Josephi Paschalis Cyrilli consummatissimi J.C. et in regia Neap. Academia primarii antecessoris Opuscula varii argumenti poemata item varia quum Latine, tum Italice scripta collegit, ac in lucem edidit Franciscus Leggius ..

발행: 1823년

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분류: 미분류

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Fes tu debitore di mille scudi . Ci place di troticar la lite , e di

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vr be venire , e mi si tranqn illo padrone , e poss editore δ' una

parte di quella somnia , la quale non mi po&so promet tero con sicureetra . Parimenti gli ri Sponderesti tu , che , pricho tem evi, cheo non ei lasse at motido istromento a tuo pro , o clie non ti sa-rebbe riuscito di trovario , ii se' satio a considerare dati' una partoi gravi dispendj, e tutio Ie sollectio cure , che debbouo Per Iungo spatio di tempo i litiganti sos tenere, od ostrea si, la rius ita non mai si cura de Ile liti di dati' altra la Ionia in spera ueta di trovare ist mento da mostrar tua ragione , e saltu tuo conto let a malo inegliodi rinuntiare a'inoi diritti , e comperarii a Rael P Zto ta pace .

Or se not prima di venire a transatioue ei sicciar' presente l' av- enire , e maturamente vi pensiani su ; ed essendo nulla plena li-hert di sceglier lilo , o transarione , consenti una anzi in quasta , com entra qui l 'errore inuoloniario ' Ma se a colui, Che irra Sig-ς , s se noto P istromento , elio in ostra chiam suo dritto , e' non trauSiggerebbe per nulla . Ιl credo hane io : ma pol cli' es nol sa, volendo transigge, aedi certo non erra. Su a noi oggi lasse uolo,

ebe uel tempο della ricolia si vendera it grano dieci cartini ai to- molo , ne ii darei io an ri tempo ventiquatim ducati , ne tu ne Prenderesti diciollo Per venti lomula , cho in quel te inpo mi si unda dare : e se mi sapessimo, elio vitandosi in uiar quella rete , si trana Sul lido o v uola, o plenissima di elelli posci , ne ii darei io , ne prenderesti tu quel danaro . elie ora ti do Puro que sti due contra ili giustissimi sono . e 'l primo espressa mente e da Canoni approvato a .nh ha in eqsi errore imolantaVio . Avo ga dΠΠqnc che vuole elascuti di noi deo portar eoti Paee Sua So te . Quanto pol alla rostitutione in integrum , licii la conendmo leterii a rescindere la transatione, quando e si conviciae b . Ciκ se

Pur dura parrit a taluno Ia lexgo di cui si disputa , gli Gurii Parer tale risperio alla prioata iiii lita . Oe ei lia di molle Legeti .li quali Comrcche iniuste sarobi ero , aveudosi fis ardo a' diritii de privati, init avῖa e sono eiusti simo per cagion di Pubblica uti

mira, a cui per eon enlimento di tutii coloro, che vivono in socie-

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sita siessa rul blica utilita , che si avulsa nolla usucapione, e si avia visa nollά transa Elano Hircia: e trovasi in questa olireacrio sorte ra-hion di si usitata pri via , cho sorso in quella non e . M a saccia inlatinita . La Cobtituat orae dogi I in vera loli Diocle Elano e Massim innosu confirmata da S. Gre rio , ii cui dolio Papa regorio IX. Pro Pose corite catione uuiveriale iaci volume delle Decretali h Pnu mitifrem decisionem de coratrooersia uestra factam si clii amail Pontosce la transarione j decernimus, ut Omnia instrumenta octi idquid aliud CFt . . . sit Pacuum , et omni uirtuso Crassatum . Alla viedo, ima carta o' parta della I. sub specie C. de re judic. G s vccio no Ortim trist timento tim postera NEPEt torum , res iudicaras res ruri, exemi ira gruce est : E dice , chs es in- fella dei modo e rizio . Se la senisura data a salsi strum ei ni si

Inst. de Der. dio. I. a. ro his , qtii sunt sui.

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ὐorum instrumentorum lites non debeant instaurari : per te ista-Ii pari de non solamente Ia l. sub veDie , ma calandio la I. sub

magnae rei disso Gellior α Non di inuo in partando ed iniscrivendo Ia memoria es sume , e . cono della hiicea o della penna cose, alie quali l 'animo non intonde . o in 'letali non vor-

lasci ava fovente net ius arcatura dolla tinnua lut tete , e sit labe , efovente uncora Ie scam hiaua , via communis hominum creor est, siccome Suetonio ne 'Io seu Aa ron

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tulis obtenta prodesse ad Praescriptionem hae sola ratione non po-

riscriscatio alla successione , od alia Presculaione , uou Oscurament.

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mi dica , se male o bene fondino i nostri Leggisti P obbligo dias into dei litoto tu quella Legge .

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si tu inmissum Prient, qui in familia fueruue . Quid ergo , si

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Stiata uendita des a liberta presso i Romani.

devano a Ior capciccio gli anti lii Uni, i per lusimi inianta di S. Ambrogio re : o degli utilichi Germani appresso Tncito e scritio co- si t Aleum sobrii into senta .exerceur , tanta lucrandi Persedendi temericulo, ut , quum. Omnire defecerunt, Tt Emo uc ΠΟ-pissimo motu des inrelate , et de corPorct Crantcndiant, uictus νο- Ioviarium seroitu tein re, it . . Ma grundissima mara vigila mi preseallor cbo lessi in Vmsci e , che tu pur tra Greci tu rea tisaueta di votide, si selliavi . Produce egli 1 osenapio di Diogene Cinico , clie conire Gellio in rive, si vend. servo a Xeniade di Corinto . Leparole di Gellio sono d Dimenes Cynicus serottulem remisit, sed is ex liberta e in seruuntem Metium ieras . Ma nulla o tante ii luogo di Gellio non mi si lascii, credere, clie 'i Cintro si v u-desse sciit avo Ln lihepta si e vestistula talora dagii nomini vilissimi , peres,e bisognundo loro danam lian credulo men male la se vitu . che r inopia . Ma coiuo cadero pensire δε vile in mente MDiogene , ii quale appreaz.ri a la liberi. sopra quatrinque altra Cosa, ed niletlava uel beluin mei tesimo nn est rema o volontaria inurrili 2 Fationii dunque a logger la cita di quoi Fil oso in L cretio e troμvat, ebo avea graveniente errato il Groato raceontando it latio a quei modo. Diogeno non venda egit se stesso a xeniade. ma Cadulo ne liemani de' Comati si dii Corsali a X uiada vendia lo : nh aurimcnt i injtender si doe quot luogo di Gellio. Ma che diremo des Romani Z Ia-

i lologi senis contra telis d' uicinio , essere stato anticam te in II ma Perm so a clasciin uonio libero di vender stra, liberta , e dilibero Iarsi servo . Io per atquante rui e conget ure, este invi metis

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at grave et iudietio vostro lentem di mostror que lo glomo esserquella cotinmissima opinione iiii coniurie error de dolii : lo clie , per ilici cite io me ne sappia . rum lia satio altri sim r.i : e spero, este voi mo ne sare te diritto , quando i piaccin benigna mente ascol tartari.

ciuis nisi por maxintiιm Comitulum ne somnio. Si sa , este caput cidis non e la viti sola monte dei clita lino , mi stato altrosi: e clie per istato intendevast o la liberta , o la cit ludi nauta, o ia1 amiglia . Dunque volle la letae delle ra. Τnvolo, clie su la vita, o su lo stato di iiii citia lino non si deici minasse cosa , clie nc'CO-niiij Centuriali, nisi per maximum Comitiatum . Di quὶ nacque Hie per iusto ii tomim de la Repul Llica libera , e per qualclic tem so uti cor dest' Imperio , e sorsu sino a Gallia seneta i sui tragj deli 'opolo, o dopo Galba soneta it rosciitto des Principe non pote vatiu Do mo D, ro di sua volonta las tui si ari mare da altrui , c pasiare titilla satiriglia , o Potest. doli' ai gatore : e pure pcr l' arropa et onu la sola propria iam istia perdi va i , non la liberia , o la citi edim aga . Or Iiensate, se Si vole, a Per meller pol ni privato urbili. O di un cilia sino di farsi serio , e vendere ad uti rutilo lami-glia , i ii ad inania , e liti re

Oltroaecio in olli luo; hi det Cius Polliano b si dico esserela li Loria Dori dos commercio dodi nomini , non altrimonii Aio

tu Cose sacro et iter Ia quat ea gione fovente nolle Loggi colic cose sacri: e religiose v. ginnis. Clie se I' esser posta una cosa suori deleommercio val tanto, quanto ii non potor cadere nostii uniani colo. ri. tti , e spetiali non te in quot dei 'a vcndita e dolia eo npra , cli' cetfondamento principat des commercio . onde Ulpiano per osso solo coniratio it commereio dessini Ο commercitim e t mendi, octu δε ι-

nitum

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aestimatio me libertatis c . Quando vere stano queste formole , e me verissime sono, chi sarh , che abbia I ardimento d' asserinare , che per legge umana valer possa la vendita delia libert. Ma finalmente si mostri , the per espressa dispostgion di legeturomana Ia vendita di uti uomo libero assatio non vaelia . Ne i ii-hri delia legete Pomponio Giurisconsulto scrive cosi d Celaus f-nus ait, hominem liberum scient in te emere non posse . Poteva dissi pili chiam, clie uiuno pud comprare un' uomo , che sa Chesia sisero 7 Ma se ni uno puli per legeto comprare u Quomo libero , niuno uomo libero pub vendere altrui Ia sua liberta : e vendendola contra la lagge, perche nullo h il contratio, ei non la perde, eper consegneneta non si sa servo dei compratore. Tempo e ora di setorre gli argomenti , a cui in volgare error de dotii si appoggia. V sono intomo a sei, a sciorre i quali ii se contio ragionamento di questo giorno non basia, perche mi contenterb di sciorre,oggi due soli.

Si propone ii primo dat Revardo e dat Salmasio : ed h que-no . Per letae romana se nn uom libero maggior dogli anni ve ti singendosi servo si lasci ava vender da alunt per partecipare dat Prezzo , venduto rimanea servo dei compratore. Or non ci ba disserenna tra chi si lascia vender da altrni , e chi senis i altrui opora vende se stesso. Ita ei e di piu. Fuvvi in Roma expressa leg-ge, che permise ii vender se stesso seneta I opera di altrui, e sarsi servo des compratoro . Di colesta legete sa menetione l' Imperador Leone , che in sne Ia lolse . Le parole deli' Imperadore sono , Sancimus , ut si quis libertatem se laute commutans se Usum Mendat, ne is confractus validus sit . Dunque per Iegge romanasno a' tempi di Loone pote un uom libero vendersi da se mederi mo servo di altrui.

alibi ano si gravemento errata in testete. Altro h il farsi ven ter daaltrui , altro ii vonder se uesso . Chi si sa vender da altrui. Ser vo s' infinge dei vendi toro, od almsando della huona sede deli' in- g nnato Compratore rubagii ii proreto , Dodo usata fovente in R mn , e messa da Plauto gratiosamento in iseena e : e clii venae se straso non si finge servo : che niuno h δε stolio, ehe compri uuserVο, il qn te si vende da se, senna the n sappia ii Padrone : e non siigendosi servo non sa Dodo at compra ore . Nel Primo eas

L. 176. 1.

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