus vi dirisioni, δ molio vo inimilo, ehoo una di esso vereobhero a sudes videres in